Valle del Reno

Visitare il “Reno romantico” da soli può sembrare un controsenso o un azzardo. Ma i posti da queste parti sono così rilassanti e invitanti per le attività all’aperto che non c’è rischio di farsi prendere dalla noia o dalla malinconia ...
Scritto da: domenico74
valle del reno
Partenza il: 27/06/2013
Ritorno il: 01/07/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Il tratto di fiume che meglio esprime il concetto di “romantico” sembra essere quella tra Coblenza (Koblenz) e Bingen, secondo quanto riportano le guide turistiche e i siti internet. È questo il tratto di Reno che ho visitato in meno di tre giorni e posso confermarne la bontà della definizione.

Visitare il “Reno romantico” da soli può sembrare un controsenso o un azzardo. Ma i posti da queste parti sono così rilassanti e invitanti per le attività all’aperto che non c’è rischio di farsi prendere dalla noia o dalla malinconia anche se si è in giro senza compagnia. Il tratto di fiume che meglio esprime il concetto di “romantico” sembra essere quella tra Coblenza (Koblenz) e Bingen, secondo quanto riportano le guide turistiche e i siti internet. È questo il tratto di Reno che ho visitato in meno di tre giorni e posso confermarne la bontà della definizione, pur ricordando che proprio da Coblenza si può seguire la Mosella (Mosel) in un altro itinerario altrettanto suggestivo.

La valle del Reno (Rheintal) offre piccoli e caratteristici villaggi, estesi vigneti, tanto verde, qualche leggenda e, ovviamente, il bel corso del Reno, seppur attraversato anche da impressionanti navi mercantili. Gli spostamenti tra i piccoli paesi che si susseguono lungo le due sponde sono molto facili con ogni mezzo, ovviamente un po’ più lunghi se occorre attraversare il fiume in quanto non ci sono ponti tra le due rive eccetto a Mainz (Magonza), Budenheim e Coblenza e bisogna quindi utilizzare i traghetti. Prima di partire mi ero a lungo chiesto quale fosse il modo migliore per visitare le due rive. Alla fine ho scelto di provarli tutti, eccetto l’automobile: bici, treno e nave. Bisogna dire che i paesini che si susseguono lungo le sponde sono molto piccoli e generalmente una sosta di due ore può essere più che sufficiente, anche se per alcuni davvero non c’è niente da vedere. Lungo la sponda sinistra del Reno sorgono secondo me i posti più carini, su tutti Bacharach, St. Goar, Boppard e Koblenz in ordine di gradimento personale e anche in ordine di successione lungo il flusso del fiume (in realtà Bacharach è molto carina, ma non è animata come le altre). C’è anche Magonza (che preferirei chiamarla nel nome originario, Mainz, molto più sonoro) che considero un po’ a margini del caratteristico Reno romantico e che mi ha un po’ deluso. Io ho pernottato a Bingen am Rhein ospite di una famiglia del posto: a Bingen non c’è molto da vedere, se non un bel panorama dal castello e un lungoreno fiorito. Io ho avuto la fortuna di trovarmi nel festival “Bingen Swingt” che ha reso la sera molto animata. Sul lato desto del Reno c’è un po’ di meno da vedere ma c’è la roccia di Loreley, uno dei punti di attrazione di questo percorso e, naturalmente, si apprezzare meglio la vista della sponda sinistra. L’intenzione originaria era dunque quella di girare le rive in bicicletta, progetto che ha richiesto ore di informazioni e di indagini meteorologiche dato che il tempo era previsto piovoso. Per non lasciarla vinta agli dei della pioggia, i quali mi avevano già rovinato la vacanza a Monaco di Baviera, faccio proprio il detto tedesco per cui: Es gibt kein schlechtes Wetter, nur falsche Kleidung (Non esiste il cattivo tempo, ma solo abiti sbagliati).

