Berlino… Una città orientata al futuro!

In viaggio verso Berlino: L’efficienza del sistema autostradale e stradale tedesco ci permette di raggiungere con estrema facilità l’albergo che abbiamo prenotato. In men che non si dica disfiamo i bagagli e ci prepariamo per la cena. Berlino offre un’infinità possibilità di scelte in merito. Cucina indiana, giapponese, cinese, spagnola,...
Scritto da: Stefano Granata
berlino... una città orientata al futuro!
Partenza il: 10/08/2001
Ritorno il: 14/08/2001
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
In viaggio verso Berlino: L’efficienza del sistema autostradale e stradale tedesco ci permette di raggiungere con estrema facilità l’albergo che abbiamo prenotato. In men che non si dica disfiamo i bagagli e ci prepariamo per la cena. Berlino offre un’infinità possibilità di scelte in merito. Cucina indiana, giapponese, cinese, spagnola, thailandese, italiana e naturalmente anche tedesca. Optiamo per tapas e paella.

La luce del mattino fa capolino nella nostra stanza. E’ ancora molto presto, ma ciò che abbiamo solo intravisto la sera precedente ci induce a lasciare i nostri letti. Pochi passi e ci troviamo sul Ku’damm (Kurfurstendamm, ma anche i berlinesi hanno pensato bene di abbreviare questo impronunciabile nome). I negozi sono ancora chiusi ed in giro non c’è quasi nessuno. Tutto ciò rende estremamente piacevole la nostra passeggiata lungo il viale che fino alla riunificazione del paese rappresentava il centro di Berlino Ovest. Non è nient’altro che l’arteria commerciale di questa città, dove si trovano anche gli atelier di alcuni noti stilisti italiani, ma la grandiosità dei moderni ed avveniristici palazzi in vetro e cemento, si veda ad esempio la sede della Borsa, ci fa sentire dei piccoli lillipuziani nel regno di Brobdingnag (il secondo dei paesi visitati da Gulliver). Ci inoltriamo sino a raggiungere Berlin, la scultura che simboleggia la Berlino divisa di un tempo. Alle sue spalle si scorge la Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche, la chiesa distrutta dalle bombe nel 1943, della quale rimangono oggi solo parte del campanile e del transetto di ingresso. Un nuova cappella ed una nuova torre sono stati edificati in stile moderno ed affiancati in modo naturale a quello che resta di un edificio costruito nel IXX secolo. Anche l’interno della nuova chiesa, sebbene di uno stile molto diverso e meno opulento dell’originario, è ammirevole e capace di trasmettere emozioni.

Non stupitevi se durante il vostro cammino qualche orso fa capolino. E’ il simbolo di Berlino ed ogni negozio o pittore ha personalizzato le tante sculture disseminate lungo questa via secondo i propri gusti, nonché i propri scopi pubblicitari. Quello che stiamo osservando si trova ad esempio davanti ad una gioielleria e sembra suggerire ad ogni passante che è giunto il momento di pensare al matrimonio. Perché non comprare le fedi proprio qui? Di ritorno da questa breve escursione mattutina, una buona colazione tedesca è davvero ciò di cui abbiamo bisogno. Certo la cucina italiana è un’altra cosa, ma la varietà e la fragranza del pane in questo paese è davvero ottima. Assaggiamo un po’ di tutto. Pane bianco, nero, di segale, con i semi di papavero e brazel (una sorta di gigantesco salatino).

Iniziando da Berlino est: Dedichiamo la nostra prima vera giornata a Berlino alla visita dei quartieri a est. In questa zona sorgono alcuni degli edifici simbolo della vecchia città comunista, come il Rotes Rathaus. Da qui ci dirigiamo verso Nikolayviertel, il cuore e la parte più antica della città. Come accade un po’ ovunque in questa città, elementi moderni convivono accanto ad edifici vecchi ed a simboli dell’ex DDR.

