Prima volta in Giappone

Un'affascinante esperienza di vita
Scritto da: RobyGav
prima volta in giappone
Partenza il: 08/08/2010
Ritorno il: 01/09/2010
Viaggiatori: 6, arrivati e ripartiti in momenti distinti
Spesa: 4000 €
Ciao a tutti. Nel rendervi partecipi di questo mio viaggio che ho fatto nell’estate 2010, vorrei riuscire a trasmettere alcune sensazioni personali e nel contempo rendermi utile nel descrivere difficoltà, imprevisti ecc e fornire qualche dritta a chi di voi si sta accingendo a visitare questa piacevole nazione. Non avendo tenuto giorno per giorno un diario, devo rifarmi ai ricordi che giorno dopo giorno si stanno già affievolendo. Un ringraziamento a chi prima di me ha trovato il tempo e la voglia di pubblicare il proprio viaggio, a cui invidio l’estrema capacità di sintesi! Per questo motivo il mio racconto è diventato involontariamente così (esageratamente) lungo, in quanto ho voluto anch’io indicare suggerimenti utili per chi, come me, si divora pagine di diari di viaggi prima per carpire qualsiasi informazione utile prima di partire.

Una premessa sulla scelta della meta. Alcune volte viaggio con Avventure del Mondo (magari in paesi dove avrei qualche difficoltà a organizzarmi da solo), altre (la maggior parte) mi organizzo “fai da te” pianificando solo volo e/o parte del viaggio consultando guide turistiche (lonely planet in primis) e leggendo diari di viaggio e suggerimenti in internet. Verso marzo, degli amici (Fabio, i gemelli Paolo e Gianmario, e Mario) mi avevano detto che era loro intenzione visitare il Giappone, non potendo dare loro conferma subito, mi sono mosso nel cercare il volo qualche settimana dopo che loro lo avevano già prenotato, trovando inevitabilmente date leggermente diverse (un giorno prima all’andata con 1 pernottamento a Mosca, e 4 giorni dopo al ritorno, sempre via Mosca ma senza pernottamento, con la compagnia Russa Aeroflot: 715 Euro su expedia, compreso di assicurazione sanitaria, da fare). Anche Andrea si è aggregato in un secondo momento, partendo molto prima di noi e tornando in Italia per primo assieme a Paolo.

Oltre al volo andata e ritorno abbiamo deciso di prenotare dall’Italia almeno i pernottamenti dei primi giorni fino alla fine dell’”O’ Bon”- 16 agosto- che è il periodo dei morti in cui molti giapponesi prendono ferie e si muovono. Oltre ad averlo letto e ad aver consultato il consolato giapponese, alcuni amici andati lì l’anno scorso ci hanno suggerito di prenotare in anticipo in tale periodo, riservandoci di decidere in corso di viaggio le successive sistemazioni.

A tale scopo ci siamo affidati a diversi siti di cui allego i link:

http://www.itcj.jp/eng/index.php http://www.booking.com/

Nei primi 2 i dati della carta di credito servono solo a garanzia della prenotazione, poi si paga sul posto (ma attenzione che se non ci presenta o si annulla 1 o 2 giorni prima, c’è comunque una penale da pagare), su venere invece si paga subito, quindi se usate quest’ultimo sito siate sicuri al 100% di alloggiare effettivamente dove avete pagato! nel primo, l’itcj, (gestito direttamente dall’ente del turismo giapponese) bisogna registrarsi. E’ fatto bene e contiene molte informazioni anche su cosa viene offerto (colazione, cene, servizi ecc) ma ha la scomodità che non si ha riscontro immediato sulla prenotazione che si effettua: si riceve la risposta uno o 2 giorni dopo, quindi siamo stati costretti, per essere sicuri di trovare posto, a fare più prenotazioni per gli stessi giorni e luoghi contemporaneamente (in caso di accettazione simultanea tanto si potevano annullare quelle in più senza penali) . Sull’Itcj si trovano molte ryokan e minshuku (per chi cerca camere doppie triple ecc), su booking è più frequente trovare i business hotel (in cui ci sono numerose camere SINGOLE a buon prezzo).

TOKYO (8-10 ago)

Sono arrivato “affumicato” da Mosca l’8 agosto mattino (erano i giorni in cui i dintorni di Mosca erano in fiamme, mi sono visto la piazza rossa nella “nebbia” indossando la mascherina!!).

Dopo le (facili e veloci) formalità aeroportuali per sbarco e visto turistico, all’aeroporto Narita sono andato subito a convertire il voucher del Japan rail pass, facendolo partire dal 10 agosto (si può fare, basta spiegarsi bene e compilare correttamente il modulo di richiesta ). Mi hanno consegnato il pass, stesse dimensioni del passaporto, con all’interno le date di inizio e fine della validità dello stesso: 21 giorni, quindi ultimo giorno utile di validità il 30.08.22(?, sì, in alcuni casi indicano il loro anno di riferimento, che è conteggiato partendo dall’anno di insediamento del re, quindi 1989 primo anno, poi a seguire….22 indica quindi il 2010. Se in alcune indicazioni turistiche leggete numeri maggiori, dovete calcolare partendo dal 1921, anno in cui si insediò Hirohito, morto poi nell’89..per esempio, l’anno 45 è il 1966!).

Per raggiungere l’Oak Hotel (prenotato tramite booking, 6000 Yen a notte per la singola), che sta nella zona di Ueno-Asakusa, ho preferito usare un treno “semilocale”della “Kaisei line” al posto del “Naritaexpress”, Quest’ultimo, molto comodo e veloce (30/35 min circa fino alla stazione di Tokyo), si può usare avendo il japan rail attivo, se no bisogna pagare tariffa piena che è quasi 3000 yen.Nel mio caso, avendo il JRP non ancora valido, ho ripiegato su un treno dell’altra linea un po’ più lento ma più economico- 1200 yen fino a Ueno, 1 ora circa di viaggio (però adesso anche la kaisei ha attivato da poco un treno veloce e costoso come il narita, mi sembra si chiami skylaner). Stessa cosa ho dovuto fare il 01 settembre al ritorno.

Il primo giorno è volato via caratterizzato dalle prime mosse di ambientamento sui trasporti, il mangiare ecc. E da un paio di giretti nei luoghi clou.

Ho fatto una tessera “Suica”, una tessera ricaricabile (500 yen di cauzione) che potevo usare sulle linee delle 2 società del metrò (toei e metro)e sulla yamanote (linea ferroviaria urbana circolare, utilizzabile da chi ha il JRP che io non avevo ancora attivo), dalla quale poi mi venivano scalati gli importi delle varie tratte usate.

Ho quindi fatto un giro veloce visitando il santuario Meiji jingu, immerso in un piacevole parco, la zona molto giovanile di Harajuko, lì vicino, in serata mi son fatto “pelare” mangiando in una izakaya (mi son gustato comunque benissimo doppio sashimi e tripla birra 4000 yen!) in zona Shibuya, nonché stazionamento contemplativo del famoso incrocio e camminata nelle viette intorno: che casino di suoni e luci!

