Genova da amare e da scoprire
Genova non è come le altre città d’arte Italiane la cui sfarzosità del centro e dei monumenti s’impone prepotentemente sui quartieri popolari. Genova si scopre uscendo dai vicoli solitari che dalla stazione ferroviaria di Brignole sbucano nella maestosa Via XX Settembre, osservando meravigliati e incuriositi le due torri asimmetriche della cattedrale di San Lorenzo, intrufolandosi negli angusti ‘caruggi’ che conducano al porto.
Lasciata l’autostrada i crinali dei monti sembrano caderti addosso e l’unico modo per sfuggirgli è raggiungere la periferia pianeggiante del capoluogo, dove poco più in là si nasconde il bene più prezioso della città: il mare.
Noi l’abbiamo scoperta in una grigia giornata di ottobre e l’antica Repubblica Marinara ci ha accolto nella tranquillità di una domenica pomeriggio. Strade libere, niente clacson, schiamazzi o rombi di motori: solo Genova.
Dalla Stazione Brignole ci addentriamo in Via San Vincenzo e in pochi minuti ci troviamo al cospetto del grande Ponte Monumentale. Eretto agli inizi del 1900, più che per le decorazioni colpisce per la sua imponenza che si manifesta nei suoi 21 metri di altezza marmorea e nella grandiosità dell’arco centrale sotto cui scorre l’ampia via XX Settembre. I due archi laterali, dedicati ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale, appaiono ‘più a misura d’uomo’ e sono attraversati dai marciapiedi.
Via XX Settembre è molto più di una via commerciale, fra l’altro molto comoda ed elegante e da percorrere protetti dagli alti porticati nei quali si aprono negozi, bar e boutique. Bisogna staccare gli occhi dalle seducenti vetrine e girare la testa all’insù per ammirare lo stile neogotico della copertura e le eleganti facciate in stile liberty dei palazzi adornate da statue, balconcini, colonne e capitelli. Poi si deve guardare in basso, perché si ha il privilegio di camminare sopra degli splendidi mosaici.
Via XX Settembre culmina nella Piazza De Ferrari, dedicata all’autorevole banchiere e uomo politico Raffaele De Ferrari. Rallegrata dagli zampilli d’acqua che fuoriescono dalla grande coppa in bronzo al centro della fontana, Piazza De Ferrari si presenta come un connubio di stili diversi, frutto dell’incontro fra la parte vecchia e la più recente zona residenziale.
La visione complessiva di questo ampio spazio cittadino appare armonioso e signorile. Qui il profilo tondeggiante in stile Liberty del Palazzo della Borsa, sorto agli inizi del ‘900, si mischia con quello multiforme dell’architettura eclettica (frutto cioè di una mescolanza di stili) del Palazzo della Regione Liguria edificato nel XX secolo.
La statua equestre di Giuseppe Garibaldi vigila sul pronao neoclassico (ovvero la porzione anteriore dell’edificio ispirata alla forma di un tempio) del Teatro dell’Opera Carlo Felice e affianca il regolare porticato dell’ Accademia Linguistica di Belle Arti del 1831.
Racchiude la Piazza la lineare facciata dipinta del Palazzo Ducale (dimora dei Dogi di Genova e poi delle successive alte cariche politiche) le cui origini risalgono al XIII secolo e che tutt’ora accoglie i turisti nello spazioso atrio porticato.
Scendiamo lungo la salita San Matteo fino all’omonima chiesa per ammirarne l’esterno gotico in strisce bianche e nere e l’adiacente chiostro, poi ritorniamo e superiamo Piazza De Ferrari per giungere nella vicina Piazza Matteotti. Qui primeggia lo stile neoclassico dell’altro lato del Palazzo Ducale e, sopra l’ingresso principale e due eleganti livelli abbelliti da colonne, statue e decorazioni, troneggia lo stemma di Genova. Vicino sorge la chiesa del Gesù le cui statue di Sant’Ambrogio e di Sant’Andrea sorvegliano l’ingresso.
Dalla chiesa del Gesù proseguiamo impazienti fino a piazza San Lorenzo letteralmente dominata dalla Cattedrale di San Lorenzo. L’edificio incuriosisce subito per la particolarità della sue torri: quella di destra è stata terminata nel XVII secolo e abbellita alla sommità da una lanterna, mentre quella di sinistra è incompleta, ha un’altezza inferiore ed è stata abbellita con una loggia. Nell’insieme la facciata appare comunque molto elegante nell’alternanza di colori bianco e grigio tipica dello stile nobiliare ligure. Indubbiamente colpiscono i tre alti portali incassati in un susseguirsi di archi ogivali sorretti da colonne e impreziositi da capitelli, decorazioni, sculture e intarsi pregiati, tutte espressioni dello stile gotiche. Una serie di bifore e il grande rosone ne abbelliscono ancora di più l’esterno.
Le enormi statue riproducenti due leoni, poste ai lati della scalinata d’accesso alla cattedrale, hanno rapito la mia attenzione. La loro espressività mi ha stregato, dandomi l’impressione che i loro occhi veramente mi stessero scrutando.
