Rasta s Island

Ciao a tutti mi chiamo Sergio sono di Trieste e nel dicembre 2003 ho fatto la vacanza nel posto più da sogno che mi sia mai capitato di trovare in giro per il mondo, l’arcipelago di St. Vincent & Grenadines in particolare i dintorni di Union Island. Union si raggiunge facilmente dalla Martinica con i voli della Air Caribes con una spesa di...
Scritto da: Sergio Spencisco
Partenza il: 23/12/2003
Ritorno il: 15/01/2004
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
Ciao a tutti mi chiamo Sergio sono di Trieste e nel dicembre 2003 ho fatto la vacanza nel posto più da sogno che mi sia mai capitato di trovare in giro per il mondo, l’arcipelago di St. Vincent & Grenadines in particolare i dintorni di Union Island.

Union si raggiunge facilmente dalla Martinica con i voli della Air Caribes con una spesa di 120 euro a tratta il volo dura poco più di un’ora e fa scalo in diverse isole.

Il panorama che si può osservare dall’alto è molto difficile da descrivere a parole ma secondo me è sarebbe il mio ideale di paradiso.

Sono andato trovare Adriana,Aris loro figlio che abitano a Clifton il capoluogo dell’isola, che anche Siusy e Patrizio avevano incontrato anni fa.

Adriana , Aris e Sebastian mi hanno portato alla scoperta dei più bei posti e mi hanno fatto trascorrere una vacanza indimenticabile.

A Union si può soggiornare alla Lambi Guest House ( 25 USD) ma le stanze sono piccole e rumorose, perché si trovano sopra all’ omonimo ristorante dove suonano ogni sera le steel band, gruppi di musicisti che ottengono le note da strumenti che sono ricavati da bidoni di benzina.

Il proprietario il cui soprannome è appunto Lambi dal mollusco più tradizionale di queste isole, che è un simpaticissimo caribe di 2 metri d’altezza e di 150 Kg di peso che dirige vari negozi e attività oltre a essere interprete di esilaranti spettacolini per turisti nel suo ristorante, bar, ritrovo, discoteca.

Io ho soggiornato al Sunny Grenadines Hotel in bellissimo bungalow per 3 persone a 10 passi dal mare con una spesa di 50 USD al giorno.

A dire il vero tutta l’isola è un po’ rumorosa, se per rumore si può intendere la musica reggae che proviene da tutti i bar ( e sono molti ) appena aprono alle 10 del mattino fino alle 11 de sera.

Union non è una vera e propria meta turistica ma è la principale base di partenza per tutte le escursioni e charter alle Grenadines.

Dal molo partono escursioni giornaliere sui catamarani Typhoon e Hurricane che vi porteranno a Palm Island e ai Tobago Keys .

Palm Island è un’isola privata dove sorge un resort di lusso che è off limits per chi non è ospite del resort, in compenso la spiaggia di sabbia bianchissima è libera, e i fondali sono stupendi per lo snorkelling, potrete vedere con facilità squali nutrice,barracuda,tartarughe,pesci palla ecc.Come è successo a me al primo giorno.

Poi si riparte per i Tobago Keys e dopo una breve navigazione si arriva nella laguna interna al reef e contornata da questi 4 stupendi isolotti disabitati e preservati come parco naturale popolati da uccelli e lucertole.

La laguna è l’ideale per lo snorkelling qui potrete vedere così tante specie di pesci,molluschi e coralli in una varietà di fondali che raramente supera i 3 metri di profondità con l’acqua cristallina.

Potrete poi fare una passeggiata su uno degli isolotti o crogiolarvi al sole sulle bianchissime spiagge coralline gustandovi un rum punch ghiacciato che a bordo dei catamarani non manca mai.

La sera si può trascorrere al Lambi’s Restaurant per assaggiare le specialità della cucina caraibica dove la punta di diamante è rappresentata dall’insalata di Lambi un mollusco largamente diffuso in tutti i caraibi (Caracol in Messico,Botuto in Venezuela) dal sapore dolciastro molto accattivante o da Lobster (aragosta) comunissima da quelle parti o Barracuda (buonissimo) e altro.

Tanto sono comuni questi molluschi che vengono addirittura usati per delimitare aiuole e strade spesso vengono usati come materiale da costruzione mescolati con in cemento come per i moli di Union, Un rastaman locale si è addirittura costruito un’isola in mezzo alla baia del porto accumulandone i gusci per due anni nello stesso punto e l’ha battezzata “ Happy Island” .

Si può infine bere una birra o un rum punch in uno dei tantissimi piccoli bar che costeggiano la Main Street dove si può anche ballare e non è difficile fare amicizia con i locali.

Uno dei migliori si trova sulla strada dell’aeroporto dove la musica reggae ha una marcia un più e dove si balla su una terrazza all’aperto.

Chi preferisce i locali snob dall’aria coloniale si troverà sicuramente a suo agio all’Ancorage il marina di Union o al Bouganville un locale molto chic gestito da francesi.

Il mattino seguente potrete affidarvi a sicuramente a uno dei tanti ragazzi che fanno da taxi boat per farvi portare in una delle meravigliose isole vicine.

Io vi consiglio parlare con Vincent il fratello del mio amico Aris,che ha un negozio di souvenir vicino alla banca e a fianco dell’unico calzolaio dell’isola che fra le altre cose confeziona i bellissimi berrettoni di lana colorata dei rasta.

Spesso io e Aris davamo un passaggio per i Keys a sua mamma e le sue amiche che andavano a vendere colorate t-shirt e oggetti di artigianato ai turisti e le aiutavamo nello sbarco dei pesanti borsoni fra onde e coralli.

Potrete farvi portare a Mayreau a mezz’ora di barca da Union e passare una giornata di relax e snorkelling alla Saline Bay gustare un favoloso rum punch alla frutta tropicale nel bar della spiaggia, all’ombra di un boschetto di palme da cocco.

Con una breve camminata potrete recarvi sul paese in cima alla collina, dove avrete una panoramica mozzafiato sui Tobago Keys.

Se volete provare un emozione alla Cast Away potete farvi lasciare a Petit Tabac l’isola dove hanno abbandonato Johnny Depp nel film “La maledizione della prima luna”, a osservare gli uccelli marini e nella stagione giusta le tartarughe che vengono a deporre le uova e l’immancabile snorkelling.

Non dimenticatevi però di organizzarvi a dovere perché l’isola è disabitata e non vi sono strutture di alcun genere.

Un altro itinerario alla vostra portata può essere Petit St.Vincent o Petit Martinique.

La prima sullo stile di Palm Island con un esclusivo resort la seconda meno turistica con un porticciolo di pescatori e un cantiere dove costruiscono i pescherecci a mano e una locanda dove potrete gustare lo squalo alla creola in una terrazza ventilata dagli alisei con uno stupento panorama .

Vale la pena di visitare Ashton l’altro centro abitato di Union Island a 10 minuti di taxi collettivo da Clifton dove vivono solo i locali e non vi sono strutture turistiche a parte gli immancabili music bar.

Sempre a Union potete farvi portare sulle stupende spiagge sull’altro lato dell’isola Chatham Bay raggiungibile solo in barca dove avrete a disposizione una spiaggia 600 metri solo per voi o quasi, sulla spiaggia c’è un’unica capanna bar ma non sempre è aperta.

Nel boschetto dietro alla spiaggia vi sono i resti di un antico villaggio dei caribi i primi abitanti dell’isola.

Da Chatham Bay si può proseguire per Bloody bay, spettacolare vedere le onde infrangersi sulle scogliere vulcaniche a picco e i molti uccelli che nidificano negli anfratti.

Si raggiunge poi Big Sand altra bellissima spiaggia, dove si trova un albergo gestito da belgi, dove si mangiano sandwich costosissimi e che offre la possibilità di noleggiare windsurf e kayak e attrezzature da spiaggia.

Per una cena o un pranzo economici recatevi senz’altro da “Nola” una signora che gestisce un locale dove si possono gustare i migliori e originali piatti unici della cucina creola a base di pesce o di pollo con 10-12 EC$, io purtroppo l’ho scoperto un po’ in ritardo e sono andato avanti a sandwich a 20-25 EC$ (1 East Caribbean Dollar= 0,287 € ) nei locali gestiti dagli europei o americani.

Per uno spuntino da portare in spiaggia o da mangiare al volo andate nello store di fronte alla banca dove potrete comprare con pochi EC un “roti” una specie di tacos locale di carne, verdure o pesce appena sfornato.

Nola chiude molto presto la sera ma un altro locale simile che chiude un po’ più tardi lo trovate sulla stradina che porta dalla Main Street al Sunny Grenadines Hotel di fronte all’Internet Point.

Una bella passeggiata si può fare fino ai resti dell’antico fortino francese che domina il porto di Clifton anche qui con una bella vista sui Keys e Petit St.Vincent e Petit Martinique, tutto intorno al forte crescono in natura le piante di Aloe Vera che vi torneranno molto utili in caso aveste sbagliato il fattore di protezione solare.

