In Giappone da Hokkaido a Ishigaki

Quattro settimane in giro per le isole giapponesi, iniziando dalla natura di Hokkaido, continuando per le città principali di Honshu e concludendo con lo splendido mare di Ishigaki
Scritto da: puremorning1999
in giappone da hokkaido a ishigaki
Partenza il: 29/07/2017
Ritorno il: 27/08/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate:

1. In termini di sicurezza, il Giappone è proprio come lo si immagina: uno stato assolutamente sicuro.

2. Il periodo da noi scelto, vale a dire l’estate, come si sa, non è il migliore. Ciononostante, il caldo, l’umidità e la pioggia che a volte ci ha colpiti, non ci hanno impedito di vistare quello che volevamo. Probabilmente il dato meno piacevole è il grigiore del cielo, che ci ha accompagnato per buona parte della vacanza. A Ishigaki e Hokkaido, al contrario, non abbiamo avuto nessun tipo di problema.

3. Prezzi. Inutile girarci intorno: il Giappone non è una destinazione economica. In generale, possiamo dire che i prezzi sono simili a quelli di Milano, ma con qualche accortezza (ad es., prenotando gli hotel in anticipo, acquistando il Japan Rail Pass o gli abbonamenti ai mezzi pubblici di Tokyo e Kyoto) si riesce a risparmiare un po’. Qui di seguito alcuni esempi di prezzi:

– acqua 2 l.: 100 yen al supermercato;

– cena a base di sushi: 3000/3500 yen;

– prezzo medio hotel in doppia: 8.000 yen;

Cambio medio: 100 yen=0,78€.

4. Per i trasporti ci siamo serviti di aereo, treno ed auto. Il nostro volo (andata: Milano-Francoforte-Osaka-Memanbetsu con Lufthansa/ANA; ritorno: Ishigaki-Tokyo-Francoforte-Milano; € 1120 a testa con ANA e Lufthansa) è stato molto buono nella tratta Lufthansa (Milano-Osaka; Francoforte-Milano), mentre la tratta con ANA ha lasciato un po’ a desiderare quanto a qualità dei servizi a bordo e comodità dei posti. Abbiamo volato con ANA anche da Fukuoka a Nagasaki (91,80€; sia ANA che JAL hanno dei prezzi più bassi per i turisti a determinate condizioni). Abbiamo noleggiato un’auto per 3 giorni a Hokkaido (Nippon Rent A Car, 40.248 Yen per una economy car; assicurazioni e Carta ETC incluse) e successivamente utilizzato il Japan Rail Pass acquistato dall’Italia (456€ per 3 settimane; verificate prima i prezzi delle varie agenzie autorizzate a venderlo, perché possono esserci delle differenze di prezzo). I giapponesi, come prevedibile, sono molto educati al volante; a Hokkaido, tra l’altro, non c’è molto traffico, anche se i bassi limiti di velocità possono a volte risultare snervanti. La patente internazionale è assolutamente necessaria. Sui treni non c’è molto da aggiungere rispetto a quanto non si sappia già: pulizia e puntualità sono caratteristiche imprescindibili, anche se una volta abbiamo avuto un forte ritardo. Noi abbiamo prenotato i posti in genere uno o due giorni prima del viaggio e non abbiamo mai avuto problemi.

5. Comunicazioni: abbiamo acquistato un router all’arrivo ad Osaka (Global Wi-fi Tokyo; € 179,74 inclusa un’assicurazione), che abbiamo utilizzato sempre e si è rivelato utilissimo sia con riguardo alle indicazioni stradali e dei mezzi quando eravamo in giro che per controllare altri dettagli del viaggio. La connessione c’è ovunque.

6. Alberghi: i bellissimi ryokan sono sempre abbastanza cari, per cui ne abbiamo provato uno solo a Hokkaido. Gli altri hotel sono in stile occidentale, con stanze spesso davvero piccole ma molto funzionali e sono puliti. In genere, vengono forniti bollitore con tè o caffè, spazzolino e dentifricio, nonché la yukata, vale a dire una specie di vestaglia tradizionale. Il letto matrimoniale standard alla francese è sufficiente per 2 persone (si tratta di un letto da circa una piazza e mezza). Inoltre, a volte incontrerete in corso di prenotazione la disponibilità di una stanza con doccia/vasca: in realtà ci sono sempre un bagno, un lavandino ed una vasca corta che ha una doccia all’interno. La colazione, che in un paio di casi era già inclusa nel prezzo, non era niente di che, per cui il consiglio è di evitarla se comporta un sovrapprezzo. E’ difficile che gli hotel giapponesi abbiano un sito internet, per cui abbiamo effettuato le prenotazioni tramite motori di ricerca. Sulla base della nostra esperienza, i prezzi più convenienti erano disponibili partendo da www.kayak.it, che rinviava spesso al sito www.agoda.com. Prenotando direttamente su Agoda, a volte i prezzi erano più alti. A Hakodate e Tokyo abbiamo preso una casa con Airbnb: buona quella di Tokyo, ottima ed economica quella di Hakodate.

7. Pulizia: la realtà che supera la fantasia. Anche i bagni delle stazioni del metrò e dei treni sono sempre pulitissimi; pulizia anche nelle città e nelle stazioni ferroviarie.

8. Il cibo è uno degli highlights del viaggio: vario, interessante e quasi sempre di qualità ottima. Il sushi a nostro parere resta sempre la cosa migliore ed è davvero eccezionale, anche al di fuori dei ristoranti stellati. Provate però un po’ di tutto, perché ne vale davvero la pena! Se avete fame, volete andare al risparmio assoluto e non ci sono banchetti per strada che vendono del cibo, un buon suggerimento è andare da Seven 11, Family Mart o Lawson: queste catene hanno tutte un settore dedicato al cibo, in forma di onighiri, bento boxes, teriyaki o altro cibo fritto, oltre al caffè più economico della città! Se poi nelle vicinanze c’è anche un parco con una panchina, a volte questa è la soluzione ideale.

9. Quanto alle guide, abbiamo utilizzato la Rough Guide del 2014 e a volte anche la Lonely Planet del 2015 – entrambe buone. Per Kyoto è stato molto utile il volume “Kyoto” di John Martin, che contiene accurate descrizioni dei templi. Utile anche “I Love Tokyo” della Pina, che fornisce alcuni consigli davvero interessanti. In aggiunta, abbiamo fotocopiato o stampato degli articoli sul Giappone pubblicati da varie riviste di viaggio internazionali: niente di irrinunciabile, ma qualche volta sono stati utili, così come i walking tours presenti sui vari siti delle città.

10. Qualche consiglio per Tokyo: per il metrò conviene comprare dei biglietti che durano più giorni per le due linee principali. Sono disponibili solo in alcune stazioni (ad esempio Ginza) ed hanno dei costi estremamente convenienti: quello per due giorni costa 1200 ¥, mentre quello per tre giorni 1500 ¥ (si pensi solo che il costo di ciascun biglietto è di circa 180 yen e che, se si cambia operatore, è necessario pagare un supplemento). Tenete presente anche che le distanze all’interno del metrò di Tokyo sono enormi, per cui, se ci sono dei cambi da effettuare, considerate davvero tanto tempo, in quanto a volte le stazioni sono distanti anche 1 km l’una dall’altra. Esistono poi delle linee private che non sono comprese nell’abbonamento. Tra queste la linea Yurikamome, la linea della Tokyo Bay. La JR Line ha una serie di linee che percorrono Tokyo, ma a noi non sono sembrate sufficienti. Se avete il JR Pass avete diritto anche all’utilizzo di queste fermate.