La visita alla Cattedrale non si può considerare completa se non se ne varca l’ingresso. Si viene inghiottiti dalla colossale navata centrale il cui fasto si manifesta nelle colonne marmoree, le ricche decorazioni, i vivaci affreschi e la lussuosa particolarità della cappella dedicata a San Giovanni Battista.
Per concludere la visita dei più importanti edifici storici di Genova bisogna recarsi in Via Garibaldi dove l’avvicendarsi di celebri Palazzi impressiona chiunque abbia la fortuna di ammirarli. Qui sorgono il Palazzo Bianco, il Palazzo Rosso e il Palazzo Doria Tursi, tutti nominati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e all’interno dei quali sono allestite esposizioni di quadri, arti decorative e molto altro.
Per mancanza di tempo ci siamo limitati alla sola visita esterna ma contiamo di approfondirne la conoscenza durante la nostra prossima vacanza a Genova.
Curiosità: gli edifici sopra citati fanno parte dei Palazzi dei Rolli. I rolli non erano altro che delle liste (rolli degli alloggiamenti pubblici) promulgate dal Senato a partire dalla seconda metà del 1500 che includevano prestigiose dimore appartenenti a famiglie nobili. Sulla base di sorteggi pubblici i Palazzi dei Rolli potevano ospitare personaggi illustri durante i loro viaggi ufficiali di stato.
I rolli si suddividevano in tre categorie (bussoli) ognuna delle quali comprendeva i nomi dei proprietari dei Palazzi che dovevano assicurarsi onori e oneri delle celebri visite. Le categorie suddividevano le dimore in funzione di bellezza, dimensione e importanza e in base a tali caratteristiche i diversi nobili assicuravano alloggio a principi, cardinali, vescovi o ambasciatori e così via.
Merita sicuramente una visita anche il Castello De Albertis con il sui Musei delle Culture del Mondo e delle Musiche del mondo. C’è stato segnalato da un gentile commerciante del posto e nonostante la fugace panoramica esterna, mi sento di consigliarlo anche solo per la splendida vista sulla città che si gode in cima alla collina che lo ospita.
Penetriamo nel labirinto dei caruggi, vicoli stretti tra i quali non sembra esserci una via d’uscita. I caruggi disegnano un continuo susseguirsi di incroci, salite, discese e scalinate che si aprono in inaspettate piazzette o al cospetto di storici edifici. Qui pulsa il cuore della Genova medievale il cui passato è gelosamente custodito tra queste alte mura, in certi punti così serrate tanto da ‘soffocare’ il turista. ‘Rotoliamo’ fino a Sestiere Molo-Piazza Bianchi dove, sulle bancarelle di frutta e fiori, vigila la piccola chiesa di San Pietro in Banchi. Siamo a due passi dal mare e la brezza leggera zeppa di salsedine ci riempie i polmoni attirandoci verso il porto.
Il Porto Antico è stato riqualificato grazie al progetto dell’architetto Renzo Piano nel 1992 in occasione delle Colombiadi, ovvero l’anniversario che ha celebrato i cinquecento anni dalla scoperta dell’America. Qui sorgono la Biosfera, il Museo Nazionale dell’Antartide, il Bigo, il Magazzino del Cotone, Galata Museo del Mare (che sfortunatamente non abbiamo visitato) e il fiore all’occhiello di Genova: l’Acquario.
La gita all’Acquario di Genova è emozionante e trasporta il turista nella magia del mondo acquatico. Nelle sue 70 vasche sono ospitati ben 15000 animali tra pesci, mammiferi marini, rettili, anfibi e uccelli.
Meraviglioso soffermarsi davanti alla vasca dei lamantini e ascoltarne il verso caratteristico, toccante ammirare le foche monache (specie in via di estinzione) che ci guardano con i loro grandi occhi e sembrano capirci. Entusiasmante lasciarsi rapire dai mille colori dei pesci tropicali e della barriera corallina, particolare osservare il lento fluttuare nell’acqua delle meduse e adrenalinico sostare a pochi centimetri dagli squali. Divertente scrutare le goffe movenze dei pinguini e semplicemente coinvolgente seguire i rapidi movimenti dei delfini (nel nuovo padiglione cetacei progettato dal Renzo Piano Building Workshop) che giocano, si rincorrono, saltano sopra la superficie dell’acqua per poi rituffarsi a tutta velocità nelle profondità delle vasche.
La Biosfera somiglia a una bolla di sapone sospesa sul mare ma in realtà è una ‘palla’ costruita in vetro e acciaio del diametro di 20 metri che ricostruisce al suo interno una piccola foresta tropicale. La temperatura varia dai 20° ai 28°C e l’umidità si aggira intorno al 60-70%; condizioni ideali per il mantenimento di oltre 250 specie vegetali tropicali, diverse specie di uccelli (alcuni dei quali di un eccezionale colore rosso ben visibile anche dall’esterno) e 4 specie di testuggini palustri. Inaugurata nel 2001, la Biosfera regala l’opportunità di immergersi per qualche istante nell’altrimenti lontano e a noi sconosciuto ambiente tropicale: occasione quindi da non perdere.