Se non avete più voglia di salti in barca sulle onde a pochi passi, in direzione dell’Ancorage tra quest’ultimo e la pista dell’aeroporto c’è una spiaggia bellissima, dove non ho mai incontrato più di 4 o 5 persone, con le palme curve sul mare e con di fronte Green Island e Happy Island, l’isola “nautic bar” artificiale, ma ecocompatibile, che si può raggiungere con poche bracciate o con un tuffo dalla barca.

Purtroppo dovevo cominciare a darmi da fare per il rientro, e un giorno al ritorno dall’aeroporto dove avevo chiesto informazioni sulla disponibilità di posti, Adriana mi disse che se avessi voluto, molto probabilmente, sarei potuto tornare in Martinica in catamarano con uno skipper francese.

Non potevo crederci!!! La stessa sera al ristorantino creolo vicino a casa nostra, incontrammo casualmente lo skipper che si chiamava Michel, e ci accordammo per la partenza il pomeriggio di due giorni dopo, mi disse che avrei pagato il viaggio facendo un po’ di cambusa ( provviste).

Così organizzai una festicciola di addio con Aris e gli amici che avevo conosciuto in quei giorni : Ciky il falegname ,Kennedy che le aveva prese dalla moglie, Butch barman di Palm Island che guadagnava 800 EC$ al mese mentre un ospite ne pagava 1000 USD$ a notte,Rasta il pescatore e Vincent il fratello di Aris imprenditore.

Il giorno della partenza io,Adriana e Aris eravamo un po’ tristi però…Le favole durano poco.

La navigazione fu una cosa entusiasmante, non ho capito se il mare era normale in quelle condizioni o se ci fosse una specie di burrasca in corso, comunque onde di 5 metri e vento forte, e più si usciva in direzione di St.Vincent più le onde e il vento aumentavano.

Michel però non faceva una piega regolava le vele con un’espressione imperturbabile ogni tanto controllava il GPS e a un certo punto mi disse che andava a dormire, che se volevo potevo restare di guardia e di chiamarlo se un punto del GPS si fosse spostato in una certa direzione, risposi ok.

E così rimasto solo sulla sedia imbottita davanti al timone, tenendomi forte sullo spigolo della tuga per non venir sbalzato, guardavo inebetito la natura che mi circondava le nuvole grigie e basse che correvano, ogni tanto un onda in faccia, mentre i pesci volanti perforavano le onde in successione come proiettili, poi in lontananza uno spruzzo diverso dagli altri, osservo meglio, incuriosito, e vicino a dove poco prima avevo visto lo spruzzo vedo un enorme coda nera, dopo pochi minuti un’altra balena più piccola passa a una ventina di metri dal catamarano, avevo la pelle d’oca e le lacrime agli occhi dall’emozione.

Navigavamo di bolina stretta con il mare contro dovevamo ridossarci a St.Vincent per passare la notte e così fu, arrivammo a notte fonda e appena gettata l’ancora, misi su l’acqua per una pasta, il sugo l’avevo preparato in navigazione sul fornello basculante dopo che Michel si era svegliato.

Mi ricordo di un altro sugo preparato dopo un “neverin”(fortunale)in Adriatico davanti alle coste della Croazia con un mare forza 6.

Così dopo la pasta e una bottiglia di vino rosso cileno lasciato a bordo dagli italiani che avevano noleggiato la barca fino a Union andammo a dormire per 5 ore.

Partenza alle 5 mare calmo costeggiando l’isola, ma appena doppiato l’ultimo promontorio, alè si balla di nuovo la rumba, anche di più del giorno prima ! Michel mi spiega che è a causa del fetch, ossia più mare aperto si interpone dalla direzione del vento e più aumenta il moto ondoso.

La giornata però era una di quelle da leccarsi i baffi, sole, vento e cielo blu.

Giornata anche adatta a beccarsi l’insolazione-ustione perfetta ma ormai avevo il colore del cuoio temprato dal sale, corroborato dal sole, aiutato a raggiungere questo stato dalla protezione 30 waterproof, giungevamo in Martinica al marina di Le Marin alle 5 di pomeriggio.

Di sera una volta pulita e messa in ordine la barca per sdebitarmi almeno in parte invitai a cena Michel .

Fu così davanti a due t-bone al sangue ( in francese si dice pron: blè) che mi raccontò di essere arrivato a Union dal nord della Francia 25 anni prima con una barca di 9 metri di aver buttato l’ancora nel Clifton Harbour e di non averla più salpata.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche