In lungo e in largo per la Baviera

Giorno 1 Siamo in tre, io, mio marito e mia figlia di 8 anni e ci spostiamo in auto. Questo itinerario di viaggio in Germania inizia in modo insolito: il primo contatto con la terra tedesca infatti è avvenuto nei cunicoli della miniera di sale del Bad Durrnberg, che si estende a confine tra Austria e Germania. Si tratta di un luogo dalla storia...
Scritto da: profpalmy
in lungo e in largo per la baviera
Partenza il: 16/08/2009
Ritorno il: 22/08/2009
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Giorno 1 Siamo in tre, io, mio marito e mia figlia di 8 anni e ci spostiamo in auto.

Questo itinerario di viaggio in Germania inizia in modo insolito: il primo contatto con la terra tedesca infatti è avvenuto nei cunicoli della miniera di sale del Bad Durrnberg, che si estende a confine tra Austria e Germania. Si tratta di un luogo dalla storia millenaria: basti pensare alle sue origini che si devono ai cataclismi preistorici che formarono le Alpi racchiudendo al loro interno ciò che prima era terra sottomarina, ma anche al fatto che furono sfruttate dai Celti, poi nel Medioevo e infine dagli Arcivescovi di Salisburgo (che appunto vuol dire “città del sale”) che ne fecero una miniera di “oro bianco”. L’aura del luogo è impressionante se si pensa che per costruire i cunicoli, le camere per l’acqua (utilizzata per sciogliere il sale e separarlo dalla roccia), i laghi sotterranei e le discese per gli operai, sono state necessarie ore di instancabile e immane lavoro a testimonianza di quanto l’uomo sia sempre portato a superare se stesso, a gettare il cuore oltre l’ostacolo anche a prezzo di enormi fatiche. Fino al 1989 la miniera era ancora funzionante, poi è stata recuperata per renderla visitabile: si entra con un trenino da minatori dopo essersi “agghindati” con dei ridicoli tutoni necessari per il freddo (la temperatura sotto è di 10 gradi e l’areazione naturale è costante tanto che ci sono delle porte antivento) e per non rovinare i propri vestiti. Alcuni tratti del percorso si fanno a piedi e in piano ma le discese con dei rudimentali scivoli di legno (27 e 42 m di “caduta libera”) sono molto elettrizzanti. Si attraversa pure un lago di acqua salina con una chiatta di legno. Una volta riemersi, si può acquistare qualche fotografia scattata dal personale della miniera e poi si può visitare un villaggio celtico perfettamente ricostruito, con tanto di pannelli esplicativi di questa civiltà. La miniera vale il prezzo del biglietto, il villaggio celtico è compreso. n. B. Non mi dilungo su quanto abbiamo fatto di pomeriggio perché riguarda un altro paese, l’Austria. Ne parlerò nella “sede” opportuna.

Giorno 2 Dopo un’abbondante colazione e dopo aver acquistato l’occorrente per i panini del nostro pranzo a sacco, siamo partiti alla volta della nostra prima vera destinazione tedesca, il Konigsee. I “fili rossi” del sale e dei laghi sono davvero la cifra del nostro viaggio e non si poteva non cominciare dallo splendido lago alpino del Re (Konig vuol dire “re”). Si tratta di un lago incastonato tra monti e pareti rocciose, solcato da silenziosissimi battelli elettrici con i quali è possibile fare diverse escursioni. Noi abbiamo scelto St. Bartholoma, un candido monastero con rosse cupole a cipolla che si specchia nel lago. Abbiamo pranzato proprio in riva con i nostri panini. Dopo pranzo abbiamo ripreso il battello e con la macchina siamo ripartiti alla volta di Oberschleissheim, a 15 km da Monaco dove alloggeremo (Hotel Zum Kurfurst, consigliatissimo per il trattamento, l’ottimo rapporto qualità prezzo e l’attenzione ai particolari, oltre che per l’ubicazione, proprio a fianco del parco che conduce al castello dei Wittelbach, duchi di Baviera). Dopo un breve riposino ci spostiamo con la S- Bahn (RER) a Monaco e sbuchiamo dalla metro direttamente in Marienplatz. Per farci un’idea della città saliamo con l’ascensore sulla torre del Neues Rathaus: scorgiamo i tetti dei principali monumenti, le guglie delle chiese, l’enorme polmone verde dell’Englisher Garten e in fondo lo stadio e l’Olimpia turm. Passeggiamo poi per Virtualienmarkt, mercato quotidiano dalle molteplici bancarelle che a causa dell’orario troviamo in via di smobilitazione, ma riusciamo ugualmente a fare delle bellissime foto e a bere un succo di frutta espresso (un mix di fragola, arancia, cocco e banana). Dopo ci siamo diretti verso l’Hofbrauhaus, la più antica birreria della città. Per mangiare però abbiamo preferito un locale specializzato in barbeque, Asado. Preso il treno del ritorno, siamo approdati all’hotel e a letto.

Giorno 3 Dopo una sveglia di buon’ora facciamo una ricchissima colazione, ispirati dall’ottimo servizio e dal variopinto buffet (con bevande varie, marmellate, formaggi, salumi, pane biologico, toast, yogurth, cereali…). Rifocillati, abbiamo preso il treno per Monaco e siamo scesi a Isartoor, porta medievale, diretti al Deutsche Museum. Qui tra enormi fusoliere, navi, miniere, ferrovie, trivelle, giochi matematici, divertimenti per bambini e mulini a vento disposti nei piani con la logica del mondo reale (la miniera è sottoterra, all’ultimo piano c’è il Planetarium) abbiamo trascorso una buona mezza giornata. All’interno si può anche pranzare.

Un po’ stanchi siamo comunque tornati al Virtualienmarkt per gustarlo in piena attività e senza rinunciare a un altro fantastico succo. Al ritorno abbiamo visitato il parco del castello di Schleissheim, vicino all’hotel, e poi con l’auto abbiamo raggiunto il KZ-Gedestatte, meglio noto come Campo di Concentramento di Dachau, voluto da Hitler nel 1933. Tanto carino il paese e tanto impressionanti la desolazione del campo e la fredda eleganza delle residenze delle SS. Sembra quasi che l’obiettivo perseguito da Hitler fosse distruggere la bellezza dei luoghi con la disperazione. Infine cena in albergo e a nanna.

Giorno 4 Dopo la consueta colazione abbiamo visitato a piedi il resto del parco di Schleissheim, con il castello barocco di Lustheim. Con l’auto abbiamo raggiunto la parte opposta dell’immenso parco per visitare il Neue Schloss anche all’interno, meno noto degli altri castelli dei duchi di Baviera, come per esempio il Nymphenburg, e quindi per niente affollato. Partiamo poi alla volta di Landsberg am Lech, paesino medievale costruito sulla via del sale, come dazio di passaggio. Gli interventi architettonici moderni non stonano con il resto: in particolare, è stata creata una “promenade” con tre salti artificiali del fiume che incorniciano il prospetto del paese. Noi abbiamo scelto proprio un prato ombroso sulla riva del fiume per consumare i panini del pranzo. Rifocillati, abbiamo continuato l’esplorazione del paese fino alla Bayertor, porta medievale dipinta e perfettamente conservata. Siamo poi ripartiti per la nostra destinazione serale, la Fattoria Stroblhof a Böbing (fraz. Pischlach), scelta su un sito specializzato in dimore rurali, in cui si può vivere la vita dei fattori. L’accoglienza della signora Meyer è stata molto cordiale. Per cena finalmente un piatto di pasta, cucinato in paese da un ristoratore pugliese doc.

Giorno 5 Abbondante colazione e poi giro fotografico in fattoria. Dopo aver immortalato vitellini da latte, mucche, cavalli, coniglietti, galline e pony… Siamo partiti alla volta di Hohenschwangau, il paesino che dà accesso ai castelli di re Ludwig, dove ritiriamo i biglietti prenotati su Internet. Avevamo richiesto il tour in italiano e ci vengono fissati due orari e due numeri che contrassegnano la nostra visita. Per il castello di Hohenschwangau (dove Ludwig trascorse la sua infanzia) partiamo a piedi, mentre per Neuschwanstein (castello fatto erigere da Ludwig stesso) prendiamo la navetta per salire. La storia di re Ludwig è affascinante e triste insieme: il re è morto a soli 41 anni in circostanze misteriose e ha abitato nel castello fatato solo 170 giorni dopo aver dilapidato un patrimonio per costruirlo con la conseguenza di essere deposto dal trono in quanto malato di mente. Eppure di quest’uomo rimane un’ultima immagine di positività: l’amicizia e l’omaggio a Wagner, le stravaganze dei castelli, la profusione di lavoro artigianale, gli angoli pensati per creare un’atmosfera o contemplare il panorama…

Dopo la visita procediamo per Füssen, ridente paesino ancora una volta medievale, segnato dalla presenza dell’abbazia fondata da St. Mangus. Qui ci fermiamo per una pausa-torta e per passeggiare tra le case dalle facciate colorate. A metà pomeriggio ci spostiamo per godere della visita della Wieskirche, patrimonio dell’Unesco. Se al suo esterno colpisce per la candida semplicità della struttura che si erge in un prato in aperta campagna, l’interno è un trionfo del rococò: stucchi, trompe l’oleil, statue, simbologie di colori e immagini a profusione in onore di una statuina miracolosa di Cristo flagellato, venerata per le sue lacrime miracolose. Lungo le cancellate commuovono gli innumerevoli ex-voto. Noi abbiamo comprato la piccola guida in italiano e, seduti, con tranquillità abbiamo osservato le diverse attrattive della chiesa, alcune delle quali non si coglierebbero senza l’aiuto della guida. Dopo la visita ci spostiamo per la cena ad Oberammergau, paese famoso per la ricchezza delle facciate dipinte e per le Passionspiele, rievocazioni della Passione di Cristo che si svolgono ogni 10 anni (la prossima nel 2010). Cena con piatti tipici da Zum Stern, poi a letto per il meritato riposo.

Giorno 6 Nel nostro programma avevamo lasciato libera la giornata di oggi per decidere sul posto a cosa dedicarla. Pensiamo di recarci ad Augusta (Augsburg) per passeggiare soprattutto nella famosa “città bassa”, tutta pedonale e attraversata dai canali del Lech. In effetti l’imponenza degli edifici e dei viali della città alta, dal Dom alla Rathaus Platz lungo la Maximilian Strasse, che ricorda città più nordiche, contrasta con le casette basse e colorate lungo i canali. Nel primo pomeriggio ripartiamo alla volta della fattoria dove la padrona di casa ha offerto un giro sul cavallo alla nostra figlioletta. Per cena decidiamo di spostarci a Murnau, il villaggio dove soggiornò Kandiskij sullo Staffelsee ma sulla strada veniamo attratti da Seehausen, uno scorcio di lago davvero delizioso. Così mangiamo in un ristorante con un bellissimo panorama lacustre, per fortuna che un gentilissimo tedesco del tavolo accanto ci traduce il menu scritto solo in tedesco! Io mi lancio sul pesce grigliato e mio marito prende uno squisito piatto con spatzle, funghi e carne. Poi torniamo per la nanna non senza aver ammirato uno splendido cielo stellato.

Giorno 7 Lasciamo la Baviera con la pioggia a dirotto e 12°. Ci dirigiamo verso la Svizzera dove saremo per due giorni a casa di nostri carissimi amici, ma prima di lasciare la Germania facciamo sosta sul Bodensee, noto in Italia come Lago di Costanza, a Lindau. Per raggiungere il paese, che si trova su un’isoletta, lasciamo l’auto in un parcheggio stracolmo e attraversiamo a piedi il ponte (Seebrucke). Colpisce subito l’abbondanza e la fantasia delle aiuole fiorite e dei parchi. La strada principale è un susseguirsi di case tutte diverse e riccamente decorate. Raggiungiamo i fari (vecchio e nuovo) e dopo aver sostato per mangiare ripartiamo alla volta della Svizzera (di cui renderò conto la link giusto). L’impressione della terra bavarese è di un paese verdissimo, costellato di paesi uno più bello dell’altro, in cui è facile riposare la mente e ristorare il cuore contemplando bellissimi scorci paesaggistici perfettamente integrati con l’architettura degli edifici.



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