Memorie di un gaijin

Appunti e consigli per chi si rechi in Giappone per la prima volta ed abbia a disposizione due settimane per conoscere la modernità di Tokyo e le tradizioni di Kyoto
Scritto da: Bushwag
memorie di un gaijin
Partenza il: 06/08/2011
Ritorno il: 19/08/2011
Viaggiatori: 1
Spesa: 3000 €
Più che un racconto di viaggio in forma romanzata queste pagine sono una serie di informazioni e suggerimenti, spero utili, per chi voglia visitare il Giappone, avendo a disposizione un paio di settimane e volendo concentrarsi sulle due mete classiche per chi si reca la prima volta nel paese del Sol Levante: Tokyo e la sua modernità, Kyoto e le sue tradizioni, aggiungendo brevi escursioni effettuabili in giornata da tali città. In conclusione aggiungerò alcune indicazioni su cucina, souvenirs e alcuni links utili. Di solito preparo le mie vacanze con largo anticipo, in modo da poter reperire il maggior numero di informazioni e da pianificare al meglio il tempo a mia disposizione. In previsione delle ferie estive dell’anno 2011 mi ero orientato sui Balcani e fin dall’inverno avevo iniziato a studiare quella destinazione, poi una serie di eventi mi hanno improvvisamente e radicalmente fatto cambiare meta. A febbraio sono ritornato in contatto con un’amica giapponese che non sentivo da anni. A marzo lo tsunami e i problemi della radioattività hanno tristemente portato alla ribalta il paese del Sol Levante, attirando la mia attenzione su di un luogo che da sempre figurava nella mia lista dei “paesi da visitare”. A maggio stavo per prenotare l’aereo per raggiungere Dubrovnik, punto di partenza designato per l’esplorazione dei Balcani, quando qualcosa andò storto e dovetti rimandare la prenotazione. La mattina dopo nella casella di posta, un’email di Alitalia mi informava della presenza di tariffe speciali per il Giappone. Troppe coincidenze…le ho prese come un segnale che era giunto il momento di recarmi in estremo oriente ed ho iniziato la mia frenetica attività di ricerca e pianificazione. Ecco il risultato finale e il resoconto del mio viaggio.

Durata del viaggio: 14 giorni, partenza 6 agosto, ritorno 19 agosto Modalità di viaggio: indipendente, da solo, ma potendo fare affidamento su un appoggio in loco Pernottamenti: 1 notte in bus durante trasferimento Tokyo-Kyoto, 4 notti al Sakura Ryokan di Kyoto, 1 notte in internet cafè a Kyoto, 6 notti Washington Hotel a Tokyo, Spesa complessiva: circa 3000 euro tutto incluso; spese principali: volo 800€, JR Pass 240€, pernottamenti Kyoto 410€, pernottamenti Tokyo 260€, bus Tokyo-Kyoto 60€, souvenirs 350€. Itinerario: 6 Agosto: volo KLM Milano (10,30)-Amsterdam-Tokyo (9,00 del 7 agosto) 7 Agosto: Tokyo (Ueno, Asakusa, Kappabashi, Ikebukuro), trasferimento a Kyoto 8 Agosto: Kyoto (Nishi Hongan, Sanjusangendo, Kyomizu Dera, Nanzenji, Ginkakuji, Gion, Pontocho) 9 Agosto: Kyoto (Kinkaku-ji, Ryoan-ji, Ninna-ji, Arashiyama) 10 Agosto:Kyoto (Giornata libera, shopping, relax (massaggi), sera fuochi artificiali a Uji, To-ji) 11 Agosto:Kyoto (Nara, Fushimi Inari) 12 Agosto:Kyoto (Hiroshima, Miyajima) 13 Agosto:Trasferimento a Tokyo (Yurakucho, Ginza, Roppongi) 14 Agosto:Tokyo (Akihabara, Harajuku, Omotesando, Shibuya) 15 Agosto:Tokyo (Hakone, lago Ashino, Mt Fuji, Shinjuku) 16 Agosto:Tokyo (Kamakura, Enoshima, Shinjuku) 17 Agosto:Tokyo (Ameyoko, Shiba, Shibuya, Harajuku, Odaiba) 18 Agosto:Tokyo (Tsukiji, Tsukudaijima, Tokyo, Shiba Oktoberfest) 19 Agosto:volo KLM Tokyo (13,30) – Amsterdam – Milano (22,10)

TOKYO – Arrivo e trasporti Arrivati all’aeroporto, espletate le formalità di ingresso simili a quelle per gli USA (questionario, dichiarazione in merito a valuta e oggetti di valore, foto digitale, impronta degli indici) e oltrepassata la dogana, prima di iniziare la vacanza vera e propria potrebbe essere utile dedicare un po’ di tempo per ritirare documenti e informazioni che potrebbero rivelarsi preziosi durante il soggiorno. In particolare, se oltre a Tokyo intendete visitare altre località e servirvi del treno, uno strumento utilissimo è il JR Pass che consente uso illimitato delle linee JR (treni, eccetto gli shinkansen “Nozomi”, bus, traghetti, nonché la utile Yamanote, linea ferroviaria che collega tutta Tokyo). Il JR Pass può essere acquistato solo all’estero tramite operatori specializzati, i quali vi invieranno a casa tramite corriere un buono di cambio che dovrete poi consegnare agli sportelli JR al vostro arrivo in Giappone e comunque prima di iniziare ad usarlo. Io mi sono appoggiato a un operatore francese, con sito anche in italiano, ottenendo consegna del buono con corriere in tempi velocissimi e pagando un importo leggermente inferiore a quello proposto da alcune società italiane. La data di inizio validità non corrisponde necessariamente a quella in cui cambierete il vostro “exchange order”, ma sarete voi ad indicarla in base alle vostre esigenze. Il JR Pass può avere durata settimanale, bisettimanale, trisettimanale e la validità va dal giorno indicato come inizio fino alla mezzanotte del giorno di scadenza. In caso di utilizzo di treni superveloci “Shinkansen” è conveniente procedere in anticipo alla prenotazione di un posto a sedere (gratuita per i possessori di JR Pass). A tal fine, se avete già pianificato un itinerario, potrebbe rivelarsi utile consultare il sito www.hyperdia.com che fornisce utilissime indicazioni sugli orari dei treni. Così facendo, al Narita airport, potreste avere già espletato tutte le formalità inerenti i trasferimenti ferroviari e a quel punto quando vorrete usufruire del servizio non vi resterà che recarvi in stazione, cercare il binario, mostrare il vosto JRPass ai solerti ferrovieri giapponesi e godervi la puntualità, pulizia e silenziosità dei loro treni. A me non è mai capitato, ma oltre al pass potrebbero chiedervi di mostrare anche il passaporto, per cui vi conviene tenerlo a portata di mano. Allo sportello JR dell’aeroporto troverete inoltre una utilissima guida di Tokyo che fornisce informazioni sulla città, sulle attrazioni (prezzo d’ingresso, orari di apertura) e su come raggiungere queste ultime con treni e/o metro. La versione italiana ha i bordi blu e si chiama “Benvenuti a Tokyo – guida rapida”. Sempre al Narita, e solamente lì, potrebbe essere conveniente acquistare il “Tokyo metro open ticket” che consente uso illimitato della Tokyo Metro per uno o per due giorni consecutivi. La validità non è comunque di 24/48 ore effettive ma va dal primo utilizzo alla mezzanotte del giorno stesso (o del giorno successivo in caso di validità 48 ore).

E’ giunto il momento di raggiungere il centro di Tokyo. Il mezzo più comune è il Narita Express che offre diverse combinazioni di prezzo e utilizzo. Da informazioni ricevute la più interessante dovrebbe essere l’acquisto combinato del biglietto per il Narita Express e di una Suica Card (carta ricaricabile utilizzabile non solo per pagare metro e treni, ma anche in alcuni negozi e con i coin lockers). Aggiungendo 500 Yen al costo del biglietto del Narita Express (3000 yen) si ottiene anche una Suica caricata con 1500 yen. Il Narita express raggiunge Shinjuku, uno dei quartieri più consigliabili come base di partenza per i turisti a Tokyo, in circa 80 minuti. Personalmente, avendo il giorno stesso del mio arrivo un bus notturno per Kyoto in partenza da Ikebukuro, ho preferito riservare la prima giornata in città all’esplorazione della zona nord di Tokyo (Ueno, Asakusa, Kappabashi e Ikebukuro appunto) pertanto non ho preso il Narita Express ma il Keisei Skyliner che fa sosta a Ueno e che costa un po’ meno (2400 Yen). Per quanto riguarda i trasporti è opportuno pianificare bene le giornate per evitare continui spostamenti che costrebbero tempo e denaro.

In città la combinazione Ferrovia/Metro è la soluzione più veloce ed economica, sebbene i biglietti della ferrovia JR non siano validi sulla Tokyo Metro e viceversa. La JR offre i treni locali della Yamanote line che collega tutti i quartieri e i punti più importanti della città. E’ una linea circolare che ha partenze frequenti in entrambe le direzioni. Metro e JR richiedono il preventivo acquisto di un biglietto per poter accedere ai binari. Se non capite a quanto ammonta l’importo della vostra tratta (talvolta i tabelloni sono solo in giapponese) potete pagare la tariffa minima, di solito 160 yen, e versare poi la differenza una volta giunti a destinazione, dove in prossimità dell’uscita troverete i “fare adjustment kiosks”. Le macchinette automatiche agli ingressi della metro normalmente sono anche in inglese e funzionano anche con biglietti di taglio elevato (10.000 yen). Se siete possessori di un JRPass in corso di validità dovrete invece mostrare il vostro pass in una delle uscite/entrare laterali dove si trovano dei controllori. Sulla Tokyo Metro line si possono acquistare anche dei pass giornalieri che consentono un uso illimitato della rete in questione e che costano 710 Yen. Esistono poi reti private minori che però potrebbe capitarvi di non usare mai, ed infine la monorotaia Yurikamone che porta all’isola artificiale di Odaiba. Il trasporto su rotaia è decisamente l’opzione più interessante, al contrario i Bus sono poco usati per via del traffico, mentre i taxi oltre ad eventuali problemi di comunicazione con il conducente sono piuttosto costosi ma potrebbero venirvi utili a tarda notte, quando i mezzi pubblici smettono di circolare. Se li userete ricordatevi inoltre che le porte si aprono e si chiudono da sole. Camminare o noleggiare una bici potrebbe essere il metodo migliore per visitare determinati quartieri, tuttavia sono soluzioni quasi impossibili per passare da un quartiere a un altro, a meno che non abbiate spirito e fisico d’atleta e che non vi pesi transitare su strade anonime e ipertrafficate.