In coda al diario, trovate tutte le informazioni di servizio su aeroporti, stazioni e trasporti. Per la galleria fotografica: http://domenico1974.wordpress.com/2013/07/10/reno-romantico-giugno-2013/

Giovedì 27 giugno: Roma Ciampino – Frankfurt Hahn – Mainz – Bingen am Rhein

Gli orari e le tariffe delle compagnie di linea erano decisamente poco convenienti e quindi ho scelto ancora Ryanair: arrivo in Germania a Frankfurt Hahn, ripartenza da Düsseldorf Weeze. Dall’aeroporto Frankfurt Hahn è facile raggiungere il Reno e anche Mainz (Magonza) con il pullman, se avete un po’ di pazienza ad aspettarlo. Arrivo all’aeroporto alle 10.30 (con una brusca variazione di temperatura rispetto all’Italia) e alle 13:30 sono in città. Lascio il bagaglio alla stazione (3,50€) e comincio la visita. Mainz è la capitale del Land Renania – Palatinato (Rheinland – Pfalz) e forse per questo si merita la cartina cittadina sulla Lonely Planet ®. Ad eccezione delle due attrattive più note (cattedrale e museo Gutenberg) e le stupende vetrate della Sankt-Stephan-Kirche, la città non mi pare offra molto altro: del passato romano si vede poco e anche la passeggiata lungo il Reno non è delle migliori. Forse Augustiner Str. è la parte più caratteristica da vedere. La cattedrale di Magonza, un po’ coperta dai vicini edifici, è un imponente edificio di arenaria rossa il cui interno è decisamente sobrio, un po’ buio e di atmosfera solenne. Non c’è molto da visitare, ma vale la pena una visita. Il Gutenberg Museum (5€ + 3,50€ audioguida) era il motivo della mia visita a questa città. Della vita di Johannes Gutenberg non si sa molto. Nato alla fine del XIV secolo a Mainz, si dedicò a lungo al suo progetto imprenditoriale che lo portò a realizzare la famosa “Bibbia a 42 righe” nel 1455, primo documento mai stampato. Proprio questo prezioso documento (insieme ad altre 4 copie stampate dallo stesso Gutenberg) è esposto nella camera blindata del museo che, tra le altre cose, raccoglie materiali e macchinari che hanno fatto la storia del libro. Non aspettatevi però esposizioni chilometriche. Una buona audio guida (non c’è in italiano) vi conduce lungo alcuni itinerari di visita, ma comunque ci sono spiegazioni (in inglese, talvolta solo in tedesco) ovunque. Il tempo alterna il sole con un violento acquazzone e quindi le chiese diventano luogo di visita e di riparo. Vale la pena fare qualche metro in salita per raggiungere la Sankt-Stephan-Kirche. L’interno non offre molto se non la vista delle bellissime vetrate blu realizzate da Marc Chagall. Bello anche l’affresco del soffitto dell’Augustiner-kirche, chiesa barocca dal luminoso interno bianco. Quattro ore sono più che sufficienti per il giro che vi ho descritto. Alle 17.30 è tempo di ripartire per Bingen: la pioggia e le scarse attrattive cittadine consigliano di non tardare oltre la partenza. (Nei pressi della stazione, in Bonifatius platz, c’è un supermercato Rewe).

Bingen am Rhein è il punto di partenza della mia gita sul Reno. La cittadina non offre molto da vedere; è piuttosto (e lo è stato in passato) un posto strategico per la sua posizione alla confluenza dei fiumi Nahe e Reno. Il panorama qui è già degno della sua fama: la riva opposta è occupata da vigneti e si vedono anche le rovine del Burg Erhenfels. Sul fiume spicca la Mäuserturm, dove, secondo la leggenda, l’arcivescovo di Magonza Hatto II fu dato in pasto ai topi nel X secolo. A dire il vero, la forma della torre ricorda quella di un topo. La veduta dal Burg Klopp è bella, forse soprattutto con i colori e il silenzio dell’alba e del tramonto. Il castello mi sembra che non sia visitabile perché sede amministrativa. Bingen ha due stazioni ferroviarie: la Hauptbahnhof, dove fermano regionali ed intercity (distante circa 1,5 km dal centro), e Stadt, dove invece fermano solo i regionali e che è la porta di accesso alla città. Il tratto di lungo fiume della città è carino perché pieno di fiori, ci sono almeno due ristoranti di un certo pregio (Vinothek e un altro in un bell’edificio proseguendo contro la direzione del fiume, forse Zollamt) ed è luogo di attracco delle linee marittime per la crociera sul Reno e per il trasporto sulla sponda destra (verso Rüdesheim). (I miei ospiti mi suggeriscono la cena al Geschwollenes Herz).

