Willkomen Berlin

Berlino, dal 1999 la capitale della “Grande Germania”, tornata ad essere una nazione sola da appena 17 anni. Berlino, la città che fino al 1989 era divisa in due da un muro lungo oltre 100 chilometri che, di fatto, “isolava” il mondo occidentale dalla circostante DDR sotto l’influenza sovietica. Berlino, dove ai mega centri commerciali...
Scritto da: anas
willkomen berlin
Partenza il: 17/11/2007
Ritorno il: 20/11/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
Berlino, dal 1999 la capitale della “Grande Germania”, tornata ad essere una nazione sola da appena 17 anni.

Berlino, la città che fino al 1989 era divisa in due da un muro lungo oltre 100 chilometri che, di fatto, “isolava” il mondo occidentale dalla circostante DDR sotto l’influenza sovietica.

Berlino, dove ai mega centri commerciali della Kurfurstendamm si contrapponevano i “magazzini socialisti” della Alexander Platz cantata da Milva.

Oggi Berlino è uno straordinario laboratorio di architettura, organizzazione e integrazione fra culture, una metropoli dove ogni giorno coestistono più o meno 4 milioni di persone fra residenti, emigrati, pendolari e turisti. Ma la cosa più straordinaria è proprio legata agli spazi e alla “dispersione”, visto che tutta questa gente è quasi come se non ci fosse: viali lunghissimi e larghi, parchi enormi che sconfinano nella campagna circostante, palazzi che si arrampicano verso il cielo in modo quasi discreto e non invasivo, essendo posizionati in ben precisi quartieri non tanto diffusi. Insomma, una città a misura d’uomo, nella quale le centinaia stazioni della U-Bahn (Metropolitana) e S-Bhan (Treno di superficie) permettono si effettuare gli spostamenti con una capillarità e rapidità impressionante. Con il vantaggio, non indifferente, di essere abbordabilissima dal punto di vista dei prezzi: albergo a 3 stelle superiore, in zona ex Berlino ovest, 30€ a testa con colazione gigante; costo medio di un pranzo composto da zuppa, piatto tedesco completo (ben oltre ad ogni aspettativa: da dover slacciare la cintura…), birra media, compreso fra i 15 e i 20€; tessera valida 72 ore su tutti i trasporti pubblici, a partire dal trenino che collega l’aeroporto (Schonefeld) al centro e ritorno, con sconti su alcune attrazioni turistiche, 21€; ingresso “cumulativo” ai due principali musei (Altes e Pergamon) con tanto di iper approfondita audio – guida in italiano e guardaroba, 12€. Per non parlare poi del viaggio aereo: 60€ all inclusive per il volo A/R da Venezia con Esay-Jet (pagato così…”tanto”…Solo perché prenotato con sole due settimane di anticipo), che non è l’unica compagnia low-coast a raggiungere Berlino (basta cercare su Internet nei motori di ricerca e le possibilità sono così numerose da consigliare la visita diretta). Berlino è una città in cui si può trovare di tutto. E’ quindi praticamente impossibile pensare di fornire dei suggerimenti che vadano bene al 100% al popolo dei viaggiatori: la cosa migliore forse è cercare di fornirne una serie capace di garantire comunque la minima conoscenza della città. Senza però non dimenticarsi di dire che per ovvie ragioni di sintesi ne saranno menzionate alcune e tralasciate altre.

Consigli Tram. Ogni guida cita a ragione veduta le due linee di tram 100 e 200 che, a costo zero per chi ha comprato il Travel Pass, effettuano partendo dalla Stazione Zoo due percorsi diversi che permettono di vedere in pratica l’intera città. Ovviamente, i posti più belli sono i primo quattro del piano superiore: da lì la visione è ottima e durante l’inverno (decisamente freddo) ci si può riscaldare ammirando i numerosi monumenti. Il 100 percorre prevalentemente il percorso Ovest mentre il 200 attraversa l’Est e arriva, al suo capolinea, ad un quartiere nel quale vale la pena scendere a fare due passi.

Postdamer Platz. Dove un tempo sorgeva un enorme spiazzo quasi vuoto dirimpetto al Muro, oggi Berlino propone la sua veste più ardita e proiettata nel futuro. Su progettazione dei principali architetti del mondo, infatti, sono stati costruiti decine di palazzi che rendono questo luogo decisamente assimilabile a Tokyo: angoli, curve, vetrate immense, ascensori esterni, prati in dislivello, fontane, piste di pattinaggio, negozi di elettronica, stazioni della metropolitana sospese nel vuoto. Tutto ciò è Postdamer Platz, un quartiere che dà un ulteriore sensazione di unicità ad un città già per conto suo decisamente…Atipica.

