In giro per lefkada: in auto, nave e in passeggino

A due anni di distanza dal nostro ultimo viaggio in Grecia abbiamo deciso di attraversare di nuovo l’Adriatico e approdare ancora una volta sulle bellissime spiagge elleniche. Questa volta la scelta è caduta su Lefkas che, per noi che viviamo ad Ancona, è un’isola facilmente raggiungibile grazie ai traghetti che collegano il nostro porto a...
Scritto da: emix
in giro per lefkada: in auto, nave e in passeggino
Partenza il: 15/08/2008
Ritorno il: 24/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
A due anni di distanza dal nostro ultimo viaggio in Grecia abbiamo deciso di attraversare di nuovo l’Adriatico e approdare ancora una volta sulle bellissime spiagge elleniche.

Questa volta la scelta è caduta su Lefkas che, per noi che viviamo ad Ancona, è un’isola facilmente raggiungibile grazie ai traghetti che collegano il nostro porto a quello di Igoumenitsa due volte al giorno.

Per la trasferta abbiamo scelto la Minoan Lines che dispone della flotta più nuova e più veloce tra quelle che percorrono la tratta Italia – Grecia e devo riconoscere che siamo rimasti soddisfatti.

Avendo anche un bambino di 16 mesi con tanto di passeggini, pannolini ecc. Al seguito abbiamo scelto di viaggiare comodi partendo con l’auto e prenotando una cabina. La nave è grande e le procedure d’imbarco tutto sommato procedono velocemente, tenendo conto che ci siamo imbarcati il 15 di agosto. All’interno non troviamo ovviamente lo sfarzo e le comodità di una nave da crociera ma la velocità di 31 nodi che raggiunge ci fa arrivare a destinazione in circa 15 ore.

Consigli pratici: 1) attenti alle consumazioni al bar e soprattutto al ristorante dove il rapporto qualità/prezzo non è certo vantaggioso 2) viaggiate comodi e prendetevi una cabina tutta per voi, spenderete qualcosa di più ma la traversata vi sembrerà durare molto meno. Chi utilizza il passaggio ponte finisce poi accampato in ogni angolo della nave, a dormire su moquette calpestata da milioni di passeggeri con tutte le scomodità del caso e non mi sembra un bel modo di iniziare una vacanza. A voi la scelta! Arrivati a Igoumenitsa usciamo agevolmente dal porto e ed imbocchiamo la E55 che ci porta dritti dritti verso Preveza ed il nuovissimo tunnel subacqueo di Aktion (€ 3,00 di pedaggio) e di lì verso l’isola di Lefkada, o Lefkas come dicono i greci.

La strada ci conduce attraverso le paludi che circondano l’antica fortezza di Kastro, fondata dai veneziani nel XXVII sec., rimasta a far la guardia, coi suoi cannoni arrugginiti, al ponte mobile in ferro che, una volta oltrepassato, ci introduce alla capitale dell’isola.

Per il momento non ci fermiamo a visitare Lefkada ma proseguiamo verso sud; la nostra meta è Geni, un piccolo paesino a circa 3 km da Nidri, che si trova arroccato su una collina che si affaccia sulla baia di Vliko.

La stretta via d’accesso al mare fa di questa baia un sicuro porto naturale ed infatti decine e decine di imbarcazioni di tutte le stazze si trovano ormeggiate le une affianco alle altre.

Siamo finalmente arrivati al’albergo scelto per la nostra permanenza sull’isola: l’Ilios Club.