Venerdì 28 giugno: Bicicletta e treno. Bingen, Bacharach, Oberwesel, St. Goar, Boppard, Koblenz (17°C, nuvoloso, pioggia leggera a tratti)

Da Bingen parte il mio primo giro. Lungo questo tratto di Reno sorgono piccoli paesi e qualche castello. Approfitto delle condizioni meteo (nuvoloso con leggera pioggia a tratti) per scegliere la bicicletta messami gentilmente a disposizione dei miei ospiti. Non avendo un allenamento sufficiente per farmi i 70 km che mi separano da Koblenz, volendo fare le cose con calma e considerato anche il rischio di pioggia, compro anche il Rheinland-Pfalz-Ticket (vedi oltre) per poter scegliere di viaggiare in treno quando necessario.

La prima tappa è proprio in treno: 16 km verso Bacharach, tra le maggiori località turistiche della valle del Reno. Già qui si nota un eleganza del centro più interessante di Bingen, ma anche si comprendono quali saranno le dimensioni medie dei paesini di questo itinerario. A Bacharach, lungo Oberstrasse, ci sono alcuni edifici interessanti e anche la Peterskirche, intima chiesa tardo romanica dove c’è unbell’organo bianco ed è segnalato il capitello costituito da una donna nuda i cui seni sono succhiati da serpenti. Lo Stadtmauer Rundweg permette una passeggiata lungo le mura. Si può passeggiare piacevolemente per un’ora; poi si può ripartire.

Proseguo in bici verso Oberwesel, con un po’ di pioggia proprio all’arrivo. La pista ciclabile corre in piano lungo il fiume e si ha tutta la tranquillità per godersi il panorama e il simpatico castello di Pfalzgrafenstein, a forma di nave, su un isoletta nel corso del fiume. A dire il vero di Oberwesel non ho molto ricordi se non le mura medioevali (che si vedono meglio nel giro in nave). Senza dubbio di maggiore interesse è St. Goar.

A St. Goar (l’accento va sulla “a”) ci arrivo ancora in treno, purtroppo perdendomi la veduta della Lorelay. Avevo preso evidentemente cattive indicazioni stradali e supponevo che Lorelay fosse dopo St. Goar. E invece…Per di più, proprio a ridosso della rupe di Lorelay, il treno si infila in due gallerie che tolgono la vista di una della zone più caratteristiche del Reno. St. Goar, che si affaccia insieme a St. Goarshausen a ridosso dello stretto passaggio della Loreley, ha dimensioni un po’ maggiori delle precedenti, è più animato, è un posto accogliente ed ha un interessante castello a pochi metri di cammino. Il Burg Rheinfels era un tempo la più grande fortezza sul Reno e, visitandolo, ci si rende conto delle dimensioni dei suoi spazi. Se salite quassù (la salita è un po’ impegnativa – circa 15 minuti), non vi resta che visitare il castello, altrimenti c’è poco da fare se non sedersi a mangiare. Il prezzo di ingresso (4€) invoglia la visita che comunque non è male. Ci sono interessanti e divertenti gallerie sotterranee, alcune strettissime: se avete intenzioni di visitarle è necessaria una torcia altrimenti non si vede nulla (e infatti io non le vedo…). In città si può anche fare una piccola passeggiata lungo la Panoramaweg, tra abitazione e binari ferroviari, entrando attraverso una delle torri di accesso alla città.

Riparto in bici verso Boppard. Anche Boppard (l’accento va sulla “a”) è un bel paesino, con begli edifici, un bel lungoreno, qualche resto di mura romane e una atmosfera che mi ricorda un po’ quella dei paesini della Foresta Nera. In particolare la zona più animata è quella intorno Oberstrasse e Marktplatz, con la sua fontana moderna oggetto delle foto dei turisti. Poco sotto, in Untere Marktstrasse, alcune graziose case, come la Teehausje e il ristorante italiano davanti alla statua “Dat Schnuggel Elsje”; il ristorante una volta era il negozio di dolci di Else Heimburger che è appunto la donna rappresentata nella statua. Da Boppard si può partire per alcune escursioni a piedi, in seggiovia o con la ferrovia Hunsrückbahn che, per ragioni di tempo, non posso seguire.

L’ultimo tratto in bici verso Coblenza è solo per metà all’altezza dei precedenti, tanto che avrei potuto sfruttare un passaggio ferroviario fino a Rhens. La ciclabile diventa per un po’ sterrata, poi (se non ho sbagliato indicazioni) si allontana dal Reno per un tratto su sampietrini e passa lungo alcune zone non molto diverse da piccoli cantieri. Poi fortunatamente si immette prima in un parco pubblico con una fitta alberatura e quindi sul bel lungo fiume di Coblenza. La Lonely Planet non degna Koblenz di una mappa che forse sarebbe utile perchè il centro cittadino non è proprio vicinissimo alla stazione (circa 1,5 km). Il punto di forza della città è che si trova sulla confluenza di due grossi fiumi, il Reno e la Mosella, e il Deutsches Eck (angolo tedesco) sembra la prua di una nave che taglia la confluenza dei dui corsi d’acqua. Per apprezzare meglio il Deutsches Eck si dovrebbe salire sulla collina sul lato opposto del Reno, dove si erge il castello Festung Ehrenbreitstein. Non ho tempo per farlo: attualmente, si può raggiungere anche con la funivia proprio dietro la statua di Guglielmo I a cavallo. Sembra però che presto verrà smantellata per vincoli legati alla designazione dell’Unesco di questo tratto di Reno come patrimonio dell’umanità. Trovo la città in un week end di festa per la “Altstadt Fest”, con parchi giochi e qualche concerto in giro per il centro che rendono vive le varie piazze ma ne tolgono, come sempre, la visuale. Il grosso da vedere è proprio a ridosso del Deutsches Eck dove si trova anche la bella basilica romanica di St. Kastor (a fianco del Ludwig Museum) e il piacevole giardino che la circonda (Kastorhof). Nell’Altstad, tutti i percorsi passano per il Vier Türme, incrocio di quattro strade (Am Plan – Löhrstraße – Altengraben – Marktstraße) caratterizzato da quattro edifici di fine 1600 dai balconi adornati che sembrano, appunto, quattro torri. Date uno sguardo, qua e là, alle fontane originali (come quella dell’arca di Noè). Essendo arrivato a Koblenz intorno alle 18 , decido di dividere la visita tra oggi e domani anche se, mappa in mano, in meno di tre ore la città è visitata. Riprendo il treno diretto a Bingen. (Cena a “Miljoo”, carino e anche con cucina vegana, ma niente di esaltante. L’Alte Weinstube in Florinmarkt platz è una antica osteria del 1689. Nella stazione di Coblenza “Ditsch” fa ottimi brezel caldi e morbidi.)

Sabato 29 giugno: Treno. Rudesheim, Lorelay, Koblenz, Bingen (17°C, pioggia in mattinata)

I 50 km in bici di ieri si fanno sentire e, con la scusa del tempo piovoso (almeno la mattina), stavolta mi muovo semplicemente in treno, però lungo la sponda destra. Quindi occorre prima un passaggio in barca verso Rüdesheim (2,50€ per 15 minuti; un traghetto ogni ora).

La città di Rüdesheim non mi aveva ispirato granché dalle guide turistiche e per me è stato solo il punto di partenza per prendere il treno dalla sponda destra (qui non siamo più in Renania, ma in Palatinato – Pfalz). La stazione ferroviaria è dal lato opposto, rispetto al centro, dell’attracco del battello. A Rüdesheim un giretto di un’ora passa via subito: il grosso dell’attrazione è lungo Drosselgasse, stretta stradina piena di ristoranti e qualche negozio. Devo dire che il primo tratto (quello in basso) sembra davvero un vicolo di Hong Kong, ma soprattutto per qualche opinabile insegna. Superati i primi metri, la stradina assume piuttosto un carattere turistico, ma più sugli standard tedeschi. Alla fine di Drosselgasse, svoltando a sinistra, si trova il Siegfried’s Mechanosches Musikkabinett, collezione di strumenti musicali meccanici del 700 e 800 il cui ingresso mette molta curiosità. Il tempo è poco e si procede verso la stazione.

Con il treno procedo spedito verso Sankt Goarshausen, cittadina dirimpettaia di St. Goar. La fama del posto è legata alla roccia della Loreley e alla sua leggenda. E quando su una leggenda si costruisce la fortuna turistica di una città, la cosa non mi entusiasma in partenza. Poco distante dall’attracco navi parte il bus che porta su al Loreley Besucherscentrum (dovrebbe valere il Rheinland-Pfalz-Ticket, ma io ho pagato il biglietto). Si può salire anche a piedi, ma energie e tempo mancano. In 10 minuti di bus si arriva quindi al centro visitatori da cui poi diparte un sentiero intorno la roccia e le scalinate verso il fiume. La rupe di Loreley è una lastra di ardesia di 132 metri che forma un gomito nel fiume molto pericoloso per la navigazione. E infatti la leggenda narra di una mitica fanciulla che con il suo canto di sirena conduceva i marinai alla morte con pericolose correnti del fiume, come canta la poesia di Heinrich Heine del 1823. Prima di scendere giù per i 400 gradini, fate un giro per il sentiero fino alla cima della rupe (pochi minuti dal centro visitatori) dove c’è una bella veduta sul fiume. Lungo il sentiero dovrebbero essere visibili i due castelli “rivali” di Burg Katz (o Burg Neukatzenelbogen, a monte di St. Goarshausen) e il Burg Maus (o Peterseck, a valle di St. Goarshausen). Per vedere la statua di Loreley, alla punta della lingua di terra sotto la rupe, oltre che sfruttando il giro in battello o la strade verso St. Goarshausen, si può percorrere la stradina sull’isolotto per circa 800 metri (e poi bisogna tornare indietro). Io mi limito ad osservarla dalla strada, considerato l’appuntamento con il treno per Koblenz.

Ritorno quindi a Koblenz e, come prima tappa, prendo un bus dalla stazione centrale verso il castello di Stonzelfels (bus 650, 1 all’ora, si può utilizzare il Rheinland-Pfalz-Ticket). Dalla fermata del bus bisogna salire per una quindicina di minuti a piedi. Il castello è stato da poco ristrutturato e il colore sembra eccessivamente “nuovo”, ma dà comunque una buona sensazione del fiabesco del posto. L’interno vale una visita perchè molti degli interni sono originali. Non so dirvi se la visita è solo guidata (ingresso 4€) visto che mi trovo casualmente a seguire un gruppo di asiatici un po’ ubriachi (e molto più maleducati) che danno filo da torcere alla guida. Si scende a piedi e si riprende il bus per Coblenza, dove continua la Altstadt Fest. Il Deutsches Eck che ieri avevo visto di sfuggita, oggi è chiuso per i preparativi di una festa. Del resto, ho scritto nella giornata di ieri.

