Il nostro viaggio in India

Tour del Guajarat di 12 giorni con autista, poi relax sulle spiagge di Goa
Partenza il: 15/02/2014
Ritorno il: 06/03/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
15 febbraio 2014, sveglia alle 2:00. Per questa terza nostra volta in India abbiamo scelto un tour nella regione del Gujarat.

Il nostro aereo partirà da Bologna, poi via Monaco e Mumbay arriveremo ad Ahmedabad.

1°GIORNO:

Infatti alle 4:30 del giorno seguente siamo all’aeroporto di Ahmedabad stanchi ed in attesa delle valige, ma una delle due non arriva!

Cominciamo male! Compiliamo la dichiarazione di smarrimento e con l’autista che ci attendeva fuori ci dirigiamo all’hotel Lemon Tree.

L’albergo è molto carino, ma abbiamo poco tempo per riposarci perché alle 9:30 si parte per la visita della città. L’impatto con il traffico cittadino è forte e ci è subito chiaro che vige una sola regola: non ci sono regole! Schivando mucche, bufali, e assordati dal frastuono dei clacson arriviamo al Textile Museum. La visita va prenotata con largo anticipo e la nostra agenzia lo aveva già fatto per noi, così iniziamo il tour guidato con una guida appassionata ed orgogliosa che ci mostra bellissimi tessuti ricamati o dipinti a mano, tutti rigorosamente incellophanati! La seconda tappa è all’Ashram di Gandi, affollatissimo da giovani, dove si respira una bella atmosfera e grazie a numerose fotografie e documenti, si rivive la vita del personaggio più importante per la storia dell’India. Si può vedere dall’esterno anche la stanza dove viveva il Mahatma.

Si prosegue visitando due pozzi palazzo o vav, bellissime strutture scavate in profondità. Sono profondi anche cinque piani, e tutti finemente decorati sulle pareti. In fondo si trovava una cisterna d’acqua che dava sollievo ai visitatori nelle giornate calde.

Dopo la visita ad un tempio Giainista torniamo in aeroporto dove per fortuna la nostra valigia è arrivata con il volo pomeridiano!

Esausti ma contenti, facciamo finalmente ritorno in hotel per la cena ed un meritato riposo.

2°GIORNO:

Partenza alle 8:00 diretti a Patan, visita ad un’altro pozzo palazzo, il Rani-ki-van. Questo “Vav” è veramente bello, in ottimo stato è con sculture sublimi. Ogni centimetro è finemente decorato e tutto il sito è circondato da bellissimi giardini. Alcuni operai al lavoro di restauro ci guardano incuriositi e ci fotografano di nascosto! Si, qua ci sentiamo come delle star del cinema! Ci si avvicina una famigliola che dopo essersi presentata e fatte le domande di rito (da dove venite, come vi chiamate…), ci chiede il permesso di fotografarci! Permesso accordato ovviamente! La prima di tante foto di gruppo che faremo nel nostro viaggio. La prossima tappa è ancora un tempio Giainista, purtroppo non si può fotografare l’interno molto colorato e decorato. Vediamo anche il centro di tessitura dei famosi sari Patan Patola. I bellissimi disegni richiedono un procedimento davvero complicato e di incredibile abilità tutta manuale! Ci dirigiamo a Modhera per visitare il Sun Temple. Nonostante sia lunedì c’è molta gente locale in visita, ed essendo gli unici due turisti, tutti ci guardano incuriositi. Ovviamente scatta la mini intervista: di dove siete, come vi chiamate, e foto di gruppo! Questo tempio è meraviglioso totalmente scolpito di sculture, fiori, animali, tutto circondato da bei giardini e quella che doveva essere una sorta di piscina. Si prosegue per Dasada dove alloggiamo al Rann Riders. Il posto è molto carino in stile etnico, con dei bungalow decorati con specchietti sui muri esterni: sembra un mix africano-indiano. Il nostro bungalow è confortevole ed in veranda abbiamo anche il dondolo.

3°GIORNO: sveglia alle 6:30 diretti al birdwatching. Si va in jeep scoperta e a questa ora è davvero freddo!

Girando in questa specie di savana si possono ammirare fenicotteri, pellicani, gru, e tante altre specie di volatili.

In questa zona avvistiamo anche un gruppo di asini selvatici, ma la sosta più interessante è alle saline.

Infatti questa parte della regione non è altro che una enorme distesa arida chiamata Rann of Kutch che si estende fino al Pakistan. Assistiamo alla lavorazione e raccolta del sale, un lavoro davvero duro tutto manuale, fatto prevalentemente da donne sorridenti. Nel pomeriggio il resort ci ha organizzato un giretto su un carretto trainato da un cammello! Siamo solo noi due e una coppia di signori francesi, e durante la strada ci fermiamo ad un campo nomade, poi entriamo nel vicino villaggio, e qua scattiamo mille foto ai festosi bambini e non solo, che ci vengono incontro felici e gioiosi! Tutti vogliono essere fotografati senza chiedere nulla in cambio, solo vedersi nel visore delle macchina fotografica! Ci siamo davvero divertiti!

4°GIORNO: oggi trasferimento a Bhuj. Le strade del Gujarat non sono così male, i rallentamenti frequenti sono dovuti soprattutto ai numerosi lavori in corso per migliorare la viabilità. Tra qualche tempo sarà sicuramente tutto più scorrevole e veloce. Arrivati a Bhuj facciamo il check-in all’hotel Prince, carino e pulito, e alle 15 ci incontriamo con la guida. Iniziamo con il Pragmahal Palace ex palazzo del Maharaja che conserva tanti reperti sopravvissuti al devastante terremoto del 2001. Il palazzo è affollato da scolaresche e famiglie in visita. Dalla cima del “Big Ben” si gode un’ottima vista sulla città. Proseguiamo la visita nell’adiacente Sina Mahal dove ammiriamo molti arredi e la camera da letto originale del Maharaja, tutta tappezzata da specchi. Ma il pezzo forte di Bhuj è sicuramente il tempio Giainista Swaminarayan. Uno spettacolo unico: ricostruito dopo il terremoto a tempo di record, è tutto in marmo bianco decorato con statue bellissime e favolosi intarsi nel marmo a formare disegni spettacolari, con la stessa tecnica del Taj Mahal! Sembra essere all’interno di un’enorme torta di panna riccamente decorata! Al lato del tramonto, la luce calda colpisce le statue rendendole ancora più attraenti e ci fermiamo ad osservare questa bellezza comodamente seduti su una delle panchine di marmo.

5°GIORNO: giornata dedicata alla visita dei villaggi e comunità etniche. Possiamo ammirare le abilità artigianali di questo popolo, e non ci facciamo mancare l’occasione di fare un po di shopping! Si passa dalla lavorazione del metallo per produrre piccole campane, alla creazione di tessuti disegnati con una tecnica unica al mondo. Poi splendidi copriletti, coperte e tanto altro ancora. Durante la pausa pranzo abbiamo la prima occasione di gustare il piatto tipico: il thali. Non è altro che un grande piatto di metallo con ciotoline piene di verdure, salse, yogurt, con riso o naan (il pane locale). Gustoso ed economico! Dopo un’oretta di auto arriviamo al White desert. Il paesaggio è surreale, una distesa di sale a perdita d’occhio che arriva fino al confine con il Pakistan, a 80 km di distanza. Sembra di camminare sulla neve o sulla luna!

6°GIORNO: giornata di puro trasferimento. Partiti da Bhuj con destinazione Rajkot facciamo una sosta a Mandvi per ammirare lo Swaminarayan temple, e fare una breve camminata sulla spiaggia, giusto il tempo per accontentare qualche famiglia con delle foto ricordo.

La sosta più bella è sicuramente quella al Vijay Villas palace. Questo sontuoso palazzo è ancora la residenza estiva dell’ultimo Maharaja del Kutch, ancora vivente. L’architettura è indiana ma l’arredamento interno è in stile europeo. Dalla terrazza superiore si gode di una bella vista sulla foresta che circonda il palazzo, anch’essa di proprietà del Maharaja. Dopo qualche ora di auto, arriviamo a Rajkot, breve visita al Watson museum e diretti al nostro hotel: L’Imperial palace. Qua si respira un’aria decisamente diversa: alla reception sono velocissimi e parlano benissimo l’inglese! La città è ricca di negozi di lusso, e si incrociano auto decisamente costose.

