dalla Jamaica agli States

Una famiglia con due figli adolescenti, come prima meta le stupende e tranquille spiaggie della jamaica, per poi andare nella caotica east cost americana con tappa finale la travolgente new york
Scritto da: sandra59
dalla jamaica agli states
Partenza il: 11/07/2010
Ritorno il: 30/07/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 3000 €
1 GIORNO-PARTENZA partiamo da Milano Malpensa volo Livingston diretto per Montego Bay,Jamaica. Da li ci aspetta un taxista già prenotato che ci porta nel piccolo paesino di Draper, vicino a Port Antonio nella poco turistica ma bellissima regione del Portland. Sulla strada facciamo sosta in un ristorantino tipico dove mangiamo il loro pollo speziato (detto Jerk) con verdure e il “festival” una specie di pane fritto. Arriviamo alla nostra guest house, che si chiama Draper San, la sera tardi, dopo 3 ore di viaggio, dove ci accoglie Francesca, la figlia di Mariacarla, una gentilissima italiana che gestisce la casa da 20 anni, ci mostra le camere e noi ci buttiamo a letto esausti dal viaggio.

2 GIORNO La mattina ci aspetta una squisita colazione a base di te, frutta fresca tropicale, frittelle, uova e toast. Oggi decidiamo di andare alla spiaggia più bella della zona,la French Man’s Cove (sotto indicazione di Francesca e Max, un altro italiano che ora vive li, che ci spiegano la strada. È un sollievo sapere che c’è qualcuno che parla italiano!!). Paghiamo 500 dollari jamaicani, cioè 5 euro: il cambio è facilissimo, e… ci troviamo in un piccolo paradiso tropicale. Davanti a noi un mare stupendo, a lato un fiume verde smeraldo che si mischia con il cristallino azzurro del mare. Stiamo tutto il giorno qui, a mollo nel mare o sull’altalena attaccata a un ramo sopra il fiume. La sera ceniamo alla guest house, poi andiamo a dormire felici di questa prima giornata, con sottofondo un concerto di rane e uccelli locali che ci accompagnerà soavemente per tutte le notti.

3-4 GIORNO Nei due giorni successivi andiamo alle spiagge di Winnifried e Sansan. La prima, l’unica spiaggia della zona ancora gratuita, è frequentata dalle persone del luogo e i turisti sono in pochi. A pranzo mangiamo ovviamente pollo in uno dei diversi baracchini (ristorantini locali) sulla spiaggia. La Sansan beach è invece una lunghissima spiaggia da dove si può raggiungere anche a nuoto la Monkey Island che ha una piccolissima spiaggetta molto suggestiva.

5-6 GIORNO Essendo la stagione delle pioggie, finora ci è andata piuttosto bene, ma oggi pioverà tutto il giorno, così stiamo nella guest house a coccolare i tre simpaticissimi cagnolini e il gatto, rilassandoci tra la rigogliosa natura del giardino. La sera andiamo a mangiare a Port Antonio riuscendo a trovare una pizzeria piuttosto buona. Il giorno dopo ci aspetta un giro su una barchetta di un pescatore per andare a rivedere la Monkey Island, la famosa Laguna Blu (carina anche se ci aspettavamo qualcosa di più) e infine di nuovo la Winnifried beach. A cena andiamo in un bel ristorantino a due passi da noi chiamato woody, che consigliamo vivamente a tutti.

7-8 GIORNO Gli ultimi due giorni in jamaica. Andiamo alla spiaggia più lontana con un taxi, la Long Bay, la spiaggia dei surfisti, dove siamo solo noi, perché il tempo non è bello, infatti poco dopo arriva un bel temporale tropicale. Il giorno dopo, l’ultimo, torniamo alla prima spiaggia che abbiamo visitato, la FrencMan’s Cove, la spiaggia delle passioni segrete di Marilyn Monroe che ha catturato anche i nostri cuori. A proposito, per tutti gli spostamenti abbiamo imparato ad usare i taxi collettivi, costano poco, passano frequentemente, e per piccole distanze vanno più che bene.

9-10-11 GIORNO È ora di partire, siamo un po’ tristi, ma la vacanza non è ancora finita! Ci aspettano gli Stati Uniti d’America! L’aereo parte a mezzogiorno, facciamo un breve scalo a Miami e dopo un paio d’ore siamo al JFK di New York. Li incontriamo dei nostri amici, anche loro una famiglia con due figli, e insieme andiamo a ritirare la macchina a noleggio, poi tutti a dormire. Il giorno dopo sveglia presto e comincia il nostro tour. Come prima meta c’è Cape Cod una regione a sud di Boston con un bel mare e lussuose ville. La notte andiamo in un tipico motel, e il giorno dopo raggiungiamo Boston. Seguiamo il percorso a piedi, che passa per le principali attrazioni turistiche, legate alla rivoluzione americana, come i vecchi cimiteri e gli edifici storici di quel tempo

12-13 GIORNO Oggi abbiamo in programma un giro in un parco nazionale del Vermount , la Adirondak park; per prima cosa andiamo alla Barton Garnet Mines una miniera di pietre granate, dove accompagnati da una guida si possono cercare tali pietruzze. Dopo una camminata sulle montagne di circa un’ oretta arriviamo davanti a una torre d’ osservazione da dove si può godere un panorama meraviglioso tra alberi e laghetti, dove gli americani si divertono con la canoa. La passeggiata è piacevole e intorno a noi ci sono tanti scoiattoli che sembra non abbiano per niente paura dell’uomo. Il giorno dopo passiamo il confine con il Canada per vedere le Niagara falls, dove, per prima cosa percorriamo un tunnel che passa sotto le cascate e la visuale che si apre davanti a noi ci lascia a bocca aperta:le cascate sono potentissime e ci arrivano tutti gli schizzi. Ma il bello deve ancora venire: saliamo su un battello che passa praticamente di fianco alle cascate e quando usciamo siamo completamente fradici ma per fortuna prima ci avevano rifornito di impermeabili. La visita è finita e torniamo al nostro albergo, l’ Oakes Hotel, la camera è molto grande, ma la cosa più stupefacente è la grossa vetrata con vista sulle cascate. La sera poi è ancora più bello perché le cascate si illuminano e uno spettacolo di fuochi d’artificio colora il cielo.

14-15 GIORNO Oggi giornata di trasferimento. Dal Canada a Philadelphia,con tappa a Ephrata per vedere una comunità amish. Siamo rimasti un poco delusi, visto che le guide turistiche dicevano che rifiutano la modernità , invece la maggior parte di essi aveva una macchina. Mangiamo in un ristorante locale una ottima bistecca, e un” meatloaf”, cioè un polpettone gigante. Il giorno dopo visitiamo Philadelphia. Parcheggiamo vicino al centro storico, e andiamo a vedere la famosa liberty bell. Poi entriamo nella indipendent hall dove due simpatici volontari ci raccontano la storia delle guerre d’indipendenza americane. Riprendiamo la macchina e dopo 2 ore arriviamo al JFK dove lasciamo il nostro pulmino all’ AVIS, poi con la metro dopo un ora e mezzo raggiungiamo l’hotel Marrakech, a ovest di central park. Per spostarsi a New York consigliamo la metropolitana, comoda, sebbene il servizio non sempre regolare, e piuttosto economica: l’abbonamento settimanale costa 25 dollari.



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