Si ritorna a Bingen per dare uno sguardo al Bingen Swingt, festival jazz internazionale che, se da un lato riempie la piccola città di concerti per tutto il giorno, dall’altro richiede il biglietto d’ingresso per entrarci (15€). Tutto sommato vale la pena, soprattutto se si ha intenzione di seguire più concerti (ci sono 6 palchi che spesso ospitano contemporaneamente gli artisti). A me resta la sera del sabato, ma almeno salgo su al Burger Klopp, posto carino da dove si ha una bella vista del Reno, e ascolto un paio di buoni concerti.

Domenica 30 giugno. Nave e treno. Bingen Boppard. Colonia (soleggiato, fino a 24°C)

Programmi cambiati in corsa. Oggi è una splendida giornata di sole e quindi decido di prendere la nave per una parte del viaggio verso Colonia. Quindi con la KD (Köln-Dusseldorfer) navigo tra Bingen e Boppard (3 ore di navigazione), tragitto molto rilassante e piacevole che, al di là del prezzo (24,80€!!) vale di sicuro fare per chi viene in viaggio da queste parti. E’ anche l’occasione per fare un po’ di foto ad entrambe le sponde e scorgere alcune cose che né in treno né in bici si riescono a vedere. Il viaggio conferma che la sponda sinistra è più interessante, che tra Bingen e St.Goar c’è il tratto migliore e che il lungoreno di Boppard è molto carino. Poi, se non siete amanti delle crociere fluviali, potreste un po’ annoiarvi per la monotonia.

Alle 12 circa sono a Boppard e poco dopo prendo il treno per Colonia (la stazione è a 5 minuti a piedi). Anche qui il costo non scherza: Boppard-Coblenza-Colonia costa 24€. L’arrivo a Colonia (Köln), un po’ nuvoloso, non è dei più piacevoli perchè si passa bruscamente dalle dolci e rilassanti vedute del Reno e un ambiente metropolitano più grigio e caotico con le solite facce un po’ scure che popolano le stazioni ferroviarie. La prima impressione è quindi molto deludente. Si consideri che l’Hauptbanhof è a due passi dal duomo e quindi convivono il posto di maggior richiamo turistico (il duomo) e quello notoriamente di maggior disordine (una stazione ferroviaria di una grossa città). Andando per ordine, la prima visita d’obbligo qui è il Kölner Dom, la cattedrale di Colonia, splendido e maestoso esempio (fuori e dentro) di gotico fiammeggiante (ingresso gratuito). Il volantino di 1€ vi da buone indicazioni (ma sintetiche) su cosa vedere; l’alternativa è una visita guidata in tedesco o in inglese. La costruzione del duomo è stata lunghissima; dal 1248 al 1560 prima di un interruzione di quasi 300 anni e la conclusione, come lo si vede oggi, nel 1880. La chiesa accoglie la cassa delle reliquie dei Re Magi, eseguita tra il 1190 e il 1225 ed esposta dietro l’altare. Per una veduta da cartolina della cattedrale bisogna andare sull’altra sponda del Reno (Kennedy Ufer), attraversando il celebre Hohenzollernbrücke, il ponte della ferrovia, altra vittima della mania dei lucchetti di Moccia. Attendete anche la sera che, di questi tempi, arriva intorno alle 22: l’illuminazione del paesaggio e del duomo è una delle cose migliori della città.

Per il resto, pur considerando i pesanti danni della II Guerra Mondiale, l’architettura di Colonia non ha secondo me molte cose interessanti da offrire, cosa che rende la città non certo uno dei posti più attraenti della Germania. Ci sono interessanti resti romani e qualche ottimo edificio religioso, ma l’insieme manca di omogeneità. Il posto più vivo sembra essere quello tra Alter Markt, Fischmarkt e Frankenwerft, ma i ristoranti qui sembrano molto turistici (fino a un censurabile “Cosa Nostra”). Io seguo quindi le indicazioni della Lonely Planet e ceno alla Peters Brauhaus, molto accogliente, cucina normale e prezzi medi.