Più che un albergo è un residence formato da appartamentini di varie misure posto in mezzo ad un uliveto secolare. Mai visti degli ulivi così grandi! Il posto è molto carino, curato nei giardini e pulito, c’è anche un ristorante posto su una terrazza che si affaccia proprio sulla baia sottostante e, alla sera, cenando all’aperto con il riflesso delle barche sull’acqua e facendosi accarezzare dal vento che sale dal mare, si assapora uno dei massimi piaceri dell’isola, magari accompagnato da una bella porzione di Mussakà e qualche bicchiere del loro vino della casa che, al contrario di quanto spesso avviene da noi, è veramente piacevole e, tra una chiacchiera e l’altra, va giù che è una meraviglia! Prosit! Uniche note stonate del posto sono la posizione un po’ defilata che ci costringe a prendere l’auto anche solo per andare a prendere un gelato, dal momento che al di fuori del complesso ci troviamo praticamente isolati, e, soprattutto la mezza pensione che, ahimè avevamo prenotato dall’Italia e che assolutamente non conviene. Non che si mangi male, anzi, ma il menù fisso proposto per la cena e le bevande da pagarsi a parte ti tolgono quel pizzico di libertà di cui hai bisogno quando sei in vacanza. Meglio spostarsi ogni sera per avere il piacere di scoprire i gusti della cucina greca tra le tante taverne disseminate in ogni dove.

Per il resto un sentito grazie a Giorgina per la cura con cui ha preservato questo angolo di tranquillità dallo scempio del turismo di massa. Non so se negli anni a venire ricorderò con più piacere il calore della sua ospitalità od il sapore del suo mitico polipo in salsa di vino! Passiamo al capitolo spiagge che forse è il motivo principale per il quale state leggendo questo racconto! Bisogna fare una piccola premessa: Lefkada non è un’isola molto grande, a girarla tutta si percorrono poco più di 100 km. La nostra posizione, poco distante da Nidri, è molto strategica dal momento che, essendo praticamente al centro dell’isola ci permette di raggiungere tutte le mete di maggior interesse in poco più di 20 minuti d’auto. C’è da dire però che tutte le spiagge più belle si affacciano sul lato occidentale dell’isola mentre noi siamo sull’altro lato. Una piccola spiaggia vicino al nostro villaggio è Dessimi che raggiungiamo in una manciata di minuti attraverso un polverosissimo viottolo tra gli ulivi. Spiaggia piccola e quasi spartana ma acqua pulitissima e baia riparata dal vento di Meltemi tant’è vero che, nelle ore più calde della giornata, cercano tutti un po’ di refrigerio all’ombra degli alberi che arrivano a pochi metri dal bagnasciuga.

Per la pausa pranzo consigliamo la taverna Pirofani, carina, a conduzione familiare come quasi tutte le taverne greche e dai prezzi modicissimi come abbiamo trovato ovunque. Praticamente in Grecia si paga in euro ma per noi italiani sembra di essere tornati alla lira! 20 euro per mangiare pesce, una quindicina per la carne… Bei tempi andati! Non ci pensiamo più e ordiniamo piuttosto una bella birra Mythos leggera e rinfrescante, l’ideale per stemperare quel persistente retrogusto di aglio o cipolla che ti rimane in bocca dopo aver assaggiato un qualsiasi piatto delle specialità greche! Tutto buono ragazzi, ma diamoci una regolata con questa cipolla! Scommetto che la mettono pure nel dentifricio per avere lo stesso alito per tutta la giornata! Paese che vai gente che trovi…

Altra meta molto interessante è la baia di Rouda nei pressi di Poros (circa 20 km da Nidri). Ci si arriva in poco tempo attraverso una strada panoramica che, tagliando le colline a metà costa, ci regala degli scorci panoramici da foto obbligatoria. Per arrivare alla baia bisogna seguire le indicazioni per Mikros Gialos e scendere verso Rouda attraverso un piccola stradina a tornanti a cui bisogna prestare attenzione quando si incontra un mezzo ingombrante proveniente dalla parte opposta.

La Rouda Bay è veramente bella, la spiaggia è di ciottoli bianchi e l’acqua è azzurra e limpidissima, ci sono sdraie e ombrelloni da affittare ma la maggior parte è libera. La sua posizione è eccezionale perché durante la giornata è battuta sempre da una leggera brezza rinfrescante, l’ideale per attenuare la calura dei 36 gradi giornalieri.

Una curiosità: al contrario di come avviene da noi, quando arrivate in spiaggia potete occupare direttamente le sdraio che vi servono, passerà poi l’addetto a riscuotere il giornaliero (di solito 7 o 8 euro x 2 sdraie e 1 ombrellone).

