Oasi di pace nel cuore del Medio Oriente

Viaggio itinerante in Giordania dall'alto dei suoi 1700 metri al basso dei suoi -400 metri
Scritto da: Elisina021
oasi di pace nel cuore del medio oriente
Partenza il: 27/12/2015
Ritorno il: 06/01/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

DOMENICA 27 DICEMBRE

Abbiamo scelto come meta la Giordania perché abbiamo trovato un buon volo ( 988 € per due), ma dopo i fatti accaduti in Francia, amici e parenti erano preoccupati per la nostra imminente partenza! Noi invece eravamo tranquilli e curiosi di scoprire questo piccolo stato. Questa volta abbiamo deciso di viaggiare con Air France (scelta che si rivelerà pessima) partendo da Bologna, dove già al check in abbiamo aspettato in fila circa un’ora per imbarcare i bagagli perché le hostess non erano in grado di svolgere il loro lavoro! Siamo decollati alle 10,45 per atterrare a Parigi dopo circa due ore. Alle 14,30 ci siamo imbarcati sul volo diretto ad Amman. Gli aerei di Air France sono vecchi e il servizio offerto a bordo è scadente… Siamo atterrati ad Amman verso le 20 e abbiamo dovuto fare il visto (40 JD). Siamo andati a ritirare i nostri bagagli e ci siamo messi davanti al nastro che girava in torno ma dei nostri bagagli nessuna traccia… dopo mezzora che eravamo lì ad aspettare ci siamo resi conto che le nostre valigie non sarebbero mai arrivate! Come noi, anche altre persone non avevano la valigia. Un addetto dell’aeroporto ci ha fatto compilare alcuni fogli per denunciare lo smarrimento dei bagagli, assicurandoci che l’indomani o al massimo il giorno dopo ce le avrebbero consegnate, secondo lui erano rimaste a Parigi. In questi casi bisogna stare calmi e non farsi prendere dal panico…facile a dirsi! Ci hanno lasciato un numero di telefono da poter contattare per sapere lo svolgersi della faccenda. Ci siamo diretti verso lo sportello della compagnia di autonoleggio Dollar dove abbiamo affittato un’auto (320 €). Ci hanno consegnato una Renault Logan berlina e, impostato il navigatore con le coordinate, ci siamo diretti verso l’albergo Boutique Hotel Amman. Quando siamo entrati nella capitale ci siamo fermati in farmacia per prendere il liquido per le lenti a contatto (era tutto in valigia). Arrivati all’albergo, abbiamo parcheggiato l’auto (6 JD per due giorni) e abbiamo fatto conoscenza con il proprietario dell’albergo, Ibrahim, che ci ha confortati e ci ha detto che capita spesso che ai turisti perdano le valigie, sopratutto se si fa scalo a Parigi, ma solitamente il giorno dopo gliele riconsegnano. Con lo sconforto nel cuore siamo andati nella nostra stanza, ci siamo fatti una doccia e ci siamo addormentati…

LUNEDì 28 DICEMBRE

Al mattino abbiamo chiesto al proprietario dell’albergo di chiamare il numero per sapere lo stato dei nostri bagagli, ma non ce n’ era ancora traccia. Avevamo lo stomaco un po’ chiuso e quindi abbiamo fatto una frugale colazione e ci siamo immersi nel traffico cittadino. A pochi passi dall’albergo, in cima alla collina, c’è la Cittadella di Amman ( 2 JD), dove ci sono delle rovine antiche. All’ingresso abbiamo conosciuto Mazen Abu Rumman, una guida giordana che parla molto bene italiano perché ha vissuto in Italia 8 anni. Ci ha proposto un tour guidato per tutta la giornata e noi abbiamo accettato. Per prima cosa ci ha illustrato la storia della Giordania e ci ha spiegato i resti della cittadella. Purtroppo molti resti sono stati trafugati dalla gente del posto ed è solo da pochi anni che è diventato un sito archeologico. Siamo scesi dalla collina per dirigerci all’anfiteatro romano (1 JD). Mazen o Mazinga, come si fa chiamare lui, ci ha raccontato che il turismo non c’è più in Giordania perché la gente ha paura per ciò che succede attorno e quindi lui non riesce a lavorare, per di più ha problemi anche con la polizia turistica perché lui non è credente e non puoi non essere credente in un paese musulmano, per loro la religione è tutto, è in ogni aspetto della loro vita.

Visitato l’anfiteatro, il Museo del Folklore e l’Odeon, ci siamo immersi nella vita cittadina. Il caos, il profumo del caffè, i mille colori del suq della frutta e verdura, le grida dei commercianti e il richiamo del muezzin. Io come donna occidentale avevo addosso tutti i loro sguardi perché sono diversa e vesto in modo diverso. Ci siamo potuti avvicinare e dare una sbirciatina nel mondo arabo. Mazinga ci ha portato a vedere la parte più povera della città dove vivono immigrati siriani e iracheni scappati dalla guerra. Poi abbiamo visto l’Amman lussuosa, quella dove vivono i giordani che hanno vissuto all’estero e sono ritornati in patria, costruendo una città in stile europeo, con negozi firmati e alla moda, alberghi lussuosi, ville che sembrano castelli con Ferrari parcheggiate in giardino, donne senza velo al volante di auto costosissime. Sembrano due mondi paralleli! Ci ha poi portato a conoscere un suo amico che ha un negozio di abbigliamento e che ha vissuto anche lui in Italia. Ci ha offerto un caffè con cardamomo, speziato ma ottimo! Visto che si era fatta sera abbiamo chiesto di essere riaccompagnati al nostro albergo. Abbiamo lasciato 45 JD a Mazinga per l’intera giornata e sono stati soldi spesi bene perché abbiamo potuto capire meglio la cultura dei giordani. Ci hanno avvisato che le valigie sarebbero arrivate il giorno dopo, chissà! Alla sera siamo usciti per comprarci un deodorante e uno shampoo. Io avrei voluto tanto comprarmi un paio di mutande, ma entrati in un negozio per chiedere ci hanno detto che purtroppo per noi era chiuso. Così siamo rientrati in albergo per dormire.

MARTEDì 29 DICEMBRE

Al mattino abbiamo fatto colazione e abbiamo saldato il nostro conto con l’albergo (59 JD). Siamo saliti in auto diretti verso Jerash. Usciti fuori dal traffico cittadino di Amman, abbiamo iniziato a vedere la vera Giordania, fatta di montagne desertiche. Arrivati a Jerash (8 JD), siamo entrati nel sito archeologico dell’antica decapoli romana. Il sito era deserto, c’erano pochissimi turisti. Ci sono molte rovine ben conservate da vedere, anche se tutto l’insieme è lasciato un po’ a se stesso, forse perché c’è poco turismo. In circa due ore l’abbiamo visitata tutta e poi ci siamo rimessi in auto per arrivare alla Valle del Giordano. Appena scese le montagne, l’aria si è fatta più calda e siamo rimasti colpiti dalla miriade di serre che invadono la valle, dove viene coltivato di tutto: dalle melanzane ai pomodori, ai cavoli, i finocchi e molto altro! La coltivazione è talmente intensificata che ormai il fiume Giordano sta scomparendo. Abbiamo faticato un po’ a trovare le indicazione per Betania al di la del Giordano (12 JD), luogo dove è ritenuto che Gesù è stato battezzato da Giovanni Battista. Il tour guidato dura circa 1 ora e si può ammirare il luogo del battesimo e arrivare fino alle rive del fiume Giordano, che ormai è solo un ruscello. Visto che il fiume segna il confine tra Israele e Giordania, avevamo una guardia armata che ci sorvegliava. Volendo si poteva anche immergersi nelle acque marroncine del fiume. Purtroppo anche questo sito è lasciato andare a causa della poca affluenza dei turisti. Abbiamo imboccato poi la strada per Madaba. Ci siamo fermati al nostro albergo Queen Ayola Hotel (34 JD con cena). L’albergo ci è sembrato un po’ spartano ma funzionale. Abbiamo chiesto al proprietario di contattare l’aeroporto per avere notizie delle valigie. Ci ha confermato che in tarda serata ce le avrebbero consegnate! Abbiamo deciso di cenare in albergo con hummus, pollo e patatine. Siamo rimasti svegli finché verso le 23,30 abbiamo sentito un furgoncino fermarsi e finalmente abbiamo potuto riabbracciare le nostre valigie! Così siamo andati a letto felici!

