Vita da spiaggia a Gozo e dintorni

In giro per la Malta storica e verace, poi relax: orizzonti gozitani...
Scritto da: Vento11
vita da spiaggia a gozo e dintorni
Partenza il: 10/10/2013
Ritorno il: 19/10/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €

Tribù in movimento

Ci presentiamo: siamo una piccola tribù di quattro persone, con tanto spirito d’avventura e pochi soldi. Ottobre è il nostro mese per viaggiare, da anni: ci piace esplorare gli angoli più a sud dell’Europa in questo mese ancora intriso di sole, quando le folle hanno abdicato e i luoghi tornano ad essere di chi vi abita. E poi si spende molto meno! Di solito, a parte il volo, non prenotiamo niente: scegliamo personalmente le nostre dimore, che devono avere un’anima e distare pochi passi dal mare, due o tre sistemazioni lungo un percorso stabilito prima di partire ma che viene invariabilmente stravolto dai venti locali.

A partire dai primi di settembre comincia la caccia al biglietto più basso, tra tutte le destinazioni ancora estive raggiunte da Ryanair e simili: quest’anno è toccato a Malta, con 180 euro a/r per tutti e quattro, più 110 euro di noleggio auto con Hertz, per 10 giorni (un’auto a disposizione equivale a libertà e questa è una dimensione a cui non sappiamo rinunciare).

Tutte le strade portano a la Valletta

Ebbene eccoci atterrati a Malta! Sono le 17 e ci sono 28 gradi centigradi, l’aria ha un profumo dolce-umido di scogli e tavola calda che ci ricorda la Sicilia (la Sicilia d’altronde è a 90 kilometri di distanza, raggiungibile volendo in un’ora e mezza di catamarano). Ci buttiamo subito con la nostra auto sulla rete stradale dell’isola, un po’ in ansia per la guida a sinistra e per la scarsità della segnaletica: non c’è verso di imboccare la strada per il sud! Tutte le vie sembrano portare irrimediabilmente a La Valletta. E allora così sia: dopo un veloce consulto decidiamo di optare per una prima serata in città. Arriviamo facilmente al Kastill, una piazza con parcheggio e parcheggiatore, ideale per lasciare l’auto e intrufolarsi tra le vie della capitale. La quiete un po’ surreale del centro storico ha un effetto balsamico su tutti noi: le vie, monumentali ma tranquille, si percorrono bene e lasciano intravedere magici scorci sul porto, con vicoli e scalinate racchiusi tra palazzi antichi e file di balconcini a veranda in legno decorato, dall’aria decadente e romantica. Scopriamo che gli hotel e le guest house si trovano quasi tutti sulle vie “perimetrali” della penisola, perché offrono vedute sul mare. Quello che ci ispira di più è il British Hotel e ci aggiudichiamo una quadrupla con un favoloso terrazzone (100 euro con prima colazione): sotto di noi il mare placido del Grand Harbour e oltre la vista spazia sulla cittadina della Vittoriosa con il Fort S.Angel che si erge proprio davanti a noi. Ceniamo alla terrazza del primo piano del British, medesima vista, e dopo cena accogliamo Gorg al nostro tavolo, un cameriere colto e chiacchierone con cui avviamo i primi scambi culturali. Parliamo della crisi che ha colpito anche Malta, che si salva grazie alle ferree regole del sistema bancario, ci dice Gorg. Anche qui inoltre, come a Lampedusa, i continui sbarchi di nord africani costituiscono un problema che l’Europa ignora (vicino all’aeroporto infatti avevamo notato un “centro d’accoglienza”, una vasta distesa di piccoli containers delimitata da una rete, abitato con molta dignità, ci era parso. Questa era stata la nostra impressione ma non abbiamo alcuna informazione esaustiva in merito).

Destinazione sud

Secondo giorno: ci perdiamo ancora un po’ tra le vie e le piazze della Valletta, passando per la cattedrale di St. John e il palazzo del Gran Maestro, e poi via verso sud! Questa fissazione per il sud ci viene guardando la cartina di Malta: dalla Valletta si diramano una serie di paesi e cittadine i cui confini si intrecciano trasformando questa parte dell’sola in un unico grande insediamento. La costa sud – sud ovest invece è più selvaggia, come piace a noi. Imbocchiamo solo strade secondarie: vie strette con l’asfalto sconnesso costeggiate da muretti a secco, fichi d’india, agavi e rododendri, che serpeggiano in un paesaggio brullo color miele, con il mare blu cobalto che si infrange sulle scogliere. Prima tappa Blu Grotto e poi Ghar Lapsi, per ammirare la potenza del mare. Ci sono 32 gradi ma il mare è agitato e le onde non permettono la balneazione. Raggiungiamo così Gnejna Bay, uno dei pochi lembi di sabbia dell’isola, per goderci un lungo bagno con tuffi. Il resto della giornata, ammettiamolo, è stata la più stressante del viaggio: un ping pong di ricerche lungo tutta l’isola (40 km come estensione massima, per fortuna non molto) alla ricerca di una sistemazione. Scopriamo infatti che ottobre a Malta è ancora alta stagione e gli alberghi non sono molti. Ci stupiamo di come scarseggino rispetto alla domanda sempre alta! Non eravamo abituati… Grazie all’aiuto dei maltesi, che si prodigano per aiutarci con un entusiasmo e una pazienza eccezionali, approdiamo infine a Marsascala, al Summer Night Guest House (2 camere per 40 euro l’una a notte, con graziosi balconcini sul porto: la parte più bella del paese anche se la più rumorosa)

Marsascala è davvero fuori da ogni circuito turistico: un paesone su una baia tempestata di barchette, come la vicina Marsaslokk ma senza quell’aurea pittoresca. Decisamente più “maltese”, un po’ incasinata ma verace! Ci restiamo anche tutto l’indomani, passeggiando sulle saline scavate nella roccia che si susseguono a sinistra della baia, fino alla baia successiva. Ci fermiamo in quei pochi metri quadrati di spiaggia trovati al di là, dominati da un baretto dall’aria alternativa, e ci concediamo un lungo bagno. Mangiamo sul lungomare nel ristorante Ximo, che però non consigliamo.

Birgufest, e luce fu!

Ed è giunto il sabato, ma non un sabato a caso… è infatti metà ottobre e a Vittoriosa si tiene il Birgufest! Consigliamo vivamente di viversi quest’esperienza unica: arrivare nella cittadina a metà pomeriggio è fondamentale, per non essere bloccati nel traffico che da tutta l’isola si comprime verso la Vittoriosa a partire dalle 19. E poi assistere all’accensione delle candele, da parte dei fantasiosi abitanti che hanno installato sui propri balconcini complessi sistemi di fili che reggono bottiglie di plastica colorate piene di lumini, è un momento magico. In men che non si dica cala la sera e il grazioso centro storico si illumina di sole candele, lungo le vie e ad ogni finestra. In ogni piazza c’è un evento musicale diverso, e poi mangiafuochi, madolini e fisarmoniche, lunghi banchi colmi di dolci ed ogni tipo di manicaretti. Le case sono aperte ed è interessante curiosare in questi salotti molto anni 50, arredati con decine di cornici che ritraggono i volti di famiglia, mille ninnoli diversi, e naturalmente statuette del Cristo e della Vergine, di tutte le dimensioni, in ogni angolo della casa (Malta è un paese profondamente cattolico e abbiamo notato che ad essere raffigurata è soprattutto la Madonna, forse per continuità con l’antico culto della Dea Madre).

On the road

La domenica si trascorre a Marsaslokk: il mercato del pesce è un must. Anche pranzare in uno degli ottimi ristoranti sembra essere un must, ma noi preferiamo un frugale pastizzi (ottime sfoglie ripiene di ricotta o piselli, dall’incredibile costo di 40 cent) perché intendiamo passare la giornata on the road: ci trasferiamo a Gozo! Evitiamo l’arteria principale che taglia l’isola per il lungo e ci godiamo un lento cammino che passa per le scogliere di Dingli e fa tappa a Paradise beach, poco prima dell’imbarco. Le spiagge di Malta, diciamo la verità, non sono un granchè: piccole e quindi affollate, la più grande è quella di Mellieha ma è a ridosso della strada. A Paradise beach il mare è turchese, è vero, ma a deturpare la vista c’è un edificio immenso color rosa pastello e la spiaggia, anche qui, è affollata. Traghettiamo. Abbiamo bisogno di un po’ di vita da spiaggia, di quella rilassante!

Vita da spiaggia

Per sistemarci a Gozo, onde evitare l’errore fatto finora, abbiamo consultato il sito HomeAway.co.uk, trovando la casetta giusta per noi: sala cucina con due stanze e terrazzino, molto caratteristica e ben arredata, nel tranquillo paesino di Xaghra. Prezzo: 56 euro a notte (Paul, 00356 21560554). La prenotiamo per le restanti 6 notti! La sera stessa scopriamo il nostro ristorante numero uno: l’Oleander, nella piazza del paese. Squisite le penne al sugo di coniglio e gli spaghetti alla gozitana, fantastici i ravioli fatti in casa, simpaticissimo il proprietario.

A chi ci diceva che 6 giorni nell’isoletta di Gozo sono troppi, rispondiamo: “assolutamente no!”, è sicuramente una vacanza più naturalistica che culturale, ma il piacere di camminare tra i sentieri lungo la costa, fare il bagno in un mare smeraldo raccolto in calette tranquille, scovare antichi templi e dolmen, perdersi tra i vicoli di Vittoria, meriterebbe anche una quindicina di giorni. Se poi si amano le immersioni, non si andrebbe più via.

Per quanto riguarda i paesi dove soggiornare, uno vale l’altro. Sull’isola si trovano una dozzina di paesoni tutti uguali: case basse color panna e miele con la cupola della chiesa al centro. Poi c’è Xlendi in fondo ad una baia stretta con i tavolini dei ristoranti quasi nell’acqua, ma a parte questo troppo edificata per i nostri gusti. E lo stesso vale per Masalform. Secondo noi i posti migliori sono Xaghra, Nadur e Qala perché a due passi dalle spiagge più belle.