Lunedì 1 luglio. Colonia – Aeroporto Weeze – Roma Ciampino

Di Colonia ho già detto ieri. Anche oggi faccio un breve giro in città (in Glockengasse 4 c’è la casa della famosa Aqua di Colonia n° 4711) a visitare duomo e chiese minori e ammetto che, proprio con i ritmi lavorativi e grazie anche alla splendida mattina di sole, la città assume toni più accoglienti. Valgono una visita: la chiesa di Gross St. Martin, dall’interno sobrio e chiaro, in contrasto con quello del duomo (sulla piazza ci sono le statue di Tünnes e Schäl, personaggi del teatro delle marionette di Colonia); St. Maria in Kapitol, basilica romana del 1065; la chiesa tardoromanica dei domenicani di St. Andreas ,nella cui cripta c’è il sarcofago di S. Alberto e un bel reliquiario dei Maccabei che, per chi non lo sapesse, sono una famiglia ebraica considerata santa dalla chiesa cattolica.

Aeroporti

E’ noto come il piccolo aeroporto Frankfurt Hahn (http://www.hahn-airport.de) abbia poco a che vedere con Francoforte, ma fortunatamente è un ottimo punto di accesso al Reno romantico. I collegamenti con le città vicine non sono frequentissimi ma permettono di raggiungere le principali mete (Magonza, Francoforte, Heidelberg, Bingen, Coblenza, Colonia) con linea dirette o con cambi. Per esempio, il bus Hahn – Magonza ha una frequenza di 2 ore e impiega circa 1h10′ al costo di 13€. Tutte le informazioni e gli orari sono sul sito internet. Il parcheggio bus è a circa 200 metri dall’ingresso. Nell’aeroporto ci sono un paio di buoni ristoranti. Il wi-fi è a pagamento.

L’aeroporto Weeze (http://www.airport-weeze.de) non ha niente a che vedere con Düsseldorf. Da Colonia si può raggiungere l’aeroporto di Weeze con un pullman che parte dalla stazione Deutz/Messe (dall’altra parte del ponte della ferrovia) al costo di 21€ e 2h30′ di trasporto (Schilling Omnibusverkehr GmbH, http://www.schillinggruppe.de). Altra possibilità sono i treni (circa 1h40′ e 21€) con due opzioni: cambio a Dusseldorf oppure a Krefeld con coincidenze ogni 30 minuti per Weeze città. Sia per Dusseldorf che per Krefeld la coincidenza è sempre la stessa, cioè il treno regionale NWB, meno comodo dei normali regionali. Per questo conviene, secondo me, dirigersi su Krefeld così da ridurre il tragitto sul NWB. Da Weeze città c’è un pullman (si può usare lo stesso biglietto del treno) ogni ora che impiega circa 15 minuti per raggiungere il piccolo aeroporto di Weeze. Io ho scelto il treno Colonia – Krefeld – Weez + bus: fate attenzione alle coincidenze molto strette.

Spostarsi lungo il Reno

Motivo di lunghe riflessioni: quale tratto da visitare e come. Auto? bici? treno? nave? Altrettanto lunghe ricerche e richieste di informazioni, anche considerato il recente mal tempo e il rischio esondazioni che avevano reso inutilizzabili strade e ferrovie lungo il corso del fiume. Alla fine, questa è la mia opinione. Innanzi tutto, la scelta del tratto di Reno da visitare. La parte da Magonza a Bingen mi è stata sconsigliata da più parti, niente in confronto a quello che si vede da Bingen e Coblenza. A meno che non siate di passaggio e vogliate sfruttare le economie di scala, l’automobile vi servirà a ben poco perchè qui ci si muove bene in bici (che hanno accesso in tutti i treni regionali) e in treno. Ovviamente gli spostamenti sono più lenti perchè sono in funzione degli orari ferroviari, ma la fretta non si concilia bene con questo tipo di viaggio.