7°GIORNO: dopo una buona colazione all’indiana, si parte con l’ennesima visita al tempio cittadino dove, dopo le onnipresenti foto di gruppo, scambiamo gli indirizzi email con una simpatica famiglia indiana. Arrivati a Gondal vediamo un altro palazzo del Maharaja trasformato in museo. La guida ci illustra le carrozze d’epoca, le porcellane e gli arredi originali. In ogni stanza apre è chiude al nostro passaggio con un lucchetto, a dimostrazione che siamo gli unici turisti presenti. Giunti a Junagahd facciamo il check-in presso il Leo resort, che ci dicono il migliore della zona, ma che riteniamo appena sufficiente, anche se il pranzo, nonostante la sala ristorante sia davvero sporca, non è male. Alle 16 il nostro autista Monan ci aspetta per la visita del Upperkot fort, una bella struttura situata sulla collina che domina tutta la valle. All’interno del perimetro del forte ci sono anche vari pozzi e delle grotte buddiste scavate fino a tre piano sottoterra. Il posto è molto frequentato dalle scolaresche, ma come sempre, tutto è trasandato e sporco… In città ci fermiamo ad osservare un mausoleo con una architettura islamica-indi-europea. Sarebbe anche bello se non fosse chiuso e abbandonato a sé stesso.

8°giorno:ancora in auto con destinazione Diu. Lungo la strada sostiamo a Sasan gir dove si può fare una sorta di safari con 1500 rupie a testa. Saliamo su un pulmino assieme a dei chiassosi turisti indiani e facciamo un giro di una mezz’ora per questa riserva dove i leoni e i leopardi sono all’interno di un recinto… Sono invece libere le leonesse e alcune gazzelle, una gita da 6menomeno… A Somnath, sulla riva del mare, visitiamo il Somnath temple. Non si può entrare con le borse, che vanno lasciate vicino al parcheggio delle auto senza soldi all’interno. Poi via le scarpe ed in fila si entra per ammirare l’interno dove si sta svolgendo una cerimonia religiosa. La location è splendida ed essendo domenica è pieno di visitatori. In serata arriviamo a Diu, il nostro hotel è il Radhika beach resort.

9°giorno: a Diu si respira ancora l’atmosfera della dominazione coloniale portoghese. Visitiamo alcune chiese cattoliche poi il forte. L’edificio è imponente ed arroccato sulla collina che domina il mare. Da quel lato vi sono ancora i cannoni che lo difendevano dai nemici, e dalla grandezza della struttura si può intuire che vivessero molte persone all’interno delle mura. Torniamo al Rhadika e dopo qualche ora di relax in piscina, verso sera ci concediamo una bella passeggiata al tramonto sulla spiaggia di fronte all’hotel. Dopo un attimo di timidezza iniziale, veniamo “assaliti” assieme ad un gruppetto di francesi, dai locali che ci vogliono fotografare! La cosa ci diverte sempre e ci scattiamo reciprocamente tante foto di gruppo!

10°giorno: dopo ben 5 ore di auto arriviamo a Bhavnagar al Nilanbag palace hotel. L’albergo era una residenza storica ed è davvero affascinante e ci pare di tornare indietro nel tempo. La hall e la sala ristorante sono proprio da Maharaja e sembra di essere all’interno di un film in costume. Anche Bhavnagar è una bella e ricca città, lo si deduce dai lussuosi negozi, soprattutto gioiellerie, banche e autosaloni.