Il giorno dopo ho visitato il piacevole complesso del tempio Senso ji ad Asakusa, poi Akihabara (zona degli acquisti elettronici) e nel primo pomeriggio sono tornato ad Asakusa dove ho raggiunto Fabio, Paolo, Gianmario e Mario, arrivati nel frattempo dall’Italia. Più tardi a Ueno mi son trovato con Andrea, in Giappone già da alcuni giorni, con cui abbiamo fatto un giretto al mercato di Ameyoko.

Alla sera il finalmente composto “gruppone dei 6” ha mangiato in un piacevole ristorante zona Asakusa.

Tokyo – TAKAYAMA (10-12 agosto)

Al mattino siamo partiti in 5 per Takayama (Andrea ci ha raggiunto il giorno dopo), una piacevole cittadina in montagna alle porte delle Alpi Giapponesi. Purtroppo il viaggio è stato tutto sotto lo pioggia, non siamo riusciti a godere appieno del bel panorama delle vallate in cui si incuneava il treno. Treno Shinkansen da Tokyo direzione Osaka, cambio treno a Nagoya.

All’uscita della stazione c’è un centro visitatori dove si trovano anche mappe e depliant in italiano.Abbiamo raggiunto a piedi (circa 20/25 minuti) la minshuku Hachiman che avevo prenotato tramite l’ictj (4200 yen solo pernottamento). Molto carina, tipica abitazione a 2 piani giapponese, avevamo una parte del 1° piano solo per noi (3 stanze, 1 singola e 2 doppie + servizi igienici), giù da basso l’onsen e le docce in comune.

Nei 2 giorni abbiamo visto: la parte centrale della cittadina, piena di negozietti di artigianato, le tipiche case di legno ecc; il museo dei carri allegorici tipici della cittadina (Takayama Yatai Kaikan, gli “yatai” sono dei grossi e alti carri utilizzati in autunno per un famoso Maturi), con lo stesso biglietto abbiamo anche visto la Sakurayama Nikko Kan, una sala in cui sono riprodotti in miniatura i templi di Nikko con una luce artificiale che cambia nel corso dei minuti passando alternativamente dal giorno alla notte ; una passeggiata sul fianco delle colline di un paio ore, lungo la quale ci sono diversi templi e tempietti.

Buonisissima la carne di manzo di hida, che abbiamo avuto modo di mangiare la prima sera in un ristorante (Yamatake-Shoten, posto proprio sopra la macelleria del proprietario) segnalato sulla lonely planet come uno di quelli dove costa meno. Informazione esatta, all’entrata del ristorante abbiamo scelto i pezzi di carne, poi seduti, li abbiamo cucinati su una griglia posta al centro del tavolo. Conto salato ma ne è valsa la pena.

La seconda sera abbiamo mangiato (anche qui molto bene)in un posto dove bisognava stare seduti con le gambe incrociate alla maniera giapponese: un’esperienza che ci ha segnato, da lì in poi abbiamo sempre cercato di evitare posti con simili sistemazioni! Io e Paolo ci siamo gustati della buona carne cucinata su una foglia di magnolia appoggiata su una griglia riscaldata da un particolare fornelletto tipico della zona.

Takayama – OSAKA (12-13-agosto)

Partiti il mattino tardi, siamo arrivati a Osaka nel pomeriggio. Arrivati alla stazione di Shin-Osaka abbiamo preso una metropolitana e raggiunto la zona del ns albergo, trovato con qualche difficoltà nonostante mi fossi stampato una mappa approssimativa: dobbiamo ancora impratichirci nel muoverci nelle grandi città e dire che alcuni di noi abitano a Milano e non in un paesello sperduto!

L’albergo era l’Aldebaran-trovato su booking, dignitoso business-hotel (circa 5000 yen la singola con minibagno), nulla di chè. Solo pernottamento. L’avevo scelto per la relativa vicinanza alla zona della vita notturna (dotonbori e dintorni), anche perché uno dei motivi per cui abbiamo pernottato ad Osaka è stato proprio questo. Speravamo di trovare locali in cui chiacchierare o socializzare con i giapponesi, magari con vetrate che dessero all’esterno, invece era tutto un susseguirsi di insegne anonime che rimandavano a numerosi locali, alcuni dai nomi alquanto ambigui, al 3°, 4°, 5° piano ecc di qualche palazzo. Quando provavi a salire ti ritrovavi dentro a un karaoke con 2/3 avventori o a qualche (probabilmente hostess) bar deserto …mah. Eppure avevamo letto bene della vita serale di questa città. Comunque non si può pretendere di dare giudizi solo da una sera, con più giorni di permanenza e magari chiedendo un po’ in giro (a chi poi è tutta da vedere..altro discorso..) avremmo sicuramente trovato di meglio.

Il 13 abbiamo visitato un po’ la città muovendoci o in metrò o con la loop line (tratto ferroviario circolare della città utilizzabile con il JRP, come la yamanote di Tokyo), prima giornata di effettivo caldo della nostra vacanza. Al mattino siamo andati al castello di Osaka, piacevole.Più che i vari piani della struttura, pieni di sculture dipinti, mostre temporanee ecc, il bello è la vista della città dalla sommità del castello.

La vera e propria vista della città però l’abbiamo ammirata dall’alto dell’”Umeda Sky building”, situato nella zona a nord della stazione di Osaka (si percorre un lungo sottopassaggio dopo il palazzo di Yodobashi). Peccato ci fosse un po’ di foschia, da lassù però si riusciva a vedere bene la baia, le montagne tra Kyoto e Osaka e la colata di cemento pazzesca che c’è in questa città. Una strada a grande scorrimento passa addirittura in MEZZO ad un palazzo!!(Non ho idea di quale dei 2 abbiano costruito per primo..)

Ci siamo poi spostati nella zona del porto per visitare l’acquario Kaiyukan (uno dei più grandi del mondo), una piacevole imponente struttura al cui interno la fa da padrone una enorme vasca centrale cilindrica in cui nuotano uno squalo balena e alcuni squali tigre! Ci sono anche volantini in italiano.

Osaka – KYOTO (13-17 agosto)

Verso il pomeriggio tardi abbiamo fatto il veloce trasferimento in treno Osaka-Kyoto (15 min circa).

Arrivati, abbiamo perso un po’ di tempo a trovare la nostra ryokan in quanto siamo usciti dalla parte sud della stazione, opposta rispetto a quella che ci serviva per raggiungerla. Quando a luglio riuscii a trovare posto per 6 a fatica, in quanto le altre che ci interessavano maggiormente mi respingevano la prenotazione, ero un po’ perplesso in quanto si trova vicinissimo alla stazione, praticamente di fronte, anche se leggermente distante in quanto in mezzo c’è l’ampio piazzale di partenza/capolinea dei bus. Invece la Matsumoto ryokan (4500 yen a testa circa, in camera doppia senza bagno, prenotato tramite l’itcj) si è rivelata essere un’ottima sistemazione in quanto da qualsiasi parte fossimo della città, spesso per tornare a casa (anche di sera tardi) ci bastava prendere un bus con la scritta “Kyoto station” senza tanti sbattimenti.

Kyoto è estesa ed ha un’infinità di templi e posti suggestivi da visitare. Noi per quanto possibile abbiamo cercato di visitarla per zone, e pur avendo tenuto ritmi molto serrati abbiamo dovuto sacrificare e tralasciare molti luoghi. Ad onor del vero, molti templi e posti si somigliano e dopo un po’ si rischia l’overdose, quindi meglio così!