Fate attenzione anche agli orari di chiusura dei parchi, in quanto alcuni di essi chiudono alle 16.

Attenzione a Google Maps: a Tokyo non funziona bene!

Calcolate bene i tempi quando vi spostate, perché gli spazi sono davvero enormi e quel centimetro sulla piantina che voi credete di poter percorrere in un minuto, in realtà è molto più lungo.

11. Qualche consiglio anche per Kyoto. La JR Line ha alcune linee anche all’interno di Kyoto, sebbene la rete non sia molto estesa e comprende sia treni che una linea di autobus. Capire il funzionamento della JR non è immediato, per cui possono essere di aiuto i seguenti siti: http://www.arukumachikyoto.jp/bus_search.php?lang=en per i bus e: https://www.westjr.co.jp/global/en/timetable/ per i treni.

1°/2° giorno

Partenza in orario da Milano Linate per Francoforte e poi per Osaka. Entrambi i voli sono eccellenti perché prendiamo i posti intermedi vicino all’uscita di emergenza o alla Premium Economy. Ad Osaka abbiamo 7 ore di attesa, che trascorriamo pranzando, girando per i negozi e leggendo. Non c’è due senza tre: anche il volo per Memanbetsu trascorre piacevolmente a causa degli ottimi posti. Dopo l’atterraggio prendiamo l’auto che abbiamo noleggiato dall’Italia e, costeggiando il Mar di Okhotsk, arriviamo nella sistemazione che abbiamo scelto per la serata (Clione Camp Guesthouse, 5.000 Y una stanza tradizionale con bagno in comune e senza colazione; molto spartano, ma altrettanto atmosferico). Qui abbiamo subito una piacevole sorpresa: per gli ospiti è disponibile un onsen, essenziale ma carino. Dopo oltre 24 ore di viaggio è un modo eccellente di iniziare il nostro tour in Giappone.

3° giorno

Ci svegliamo prestissimo perché abbiamo prenotato alle 8:10 un tour guidato dello Shiretoko National Park (abbiamo prenotato dall’Italia perché già un mese prima la disponibilità delle guide era molto limitata). In alcuni periodi dell’anno, vale a dire durante la stagione dell’accoppiamento per gli orsi, la presenza della guida è necessaria e noi siamo al parco proprio l’ultimo giorno della ‘Active Bear Season’! Il nostro tour, di circa 3 km in tre ore, che ci consente di vedere tutti e cinque i laghi, è molto interessante e la guida ci dà una serie di informazioni estremamente utili, che da soli sicuramente non avremmo recuperato. Non vediamo orsi, però. Alla fine, ci rechiamo al porto di Utoro, dove abbiamo prenotato un tour della penisola con la Gojiraiwakankou (http://kamuiwakka.jp/english-booking.php): in tre ore arriviamo fino al Capo Shiretokomisaki solcando il Mar di Okhotsk (Shiretoko Cape Course, Y 8.000/persona). La costa è davvero spettacolare e riusciamo anche a vedere alcuni orsi, seppure da lontano. Al ritorno purtroppo inizia a piovere, ma il maltempo non fa altro che aggiungere drammaticità allo spettacolo di una natura selvaggia ed imponente. Al termine iniziamo a dirigerci verso Teshikaga, dove prendiamo possesso della nostra stanza nel Mashuko Youth Hostel (Y 7.600 la doppia con bagno in comune; buono) ed andiamo a cena (niente di che) a base di ramen presso il Teshikaga-Ramen (Y 2.060/persona).

4° giorno

La prima tappa della giornata è il Lago Mashu-ko, che però purtroppo, come peraltro accade spesso, è avvolto da una fitta coltre di nebbia, per cui dal punto panoramico riusciamo a vederne solo un piccolo pezzo. A ripagarci della piccola delusione arriva subito la Iozan Mountain, un vulcano attivo che emana vapori di zolfo – una specie di solfatara, insomma. Procediamo quindi per il Lago Kussharo e, dopo un giro lungo la costa in auto, ci fermiamo alla penisola di Wakoto. Qui ci sono un paio di onsen, che sperimentiamo volentieri. In realtà, la prima è un onsen vero e proprio, con una vasca termale all’interno di una capanna in legno sul lago, ma il secondo è ancora più bello, trattandosi di un rotenburo, vale a dire una pozza termale all’aperto a ridosso del lago. Trascorriamo quindi più di un’oretta a mollo in entrambe le sorgenti e poi ci dirigiamo verso il lago Akan. Dopo una breve sosta presso le Bokke, sorgenti di fango in ebollizione proprio vicino alla sponda del lago, ci fermiamo nell’Akan Ainu Kotan. Si tratta di una ricostruzione di un villaggio tradizionale Ainu con una serie di negozi che vendono souvenir. La Rough Guide ne dà una descrizione abbastanza negativa ma in realtà, se si è consapevoli della natura museale del paesino, l’esperienza è piacevole. Nel tardo pomeriggio, dopo un paio d’ore d’auto arriviamo alla nostra destinazione: è la guesthouse Tokachi Yado Denen (http://tokachidenen.com/smart/index.html; Togachigawaonsemminami, traversa della SS 73 poco dopo l’hotel Daiheigen, sulla strada che costeggia l’Hokkaido Tokachi Echology Park; stanza tradizionale giapponese con bagno in comune, cena, colazione per due e ingresso all’onsen Y 19.440; ottimo). Dopo un bagno nell’onsen e nel bel rotenburo, ci attende una cena tradizionale luculliana!

5° giorno

Dopo una colazione giapponese presso la nostra guesthouse, che lasciamo con rammarico, per la giornata abbiamo pianificato una regressione allo stadio infantile. La prima tappa, difatti, è la Bear Mountain presso il Sahoro Resort. Si tratta sostanzialmente di un parco nel quale è possibile vedere degli orsi in cattività nel loro ambiente naturale su un autobus blindato. Fortunatamente siamo fuori stagione e ci sono poche persone, per cui lo spettacolo è simpatico. Se avete una macchina a noleggio vi viene riconosciuto anche uno sconto sul biglietto d’ingresso. Verso le 11 facciamo rotta verso Sapporo. La prima tappa è l’Ainu Cultural Center, situato ad una ventina di chilometri dal centro città, dove c’è una piccola mostra su oggetti e vestiario di questo popolo indigeno. Onestamente da una istituzione con un nome così roboante ci si sarebbe aspettati di più. Per questo motivo arriviamo in città un po’ prima del previsto; poco male però, perché l’autonoleggio ci riconosce uno sconto per aver riportato l’auto in anticipo. Lasciamo quindi i bagagli nell’hotel, che scopriamo essere davvero accanto a Nippon Rent A Car ed alla Central Station (WBF Sapporo North Gate, 4-2-6 Nishi, Kita 6-jo, Kita-ku, 060-0806; la doppia con bagno; €138,81 per 2 notti; molto buono ed ottima posizione). Dopo una sosta in stazione per attivare il JR Pass e per prendere alcuni depliant dall’ufficio del turismo, saliamo in cima alla JR Tower, da dove ammiriamo lo splendido panorama della città al tramonto e con le prime luci della sera. In prima serata ci fermiamo a cena nel quartiere di Susukino (www.fukuyoshi.tv; cibo buono, ma un po’ caro – 5.530 Y in totale) e poi torniamo in hotel, dopo aver notato un numero impressionante di persone che, nonostante siano le 21.30, sembrano appena uscite dal lavoro…