Volete un consiglio? Fermatevi alla taverna Rouda proprio di fronte alla spiaggia, i ragazzi del ristorante sono stati gentilissimi, parlano tutti italiano e, con noi che avevamo portato anche il bambino si sono dimostrati pazienti e attenti alle nostre esigenze! Un sentito grazie anche a voi! Se volete prendere un gelato e fare due passi in un paesino pittoresco allungate la strada di altri 10 km verso Vassiliki e fermatevi nella baia di Sivota, qui non c’è spiaggia ma il porticciolo è veramente carino.

Vassiliki invece è stata la tappa iniziale di un’escursione giornaliera a Aghiofyli, una delle più belle spiagge di Lefkada. Per arrivarci bisogna appunto arrivare al porticciolo di Vassiliki e di qui prendere un traghetto che vi porterà a destinazione in 20 minuti circa. Di traghetti ce ne sono diversi e partono ogni 30 minuti per cui se ne perdete uno non disperatevi e godetevi una passeggiata tra i negozietti di souvenir o sedetevi ad aspettare in uno dei tanti bar a ridosso del molo.

Aghiofyli è raggiungibile solo dal mare ma vale assolutamente la pena sopportare qualche piccolo disagio per fare il bagno in una caletta dalla spiaggia bianchissima ed un mare turchese. Unica raccomandazione: portatevi tanta acqua, oppure compratela dai comandanti dei traghetti, perché in spiaggia non c’è nulla ed il caldo si fa sentire veramente tanto, probabilmente per la forma a ferro di cavallo che la ripara completamente dal vento che invece investe sempre Vassiliki, tant’è vero che, mentre Vassiliki è la meta ideale per i surfisti, a Aghiofyli l’aria è immobile. Unico rimedio: stare a mollo nell’acqua il più a lungo possibile, e non bisogna certo fare uno sforzo sovrumano! Da non perdere!! Per vedere invece le spiagge più famose di Lefkada ci siamo infine fatti convincere ad utilizzare uno dei tanti tour in barca che partono dal porto di Nidri. La nostra più che una barca era una vera e propria nave, la Makedonia Palace, che, alla stregua di altre sue simili compie un giro delle isole ioniche fermandosi di tanto in tanto in uno dei punti di maggior interesse.

Girando per Nidri si trova un po’ di tutto per compiere questi giri, dai pescherecci alle navi, c’è pure la Odissea, costruita come un’antica nave greca, che forse ha un programma un po’ diverso proponendo anche un barbecue sulla spiaggia ma, ovviamente rinunciando a qualche altra meta.

Prezzi vari, intorno ai 15-20 euro a persona. Partendo da Nidri abbiamo percorso un primo tratto passando davanti alle baie visitate nei giorni precedenti (Poros, Sivota e Vassiliki) doppiando il capo Lefkas che è la punta estrema dell’isola verso sud, dal quale svetta, sulla cima di una scogliera a picco sul mare, il faro che guida le navi in transito tra queste acque. Proprio da queste scogliere, secondo la leggenda, si sarebbe buttata la poetessa Saffo per placare le sue pene d’amore.

Appena doppiato Capo Lefkas notiamo che il mare cambia colore, a largo è di un blu intenso mentre, avvicinandosi alla riva assume delle tonalità azzurro-turchese meravigliose.

Arriviamo alla famosissima spiaggia di Porto Katsiki, la più fotografata e patinata dell’isola, una lingua di sabbia con alle spalle una scogliera altissima e davanti un mare meraviglioso. Come descrivere questo posto? Dico solo che una foto di Porto Katsiki fa da sfondo al mio PC così che, ogni volta che lo accendo, mi viene il rammarico di averla potuta vedere solo via mare, senza la possibilità di fermarci dal momento che, per arrivarci via terra, si rischia di dover parcheggiare anche 3 km prima della spiaggetta lungo la solita stradina impervia e scoscesa che scende fino alla baia. Con un bambino di 16 mesi e sotto il sole di ferragosto non ce la siamo sentita. Peccato… Voto 9.