Viversi Gozo

Ecco la nostra top ten marina:

– al primo posto San Blas Bay, spiaggetta incastonata tra gli scogli, infondo a un ripido sentiero percorribile solo a piedi (ecco perché è così tranquilla, i pigri si scoraggiano). C’è un chiosco spartano dove bere un buon caffè e mangiare snack preparati al momento, a buoni prezzi. Consigliamo di arrivare entro le 9.30 perché nel piccolo parcheggio in cima entrano solo 7 vetture (contate!). Nell’acqua argilla fresca da spalmarsi sul corpo, a sinistra sentieri che seguono il mare.

– segue sicuramente Hondoq, di fronte all’isola di Comino, piccola spiaggia di sassi con un muretto per fare i tuffi. Camminando sugli scogli a sinistra si arriva ad un’altra piccolissima baia dove tuffarsi ed entrare in una spettacolare grotta marina. Quando soffia il Maestrale qui il mare è tranquillo, mentre sono da evitare le spiagge a nord.

– anche Ramla Bay è molto bella: spiaggia di sabbia rossa da cui si diramano bei sentieri che seguono il mare. In cima a sinistra c’è la grotta di Calipso (un buco privo di nota, ma dal quale si gode di un incantevole panorama).

– la costa di Dweira è senza dubbio spettacolare, per la sua conformazione geologica unica al mondo. La Azule Window, il Blu Hole, il Fungus Rock e l’Inland See meritano un pomeriggio tutto per loro, c’è da convivere però con un bel popolo di visitatori.

– l’altopiano di Ta Cenc riserva le passeggiate più emozionanti. È possibile arrivare in un’insenatura strettissima che si chiama Mgarr ix-Xini, l’antico porto dei Cavalieri di San Giovanni, con un ottimo ristorante dalle sedie colorate. Essendo un’insenatura molto profonda e protetta dai venti che soffiano da nord, quando sul resto dell’isola spazza il Maestrale, qui il mare è una tavola.

– Dahlet Qorrot: quando ci siamo stati noi era assolutamente deserta, perché soffiava l’ormai noto Maestrale. Ma è stato bello ammirare le rimesse per le barche scavate nella roccia con le porte dai colori sgargianti. E poi concedersi una lunga passeggiata a destra della baia, seguendo il mare fino alla cava.

– per quanto riguarda questa lista di luoghi costieri, la celeberrima Blue Lagoon va all’ultimo posto. Certo, questo tratto di mare basso e turchese che va da Comino a Cominotto sarebbe di per sé un paradiso, ma lo sfruttamento senza criterio di questa risorsa naturale lo trasforma in un girone dantesco: centinaia di corpi schiamazzanti, decine di motoscafi che attraversano la laguna (pericolosissimo per i bagnanti, tra l’altro), megafoni che urlano proposte da aquapark, puzza di gasolio e patatine fritte, non un centimetro quadrato di scoglio libero per appoggiare l’asciugamano… no, averlo saputo non ci saremmo andati. Per sfruttare comunque la mattinata in attesa della barca per il ritorno (8 euro a persona a/r, partenza alle 10.30 da Hondoq per Blue lagoon, ritorno da concordare col barcaiolo) ci siamo fatti una bella camminata sull’isola, trovando un’insenatura tra le rocce dove la più coraggiosa di noi, la figlia maggiore, si è lanciata con dei tuffi da brivido.

La capitale di Gozo, Vittoria, è un vero gioiellino: ci siamo stati un paio di volte a comprare il pesce fresco alla bancarella di piazza Indipendenza, a camminare per i vicoli che si diramano oltre la piazza San Gorg e su per il Kastell, la cittadella chiusa fra le mura. Qui è possibile visitare un museo di archeologia piccolo ma ricco di reperti fra i più interessanti come le famose sacerdotesse, statuine propiziatorie rinvenute nel tempio di Gigantja, un sito risalente a 5000 anni fa visitabile nei pressi di Xaghra. Anche la Old Prison è una visita che consigliamo: piccole celle piene di disegni scolpiti nel muro dagli antichi carcerati, per lo più cavalieri di San Giovanni bisognosi di una “raddrizzata”, come ci ha spiegato il custode.

Breve sosta a “Miami”

6 giorni sono trascorsi in fretta e ce ne torniamo a Malta. Il nostro aereo è alle 10 di sera e visto che a Gozo ci siamo saziati di quiete mare e tramonti, ci permettiamo una visita a Sliema e San Julian, che avevamo inizialmente voluto evitare. Una giornata nella Miami di Malta (il soprannome dato da nostra figlia è quanto mai azzeccato) si è rivelata invece piuttosto interessante.

Abbronzati e paghi, ce ne torniamo in Italia.

Guarda la gallery
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Ramla Bay, dalla grotta di Calipso

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lumi alle finestre al Birgufest

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in riva al mare turchese, Hondoq

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porte sgargianti a Dahlet Qorrot

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porte, finestre e "Our Lady"...

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porta con balconcino a veranda

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mare calmo a Mgarr ix-Xini

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sarto al lavoro nei vicoli di Vittoria

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le saline a Marsascala



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