Reichstag. E’ il palazzo del Parlamento tedesco. La sua particolarità è data dall’ardita forma della cupola che lo sovrasta, alla quale si accede gratuitamente con un ascensore dopo essere entrati nell’androne al termine di una fila di circa mezz’ora. In questa cupola, si succedono diversi percorsi, che girano intorno ad una struttura conica fatta di specchi, per risalirne la cima. Il panorama dalla sommità (e dal terrazzo sottostante) è superbo e, pur non essendo una struttura altissima, permette di godere della vista a 360° della capitale. Memoria dell’Olocausto. Vicino al Reichstag è stato recentemente costruito un “labirinto” formato da blocchi di cemento che si pone l’obbiettivo di far riflettere su quanto accaduto nella seconda guerra mondiale a spese degli Ebrei. Si tratta di un’opera che, nonostante le motivazioni per cui è stata concepita, si trasforma in un “non luogo” nel quale più che riflettere ci si incuriosisce a percorrerne i corridoi con l’impressione che non ci sia nessuno mentre, al contrario, centinaia di persone li stanno percorrendo senza però incontrarsi quasi mai. Altes e Pergamon. L’Altes ed il Pergamon sono i due musei più famosi di Berlino. Sono posizionati uno accanto all’altro e permettono di fare un salto a ritroso nella storia antica delle opulente civiltà dell’era precristiana. All’Altes si alternano decine di sale ricche di reperti, conservati benissimo, provenienti dalla Grecia, dalla Magna Grecia e, soprattutto, dall’Egitto, con lo splendido e arcinoto busto di Nefertiti, preda di migliaia di “assetati” fotografi. Il Pergamon è celebre invece sia per i reperti provenienti dall’immenso omonimo altare sia per la porta di Ishtar della mitica Babilonia. Ma la parte più affascinante è quella superiore riservata alla storia islamica, che molti chissà perché saltano. Il percorso del muro. Partendo da Postdamer Platz, che fino a pochi anni fa era uno spoglio spiazzo polveroso, inizia un solco nel selciato che traccia il percorso del muro, la barriera, costruita nel 1961 in pochi giorni e crollata sotto i colpi di piccone nel novembre del 1989, che per quasi trent’anni ha diviso Berlino. Postdamer Platz oggi è un avveniristico quartiere simile più a Tokyo e Shangai che ad una città occidentale, nel quale i grattacieli di stagliano verso l’alto con forme ardite e innovative e, fra i palazzi, si snoda uno strano giardino a forma anche esso di muro che permette di stendersi sull’erba guardando il sole fra le guglie. Qui, nel Sony Center, c’è la sede del “Festival del Cinema di Berlino” e vale la pena infilarsi dentro, prendere un ascensore e salire ai piani superiori, vedere i tanti giovani in cerca di audizioni e magari scambiare due parole con loro. Da Postdamer Platz si può raggiungere con meno di mezz’ora di cammino il “Museo del Terrore”, la vecchia trincea cioè dove la Gestapo progettava l’eccidio degli Ebrei e sopra alla quale è stato costruito il muro, rimasto tuttora eretto a memoria di quanto lì accadeva. In questi spazi c’è una esposizione libera a cielo aperto che ricostruisce la follia collettiva che trascinò migliaia di tedeschi a collaborare con le SS per sterminare milioni di persone innocenti. Da menzionare il centro visite dotato di strumenti multimediali ai quali è possibile accedere senza pagare nulla. Gedachtniskirche. Gedachtniskirche è la chiesa simbolo di Berlino. Si trova alla confluenza delle due principali strade della vecchia parte Ovest, Kurfurstendamm e Tauentzienstrasse (ove è da raccomandare una sbirciatina al centro commerciale KADEWE, uno dei più lussuosi del mondo e nel quale, il sesto, vi è un piano interamente dedicato al cibo in ogni sua declinazione). Gedachtniskirche è caratterizzata dalla sua…”rovina”. Bombardata pesantemente nel corso della Seconda Guerra Mondiale, non è mai stata completamente ricostruita e, oggi, con la sua sinistra sventratura resta a testimoniare la follia dell’uomo. Il circostante quartiere, da sempre considerato il fulcro della vecchia Berlino Ovest, è il più ricco di boutique e grandi magazzini dell’intera città e una passeggiata per gli ampi boulevard è consigliabile a chi vuole rendersi conto dell’opulenza tedesca.