I bus notturni sono una soluzione interessante per gli spostamenti a lungo raggio. I mezzi sono puliti, puntuali, piuttosto confortevoli e vi consentono di risparmiare un pernottamento. Inoltre arriverete di prima mattina nel luogo di destinazione potendo sfruttare appieno l’intera giornata. Tra quelle che offrono questo servizio le compagnie più conosciute sono JR (che non vi costerà nulla se siete in possesso di JR Pass in corso di validità) e Willer express. Questi bus inoltre solitamente terminano la loro corsa nelle immediate vicinanze delle principali stazioni ferroviarie dove troverete coin lockers, bar e ristoranti (per la colazione), negozi, hotels,uffici turistici e mezzi di trasporto urbani per partire alla scoperta della città in cui siete appena giunti. Parlando di esplorazione posso ora passare ad analizzare in breve i vari quartieri di Tokyo e le rispettive attrazioni.

SHINJUKU: è forse il quartiere che meglio rappresenta Tokyo, non dorme mai e vi si trova qualunque cosa, anche di notte. Molto ben servito dai mezzi di trasporto (bus, metro e treni) si suddivide in due aree. Quella Ovest è zona un po’ anonima ma tranquilla, caratterizzata dalla concentrazione di grattacieli, palazzoni amministrativi e grandi alberghi. Dal punto di vista architettonico meritano una segnalazione il Cocoon building dalla forma slanciata che si trova proprio di fronte all’uscita ovest della stazione, i mega hotels Hyatt, Keio plaza, Washington e soprattutto il Tokyo Metropolitan Government Office, ossia il municipio di Tokyo. Progettato dall’archistar Kenzo Tange è uno dei simboli di Tokyo e dalle sue torri si può osservare gratuitamente il panorama (dalle 9,30 alle 23,30). Un veloce ascensore porta senza fermate intermedie e in soli 55 secondi al 45° piano da dove è possibile avere una visione a 360 gradi di Tokyo ed acquistare alcuni souvenir, nonché apporre un timbro commemorativo sulle proprie cartoline. Sempre nella zona ovest si trova il Shinjuku Gyoen, un’area verde con 1900 alberi di ciliegi, ma con ingresso a pagamento. La zona est al contrario è meno residenziale/amministrativa e più vivace/commerciale, soprattutto alla sera. Kabuki-cho è il quartiere della vita notturna e del divertimento in cui si entra passando sotto a un’insegna rossa. Ci si ritrova in una giungla di insegne al neon circondati da sale da gioco, ristoranti e locali “ambigui”. Sebbene gestito dalla Yakuza, la mafia giapponese, non è un luogo pericoloso ma l’eccessiva insistenza dei buttadentro africani alla lunga è un po’ fastidiosa. Non mancano i “love hotel” che si trovano dalla parte opposta rispetto all’ingresso di Kabuki-cho. Più rilassante e per certi versi antitetica è invece la zona del Golden-gai, a cui si accede attraverso un vicoletto verdeggiante e piuttosto buio, e che è caratterizzata dalla presenza di innumerevoli micro-bar, spesso grandi come la cucina di una casa, con pochi sgabelli addossati al bancone. Qui nessuno insisterà per farvi entrare, ed anzi da turista che non conosce la lingua mi sarei sentito quasi intimorito a valcare la soglia.

SHIBUYA: a due sole fermate della JR Yamanote line da Shinjuku, è quartiere giovane essenzialmente dedicato allo shopping e al divertimento. Hachiko: a questo fedelissimo cane, la cui storia strappalacrime è arrivata anche al grande schermo, è dedicata l’uscita principale della stazione di Shibuya. La statua che lo ritrae è popolare luogo di incontro ed è ideale punto di partenza per l’esplorazione del quartiere e si trova proprio di fronte al Shibuya crossing, uno degli incroci più famosi e più attraversati del mondo, del quale si ha una visione privilegiata dalle vetrate di Starbucks. Tra i paradisi dello shopping in zona segnalo: Tower records (musica), Shibuya109 (abbigliamento, frequentatissimo dalle ragazzine) e Tokyu hands (specializzato in casalinghi e fai da te). Alcuni palazzi sono interessanti anche dal punto di vista architettonico, oltre al già citato Shibuya109 merita menzione lo Spiral building che si trova all’incrocio tra Omotesando e Aoyama. Anche qui è presente una zona con i famosi “love hotels” tanto che una parte del quartiere viene appunto definita “love hotels hill”. Da Shibuya una comoda passeggiata conduce fino a Omotesando e ad Harajuku e consente di immergersi nello shopping più sfrenato.

GINZA : E’ il quartiere del lusso per eccellenza con negozi di alta moda, ristoranti costosi, e palazzi con architetture futuristiche. Sebbene il paradiso della tecnologia sia altrove (Akihabara), gli appassionati del settore non possono non visitare il Sony building e l’Apple store dove si possono provare le più recenti novità di questi due celebri marchi. A Yurakucho, poco lontano, proprio di fronte alla stazione della Yamanote line si trova uno degli edifici più famosi di Tokyo, il Tokyo International Forum la cui struttura mastodontica in vetro e acciaio ricorda lo scafo di una nave, o di una astronave se preferite. In occasione della mia visita in un centro commerciale all’interno del forum c’era un evento speciale con assaggi e vendita di prodotti e piatti tipici di varie zone del Giappone e ne ho subito approfittato per soddisfare la mia curiosità culinaria degustando dei soba con uovo e verdure.

AKIHABARA : regno dell’elettronica, dei manga e degli anime ai cui appassionati si rivolgono innumerevoli negozi e centri commerciali specializzati. Io non sono un grande cultore di queste cose, ma ho girato alcuni negozi. Sono un po’ caotici ma si trova veramente di tutto e sono tanto frequentati che bisogna quasi sgomitare per farsi largo tra collezionisti di gadgets e esperti di elettronica in cerca di ricambi, novità e rarità. Personalmente sono rimasto un po’ deluso dal Tokyo Anime Center che immaginavo molto più grande e con più spazio per i cartoni animati della mia generazione (sono nato nel 1974), tuttavia mi sono parzialmente rifatto in un negozio della catena Mandarake, dove c’erano alcuni gadgets delle serie Lupin III, Jeeg, Goldrake… Discorso a parte merita Gundam, una vera e propria icona a cui è dedicato anche un cafè per entrare nel quale la coda era però tanto lunga da scoraggiarmi. In questo quartiere si trovano anche numerosi maid-cafè dove le dipendenti sono giovani e ammiccanti ragazze vestite da sexy cameriere. Qui come ancor di più ad Harajuku potreste poi imbattervi in qualche cosplayer, ossia in quelle ragazze e ragazzi (ma in percentuale nettamente inferiore) che per divertimento o per mascherare un certo disagio giovanile e problemi di personalità si vestono in modo curioso, come personaggi dei fumetti o come lolite gothic.

ROPPONGI : Questo quartiere ha avuto un sviluppo piuttosto recente, offre numerosi locali notturni e discoteche, con relativi fastidiosi buttadentro, soprattutto nella zona del Roppongi crossing, uno degli incroci più caratteristici di Tokyo. Si tratta in genere di locali in stile occidentale, quindi poco interessanti a meno che non siate dei maniaci della disco. Roppongi Hills è un complesso di negozi, ristoranti e uffici in edifici il più alto dei quali è la Mori Tower, un palazzo di 54 piani i cui ultimi sei ospitano il Mori Art Museum, nonché una piattaforma panoramica (aperta fino alle 23, a pagamento) con vista mozzafiato sulla città. A calamitare l’attenzione è la sagoma della Tokyo Tower che si trova poco lontana, a Shiba, che di notte è splendida per la livrea rosso/arancio e per le luci colorate. Tuttavia a causa della crisi energetica post-tsunami l’illuminazione viene attualmente spenta dopo le 22. Verso il termine della mia vacanza a Shiba, proprio ai piedi della Tokyo Tower si è tenuto il Tokyo Oktoberfest, un curioso gemellaggio tra la capitale nipponica e quella bavarese. Essendo già stato all’Oktoberfest di Monaco non mi sono voluto perdere questa manifestazione in cui a farla da padrone sono le birre e i cibi tedeschi, accompagnati dalla musica tradizionale delle orchestrine che si esibiscono nei wiesn bavaresi. Certamente la differenza con il festival originale è tanta, soprattutto nei prezzi…in media tre volte più cari che a Monaco, però è stata un’esperienza piacevole ed insolita che ricorderò a lungo. Consiglio di godersi la visione con calma, sorseggiando uno degli ottimi milkshake che vengono preparati dal bar della piattaforma.