La ferrovia sulla sponda sinistra del Reno (Mainz – Bingen – St. Goar – Koblenz) ha una frequenza di treni regionali media di 40 – 60 minuti. I treni che fermano in tutte le stazioni sono quelli bianchi e gialli con la sigla MRB; i regionali rossi fermano nella maggioranza delle stazioni, ma non in tutte. La ferrovia sulla sponda destra del Reno (Weisbaden – Rüdesheim – Kaub – Braubach – Koblenz) ha una frequenza di 1 ora e, da quello che ho visto, ospita solo i treni regionali VIAS bianchi e arancioni. In entrambi i casi si può utilizzare il biglietto giornaliero Rheinland-Pfalz che costa 24€ per una persona più 4€ per ogni altro passeggero. Il biglietto permette il trasporto di biciclette e dovrebbe permettere anche il passaggio sui bus locali (per es. da Coblenza a Stolzenfels), quindi sempre meglio chiedere al conducente prima di pagare un nuovo biglietto. Le biciclette vanno preferibilmente nelle carrozze di testa o di coda dove c’è il simbolo. Le grosse stazioni come Mainz e Koblenz hanno il deposito bagagli (3,50/5,50€ a Magonza, 3/4€ a Coblenza), le altre no (inclusa Bingen). Per saperne di più, provate su questo link della Deutsche Bahn: http://www.bahnhof.de/index.html?lang=de

Le biciclette quindi. Il percorso Bingen – Koblenz (circa 70km) è praticamente tutto in piano e c’è un’ottima pista ciclabile lungo il Reno tranne in un tratto (circa 4km) tra Rhens e Coblenza. Sull’altra sponda non posso garantire che ci sia una pista ciclabile continua e lungo il fiume. Per avere un’idea della rete di piste ciclabili si può consultare questo ottimo sito: http://radwanderland.de/application/

Per avere invece un’idea delle distanze: Bingen – Bacharach = 16km; Bacharach – Oberwesel = 7km; Oberwesel – Sankt Goar = 7km; St. Goar – Boppard = 16km; Boppard – Coblenza = 20km. In ogni centro c’è la stazione ferroviaria facilmente raggiungibile e quindi si può alternare treno e bici.

Infine la nave. Il Reno è notoriamente meta di crociere, attività di cui io non sono un gran sostenitore. Le compagnie di navigazione permettono di salire e scendere lungo la tratta, ma le corse non sono così frequenti come quelle dei treni e la velocità, ovviamente, è molto bassa. Pensare di visitare Bingen – Coblenza in un giorno via fiume e fare un paio di soste intermedie si può rivelare, secondo me, una perdita di tempo se non si programmano bene i tempi. Ad esempio, la corsa che parte da Bingen alle 9.30 arriva a Coblenza alle 13.10; con sole due soste intermedie si arriva a Coblenza intorno alle 17. La navigazione è più veloce verso Coblenza in quanto segue la corrente. Le navi hanno spazio per i bagagli ma non armadietti a chiave nè custodia, quindi dovete fidarvi che nessuno ve li tocchi. Considerato il prezzo di accesso a queste crociere (Bingen – Koblenz: 34€; 36€ a/r) c’è da supporre che qualche malintenzionato scelga accessi più economici. Alcuni siti: Köln-Düsseldorfer: http://www.k-d.com/ Bingen – Rüdesheimer: http://www.bingen-ruedesheimer.com

Alcuni link utili

Aeroporto Weeze: http://www.airport-weeze.de/en Aeroporto Hahn: http://www.hahn-airport.de/ Piste ciclabili 1 Piste ciclabili 2 Piste ciclabili 3: Piste ciclabili 4: radtour am Rhein Piste ciclabili 5: Piste ciclabili 6: http://radwanderland.de/ Piste ciclabili 7 Valle del Reno: http://www.guidagermania.com/valle-del-reno/ Il mio blog: domenico1974.wordpress.com



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