Nel pomeriggio raggiungiamo i quartieri a nord tristemente legati ad uno degli episodi più infamanti nella storia tedesca. In questa zona, dove oggi sorge un monumento commemorativo degli ebrei berlinesi morti nell’Olocausto, un tempo sorgeva il centro di detenzione degli ebrei che dovevano essere deportati nei campi di Auschwitz e di Theresienstadt. Come spesso ci capiterà di osservare, in questo luogo come altrove, i berlinesi hanno cancellato le tracce del loro passato (in alcuni casi ci hanno pensato le bombe degli Alleati) lasciando comunque un ricordo, si direbbe un monito. E’ ciò che si può dire anche a proposito della Nuova Sinagoga. Osservando l’esterno dell’edificio dall’altro lato della strada siamo colpiti dalla magnificenza e dalla ricchezza della sua cupola. Ma oltre l’ingresso, una semplice foto ci mostra com’era originariamente l’edificio. A parte quanto avevamo visto dall’esterno non resta quasi nient’altro (in questo caso la distruzione è dipesa dai bombardamenti aerei). Il simbolo della vita religiosa testimonia come questo sia stato il più importante quartiere ebraico della città dove visse anche, fino a quando non fu costretto a fuggire, il drammaturgo Bertold Brecht. Anche in questo luogo tuttavia il vecchio coesiste accanto al nuovo. Hackesche Hofe è una serie di nove cortili (ma non pensate alle case di corte italiane) fra loro collegati, non propriamente nuovi, ma recentemente restaurati, dove la malinconia prima descritta lascia il posto alla vivacità dei colori e dei disegni dello stile secessionista tedesco.

Postdamer Platz e il Reichstag: La temperatura in città è decisamente inferiore ad ogni previsione. Indossiamo quasi tutti i maglioni che abbiamo e riprendiamo la nostra visita da Potsdamer Platz. A parte una sezione del Muro, qui non si vede nessuno di quegli elementi che sopra abbiamo definito vecchi. In realtà ci troviamo in un cantiere a cielo aperto, dove accanto alle gru impegnate nella costruzione di chissà quale edificio, palazzi, vetro e acciaio si stagliano ancora una volta davanti ai nostri occhi. Fra questi la sede della Deutsche Ban ed il Sony Center con la sua cupola che ricorda un cappello appoggiato. Brevemente raggiungiamo a piedi la Torre di Brandeburgo che un tempo divideva la città est da quella ovest ed il palazzo del Reichstag. Ordinatamente in fila accanto ai cittadini tedeschi entriamo nella sede del Parlamento della Repubblica Tedesca e raggiungiamo la cupola di vetro posta alla sua sommità (ancora una volta un elemento moderno è stato edificato accanto ad uno storico). Ci fa una certa impressione leggere sulla nostra guida che quando Berlino era divisa il piazzale antistante l’edificio, allora parlamento della sola RFT, veniva usato per organizzare concerti e grandi eventi rock per infastidire le autorità dell’ex DDR il cui confine era oltre la porta di Brandeburgo, a pochi passi da dove ci troviamo.

Percorrendo il Tiergarten, un parco di ben 200 ettari situato nel centro della città, raggiungiamo Grosser Stern, le piazza dove confluiscono, o dipartono a seconda dei punti di vista, cinque viali che sembrano appunto formare una grossa stella. Al centro della medesima si trova il Goldelse, l’angelo dorato più volte utilizzato dal cinema quale simbolo di Berlino.

Di buon mattino, dopo la solita abbondante colazione tedesca, raggiungiamo il Judisches Museum e… Scopriamo che sarà inaugurato a Settembre (siamo in Agosto). All’elenco dei monumenti distrutti, per i quali ci viene almeno presentata qualche foto, dobbiamo ora aggiungere l’elenco di quelli che devono ancora essere inaugurati. Non è il solo a Berlino. Sarà forse un modo per farci tornare?! Il Checkpoint Charlie ed i palazzi del Terzo Reich: Deviamo dai nostri propositi iniziali e proprio nel giorno del quarantesimo anniversario dalla costruzione del Muro raggiungiamo il Museo del Muro “Haus am Checkpoint Charlie”. Dinnanzi al suo ingresso si trova il Checkpoint Charlie, il solo dei punti di attraversamento del Muro ancora presenti a Berlino. Situato al confine tra la zona americana e quella sovietica, è il simbolo della guerra fredda e dell’odio fra gli uomini. O almeno, è ciò che speriamo. Proseguiamo l’itinerario tematico e dopo aver camminato lungo la Whilelmstrasse, la via ove si trovava la sede del servizio di sicurezza (SD) del Terzo Reich, del capo della Gestapo ed il quartier generale delle Shutzstaffel o SS, raggiungiamo l’edificio dove durante la seconda guerra mondiale fu allestito il quartier generale della Wehrmacht (l’esercito tedesco). Varchiamo un portone e ci troviamo all’interno di un cortile sul quale si affaccia una serie infinita di finestre. Riconosciamo una caserma, ma a parte un piccolo museo, il resto dell’edificio è oggi occupato da abitazioni civili. Entriamo per vedere la mostra permanente dedicata alla storia dei movimenti tedeschi antinazisti. Ci sono foto, piantine ed immagini di vario tipo, ma le didascalie sono solo in tedesco. Il museo sta per chiudere, all’ingresso nessuno ci ha accolto, non vediamo nessuna guida ed oltre a noi non c’è nessun turista. Ci viene qualche sospetto. Il luogo è davvero sinistro e ci assale il timore di restare chiusi dentro. Usciamo velocemente in cortile e dopo avere osservato il monumento che sorge nel luogo ove avvenne l’esecuzione degli ufficiali che avevano organizzato l’attentato a Hitler del 20 luglio 1944, poi fallito, fuggiamo da quel luogo. A volte un’emozione può valere molto più di tante parole di spiegazione. Ci chiediamo come quelle persone riescano a vivere fra quei muri.

I musei e Charlottenburg: E’ il nostro ultimo giorno a Berlino. Trascinati dal fervore artistico del nostro amico architetto visitiamo il Pergamumuseum. A noi manca la sua curiosità intellettuale e nonostante il valore di quanto raccolto in queste sale non riusciamo ad entusiasmarci per l’antichità, tanto più se classica. Abbiamo camminato molto in questi giorni e dopo aver raggiunto il castello Charlottenburg decidiamo di tralasciare le sale del palazzo e di goderci l’immensità del parco che si stende alle sue spalle. Passeggiamo ed ogni tanto ci fermiamo, riposando su di una panchina. Come sempre accade in questi momenti ci sembra giunto il momento di ripensare a tutto quello che abbiamo visto, all’atmosfera che abbiamo vissuto, alle persone, a ciò che ci lascerà questo viaggio.

Berlino è una città strana. Decisamente orientata al futuro, non sa rinunciare al proprio passato. Sembra volerlo distruggere, ma proprio quando è sul punto di farlo, o gli eventi sembrano deciderlo, lei si oppone. Là dove non rimane più nulla viene collocata una targa commemorativa, o un monumento, o un museo. Vogliono essere un monito per i tedeschi o per l’umanità intera? Forse è questo il motivo per cui proprio scrivendo di questo viaggio ci sentiamo malinconici. Vorremmo tornare a Berlino. Improvvisamente ci rammentiamo di una frase che più volte è comparsa dinanzi ai nostri occhi durante la nostra visita. Le parole del presidente Kennedy sembrano essere la summae dei sentimenti che proviamo e del significato che vogliamo darvi: “Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino. E pertanto, come uomo libero, sono orgoglioso di pronunciare le parole Ich bin ein Berliner.” Qualche piccolo suggerimento: Noi abbiamo trovato un albergo lungo il Ku’damm. In questa zona, che era il centro della città ai tempi della Berlino divisa, esistono un’infinità di ristoranti dove poter cenare con la possibilità inoltre di poter scegliere tra le più diverse cucine del mondo. Nonostante fossimo in Agosto, abbiamo trovato delle temperature veramente rigide per quasi tutta la nostra permanenza. Non dimenticate quindi anche qualche capo pesante, maglioni e pantaloni lunghi.

Riguardo gli spostamenti in città, consigliamo di abbandonare l’automobile per affidarsi agli efficienti mezzi di trasporto urbani; anche se non molto economici, permettono comunque di raggiungere più facilmente e in minor tempo qualsiasi zona di Berlino Infine, se siete interessati, potete trovare questo racconto con tutte le foto ed altro anche sul nostro sito all’indirizzo http://digilander.Libero.It/ideeviaggi



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