Raggae e mare paradisiaco

Una breve settimana di relax davanti a un mare meraviglioso e qualche consiglio pratico sulla Giamaica
Scritto da: medea77
raggae e mare paradisiaco
Partenza il: 19/12/2011
Ritorno il: 26/12/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

Consigli pratici

Questo viaggio è stato organizzato all’ultimo minuto, quindi abbiamo deciso di comprare online un pacchetto comprendente volo e villaggio all-inclusive per la Giamaica. Dopo qualche giorno l’agenzia ci ha contattato avvisandoci che il villaggio che avevamo scelto era pieno, quindi ci avrebbero spostato in un altro albergo in cui, oltre all’alloggio, era compresa soltanto la prima colazione. Ma questa è stata una vera fortuna! Il Bar-B-Barn è un posto che conserveremo nel cuore, grazie alle palme con decorazioni natalizie, le colazioni a base di ackee and saltfish di fronte a un lembo di sabbia e il mare azzurro e limpido, uno dei più bei paesaggi marini mai visti. Questa è la Seven miles Beach di Negril. La colazione era sempre abbondante anche se servita con molta calma, se avete programmato delle gite ricordatevi di avvisare il giorno prima e di contare almeno una mezzora di preparazione. Lo staff è gentile, gli appartamenti sono carini anche se non sono stati puliti durante la settimana in cui vi abbiamo alloggiato. La struttura ha anche lettini e ombrelloni inclusi nel prezzo e una guardia che vi consiglierà di chi diffidare e da chi poter acquistare un’escursione. La spiaggia è molto bella, se si procede oltre sulla destra ci si rende ancora di più conto di quanto si è fortunati: nella zona dei resort, infatti, le persone stanno ammassate, la spiaggia è più larga ma piena di lettini senza spazio per muoversi, mentre al Bar-B-Barn è tutto molto più tranquillo. Inoltre molti turisti americani fanno il bagno in piscina, senza rendersi conto di quello che hanno davanti; io ho fatto delle foto in cui siamo dei punti in mezzo al mare, e intorno nessun altro!! Nelle nostre giornate abbiamo saputo alternare il relax sulla spiaggia con le escursioni; secondo noi una settimana è stata sufficiente rispetto a molte altre mete di viaggio, ma abbiamo preferito saltare alcune cose, come Kingston e la casa di Bob Marley; se avessimo fatto meno giornate di mare saremmo riusciti a fare anche quello.

Una cosa da sapere importantissima della Giamaica è di diffidare di chiunque! Il turista viene assalito in qualsiasi posto: per strada, sulla spiaggia, nei bar…da giamaicani (ma non solo, gli italiani che vivono lì sono ancora peggio!!) che vogliono vendere fumo, escursioni, ecc. Nel primo caso si rischia grosso, si dice che alcuni siano in combutta con la polizia e appena si procede nell’acquisto il turista viene preso in flagrante. Nel secondo caso si rischia un salasso. In ogni caso la Giamaica non è un paese così economico, ma il fastidio che questi giamaicani possono provocare è compensato con la loro simpatia. Tutto sommato ha anche i suoi lati positivi, perché a chiunque chiediate qualsiasi informazione vi risponderà “ci penso io!”: tutti sono guardie dell’albergo, ottimi cuochi, ottime guide, vi possono procurare qualsiasi cosa!

Cibo: ottima la colazione con ackee, frutto dalla polpa gialla e sapore simile all’uovo, e saltfish, pesce salato, di solito servita anche con qualche verdura. Anche se non siete abituati non ve ne pentirete. Aragoste dappertutto ma mangiatele sulla spiaggia, sono altrettanto buone, fresche e più economiche. Il jerk è un’altra ottima specialità. Il termine jerk si riferisce ad un particolare tipo di cottura, preceduta da una marinatura di salsa con ingredienti segreti. C’è il jerk di pollo, quello di maiale e quello di pesce. Vi consigliamo di fare qualche pasto alle bancarelle lungo la strada principale di Negril, è tutto buonissimo e spenderete pochissimi dollari. In particolare le conchs, le conchiglie grandi arzigogolate che hanno un mollusco molto grande che viene tagliato a pezzettini: si mangiano nella zuppa o al curry.