Il 14 l’abbiamo dedicato a Nara, antica capitale, raggiungibile, in treno, in circa 3 quarti d’ora, o con la JR o con un’altra linea privata (la “Kintetsu”, la stazione di quest’ultima è più vicina ai siti di interesse rispetto alla JR). Se si sta a Kyoto per qualche giorno, a mio parere la visita di Nara è obbligatoria (anche solo per mezza giornata, se si è veloci potrebbe essere sufficiente). Nel piacevole parco, dove girano liberi anche numerosi cervi, c’è un tempio (Todai-ji) in cui è collocato l’edificio in legno più grande del mondo (sala daibutsu-den), al cui interno c’è un enorme budda (daibutsu) che è una delle statue bronzee più grandi al mondo. Vari itinerari si snodano all’interno del parco in cui sono collocati altri templi, santuari, pagode ecc. Di minore importanza rispetto al Todai-ji. Per mancanza di voglia e tempo abbiamo tralasciato l’Horyu-ji, il tempio più antico del Giappone, a sud-ovest del centro di Nara, raggiungibile in treno e/o autobus.

Alla sera, coi mezzi ci siamo spostati verso il centro e ci siamo strafocati da Musashi sushi (genere kaiten zushi, piattini su nastro trasportatore), poi abbiamo bighellonato per i numerosi piani di una grande sala giochi della zona.

15. Al mattino – mentre gli altri hanno visitato un paio di templi in zona stazione e il palazzo reale –

io e Andrea eravamo desiderosi di visitare il “Fushimi Inari Taisha Shrine” (famosa la scena del film “memorie di una geisha” girata al suo interno, dove la protagonista, da bambina, corre all’interno del corridoio di torii rossi per decine di metri),. Il santuario, nella periferia sud-est di Kyoto, si raggiunge facilmente con poche fermate di treno di 2 diverse linee. E’ un complesso di torii, edifici ecc. Situato sul fianco della collina, un percorso di 4 km complessivi si inerpica per varie direzioni nella vegetazione (mi ha tagliato la strada lungo il percorso un serpente, non era una vipera in quanto era molto più lungo di 30 cm, comunque fate attenzione e occhi aperti!). Qui ho comprato un piccolo torii rosso come soprammobile per casa, se siete interessati ricordate che questo souvenir l’ho trovato soltanto qua o al santuario di Miyajima (vedi avanti)! Gli ultimi giorni l’ho cercato in lungo e in largo a Tokyo ma niente.

Dopo la visita ci siamo momentaneamente divisi. Con treno, metro ecc. Io sono andato a dare un’occhiata veloce al mercato Nishiki nel centro di Kyoto. Nel primo pomeriggio ci siamo ritrovati tutti e 6 per visitare insieme il tempio Kiyomizu-dera. Personalmente sono rimasto deluso in quanto ne avevo letto molto bene (era candidato in internet per diventare una nuova meraviglia del mondo addirittura!) e quindi mi ero creato delle aspettative esagerate. Mi aspettavo panorami mirabolanti di Kyoto dall’alto, alla fin fine è sì un bel tempio costruito in legno sulla collina, ma neanche tanto in alto. A mio parere non ha niente da invidiare a molti altri siti di Kyoto. Dopo abbiamo fatto una piacevole passeggiata lungo due vie lastricate (una è la Ishibei-Koji), volevamo vedere il Chion-in con la campana più grande del mondo ma era già chiuso, ci siamo accontentati di vederne soltanto l’imponente ingresso in legno poi una piacevole sosta nel parco Maruyama-koen.

Alla Sera: replica di abbuffata al Misashi sushi e successivo giro nel movimentato quartiere di Gion. Suggestivo visto di sera il famoso vicolo Ponto-Cho e le sue numerose lanterne rosse appese all’ingresso di localini tradizionali.

16. Questo giorno puntiamo su Kyoto nord-ovest- Arashiyama, avendo individuato almeno 3 siti di nostro interesse che sono situati, più o meno, nella stessa zona. Con un autobus (in treno a conti fatti avremmo fatto prima, ma avevamo deciso di vedere un po’di città dai finestrini..) raggiungiamo in circa 45 minuti il tempio Tenryu-ji, alle cui spalle, dal suo accesso nord, c’è la famosa e piacevole foresta di bambù. Nel boschetto (più indicato chiamarlo così, più che foresta, viste le ridotte dimensioni) gli alti fusti ondeggianti di bambù creano sicuramente un’atmosfera particolare. Sempre in autobus raggiungiamo l’incantevole Kinkaku-ji, il famoso padiglione d’oro, la cui vicenda del suo incendio ad opera di un giovane monaco pazzo nel 1950, è descritta in un famoso libro di Mishima Yukio, che ho appena letto. Ancora in autobus è la volta del Ryoan-ji con il suo famoso giardino zen di massi (15) e sabbia.

La sera del 16 siamo andati nella zona del parco universitario per assistere alla cerimonia dei fuochi che festeggiano la fine dell’O’bon (periodo dei morti), segnalatoci gentilmente al mattino da una donna che si era fermata volontariamente a darci informazioni nei pressi di una cartina del metrò! Personalmente sono rimasto un po’ deluso in quanto da dove eravamo noi si riusciva e vedere solo uno dei 5/6 punti in cui si accendono gli ideogrammi di fuoco sulle colline che circondano Kyoto, inoltre eravamo un po’ in ritardo e al posto di raggiungere l’esatto punto segnalatoci (presumo fosse in riva al fiume in uno spazio abbastanza aperto) ci siamo dovuti accontentare di vedere il tutto da un semplice incrocio affollato nei pressi di un ponte. Si percepiva comunque parte dell’entusiasmo con il quale vivevano il tutto i giapponesi.

Kyoto – FUKUOKA-HAKATA (17-20 agosto)

IL 17 giornata dedicata al trasferimento da Kyoto a Fukuoka. Decidiamo comunque di dedicare a Kyoto ancora mezza giornata. Al mattino Io, Fabio e Andrea visitiamo il Ginkaku-ji (padiglione d’argento), piacevolissimo il giardino, i laghetti e i giardinetti di sabbia al suo interno. Chissà che spettacolo in primavera con gli alberi in fiore. Finita la visita ritorno alla nostra ryokan, per salire, praticamente pochi metri più in la, e vedere il piacevolissimo panorama dall’alto della “Kyoto Tower” (unico tra i 6, gli altri non avevano voglia). Partiamo verso l’ora di pranzo, nel tragitto ci siamo fermati a visitare il famoso castello di Himeji lasciando le valigie negli armadietti a gettone della stazione. Fabio e Andrea che giravano non con una valigia ma con un frigorifero (!) hanno avuto problemi a trovare armadietti grandi e liberi, ma basta girare un po’ tutta la stazione e si scopre che ci sono vari punti e piani in cui sono collocati questi armadietti, non soltanto all’uscita dai binari. Purtroppo a ottobre 2009 sono incominciati i restauri del castello, che si protrarranno per qualche anno. Vedere la facciata con le impalcature e il resto circondato da mega ponteggi di ferro non è stato il massimo. A chi si accinge a partire nei prossimi anni, oserei suggerire di saltare questa tappa e se proprio si vuole vedere un bel castello visitare quello di Osaka che è un po’ più piccolo ma sostanzialmente simile. (Ce ne sono altri che non abbiamo visto come Nagoya o Matsumoto).

