Malaga e Granada: info pratiche

Un weekend in cerca del sole e dell'Andalusia araba
Scritto da: rafmarco
malaga e granada: info pratiche
Partenza il: 11/10/2013
Ritorno il: 14/10/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Prenotato il volo Ryan da Bologna (andata ven sera, ritorno lun sera) per Malaga: è ottobre e le alternative sono poche. Annessa l’auto Hertz: non è la più economica, ma è una certezza. L’aeroporto di Malaga è molto dispersivo, sproporzionato rispetto al traffico e quando finalmente arriviamo ai banchi Hertz abbiamo 4-5 persone davanti; in compenso la fila alla compagnia di noleggio locale è sconcertante, a dir poco 40 persone. Beh, forse il prezzo vale la differenza visto che sono già le nove di sera e siamo stanchi.

Abbiamo prenotato l’hotel Eurostar Astoria tramite Booking.com. Ottima posizione al limitare del centro, a due passi da un parcheggio custodito. Siamo in bassa stagione, sospetto che la zona in estate diventi un po’ rumorosa, ma per ora è perfetto. Il centro è delizioso: completamente pedonalizzato e lastricato, con bellissimi palazzi pieni di fiori e gente ovunque a passeggio, dato che qui l’autunno si è dimenticato di arrivare. Tra i mille ristoranti seguiamo il suggerimento dell’hotel e scegliamo Lo Gueno (arrivando nel viale principale del centro è nella la terza laterale a sinistra), non troppo economico ma veramente ottimo e non esageratamente turistico.

La mattina dopo (sabato) visitiamo il centro, dato che a una prima occhiata notturna ci era piaciuto tanto, e la cattedrale, dove l’ingresso costa la bellezza di quattro eurini. In meno di due ore completiamo la passeggiata e arriviamo a Plaza della Aduana, ai piedi di una collina che accoglie l’attrazione principale della città: il castello di Gibralfaro e l’Alcazaba.

L’Alcazaba era il palazzo-fortezza dei governatori musulmani di Malaga ed è in puro stile arabo, con mille angoli, vedute mozzafiato sulla città, giardinetti e fontane. Bellissima, superiore alle aspettative. Non abbiamo preso la guida e credo non ne valga la pena: passeggiare al suo interno è facile anche se un po’ faticoso, dato che il palazzo è molto grande e tutto in salita.

Terminata la visita all’Alcazaba affrontiamo la salita per il Gibralfaro, seguendo il percorso pedonale che costeggia la collina. Volendo c’è un autobus, ma il panorama è stupendo e preferiamo sacrificare ancora un po’ le gambe per non perderci niente. Dopo le mille sale dell’Alcazaba, il Gibralfaro è un po’ deludente, dato che non offre niente di più di una bella passeggiata sui bastioni (e un microscopico museo militare).

Nel complesso: considerate almeno tre-quattro ore da dedicare alla collina e se non siete buoni camminatori sfruttate i mezzi pubblici. Direi che sia decisamente da evitare in caso di pioggia per l’acciottolato in forte pendenza e da fare attenzione al gran caldo. All’interno non ci sono punti di ristoro, noi abbiamo fatto scorta d’acqua all’ottima pasticceria in Plaza de la Aduana prima di entrare.

Malaga è anche la città natale di Picasso, e qui si trova un importante museo a lui dedicato. Non era lo scopo del nostro weekend “arabeggiante”, quindi a causa dei tempi stretti non l’abbiamo visitato.

Domenica partiamo per Granada. Attraversiamo la Sierra semi-desertica con un’autostrada comunque scorrevole e arriviamo nel caos. Se Malaga ci è sembrata ordinata, pulita e elegante, Granada è complicata e stracolma di turisti. Abbiamo prenotato l’hotel Las Almenas, non lontano dal centro storico ma raggiungibile agevolmente in auto. Nota: sconsigliamo un albergo del centro o delle zone collinari (Albayzin e Sacromonte): le strade sono minuscole, tortuose, scomodissime.

Il proprietario è gentilissimo e ci offre più spiegazioni della Lonely Planet: pare veramente entusiasta e fiero della sua città e ci indica non solo le attrazioni principali, ma anche come muoverci con gli autobus. Granada non è piccola come Malaga e le distanze a piedi sono abbastanza impegnative; al contrario gli autobus sono veramente comodi e ben articolati (il biglietto costa 1.20 e si acquista direttamente dal conducente). Dedichiamo la domenica a visitare la città.

Con l’autobus arriviamo sulla collina dell’Albayzin (quartiere arabo) e al bel Mirador di San Nicolas. Mangiamo qualcosa in un ristorante che non ci sentiamo di segnalare particolarmente, poi da lassù scendiamo a piedi lungo le stradine del quartiere, patrimonio dell’Unesco, verso il centro città dove visitiamo la cattedrale e il convento di di San Jeronimo. Le chiese (per lo più barocche) sono innumerevoli, ma vuoi per la nostra ignoranza in storia dell’arte, vuoi perché anche l’Italia ne è piena, dopo un po’ ne abbiamo a sufficienza e torniamo in hotel.

Il proprietario ci propone per 26 Euro una visita notturna in un locale del Sacromonte: è il quartiere gitano, dove sono ancora numerose le abitazioni scavate nella roccia (cuevas) e qui trova origine la zambra, una danza andalusa stretta parente del flamenco. La visita comprende i trasporti da e per l’hotel, un bicchiere di sangria e circa un’ora e mezzo di spettacolo musicale dentro a una cueva; volendo era possibile integrare con la cena, ma il nostro albergatore la sconsiglia. Interessante, curioso, peccato solo che lo spettacolo non sia supportato da una qualche spiegazione, che forse ce l’avrebbe fatto capire un pochino di più.

La mattina dopo abbiamo prenotato la visita all’Alhambra, che raggiungiamo facilmente con l’autobus in 10 minuti (no all’auto: strade strettissime e trafficate, parcheggi carissimi). Sconsiglio vivamente di fare questo viaggio senza aver acquistato prima il biglietto, dato che la coda è interminabile e non è detto che si riesca ad entrare senza almeno la prenotazione. I siti che offrono questo servizio sono tanti, noi abbiamo optato per una visita guidata tramite granavision.com al prezzo di Euro 35 a testa. Di solito non siamo amanti di questo genere di servizi, ma il complesso dell’Alhambra è immenso fatto di tanti edifici, camminamenti, giardini e in questo caso ci sentiamo di dire di aver speso benissimo i nostri soldi, grazie a una organizzazione efficiente e puntualissima.

L’Alhambra è splendida, credo che da sola meriti il viaggio, anche se in parte rimpiangiamo il silenzio della più tranquilla Alcazaba di Malaga.

Dopo la visita scendiamo (di nuovo con il bus), e dopo un pasto veloce torniamo in hotel per prendere le valige e ripartiamo verso Malaga. Abbiamo il volo alle 18.30, quindi siamo in larghissimo anticipo, ma dopo due giorni di “lavoro” intenso da turisti abbiamo deciso di concederci un paio d’ore di relax in spiaggia. Le alternative per gli irriducibili non mancano, dato che nei dintorni di Malaga ci sono diversi paesini di montagna interessanti, ma la vista del mare e la giornata tiepida sono troppo invitanti e ci ritroviamo a crogiolarci al sole.

Per riassumere i nostri suggerimenti: prima di prenotare fate attenzione al meteo, non partite senza i biglietti dell’Alhambra e preparatevi a lunghe camminate.

Buon Viaggio!



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