Itinerario di viaggio

Arriviamo la sera abbastanza tardi con un volo charter che ha fatto scalo a Cancun per depositare un gruppo di turisti. Subito in aeroporto ci rendiamo conto che tutti vogliono i soldi dai turisti, chiedono mance solo per aver toccato la valigia. Il primo a cui abbiamo dato una mancia non è molto contento…forse era troppo poco!! Arrivati all’albergo facciamo una passeggiata dal lato della strada e conosciamo Ken, un ragazzo giamaicano molto carino che dice di volerci portare nel suo locale, in realtà scopriremo nelle sere successive che lì nessuno lo conosce. Però riesce a procurarci degli ottimi piatti dal locale di fianco. Ken è il capitano di una barca che fa escursioni all’isoletta di Booby Cay e prenotiamo da lui la gita del martedì.

Il lunedì, ancora un po’ stanchi del viaggio, ci godiamo un po’ di sole e mare, facciamo le lucertole e una passeggiata sulla spiaggia. All’ora di pranzo si fa viva la nostra tour leader, italiana, un’esperienza indimenticabile. Non compriamo gite dalla compagnia ma le chiediamo qualche consiglio sui posti migliori da visitare nella zona. Ci dice che alcune grotte segnalate dalla Lonely Planet non sono un granché, ma che lei ha scoperto una grotta meravigliosa sul mare da cui si entra tramite il giardino di una signora (Saint Jones), che non chiede i soldi per l’ingresso, ma è già contenta se le si compra una birra. Così dopo pranzo ci avviamo verso il centro di Negril alla ricerca di un taxi e, contrattando, troviamo quello che diverrà ufficialmente il nostro taxista preferito, Luther, se chiedete di lui al vostro albergo sicuramente lo conoscono. E’ il classico nero altissimo con i dred, parla un miscuglio di inglese, dialetto locale e qualche parola di italiano. Ci accompagna alla grotta che davvero merita. A parte il fatto che la signora non è proprio così altruista come ci aveva detto la nostra tour leader e vuole subito 5 dollari giamaicani a testa per l’ingresso. Ci fa scendere nella grotta tenendosi tutte le nostre cose (è sicuro) perché la grotta è raggiungibile anche dal mare: le barche si appostano al largo e arrivano i turisti a nuoto, quindi non si sa mai se qualcuno possa portarsi via qualche ricordino. Quando ritorno su a consegnare alla signora la macchina fotografica indovinate un po’ chi ti trovo? La nostra tour leader, che ovviamente è un po’ imbarazzata, e arrampicandosi sugli specchi ci ha detto di vivere dalla signora…e come mai non ci ha detto nulla prima? E soprattutto perché ci ha detto che l’ingresso era gratuito? Comunque facciamo finta di niente, e dopo un bagnetto nella grotta ci facciamo venire a prendere da Luther e portare al Rick’s bar, uno dei bar più famosi del mondo, da una parte perché è situato su un promontorio sul mare e da lì si vede un tramonto meraviglioso. Dall’altra muscolosi giamaicani si tuffano nel mare dalla scogliera (a volte ci provano anche i turisti ma con risultati meno eleganti!), il tutto contornato da gruppi che suonano musica reggae. Dopo la nostra prima giornata a Negril ci sta una bella cena a base di jerk di pollo e una passeggiata sulla spiaggia, dove sono posizionati uno dietro l’altro tutti i locali dove ascoltare musica reggae, vedere concerti e assaggiare un Cuba Libre a base di Appleton Rum!