Nel pomeriggio visitiamo il tempio della città che ha una particolarità: è stato scolpito da un unico blocco di pietra. Questa spiegazione ce la fornisce all’entrata uno zelante abitante della città, che ci fa accompagnare da sua figlia Khrisna di 9 anni come guida per tutto il tempio! Finita la visita ci aspetta donandoci dei dolcetti che si è procurato nelle cucine del tempio, preparati per accogliere i visitatori e fedeli. Queste cose succedono solo in Gujarat! Proseguiamo per il Gandhi Smirti museum ma il nostro autista non sa bene dov’è l’ingresso e ci fa entrare nell’androne sbagliato di un palazzo. Ci sono dei negozi e un signore ci vuole mostrare il laboratorio dove si preparano le banane fritte, arachidi tostate e riso soffiato. Ci fa assaggiare tutto e dopo la foto di gruppo lo salutiamo assieme alle sue lavoranti. Per fortuna un signore anziano ci chiede se abbiamo visto il museo e ci fa accompagnare alla entrata giusta da un suo collaboratore. Il museo è ricchissimo di foto e lettere del Mahatma e ripercorre tutta la sua vita, peccato che le didascalie siano tutte in hindi…

11°giorno: sveglia alle 5:00. Nonostante le nostre condizioni fisiche non siano delle migliori, oggi visiteremo il complesso di templi di Palitana. Alle 7:15 siamo già ai piedi della scalinata e siamo assaliti da un nugolo di portantini! Ma resistiamo alla tentazione e ci incamminiamo per scalare i 3650 gradini che ci separano dalla cima della collina. Ci si impiega un’ora e mezza per raggiungere la porta d’ingresso ai templi. Una volta all’interno si devono lasciare le scarpe ed è vietato fotografare. Inoltre non bisogna avere con sé cinture, borse o altri oggetti in pelle. All’interno delle mura è tutto un susseguirsi di templi gremiti di fedeli con offerte di cibo e fiori e si respira un’atmosfera molto mistica. Dopo aver curiosato per un’oretta, prendiamo la discesa assieme a delle monache giainiste (che saltano letteralmente sui gradini!) e arriviamo alla nostra auto. Si riparte in direzione Ahmedabad. Lungo la strada vediamo passare un matrimonio, così ne approfittiamo per salutare e fare qualche foto, ma veniamo letteralmente rapiti e coinvolti nelle gioiose danze! Balliamo tra una folla di invitati felici come non mai di avere come “special guest” due stranieri e possiamo cogliere la gioia nei loro occhi! La gente del Gujarat è meravigliosa! Riprendiamo il viaggio, una breve sosta al Lothal museum ed eccoci arrivati al Confort inn di Ahmedabad, un hotel che ha come unico pregio di essere molto vicino all’aeroporto.

Dal 12° al 18° giorno: salutiamo il nostro autista Monan che ci ha scorrazzato per tutti questi giorni, e siamo pronti per il volo per Goa. Non vediamo l’ora di lasciare l’aeroporto di Ahmedabad, sporco e incredibilmente freddo. Dopo un’ora di volo e mezz’ora di taxi eccoci al Soul Vacation resort di Colva. L’hotel dista circa 200 metri dalla spiaggia, è molto carino e la nostra camera luxury al secondo piano è davvero spaziosa. Sulla spiaggia ci sono dei bar-ristorantini che offrono lettini e ombrelloni, un po troppo piccoli in verità, basta una folata di vento e li vediamo volare via…..Ci concediamo qualche pranzo a base di pesce e qualche birra, vietata nel Gujarat. La spiaggia avrebbe buone potenzialità, ma come sempre è tenuta male: plastica e rifiuti ovunque….peccato! Il turismo è al 90% composto da russi, e lo si nota dalle scritte in cirillico nei ristoranti e negozi. Da segnalare il ristorante “Jamies” un bel locale dove si mangia davvero bene! Alterniamo giornate in spiaggia ad alcune a bordo piscina al resort, tra l’ombra delle palme e su comodi lettini ci si riprende dalle fatiche del tour.

Decidiamo di fare una giornata alla spiaggia di Palolem. Dopo aver concordato il prezzo con un tassista, partiamo la mattina e dopo un’ora di auto eccoci in spiaggia. La baia di Palolem è piccola, ma molto carina ed è un susseguirsi di piccoli resort, ristoranti, negozi e bar. Bagnetto, e pranzo sulla spiaggia, cosa chiedere di più?! Alle 15 riprendiamo il taxi che ci ha aspettato al parcheggio e ritorniamo a Colva.

Si conclude così questa nostra terza avventura in India, ma sicuramente non sarà l’ultima, perché come scrisse Terzani:

Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. E’ sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno.

Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato.”



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