Donatella a Berlino

9 Febbraio: Ore 12.30, eccomi finalmente a Berlino! Il volo Easy Jet arriva in perfetto orario, peccato solo che con il maltempo ho visto poco del panorama, a parte le Alpi, una visuale sempre emozionante. La consegna dei bagagli è rapidissima, ma è normale, l'aeroporto di Schonenfeld è piccolo. Sono un po' affamata quindi decido di pranzare...
Scritto da: donna.v
donatella a berlino
Partenza il: 09/02/2007
Ritorno il: 11/02/2007
Viaggiatori: da solo
Spesa: 500 €
9 Febbraio: Ore 12.30, eccomi finalmente a Berlino! Il volo Easy Jet arriva in perfetto orario, peccato solo che con il maltempo ho visto poco del panorama, a parte le Alpi, una visuale sempre emozionante. La consegna dei bagagli è rapidissima, ma è normale, l’aeroporto di Schonenfeld è piccolo. Sono un po’ affamata quindi decido di pranzare prima di raggiungere la città. Acquisto la Welcome Card, che mi darà diritto a viaggiare per 48 ore su tutta la rete dei trasporti, e mi dirigo verso la metro, subito fuori dell’aeroporto. Ad accogliermi c’è la neve, che bello! Anche se fa un freddo…! Il viaggio in metro dura una mezz’ora e mi permette di dare un’occhiata alla periferia di Berlino, piccoli villaggi fatti da cottage coloratissimi con steccati ordinati, ora è tutto coperto di neve, sembra un paesaggio da favola. Intanto comincia a piovere, raggiungo l’hotel appena in tempo per evitare un acquazzone. L’hotel, Am Lehniner Platz Pension (€ 30 pernottamento e prima colazione) si trova sulla Ku’Damm, la via dello shopping berlinese, ed è una piacevole sorpresa: parquet ovunque, un’atmosfera calda e accogliente, luci soffuse che si accendono al passaggio delle persone, e poi la proprietaria è gentilissima, anche se parla poco inglese riusciamo a comunicare, è davvero simpatica. Anche la mia camera è ben arredata, piccolina ma dotata di ogni comodità, soprattutto di un grosso finestrone che si affaccia sul cortile interno dell’edificio. Disfo la valigia, chiamo a casa per tranquillizzare la famiglia e studio un po’ di itinerari per decidere cosa fare in questo primo pomeriggio berlinese, purtroppo piovoso. Decido di uscire senza meta, ben coperta però, la temperatura nel frattempo di è abbassata e arriva qualche spruzzata di neve. Salgo su uno degli autobus che fermano a dieci metri dall’hotel, diretta al centro. La prima tappa alla Chiesa del Ricordo con la sua guglia spezzata, poi il giardino del Castello di Charlottenburg. Per finire mi infilo nel KaDeWe, per dare un’occhiata a questo tempio dello shopping, per riscaldarmi e per assaggiare qualche specialità, tipo torta e cappuccino. Il famoso sesto piano di questo centro commerciale è qualcosa di impressionante per la quantità e la varietà dei ristoranti e i banchi gastronomici. Si passa dalla pasticceria tedesca al sushi, dalle specialità italiane alla cucina cinese, coreana, francese, insomma l’imbarazzo della scelta per chiunque, inoltre qui, come in qualsiasi ristorante di Berlino, si mangia di tutto a qualsiasi ora, colazione alle quattro del pomeriggio e wurstel alle otto del mattino. La prima impressione sulla città è positiva, tutto pulito e ordinato, i mezzi pubblici efficienti e con tanta aria calda che fa tanto bene date le condizioni atmosferiche! Verso le otto decido di tornare in hotel, sono un po’ stanca e non ho voglia di esplorare la città alla ricerca di un ristorante, così prendo un currywurst e un muffin in una delle tante imbiss che ci sono in giro, e mi gusto il tutto guardando la tv tedesca e le ultime notizie della CNN.