MERCOLEDì 30 DICEMBRE

Ci siamo svegliati felici e con vestiti puliti e profumati abbiamo fatto colazione. Siamo usciti poi per andare a visitare la chiesa greco-ortodossa di San Giorgio. Qui è custodito un mosaico antico che rappresenta la terra promessa. La chiesa è molto bella e tutte le pareti sono decorate con mosaici sulla storia di Gesù. Siamo saliti in auto ed ha incominciato a piovere. Ci siamo diretti verso il Monte Nebo, luogo dove Mosè vide la Terra Promessa, per poi scendere verso il Mar Morto. Ci siamo fermati ad Amman Beach, una spiaggia a pagamento ( 20 JD ), dove si può fare il bagno nel Mar Morto. Appena ci siamo immersi nell’acqua ci è subito sembrata meno salata rispetto a tre anni fa ad Israele. Ci siamo rilassati in acqua e poi ci siamo asciugati sotto i raggi di un sole caldo. Per toglierci il sale che si era formato sulla pelle ci siamo fatti la doccia e dopo la nostra pelle era liscia e vellutata! Ci siamo messi in marcia per Dana. Percorrendo la strada che costeggia il Mar Morto, alla nostra sinistra si stagliavano delle alte montagne selvagge e deserte. Siamo arrivati al Dana Tower Hotel (35 JD con cena) che era già buio e c’era una fitta nebbia. L’aria qui era molto frizzantina. L’albergo ci è piaciuto molto, fatto di pietra con delle stanze grandi e ben arredate, anche se il riscaldamento era solo nella sala in comune. Abbiamo cenato a buffet con piatti tipici locali. Tutto squisito! Poi tutti a dormire!

GIOVEDì 31 DICEMBRE

Al mattino ci siamo riempiti il pancino con una buona e sostanziosa colazione! Fuori la nebbia si stava diradando e ci siamo incamminati per l’unico sentiero aperto e percorribile senza guida. Siamo scesi piano piano per il canyon mentre il vento con la sua furia ci portava via e il freddo era pungente. In lontananza si vedevano alcuni raggi di sole che illuminavano la vallata, sopra di noi nuvole che venivano spazzate via dal vento. Attorno a noi solo qualche pianta grassa e sassi. Il paesaggio era molto bello. Abbiamo camminato per un’oretta e poi siamo ritornati al villaggio di Dana dove abbiamo fatto una passeggiata e poi siamo saliti in auto in direzione di Petra. Arrivati al centro visitatori abbiamo fatto i biglietti per due giorni ( 55 JD ) e abbiamo voluto acquistare anche quelli per Petra by Night per quella sera ( 17 JD ). Ci siamo incamminati all’interno del sito. Siamo entrati nel siq, un canyon stretto e sinuoso, dopo circa 3 km di camminata abbiamo iniziato ad intravedere il Tesoro Al-Khazneh in tutta la sua bellezza! Siamo rimasti estasiati e lo abbiamo contemplato per alcuni minuti. Abbiamo deciso di proseguire restando nella via principale e abbiamo fatto una panoramica di quello che c’è da vedere. Abbiamo visto alcune tombe nabatee e poi data l’ora abbiamo deciso di lasciare il resto per l’indomani e tornare all’auto. Ci siamo messi in strada per arrivare al nostro albergo ma alcune strade erano bloccate e abbiamo visto auto della polizia e mezzi dell’esercito. Senza preoccuparci troppo siamo riusciti ad arrivare al Valentine Inn. Subito abbiamo scoperto che l’albergo non accetta carte di credito come invece era scritto nella prenotazione, ci siamo innervositi un attimo, poi abbiamo scoperto che secondo il proprietario Petra by Night non c’era quella sera. Abbiamo deciso di andare comunque a verificare se quanto ci era stato detto era vero. Nel frattempo ci siamo scaldati nella sala in comune perché le stanze non hanno il riscaldamento. Dopo poco abbiamo iniziato a sentire degli spari fuori e la polizia che lanciava dei fumogeni. Il proprietario ci ha tranquillizzato dicendo che erano solo alcune persone che stavano manifestando perché dovevano avere soldi dallo Stato da diversi anni, ma che ancora non avevano ricevuto. Sarà vero?! Comunque le strade erano tutte bloccate e il proprietario non voleva che uscissimo. Così abbiamo cenato in albergo e ci siamo andati a letto mentre fuori si sentivano ancora degli spari.