ASAKUSA : E’ uno dei pochi quartieri ancora legati in qualche modo alla tradizione e vi si trovano alcuni dei templi più belli di Tokyo, in particolare il tempio più famoso della città, il Sensoji a cui si arriva camminando lungo Nakamise Dori, strada costeggiata da bancarelle che vendono souvenirs, articoli curiosi e dolciumi. Il Kaminarimon, l’ingresso al tempio, è sorvegliato da due statue molto grandi nella classica postura: una a bocca aperta per lasciare entrare la virtù, l’altra con la bocca chiusa per non fare entrare le forze negative. Il tempio è il più antico di Tokyo, fondato nel VII sec è stato ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, e la grande lanterna all’ingresso è un simbolo cittadino. Prima di entrare al tempio è usanza comune acquistare dei bastoncini di incenso da infilare nel braciere, e il cui fumo è usato dai Giapponesi per purificarsi.. Ad Asakusa si trovano due importanti edifici, il discusso e discutibile palazzo del birrificio Asahi, e la slanciata sagoma dello Sky three che, quando ultimato nel 2012, supererà i 630 metri d’altezza. Inoltre in zona potrebbe essere interessante visitare il cimitero, il parco Sumida e lo stadio del Sumo (Kokugikan) che ha accanto anche un museo dedicato a questo singolare sport del quale se capitate nella stagione dei tornei potrebbe essere piacevole vedere qualche incontro. Vicino ad Asakusa si trova Kappabashi, un quartiere non molto interessante caratterizzato da diverse statue, alcune divertenti, di Kappa (uomo-anfibio) e da numerosi negozi specializzati nella produzione e vendita di casalinghi e soprattutto del cibo in plastica e/o cera che viene solitamente esposto nelle vetrine dei ristoranti giapponesi.

IKEBUKURO : Quartiere leggermente periferico ma piuttosto attivo e per certi versi simile a Shinjuku. Sunshine City è il più famoso centro commerciale del quartiere. Alto 240 metri offre una bella vista panoramica a pagamento (600 yen) ed al suo interno oltre a innumerevoli ristoranti e negozi si trova Namja Town, un parco tematico della casa di videogiochi Namco, il paradiso dei gelati e un acquario. Nei pressi di Sunshine City si trovano anche Animate (un grande negozio di genere anime) e Sanrio gift-gate, negozio ufficiale per la vendita dei gadgets di Hello Kitty e di altri personaggi della casa Sanrio.

UENO : Ad Ameyoko durante la seconda guerra mondiale si sviluppò un fiorente mercato nero. Ancora oggi in quella zona, lungo i binari della ferrovia JR che vanno da Ueno a Okachimachi, fioriscono i commerci in una sorta di bazar in cui si trova di tutto dalle 10 alle 19. Ueno è famosa anche per il suo grande parco con santuari e templi eretti dagli Shogun in era Tokugawa. I templi in questione ai miei occhi da profano non sono parsi niente di memorabile, mentre invece ho apprezzato molto il lago delle ninfee che contrasta con i palazzoni sullo sfondo e che è popolato da carpe e tartarughe che fanno spesso capolino da sotto ai ponticelli soprattutto se battete le mani per richiamarli. Il parco è affollatissimo durante la fioritura dei ciliegi (Hanami) ed è possibile noleggiare barche a remi con cui girare nel laghetto di Shinobazu su cui sorge il tempio Benten-do. Sempre nel quartiere hanno sede diversi musei tra cui il Museo Nazionale di Tokyo, il più grande del Giappone.

HARAJUKU : La strada Takeshita Dori vicino alla stazione ferroviaria di Harajuku è da sempre il luogo in cui partono le nuove mode e tendenze giovanili della capitale nipponica e non solo. In questa strada e nelle sue traverse e parallele si possono trovare negozi curiosi, soprattutto di abbigliamento e gadgets, ma è interessante soprattutto osservare la massa di giovani e meno giovani che si riversa nelle sue strade a partire dal primo pomeriggio. In particolare alla domenica, soprattutto nella zona del ponte che conduce dalla stazione JR al parco Yoyogi, si potrebbero esibire decine di ragazzi e soprattutto ragazze cosplayers che vestono in modo quantomeno eccentrico ispirandosi ai personaggi dei fumetti, ai vampiri, alle lolite gothic. Spettacolo variopinto e ad un primo approccio divertente, ma che pare nasconda un certo disagio giovanile e che nasca dalla necessità per queste persone di crearsi una sorta di identità parallela. Sempre nella zona del parco si esibiscono spesso i rockabilly che si scatenano al ritmo della musica rock americana degli anni 50/60 indossando abbigliamento a tema e per un attimo ci si trova immersi in una sorta di remake giapponese del film Grease. A pochi passi da Takeshita Dori si trova la più elegante Omotesando che viene anche definita “Champs Elysees” perché il largo viale e i negozi dei grandi marchi internazionali ricordano la famosa via parigina. Oltre ai negozi monomarca di prestigiosi marchi, ci sono grandi magazzini tra cui il famoso Omotesando Hills. Due negozi particolari sono inoltre Kiddyland, dedicato ai più piccoli, e Oriental Bazar dove si possono trovare souvenir e articoli tradizionali di ogni tipo dai kimono ai furoshiki. Harajuku offre anche alcuni pregevoli spunti architettonici. Nei pressi della stazione di Harajuku si trova lo Yoyogi National Gymnasium di Kenzo Tange, su Omotesando si affacciano l’omonimo centro commerciale, il palazzo Hanae Mori (rivestito di specchi blu) e il palazzo Aoyama, mentre in Aoyama Dori fa bella mostra di sé lo Spiral Building, uno dei palazzi più conosciuti di Tokyo. Se siete stanchi della confusione e dello shopping potete trovare rifugio e relax immergendovi nel verde del parco Yoyogi, fino a raggiungere il tempio Meiji-jingu dive se siete fortunati potrebbe capitare di imbattervi in cerimonie in cui i partecipanti indossano abiti tradizionali. Io non ho avuto tale fortuna ma mi sono divertito a leggere messaggi e desideri scritti su tavolette di legno ed appesi nei pressi del tempio e ne ho trovati anche alcuni in italiano

ODAIBA : Si tratta di un’isola artificiale che si raggiunge con la monorotaia Yurikamone. Offre una vista notevole sulla skyline di Tokyo. Passaggiando per le sue vie, un po’ anonime, attraverserete anche un parco, e potrete imbattervi in una Statua della libertà in miniatura, mentre invece il Gundam in scala 1:1 (alto 18 metri) dopo essere stato trasferito altrove è stato smembrato ed al momento sono visibili a pagamento solo alcune parti del robot, tra cui la testa, con incasso devoluto alle vittime dello tsunami. In prossimità della statua della libertà di trova anche il palazzo della Fuji Television, la cui struttura avveniristica è piuttosto ritratta nelle guide e nei libri di architettura. L’imponente ruota panoramica deve offrire una vista mozzafiato su Tokyo e sulla baia, ma purtroppo quando sono arrivato erano le 22 passate e stava terminando l’ultimo giro. La delusione la ho però superata recandomi alla Onsen, un grosso centro termale che offre ogni tipo di servizio e di massaggi, oltre naturalmente a piscine di acqua termale e alla sauna. Le terme sono aperte fino alle 7 di mattina, ma ricordatevi che dopo mezzanotte e mezza per tornare a Tokyo dovrete prendere un costoso taxi (nel mio caso circa 70 euro per una ventina di minuti). Con il senno di poi mi sarebbe convenuto sostare alle terme, dove è possibile anche sonnecchiare in sale relax, e poi al mattino presto recarmi al mercato del pesce di Tsukiji. Se avete tempo a disposizione e vi piace camminare potreste attraversare a piedi, in circa 25 minuti, il Rainbow Bridge che normalmente è illuminato da giochi di luce, ma che nel periodo in cui ero a Tokyo era spento per risparmiare elettricità in seguito allo Tsunami del marzo 2011 e alle sue conseguenze.

TOKYO : Il quartiere che dà il nome alla città non è in verità uno dei più interessanti. Praticamente merita menzione per il fatto che ospita il Palazzo Imperiale, che però apre al pubblico solo due giorni all’anno per cui dovrete accontentarvi della canonica foto ricordo con il ponte Nionbashi e un’ala del palazzo sullo sfondo. Dalla stazione Tokyo partono tutti i treni, Shinkansen inclusi. Per il resto nel quartiere si trovano essenzialmente sedi di enti amministrativi e società finanziarie, nonché alcuni musei.

SHIMOKITAZAWA : Si tratta di un quartiere alternativo. Era zona hippy, e in un certo modo la cultura di quel periodo è rimasta, non a caso vi risiedono molti artisti che spesso si esibiscono o espongono le loro opere in strada. Non solo artisti alternativi, ma anche scrittori e registi famosi abitano in questa zona che è caratterizzata anche dall’abbondanza di negozi di abbigliamento vintage e/o alternativo. Rimane un po’ decentrato e se vorrete visitarlo dovrete andarci di proposito.

TSUKUDAIJIMA : E’ un piccolo quartiere molto particolare. Fu fondato da un gruppo di pescatori provenienti da Osaka i cui discendenti in gran parte ancora abitano nel quartiere e sono dediti alla pesca, dimostrando forte senso di appartenenza e di tradizione che si riflette già a partire dalle abitazioni. Si respira un’atmosfera da villaggio rurale, con le case di legno, le strade strette, piccoli canali e arrugginite pompe manuali per l’acqua. Resistono antichi negozi specializzati nella produzione e vendita di tsukudani (pescetti, molluschi e alghe immerse in salsa di soia, zucchero e sale) nonché alcune botteghe artigianali specializzate in oggetti di legno laccato. Caratteristico il ponticello a dorso di mulo che porta alla zona più tradizionale del quartiere in cui è forte il contrasto con i grattacieli sullo sfondo che spuntano tra gli stretti vicoli. La visita a questo quartiere si puà abbinare a quella di Tsukiji, il famosissimo mercato del pesce. Oltre al pesce in questa enorme area mercatale vengono anche vendute frutta e verdura, ed il chiassoso e incessante viavai di mezzi e uomini è uno spettacolo che merita di essere visto. Il momento forse più attraente per i turisti è l’asta dei tonni che si tiene in due tornate, alle 5 e alle 5,40. Sono ammessi non più di 140 turisti al giorno suddivisi in due gruppi ma per rientrare nel novero dei fortunati occorre registrarsi al fish information center prima delle 4,30 ed a quell’ora la metropolitana ed i treni ancora non circolano. Insomma, io non me la sono sentita di provarci. Anche se non si va a vedere l’asta dei tonni, conviene comunque arrivare piuttosto presto, intorno alle 6-6,30 perché più il tempo passa più la frenesia e la quantità di gente e merci in movimento diminuiscono. La fermata della metro consigliata è Tsukiji, sulla linea grigia (Hibiya) della Tokyo Metro. Io sono riuscito a girare liberamente nell’ingrosso di frutta e verdura, ma quando arrivavo a quello del pesce venivo puntualmente respinto dopo pochi minuti da dei gentili ma inflessibili vigilantes i quali mi hanno detto che dopo le 9 anche tale area sarebbe stata liberamente accessibile, ma a quell’ora ero già altrove e non ho verificato che fosse vero. Anche gli innumerevoli banchi di vendita al dettaglio sono però interessanti, in particolare per la preparazione dei vari tagli di pesce che avviene solitamente su banchi a vista. Dopo una levataccia del genere e tanto camminare avrete sicuramente fame…nessun problema. All’interno dell’area e nelle immediate vicinanze potete mangiare pesce, e non solo, freschissimo.

ESCURSIONI DA TOKYO KAMAKURA Raggiungibile in circa un’ora di treno da Tokyo, è meta interessante dal pdv culturale e architettonico. Un modo conveniente per raggiungere Kamakura è il pass ferroviarioche con 1430 yen permette un viaggio A/R da Shinjuku a Fujisawa e da lì un numero illimitato di corse verso Kamakura con l’Enoden train che a tratti, quasi come i tram di Lisbona, si inerpica e attraversa stretti passaggi tra le abitazioni. Con questo pass inoltre si può raggiungere anche Enoshima, graziosa località balneare su un isolotto collegato alla terraferma da un ponte. Vi si trovano attrazioni naturali (grotte e scogliere) ed artificiali (acquario , faro/torre d’osservazione). Una piccola curiosità di Enoshima è l’alta concentrazione di ristoranti italiani. La spiaggia tra Enoshima e Kamakura è una sottile lingua sabbiosa e non è bellissima, però molto probabilmente potrete osservare alcuni sportivi locali fare surf nell’oceano. Arrivati a Kamakura, in stazione ci sono percorsi consigliati di cui è possibile prendere una copia presso il centro informazioni. L’attrazione principale è il Grande Buddha (Daibutsu) del 1252 che si trova all’interno del tempio Kotoku-in (7,00-18,00 200 yen). Alto 11 metri e con un peso di 850 tonnellate sopravvisse ad uno tsunami che distrusse, nel XV sec, il tempio che lo ospitava. Pur essendo per dimensioni inferiori al Buddha di Nara, lo ho trovato personalmente ancora più imponente, ieratico nella posa ed enigmatico nello sguardo. Pagando un piccolo supplemento (20 yen) è possibile entrare nella statua. Per arrivare lì conviene prendere il treno Enoden dalla stazione di Kamakura fino alla stazioncina di Hase, da cui si raggiunge il tempio con una passeggiata di circa cinque minuti. 400mt a Sud del Daibatsu sorge il tempio di Hase Dera che offre una splendida vista della baia e che ospita le curiose piccole statue di Jizo, divinità protettrice dei bambini, talvolta adornate con bavaglini e giocattoli (Jizo è custode delle anime dei bimbi mai nati). La sala di Kannon custodisce la bella e imponente statua Juichimen, scolpita nel 721 da un albero di canfora, che è la statua in legno più alta del paese. Il santuario di Tsurugaoka (6-23, ingresso libero) fondato nel 1063 offre una bella vista sulla città, vanta un bel ponte a dorso di mulo su uno stagno con ninfee ed è molto frequentato dai fedeli. Fino a poco tempo fa accanto al tempio c’era un grosso ginko che pare fosse più anziano dell’edificio stesso ma che purtroppo è stato spezzato da una tempesta invernale nel 2010. Hokukuji temple (9-16, ingresso libero, 200 yen per il giardino dei bamboo): si raggiunge con una camminata di 30-40 minuti dalla stazione di Kamakura. Tempio zen fondato nel 1334, le strutture originarie sono state in gran parte distrutte dal grande terremoto del Kanto nel 1923. Splendido il giardino che vanta una piccola foresta di bamboo all’interno della quale si trova una piccola sala da te dove i visitatori possono rifocillarsi dal caldo afoso sorseggiando del matcha. Il tempio di Engaku-ji eretto nel 1282 merita una visita per lo stupendo sanmon (cancello intarsiato su due livelli) e per la grande campana del 1301. Il tempio Kencho-ji è il più significativo ed il più vecchio dei cinque templi zen di Kamakura e sede della scuola Rinzai. Dalla stazione di Kamakura si raggiunge in circa 25 minuti di cammino piacevole in quanto il percorso si snoda in gran parte lungo una delle vie commerciali. Gli edifici odierni risalgono alla metà del XVII sec, la grande campana vicino al sanmon fu forgiata nel 1255 ed è Tesoro Nazionale. Sul retro dell’Hojo si trova uno splendido giardino zen. Ho trovato un po’ impressionante una statua che ritraeva un buddha magrissimo e nero, dal viso molto tirato, che a me ha ricordato la morte della nostra iconografia.

HAKONE-MONTE FUJI Difficile riuscire ad avvistare il Fuji in estate quando è spesso coperto dalla foschia o dalle nuvole. Con lo Shinkansen si raggiunge Odawara (40’) dove si acquista l’Hakone free pass che consente di usare tutti i mezzi della zona per 3900 yen e dove si può prendere una guida omaggio della zona. Da Odawara si prende altro treno per Hakone Yumoto e quindi un trenino a cremagliera si inerpica verso Gora da dove parte la funivia che in dieci minuti porta al monte Soun. La funivia è suddivisa in tre tronchi. Al termine del primo tratto alla fermata Owakudani si trova un antico cratere, brullo e ricco di solfatare con sorgenti di acqua termale bollente. Il contrasto con il resto della vallata, verdissimo, è stridente. In tali pozze d’acqua bollente vengono bollite delle uova che vengono vendute ai visitatori. L’apparenza è inquietante, visto che il guscio di tali uova è nero, ma il sapore è ottimo e non troppo sulfureo come temevo. Secondo la tradizione ogni uovo mangiato allungherà la vita di sette anni, le confezioni, vendute in abbinamento a bustine di sale, contengono cinque uova e costano 500 yen…preparatevi a vivere a lungo… Il secondo tratto dovrebbe consentire l’avvistamento del Fuji in caso di bel tempo e cielo terso, mentre il terzo scende al lago Ashinoko, precisamente alla stazione Togendai della funivia. In alternativa, come ho fatto io, potete scendere alla seconda fermata e, con una passeggiata di 20’ immersi nel verde, raggiungere il lago che si attraversa in circa mezz’ora con una simpatica ma kitsch barca da pirati. Il paesaggio è magnifico soprattutto se si riesce a vedere anche il monte Fuji, ma è affascinante anche in caso di cattivo tempo come in occasione della mia escursione. Il lago, le rive scoscese e boscose, il clima plumbeo mi hanno ricordato i fiordi norvegesi, se solo non fosse stato per la presenza a riva di alcuni elementi archiettonici tipicamente nipponici. La barca attracca ad Hakone Machi o ad Hakone Moto. Da entrambe le località si può prendere un bus che riporta a Odawara e che parte all’incirca ogni 20 minuti. Personalmente però prima di prendere il bus consiglio di effettuare una breve e rilassante passeggiata lungo un sentiero che costeggia la storica strada “Tokaido” e che è contornato da spettacolari cedri secolari e che offre anche splendidi scorci sul lago. Oltre alle bellezze paesaggistiche, in zona ci sono musei e fantastiche Onsen. Il Monte Fuji e il lago Ashinoko sono destinazioni molto popolari, anche per i giapponesi, ed essendo molto affollato conviene non andarci nel fine settimana, altrimenti dovrete mettere in preventivo qualche scomodità (code e mezzi molto affollati) nei trasferimenti.

KYOTO ORIENTAMENTO: Kyoto ha forma a griglia, facile da girare, può essere suddivisa in cinque settori: Raku-chu (centrale), Raku-to (orientale), Raku-hoku (settentrionale), Raku-sai (occidentale), Raku-nan (sud). La periferia è indicata come Raku-gai. A sud c’è il centro della città e le aree commerciali. A nord meno popolazione e più aree verdi e parchi. I monumenti più importanti sono concentrati a Nord, Est e Ovest della città. Kiyamachi-dori è la via dello struscio. Gion il quartiere delle geishe che si possono trovare anche a Pontocho. Personalmente in alcuni giorni ho incontrato da distanza ravvicinata solo due giovani maiko di giorno nella zona di Kyomizu-zaka e una geisha nel Gion di sera, una fugace apparizione visto che era su un taxi fermo al semaforo, ma voi potreste essere più fortunati. Shijo-dori è interessante per lo shopping, ed in proposito merita sicuramente una visita il mercato Nishiki-koji, aperto tutti i giorni, dove si possono trovare curiosità gastronomiche, casalinghi e abbigliamento.