6° giorno

Giornata dedicata alla scoperta di Sapporo. Iniziamo dalla vecchia Governor’s House e proseguiamo per il Botanical Garden, con annesso Ainu Museum e Natural History Museum (quest’ultimo nient’altro che una collezione di animali impagliati), che dovrebbe essere tenuto molto meglio. A piedi raggiungiamo poi la vecchia Sapporo Factory, che oggi ospita un centro commerciale: pranziamo presso il Fugetsu Sapporo Japan con una gigantesca omelet yakisoba. Ciò che resta della vecchia struttura è ancora bello, anche se molto più interessante è il Sapporo Beer Museum: sulla carta non gli avremmo dato una lira, ma alla fine è stata una bella sorpresa: splendido edificio e museo molto piacevole. Concludiamo ovviamente con un assaggio di tre tipi diversi di birra locale. Qui, tra l’altro, troviamo la più alta concentrazione di turisti occidentali incontrata sinora: ben 3, oltre a noi, nello stesso posto! Successivamente torniamo in zona Central Station e passiamo un po’ di tempo in giro per i negozi, alla vana ricerca di una T-shirt con la bandiera di Hokkaido. In compenso riusciamo a trovare un puzzle in plastica con la mappa del Giappone, che avevamo già visto la prima notte al Clione Camp! Cena al Teshikaga Ramen Sapporo Ramen Yokocho, nella Ramen Street a Susukino: ramen eccellente, così come il conto finale, poco sopra i 2600 Y (http://teshikaga-ramen.com/contents/tenpo.html). Dopo cena ci troviamo per caso ad assistere ad una sfilata di geisha e uomini in costume dell’ottocento. Un modo insolito di terminare una giornata molto intensa.

7° giorno

Lasciati i bagagli nei lockers disponibili nella stazione di Sapporo, prendiamo un treno ed un autobus per visitare l’Historical Village of Hokkaido. Per quanto sulla carta fossimo un po’ perplessi, alla fine la visita ci ha colpito positivamente, perché gli edifici trasportati dai luoghi sui quali erano stati edificati, sono interessanti ed a volte davvero belli. Preventivate circa tre ore per una visita completa. Al termine, prendiamo il treno che ci porta a Otaru, località portuale sul Mar del Giappone. Per quanto turistica, la cittadina è piacevole e gli edifici dell’inizio del secolo scorso sono davvero belli. Anche la breve gita in barca sul canale e nel porto è gradevole. Dopo qualche ora in giro per il paese, torniamo in treno a Sapporo, dove ritiriamo i bagagli e con la nostra bento box saliamo sul treno per Hakodate. Arriviamo con qualche minuto di ritardo verso le 23.40 e, zaini in spalla, raggiungiamo in meno di un quarto d’ora la casa che abbiamo trovato con Airbnb: spaziosa, pulitissima ed accogliente! Consigliatissima (薪田; 99€ per due notti).

8° giorno

Dopo una sosta in stazione e presso l’ufficio del turismo visitiamo il mercato del pesce. Una delle cose che colpisce di più è sicuramente l’assenza di odori: sembra di essere in una gioielleria! Proseguiamo poi per la zona dei vecchi depositi in mattoni rossi, adesso trasformati in negozi, quando ci imbattiamo in una manifestazione con diversi gruppi di cosplayers, che fotografiamo senza ritegno. È quindi la volta del Museum of Northern Peoples, a nostro parere il più interessante museo sulla cultura Ainu. Decidiamo quindi di visitare il bel quartiere di Motomachi, da non perdere, dove pranziamo in un bel ristorante tradizionale, il Kiku Izumi, per poco meno di 2.000 Y. Prendiamo poi con qualche difficoltà un bus per il parco di Goryokaku, che consigliamo di visitare, così come la torre, che consente di avere un’idea precisa della struttura della fortezza. Torniamo quindi in zona stazione: è l’ultimo giorno del Summer Festival e non vogliamo perderci il clou del programma, vale a dire l’Ika Odori, il ballo del calamaro. Non è possibile fare nessun commento: è un’esperienza surreale da vivere in prima persona. Ci attende a questo punto l’ultima tappa della giornata, il panorama dal Monte Hakodate, ma c’è un po’ di nebbia e quindi purtroppo non riusciamo a vederlo come vorremmo. Ottima cena da Gyosanko (19-3 Wakamatsucho; 3.600 Y in totale).

9° giorno

Dobbiamo svegliarci all’alba perché abbiamo il treno per Sendai alle 6.57 – il battesimo dello Shinkansen! Arriviamo a Sendai in poco più di tre ore: il piano è di lasciare i bagagli in qualcuno dei depositi della stazione e prendere il treno per Matsushima, dove abbiamo prenotato un giro in barca nella baia. Purtroppo però non abbiamo fatto i conti con un piccolo particolare: a Sendai c’è il Tanabata Festival, per cui non ci sono lockers disponibili, come osservano sconfortati le decine di altri visitatori che si aggirano con i bagagli per la stazione. Di conseguenza, ci portiamo il bagaglio fino a Matsushima. Le disavventure non sono però terminate: arrivati all’imbarco, veniamo informati che a causa della fitta nebbia il giro lungo che avevamo intenzione di fare è stato cancellato, per cui è disponibile solo quello da 50 minuti. In mancanza di meglio, accettiamo. La baia nella nebbia non è il massimo, ma quello che si vede è affascinante e, soprattutto vicino alla costa, è possibile vedere abbastanza bene il panorama. Torniamo quindi a Sendai nel primo pomeriggio e, dopo essere riusciti con gran fortuna a lasciare i bagagli nel deposito e a prenotare il treno per Nikko per il giorno dopo, ci avventuriamo per le strade della città a vedere il festival. Che consiste essenzialmente nella esposizione di una quantità infinita di tanabata in alcune strade della città. Il colpo d’occhio è spettacolare ed è molto bello vedere numerose coppie di ragazzi o gruppi di ragazze vestite con gli abiti tradizionali. D’altra parte, quello di Sendai pare essere il principale Tanabata Festival della nazione. Dopo un aperitivo consistente in una frittata con pancetta servita in uno dei numerosi chioschi della città, ci aspetta una cena molto buona presso lo Yamagata Sobato Aburinoenzo, al piano -1 di un edificio nella zona commerciale di Ichibancho (circa Y 5.300 in totale). Raggiungiamo poi il nostro hotel e andiamo a dormire presto (Green Arbor Hotel, 69€ la doppia con bagno; mediocre, da prendere solo se il prezzo è molto più basso).