VENERDì 1 GENNAIO

Al mattino la polizia era scomparsa e per le strade tutto taceva, non c’era un’anima viva. Dopo una misera colazione, siamo ritornati a Petra. Un vento freddo e insistente ci ha accompagnato nella nostra camminata. Abbiamo deciso di arrivare al Monastero Al-Deir e ci siamo fatti tutto il sentiero di scalini sotto una pioggia ghiacciata. Arrivati alla fine del sentiero abbiamo potuto ammirare il Monastero, simile al Tesoro, scolpito nella roccia rossa. Abbiamo ripreso fiato e siamo ridiscesi verso l’entrata. Arrivati difronte al Tesoro, ci siamo fermati per uno spuntino. Visto che aveva iniziato a piovere e la strada del siq si stava allagando, ci siamo diretti verso l’auto. Arrivati al centro visitatori siamo andati a farci restituire i soldi di Petra by Night visto che era stato annullato. Il negozio era chiuso, ma un signore davvero gentile che aveva il negozio accanto ha chiamato il proprietario e poi ci ha rimborsato lui il prezzo dei biglietti. Visto che era metà pomeriggio, abbiamo deciso di vedere anche Piccola Petra, che si trova a 8 km da Petra. Anche qui abbiamo ammirato delle rovine scavate nella roccia dai Nabatei. Una signora ci ha offerto un tè caldo (2 JD) ma poi non ci lasciava più andare se non compravamo le sue sciarpe, ma noi abbiamo desistito. Abbiamo raggiunto l’auto e siamo rientrati in albergo. Volevamo farci una doccia calda, ma l’acqua calda (che calda non era) c’era solo dalle 18! Abbiamo aspettato l’orario per una doccia flash, siamo scesi per cenare e ci siamo rintanati nella ghiacciaia per dormire.

SABATO 2 GENNAIO

Al mattino, dopo la solita colazione con cetrioli, pomodori, pane e thè, abbiamo pagato l’albergo (60,600 JD non meritati) e ci siamo messi in auto perché iniziava a nevicare. Più ci inoltravamo nelle montagne e più nevicava forte e tirava un vento fortissimo! Abbiamo avuto un attimo di terrore perché eravamo sprovvisti di catene! Per fortuna, una volta imboccata la Strada del Deserto ha smesso di nevicare. Siamo arrivati al centro visitatori del Wadi Rum a metà mattina, abbiamo pagato l’ingresso (5 JD) e, parcheggiata l’auto, abbiamo aspettato il ragazzo che ci ha portato con la sua jeep al Salman Zwaidh Camp, un campeggio permanente in mezzo al deserto. Arrivati al campo ci hanno offerto un thè e ci hanno chiesto se volevamo fare un’escursione nel deserto. Abbiamo scelto di fare l’escursione in jeep di 4 ore (60 JD). Saliti sulla jeep, il nostro autista ci ha portato in mezzo al deserto. Il cielo si stava aprendo e le montagne e la sabbia avevano dei colori stupendi! Per prima cosa abbiamo visto una sorgente di acqua tra le montagne. Proseguendo siamo arrivati alle dune rosse. Abbiamo cercato di scalarne una ma era troppo alta! Abbiamo visto un arco in pietra e mio marito lo ha scalato fino in cima. Poi siamo arrivati alla casa di Lawrence d’Arabia, che però c’erano solo alcune pietre e nient’altro da vedere. Abbiamo visto anche delle iscrizioni sulla roccia fatte dai Nabatei. Siamo rimasti molto colpiti da queste montagne altissime con ai piedi immense distese di sabbia! Ritornati all’accampamento, abbiamo deciso di fare una passeggiata nel deserto e ci siamo fermati per ammirare il tramonto. Qui il deserto ha dato il meglio di se! Siamo ritornati alla nostra tenda e verso le 17,30 era già pronta la cena! Siamo andati nella tenda in comune dove c’era il riscaldamento. Oltre a noi c’era una coppia spagnola e una ragazza cinese. Abbiamo mangiato tutti insieme e verso le 19 siamo ritornati alla tenda. Ci siamo messi a letto sotto una strato di 5 coperte e dopo poco hanno spento il generatore e quindi niente più luce! Purtroppo durante la notte non mi sono sentita molto bene e sono dovuta andare ripetutamente in bagno.

DOMENICA 3 GENNAIO

Al mattino, ancora con lo stomaco scombussolato, abbiamo fatto colazione e pagato il proprietario (40 JD). Saliti sulla jeep ci hanno riportato al centro visitatori. Abbiamo dato un passaggio in auto fino ad Aqaba alla ragazza cinese, che poi abbiamo scoperto che viveva a Oslo in Norvegia. Aqaba di primo impatto ci è sembrata una città molto pulita, con negozi e fast food all’occidentale. Abbiamo lasciato la ragazza alla stazione dei bus e ci siamo diretti al nostro albergo, Al Qidra Hotel & Suites. L’albergo è molto bello e la nostra camera pulita e spaziosa. Abbiamo deciso di lasciare le valigie in stanza, metterci il costume e andare alla spiaggia. Abbiamo optato per una spiaggia pubblica. Ci siamo seduti su una panchina a contemplare il Mar Rosso. Nel giro di pochi chilometri ci sono ben quattro stati: Giordania, Israele, Egitto e Arabia Saudita. Abbiamo deciso di proseguire con l’auto per vedere le altre spiagge. Abbiamo scelto un’altra spiaggia pubblica dove abbiamo steso i nostri teli sulla sabbia. L’aria era tiepidina e il mare trasparente. Mio marito ha fatto un tuffo in acqua, ma io mi sono astenuta perché era meglio non dare nell’occhio in costume dato che non molto distanti da noi c’era una famiglia saudita. Ci siamo rilassati per un paio d’ore e poi siamo rientrati in albergo. Dopo una bella doccia calda, abbiamo fatto un giro tra i negozi e abbiamo constatato che la gente non è invadente e non vuole a tutti costi venderti la sua merce. Abbiamo comprato alcune banane per vedere se il mio stomaco si aggiustava e siamo andati da Mc Donald’s perché mio marito voleva mangiare. Non so, ma l’odore del cibo misto alla mia nausea mi hanno fatto letteralmente vomitare! Dopo essermi sistemata e ripresa ci siamo fermati a comprare qualche souvenirs e siamo rientrati in albergo per la notte.

LUNEDì 4 GENNAIO

Ci siamo svegliati al mattino dopo una bella dormita. Abbiamo fatto una bella colazione e abbiamo aspettato le 10,30 che ci venissero a prendere quelli di Sindbad Dive Club, che ci hanno portato a Berenice Beach. Abbiamo speso 29 JD a testa e abbiamo potuto usufruire della spiaggia dove abbiamo fatto snorkelling. Tuffandoci nelle due aree protette di Rainbow Reef e Cedar Pride Creek abbiamo potuto ammirare una miriade di pesci che nuotavano in mezzo a varie formazioni di corallo dai colori più disparati! Abbiamo potuto vedere anche il corallo di fuoco che alla luce del sole è di un giallo acceso! E’ stato davvero spettacolare! Verso le 13 ci è venuto a prendere il ragazzo che ci ha fatto fare una breve escursione sulla barca per andare a vedere un’altra area protetta, Japanese Garden, dove anche qui abbiamo visto una marea di pesci, coralli e mini meduse. Per ultimo ci siamo spostati per vedere un carro armato che era a circa 8 metri di profondità e dove il corallo aveva già attecchito. Siamo ritornati alla spiaggia e abbiamo pranzato con burger e patatine a bordo piscina. Ci siamo rilassati sui lettini accarezzati dal tepore del sole per il resto del pomeriggio. Verso le 16 ci hanno riportati al nostro albergo. Abbiamo preso la nostra auto perché volevamo andare al confine con l’Arabia Saudita che dista solo 10 km ma poi ci è mancato il coraggio… Alla sera abbiamo cenato al Papaya Restaurant e abbiamo fatto un giro per la città prima di dormire.

MARTEDì 5 GENNAIO

Abbiamo deciso di svegliarci più tardi al mattino, ci siamo fatti una doccia e una sostanziosa colazione. Abbiamo saldato il debito con l’albergo (63 JD), sistemato le valigie in auto e siamo partiti. Abbiamo imboccato la Strada del Deserto e visto che non avevamo fretta, ce la siamo presa con molta calma. Ci siamo goduti il panorama e il bel sole caldo che splendeva in cielo. Ci siamo fermati per uno spuntino e una piccola siesta. Nel primo pomeriggio siamo arrivati a Karak, dove c’è un castello crociato, ma non lo abbiamo visitato perché non ci entusiasmava molto. Abbiamo deciso di cambiare strada e prendere la Strada dei Re per arrivare fino a Madaba. La strada si snodava in un canyon e ci siamo fermati per qualche foto. Arrivati a Madaba abbiamo deciso di ritornare al Queen Ayola Hotel per farci un thè caldo e per cenare. Dopo una cena sostanziosa ci siamo messi in marcia per l’aeroporto. Grazie al navigatore ci stavamo per perdere! Arrivati all’aeroporto abbiamo riconsegnato l’auto e abbiamo aspettato l’1,15 del mattino del 6 GENNAIO per prendere il nostro volo per Parigi. Arrivati all’aeroporto di Parigi abbiamo preso l’altro aereo delle 8,25 per Bologna. Arrivati a Bologna temevamo per le nostre valigie ma per fortuna erano arrivate! Così abbiamo preso l’auto e siamo ritornati a casa.

La Giordania è una meta sicura, durante il nostro soggiorno abbiamo incontrato molti posti di blocco della polizia lungo le strade. Ci hanno spiegato che il fatto che la Giordania confini con Israele è una garanzia in più sul piano della sicurezza, in quanto viene tenuta sotto controllo anche dagli Stati Uniti perché ritenuta di vitale importanza data la sua posizione centrale, nel cuore del Medio Oriente. I giordani sono persone squisite, sempre pronti a darti una mano o anche solo a fare due chiacchiere. Abbiamo potuto capire qualcosa in più sul modo di vedere dei musulmani, dove la religione è un punto fondamentale delle loro vite che non deve mai essere messo in discussione.

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Amman

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Jerash

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Mar morto

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Wadi Rum

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La strada dei Re



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