10 Febbraio: Ho dormito più del previsto, ma con questo freddo il calduccio del letto è difficile da abbandonare. Faccio rapidamente colazione e esco imbacuccata come esquimese. La prima tappa la faccio alla stazione Zoo della metro, per ritirare da Hekticket il biglietto acquistato online per il musical Cabaret. Dato il freddo, davvero insopportabile (nevica ancora) decido di salire sull’autobus 100, consigliatissimo, a ragione, da tutte le guide, e così mi godo il tour di Berlino dal mio comodo e caldo posticino. Scendo a malincuore alla fermata di Alexander Platz, tappa d’obbligo. La zona è piuttosto malinconica, cantieri ovunque, poca gente in giro, e, incombente, il ricordo di cosa è stata questa piazza nel passato. Faccio qualche foto alla piazza e all’orologio mondiale, poi vado a piedi verso il quartiere di San Nicola, molto carino. Fa sempre troppo freddo e così decido di rifugiarmi in qualche museo. Scelgo l’Altes Museum e mi tuffo nella sezione egizia, davvero ben curata. Ma certo la perla del museo è il celeberrimo busto di Nefertari, che, visto dal vivo, è stupefacente per la perfezione dei lineamenti e della fattura. Al termine della visita mi ributto nel freddo, oltretutto tira un fortissimo e gelido vento che quasi quasi mi scoraggia, ma mi faccio coraggio e mi dirigo al Reichstag, dove, dopo un’ora scarsa di fila, salgo sulla famosa cupola di Foster. Il panorama è interessante, ma la vera attrattiva è la cupola stessa, un “giocattolo” di vetro e specchi. Scendo e mi metto alla ricerca di un posto dove mangiare e dove…Riscaldarmi. Lo trovo all’interno della Galeriè Lafayette, versione tedesca, altro centro commerciale di lusso dove si può mangiare un po’ di tutto, io scelgo un rustico bancone che fa robusta cucina tedesca, un bel piatto di wurstel bianchi con crauti e patate arrosto, tutto accompagnato con birra, mi rimette in sesto. Dopo pranzo raggiungo a piedi (anche per smaltire il pasto…) il Museo Ebraico, che, sinceramente mi delude un po’, le indicazioni sui percorsi non sono chiarissime (mancano totalmente quelle in italiano) e quello che avevo letto sulle sensazioni che trasmette la Torre dell’Olocausto l’ho trovato un po’ esagerato, inoltre il Giardino degli Esuli è chiuso sicchè la visita è parziale. Mi aspettavo di più. Uscita da qui tappa obbligatoria al Check Point Charlie, un po’ triste. Compro una cartolina in bianco e nero di una Berlino bombardata, l’unica cosa che trovo interessante in questa babele di souvenir un po’ kitch. Ultima tappa della giornata Postdammer Platz. In questi giorni c’è il Festival del Cinema, c’è tanta di quella gente che bisogna sgomitare per camminare. Anche qua l’imbarazzo della scelta tra ristoranti e caffetterie, sempre tutti pieni a tutte le ore del giorno e della sera. Opto per una cioccolata calda, un modo con un’altro per catturare un po’ di caldo. Tornando in hotel passo accanto al monumento all’Olocausto, particolare con i suoi blocchi di cemento che sembrano una gigantesca onda. Torno in hotel, faccio una rapida e rigenerante doccia e poi esco di nuovo per raggiungere il Bar Jeder Vernunft, dove assisterò a Cabaret, Das Musical. Sono piacevolmente sorpresa dal posto, un bar-ristorante-club che sembra la pista di un circo, tutto di legno, con specchi e tendoni di velluto, piccoli tavolini disposti su tutta la superficie, e un piccolo palcoscenico. Molta gente sta cenando, e c’è una gran confusione di chiacchiere, soprattutto quelle dei camerieri, a loro modo personaggi, che prendono le ordinazioni. Dopo poco vengono spente tutte le candele e lo spettacolo comincia. Già dalle prime note l’atmosfera cambia, e l’attore che interpreta il Direttore di Scena attira su di se tutta l’attenzione, per la sua bella voce ma soprattutto per il grande magnetismo che possiede. Lo spettacolo va avanti tra pezzi di recitazione (in tedesco) e i celebri brani musicali come Money Money. Davvero bello, quando finisce vorrei che poterlo rivedere dall’inizio. Torno in hotel davvero soddisfatta, in pigiama sul letto e con la compagnia delle solite notizie della CNN, consumo la mia cema, a base di caffè americano e ciambella al cioccolato. La giornata è stata lunga, è ora di andare a nanna, domani ultimo giorno.

11 Febbraio: Appena sveglia mi accorgo che sta nevicando copiosamente, grossi fiocchi bianchi scendono da un cielo più che grigio. Dopo colazione saluto la gentilissima proprietaria dell’hotel e col mio fedele trolley mi avvio verso il centro della città, su un morbidissimo tappeto bianco! E’ troppo freddo per camminare a piedi, così salgo sull’autobus 200 pronta ad un lungo giro che mi porterà alla periferia di quella che era Berlino Est. Lungo le strade tanti giardini pubblici dove centinaia di persone si divertono con gli slittini. Intanto il bus attraversa quartieri fatti da edifici altissimi dai colori improbabili: rosa, azzurro, verde, violetto. Tanto colore per una città che evidentemente di sole ne vede poco durante l’anno. Sempre con il bus 200 torno alla stazione Zoo, prendo una bibita calda in un bar e poi la metro per andare a vedere l’Olympia Stadion. Sul persorso dalla metro allo stadio però c’è troppa neve, con il mio trolley è impossibile camminare agevolmente, così torno indietro e dopo un’ultima breve passeggiata sulla Kurfursterdamm prendo la metro per andare all’aeroporto. Di nuovo attraverso la bella periferia di Berlino. Piccola disavventura in partenza, l’aereo ha il ghiaccio sulle ali, partiamo con un’ora di ritardo, un po’ preoccupati. Ma alla fine tutto bene, l’aereo parte e arriva a Ciampino dopo aver recuperato parte del ritardo. L’arrivo su una Roma notturna è suggestivo, si vede bene San Pietro, il Colosseo e la striscia nera del Tevere con tutti i ponti illuminati. Roma è sempre Roma. Nessuna città del mondo regge il suo paragone. Però Berlino mi ha piacevolmente sorpresa: una bella città, visitarla è come sfogliare un testo di architettura contemporanea, e poi tanto verde, grandi viali alberati. Tanto vetro e forme ardite per palazzi pubblici, monumenti ma anche per edifici residenziali. Un gigantesco cantiere che porterà questa città ad avere un volto sempre diverso. Non c’è uno centro storico, tutto quello che, c’è è nuovo, o ricostruito o addirittura spostato, apparentemente senza storia, questa città trasmette tutto il suo vissuto mantenendo una vitalità culturale unica, merito anche dei suoi abitanti, ironici e sempre gentili. Berlino è la città del futuro.



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