10° giorno

Prendiamo il treno delle 8 per Nikko, dove abbiamo prenotato la Guesthouse Simca (5-12 Aioi-cho; tra le due stazioni ferroviarie; quasi 59€ la camera giapponese con bagno in comune; discreta). Lasciati i bagagli, prendiamo l’autobus ed iniziamo la visita dalla Tamozawa Imperial Villa, davvero splendida, proseguiamo con la passeggiata lungo il Ganman-ga Fuchi abyss, dove si possono ammirare le 70 statue superstiti di Jizo e nel primo pomeriggio visitiamo l’area dei templi, iniziando dal bellissimo Taiyuin-byo, proseguendo con il Futarasan-jinja (carino) e concludendo con il Tosho-gu, che sicuramente non mancherà di stupire. Al termine del percorso visitiamo anche il Rinno-ji, che, se da un lato è in restauro, dall’altro consente una vista ravvicinata delle porte appena laccate, che sono davvero notevoli, così come le statue. Purtroppo inizia a piovere in maniera torrenziale, per cui iniziamo a ritornare verso il nostro hotel bagnandoci non poco. Cena meravigliosa a base di ramen presso il Ramen Bonten Nikko (264-1 Matsubaracho; quasi 3.600 Y in totale).

11° giorno

Partiamo alle 8 da Nikko ed in meno di due ore arriviamo a Tokyo. Dopo aver lasciato i bagagli nella casa che abbiamo trovato con Airb&b (Chūō-ku; 370€ per 5 notti), al confine tra Ginza e Tsukiji, iniziamo il nostro tour della città. Ginza è il primo quartiere che visitiamo e che ci ricorda abbastanza la 5th Ave di NYC. Dopo un sushi eccezionale presso il Sushi no midori (7-2 Ginza Tokyo Highway Yamashita Bldg. 1F, Chuo 104-0061; 4.000Y in totale; eccellente), visitiamo la zona di Nihonbashi, poi di Maronouchi. Nel tardo pomeriggio arriviamo al Tokyo International Forum: vederlo illuminato è un vero spettacolo! Cena in un vicino McDonald’s per ottimizzare i tempi in quanto dobbiamo decidere cosa vedere nei prossimi giorni. La prima impressione di Tokyo è sicuramente positiva, anche se siamo certi che nei giorni a venire ci regalerà delle sorprese ancora maggiori.

12° giorno

La prima visita della giornata è dedicata all’Edo-Tokyo Museum, un museo che ripercorre la storia della città, con documenti, illustrazioni ed una marea di modellini, nonché repliche di edifici a grandezza naturale! Le due ore e mezzo passate nel museo sono davvero volate. Facciamo una sosta nel quartiere di Akihabara, che però non ci convince molto, se non per la presenza di un caffè/negozio dedicato alle AKB48, un fenomeno giapponese davvero unico (se non sapete chi sono potete farvi una cultura alla seguente pagina: https://it.m.wikipedia.org/wiki/AKB48, nonché per un ottimo spuntino a base di teriyaki. Facciamo poi una corsa in metro per arrivare entro le 13:30 all’Ueno Park. Abbiamo difatti scoperto che anche a Tokyo ci sono delle guide che propongono dei tour guidati gratuiti in alcuni quartieri della città. In altri paesi c’è andata sempre molto bene, per cui decidiamo di provare anche a Tokyo e scegliamo la Goodwill Guide Club (http://tokyosgg.jp/index.html). La nostra guida, un simpatico signore di mezza età, ci porta in giro in un’ora e mezza circa per il parco e per una parte molto limitata del quartiere di Ueno, per cui, se da un lato il giro è comunque piacevole, nonostante il caldo feroce, dall’altro non ha aggiunto niente a quello che già c’è nella guida. Dopo una sosta salvifica in un bar, visitiamo il tanto decantato mercatino di Ameyoko, che però non ci convince per niente, trattandosi in sostanza di una serie di negozietti che vendono merce di bassa qualità. Prendiamo quindi il metrò per spostarci verso la zona di Shinjuku: vogliamo visitare il famoso parco, ma quando arriviamo lì scopriamo che chiude verso le 16! Iniziamo quindi a girare per il quartiere, che dopo pochi minuti si rivela davvero fantastico. È un quartiere di forti contrasti, che ospita a pochissima distanza zone bohémienne ed un tempo malfamate come Golden Gai e Kabukicho ed edifici istituzionali quali il Tokyo Metropolitan Building. Nonostante sia solo mercoledì tardo pomeriggio, c’è una marea di gente in giro. Dopo un paio d’ore alla scoperta del quartiere, decidiamo di cenare ancora una volta a base di sushi presso l’Himawari Sushi (1-15-3 Nishi-shinjuku; Y 2.300 in totale), che però non ci esalta: il metodo del nastro trasportatore, non è il massimo se si vuole mangiare il miglior sushi possibile. Per questo motivo decidiamo di andare via poco dopo e di fare un salto in uno dei ristorantini a base di teriyaki dietro il metrò. Qui va decisamente molto meglio (quasi 2.300 Y in totale)!

13° giorno

Decidiamo di iniziare la giornata visitando il quartiere di Akasaka: il giardino situato nell’hotel New Otari è molto bello, ma le restanti attrazioni del quartiere (il tempio ed il parlamento) non meritano una visita. Ci spostiamo quindi in tarda mattinata a Roppongi e visitiamo la zona della Mori Tower (abbiamo un walking tour per la zona) ma, anche se ci rendiamo conto che il periodo migliore per fare un giro nel quartiere è la sera, l’impressione che ne ricaviamo non è particolarmente positiva. Impressione confermata anche dalla limitrofa Tokyo Tower, una copia della Tour Eiffel. Ci spostiamo quindi nel quartiere di Ebitsu, dove però ancora una volta l’attrazione principale risulta essere un centro commerciale (Yebisu Garden Palace), per cui, dopo un rapido giro, decidiamo di spostarci nuovamente e, verso le 17 arriviamo finalmente nell’area della Baia di Tokyo, dove abbiamo un walking tour scaricato da Internet. Già il viaggio sulla monorotaia è molto bello, perché consente di vedere diversi edifici a Tokyo e la prima tappa che visitiamo, il Tokyo Big Sight, ci consente perlomeno di godere di un bel panorama sulla città. Arriviamo quindi a piedi a Palette Town: Leisure Town pare sia chiusa, per cui decidiamo di fare un giro sulla ruota panoramica, dalla quale si vede un bel panorama della città con le prime luci della sera. Nessun commento invece sul Venus Fort: agghiacciante proprio come il Venetian a Las Vegas… e proprio per questo assolutamente degno di una visita, anche se rapida! Continuiamo quindi a passeggiare, dopo una rapida visita alla Fuji TV Tower, raggiungiamo la spiaggia di Odaiba. Il panorama è davvero meraviglioso: di fronte a noi c’è il Rainbow Bridge con moltissime barche che navigano per la baia. Anche solo questo merita assolutamente una visita fin qui e la baia di Tokyo si merita il titolo di highlight della giornata! Torniamo quindi nella zona di Ginza, ma il ristorante di sushi nel quale siamo stati un paio di giorni fa sta per chiudere, per cui ripariamo presso il Sushizanmai (Ginza 6, Chome 4-6): sushi non economico ma davvero favoloso (circa 6.600 ¥ in totale).

14° giorno

La prima tappa della giornata è una visita al tempio Meiji: il torii è davvero bellissimo, ma il tempio è in restauro per cui non si riesce a vedere tanto. Iniziamo quindi un tour guidato nel quartiere di Harajuku. Per quanto sia venerdì mattina, c’è già tantissima gente e la zona si rivela presto un posto incredibile. File di ragazze in coda per entrare nei negozi o per farsi fotografare con dei biondissimi YouTubers locali, gente vestita in modo alquanto singolare: qui ad Harajuku la fantasia diventa realtà! Proseguiamo quindi per la zona più raffinata delle Omotesando Hills, piena di boutique di alta moda e di negozi estremamente costosi. Meritano sicuramente una visita l’omonimo centro commerciale, nonché alcuni negozi che hanno una struttura davvero splendida, primo tra tutti quello di Prada. Prendiamo quindi il metrò per una piccola deviazione che in realtà avremmo dovuto fare ieri nei quartieri di Naka-meguro, anch’esso con negozietti di lusso e di Daikanyamachō, quest’ultima simile in tutto e per tutto alla zona di Omotesando, quindi consigliata. A metà pomeriggio ci dirigiamo verso Shibuya. L’incrocio più affollato del mondo non può fare a meno di colpire; giriamo un po’ per la zona visitando il negozio di Daiso (che però è piccolissimo) e la Tower Records, che probabilmente è uno dei negozi di dischi più grandi ancora esistenti al mondo, vediamo il panorama dell’incrocio dalla lobby del teatro Hikarie e andiamo a cena presso la sede di Shibuya del Ristorante Sushi no Midori (ottimo; 6.500 yen in totale). Dopo un altro giro serale in zona, andiamo a dormire verso mezzanotte.

15° giorno

Iniziamo la giornata con un tour davvero spettacolare, un po’ a sorpresa: dopo un rapido sguardo al laghetto del parco di Ueno, così pieno di fior di loto che è impossibile vedere l’acqua (decidiamo di tornarci al mattino perché è l’ora migliore per vederli), facciamo un walking tour nel quartiere di Yanaka (o Nippori) – sul sito Internet della Frommer’s è possibile trovare le indicazioni. Questo antico quartiere è davvero molto bello: completamente lontano dal clamore della città, pieno di templi, cimiteri, piccoli negozi e casette basse, è un mondo lontano dal centro cittadino. Tra l’altro è un posto molto simpatico per fare shopping. Consigliamo in particolare il negozio di articoli di carta Isetatsu. Il tour si conclude nel migliore dei modi con una visita al santuario di Nezu, davvero bellissimo. Raggiungiamo con qualche fermata di metrò la zona di Asakusa, dove ci piacerebbe rifare il tour guidato con l’Associazione di due giorni fa. Arriviamo alle 13:15 e scopriamo che il tour inizia proprio in quel momento, cioè con un quarto d’ora d’anticipo rispetto a quanto indicato sul sito Internet. La nostra guida è lo stesso signore di Ueno, ma stavolta la zona è molto più interessante, per cui il giro nell’affollatissimo parco intorno al Tempio Senso-ji, è migliore rispetto a quello di qualche giorno fa. Riusciamo anche ad assaggiare dei dolci con delle forme strane ripiene di crema di fagioli rossi, che sono tipici del quartiere! Continuiamo poi a girare per la zona, molto vivace ed a mangiare quello che troviamo in giro, incluso uno spiedino di carne di Kobe, una palla con della marmellata di fagioli rossi ed un gelato al tè verde dal sapore molto deciso. Dopo un po’ di shopping ed un tour di Kappabashi, con diversi negozi ormai chiusi, raggiungiamo lo Sky Tree appena in tempo per il tramonto. Il panorama è ovviamente bellissimo, ma c’è davvero troppa gente e i numerosi stand che si trovano proprio sui lati, rovinano un po’ l’esperienza. Cena a base di okonomiyaki in un locale caratteristico ad Asakusa (Asakusa okonomiyaki Sometaro; 2-2-2 Nishiasakusa, Taito 111 -0035; non economico nonostante l’aspetto rustico – quasi 4.000 yen in totale), in piacevole compagnia di una coppia di italiani conosciuti in fila.

16° giorno

Dopo il check out dalla casa, andiamo in stazione per lasciare i bagagli in un deposito. Anche questa volta però l’operazione si rivela complessa: sebbene siano solo le 9 del mattino di domenica, tutti i locker grandi sono già occupati e noi riusciamo fortunosamente a prendere l’ultimo libero nei tre depositi che giriamo. Iniziamo quindi la visita dei giardini del palazzo imperiale, proprio accanto alla stazione. La prima tappa è il ponte di Nijubashi. Certo, è un po’ strano che tutti i giardini, davvero splendidi, siano inaccessibili alle persone, che invece devono accontentarsi di passeggiare su un’ampia spianata di cemento! Segue poi un giro per Higashi Gyoen (giardini est), anch’essi da non perdere, e concludiamo con una rapida passeggiata per il Kitanomaru-koen. A questo punto decidiamo di spostarci a Hirajuku perché pare che la domenica mattina sia frequentato dai cosplayer. Purtroppo però non è questo il caso e, tra l’altro è incredibilmente affollato. Per questo motivo dopo una decina di minuti ci spostiamo ad Akihabara, con la stessa speranza. Neppure qui però riusciamo a vederne nessuno. Il quartiere continua a non convincerci, proprio come qualche giorno fa, ma perlomeno si riesce ad andare in giro con più rilassatezza, considerato che la strada principale è chiusa al traffico. Dopo un paio di soste pranzo in uno dei negozi presenti al piano terra di un centro commerciale, andiamo in stazione a prendere il treno per Kanazawa. Siamo stati a Tokyo in tutto quasi sei giorni camminando circa 20 km ogni giorno ed abbiamo l’impressione di essere riusciti solo a grattare la superficie di questa città così complessa ed interessante. Arriviamo a Kanazawa poco prima delle 20 e prendiamo possesso della nostra stanza (Hotel R&B Kanazawa-eki Nishiguchi; €136,24 in totale per 2 notti per una doppia con bagno e colazione; stanza molto piccola ma hotel buono e molto vicino alla stazione). Cena molto buona a base di soba al curry in un locale in stazione (Gourmet Kineya, 3° piano; quasi 2.300 yen in totale). Andiamo a dormire verso l’una di notte, perché dobbiamo fare delle lavatrici, operazione che si rivela molto più complessa del solito, sia perché le lavatrici sono occupate per lungo tempo, sia perché l’asciugatrice è estremamente lenta, per cui siamo costretti a passare la biancheria più volte all’interno di questa.

17° giorno

La prima tappa del mattino è all’ufficio del turismo della stazione. Qui scopriamo da un solerte impiegato che, se si possiede il pass della JR, non c’è bisogno di acquistare l’abbonamento su alcune linee locali di bus. Ne approfittiamo subito e arriviamo quindi al castello. Abbiamo scoperto che anche in questa città sono disponibili delle guide che gratuitamente accompagnano i turisti in giro ). Veniamo quindi affidati ad una simpaticissima signora che ci accompagna per il castello, davvero degno di nota. Subito dopo continuiamo per il bellissimo Kenrokuen Garden, a ragione uno dei più bei giardini del Giappone e continuiamo con la visita del 21st Century Museum of Contemporary Art. A noi in realtà interessa solo vedere un paio di opere, ma è comunque necessario acquistare un biglietto per la mostra. Una di queste opere, la Swimming Pool di Erlich (https://www.kanazawa21.jp/data_list.php?g=30&d=7&lng=e), ci pare valga assolutamente la visita. Al termine, dopo una breve pausa, continuiamo con la visita del quartiere di Nagamachi e poi di Nishi Chaya. Sono entrambi molto belli, ma nessuno è al livello di Higashi Chaya, giustamente una delle principali attrazioni della città. Anche se ci sono molti turisti, la magia del luogo ne è scalfita solo in parte. Dopo una cena, l’ennesima a base di sushi, presso l’Elbowroom (57 Jitsukenmachi; quasi 7.500 yen in totale; molto buono), torniamo a Higashi Chaya per scattare alcune foto serali. Il quartiere è ancora più bello non solo per l’illuminazione, ma anche per la pressoché totale assenza di turisti.