Il secondo giorno, la mattina è dedicata alla visita a Booby Cay, isoletta corallina al largo di Negril, anche se, se avete già fatto snorkeling a Sharm El Shaik, forse non ne vale la pena. Ma ne vale per assistere all’estrazione dei molluschi dalle conchiglie e per vedere le mante che si avvicinano alla riva. Per questa piccola escursione cerchiamo il nostro amico Ken, sempre simpatico, ma purtroppo in mezzo al mare si ricorda di non avere con sé denaro sufficiente per fare benzina, così gli prestiamo 20 dollari. Chiacchierando con lui gli chiediamo dove possiamo assaggiare la mannish water, letteralmente acqua da uomo, in realtà trattasi di minestra ottenuta con testa e frattaglie di capra. Ken ci dice che suo cugino fa la migliore mannish water dell’isola e ci invita a cena, ovviamente non gratis, e forse ci ha chiesto qualcosa in più rispetto a quanto ha speso, con la scusa che suo cugino aveva dovuto prendere il taxi per comprare gli ingredienti. Ma non ci siamo affatto pentiti, anzi è stata una delle sere più belle che abbiamo passato, ad ascoltare le leggende giamaicane sui serpenti, le manguste e le grotte piene d’oro, e qualsiasi cosa avessimo mangiato era veramente ottimo! Nessun problema di stomaco, e qualche dollaro in più per un vivace scambio culturale.