Prossima tappa Egremni, un posto stupendo che ci è rimasto nel cuore. Una spiaggia deserta dove abbiamo fatto uno dei bagni più belli della nostra vita. Perché deserta? Perche a Egremni ci si può arrivare anche via terra ma, per scendere in spiaggia bisogna fare una scalinata con 300 gradini! Molto meglio arrivarci in barca e godersi un angolo di Paradiso dai colori stupefacenti. Voto 10! Terminata la sosta per il bagno ci imbarchiamo di nuovo per allontanarci da Lefkada e visitare le altre isole vicine.

Qui la faccio breve, abbiamo visto nell’ordine: a) L’isola di Kefalonia per visitare la marina di Fiskardo, carinissimo paesino affacciato sul mare, case colorate in tinte pastello, bar all’aperto dai tavolini azzurri, negozi di souvenir a go-go, scalinate intonacate di bianco ed un porticciolo molto curato pieno di poveri sventurati in barca a vela! Invidia!! Voto 8 b) L’isola di Ithaca per sostare al porticciolo di Kioni, tappa quasi insignificante, soprattutto dalla durata smisurata rispetto alla sosta a Fiskardo. Mentre a Fiskardo ci siamo arrivati verso le 13 fermandoci un’ora, giusto il tempo di un gelato a passeggio, a Kioni siamo arrivati verso le 15,30 fermandoci quasi 2 ore. Molti ne hanno approfittato per mangiare in una taverna ma, a noi che non andava, quelle 2 ore in giro tra 5 ristoranti e 4 negozietti (a 38 gradi) non ci è piaciuto molto. Voto 5 c) L’isola di Meganissi per entrare con il battello nella tanto celebrata grotta di Papanikolis dove si dice che il capitano Latrisis, durante la seconda guerra mondiale, celasse il suo sottomarino per dare la caccia ai nazisti. Leggenda, realtà? Boh? Comunque la grotta è veramente grande ma la nostra nave lo è ancora di più per cui non fa che entrarci con la prua per permettere a tutti di fare qualche foto, indubbiamente se ci entrate con un barchino più piccolo l’effetto scenico sarà maggiore. Voto 6 d) L’isola di Skorpio per osservare da vicino il famoso rifugio di proprietà degli Onassis. Il capitano della nave ci fa girare intorno all’isola raccontandoci un po’ di storia e un po’ di aneddoti sulla vita degli Onassis e questo l’ho trovato interessante, ma vedere 200 persone armate di binocoli o telecamere intente a scandagliare l’isola per scoprire se, tra uno squarcio tra gli alberi che la circondano, potessero carpire furtivamente una attimo, una scintilla della vita di questi potenti magnati mi ha fatto sentire quasi un guardone. Francamente mi sono sentito quasi in imbarazzo. Comunque l’isola di per se non vale molto, anche perché non si vede quasi nulla e, ovviamente non è possibile sostarvi se non in una piccolissima radura dove qualcuno è sceso a fare l’ultimo bagno della giornata, forse per sentirsi un po’ più vip. Visto che ormai erano le sette di sera noi non siamo scesi ma non ci siamo persi granché. Niente a che vedere con la meraviglia delle baie viste la mattina! Voto 6 Di ritorno al porto di partenza ne abbiamo approfittato per fare due passi per la marina di Nidri fermandoci per un Mojito prima di tornare in albergo. Tutto sommato la giornata è stata bella ma un po’ faticosa (dalle 9 di mattina alle 8 di sera sempre sotto il sole), certo, a bordo di questi bestioni ti senti un gregge di pecore che viene fatto pascolare a soste prestabilite ma, se volete dare uno sguardo a tutte queste isole in un solo giorno bisogna fare così. Il costo è irrisorio (15 euro a testa) per una giornata che vi lascerà senz’altro dei bei ricordi e tante belle foto da far vedere agli amici.

Visto che si è parlato di Mojito vi racconto un’altra curiosità: mentre per mangiare i prezzi sono vistosamente più bassi che in Italia, le tariffe delle consumazioni nei pub o nei bar sono praticamente identiche alle nostre. Mistero!?! Ultimi accenni sulla vita notturna a Lefkas. Visto il pupo al seguito potete ben immaginare che ne abbiamo fatta pochissima comunque possiamo dire questo: Nidri non ci è piaciuta affatto nonostante venga tanto pubblicizzata come il fulcro della movida isolana. Carino il molo con la piccola marina ed i locali che si affacciano sul mare (ristoranti e locali arredati in stile moderno e raffinato), un disastro la via principale dove i vari kebab, supermercati negozietti di paccottiglia ecc.. Fanno a gara per accaparrarsi qualche centimetro in più di marciapiede. Lo smog è a mille perché è il tratto di strada più congestionato dell’isola, trovare parcheggio è un’impresa disperata e per muoversi si è costretti a passare in mezzo alla strada venendo costantemente sfiorati da moto e auto in fila indiana. Questo succede anche per una pessima abitudine dei greci che è quella di fermarsi in doppia fila con le quattro frecce accese praticamente per fare ogni cosa, anche prendere un caffè o fare una spesa veloce al supermercato. E’ incredibile, tu guidi tranquillamente e ad un certo punto il tizio davanti a te inchioda, accende le frecce e se ne va beato senza neanche voltarsi per guardare il casino che ha appena combinato mentre pullman e auto con gommone al seguito suonano inferociti tentando di districarsi lungo la strada e nugoli di motorini sono pronti a colmare ogni spazio vuoto che si crea tra due veicoli in movimento. Jungla d’asfalto!! La città di Lefkada al confronto è un’oasi di pace, la marina è molto grande (quasi 1 km) piena zeppa di barche a vela e motore di ogni misura, il centro è tutta un’isola pedonale dove ci si muove benissimo tra un’infinità di bar lounge con i tavolini all’aperto e ristorantini tipici affacciati sul porticciolo. I negozi sono tutti aperti fino a mezzanotte ed alcuni sono davvero carini ed offrono prodotti dell’artigianato locale molto interessanti. Lefkada è una cittadina di 20.000 abitanti che d’estate sicuramente triplica la sua popolazione, la maggior parte sono turisti italiani ma ce ne sono anche di altre nazionalità. A noi è piaciuta davvero, ci siamo venuti una prima volta per una passeggiatina serale ed una seconda per mangiare in un ristorantino tipico che avevamo adocchiato lungo il molo chiamato “Ponte”, forse in onore o come richiamo per gli innumerevoli turisti italiani presenti a Lefkada. Abbiamo mangiato un polipo alla brace veramente notevole.

Queste sono le cose che siamo riusciti a vedere in una settimana di permanenza sull’isola prendendocela comunque molto comoda, avremmo potuto visitare anche le spiagge di Katisma o di Agios Nikitas, oppure spingerci all’interno per vedere una realtà ancor più rurale, oppure passeggiare fino alle cascate di Dimossari a pochi km da Nidri ma sono cose che non abbiamo fatto per cui lascio a voi il piacere di scoprirle se deciderete di visitare Lefkada.

Noi la consigliamo a tutti gli amanti del mare per una vacanza all’insegna del relax, i greci saranno un po’ chiassosi e sicuramente guidano da cani e parcheggiano peggio ma sono anche gente cordiale e ospitale, il cielo è stato sempre di un azzurro intenso e l’acqua meno fredda di quello ci eravamo aspettati.

La cucina è interessante, un po’ araba un po’ mediterranea, forse un po’ pesante per le nostre abitudini ma indubbiamente gustosa e ce da dire che, provando diverse taverne o ristoranti, ci siamo sempre trovati bene. Per la lingua no problem, quasi tutti parlano un po’ di italiano, sennò bastano due parole d’inglese e qualche gesto per farsi capire da tutti. Come si dice.. Una faccia, una razza! Tutto il resto è profumo d’origano e mari blu profondo… Kalimera! Emi e Ale



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