Il Museo Nazionale dell’Antartide guida il visitatore alla scoperta del meraviglioso mondo glaciale dell’Antartide. Grazie alla sua conformazione e alle caratteristiche climatiche, l’Antartide è un enorme laboratorio a cielo aperto per lo studio delle problematiche ambientali che molte Nazioni, compresa l’Italia, da tempo stanno approfondendo. Il simbolo dell’Antartide è sicuramente il pinguino; animale che ai nostri occhi appare goffo per la sua strana andatura ed estremamente buffo per il colore. In realtà sono degli abili nuotatori e, tranne il pinguino imperatore che trascorre il suo intero ciclo di vita in Antartide, le altre specie devono percorrere migliaia di chilometri durante la propria vita per sopravvivere.
In maniera chiara e coinvolgente si apprende l’importanza dell’attività di ricerca italiana in questo continente dal clima estremo e personalmente ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Non si può rinunciare alla salita sull’ascensore panoramico Bigo che offre uno scorcio unico: del centro storico di Genova sopra cui svettano torri, cupole e campanili e dei monti che abbracciano la città sopra i quali si possono ancora distinguere le antiche fortificazioni erette tra il XII e il XVIII secolo.
Stupenda la veduta completa della facciata principale affrescata di Palazzo San Giorgio (di origini medievali e per lungo tempo sede del banco di San Giorgio) sulla quale spicca il dipinto raffigurante San Giorgio.
I vecchi Magazzini del cotone appaiono come un basso e lungo edificio completamente ristrutturato che oggi accoglie un’ampia area fiere, centro congressi, negozi, bar e ristoranti.
Poco più in là svetta la celebre Lanterna (o più correttamente Torre del Faro) simbolo di Genova e che con i suoi 77 metri di altezza, abbarbicata sopra una collinetta pietrosa, vigila il transito delle imbarcazioni dentro e vicine al porto. La prima torre ha origine nel medioevo e nel corso dei secoli è stata consolidata e ristrutturata e oggi si compone di due sezioni a pianta quadrata sovrapposte, con tanto di terrazza alla sommità di ognuna. Nelle pareti si aprono piccole finestrelle per consentire l’areazione interna e lo stemma di Genova ne impreziosisce l’esterno.
Passeggiando nel Porto Vecchio non passa inosservato il galeone Neptune, realizzato interamente in legno e palcoscenico principale del film ‘I Pirati’ di Roman Polansky.
Il galeone affascina per le sue dimensioni, 62 metri di lunghezza e 16,5 metri di larghezza, la maestosità dei suoi alberi, i dettagli costruttivi e la presenza di numerosi cannoni sia nel piano coperto che sul ponte.
QUALCHE CONSIGLIO PER DORMIRE, RIFOCILLARSI CON UNO SPUNTINO E RISPARMIARE UN PO’
Abbiamo alloggiato all’hotel Brignole (http://www.hotelbrignole.it/) grazie a una super offerta senza cancellazione su booking.com. E’ ubicato in una via tranquilla a due passi dall’omonima stazione ferroviaria e a pochi minuti di cammino dal centro storico,
Essendo arrivati la domenica pomeriggio abbiamo lasciato l’auto in un parcheggio in strada, fino al lunedì mattina gratuito, risparmiando così il prezzo del parcheggio privato dell’hotel di 15 euro al giorno. Qui a Genova quasi tutti gli alberghi hanno dei propri posti auto, solitamente coperti e video sorvegliati che però, a mio parere, costano un po’ caro (dalle 15 euro in su al giorno).
Per uno spuntino goloso dolce consiglio vivamente la gelateria Grom.(http://www.grom.it/ita/dettagli_gelateria.php?id_gelateria=19&citt%E0=Genova, catena nata a Torino e ora divenuta di fama mondiale) vicinissima all’hotel, che ci ha addolcito la serata grazie all’ottima qualità delle creme e agli invitanti gusti preparati con frutta di stagione.
Per uno spuntino goloso salato invece suggerisco gli eccezionali panini del locale Gran Ristoro, proprio dietro Palazzo San Giorgio.
Tutte le informazioni pratiche per visitare l’acquario le trovate al sito internet http://www.acquariodigenova.it/,tuttavia spesso e volentieri ci sono altri siti di viaggio che propongono interessanti sconti sul biglietto d’ingresso cumulativo per l’acquario, il Bigo, la Biosfera e il Museo dell’Antartide. Basta avere un po’ di pazienza e dedicarsi alla ricerca dell’offerta migliore.
Lasciamo Genova con la certezza di essercene innamorati. Genova è misteriosa, all’apparenza chiusa in sé stessa e gelosa delle prestigiose origine marinare ma se le si dà fiducia spalanca il proprio cuore grazie alla cortesia della sua gente, alla bellezza dei suoi palazzi e al fascino vagabondo del porto.