Il giorno dopo ci viene a prendere Luther all’ora di pranzo che, per un buon prezzo ci ha organizzato una gita all’Abba Janehoy’s Garden che include anche una passeggiata a cavallo. Janehoy si è costruito questo centro di meditazione su una collina di Negril che ha una bella vista panoramica. Qui ci si può fermare un’oretta a farsi spiegare le pratiche e i concetti del rastafaranesimo; se lo si avvisa per tempo ci si può anche fermare per pranzo. La passeggiata a cavallo è stata molto bella ma poco rilassante durante il ritorno. Infatti mentre eravamo a parlare con Janehoy uno dei due ragazzi che portavano i cavalli ha chiesto a Luca una mancia, e noi gliel’abbiamo data, senza sapere che quello sarebbe stato un extra all’insaputa dell’altro ragazzo e che la vera mancia ci sarebbe stata chiesta al rientro nel ranch. E questo fraintendimento ha provocato l’ira del ragazzo più giovane che si è sentito preso in giro, non da noi ovviamente, ma dall’altro, così non hanno fatto altro che litigare durante il tragitto di rientro, anzi ad un certo punto hanno mollato le redini lasciandoci andare avanti con i cavalli, e hanno preso due pietre da terra…per fortuna tutto si è risolto soltanto con qualche schiamazzo! La sera andiamo alla grigliata sulla spiaggia. Un passo indietro: uno dei primi giorni avevamo conosciuto un italiano, un certo Francesco sposato con una moglie colombiana e con una figlia, trasferitosi da pochi mesi in Giamaica sperando di fare fortuna. Ci sembrava una buona cosa aver conosciuto un italiano, pensavamo ci avesse aiutato a non farci fregare, ma purtroppo è andata diversamente. Il giorno prima avevamo accettato il suo invito alla grigliata di aragoste sulla spiaggia, e abbiamo fatto l’errore di non chiedergli il prezzo. D’altronde se al ristorante si paga 30 euro e il venditore ambulante in spiaggia la fa pagare 7, quando potrà mai costare? Esattamente 30 euro come al ristorante, solo che è accompagnata solo da un po’ di riso in bianco, senza neanche verdure, ed escluse le bibite. Beh, vorrei tanto dire non ci frega più, ma ormai avevamo prenotato con lui anche la gita del giorno dopo. Comunque la serata è stata anche piacevole, il falò sulla spiaggia, le stelle e tutto il resto. Pare proprio che questo Francesco sia riuscito ad accattivarsi tutti i peggiori giamaicani per guarnire fregatura a fregatura. La sera dell’aragostata era stata organizzata insieme ad un altro Francesco, un giamaicano con i dred, di cui ho sentito parlar male in vari forum. E anche la gita alla fine non è andata meglio. A noi interessava in particolare fare il tragitto Black River Great Morass, YS Falls e Aplleton Rum Estate che ci è stato proposto per 80 USD. Tutto sommato ci è sembrato un buon prezzo paragonato a quelli delle altre “agenzie”. Peccato che ci sia stato già all’inizio un grosso ritardo, stipati in un pulmino con una guida e un guidatore giamaicani con i quali ovviamente Francesco deve aver contrattato male il prezzo. Infatti arrivati al Black River ha iniziato blaterare, prima dicendo che non si riusciva ad andare alla fabbrica di rum, che era la cosa che avevamo esplicitamente chiesto io e Luca, per motivi di tempo, altrimenti non si riusciva ad andare in un bar galleggiante di cui non interessava a nessuno; poi ha detto che le guide giamaicane avevano alzato il prezzo e così gli abbiamo dovuto dare altri 20 dollari! In tutto questo all’Appleton siamo arrivati che avevano appena chiuso. Quelli dell’ingresso ci hanno detto che ormai potevamo visitare solo il negozio; entrati lì ci hanno negato persino la degustazione dicendo che era riservata a chi aveva fatto il tour guidato! Non berrò mai più il loro rum! In ogni caso come è possibile che queste guide non sapessero nemmeno gli orari di chiusura? E oltre il danno la beffa: il giorno dopo incontriamo la guida giamaicana sulla spiaggia e ha persino il coraggio di dirci che la sera prima non gli avevamo dato la mancia. Al pomeriggio decidiamo di dare retta ad un ragazzo che ogni giorno ci pregava di andare a visitare la sua piantagione di mariuana, decidiamo di accontentarlo dopo esserci assicurati che volesse soltanto 5 dollari giamaicani a testa e ci sentiamo abbastanza tranquilli perché il ragazzo abitava nello stesso condominio di Francesco. Invece già rischiamo la vita saltando sopra i tetti per vedere UNA piantina e fare due foto, inoltre il tipo ha iniziato a dirci che intendeva 10 dollari USD e non giamaicani, un vero furto!! Tra l’altro neanche li avevamo perché dovevamo prelevare. Ha iniziato a dire che i soldi gli servivano perché erano in tre a curare la pianta e gli altri si sarebbero arrabbiati, così siamo scesi dal tetto mentre l’amico sbraitava da lontano con la faccia cattiva, parole irripetibili sugli italiani e in italiano. Noi abbiamo fatto finta di niente e ce ne siamo andati in tutta calma, ma se devo dire il vero non è stato un bel momento. Avevamo intenzione di segnalare il tutto alla polizia prima di partire la domenica (non prima perché il condominio è nella stradina appena sulla sinistra del nostro albergo, quindi chiunque ve lo chieda, fate a meno di andarci!) ma purtroppo non ne abbiamo incontrato nemmeno uno. La sera una bella cena in un ristorante che scopriamo essere gestito da un italiano con una coppia in luna di miele che aveva condiviso con noi la gita con Francesco e poi un concerto reggae sulla spiaggia.

L’ultimo giorno facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia fino ad arrivare alla Bloody Bay Beach che, secondo la Lonely Planet, doveva essere un angolo di paradiso incontaminato, invece l’abbiamo trovata affollata di resort. Ancora una volta abbiamo adorato il nostro angolo di paradiso davanti al Bar-B-Barn! Lungo la spiaggia c’è anche un lembo dedicato al nudismo, quando siamo passati noi c’erano soltanto alcuni americani anzianotti. Torniamo giusto in tempo per trovare il venditore ambulante e assaporare una gustosa aragosta sulla spiaggia. E poi ci aspetta l’ultima sera al tramonto, il sole si nasconde velocissimo ai nostri occhi. E l’ultima sera in cui poter camminare a piedi scalzi sulla sabbia assaporando l’odore del mare, tra un locale e l’altro. I giamaicani hanno i loro difetti, ma la Giamaica nemmeno uno.

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