Giorno 18, finalmente dormiamo un po’ di più del solito, treno per Hiroshima e giornata dedicata alla visita della zona del memoriale della pace e al “museo commemorativo della pace”. Avevo sottovalutato l’importanza di quest’ultimo, ora che lo abbiamo visitato mi sento di dire che se si passa da Hiroshima questo è assolutamente da visitare. E’ vero che è stato fatto dai giapponesi e quindi è ovviamente un po’ di parte (si mettono in secondo piano o comunque vengono citate marginalmente le mire espansionistiche precedenti alla seconda guerra mondiale o durante la stessa), ma vengono approfonditi degli aspetti sul lancio della bomba che io personalmente non avevo né studiato e né appreso da servizi televisivi o giornali. Per esempio: gli effetti sulle persone nei giorni immediatamente successivi, gli iniziali sbandamenti organizzativi dei soccorsi o la meticolosa scelta, nelle settimane precedenti, da parte degli americani, delle città possibili obiettivi di un lancio nucleare e il cinico astenersi dal bombardarle in maniera convenzionale al fine di osservare meglio, su edifici e infrastrutture, gli effetti dell’esplosione nucleare!

Il 19 ci siamo svegliati un po’ prima in quanto il programma era un po’ più intenso. Siamo tornati ad Hiroshima per andare a visitare uno dei siti più fotografati del Giappone, Myajima, un isola con un torii rosso vicino alla riva che nelle ore di alta marea sembra galleggiare nell’acqua (è saldamente ancorato al fondale comunque). Da Hiroshima città si prende un treno locale direzione Iwakuni dopo più o meno 20 minuti si scende a “Miyajima-guchi. Dopo un breve tratto a piedi si arriva al porticciolo da cui partono diversi traghetti molto frequenti che in 10 minuti portano all’isola. Se si possiede il JR pass si può prendere, senza pagare, il traghetto gestito dalla JR.

Oltre a sbizzarrirci nel fare foto al famoso torii nell’acqua, sia con la bassa (mattino) che con l’alta marea (pomeriggio tardi), noi abbiamo deciso di fare anche l’escursione al monte Misen, dalla cui sommità si gode di una favolosa vista di tutta la baia di Hiroshima, compresa la parte dell’isola in cui c’è il torrii rosso. Si prende una comoda funivia a più tappe, la cui partenza si può raggiungere o a piedi in 10 minuti di cammino o con un autobus. Meno agevole e decisamente un po’ più faticoso il tratto a piedi dall’arrivo quasi in cima al monte della funivia fino all’effettiva sommità, soprattutto se intrapreso nelle ore più calde della giornata. C’è una via piena di negozietti, ristorantini ecc (molto forniti di souvenir rispetto ad altre città a mio parere), che parte dalla zona del porto e che si sviluppa per un buon 200 metri circa fino alla zona del torii.

Dal punto di vista dei divertimenti Fukuoka si è rivelata estremamente deludente. E’ vero che non ci abbiamo passato il fine settimana, ma delle mirabolanti feste e della movimentata vita notturna citate nelle guide (a parte il solito squallido quartiere a luci rosse situato in centro, nell’isola di Nasaku), non abbiamo trovato traccia!

Dopo una faticosa ricerca e riflessione su dove andare nei giorni successivi, la scelta cade su una località nella parte meridionale della penisola di Izu, a 2 ore di treno circa a sud di Tokyo: Shimoda.

Fukuoka – KYOTO (20-21 agosto)

Guardando e spulciando gli orari dei treni per raggiungere la penisola di Izu, ci eravamo accorti

che anche partendo presto da Fukuoka saremmo stati troppo tirati, da qui la decisione di avvicinarci alla zona e fare tappa per 1 notte a Kyoto, città già rodata in cui non avremmo perso troppo tempo per orientarci e per trovare sistemazione. Infatti, appena arrivati siamo subito andati alla Matzumoto per vedere se c’era posto per 1 notte per 4 persone e fortunatamente c’era. Paolo e Andrea sono tornati a Tokyo in quanto sarebbero tornati in Italia il giorno successivo.

Siamo riusciti a visitare il castello Nijo-jo, saltato i giorni precedenti. Piacevole parco all’interno del complesso ma l’aspetto più interessante sono i pavimenti “ usignolo” che scricchiolano al minimo movimento. Lo shogun Tokugawa Ieyasu li fece costruire nella residenza in legno al fine di evitare possibili intrusioni a sorpresa: un allarme impeccabile, non c’è che dire, ovviamente testato da noi, bambinoni, che, accompagnati dagli sguardi perplessi delle comitive di giapponesi tutti belli discreti, provavamo a camminare lentamente e in punta di piedi per vedere (senza successo!)se riuscivamo a non far rumore!

Alla sera immancabile puntata all’ormai mitico Misashi sushi. Peccato non essere riuscito a trovarmi con la mia amica Giuly che stava a Kyoto proprio in quei giorni, ma non siamo riusciti a combinare. D’altronde Kyoto in questo periodo per noi non era prevista inizialmente quindi l’ho avvisata all’ultimo e lei e le sue amiche erano reduci da gita faticosa e stavano alloggiate distanti da noi.

Kyoto – SHIMODA (21-24 agosto)

Al mattino siamo partiti per Shimoda. Pur essendo in possesso del JRP abbiamo dovuto pagare un supplemento (circa 1800 yen) in quanto da Ito in poi la tratta è gestita da una compagnia privata.

Una volta arrivati ci siamo rivolti all’associazione turistica di Shimoda che dopo un paio di telefonate ci ha trovato come sistemazione la “Yamane ryokan” , tra l’altra citata positivamente anche sulla lonely: 4500 yen circa solo pernottamento, bagno e onsen in comune.

Ne abbiamo approfittato per chiedere delucidazioni sulle spiagge della zona, la gentile signora ci ha messo in guardia sulla presunta pericolosità (rischio furti) della spiaggia di Shirahama in quanto frequentata dai ragazzi della yakuza!! Piacevole la passeggiata a piedi nella zona sud del porto dove cè anche un acquario.

Il 22 abbiamo affittato delle bici e siamo andati a goderci un po’ di mare e onde dell’oceano alla spiaggia di Kisami, a sud di Shimoda. C’è da pedalare con qualche tratto in salita ma ne vale la pena, abbiamo affittato gli ombrelloni perché ci vogliono! (circa 1500 yen )

Il giorno siamo invece andati in autobus alla spiaggia diShirahama, a nord di Shimoda, stavolta in autobus. Abbastanza affollata, con qualche ragazzo “tatuato” o con al collo medaglioni, ma non particolarmente pericolosa come ci era stata prospettata. Fabio che non aveva voglia di sole ha scelto di prendere, in zona stazione, la funicolare che porta su una collina dove c’è un parco botanico e si può ammirare tutta la zona dall’alto.

Abbiamo mangiato sempre bene in ristorantini particolari, quasi sempre a base di pesce, segnalo in particolare il Gorosaya (citato sulla lonely).

La vita notturna di Shimoda, se proprio vogliamo definirla in questo modo, si limita ad un paio di minuscoli bar (tra cui il “Che sire cat jazz house” cit. Lonely) situati in Perry road, piccola caratteristica vietta pedonale a sud della cittadina.

Shimoda – TOKYO (24 agosto-01 settembre)

Qualche giorno prima, sapendo di dover passare le ultime notti a Tokyo prima di tornare in Italia, i ragazzi avevano prenotato per 3 persone, io dovendo decidere ancora cosa fare nell’ultimo periodo in cui sarei rimasto da solo mi ero riservato di decidere all’ultimo. Quindi, siccome era il periodo in cui si sarebbe svolto festival della samba ad Asakusa, all’Oak Hotel era rimasta libera solo una singola per quel giorno, poi tutto pieno. Così ho dovuto stare 1 notte lì e (in attesa di decidere cosa fare gli ultimissimi giorni) trovare poi posto per i giorni successivi, un po’ faticosamente per i motivi citati, al “kuramae hotel”, che è situato sì in zona Asakusa e servito bene dal metrò, ma almeno a 25 minuti a piedi dall’Oak! Business-hotel, 5000 yen a notte in singola con minibagno.

Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro nella cittadella elettronica di Akihabara, sorgeggiato un caffè e fatto foto al Gundam cafè lì in zona. Alla sera giro nel quartiere di Shinjuku con puntata nell’equivoca e deludente zona di kabukicho.

25 ago Al mattino, Appuntamento con gli altri 3 all’ingresso dei Giardini del Palazzo imperiale, piacevole parco circondato da grattacieli, un po’ come central park. Successivo giretto al Sony building in zona Shibuya e osservazione del famoso incrocio pedonale. Alla sera siamo saliti sulla costosa Tokyo Tower. E’ simile alla Torre Eiffel, leggermente più alta. Da lassù la vista notturna è spettacolare, di giorno ne è sconsigliata la visita, non sarebbe altrettanto piacevole. Siamo poi ritornati in zona Shibuya per immergerci di nuovo nello sfavillante e assordante spettacolo di luci, suoni e gente della zona.

26 ago Giornata dedicata alla visita della splendida città santuario di Nikko. Al mattino prendiamo un treno veloce, cambiamo a Utsunomiya per poi salire su un locale. In totale un paio di orette di viaggio. Arrivati alla stazione troviamo un autobus che ci porta nella zona dei templi. Purtroppo la lonely aveva ragione, non ci sono molti cartelli in inglese. La visita è stata piacevolissima in quanto quasi tutti i luoghi da visitare sono immersi nel verde in mezzo ai boschi. Per noi che avevamo visto in anticipo il plastico di Nikko a Takayama, è stato interessante vedere nella versione “integrale” e in scala 1 a 1 l’insieme dei templi!

27 ago Al mattino, visita del mercato del pesce di Tsukiji. Verificate bene i giorni di apertura, non si può visitare tutti i giorni. Sarebbe stato interessante assistere all’asta del tonno del primo mattino (ora riaperta dopo sospensione di qualche mese dovuta a comportamenti irresponsabili dei turisti, bisogna però prenotarsi in anticipo) ma non avevamo voglia di alzarci all’alba! Siamo entrati verso 8, 8.30, abbiamo curiosato e passeggiato tra gli innumerevoli banchetti della zona del pesce fresco (è il mercato ittico più grande del mondo) e schivato numerose volte i carrelli motorizzati che sfrecciano per tutto il mercato! Avremmo voluto assaggiare il pesce nei vari piccoli ristoranti all’interno, ma c’era veramente troppa gente in attesa e abbiamo desistito, d’altronde non avevamo neanche molta fame di mattina!.Siamo poi andati a fare un giro nella zona giovanile di Harajuku, non c’erano poi tutte quelle cosplay che ci aspettavamo. Successivamente, invogliati dalla interessante e caratteristica descrizione della lonely planet, siamo andati a Kagurazaka. Sarà…ma noi il dedalo di viuzze dove puoi giocare a nascondino o i minuscoli bar dove ci stanno massimo 2 o 3 persone, non li abbiamo mica visti! Magari abbiamo cercato male, oppure sti efficientissimi giapponesi hanno già operato la demolizione/ricostruzione del quartiere che si ventilava.

Alla sera decidiamo di trovarci davanti ad un locale (911) del movimentato quartiere di Rappongi e mangiare lì in zona. Gli altri hanno fatto fatica a trovarlo in quanto non si erano portati la guida, ma dopo questo piccolo inconveniente,ci siamo trovati e abbiamo cenato in un piacevole posto dove lavorava una cameriera di origine peruviana: finalmente sono riuscito a comunicare in maniera chiara usando il mio discreto spagnolo! Giro defaticante in zona e puntata personale a vedere dove fosse la “salsa sudada”, un locale dove si balla latinoamericano. Saluto così i ragazzi che l’indomani sarebbero tornati in Italia. .

28 ago Sono rimasto da solo. Avevo pensato di passare 2/3 notti nella zona intorno al monte Fuji e da lì cimentarmi nella passeggiata fino alla sommità, ma purtroppo c’era un festival in corso in quei giorni e le sistemazioni economiche erano tutte piene. Non avendo voglia di spendere un patrimonio, ho deciso di rimanere a Tokyo e di muovermi da lì di volta in volta.

Le ultime 4 notti le ho passate al Business hotel “New Tohoku”, tra 5000 e 5500 yen a notte, la singola con minibagno, trovato su booking leggermente scontato. E’ praticamente a 5 minuti a piedi dalla stazione di Ueno, dalla parte opposta rispetto al parco.

Dopo aver traslocato di hotel, sono andato a far incetta di regalini tipici nella zona del Senso-ji ad Asakusa. Cena (ormai è appuntamento fisso per me) a base di “sushi su nastro trasportatore” in zona Ueno-Ameyoko, ce ne sono numerosi lì e ho fatto in tempo a provarli quasi tutti prima di partire!

Dopo mi sono finalmente dato al latinoamericano e sono andato a Rappongi alla “Salsa sudada”, un piccolo locale con interni in legno al terzo piano di un anonimo edificio. Peccato che fosse troppo pieno, avrei voluto invitare qualche graziosa giapponese ma lo spazio era veramente troppo esiguo nonostante io sia in grado di muovermi agilmente, alla cubana, in spazi ristretti.

29 ago Piacevole escursione in giornata nella zona di Hakone. Se si ha il JR conviene fare come ho fatto io: si prende un treno veloce fino ad Odawara, poi si compra un pass-per quasi tutti i trasporti della zona-per tutto il giorno (a esser sincero vale 2 giorni, meglio così alla fin fine…poi vi dico!) , a 3900 yen (quello valido fin da Tokyo costa 5000 ma conviene a chi non ha il JR). Con questo pass si possono usare: la funicolare, le 2/3 funivie, il traghetto, vari autobus, tutti mezzi che prima o poi bisogna prendere per poter definire il giro come escursione. Quello che mi è piaciuto di più è il tragitto con il trenino a scartamento ridotto da Hakone-Yomoto a Gora: mi ha ricordato il trenino del Bernina e anche un po’ il treno del Machu-Picchu. Se il tempo non fosse stato leggermente nuvoloso avrei potuto vedere perfettamente il Fuji dal lago Ashino e dalla funivia, è stato invece quasi sempre coperto dalle nuvole, come spesso accade per tutto l’anno d’altronde.. Mi son dovuto accontentare di un paio di foto fatte alla cima in quegli unici 10 minuti in cui la cima era sgombra da nubi, proprio mentre ero sulla funivia al ritorno.