TRASPORTI: Kyoto è compresa nella linea Shinkansen che consente di raggiungere Tokyo in 2 ore e mezza (circa 13000 yen con Shinkansen Nozomi) e Hiroshima in 1 ora e 40’ (11000 yen con Shinkansen). Japanican offre un JR pass con A/R Tokyo-Kyoto abbinato a un daily sightseeing pass in Kyoto per 21000 yen, il ritorno deve avvenire entro una settimana e si può viaggiare anche su Nozomi trains, che sono invece esclusi dal semplice JR pass. Il Japan Railway Pass valido una settimana ed utilizzabile su tutti i mezzi JR costa sui 250€. BUS notturni: Willer e JR Bus collegano il terminal bus di Kyoto a Tokyo e viceversa. Partenze dopo le 22, durata del viaggio circa 8 ore. Prezzo: tra i 5000 e i 9000 yen a seconda del tipo di bus e sedile scelto, che vanno dal normale sedile con schienale reclinabile a sedili ampi e confortevoli come una prima classe in aereo. Esiste un valido Japan bus pass della Willer bus company che potrebbe essere l’ideale in abbinamento con il JR pass per un itinerario simile al mio, ma che io non ho potuto sfruttare in quanto non valido durante il periodo dell’Obon che coincideva con il mio viaggio. Dentro Kyoto: la metro ha un’estensione molto limitata con due sole linee: una nord-sud (Karasuma, come la strada principale che segue stessa direzione dalla stazione al palazzo imperiale) e una est-ovest (Tozai) che si incrociano alla stazione Karasuma-Oike. Molto meglio il bus della metro, molti templi hanno fermate nelle immediate vicinanze, tuttavia per problemi di traffico a volte meglio avvicinarsi alla destinazione in metro o in treno e poi prendere bus. Sui bus si sale dietro e si paga davanti. Pass giornaliero bus+metro (1200 yen) corsa singola (220 yen) L’indispensabile Kyoto transportation guide è in genere disponibile negli hotels, in caso contrario la si può prendere al tourist information center. E’ molto pratica, offre indicazioni su come raggiungere le principali attrazioni e mostra i collegamenti tra le aree principali della città.. Ci sono noleggi bici, interessanti ma cari (2000 yen/giorno, e spesso si deve pagare il parcheggio della bici) e se come me ci andrete ad agosto potrebbe fare un po’ troppo caldo per pedalare. Per raggiungere le principali attrazioni, soprattutto se alloggiate nella zona della stazione, si rivelano molto utili i Raku Bus che hanno come capolinea la stazione ferroviaria RAKU BUS: #100 va a Kyomizu-ji, Heian shrine, Ginkaku-ji; #101 va a Nijo castle, Kinkaku-ji; #102 va Ginkaku-ji, Kinkaku-ji (via Daitoku-ji). Le aziende di trasporto locali prevedono numerose tariffe speciali che conviene controllare per trovare quella che più corrisponde alle proprie esigenze. Meritano di essere segnalate: KYOTO SIGHTSEEING CARD: permette uso illimitato di tutti i bus e della metro. Giornaliero 1200, due giorni (consecutivi) 2000 yen. KYOTO CITY BUS: uso illimitato di tali bus (no metro e area ridotta rispetto a sightseeing card) 500 yen/giorno. KYOTO SUBWAY CARD: uso illimitato della metro, che però come detto copre una scarsa area cittadina. Giornaliero 600 yen

CURIOSITA’ E PICCOLI CONSIGLI: Prelievi valuta: molti bancomat non aderiscono a cirrus/maestro, cercare le poste e/o banche estere (Citibank). L’ufficio postale principale utile anche per i prelievi bancomat si trova accanto all’uscita lato nord della stazione, lun-ven 9-19, sab 9-17, dom 9-12,30. Kyoto tourist info center: si trova (10-18, chiuso 2°martedì del mese) nell’edificio della stazione di Kyoto. Dal salone principale prendere la scala mobile west fino al 2° piano, entrare nel grande magazzino Isetan, svoltare subito a sinistra e prendere la scala mobile a sinistra fino al nono piano. In alternativa (più indicato per chi parla giapponese) c’è un ufficio anche al secondo piano del medesimo edificio (9,30-19). Vedere poco e con calma, concentrando i luoghi della stessa area. Scegliere strade secondarie soprattutto nei dintorni delle attrazioni più famose (difficile perdersi con pianta a griglia). People watch alla mattina (6-8) o alla sera (16-19). Arrivare presto nei luoghi più famosi, soprattutto nel weekend. Internet cafè: ricordate che in Giappone potreste sfruttare questi locali per pernottamenti di emergenza. Infatti è possibile affittare una stanzetta con pavimento morbido tipo tappetino su cui dormire tranquillamente. Prima di coricarvi o dopo esservi svegliati potrete fare una doccia (conviene prenotarsi, chiameranno loro con l’interfono la vostra stanza quando sarà il vostro turno) per la quale vi forniscono di asciugamano, shampoo, doccia schiuma, spazzolino, dentifricio, rasoio. Si tratta di soluzioni non comodissime ma economiche che presentano innegabili vantaggi a fronte di alcune scomodità. Tra i pro: costi ridotti, non serve prenotare, sono solitamente vicino alle stazioni ferroviare e quindi comodi se dovete partire presto al mattino, consumazioni gratuite di bevande ed a volte anche gelato, ed ovviamente accesso illimitato ad internet ed ai fumetti manga. Tra gli svantaggi: dimensioni poco adatte ai claustrofobici, orario piuttosto rigido (check-in dopo le 22, check out entro le 7 di mattina), comodità del materassino non proprio all’altezza di un letto. Il pachinko in genere viene definito come una via di mezzo tra un flipper e una slot machine. E’ un gioco diffusissimo in Giappone e anche nei centri più piccoli si trovano sale di fronte alle quali già prima dell’apertura si forma un’ordinata fila di impazienti giocatori. Infatti come tanti giochi il pachinko per molti è una specie di droga. Le sale sono spesso gestite dalla yakuza e normalmente i premi non sono in denaro ma consistono in oggetti di vario valore. Io sono entrato per curiosità in una sala pensando anche di provare a giocare ma dopo pochi minuti me ne sono andato: luci abbaglianti, rumore infernale (i cui ingredienti sono tintinnio di biglie d’acciaio, suoni da videogioco e musica diffusa a volume altissimo), fumo nell’aria (i potenti aspiratori fanno un buon lavoro ma un non fumatore percepisce eccome il consumo di tabacco) e decine di facce alienate di fronte alla propria postazione…meglio scappare prima di farmi possedere dal demone del gioco… Se visitate Kyoto ad Agosto informatevi sulle iniziative turistiche per il periodo dell’Obon, in particolare potreste assistere a emozionanti spettacoli pirotecnici ed alcuni templi di sera potrebbero essere illuminati da lanterne. Io mi sono recato, la sera del 10 agosto, a Uji, graziosa cittadina famosa per il the, a meno di un’ora di treno da Kyoto. Treno, stazione e strade super affollate e quindi escursione sconsigliata a chi patisce la ressa, ma lo spettacolo dei fuochi artificiali che dura un’ora e le innumerevoli bancarelle, con specialità culinarie dal salato al dolce, valgono il viaggio tipo sardina in scatola.

DA VEDERE: KYOTO CENTRALE: Quest’area è snodo cruciale dei trasporti sia all’interno dei confini cittadini che verso altre mete. La maggior parte degli edifici sono moderni, in proposito meritano di essere menzionati la stazione ferroviaria e la Kyoto Tower, tuttavia si trovano anche templi e edifici tradizionali Nishi Hongan-ji: 10’ a piedi dalla stazione ferroviaria, aperto dalle 5,30 alle 17,30, ingresso gratuito. Fondato nel 1591 è sede della scuola buddhista Jodo-shinshu. Dal portale si accede alla sala del fondatore che ospita una statua lignea del 1250. Il Karamon e la sala Daisho-in (tesoro nazionale) furono prelevati nel 1600 dal castello di Fushimi. Nel lato Nord si trova uno dei palcoscenici Noh più belli ed antichi del paese. Il padiglione a tre piani fu trasferito qui nel 1615. To-ji: 15’ a piedi dalla stazione ferroviaria. La sala principale (Kondo) è del 1606 e rientra nei tesori nazionali. La sala di lettura (Kodo) del 1491 ha 21 statue di Buddha e di altre divinità. Vanta un elegante giardino e la sua pagoda, del 1664, è la più alta (55mt) del Giappone. Nijo Castle: 8,45-17, ingresso 600 yen, chiuso al martedì. Il complesso racchiude cinque edifici e può essere suddiviso in tre aree: Honmaru, Ninomaru, giardini. Dal karamon (porta cinese) si raggiunge il Ninomaru, ex resienza dello Shogun, in legno con dipinti alle pareti, a sud del quale c’è il bel giardino di Shinsen-en. L’honmaru contiene il castello vero e proprio che però normalmente non è accessibile ai turisti. Palazzo imperiale: completato nel 1645, come residenza della famiglia Katsura, è uno dei migliori esempi di architettura e giardinaggio giapponesi, tuttavia non lo ho visitato in quanto per farlo occorre rispettare un rigido regolamento che impone di registrarsi, presentando il passaporto, ad una agenzia, dopodiché si effettua una visita guidata in giapponese (ma ci sono audio-guide anche in inglese) di circa un’ora. E’ possibile anche prenotarsi via internet, ma occorre farlo con largo anticipo perchè i pochi posti disponibili vengono rapidamente esauriti.

KYOTO ORIENTALE E’ l’area più tradizionale e caratteristica della città, ideale da girare a piedi. Soprattutto la sera Gion e Pontocho offrono scorci bellissimi incorniciati dai bassi edifici in legno spesso illuminati da lanterne rosse. I ristoranti nella zona Gion-Pontocho sono piuttosto costosi, un po’ più economici quelli su Kiyamachi-Dori. Kawaramachi e Shijo-Dori sono area commerciale e a Nishikoji-dori si trova un famoso mercato. Kyomizu-Dera: aperto dalle 6 alle 18, ingresso 300 yen. Fondato nel 798 è dedicato alla divinità buddhista Kannon. Patrimonio UNESCO, l’edificio attuale, costruito senza usare chiodi risale al 1633. La posizione a strapiombo offre una bella vista su Kyoto. La cascata Otowa no taki, poco lontana dall’edificio principale è meta di pellegrinaggi di fedeli che si purificano bagnandosi e dissetandosi con la sua acqua. E’ uno dei luoghi più frequentati dai turisti per cui conviene arrivare presto. La stessa via di accesso al tempio (Kyomizu-zaka e Sannen-zaka) sebbene estremamente commerciale è affascinante con i suoi edifici bassi e in legno. Nanzen-ji: 8,30-17, ingresso 500 yen, l’ingresso a Nanzen-in si paga separatamente e costa 300 yen. Consacrato tempio nel 1293, sede della scuola zen Rinzai, è circondato da tempietti minori dei quali il più famoso è Nanzen-in che si raggiunge oltrepassando un atipico (in Giappone) acquedotto ad archi in mattoni. Salendo, a pagamento, sopra la porta di accesso al tempio si gode di una splendida vista sulla città. L’edificio Hojo, proveniente dall’ ex palazzo imperiale custodisce capolavori pittorici e accanto all’edificio si trova un bel giardino zen. Ginkaku-ji: 8,30-17, ingresso 500 yen, il modo più intrigante per raggiungerlo è camminare lungo il sentiero del filosofo, lungo circa 2km e che lo congiunge al tempio Nanzen-ji costeggiando un canale fiancheggiato da alberi di ciliegio e passando accanto ad edifici in legno, giardini e altri templi minori. Nato come residenza di uno Shogun nel 1482 fu poi trasformato in tempio. Il giardino è superbo, sia quello sabbioso in stile zen, sia quello verdeggiante che circonda un sentiero che porta su una collina offrendo una splendida vista del complesso e della città. La minuscola sala da the viene considerata il modello a cui si sono ispirate quelle successive. Sanjusangen-do: raggiungibile in 20’ a piedi dalla stazione ferroviaria o con bus che ferma in prossimità dell’ingresso, 8-16,30 ingresso 600 yen. E’il più lungo edificio in legno del Giappone (120mt), è dedicato a divinità agricole ed è patrimonio UNESCO. Fondato nel 1164, ricostruito nel 1266, custodisce più di mille statue di Kannon ai lati della mirabile statua principale scolpita nel 1254 e protetta anche da statue di altre divinità in atteggiamento minaccioso. Maruyama park: gratuito, splendidi giardini, chioschi, laghetti, ristoranti. Dal parco si diramano belle stradine con edifici in stile tradizionali.

KYOTO OCCIDENTALE Si tratta di un’area prevalentemente residenziale, ma che ospita alcuni dei templi più famosi. Rimane leggermente scomoda da raggiungere in quanto non servita dalla metropolitana e troppo lontana per essere raggiunta a piedi da chi alloggia nella zona della stazione (credo il 90% dei turisti). Se avete una certa resistenza e se siete piuttosto mattinieri, la visita a questa zona della città può essere completata con un’escursione ad Arashiyama. Kinkaku-ji: 9-17, 400 yen, bus 101 ferma a poche centinaia di metri. L’attuale edificio (del 1955) è una riproduzione dell’originale del 1397. La sua sagoma, rivestita in lamine d’oro, che si specchia nel laghetto è una delle immagini più conosciute di Kyoto e del Giappone intero. Molto piacevole e rilassante anche il percorso attraverso il parco, dove si trova anche una splendida sala da te. Ryoan-ji: 8-17,30, ingresso 500 yen, si raggiunge a piedi con una passeggiata di circa un km dal Kinkaku-ji. Fondato nel 1473 è famoso per il giardino minimalista zen: 15 rocce adagiate su un mare di ghiaia rastrellata. Le pietre sono poste in modo tale per cui da ogni angolazione lo si guardi una delle rocce non è visibile. Sebbene la gente si soffermi sul giardino in ghiaia io ho trovato molto piacevole e molto rilassante anche il piccolo giardino verdeggiante sul lato opposto, così come lo splendido parco con grande stagno con ninfee e piccoli altari che circonda il tempio. All’interno del complesso si trova anche un ristorante famoso per la preparazione di tofu bollito (yudofu) che potrete gustare sedendo su tradizionali tatami di fronte a un bel giardino Ninna-ji: 9-17 ingresso gratuito in buona parte della struttura, 10’ a piedi da Ryoan-ji in direzione sud-ovest. Ultimato nell’ 888, in origine palazzo degli ex imperatori, è oggi sede della scuola di Omuro (corrente del buddhismo Shingon) ed è patrimonio Unesco. Gli edifici più antichi della struttura attuale risalgono all’inizio del XVII sec e provengono dal palazzo imperiale. La statua del Buddha Amida come il Kondo che la custodisce sono tesori nazionali, ma al momento della mia visita il kondo era chiuso. Sul lato nord si trova una bella pagoda alta 33 metri. All’interno della struttura si trova anche un palazzo (goten) che è visitabile a pagamento (500 yen). Infine nella parte centrale del complesso ci sono dei ciliegi nani, chiamati “omuro” che fioriscono leggermente in ritardo e sono piuttosto rari. Visto il solleone che accompagnò la mia visita avrei preferito alberi più alti e frondosi…e per rinfrescarmi azionai una fontanella in bamboo. Non so se fosse lecito, ma alcuni giapponesi mi imitarono.

DINTORNI DI KYOTO Arashiyama: se decidete di visitare questa graziosa località in abbinamento alla zona ovest di Kyoto, il mezzo più comodo è la Randen line (200 yen) che ha una stazione a due passi dal tempio Ninna-ji. In alternativa, dal centro di Kyoto si può prendere anche la JR line. Entrambe le stazioni, ma soprattutto la Randen, sono comunque vicino alle principali attrazioni del luogo. Poche centinaia di metri dalla stazione Arashiyama della Randen line si trova il famoso ponte Togetsu-kyo, dal quale si può ammirare da un lato il fiume e dall’altro il lago solcato da barchette. Oltrepassato il ponte si arriva a un tranquillo parchetto accanto al quale si trova il parco delle scimmie dove è possibile osservare scimmie del Giappone, orginarie dell’isola di Hokkaido, in libertà. Sono animali curiosi per cui conviene fare attenzione a quello che si tiene in mano, a me una scimmietta ha cercato di rubare una bottiglietta d’acqua, inoltre per arrivare alla zona dove si trovano le scimmie bisogna fare una bella scarpinata in salita, ma secondo me ne vale la pena anche perché dalla vetta si ha una splendida vista sull’area di Kyoto. L’ingresso al parco costa 550 yen. Altre attrattive di Arashiyama sono il tempio Tenryu-ji (8,30-17,30, ingresso 500 yen)e la vicina foresta di bamboo. Il tempio, patrimonio Unesco, fondato nel 1339 appartiene alla scuola zen rinzai. Del complesso originale rimane lo splendido giardino attraversando il quale si arriva all’uscita nord del tempio, proprio in prossimità di una lussureggiante foresta di bamboo attraversata da un passaggio pedonale. Se invece di abbinare Arashiyama alla zona ovest di Kyoto, decidete di trascorrervi l’intera giornata, potrebbe essere interessante utilizzare uno di questi trasporti o entrambi HOZUGAWA KUDARI RIVER RUN: barca che va da Kameoka a Arashiyama (16km in 2 ore) in un bel canyon con rapide e bei panorami. Dalle 9 alle 14 costa 3900yen. L’imbarcadero si trova a 8 minuti a piedi dall’uscita nord della stazione Kameoka della JR Sagano line. SAGANO SIGHTSEEING TRAM RIDE: tram che attraversa bei paesaggi, 8 tunnel e un canyon da JR Saga Arashiyama station a Kameoka (600 yen).

Fushimi Inari: aperto dall’alba al tramonto, si raggiunge facilmente da Kyoto con la JR line per Nara (5’, biglietto 140 yen sola andata). Proprio per via della sua posizione ci si può andare di ritorno da un’escursione a Nara, anche se potrebbe rimanervi poco tempo a disposizione oppure potreste essere un po’ stanchi Questa vasta area è famosa per il lunghissimo tunnel (circa 4km) di torii rossi e per le numerose statue di pietra raffiguranti una volpe seduta. Qui sono state girate alcune scene del celebre film “Memorie di una geisha”. Il percorso del tunnel si snoda in salita, con il caldo è piuttosto faticoso, molto lungo e un po’ ripetitivo per cui io non lo ho affrontato fino alla fine perché ero stanco e stava venendo tardi. L’ingresso della struttura è proprio di fronte all’uscita della stazione ferroviaria, a poche centinaia di metri.

POSSIBILI ESCURSIONI DA KYOTO NARA: Piccola città, ex capitale, atmosfera tranquilla. Il Parco, nel quartiere nordorientale della città, oltre che per i cervi è famoso per custodire alcuni dei maggiori tesori di Nara, inclusa la più grande statua bronzea al mondo. Visitabile in giornata da Kyoto. Spesso viene consigliata la Kintetsu line che in 35-45 minuti porta a destinazione. La JR ha corse meno frequenti ma si trova sulla linea che porta a Inari consentendo quindi nella stessa giornata di visitare Nara e il santuario di Fushimi Inari. Con la JR ci vuole poco meno di un’ora per arrivare a destinazione (690 yen solo andata) con treno locale, pulito e per una volta non troppo affollato e con una buona percentuale di turisti occidentali. Subito usciti dalla stazione si trova l’ufficio informazioni turistiche dove reperire cartine, depliants e chiedere ulteriori informazioni. Quasi di fronte all’ufficio turistico si trova una delle principali strade commerciali di Nara che porta senza deviazioni al tempio Kofuku-ji. Kofuku-ji (9-17, a pagamento, 15’ a piedi da stazione JR), tempio buddista la cui pagoda a 5 piani, sovrasta un vicino stagno, è il simbolo della città. Ho ammirato la alta pagoda, una delle più alte del Giappone ma non sono entrato nel tempio. In quest’area molto probabilmente vi troverete a fare conoscenza con i famosi cervi che popolano questa località e che scorazzano liberi in mezzo alla gente come animali domestici. Potrete accarezzarli, fotografarli e perfino nutrirli con appositi biscottini che vengono venduti nelle bancarelle. Ricordatevi però che, sebbene quasi addomesticati, sono degli animali selvatici per cui un minimo di prudenza è consigliabile visto che alcuni hanno lunghe corna acuminate. E se decidete di offrire loro dei biscotti preparatevi ad essere assediati per qualche secondo anche dopo che li avrete finiti. Una bella camminata nel parco, andando praticamente sempre in direzione rettilinea vi condurrà al santuario Kasuga Taisha (9-17, chiuso lun, 400 yen). Durante il mio cammino ho avuto la fortuna di intravvedere un anziano maestro di arti marziali che si esercitava con la sua spada in legno nella quiete della foresta, mentre a pochi metri da lui alcuni cervi pascolavano tranquilli. Ne ho approfittato per riposarmi e bere un po’ mentre assistevo alle evoluzioni del samurai e mi godevo la tranquillità dell’ambiente bucolico. Il tempio consta di quattro edifici principali di stampo cinese ed è stato modello per molti templi giapponesi. Secondo lo stile scintoista gli edifici principali venivano demoliti e poi ricostruiti ogni 20 anni. L’ultima ricostruzione risale al 1893 . La via che conduce al santuario è fiancheggiata da oltre 2000 lanterne in pietra, altre 1000 di bronzo sono appese nel tempio che spicca, nel verde della foresta, per il suo squillante colore vermiglio. In occasione della mia visita era in corso una cerimonia, non avevo voglia di aspettare la fine quindi non sono entrato, tuttavia ho avuto modo di spiare alcune preghiere, accompagnate da musica, dei monaci avvolti nei loro abiti tradizionali e di ammirare la curiosa acconciatura delle monache (ammesso che si possano definire tali) ospiti della struttura. Tornato sui miei passi ho poi costeggiato il bellissimo parco del palazzo della prefettura di Nara fino a raggiungere la strada che conduce al Todai-ji. Anche qui i cervi scorrazzano liberamente nella strada, tra le bancarelle e di fronte ai negozi alla ricerca di cibo e di acqua tanto che mi è capitato di vedere un cervo bere da una fontanella aperta. Non mancano ovviamente i gadget a tema “cervo” per i più piccini. Il tempio di Todai-ji (8-17, 500 yen, bus Daibutsuden per chi arriva dalla stazione) ai confini nordoccidentali del parco di Nara custodisce il gigantesco Buddha di bronzo del 750DC. Si tratta della più grande statua bronzea al mondo ed è custodita da quello che è tuttora l’edificio ligneo più grande al mondo sebbene sia stato ridimensionato del 30% rispetto alla struttura originaria, . Nonostante le enormi dimensioni sia la struttura che la statua sfoggiano una certa eleganza ed armonia. In un angolo del tempio si trova una colonna con un foro alla base che si dice sia largo quanto le narici del Daibutsu. Molto probabilmente vedrete una fila di bambini che attendono il loro turno per passare attraverso il foro, aspettati dai genitori che li incitano e li fotografano nell’atto. Secondo la tradizione solo chi riesce a passare attraverso il foro sarà “illuminato”. Il Sangatsu-do (8°sec)è la più antica struttura del tempio e custodisce statue che sono tesori nazionali

HIMEJI (9-17, 15’ piedi verso nord da staz JR di Himeji, 600 Yen) a meno di un ora da Kyoto. Costruito nel 1581 è forse la fortezza più bella del Giappone. Mai attaccato, è rimasto integro, a partire dalle mura. Il torrione principale ha la tradizionale struttura a 5 piani, ma c’è un piano “interrato”. Tra un edificio e l’altro ci sono giardini che smorzano l’aspetto militare della struttura. Potreste provare ad inserire questa escursione nella stessa giornata dedicata a Hiroshima e Miyajima, ma rischiereste sempre di essere di corsa. Essendo al momento (e se non ricordo male fino al 2015) in ristrutturazione (e quindi solo parzialmente aperto ai turisti) ed avendo poco tempo a disposizione io ho preferito rinunciare. HIROSHIMA Si raggiunge da Kyoto con Shinkansen in 1h40’. Città carina, tranquilla e turistica, ma non vi si trovano edifici vecchi per ovvi motivi e chiaramente il motivo principale per visitare questa città è legata al valore storico e simbolico di una data: 6 agosto 1945, quando alle 8,15 di mattina la prima bomba atomica venne sganciata dall’ Enola Gay sulla città. Gli elementi di maggior richiamo per i turisti sono legati a questa vicenda storica, in particolare: Il parco della pace (raggiungibile da stazione JR con street-car per Eba o Miyajimaguchi) che custodisce lo scheletro del Genbaku Domu, uno dei pochi edifici non rasi al suolo dall’esplosione e l’unico rimasto come dopo l’esplosione, preservato come ricordo e come monito. Dall’altra parte del fiume si trova il toccante monumento a Sadako Sasaki, la cui storia merita una breve digressione. Sadako aveva due anni quando la bomba atomica scoppiò a circa 2km dal luogo in cui si trovava. L’esposizione alle radiazioni provocò una grave forma di leucemia che iniziò a manifestarsi quando aveva undici anni. La sua migliore amica le parlò di una leggenda secondo la quale chi avesse creato mille gru con la tecnica dell’origami avrebbe potuto esprimere un desiderio. Sadako iniziò così a creare gru, non si sa con esattezza quante ne abbia fatte prima della sua morte, a soli 12 anni, ma la sua storia iniziò ad essere conosciuta dapprima su base locale e poi anche a livello internazionale. Oggi a lei e a tutti i bambini vittime della guerra è dedicato un monumento che la ritrae mentre innalza verso il cielo una gru. Attorno al monumento ci sono decine di opere in segno di pace e fratellanza tra i popoli composte da migliaia o milioni di gru utilizzando la tecnica dell’origami. Ogni visitatore può lasciare la sua creazione e un messaggio Ci sono poi altri monumenti, un albero sopravvissuto alla bomba, e il cenotafio, un monumento funebre che contiene il registro delle oltre 140.000 vittime e la cui fiamma smetterà di ardere solo quando non ci saranno più armi nucleari nel mondo. Il museo della pace (aperto dalle 8 alle 18, ingresso 50 yen), a sud del cenotafio, espone non solo immagini e reperti della tragedia, ma tratta in modo piuttosto ampio il pericolo atomico, con schede e informazioni sugli armamenti nucleari delle superpotenze e sui rischi che questi arsenali comportano. Arrivando in stazione ci sono indicazioni piuttosto chiare per raggiungere il Parco della pace.

MIYAJIMA E’una delle località più pittoresche del Giappone. A mezz’ora da Hiroshima si può visitare in mezza giornata. Per arrivarci, se avete JR Pass in corso di validità dovrete prendere treno locale per Miyajimaguchi (25’) e da lì in 5 minuti a piedi raggiungere l’imbarcadero dove prenderete il traghetto che in dieci minuti conduce al porto di Miyajima. Sia i treni che il traghetto non comportano alcun costo per i possessori di JR pass. In alternativa dopo aver visitato il Parco della pace di Hiroshima potreste prendere il tram per Miyajimaguchi, senza dover tornare fino in stazione, salendo alla stessa fermata d’arrivo al parco con lo streetcar (Genbaku domu mae). L’isola è popolata da cervi belli e simpatici ma a volte un po’ troppo invadenti e interessati non solo al vostro cibo, ma anche a cartine ed altri oggetti che potreste avere in mano. Come a Nara si trovano venditori di biscottini appositamente preparati per gli ungulati, in quanto i nostri cibi potrebbero nuocere alla salute delle bestiole. Il centro cittadino ha poco da offrire, tranne ristoranti e negozi di souvenir il più gettonato dei quali è il shakushi, un mestolo di legno per il riso inventato in periodo Edo in questa zona. Nella zona commerciale chiamata Omotesando, tra innumerevoli ristoranti, negozi di souvenirs e di specialità culinarie è esposto con un certo orgoglio il Shakushi più grande al mondo. Dalla zona commerciale si arriva al Santuario Itsukushima-jinja (6,30-18, ingresso 300 yen) che è noto per il tetto di paglia, per il colore aranciato degli intarsi in legno ma soprattutto per il fatto che sembra galleggiare sull’acqua quando c’è alta marea. Famosissimo il torii “galleggiante” rosso che troneggia sul bagnasciuga a circa 150 metri dal territorio del santuario e che è una delle immagini più fotografate del Giappone. Avendo il treno per tornare a Kyoto alle 17,30 purtroppo mi sono perso lo spettacolo del Torii e del tempio con l’alta marea che di solito si ha verso sera, al tramonto la cui luce crepuscolare rende il tutto ancora più affascinante con effetti cromatici superbi. Una breve salita a sud del tempio conduce alla pagoda Tahoto da cui si ha un bel panorama. Lungo il percorso potrete visitare il tempio Daigan-ji e proseguire poi fino al monte Misen attraversando una foresta primordiale per poi godere di una splendida vista dall’osservatorio posto a 535mt sopra il livello del mare. Se la stanchezza dovesse iniziare a farsi sentire potrete scendere con una funivia fino al parco Momijidani, alle spalle del tempio, per tornare infine al porto facendo magari sosta al “centro dell’artigianato tradizionale di Miyajima”. Attrazione molto frequentata, soprattutto dai più piccoli, è infine l’Acquario che si trova a 10-15 minuti di cammino dal tempio di Itsukushima.

CUCINA: Dici Giappone e pensi sushi&sashimi…naturale, come l’associazione di idee Italia=pasta &pizza. Tuttavia come nel nostro paese la cucina è molto più articolata, e come in Italia le ricette base spesso differiscono per piccoli dettagli o per qualche ingrediente a seconda della zona in cui ci si trova. Premetto che prima di partire mi ero sempre rifiutato di usare le bacchette, un po’ per pigrizia e un po’ perché ritenevo che il posto giusto dove imparare a usarle correttamente fosse in Asia. Infatti alla bella e meglio non ho avuto grossi problemi fin da subito ad usarle, ma mi sono accorto che non le impugnavo correttamente ed ho modificato il mio stile, non senza qualche piccola difficoltà. C’è stato solo un momento di scoramento: una sera tentando di pinzare gli ultimi due o tre fili di pasta che nuotavano nel brodo del ramen la cameriera si è impietosita e mi ha portato una forchetta…mi sarebbe bastato bere un po’ del brodo per ridurre il coefficiente di difficoltà della pinzata e portare a termine la missione, ma mi è venuto in mente solo in un secondo tempo. Per quanto riguarda le bevande normalmente acqua o the verde sono gratuiti, mentre gli alcolici hanno prezzi decisamente elevati. Non ho patito più di tanto l’assenza di pane in tavola, in quanto non si sposerebbe comunque benissimo alla maggioranza delle loro ricette. Non ho mai provato il caffe, non per diffidenza ma perché in primis non esiste un caffè tradizionale giapponese e poi perché non ne ho mai sentito la necessità. Ho ingurgitato un po’ di caffeina solo con i beveroni freddi già pronti di caffelatte che talvolta bevevo a colazione accompagnandoli a pastarelle di stile occidentale, in quanto i dolcetti giapponesi (non riesco a fare colazione senza alimenti dolci) sono capolavori di estetica e presentazione ma non molto gustosi e goduriosi. La mia colazione tipo era quindi latte o caffelatte con un paio di paste comprate la sera prima nei “combini” negozi aperti in genere 24/7 e quindi comodissimi per fare rifornimento prima di andare a letto. Si trovano dolci tipo donuts, olandesine, danish pastries e krapfen anche se talvolta con ingredienti diversi dalle nostre abitudini. Per esempio il primo giorno mentre stavo per addentare un krapfen mi chiedevo se il ripieno potesse essere crema, cioccolata o marmellata (gli ingredienti erano scritti solo in giapponese)…al primo morso la sorpresa fu tanta: ripieno di fagioli dolci…superata la delusione iniziale, più che altro psicologica, mi è piaciuto. Se la mia colazione era un po’ ripetitiva al contrario a pranzo e cena ho spesso cambiato menu per cercare di assaggiare più ricette possibili. Nelle grandi città si trovano ristoranti per ogni gusto e di ogni parte del mondo, io ho cercato il più possibile di tralasciare ristoranti etnici (italiani, francesi, indiani sono molto diffusi) cedendo solo a un ristorante cinese che essendo molto frequentato mi lasciava presagire un buon rapporto prezzo/qualità. Durante la mia vacanza ho avuto modo di assaggiare: Okonomiyaki: alcuni la paragonano alla nostra pizza, ma non mi sembra che sia una definizione azzeccatissima. Il nome significa “cucina come preferisci” ed infatti si scelgono gli ingredienti da cuocere poi su una piastra rovente posta in mezzo al tavolo creando una sorta di omelette sottile e croccante o se volete di pizza, al cui ingrediente base (una crema di cavolo e verza) si possono aggiungere verdure, carne, pesce, pasta, insaporendo il tutto con una salsina scura. Tonkatsu: è la “milanese” giapponese. Una fetta di carne di maiale impanata e fritta, servita molto calda e accompagnata normalmente da cavolo tagliato sottile e da una salsa saporita, credo sia la teriyaki. Miso: una gradevole zuppa calda che spesso viene portata in abbinamento ad altre pietanze. L’ingrediente principale è il miso, una pasta di soia fermentata. Al brodo possono essere aggiunti altri sapori e ingredienti, dal tofu alle vongole. Udon: sono spaghettoni di grano tenero, con forma leggermente squadrata che vengono serviti in brodo. E’ possibile scegliere diversi tipi di brodo ed eventualmente di guarnitura. E’ un piatto molto economico e corroborante. Molti giapponesi emettono sonori sciurbamenti nel mangiarli, aspirandoli rumorosamente con la bocca. Per le nostre abitudini è un suono un po’ fastidioso, ma ci si abitua presto. Attenzione che il brodo, come anche per il ramen, è molto caldo. Soba: spaghetti di grano saraceno che possono essere serviti in brodo o asciutti. Io li ho mangiati nella seconda versione, guarniti con uova e verdure…una sorta di carbonara nipponica… Ramen: piatto di origine cinese ma che è forse la ricetta più consumata sulle tavole giapponesi. In una tazza di brodo caldo vengono immersi pasta (piuttosto sottile tipo spaghetti), carne, verdure, funghi, uova. Oltre agli ingredienti si può scegliere anche l’aroma del brodo. E’ un piatto unico completo. Tenpura: verdure e pesce pastellati e fritti. Una frittura piuttosto leggera. Bento: non si tratta di un piatto vero e proprio ma di una modalità diffusa di nutrirsi in Giappone, soprattutto per i pendolari. Il bento acquistato nelle stazioni viene solitamente definito ekiben. Si tratta di un piatto da asporto, un vassoio a scomparti in cui non manca mai il riso bollito accompagnato da verdure, pesce, carne, tenpura o sushi e onigiri. Pollo teriyaki: teriyaki significa letteralmente lucido e cotto al grill. La patina lucida è data dalla marinatura nella salsa di soia arricchita con amido e zucchero. Sashimi: sottili fettine di pesce crudo accuratamente selezionato dai tagli più pregiati. E’ abitudine intingere il sashimi in un piccolo recipiente riempito con salsa di soia. Yakitori: spiedini di pollo alla griglia. E’ possibile scegliere quali parti si vogliono mangiare, inclusi la pelle e le cartilagini. Vi sono ristoranti specializzati, ma è un cibo molto diffuso anche nei chioschetti di strada. Dumplings: piatto diffuso un po’ in tutta l’asia e il mondo. Pasta ripiena di pesce, carne o verdure spesso cotta al vapore. Sushi: è il piatto giapponese per eccellenza che praticamente tutti conoscono anche se alcuni lo confondono con il sashimi. Piatto semplice in cui riveste fondamentale importanza la freschezza del pesce che accompagna le polpettine di riso, le quali possono essere avvolte con alga nori. Rispetto al sushi mangiato in Italia posso segnalare: prezzi più economici, dimensioni maggiori, più wasabi (tanto da rendere praticamente inutile la pallina wasabi di accompagnamento che normalmente viene disciolta nella salsa di soia) Donburi: come spesso capita nella cucina asiatica è una sorta di piatto unico costituito da una scodella di riso bianco sulla quale vengono posti altri ingredienti a scelta: pesce, carne, verdure. Carasau di Seppioline: non ricordo il nome giapponese. Mi è capitato di mangiarlo a Enoshima, incuriosito dalla fila di giapponesi di fronte a un chioschetto mi sono messo in fila. Praticamente infarinano due polipetti o seppioline e li comprimono in una piastra rovente. Dopo pochi istanti ne esce una sfoglia sottile e croccante, tipo pane carasau ma salata e aromatizzata dal sapore del pesce.

SOUVENIRS: Non appena i vostri amici sapranno che state per andare in Giappone verrete probabilmente assaliti da richieste di souvenir. Alcuni dei più tradizionali sono un po’ problematici da trasportare per fragilità, per dimensioni o per pericolosità, in particolare le fragilissime porcellane e lanterne di carta, alcuni oggetti in legno laccato o le varie spade da samurai (katana e daisho). In questi casi forse conviene farli spedire a casa tramite corriere. Resta comunque un’ampia scelta di articoli di più agevole trasporto: Tra i prodotti tradizionali: ventagli, bambole kokeshi, bandane, koinobori (aquiloni giapponesi), furoshiki (foulard di stoffa per trasportare oggetti o fasciare regali), sandali geta, sandali zori, kimono, yukata, obi (cinture da kimono e yukata), origami, bacchette per mangiare, incensi, palette da riso, oltre agli innumerevoli gadgets portafortuna venduti nei santuari. Tra gli articoli moderni: sushi e altri cibi in cera, magliette in giapponese, gadgets relativi a manga e anime, coltelli di ceramica, piccoli articoli elettronici (per acquisti più importanti non conviene, anche per questioni di garanzia e problemi di tastiera). Ma starà anche a voi scovare qualche articolo apparentemente stupido e inutile ma che potrebbe essere gradito da qualche vostro amico o parente

LINKS UTILI: Japanican (biglietti in promozione per treni), www.hyperdia.com (orario treni e prezzi biglietti), http://www.ryokan-kansai.com (itinerari suggeriti e hotels) www.japan-guide.com , http://www.kyoto-kankou.or.jp (guida turistica kyoto), http://www.jrbuskanto.co.jp (orari JR bus) http://www.pref.kyoto.jp/visitkyoto/en/ (in inglese con tante info di ogni genere) www.kyotovisitors.blogspot.com (blog ricco di info turistiche su Kyoto), www.kankou.pref.hiroshima.jp (sito della prefettura di Hiroshima con info anche su Miyajima), www.miyajima-island.com , www.visitjapan.jp , www.welcome-to.jp , www.viaggiareingiappone.it , www.lonelyplanetitalia.it , www.ryokan-kansai.com , www.japan-rail-pass.com , www.shijou.metro.tokyo.jp , www.pref.nara.jp , www.sukida.it (info di ogni tipo sul Giappone, in italiano), www.kyoto.travel , http://www.marcotogni.it/articoli/giappone, www.turistipercaso.it



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