18° giorno

Prendiamo un treno in prima mattinata per Kyoto. Arrivati in hotel (Racine Home 334 Kamijuzuya, Higashino-Tohin-dori, Shimogyoku; Tel.: +81 075-353-6315; e-mail: racinehome-kyoto@racine-inc.co.jp; http://racine-inc.co.jp; € 389.39 per 5 notti la doppia con bagno privato; molto buono), lasciamo i bagagli, prendiamo l’autobus ed andiamo a visitare il primo tempio, il Ginkaku-ji, che in realtà è una vecchia villa successivamente destinata a tempio con un bellissimo giardino. Attraverso il Philosopher’s Path, poco affollato e suggestivo soprattutto nella parte finale, raggiungiamo il tempio di Nanzen-ji, anch’esso una vecchia villa che poi è diventata un tempio, con un bellissimo giardino (Hojo). L’unica cosa che un po’ spiace è non poter girare nel giardino, ma d’altra parte con la quantità di turisti presenti in città, quest’ultimo sarebbe sicuramente danneggiato. A piedi raggiungiamo quindi la vicina Muri-an, una villa di fine ottocento con un giardino anch’esso spettacolare – consigliata. A metà pomeriggio decidiamo di tornare in zona stazione per un pranzo-cena. Appena usciti dall’autobus però inizia a piovere sempre più forte, per cui non siamo molto contenti quando vediamo che fuori dal ristorante che abbiamo scelto, c’è una bella fila (Kyoto Takabashi Honke Daiichiasahi; giudizi discordanti; quasi 3.000 yen in totale), ma aspettiamo una mezz’oretta e alla fine entriamo. Dopo un breve salto al Don Quixote, negozio folle vicino alla stazione, per qualche acquisto di beni di prima necessità, torniamo in hotel.

19° giorno

Ci alziamo molto presto perché vogliamo vedere il Fushimi Inari al mattino presto, prima che questo simbolo di Kyoto sia preso d’assalto da orde di turisti. Di conseguenza, usciamo appena dopo le 7 ed in una mezz’ora siamo al tempio. La successione lunghissima dei torii è davvero suggestiva, per cui non stupisce che questa sia una delle principali attrazioni turistiche. Certo, la scalata non è facile a causa di un livello di umidità altissimo, ma la bellezza del posto ripaga ampiamente. Il consiglio quindi è quello di venire al mattino presto. Al ritorno, difatti, si iniziano a vedere i primi gruppi e l’atmosfera ne risente un po’. Prendiamo l’autobus e raggiungiamo in poche fermate il Sanjusangendo Temple, il tempio dei 1000 Buddha. Anche questo si rivela davvero meraviglioso e le 1000 icone sacre sono uno spettacolo straordinario. L’unico rammarico è non poter scattare fotografie all’interno del tempio, in quanto proibito dalla sacralità del luogo. Decidiamo quindi di seguire per il Kiyomizu-dera, altro tempio top della città. Una volta arrivati però ci rendiamo conto che il tempio principale è in restauro. Ad ogni modo, il panorama è probabilmente la cosa più interessante del complesso, perché dopo i primi due templi della giornata, questo ci sembra molto meno affascinante, nonché molto più affollato. Successivamente, passando per le stradine di Sannen-zaka e Ninen-zaka, ripieghiamo per un itinerario un po’ più terreno, il Nikishi Market, mercato alimentare della città. La passeggiata è carina, anche se il posto è estremamente turistico (e pieno di italiani più di qualunque altro posto nel quale siamo stati finora). Ci fermiamo quindi per una sosta a base di noodles, dumplings e skewers presso Genzou (molto buono; quasi 4.000 yen in totale). Terminato il giro del mercato, dopo una rapida visita del lungofiume, raggiungiamo il punto di partenza di un walking tour che abbiamo prenotato qualche giorno prima e che ha ad oggetto Gion, il quartiere delle geisha (http://www.waraido.com/walking/gion.html). La guida, una ragazza con un inglese molto buono, ci porta in giro per il quartiere dandoci una serie di informazioni molto interessanti su questo mondo a noi del tutto estraneo ed incomprensibile. Consigliato per conoscere un aspetto spesso frainteso della cultura giapponese. Al termine prendiamo il metrò e con qualche fermata raggiungiamo Demachiyanagu. Oggi è l’ultimo giorno dell’O-bon, la festa dei defunti, che qui a Kyoto si conclude con il Gozan Okuribi, che consiste in cinque falò sulle colline circostanti che rappresentano cinque ideogrammi. Riusciamo a vederne due, davvero suggestivi nonostante una folla infinita e poi, dopo un faticosissimo tragitto in un bus davvero tanto affollato, torniamo in hotel.

20° giorno

La prima visita della giornata è dedicata al Palazzo Imperiale: alle 10 è disponibile una visita guidata in inglese, che una volta tanto non è necessario prenotare in anticipo! Nonostante il forte caldo, la nostra guida è molto carina ed il tour interessante, anche se purtroppo gli edifici non possono essere visitati all’interno. Abbiamo un po’ di tempo da passare, per cui decidiamo di fare una sosta e sperimentare il Mos Burger, versione giapponese di McDonald’s, con un gelato che è superiore alle aspettative. Procediamo quindi a prendere un caffè all’Heinan Hotel, proprio di fronte all’ingresso del Palazzo Imperiale. La guida che ci ha accompagnato per il tour del Palazzo Imperiale ci ha consigliato di fare un salto qui perché c’è uno dei più bei giardini giapponesi ed in effetti il giardino merita una visita. Verso le 13 torniamo al Palazzo Imperiale perché abbiamo prenotato dall’Italia una visita al Sento Imperial Palace, vale a dire al giardino del palazzo (apparentemente la prenotazione sembra obbligatoria, ma ci siamo resi conto che ci sono dei posti disponibili per il tour delle 15.30, che però non è in inglese – sono rimaste delle audio-guide in spagnolo e francese). Il giardino è ancora una volta davvero splendido, per cui consigliamo di visitarlo. L’unica pecca è che l’audioguida in inglese che ci hanno consegnato solo dopo nostra richiesta non era particolarmente interessante. Al termine della visita raggiungiamo a piedi il Nijo-jo, residenza di uno dei più potenti shogun. Il palazzo è bello, ma al momento della nostra visita la maggior parte dei pannelli decorati non è visibile, perché sono esposti in una sala separata, per cui possono vedersi solo le riproduzioni. Molto belli i giardini – come al solito, ma comprensibilmente, le parti aperte al pubblico sono molto limitate. Arriva il momento della cena, presso Kikyo-Sushi (Daimonjicho, Aburanokoji, Nakagyo-ku, Kyoto 604-0071; Tel.: (075)2317361; quasi 7.000 yen in totale; eccellente), a base ovviamente di sushi. Segue un giro serale nei quartieri di Pontocho, carino ma incredibilmente turistico e nuovamente di Gion.

21° giorno

L’impossibile si è verificato oggi: il treno per Nara della durata di un’ora è in ritardo di mezz’ora. Alla fine raggiungiamo la meta circa 90 minuti dopo l’orario previsto. Iniziamo la visita dei templi, a partire dal Kofuku-ji, nel quale non entriamo, continuando per il bellissimo Todaji-ji ed il più piccolo ma altrettanto bello Nigatsu-do e terminando con il Sangatsu-do ed il Kasuga Taisha, che visitiamo solo di fuori. Il tutto con la compagnia costante dei cerbiatti che vagano in giro per il parco. Facciamo una sosta presso una casa tradizionale, la Naramachi Koshino e poi un assaggio di sakè presso la Harushika Sake Brewery. Entrambe le soste, soprattutto l’ultima, sono caldamente consigliate. Tornati a Kyoto, ceniamo in un ristorante in stazione, il Ton Katsu Wako, a base di hirekatsu, vale a dire di cotoletta di maiale preparata in vari modi: l’esperienza è eccellente ed anche economica (meno di 3.500 yen in totale). Al tramonto saliamo sulla Kyoto Tower, molto diversa dallo Skytree a Tokyo: qui sono molto più rustici – difatti non ci controllano neppure il biglietto! Il panorama non è male, anche se il centro di Kyoto non ha edifici particolarmente rappresentativi ed i templi in periferia non sono visibili. Dopo alcune commissioni, torniamo in hotel.

22° giorno

Con una combinazione di treni e bus JR arriviamo verso le 9 al rinomato Ryoan-ji, che custodisce uno dei giardini zen più famosi del Giappone. In realtà, più che il giardino in sé, la cosa che affascina maggiormente sono il laghetto all’ingresso e la quiete che si respira nel tempio. Raggiungiamo poi a piedi in circa 20 minuti il Kinkaku-ji, il Golden Pavillon Temple, che nonostante le folle, è all’altezza della sua meritata fama. Prendiamo il JR Train per Saga-Arashiyama e qui visitiamo prima l’incredibile foresta di bambù e poi il bellissimo giardino della villa Okochi, dove prendiamo anche il tè verde con un dolcetto e facciamo due chiacchiere con una simpatica coppia di Pechino, Winter e Maggie. Con il treno torniamo a Kyoto: abbiamo prenotato una visita alla Nijo Jinya, una vecchia casa di samurai. Come a volte capita in Giappone, la prenotazione non è però così semplice, in quanto chi non conosce il giapponese deve procurarsi autonomamente una guida (potete trovare le informazioni al seguente sito: http://nijyojinya.net/English.html. Noi abbiamo avuto una risposta positiva da International Service Club). A dire il vero, una volta entrati nell’edificio, ci è stato consegnato un leaflet in inglese, per non abbiamo capito né se la guida sia realmente necessaria né se sia effettivamente obbligatoria come ci era parso. La nostra è molto simpatica ed aggiunge senz’altro un po’ di vivacità ad una visita comunque interessante. Tra l’altro, abbiamo anche il piacere di vedere una maiko e due geiko – vere, come confermatoci dalla nostra guida – uscire dall’edificio con alcuni clienti: lo avevano visitato poco prima di noi. Al termine, pranziamo presso Katsukura (Teramachi-dori, ang. Sanjo-dori; cotoletta e gamberi fritti ottimi; riso così così; non proprio economico – quasi 6.500 yen in totale) e passiamo la nostra ultima giornata a Kyoto in giro per negozi.

23° giorno

Stamattina lasciamo Kyoto ed andiamo a Himeji. È domenica e per evitare i problemi con i lockers che abbiamo incontrato le domeniche passate a Sendai ed a Tokyo, decidiamo di far spedire i bagagli direttamente a Hiroshima, nostra destinazione finale di oggi, anche perché il costo aggiuntivo è davvero limitato. Il personale dell’hotel ci ha aiutati in maniera davvero efficiente. Arrivati a Himeji alle 8.05, troviamo i lockers ovviamente tutti liberi, ma viaggiare senza bagagli fa piacere lo stesso! Le visite al castello di Himeji sono a numero chiuso e senza prenotazione, per cui, per evitare lunghe code o addirittura non essere in grado di visitare il castello, c’è un sistema di distribuzione di biglietti nei giorni che si prevedono particolarmente affollati (i dettagli sono disponibili al sito: http://www.himejicastle.jp/sp/en/). Quando arriviamo, verso le 8.25, ci sono solo una decina di persone prima di noi, ma appena 15 minuti dopo il numero è consistente e poco prima delle 9, ora di apertura, c’è già una coda strutturata. Peccato poi che alle 10.30, quando usciamo, non ci sia più nessuno in coda! Il castello è molto più bello da fuori, ma una visita in ogni caso vale la pena perché è tra le pochissime fortezze originali rimaste in Giappone. Tra l’altro, l’edificio è stato accuratamente restaurato da pochissimo tempo, per cui è in condizioni perfette. Non dimenticate di visitare la cosiddetta ‘Cosmetic Tower’ e, se avete del tempo che vi avanza, i giardini Kenko-en. Raggiungiamo velocemente in treno Hiroshima e, dopo il check-in al nostro hotel, proprio dentro la stazione (Viainn Hiroshima, 2-50 Matsubara-cho, Minami-Ku, Minami Ward, Hiroshima, 732-8022; Tel.: (082)2645489; € 54 la doppia con bagno; buono), raggiungiamo a piedi la zona del Memorial Peace. Iniziamo con la visita del Peace Museum, ovviamente molto impattante e proseguiamo con la Memorial Hall, il Peace Memorial ed il Cenotaph. Fa davvero riflettere trovarsi al centro di quello che un tempo era un grande quartiere molto vivace della città e dove adesso c’è semplicemente un parco. Ceniamo al limitrofo Okonomiyaki Nagata-ya (1-7-19 Otemachi, Naka-ku 1F; ottimo ed economico – 3.850 yen in totale) e poi, dopo aver prenotato i treni dei giorni successivi, andiamo a dormire.

24° giorno

Una delle cose meravigliose del Giappone è che si riescono ad ottenere anche le informazioni più dettagliate sulle tappe del proprio viaggio. Così, volendo visitare con l’alta marea una delle immagini maggiormente iconiche di questa nazione, Miyajima, siamo in grado di pianificare questa tappa in modo da trovare le condizioni ambientali perfette (http://www.tides4fishing.com/jp/hiroshima/itsukushima). È facile raggiungere l’isola con il JR Pass: basta scendere alla stazione di Miyajimaguchi e da lì prendere il ferry JR (attenzione a non confonderlo con l’altra linea), per il quale il pass è valido. La vista della porta di Ootorii che emerge dall’acqua è magnifica, così come, un po’ a sorpresa, il santuario di Itsukushima, che sembrava solo la location migliore per scattare delle foto al torii e che in realtà è un posto davvero interessante. Dopo oltre un’ora a zonzo per l’isola a scattare foto e goderci il panorama, torniamo in treno a Hiroshima e poi procediamo per Nagasaki, dove arriviamo nel primo pomeriggio. Facciamo un rapido check-in in hotel (Wing Port Hotel, 9-2 Daikoku-cho, Nagasaki 850-0057; 58€ a notte la doppia con bagno; buono) e poi iniziamo la visita della città, a partire dall’epicentro dell’esplosione nucleare, continuando per l’Atomic Bomb Museum e concludendo con il Peace Memorial Hall (in hotel ci hanno consegnato un buono gratuito che dà diritto a degli sconti del 50% sulle attrazioni turistiche; vi consigliamo quindi di richiederlo). Sono tutti siti che, analogamente a quanto accaduto a Hiroshima, invitano alla riflessione. Il Memorial Hall in particolare è davvero toccante. Purtroppo però inizia a piovere e quindi decidiamo di andare subito a cena in un ristorante lì vicino (Horaiken Bekkan, 5-23 Hiranomachi; circa 4.000 yen in totale; giudizi discordanti), dove assaggiamo il chanpon, che però non convince tutti. Torniamo quindi in hotel sotto la pioggia e chiudiamo la giornata un po’ più presto del previsto.

25° giorno

Ci svegliamo con un sole meraviglioso e iniziamo a visitare la città. La prima tappa è il monumento ai 26 Martiri, che ci lascia perplessi, così come il vicino tempio di Fukusai-ji. Per fortuna la situazione cambia quando arriviamo a Dejima, il vecchio quartiere completamente ricostruito. Questa visita ci consente infatti di attribuire a Nagasaki una prospettiva del tutto diversa, dissociandola dalla bomba atomica ed associandola invece al suo più interessante passato di unica città giapponese che dal 1600 a metà 1800 aveva il diritto di commerciare con l’estero. Da qui proseguiamo per Chinatown e poi per le Dutch Slopes, finendo con una visita al bellissimo Glover Garden. Nagasaki è molto diversa dalle città giapponesi visitate finora: le influenze europee e cinesi sono molto forti. Passiamo dal Nagasaki Prefectural Art Museum – molto interessante – e facciamo poi un giro per il quartiere tra il fiume ed il Megane Bridge, dove ci fermiamo a pranzo (Yossou, Hamamachi, Nagasaki 850-0854; circa 4.500 yen in totale per due cirashi ed un sushi; medio). Il quartiere non è male, ma la cosa che ci piace di più è il lungofiume. Prendiamo poi un autobus che ci riporta al Memorial Park, che però continua a non convincerci. In autobus raggiungiamo quindi la Ropeway, che ci porta in cima alla collina Inasa, dalla quale, ci ripetono più volte, si gode uno dei tre migliori panorami notturni del mondo, insieme a Hong Kong e Monaco. Non è facile dire se questo sia davvero uno dei tre panorami migliori del mondo, ma è sicuramente splendido e vale la pena arrivare fin quassù se c’è bel tempo. Dopo un’oretta ad ammirare il panorama fin nei minimi particolari, torniamo in hotel.

26° giorno

Giornata di trasferimento: arriviamo in treno all’aeroporto di Fukuoka, dove ci attende l’aereo per Ishigaki, dove arriviamo nel primo pomeriggio. Dopo il check-in in hotel (Super Hotel Ishigaki, 36 Ishigaki; 27.000 yen la doppia con bagno e colazione per 3 notti; dignitoso), ci rechiamo presso il vicino terminal dei traghetti per organizzare i giorni successivi. Una solerte signora della Hirata Tour (http://hirata-group.co.jp/english) si fa letteralmente in quattro per darci una mano, in quanto apparentemente tutti i tour, anche con altre compagnie, sembrano al completo. Fortunatamente, dopo quasi due ore, riesce a trovarci delle soluzioni. Sono ormai le 18: prendiamo un bus verso Fusaki Resort, dove pare ci sia una spiaggia molto bella dalla quale vedere il tramonto. La spiaggia in effetti è davvero bella, anche se il mare non ci sembra onestamente un granché. E il tramonto è davvero meraviglioso. Tornati in città ceniamo benissimo a base di sushi presso il Sabanisen (3 Misakicho, Ishigaki 007-912; poco più di 7.000 yen in totale).

27° giorno

Alle 8 ci facciamo trovare al Ferry Port perché parte il traghetto per Iriomote che ci porta al nostro primo snorkeling tour. Questo tour è stato organizzato dalla Hirata Tours, che si appoggia ad un’altra compagnia, la Duck Tours (http://www.ducktours.jp; costo a persona 14.400 yen, compresi trasporto e pranzo). Passiamo una giornata in barca con tre soste snorkeling ed un pranzo, molto buono, con barbecue, oltre ad un bagno postprandiale sulla spiaggia vicina. La prima sosta non ci convince molto, ma le altre due sono molto più belle e riusciamo anche a seguire una tartaruga. Tra l’altro, è molto bello il fatto che i ragazzi dell’agenzia vengano con noi in acqua e ci facciano vedere i posti più belli. Alle 17.30 siamo di nuovo a Iriomote e, dopo qualche tentativo a vuoto, decidiamo di andare a cena in un posto sconosciuto. Il locale, semplice e molto bello, ha un menù solo in giapponese, ma una delle due signore presenti parla un po’ di inglese. Prendiamo quindi un sushi di manzo davvero molto buono ed una dadolata di manzo cotta su una piastra di ferro portata in tavola. Molto buona anche questa. Il conto non è economico, in quanto spendiamo poco più di 6.000 ¥ in totale, ma l’esperienza è stata positiva. Purtroppo non riusciamo a riportare il nome del locale perché non c’è neanche un’insegna con caratteri occidentali.

28° giorno

Il tour della giornata, organizzato con l’aiuto della dipendente della Hirata Tours, è con la compagnia Jiyujin (http://jiyujin-ishigaki.com; 11.000 yen a persona inclusa una bento box), consigliataci dall’Ufficio del Turismo di Ishigaki. Il ragazzo che gestisce il tutto viene a prenderci al mattino dall’hotel. Il giro consiste in quattro soste, due al mattino e due al pomeriggio e la durata è dalle 9 alle 16. Anche in questo caso i ragazzi si premurano di portarci in giro con loro per farci vedere i dettagli più interessanti. Anche se purtroppo una gran parte di coralli è morta, il tour si rivela davvero piacevole, sia perché i fondali sono comunque belli e ci sono davvero tanti pesci, che per la bellezza dei panorami e del mare. Assolutamente consigliato. Dopo aver iniziato a mettere un po’ in ordine le valigie, torniamo a cena al Sabanisen (circa 7.500 yen in totale), per chiudere in bellezza il viaggio con un altro, eccellente sushi.

29/30° giorno

Ultimo giorno di vacanza: oggi abbiamo uno snorkeling tour con la Lucky Clover, che ci porta appena al largo di Ishigaki. Iniziamo con una sosta di una mezz’oretta presso l’isola corallina di Hama, che compare e scompare a seconda delle maree. Segue uno snorkeling di circa 45 minuti lì vicino. I coralli sono quasi tutti morti, anche se a volte si intravedono coralli blu; inoltre, in alcuni punti i pesci sono numerosi, ma tutto sommato quest’esperienza non ci soddisfa molto. Torniamo quindi in hotel, prendiamo i bagagli ed in autobus raggiungiamo l’aeroporto. Arriviamo in orario a Tokyo Haneda, dove prendiamo l’ultimo ramen della vacanza e, dopo qualche ora di attesa, ci imbarchiamo per Francoforte e da lì prendiamo la coincidenza per Milano Linate, dove arriviamo in orario.

Un viaggio estremamente interessante che ci ha dato la possibilità di iniziare a capire qualcosa di un paese complesso come il Giappone.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche