Berlino 2 – 6 maggio 2008

2 maggio: Prendiamo l’autobus da San Dona’ per l’aeroporto di Venezia delle 11.20, in ritardo di 15 minuti. Arriviamo in aeroporto poco dopo le 12. Grazie ad un favorevole incrocio di code, riusciamo ad evitare la lunga fila al check-in. Al controllo dogana fermano Cece e gli aprono lo zaino, ma è tutto ok. Pranziamo con i nostri panini al...
Scritto da: Dani_Cece
berlino 2 – 6 maggio 2008
Partenza il: 02/05/2008
Ritorno il: 06/05/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
2 maggio: Prendiamo l’autobus da San Dona’ per l’aeroporto di Venezia delle 11.20, in ritardo di 15 minuti. Arriviamo in aeroporto poco dopo le 12. Grazie ad un favorevole incrocio di code, riusciamo ad evitare la lunga fila al check-in. Al controllo dogana fermano Cece e gli aprono lo zaino, ma è tutto ok. Pranziamo con i nostri panini al gate 7. L’aereo della Easy Jet (costo complessivo 223 Euro) è nuovo, carino. I sedili sono un po’ stretti ma ci sono diversi posti liberi. In volo, Dani dorme per tutto il tempo. Partiamo in orario e arriviamo alle 15. Il cielo a Berlino è un po’ grigio, ma non fa molto freddo. Andiamo verso la stazione del treno ed acquistiamo i biglietti per la città (€ 2.80 a testa), prendiamo il treno delle 15.55 per Alexanderplatz. Arriviamo dopo circa mezz’ora (durante il tragitto piove) e prendiamo la U2 in direzione Pankow. Scendiamo a Senenfelderplatz e, qui vicino, troviamo subito il nostro ostello: East Seven Hostel. Paghiamo in anticipo (costo per persona per notte € 28) e lasciamo una cauzione di € 10 per le chiavi. La stanza è ok, ci sono le lenzuola pulite (€3). Al piano ci sono due bagni, molto puliti. Nei corridoi c’è un piacevole profumo di pulito. Mettiamo giù la nostra roba e usciamo subito per un giretto a piedi nel quartiere Prenzlauer Berg. Sono ormai le 17. Torniamo in Senenfelderplatz, andiamo verso il cimitero ebraico, che però è già chiuso. Andiamo in Kollwitzplatz, dove si trova il cuore della parte sud del quartiere. Al centro, un giardino e un parco, con una scultura in bronzo dell’artista a cui è intitolata la piazza. Lì vicino, si trova il “Cafè Belluno”, e ci sentiamo a casa.

Per strada è tutto molto tranquillo, c’è poco traffico e non sembra di essere in una grande capitale. Camminando, troviamo Wasserturm, il serbatoio idrico. Girato l’angolo, passiamo davanti alla sinagoga di Rykestraße, il più grande tempio ebraico tedesco, inaccessibile al pubblico e con due poliziotti fuori di guardia. Facciamo un pezzo di Husemannstraße, poi entriamo nel vecchio birrificio, ora Kulturbrauerei, centro culturale con tanti locali.

Stanchi, torniamo indietro per Kastanienallee. Prima di rientrare in ostello, ci fermiamo al vicino LIDL a fare la spesa. Vendono perfino le sigarette vicino alla cassa. In ostello, ci prepariamo la cena (ci vengono in mente ricordi d’Islanda). La cucina è pulita e ordinata. Ovviamente, chi potevamo trovare? Due italiani! 3 maggio: Dopo una notte agitata a causa dei rumori nell’ostello e la luce che entra nella stanza, alle 7.05 suona la sveglia. Scendiamo a fare colazione e troviamo ancora i due ragazzi toscani che mangiano gli avanzi della sera prima e bevono birra.

Fuori piove, ma quando usciamo è già smesso. Decidiamo di andare a piedi fino ad Alexanderplatz. Lungo la strada, vediamo una strana insegna: “il buco di Heidi”… cosa sarà?? Il percorso è un po’ lungo, per strada c’è poca gente. Sono le 8.30 e i negozi sono ancora chiusi. In piazza facciamo la Welcome Card (zone A + B per 72 ore: € 21.50 a testa) e prendiamo la U2 fino a Potsdamerplatz. Fin da ora ci accorgiamo che le stazioni della metropolitana sono una diversa dall’altra. Per accedere alla metro non ci sono cancelletti o tornelli: l’accesso e libero e sta al buon senso delle persone fare e timbrare il biglietto.

Arrivati alla piazza, ci meravigliamo della stupefacente architettura moderna degli edifici. In cerca di un pezzo di muro in Stresemannstraße, troviamo invece una torretta di guardia abbandonata. Confondiamo il basamento di una statua con un pezzo di muro proprio davanti alla stazione della U. Ammiriamo gli edifici DaimlerCity e del Sony Center e, seguendo le due file di mattoni rossi che attraversano la piazza, arriviamo dall’altra parte dove si trovano alcuni blocchi del muro nella loro posizione originale. In piazza si trova anche la ricostruzione del semaforo più antico d’Europa. Entriamo poi a vedere il Sony Center (per fare pipì si paga 30 centesimi), sede della mostra del cinema di Berlino. Il complesso è avveniristico: molto impressionante è la copertura della piazza centrale, un’alta tensostruttura. Dalla piazza proseguiamo verso l’Holocaust Mahnmal, il monumento commemorativo delle vittime della Shoà. Si tratta di un grande spiazzo ondulato dove sono disseminati centinaia di blocchi di cemento di diverse altezze, disposti secondo un reticolato. Ci si entra come in un labirinto e lo si attraversa a piacimento. È molto impressionante e coinvolgente. Sobrio ma d’effetto. Ci dirigiamo poi verso la Porta di Brandeburgo, che è molto più bassa di come ci si aspetta avendola vista in televisione. Sbirciamo dentro l’atrio della DZ Bank, veramente maestoso. Sentiamo la metropolitana che vibra sotto i nostri piedi. Andiamo verso il Reichstag e ci soffermiamo a guardare il monumento alle vittime del muro: una sequenza di croci bianche con nomi, foto e una breve descrizione di come è avvenuta la morte. L’ultima vittima è di inizio 1989. Il Reichstag è un imponente palazzo, ma molto più imponente è la coda di gente in fila per salire sulla cupola. Noi desistiamo e proseguiamo, vedendo Paul-Löbe-Haus (sede di uffici parlamentari) e Bundeskanzeleramt (residenza del Cancelliere). Andiamo verso la stazione centrale, attraversiamo la Sprea e proseguiamo lungo la sponda, dove troviamo un nuovissimo palazzo: la Marie-Elisabeth-Lüders-Haus. Tutta la zona è ipermoderna, e sul lungo fiume corre il percorso del muro.

È ora di pranzo, quindi cerchiamo un supermercato, che troviamo alla stazione di Friedrichstraße (Edeka). Pranziamo appena fuori dalla stazione sulla panchina. Il sole se ne va, il vento è freddo, così ci rimettiamo subito in cammino e raggiungiamo Unter den Linden, la via principale dove si trovano, tra l’altro, l’imponente ambasciata russa e il Cafè Einstein. Andiamo verso Checkpoint Charlie, vediamo da fuori i Quartier 207, 206 e 205 (imponenti e moderni) e arriviamo all’affollatissimo checkpoint, quello che era l’unica via di passaggio tra Berlino Ovest e Berlino Est.

Torniamo indietro e andiamo in Gendarmenmarkt, la piazza su cui si affacciano la Konzerthaus, il Deutscher Dom e il Französischer Dom. Proseguiamo a Bebelplatz, dove si trova la botola di vetro attraverso la quale si vede una stanza sotterranea con delle librerie vuote, a memoria del primo rogo di libri ad opera dei nazisti. Riprendiamo Unter den Linden, dove vediamo l’università, la Neue Wache e l’antica residenza dei principi ereditari. Superato il ponte, siamo sull’isola dei musei, di cui visitiamo solo il Pergamon. Per arrivarci, percorriamo una zona che sembra un cantiere a cielo aperto. L’ingresso al museo costa 10 Euro a testa, compresa l’audioguida. Non sono previsti sconti con la Welcome Card. Del museo segnaliamo: l’altare di Pergamo, la porta del mercato di Mileto (in restauro), la porta di Ishtar e la via processionale (bellissime, di un colore blu vivissimo) con i leoni. Saliamo al museo d’arte islamica, dove spiccano il palazzo del Califfo di Mshatta e la sala di Aleppo (di legno dipinto e decorato di rosso, molto bella).

Prima di lasciare l’isola dei musei visitiamo il Berliner Dom (ingresso € 3 a testa con Welcome Card) e saliamo fino alla base della cupola (270 scalini), da cui si gode un bel panorama della città. Si vedono anche i resti del Palast der Republik, l’obbrobrio costruito dai comunisti. Proseguiamo poi verso il Marx-Engels-Forum e arriviamo a Nikolaiviertel, ricostruzione di un villaggio medievale molto carina e caratteristica.

Usciamo in direzione Rotes Rathaus (sede del municipio) e, di fronte, troviamo la Marienkirche (chiusa). Arriviamo in Alexanderplatz. C’è un’enorme coda per salire alla torre della televisione, quindi prendiamo la metro verso l’ostello, facciamo la spesa alla LIDL e, dopo una riposante doccia, andiamo a prepararci la cena. La cucina stasera è tutta per noi.

4 maggio: Anticipiamo la sveglia e alle 8.05 siamo già in partenza. Visto che è così presto, proviamo ad andare al Reichstag per salire sulla cupola. Fuori il sole splende: neanche una nuvola all’orizzonte! La strada per arrivare al parlamento è lunga. In giro non c’è nessuno. La coda per la cupola non è lunghissima: il problema è che è immobile! Ci piazziamo per un quarto d’ora e poi ci spazientiamo e decidiamo di lasciar perdere. Torneremo domani. Prendiamo allora la U2 fino al Giardino Zoologico. Qui, facciamo il ticket (€ 9 a testa con Welcome Card) ed entriamo nell’immenso parco. Prima di tutto, ci accolgono elefanti, rinoceronti e ippopotami. Proseguendo nel giro, vediamo cammelli, dromedari e i primi orsi, bruni. Poco dopo è la volta degli orsi bianchi, tra cui il famoso orsetto Knut che è ormai cresciuto e che quindi non riusciamo a distinguere dagli altri tre presenti. Qui, ci fermiamo parecchio ad immortalarli anche perché arriva l’addetta a dargli da mangiare (carne cruda, pane e noci col guscio). Poi, vediamo pinguini, foche, zebre, canguri, leopardi, puma, tigri, leoni e un panda. E tanti altri ancora. Usciamo che è già mezzogiorno e vediamo da fuori la chiesa distrutta dai bombardamenti della guerra: la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche. Poi, riprendiamo la U2 fino allo Schloss Charlottenburg. Dalla fermata della metro più vicina, per arrivarci ci sono oltre 900 metri a piedi da percorrere lungo un viale alberato su cui si affacciano belle case. Poi, davanti a noi si apre un enorme palazzo con un corpo centrale e due ali che si diramano. Accediamo prima al parco posteriore (accesso gratuito) perché cerchiamo una panchina dove pranzare. Dopodichè, giriamo il parco a piedi, vediamo da fuori Belvedere e Mausoleo e decidiamo di visitare solo l’ala nuova del palazzo, perché il corpo centrale prevede solo visite guidate in tedesco. La visita dell’ala è piacevole ma lunghissima. All’inizio siamo affascinati dalla maestosità delle stanze (segnaliamo in particolare la galleria dorata), ma proseguendo il giro ci sembra sempre più interminabile. Degni di nota, comunque, sono anche i ritratti di Napoleone che si trovano nell’ultima stanza al piano terra.

Sono ormai passate le 15 e, dopo una sosta al bagno, torniamo indietro, prendendo la U2 fino ad Alexanderplatz, dove cambiamo e prendiamo la S fino a Ostbahnhof. Qui, vogliamo vedere il tratto più lungo del muro ancora esistente (1,3 km). Il tratto è chiamato East Side Gallery, per sottolineare che la parte ad est del muro è stata affrescata dopo la caduta del muro. Percorriamo tutto il tragitto del muro andata e ritorno, e alcuni graffiti sono davvero toccanti. Stanchi, torniamo all’Ostbahnhof, dove ci fermiamo per la spesa, e torniamo verso l’ostello. A cena, siamo con due francesi, In serata, facciamo una passeggiata e diverse foto a Potsdamer Platz, alla Porta di Brandeburgo e al Reichstag.

5 maggio: Sveglia prestissimo: 6.30! Vogliamo arrivare presto al Reichstag per visitare la cupola. Anche oggi splende il sole. Arriviamo lì alle 8.15 e la coda è limitata, ma si allunga presto dietro di noi. Dopo un po’ di attesa senza muoversi (ma Dani si gusta l’occhio col bel fusto che ha davanti), facciamo un bel avanzamento perché fanno passare il blocco di persone prima di noi. Attorno alle 8.40 finalmente è il nostro turno. Dopo un attendo esame al metal detector come fanno negli aeroporti, saliamo nell’enorme ascensore che ci porta sulla terrazza alla base della cupola. Ne è valsa la pena di attendere, vista dall’interno si tratta di un’opera architettonica davvero unica nel suo genere. Dopo qualche foto, saliamo attraverso il percorso a spirale fino alla cima della cupola. Ammiriamo più la struttura che il paesaggio circostante. Girata e fotografata ovunque, scendiamo. Dopo lo spuntino, ci incamminiamo e attraversiamo Tiergarten fino ad arrivare alla Colonna della Vittoria, un monumento del tutto insignificante: la colonna in sé è bella, ma è posta al centro di una trafficata rotonda e per accedere alla base occorre percorrere un bruttissimo sottopassaggio stile anni Cinquanta.

Da qui, riprendiamo il percorso a piedi lungo il parco (al contrario delle nostre aspettative, la città e in particolare parchi e giardini sono poco puliti e poco curati) fino alla stazione di Bellevue. Qui, prendiamo la S fino a Friedrichstraße. Da qui, di nuovo la U fino a Hallesches Tor e poi a piedi fino allo Jüdisches Museum. Il palazzo è in stile ultra moderno. Ci si accede dall’adiacente palazzo in stile barocco piantonato dalla polizia. All’ingresso, altro giro di metal detector e via dentro. Il museo è costituito da tre assi principali: asse dell’Olocausto, asse dell’Esilio, asse della Continuazione. Dal secondo si accede al Giardino dell’Esilio, opera molto simile all’Holocaust Mahnmal. Dal primo si arriva alla Torre dell’Olocausto, una stanza vuota e buia alta 24 metri illuminata solo da una stretta finestra diagonale e non riscaldata. Dal terzo asse ai accede all’Esposizione Permanente, in cui viene percorsa la storia del popolo ebraico. Segnaliamo, in particolare, la stanza dove per terra si trovano migliaia di facce in metallo con la bocca aperta, che i visitatori sono invitati a calpestare. Usciti dal museo, pranziamo in un parco lì vicino e poi riprendiamo il nostro giro: prendiamo la U8 fino a Französischestraße, facciamo una sosta dall’enorme Max & Co e visitiamo gli edifici dei Quartier 207, 206 e 205. Nel 207 si trovano le Gallerie Lafayette, e c’è una struttura con un enorme cono di vetro. I negozi sono molto inn: Dani vede una borsa da 855 Euro e vestiti da oltre 2.000 Euro. Nel Quartier 206 la struttura interna è di marmo colorato e c’è una bella scalinata. Il 205 è molto più sobrio, ci sono delle maschere veneziane. Ripercorriamo tutti gli edifici fino a tornare al reparto gastronomico delle Gallerie Lafayette, dove ci prendiamo due dolcetti fatti a piramide: uno di cioccolato bianco, l’altro di cioccolato scuro. € 3,70 l’uno! Usciti coi palati soddisfatti, andiamo verso Unter den Linden, dove ci fermiamo al negozio di souvenir. Tornati in Friedrichstraßebahnhof, prendiamo la S5 fino a Hackescher Markt. Da qui, raggiungiamo a piedi la Neue Synagogue, molto bella dall’esterno (ovviamente piantonata dalla polizia). Non entriamo perché non abbiamo voglia di altro passaggio al metal detector. Poi, andiamo a vedere la Missing House: uno spazio tra due condomini che hanno alle pareti delle targhe coi nomi di coloro che abitavano nel palazzo che stava in mezzo, bombardato e distrutto. Cerchiamo inutilmente la lapide che segnala l’ex cimitero ebraico profanato dai nazisti. Giungiamo, lungo Große Hamburger Straße, fino a Koppenplatz, dove si trova la “stanza abbandonata” (Der verlassene Raum), un tavolo e due sedie in bronzo che poggiano su un pavimento che somiglia a un parquet. Una sedia è rovesciata come a rappresentare una violazione della stanza. Stanchi, prendiamo la strada verso l’ostello, dove giungiamo dopo la consueta sosta alla LIDL. Questa sera, la cena è un po’ sofferta perché la cucina è affollata di giovani americani che si stanno cucinando un’improbabile pasta stracotta e da signore francesi.

6 maggio: Oggi ci svegliamo con calma perché non possiamo fare altro che andare direttamente all’aeroporto: il volo per Venezia è alle 11.25. Anche oggi splende il sole, siamo stati proprio fortunati come tempo meteorologico! La cucina dell’ostello è ancora affollatissima, questa volta di invadenti signore tedesche. Facciamo su le nostre cose, restituiamo le lenzuola in reception e andiamo verso la metro. Facciamo il biglietto per l’aeroporto (€ 2.80 a testa) e prendiamo prima la U2 fino ad Alexanderplatz e poi, al volo, un treno Airport Express delle 8.41 in ritardo: incredibile, sfatato un altro mito tedesco: oltre la pulizia e l’ordine di parchi e strade, anche la puntualità. In poco meno di mezz’ora la consueta musichetta ci avvisa che siamo a Schönefeld. Dani continua a zoppicare a causa del male al ginocchio.

Facciamo il check-in al settore B al piano terra. Al controllo doganale sequestrano la bottiglia d’acqua che abbiamo dimenticato in zaino e portano Dani in una stanza tipo sala radiologie per un controllo speciale della macchina fotografica: tutto OK! Dopo queste avventure ci piazziamo in attesa dell’aereo, che parte puntualmente e ci porta a Venezia alle 13. Purtroppo il bus dell’ATVO per San Dona’ non è altrettanto puntuale, ma poco prima delle 15 siamo a casa.

Alcune cose spot: – treni della metropolitana poco frequenti rispetto ad altre città visitate – all’interno della metropolitana pochissime scale mobili (soprattutto Alexanderplatz) – guidatori pazzi e poco disciplinati. Frequenti inversioni a U – poco traffico, un po’ di più lunedì e martedì – poche pizzerie o ristoranti italiani. Molti più sushi bar o ristoranti cinesi-thai – la città è tutto un cantiere – i semafori per pedoni hanno l’omino col cappello

That’s all folks.



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