Volevo fare un salto in quel casino mostruoso che è la stazione di Shinzuku a prenotare l’autobus per arrivare in zona monte Fuji il giorno successivo, ma si era fatto tardi, ero anche stanco e volevo prepararmi perché volevo tornare alla salsa sudada sul presto per non far troppo tardi. Beh, pagherò cara questa mancata prenotazione in anticipo!

Nella mini balera quando sono arrivato, contrariamente alla sera prima, non c’era praticamente quasi nessuno, era in corso una lezione di rueda, stavo per andarmene ma i proprietari mi hanno invitato a rimanere comunque facendomi capire che finito il corso sarebbero arrivate altre persone. Beh, così non è stato, quindi dopo un paio di bevute me ne sono tornato in hotel.

30 ago Mi è saltato il Fuji! Mi sono svegliato praticamente all’alba per presentarmi prestissimo per prendere il primissimo autobus diretto alla 5^ stazione del percorso in ascesa del Fuji, da cui poi avrei dovuto camminare per circa 4/5 ore per arrivare alla vetta. Prendo però per sbaglio la direzione sud/oraria della “yamanote” mettendoci 10/15 minuti in più rispetto alla direzione nord/antioraria. Dopo più o meno mezz’ora sono alla stazione degli autobus di Shinzuku: quella sbagliata! Era quella degli autobus cittadini, impiego un po’ di tempo per capire dove diavolo sia quella degli autobus a lunga percorrenza, quando finalmente la trovo scopro che ormai non c’è più neanche un misero posto per il primo bus delle 7.15! Prendere uno di quelli successivi avrebbe voluto dire rischiare (molto probabilmente) di non fare in tempo a scendere dalla vetta per prendere l’ultimo autobus del ritorno. Rischiare di dormire in un rifugio quando poi all’indomani mi scadeva il JR, senza contare che fare la gita troppo di fretta è sconsigliato per via delle differenze di altitudine…beh, a malincuore ho dovuto rinunciare. Decido quindi di tornare nella zona di Hakone a vedere meglio alcune cose, visto che tanto avevo il pass valido per 2 giorni. Oltre a rifare il classico percorso Trenino, funicolare, funivia, battello ecc, mi soffermo a visitare la caldera vulcanica dell’Owakudani. Raggiungo poi a piedi, da Moto-Hakone, il famoso santuario Hakone-Jinja, immerso in un boschetto, e il suo classico torii rosso che svetta dalle acque del lago. Di primo mattino c’era un cielo limpido quindi speravo di godermi meglio la vista del Fuji, ma poi si è rannuvolato, al che decido di tornare e di fermarmi a Yokohama, seconda metropoli del Giappone. Ormai esperto dei trasporti giapponesi, arrivato alla stazione di Shin-Yokohama, prendo quella che è una sorta di Yamanote “in linea” (nel senso che non è circolare, segnata in verde sulle mappe dei trasporti) che mi porta nel quartiere centrale della città, Minato Mirai. Salgo sulla Landmark tower, l’edificio più alto del Giappone, con l’ascensore più veloce del mondo, da dove riesco a vedere il Fuji annuvolato, lo stadio (noi milanisti, e anche i brasiliani, sappiamo perché..) la baia di Tokyo e alcuni grattacieli ed edifici della capitale come quelli a Shinzuku, e la Tokyo Tower. Torno a Tokyo, alla sera immancabile “sushi su nastro trasportatore” e bevuta finale in un pub a Ueno già sperimentato insieme agli altri giorni prima.

31 ago Il JR l’avevo valido fino a tutto il 30 ago, quindi non potendo fare altri giri in treno fuori Tokyo se non pagando cifre piuttosto alte, mi son comprato un giornaliero per le 2 linee del metrò e ho fatto un paio di giri per alcuni quartieri della capitale poco battuti dal turismo di massa. Al mattino/pranzo ho fatto un paio di itinerari a piedi suggeriti dalla guida Mondadori. Nel primo, al mattino presto, sono stato nella zona di Kanda, facendo il percorso dalla città alta alla città bassa piacevoli templi poco conosciuti e anche una chiesa Ortodossa. Dopo, verso pranzo mi sono spostato nella zona della stazione di Nippuri, da cui son partito per fare invece un piacevole giretto nei pressi del cimitero di Yanaka visitando dei piccoli templi deserti. Al pomeriggio mi godo finalmente l’interezza del parco di Ueno, così vicino ai miei “giacigli notturni” ma non ancora visitato.All’interno c’è anche uno zoo (era già chiuso quando sono arrivato nei paraggi) Il rumore degli uccellini è assordante, in primavera coi ciliegi in fiore dev’essere sicuramente uno spettacolo.

Anche qui ci sono tempietti, laghetto, pagode ecc. Ci sono anche dei musei tra cui il “nazionale.di Tokyo” che però non ho visitato, avevo solo voglia di godermi un po’ di natura passeggiando nel verde, dimenticandomi dell’imminente rientro in Italia.

Alla sera sono andato a vedermi l’ennesimo panorama dall’alto del Giappone (e’ il quinto dopo Kyoto tower, Tokyo tower, Landmark tower e l’Umeda building di Osaka). Sono salito (gratuitamente) su una delle 2 terrazze panoramiche gemelle del “Tokyo metropolitan government offices” (municipio di Tokyo), zona Shinzuku. Ultimo saluto alle luci e suoni sfavillanti di Shibuya e ritorno presto a Ueno, si va a nanna, l’indomani mi devo svegliare presto per andare a prender l’aereo del ritorno.

01 set Raggiungo a piedi in 10 minuti la Keisei station da dove prendo un treno economico espresso per il Narita. Fortunatamente formalità di imbarco, bagaglio, coincidenza a Mosca ecc filano tutte…quasi lisce, nel senso che sia nella tratta Tokio-Mosca che sulla Mosca-Milano si sono accumulati considerevoli ritardi che mi fanno perdere l’ultimo Malpensa Express per Milano della notte. Un taxi da lì mi sarebbe costato almeno 70/80 euro (non divisibili essendo da solo), al ché decido di prendere un bus per la stazione centrale scendendo alla fermata intermedia della fiera (Teodorico) per farmela a piedi fino a casa. Arrivato in ple lotto dopo 10 minuti a piedi, provo però a chiedere a un tassista fermo quanto vuole fino a casa mia, visto che sarebbero solo 8/9 euro e che Milano di notte non è Tokyo (poi non è che abbia molta voglia di camminare altri 25/30 minuti dopo il lungo viaggio) mi fiondo su e fine della storia. 2 giorni dopo, già in preda alla nostalgia, sono in piazza Duomo a fare inchini e sorrisetti ai turisti giapponesi..

Di seguito alcune considerazioni e consigli, per alcune tematiche mi è capitato di accennare già qualcosa all’inizio e nei resoconti delle giornate.

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CELLULARE. Funzionano solo quelli che utilizzano il sistema UMTS, ne ho dovuto comprare uno apposta prima di partire (90 euro circa, il più economico), pur non essendo un amante dei cellulari,ma per il tipo di viaggio che mi stavo accingendo a fare, un mezzo per comunicare (almeno con gli sms) con gli altri compagni di viaggio-non girando sempre in branco ma dividendoci spesso- mi serviva. L’ho usato per comunicare a voce solo per cose urgenti, essendo le tariffe da paura!

TRENO. Il JR pass è acquistabile SOLO all’estero. Se si pensa di viaggiare solo in una determinata parte del Giappone, per risparmiare conviene prendere quello relativo solo a quella zona, se invece come me si prevede di spaziare in lungo e in largo per il paese, allora è meglio quello valido per tutto il Giappone. Gli orari e le coincidenze sono consultabili su http://www.hyperdia.com/en/ (se si ha un pc con sé o frequenti accessi a internet), io però suggerisco di farsi dare assieme al JR pass convertito, il PREZIOSISSIMO librettino, da 40 pagine circa, con la copertina verde/nera “railway timetable”, scritto sia in giapponese che in inglese (grafica e schemi delle corse simile a quello nostro delle FS), facilmente consultabile in qualsiasi luogo siate. Insistete perché la prima signorina il primo giorno al Narita non me lo ha dato, me lo sono procurato dopo due giorni alla stazione di Tokyo dopo che l’ho visto in mano agli altri miei amici.

Attenzione che sono puntuali al secondo! Un giorno dovevamo prendere un Hikari ad un determinato orario su un certo binario: 5 minuti prima, SULLO STESSO BINARIO, fermava un Nozomi (l’unico superveloce per il quale il JR pass non vale), meno male che ci siamo accorti per tempo e non siamo saliti! 1 minuto dopo è ripartito, 3 minuti dopo è arrivato il nostro!! Anche per questo motivo bisogna essere sicuri sulla sigla del treno, veloci nel salire, essere già pronti in fila ecc. I treni fermano sempre nello stesso punto, ci sono indicazioni precise per attendere il punto esatto per ogni vagone. Spesso, se c’era il tempo, abbiamo prenotato i posti (è gratuito) per esser sicuri di sederci tutti insieme, ma se si ha fretta, generalmente le prime 3 e le ultime 2 carrozze sono quelle “non reserved” e abbiamo sempre trovato posto. Attenzione che Shin-Yokohama e Shin-Osaka sono delle stazioni di transito importanti (da dove passano i treni superveloci) situate però più in periferie rispetto a quelle che sono le vere e proprie stazioni di “Yokohama” e “Osaka”, molto più centrali.

TRASPORTI URBANI: METRO E AUTOBUS

Per i pass è ovvio, ma se in metrò utilizzate dei biglietti singoli, una volta inseriti nella fessura per entrare, ricordate di ritirarli perché dovrete utilizzarli per uscire.I primi giorni, se già si sa di dover effettuare più viaggi, conviene prendere un abbonamento (pluri)giornaliero in modo da non esser costretti a districarsi nelle tariffe del cambio linea, aggiustamenti di prezzi ecc. Altra ipotesi, come ho fatto io, prendere una tessera SUICA ricaricabile e a scalare. Quando dopo qualche giorno si è presa dimestichezza con il “sistema”, si può tranquillamente pagare tratta per tratta o addirittura prendere il biglietto a tariffa minima e pagare la differenza alle macchinette “fare adjustement” che sono poste IN OGNI USCITA del metro. A Tokyo consiglio di prendere l’abbonamento valido per tutte 2 le compagnie di metro (toei e metro) e usare il JR pass (se ce l’avete già attivo) per viaggiare sulla Yamanote. A Kyoto abbiamo preso il pass per 2 giorni (metro e autobus) a 2000 yen. Il venerdì in alcune città l’abbonamento sui mezzi è scontato per favorire il non utilizzo delle macchine private.

In un primo momento potrebbe sembrare difficile utilizzare gli autobus, ma se non ci si scoraggia alla fin fine non è poi così complicato. Non so se in tutto il Giappone sono utilizzati i criteri che vi descriverò, a noi è capitato di doverci comportare così. Alcuni hanno, oltre alle scritte in inglese, dei messaggi vocali (in inglese) che annunciano le fermate. Si sale dalle porte centrali( o in fondo) e si scende dal lato del guidatore pagando allo stesso la tariffa a seconda della distanza che si è percorsa (o esibendo il pass giornaliero). Come si fa a sapere l’importo? Quando si sale si prende un biglietto da una macchinetta, sullo stesso ci sarà scritto un numero o una lettera, differenti a seconda della fermata in cui si sale, serviranno per stabilire il costo della tratta che si è percorso: per esempio se si scende alla fermata 4 e si è saliti alla 2, la tariffa sarà un tot, se si scende alla 5 potrebbe essere uguale alla 4 ma anche leggermente superiore. In alcuni autobus c’è addirittura un display su cui controllare di volta in volta quanto sarà la tariffa da pagare, a seconda di dove si è saliti, se si scende alla fermata successiva: così si preparano già le monete giuste e non si perde troppo tempo per pagare. Talvolta c’è anche uno cambiamonete automatico di fianco al guidatore!

A Kyoto, avendo poche linee del metro, si utilizzano spesso gli autobus. Noi ci eravamo procurati all’ufficio turistico di fronte alla stazione, dove si compra il pass,una comoda mappa di facile consultazione con segnati i percorsi di tutti gli autobus e le diverse coincidenze e fermate. Alcuni magari fanno la stessa tratta ma effettuano minori fermate (segnate con dei pallini), quindi sono più veloci. Spendete un paio di minuti in più per consultare bene questa mappa, risparmierete sicuramente tempo.

Una chicca che pochi hanno notato: incuriosito da ciò che si fermavano spesso a consultare molti giapponesi, in ogni fermata del metro ho notato che ci sono degli schemi (ndr scritti solo in giapponese ma ci sono disegni comprensibili) in cui sono indicate tutte le fermate della linea che si sta percorrendo e per ognuna il disegno dei treni diviso per carrozze e il loro relativo numero. Per ogni carrozza (ma generalmente quelle di testa, di coda o quella centrale) c’è indicato se è vicino ad un accesso per handicappati, se c’è una uscita particolare, ma soprattutto se scendendo da quella carrozza ci si trova nel punto più vicino per cambiare linea di metrò e prenderne una che incrocia quella fermata!. Per esempio (inventato), se so già che devo prendere la linea azzurra e poi quella verde, salirò sulla carrozza di coda in cui, nella fermata in cui si incrociano le 2 linee, c’è disegnato il circolino/simbolo della linea verde. Se non ci siete ancora stati non potete capire l’importanza di tale schema, ma se già in passato vi siete fatti chilometri e chilometri nelle gallerie sotterranee smadonnando ogni volta che dovevate trasbordare di linea… beh, se ci ritornate, utilizzateli! farete comunque delle gran camminate sotterranee, ma almeno risparmierete un po’ di strada!! Se siete interessati ma non avete capito la mia spiegazione, scrivetemi una mail e vi invierò tranquillamente la foto che rende più l’idea.

COLAZIONE, PRANZO E CENA

Avendo quasi sempre prenotato solo il pernottamento (purtroppo, mi sarebbe piaciuto provare la tipica colazione giapponese o le cene familiari nelle ryokan) facevamo colazione fuori, andando spesso al “Cafè veloce” o allo “Starbucks”, due catene molto diffuse in Giappone. Talvolta, anche per far veloce, ci siamo comprati qualcosa nei minimarket (“family mart”, “7eleven” “lawson” ecc), aperti 24 ore su 24, comodi (ed economici!)anche per mangiucchiare qualcosa a pranzo se si va di fretta o la sera tardi/notte se non si è cenato abbastanza.

Ci sono numerose alternative per mangiare fuori. Quella che più preferivo è il kaiten sushi, “sushi su nastro trasportatore”: entri e dici in quanti siete, quando si libera il posto ti siedi al bancone, ordini da bere e poi aspetti che sul nastro passi il piattino con 2 pezzi di sushi che più preferisci. Dopo un paio di volte che ci andavo ho capito che non devi necessariamente aspettare di essere fortunato che passi il pesce preferito! Basta che lo ordini direttamente ai “cuochi” che stanno di fronte a te all’interno del bancone…ovviamente facendogli vedere una foto! Alla fine, quando chiedi il conto, ti calcolano quanti piattini hai preso: in certi posti ogni piattino è dello stesso colore e nonostante il pesce sia diverso costano tutti un tot (da 125 yen in su), in altri, i piattini sono colorati diversamente a seconda del pesce utilizzato e varia quindi il costo.

Molto comodi sono quei posti che all’ingresso hanno un distributore automatico con la figura dei piatti/bevande e il costo: si scegli, si paga, viene fuori un bigliettino con l’ordinazione (una copia va direttamente alle cucine), entri, ti danno un tavolo, nel frattempo l’ordinazione è già arrivata in cucina e nel giro di pochi minuti te la portano al tavolo.

Numerosi quelli che hanno le pietanze riprodotte in modellini di plastica/cera in vetrina: comodissimi per chi non sa il giapponese e in quei posti dove non c’è il menù neanche in inglese.

Numerosi poi i ristoranti monotematici: ci sono quelli che fanno solo ramen/udon/soba, quelli che fanno solo sandwich, quelli specializzati in carne, quelli (buonissimi!) che ti cucinano solo spiedini(yakitori) che scegli tu al bancone; quelli solo tempura ecc.

Simpatiche le “Izakaya” birrerie giapponesi. Come scritto in qualche guida, è proprio qui che è più frequente incrociare gruppetti di giapponesi che hanno mollato un po’ i freni in queste bevute/mangiate del dopo lavoro! Spesso per capire se un locale era un posto dove si mangiava, per evitare di entrare a vuoto, dovevamo spiare attraverso le tendine!

Diffusissimi ovunque distributori automatici di bibite.

Acqua (spesso con ghiaccio) e the verde sono gratis. Si mangia ovviamente sempre con le bacchette. Si chiede il conto incrociando 2 dita (o i 2indici o indice e medio).

DENARO. Io personalmente ho fatto di tutto ma non tenete conto del mio esempio, sono un preciso esagerato. Ho comprato 200.000 yen fin dall’Italia (cambio mooolto sfavorevole: 1 euro=110 yen), portato Euro e dollari in contanti, carta post pay caricata al massimo (circuito Visa) e bancomat (Cirrus e Maestro). Avevo letto che le carte di credito sono poco accettate, mi sento di confermare ciò, discorso a parte per gli alberghi però . Se dovete procurarvi denaro lì, evitate di cambiare in banca i contanti (Fabio ha perso una marea di tempo una mattina!), ma utilizzate gli sportelli automatici: Se avrete difficoltà a trovare sportelli delle banche che accettano il vostro bancomat (come è capitato a noi!) utilizzate il punto prelievo dei minimarket “7eleven”: non sono sempre indicati esternamente i circuiti a cui appartengono, quindi pochi ci pensano, ma vi garantisco che in ogni loro punto prelievo, maestro e cirrus funzionano! A differenza di altri paesi, cambiare banconote di taglio grosso non è mai stato un problema. La mia spesa totale compreso il volo è stata di 4.000 euro circa, compreso albergo,visto e trasporti di Mosca.

PRENOTAZIONE PERNOTTAMENTI

Di dove e come abbiamo prenotato ho gia’ detto. Abbiamo tentato un paio di volte di fare come suggerisce la lonely planet, e cioè far chiamare dal proprietario dell’ultima sistemazione la location desiderata della località successiva, sia per sondare la disponibilità che per evitare di arrivare a sorpresa, non gradito ai giapponesi…peccato che per spiegare tutto ciò, o tu devi sapere il giapponese o loro devono sapere un minimo di inglese, cosa poco diffusa!

ULTIME RIFLESSIONI VARIE

Tra le innumerevoli cose che visto/vissuto che mi hanno stupito di più, devo inevitabilmente citarne solo qualcuna.

Salutano, sorridono e si inchinano sempre, gentilissimi nel prodigarsi ad aiutarti se sei in difficoltà in strada, sempre ordinati e rispettosi delle regole, si fa la fila anche sulle banchine del metrò prima di salire in vettura, sul metro’ e in treno (ci sono anche cartelli che invitano a farlo) tengono il cellulare silenziato! (impensabile da far rispettare qui da noi!). Addirittura si viene invitati e tenere LE CUFFIE a basso volume perché potrebbero disturbare il vicino di posto! Riescono a dormire SEMPRE e OVUNQUE: sul metrò, in treno, sulle banchine in attesa ecc., per poi miracolosamente svegliarsi un attimo prima di scendere o quando arriva il proprio mezzo! Se non dormono messaggiano ininterrottamente col cellulare!

Spesso nei corridoi e sulle scale del metrò c’è una segnaletica che invita a tenere un certo senso di marcia nel camminare, per evitare scontri e per un più fluido scorrere della gente:, il 99 per cento delle persone lo rispetta!

Nessuna traccia di violenze metropolitane: potevo attraversare le città di notte senza avere la minima sensazione di pericolo, incrociavo molte donne che si intuiva non avessero nessun timore a passeggiare da sole.

Paradossi del fumo: in molte strade delle città è vietato fumare, ci sono degli appositi “punti fumo” come negli aeroporti, a Hiroshima avevo una mappa che segnava tutte le vie e le zone dove proprio non si poteva fumare..poi però nei ristoranti è consentito e il vicino ti fuma tranquillamente addosso!

Mi son dovuto abituare a tenere la spazzatura in tasca o nello zaino fino a che non incrociavo i RARISSIMI cestini della spazzatura!

Singolare la loro abitudine di combattere calura e sudore girando con ventagli e con un piccolo asciugamano per togliersi il sudore dal viso.

A Osaka (ma forse anche in altre città)abbiamo visto che su alcune linee del metrò, dall’inizio del servizio fino alle 9 del mattino, viaggiano, in testa e/o in coda delle carrozze riservate solo alle donne, per combattere il fenomeno dei molestatori dalla mano morta facile.

Curioso il maniacale rito di dover usare le ciabattine all’interno dei luoghi chiusi: 1 paio apposta per l’interno in generale, un altro paio apposta per il bagno ecc.

Nelle città è rarissimo trovare delle panchine (a parte quelle negli spazi verdi ovviamente), spesso per mangiare qualcosa volante in strada (considerato non molto educato) sono stato in piedi o mi sono “accovacciato” come fanno molti di loro.

Se qualcuno vuole contattarmi, per foto, pareri ecc. Mi scriva a: gavazzi2@tiscali.it.



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