Una settimana in Provenza

Milano - Gardanne (12/08/2002) Partenza ad un'ora accettabile, 9.30. Abbiamo scelto di evitare l'autostrada Milano - Genova, sempre molto trafficata, preferendo invece la Milano - Torino, sin dopo Novara, per poi andare in direzione Alessandria. Presto sono iniziate le gallerie e non le abbiamo abbandonate fin quasi a destinazione. Mio cugino...
Scritto da: formicama
una settimana in provenza
Partenza il: 12/08/2002
Ritorno il: 19/08/2002
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Milano – Gardanne (12/08/2002) Partenza ad un’ora accettabile, 9.30. Abbiamo scelto di evitare l’autostrada Milano – Genova, sempre molto trafficata, preferendo invece la Milano – Torino, sin dopo Novara, per poi andare in direzione Alessandria. Presto sono iniziate le gallerie e non le abbiamo abbandonate fin quasi a destinazione. Mio cugino Pascal mi aveva dato tutte le indicazioni precise per giungere sino a casa sua, vicino ad Aix en Provance, a Gardanne e infatti, con la cartina preparata da Celine, sua moglie, non abbiamo avuto problemi.

Dopo poco il nostro arrivo ci hanno portato a visitare Aix en Provance. Abbiamo attraversato le vie principali e bevuto un aperitivo nella rinomata Cours Mirabeau. Siamo arrivati sino alla piazza dell’Orologio con l’Hotel de Ville (il Municipio) ed abbiamo ammirato alcune delle fontane di cui Aix è ricca.

Dintorni di Aix en Provence (13/08/2002) Dintorni di Aix en Provence è un pò un modo di dire. In relatà ci siamo spinti a nord di questa. La prima tappa della giornata è stata Oppede – Le – Vieux, villaggio medievale fortificato, arroccato sopra una collinetta, nelle vicinanze di Cavaillon. Alcune case sono ancora abitate, seppure le macchine fatichino a salire lungo queste strade strette e ripide. Ci siamo fermati qui a pranzo, nella piazzetta che precede l’ingresso al villaggio e mi sono concessa la mia prima omelette francese, con il formaggio. Il panorama che si può ammirare da questa collina è il Mont Ventoux, Monte Ventoso, arrivo di una tappa molto importante del Tour de France e citato da Francesco Petrarca in una celebre epistola in cui fa assurgere la montagna a metafora del difficile cammino della crescita spirituale. Seconda tappa è stata a Roussillon, con il suo paesaggio rosso ocra e con il suo strepitoso canyon. Molto caratteristico quindi sia per il colore che per la strana conformazione delle rocce. Celine ci ha poi raccontato che esiste una leggenda legata a questo posto: un marito, scoperto il tradimento della moglie, le fa mangiare, a sua insaputa, il cuore dell’amante. Questa nel momento in cui ha capito cosa fosse successo si è gettata nel canyon dal dolore e il suo sangue ha tinto tutto di rosso. Terza tappa a Gordes, villaggio arroccato con castello cinquecentesco. Noi l’abbiamo fotografato da lontano, da un punto panoramico, poi quando siamo arrivati più vicini abbiamo abbandonato idea di visitarlo, perché i parcheggi erano affollati e tutti a pagamento (da 2 a 5 €). Celine ci ha comunque rincuorato, dicendoci che il bello sono le mura esterne, non tanto l’interno. Quarta tappa: Villages des Bories, un villaggio primitivo. Le bories sono casupole a forma di alveare costruite da pietre sovrapposte. Probabilmente risalgono all’epoca neolitica. Furono abitate tra il XVI e il XX secolo. Qui il parcheggio era gratuito, ma costava 5 € a testa visitare le tre case, già intraviste simili lungo la strada; quindi abbiamo proseguito. Quinta tappa: Isle sur la Sorgue, cittadina conosciuta per la vendita di mobili antichi e per le sue innumerevoli ruote dei mulini ad acqua ancora funzionanti, che servivano principalmente per macinare il pepe.

La giornata è stata intensa e probabilmente da soli non avremmo preso in considerazione queste tappe, perché le nostre guide non ne parlano, se non marginalmente.

Dintorni di Marsiglia (14/08/2002) Prima tappa: Marsiglia. E’ la seconda città della Francia, esotica, per i suoi contatti con l’Africa e l’Asia, e vivace, per la moltitudine di gente che la vive. Noi abbiamo visitato il vecchio porto con vista panoramica sulla Notre Dame de La Garde, che domina la città e intravisto la Cattedrale, quasi inaccessibile per i lavori stradali tutt’intorno. Quindi abbiamo ripreso la macchina per fermarci, superato il centro, a visitare un altro porticciolo, nascosto alla vista, tra case colorate e ristoranti tipici dove si cucina la bouillabaisse (40 € a testa). Seconda Tappa: Cassis. Siamo arrivati per pranzo e ancor prima di entrare in paese, abbiamo letto che c’era la possibilità di lasciare la macchina e prendere un bus gratuito per andare in centro. Abbiamo evitato il parcheggio a pagamento (5 €) e preferito un altro, all’ombra degli alberi, con i tavoli, e ci siamo fermati a mangiare. Cassis, pur avendo le caratteristiche del paesino di pescatori, è molto vivace, ricca di ristoranti e negozietti. Abbiamo preso un battello (10 € a testa) per vedere le “Calanques”, strette insenature, le cui frastagliate e bianche scogliere (alcune alte 400 m), si riflettono nell’acqua turchina. All’interno delle Calanques, noi ne abbiamo visitate 3, ci sono molte barche, alcune ormeggiate, in quanto protette dall’insenatura, altre ferme momentaneamente per godere di un bagno in un’acqua limpida. Abbiamo visto anche una persona arrampicarsi sulle rocce a strapiombo. Al termine del nostro giro abbiamo acquistato le Navette, dolci tipici a gusti diversi, quali arancio, anice, cioccolato, vaniglia, limone ed altre.

Terza tappa: La Ciotat. Da Cassis a La Ciotat abbiamo percorso una strada panoramica, ricca di molti punti di osservazione. A La Ciotat siamo giunti per vedere la spiaggia, ancora molto affollata alle 18.00, ma io e Pascal ne abbiamo anche approfittato per fare il bagno nell’acqua gelida, ma utile a rinfrescare e tonificare.

La sera abbiamo festeggiato il compleanno di Pascal con pasta e sugo italiano, e ci siamo dati un arrivederci al nostro matrimonio l’anno prossimo, ringraziandoli per l’ospitalità e l’ottima guida di questi giorni.

Avignone – Tarascon (15/08/2002) Sveglia presto questa mattina, perché saremmo tutti partiti e in direzioni diverse. Noi abbiamo ripreso il camper e, dopo aver salutato Celine e Pascal, e ci siamo diretti ad Avignone, dove siamo giunti un’ora dopo. Abbiamo lasciato il camper in un bellissimo parcheggio gratuito all’altezza della Porta de l’Oulle, vicina al Palazzo dei Papi. Siamo passati dalla piazza dell’Orologio con l’Hotel de Ville (il Municipio) e davanti a ricchi caffè, dove si svolge la vita sociale di Avignone, e infine siamo giunti ad una giostra risalente al 1900. Entrati nel Palazzo dei Papi abbiamo scelto il giro individuale a 11 € a testa, comprendente la visita del Palazzo e del Ponte di St. Benezet. Ci hanno consegnato una audio-guida, con tutte le spiegazioni necessarie e non. La visita completa di Avignone ha comportato circa 4 ore. La sala che ho trovato più interessante è stata quella in cui hanno raccontato il susseguirsi dei Papi dal 1309 al 1409: 1. Clemente V -> lascia l’Italia per Avignone 2. Giovanni XXII 3. Benedetto XII 4. Clemente VI 5. Innocenzo VI 6. Urbano V 7. Gregorio XI -> riporta a Roma la sede papale Scisma con due antipapi: 1. Clemente VII 2. Benedetto XIII Il palazzo è immenso ed è interessante scoprire la funzione di ciascun ambiente, dalle stanze da letto dei Papi a quella dei Tesori, alle cucine. Per andare alla ricerca del ponte, nostra successiva visita, abbiamo deciso di fermarci a pranzo in una piazzetta molto carina con un ristorante abbastanza affollato (è sempre buon segno!), L’epicerie. Qui abbiamo assaggiato un misto di formaggi, molto buoni. Il piatto è stato decorato con cura e gusto. Mentre stavamo mangiando è arrivata una ragazza in bicicletta e si è messa a suonare il violino davanti al ristorante. Abbiamo scoperto che la chiesa, presente in questa piazza, era St. Pierre, chiesa gotica, ornata da una fastosa facciata; il portale ha porte rinascimentali. La chiesa era chiusa, probabilmente perché era il 15 agosto. Il ponte di St. Benezet risale al 1177; anche qui consegnano l’audio-guida con tutte le spiegazioni. Benezet era un pastore che scese dalle sue montagne dicendo a tutti che Dio gli era apparso in sogno e gli aveva ordinato di costruire un ponte ad Avignone. All’inizio tutti lo credettero matto, ovvero colui che viene preso dalle streghe, poi lo sfidarono dicendogli che se fosse riuscito a sollevare una pietra molto pesante che nessuno era mai riuscito a spostare, l’avrebbe potuta usare come prima pietra per il suo ponte. Iniziarono tutti a ridere, poi, quanto Benezet riuscì, con l’aiuto di Dio, a sollevarla, restarono a bocca aperta, ammirati. Originariamente il ponte era costruito con 22 archi, ma fu quasi interamente distrutto dall’inondazione del 1668.

Da qui siamo partiti alla volta di Arles, ma lungo la strada abbiamo incontrato Tarascon, dove abbiamo letto esserci un castello quattrocentesco sul Rodano, con due stelline nella guida del Touring ed abbiamo deciso di fermarci. Abbiamo visitiamo così il castello (5,50 € a testa) e la sua torre, muniti di foglio in italiano con le spiegazioni. Dalla terrazza panoramica si vede la cattedrale di Santa Marta, il Rodano e, sulla riva opposta, il castello di Beaucarie. Alle 17.00 eravamo già ad Arles ed abbiamo chiesto all’ente del turismo, individuato dopo esserci fermati a un punto d’informazione alla periferia della città, quale fosse il campeggio più vicino e ci hanno indicato il CITY, a 1 km dal centro. Nel campeggio non parlano italiano, ma con l’inglese riusciamo comunque a capirci. Non del tutto forse, perché ci hanno dato una piazzola già assegnata ad altri. Comunque hanno rimediato in fretta e la piazzola successiva era anche migliore! C’è anche una piccola piscina, ma molto affollata, soprattutto dai bambini.

Arles – Camargue (16/08/2002) Abbiamo lasciato il camper nel parcheggio esterno del campeggio e siamo andati in paese a piedi (1 km). Prima tappa, l’Anfiteatro romano, ribassato rispetto al livello della strada e circondato da case. Un quadro davvero pittoresco. Qui abbiamo acquistato un biglietto che per 12 € a testa consente l’accesso a: · teatro antico · anfiteatro · alyscamps · terme · chiostro St. Trophime · criptoportico · museo arlaten · museo reattu · museo de l’Arles antiques Noi abbiamo visitato solo i primi 5 ed avremmo speso, comprando i biglietti di volta in volta, 15,50 €, quindi abbiamo risparmiato. Sia il teatro che l’anfiteatro sono in parte nascosti dalle sedie per gli spettacoli estivi, ma se ne intravedono i perimetri. Nell’anfiteatro alle 17.00 ci sarebbe stato un gioco con i tori. Sarebbe stato bello vederlo, ma voleva dire fermarsi tutto il giorno ad Arles, quindi abbiamo proseguito. All’interno del teatro si sono mantenute due colonne intatte e parte delle gradinate. Le terme sono alquanto insignificanti, poco complete. L’Alyscamps, che ha ispirato tanti letterati, è un viale con ai lati tanti sarcofagi uguali ed in fondo una chiesa incompleta. Il Chiostro del duomo sicuramente è più interessante, sia per le gallerie romaniche da un lato e gotiche dall’altro, sia per i capitelli scolpiti con rilievi e scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Al termine della nostra visita siamo corsi al camper timorosi che potesse essere successo qualcosa, dato che ai genitori di Marco avevano rubato in camper proprio ad Arles. Fortunatamente invece non era successo nulla. Da qui, dopo pranzo, siamo ripartiti alla volta della Camargue e siamo giunti, dopo aver visto tanti cavalli bianchi, a Saint Marie de la Mer, avendo letto che c’erano due campeggi, belli (con 3-4 stelle) e grandi (1200 posti). Abbiamo poi avuto il tempo di visitare il paese, ricco di negozi tipici e di turisti. Ho comprato due tazze, una per me e una per Antonella, una tovaglia per la mamma (un pò cara) e la lavanda per gli armadi. Finalmente un pò colorita, anzi, quasi scottata in alcuni punti, siamo rientrati in campeggio, per andare poi al mare, per vedere la spiaggia e ne ho approfittato per fare un bagno.

Camargue – Aix en Provence (17/08/2002) Usciti dal campeggio siamo andati in direzione di Aigues Mortes, (che poi ho scoperto essere in Linguadoca e non in Provenza), ma con una strada diversa rispetto a quella con cui siamo giunti ieri a Saintes Maries de la Mer . Infatti abbiamo incontrato piccoli Etang, stagni, con tanti fenicotteri rosa che mangiavano con le loro lunghe gambette sottili nell’acqua. Prima di entrare ad Aigues Mortes abbiamo trovato un supermercato Intermarche ed abbiamo fatto un pò di spesa, tra cui i miei adorati rullini (ancora 2 da 36, oltre ai 4 già terminati!), il salame di toro e una tovaglia di carta con i disegni tipici provenzali. Ad Aigues è imponente la cinta muraria, la cui visita costa 5,50 € a testa, così ci accontentiamo di vederla dall’esterno. Proprio oggi è arrivato anche il circo e continuavano a passare per le vie camion carichi di animali, in particolare ho visto un ippopotamo, un leone e una tigre. Poco distante ci sono le saline, e vi si arriva imboccando un lungo viale alberato, sino all’azienda vinicola Listel, le cui vigne si estendono per chilometri. A differenza delle vigne italiane, queste sono piccoli alberelli. Da qui partono i pullman a due piani e i trenini per visitare le saline. Avendo tempo prima dell’orario previsto per la partenza di uno di questi, abbiamo visitato gratuitamente la cantina, la cui prima pressa dell’uva risale al 1870. Ci hanno fatto assaggiare un rosè e un bianco che abbiamo poi acquistato, da regalare ai nostri papà (3 € a bottiglia). Nel primo pomeriggio siamo saliti sul pullman a due piani per il giro delle saline. Abbiamo scelto il tour più breve, da 1 ora e 15 min. Al costo di 6,80 €, ma merita. Infatti queste saline contengono un’alga che secerne carotene e lascia l’acqua di color rosa. A metà strada si fa sosta in una casetta per vedere un video con alcune informazioni aggiuntive, ma anche per consentire, a chi è interessato, l’acquisto del sale. Il color rosa dell’acqua in alcune zone diventa più chiaro, dove la concentrazione di sale aumenta. Lungo il percorso ci si avvicina anche alla cinta muraria ai Aigues Mortes, consentendo una visuale molto completa.

Abbiamo poi ripreso il nostro girovagare per la Camargue per scoprire altre meraviglie. Avevamo visto i cavalli bianchi, i fenicotteri rosa, ma ci mancavano i tipici tori neri. Al bivio Arles – Saintes Maries de La Mer abbiamo svoltato per Arles, per girare, all’altezza di Albaron, verso Villeneuve, con meta Martigues (la Venezia della Provenza). Abbiamo costeggiato l’Etang de Vaccares, che più di uno stagno è un vero e proprio lago, e nello scendere verso Salin de Giraud abbiamo finalmente visto le mandrie di tori neri. Il quadro ora è completo, possiamo lasciare serenamente la Camargue, contenti di avere visto gli elementi più importanti. Da Salin de Giraud per andare a Port St. Luis doveva esserci, almeno guardando la cartina, una strada, invece c’è un traghetto a pagamento (4 €) per percorrere 100 mt. Arrivati a Martigues, abbiamo trovato solo raffinerie. L’idea iniziale era di dormire qui e ripartire domani alla volta della Costa Azzurra, ma la voglia naturalmente ci è passata. Arrivati in centro, sono, in effetti, comparse le casette basse e colorate, tipiche di un porticciolo di pescatori e si vedono alcuni ponticelli che possono ricordare Venezia, ma solo in poche strade. Abbiamo deciso così di ripartire e di fermarci in campeggio ad Aix en Provence, non avendo avuto occasione di sperimentarlo nei primi giorni.

Costa Azzurra fino a Nizza (18/08/2002) Questa mattina abbiamo lasciato Aix con l’idea di visitare la Costa Azzurra, in particolare le cittadine più rinomate, da Saint Tropez, a Cannes, Nizza e Monaco, ma giunti a Saint Tropez e trovata la coda, abbiamo deciso di tornare indietro. Abbiamo proseguito lungo la strada VERDE, statale (BLU è l’autostrada, l’opposto dei colori italiani), sino a Cannes. Pur non passando per il centro città, si vede ugualmente la costa e il mare, con magnifici panorami. Le rocce in questa zona sono rosse e ci sono splendide Calanques con acqua limpida e sarebbe stato anche possibile arrivarci, tramite scalinate, ma non c’era un parcheggio adatto ai camper. A Cannes ho trovato l’indicazione per Grasse, paese indicato dalla guida Mondadori e non dalla guida Touring. Ci siamo fermati a pranzo da Mc Donald’s (presente ovunque), prima della visita alla profumeria Fragonard, molto pubblicizzata e di grandi dimensioni, dove ci hanno spiegato la produzione dei profumi, con guida in inglese (dopo la nostra è partita la guida in italiano). Ci hanno fatto annusare una decina di cartoncini con fragranze diverse, per invitarci ed invogliarci all’acquisto, ma noi ci siamo limitati alle saponette profumate. Da qui siamo andati a Biot, dove c’è la produzione di oggetti di vetro soffiato, presso la Verrerie de Biot (ma ce ne sono molte altre, probabilmente più piccole). Due signori stavano lavorando il vetro, realizzando dei bicchieri, ed abbiamo seguito i vari processi. Abbiamo curiosato anche nel negozio per acquistare qualcosa, ma un solo bicchiere da cucina per l’acqua, non particolarmente fine, costa 13 €. Ho rinunciato.

Per la notte siamo arrivati a dormire a Vence (avremmo voluto anche visitarla, ma non c’è stata possibilità di parcheggiare il camper), nell’interno sopra Nizza.

Nizza (Vence) – Milano (19/08/2002) Lasciato il campeggio immerso nel verde, siamo andati a Gorges du Loup, distante circa 20 km. (sarebbe stato più comodo arrivarci ieri da Grasse, essendo più vicino). Non abbiamo visto grandi cascate, anche perché non c’era molta acqua. Le pietre e le rocce hanno formato delle insenature naturali, in cui abbiamo visto persone, tra cui molti ragazzini, tuffarsi, con le mute da immersione e i caschi. Forse proseguendo lungo la strada e cercando la fonte del Loup avremmo trovato altre cascate, ma nell’incertezza, abbiamo preferito metterci in marcia verso casa.

Siamo scesi a Nizza ed abbiamo intravisto la Promenade des Anglais con un pò di foschia, per proseguire verso Monaco e poi Mentone. Da che siamo usciti dal campeggio abbiamo cercato per le cartoline i francobolli e dove spedirle; non è stato difficile trovare una tabaccheria, al contrario trovare una buca delle lettere è stata un’avventura, anche perché non sapevamo cosa cercare. Alla fine, dopo molti chilometri ne abbiamo scovata una, a un distributore: è gialla e non molto grande.

Il viaggio di rientro è andato molto bene, siamo entrati in autostrada a Sanremo e non abbiamo mai trovato traffico.



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