Ristoranti tipici tedeschi. Come in ogni capitale che si rispetti, anche a Berlino è possibile assaggiare qualsiasi tipo di cucina e non mancano i ristoranti italiani, cinesi, turchi, francesi, messicani e spagnoli, tanto per citare i più frequenti. La sorpresa maggiore però è nell’andare alla ricerca del cibo tedesco, decisamente sostanzioso e iper calorico, come da copione in un paese nordico per di più mittle-europeo. Imperdibili le ricorrenti zuppe di ogni tipo, dal Gulash, ai crauti, alle patate alle rape e quasi emblematico il tipo “stinco di maiale”, servito in ogni modo, capace di garantire di per sé un pranzo super abbondante e il tutto innaffiato da bicchieroni di birra che vanno giù che è un piacere. A differenza di quanto avviene in altri posti, seguire le indicazioni delle guide turistiche più “dozzinali” è una mossa giusta, perché in effetti sono indicati i migliori locali dove poter scegliere di magiare tedesco. L’offerta è davvero variegata e la proverbiale diffidenza verso la cucina teutonica allontana le frotte di affamati visitatori, di solito più propense ad “andare sul sicuro”: errore, anche perché i costi sono di solito contenuti entro i 20€ e l’esperienza vale la pena di essere vissuta e…Ripetuta. Mezzi di trasporto pubblici. Chi volesse trovare un esempio di efficienza dei trasporti urbani, dovrebbe venire a “studiare” a Berlino. I due sistemi di treni metropolitani, uno sotterranneo (U-Bahn) e uno di superficie (S-Bahn), sono in grado di collegare ogni angolo della metropoli a costi davvero irrisori per l’alta qualità del servizio: in questo modo, non solo si favorisce la mobilità delle persone ma si incentiva l’utilizzo del mezzo pubblico, senza trarre in tentazione nessuno, visto che il gioco non vale la candela: la scoperta dell’acqua calda… Sconsigli Brandeburg Tor Brandeburg Tor. Ovvero la celebre “Porta di Brandeburgo”. Strozzata e quasi sommersa dalle nuove costruzioni che si sono succedute alla caduta del Muro avvenuta nel 1989, la celebre Porta, che una volta si affacciava sui due mondi che componevano la città, ha perso totalmente il suo fascino e pure la sua presunta grandezza appare oggi ridimensionata dal contesto di autentica “confusione” architettonica che contraddistingue l’area: strano che responsabili di ciò siano stati i tedeschi… Unter del Linden. Era decantato come il viale più bello, grandioso e famoso di Berlino, anche ai tempi della cortina di ferro. Unter del Linden, visto in precoce inverno e prima dell’accensione delle luci natalizie, sembra invece un grande cantiere a cielo aperto dove gli alberi spogli si protendono quasi minacciosi nel buio senza dare il minimo happeal ad un ambiente simile più ad un cimitero che altro… Museo del Check Point Charlie. Concepito come una “trappola turisti”, questo museo ha l’esiguo pregio di illustrare alcuni dei metodi più bizzarri utilizzati per fuggire da Berlino Est ma il grande difetto di costare decisamente troppo rispetto a ciò che offre e di far perdere un sacco di tempo per comprenderne il giusto percorso di visita che, peraltro non si trova. Alexander Platz. Chi si recava a Berlino Est prima del 1989, si ricordava di questa vastissima piazza nella quale si affacciavano i centri commerciali più “filocomunisti” della capitale. Oggi, Alexander Platz è caratterizzata sempre da ampli spazi ma la rarefazione dei “contenuti” è tale da renderla praticamente spoglia nonostante le luci che tentano, invano, di creare una sorta di “effetto Picadillly Circus” totalmente fallito. Se non fosse per la spettacolare altissima torre della TV, posta peraltro non proprio nella piazza, Alexander Platz si potrebbe tranquillamente visitarla attraverso le cartoline… Spandau. Decantata come un’antica cittadella medioevale da non perdere, il castello di Spandau non risponde alle attese, con il suo cortile spoglio e le sue poche attrazioni sicuramente ben conservate ma prive del necessario fascino.

Europa Center. Situato nella ex Berlino Ovest, questo centro commerciale che, forse, negli anni ’80 dava l’idea di essere grandioso e moderno, oggi appare come una modesta accozzaglia di negozi di serie B impreziosita, si fa per dire, da un orologio a travaso liquido che segna le ore in maniera sicuramente anomala ma non per questo da meritare del tempo dedicato, anzi…

Rimpianti Museo Ebraico. Dovendo fare delle scelte, visto il tempo limitato a disposizione, alcune mete sono restate per forza fuori da un itinerario concentrato in nemmeno 4 giorni. Una di queste è stata il “Museo Ebraico”, allestito all’interno di un avveniristico edificio già di per sé emblematico. A posteriori, leggendo per di più le varie guide turistiche, ci è dispiaciuto molto non essere entrati a capire come tuttora la memoria della drammatica storia Ebraica sia importante e, soprattutto, sia importante trovarla proprio qui, a Berlino.

Charlottenburg. A causa della sua posizione decentrata, l’antica reggia è stata saltata a piè pari, avendo saputo che non regge il confronto ad esempio con quella di Vienna Schonbrunn: forse sarebbe stato il caso di fare lo sforzo e degnare di uno sguardo almeno il giardino, descritto come uno dei più belli di Germania. Stadio Olimpico. Al di là del fatto che in questo stadio il 9 luglio 2006 l’Italia ha vinto il suo quarto titolo mondiale, e quindi già solo questo motivo valeva la visita, la particolare costruzione seminterrata dell’Olimpico sarebbe stata da vedere: se da fuori s’intravede una minima struttura, una volta entrati ci si rende conto dell’enormità dell’impianto. Peccato non averlo fatto.

Ma, considerando l’accoglienza della città e le tante cose non viste, ci sarà un’occasione futura per tornare a Berlino e trovarla sicuramente già ulteriormente cambiata: willkomen Berlin!



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