Marathon des Alpes in moto

Allora eccoci qui, reduci da un giro, che + che giro definirei una maratona sulle mitiche ALPI tra Italia, Francia, Svizzera ed Austria. Il giro che avevo sempre sognato, senza intralci, senza rompiballe, senza nessuna paranoia, io, il mio istinto e il mio CBR è tutto quel che serve. Volevo far tutto l'arco alpino (o quasi), fin da quando ho...
Scritto da: Fabio Di pietro
marathon des alpes in moto
Partenza il: 04/06/2005
Ritorno il: 12/06/2005
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Allora eccoci qui, reduci da un giro, che + che giro definirei una maratona sulle mitiche ALPI tra Italia, Francia, Svizzera ed Austria.

Il giro che avevo sempre sognato, senza intralci, senza rompiballe, senza nessuna paranoia, io, il mio istinto e il mio CBR è tutto quel che serve.

Volevo far tutto l’arco alpino (o quasi), fin da quando ho avuto la fortuna di venire a conoscenza di questo stupendo ambiente disegnato a posta per i motociclisti in cerca d’avventure, e si perchè proprio d’avventura allo stato brado che si tratta.

Pochi bagagli, giusto il necessario e si parte sabato 4 giugno da Roma con l’obiettivo di avvicinarsi il + possibile a Ventimiglia da dove ha inizio l’itinerario da me preparato che comprende di valicare circa 35 passi alpini, molti dei quali sopra i 2000 metri (i famosi over2000).

Come prima tappa mi fermo verso le 7 di sera in provincia di Massa Carrara quasi al confine con la Liguria, hotel, pizzeria e via a nanna. Domani cominciano le montagne “VERE”.

Sveglia alla buon ora e via in sella, circa 300 km d’autostrada mi separano dal primo colle previsto che è il Tenda. Ma oggi c’è anche il GP del Mugello ed io non posso perderlo per nessun motivo.

E’ quasi ora di pranzo, mi trovo quasi per entrare in Francia, sono a S. Michele, trovo un osteria per strada, entro è il televisore è già sintonizzato sulle MOTOGP, bene, mi accomodo, mangio e godo per una gara così adrenalinica.

Ora però si comincia a far sul serio. Si entra in Francia a Breil sul Roya, si percorrono le Gorges de Saorge nella valle del Roya in direzione valico del Tenda, che poi non è un valico ma una galleria che porta in Italia. Si arriva a Limone Piemonte, proseguo per Borgo S. Dalmazzo, percorro la Valle Stura, e a Vinadio prendo la strada che valicando il Colle della Lombarda (bellissimo) riporta in Francia, si scende ad Isola, località sciistica, sono nel pieno del Parc National du Mercantour nella valle di Tinèe, devo trovare alloggio per la notte e così è a St. Etienne de Tinèe, subito ai piedi del Col de Restefond (e cima della Bonnette, ancora chiusa per neve). Mangio una pizza, un giretto per il paesino e a letto pronto a valicare il Restefond l’indomani.

Sveglia alla buon ora, rimonto i bagagli e circa alle 10 sono già in cima al Restefond, rosicando come pochi che la Bonnette è ancora chiusa. Salendo noto che è pieno di marmotte che sono li a bordo strada a prendere il sole e non appena passi loro scappano impaurite. Peccato che in discesa una poverina mi finisce sotto la ruota facendo ahimè una brutta fine. Mi dispiace davvero tanto ma non ho potuto far niente per evitarla, e meno male che ero dritto e a 20 km/h. Vabbè capita in alta montagna. Si scende a Jausier e mi appresto a salire sul Col de Vars, impestato di ciclisti. Si scende a Guillestre dove pranzo, pronto a valicare l’Izoard, spettacolo incredibile il Chausse Desert, bella la strada, in vetta un vento gelido, ma un sole splendido che scalda l’asfalto e la gomma attacca da paura !!! Si scende a Briancon, adesso devo andare a fare il Colle delle Finestre, luogo di battaglia dell’ultimo Giro d’Italia, ci son saliti loro con le bici, ci salgo anche io con la moto. Monginevro, Cesana Torinese, si passa davanti al Fort d’Exilles e si percorre la Val di Susa fino a Meana da dove iniziano le rampe del Finestre. La salita all’inizio è una scala di tornanti, stretta e con tornanti in sequenza, si continua a salire e cominica lo sterrato, finisce la vegetazione, sono 9 km di facile sterrato fino alla vetta, lo spettacolo che la natura mi offre da lassù è paradisiaco, sono sopra le nuvole praticamente su una cresta che si affaccia a destra su una valle e a sinistra su un’altra, ecco il perchè del nome Finestre, da una parte la val di Susa, dall’altra la Val Chisone. La discesa è stupenda, un nastro d’asfalto nero perfetto e liscio come un biliardo mi riporta a Fenestrelle, salgo al Sestriere, ripercorro la Val di Susa fino a Susa dove pernotto.

L’indomani subito il Moncenisio, si scende a Lanslebourg, proseguo a sinistra verso Modane. Dato che l’Iseran ancora non è transitabile allora Telegraphe e Galibier, spettacolari come sempre. Adesso dopo la pausa pranzo a Bourg d’Oisans mi aspettano 2 colli resi famosi dal passaggio del Tour de France e cioè la Croix de Fer ed il Glandon. Salgo di buon ritmo, solite soste sui valichi per godere del panorama, solite foto di rito e di nuovo in sella, scendo a Moutiers dopo la lunghissima discesa del Glandon e decido di pernottare a Borgue St. Maurice, ai piedi del Piccolo S. Bernardo che riporta in Val d’Aosta. Lo percorro la mattina seguente alla buon ora, su fa un freddo polare, c’è ancora un sacco di neve e c’è un vento gelido. Scendo ad Aosta la temperatura si fa + mite, ora è la volta del Gran S. Bernardo, come sempre del resto affascinante. Scendo a Martigny, ora voglio percorrere tutta la valle del Rodano per avvicinarmi ai 6 passi Svizzeri + famosi in assoluto. Sion, Brig, Munster e le indicazioni per il Passo della Novena in pieno canton Ticino. Bellissimo, sono salito insieme ad un ragazzo Svizzero su Hornet, abbiamo fatto il panico. In vetta al Nufenen montagne spettacolari tinte di bianco ed il laghetto ghiacciato che comincia a sciogliersi. Penso al freddo che deve far quassù di inverno e mi vengono i brividi … Vabbè si continua alla volta del S. Gottardo che cominica da Airolo, mi ritrovo su una strada di montagna di sampietrini ma il manto stradale è quasi perfetto, magari a Roma avere i sampietrini così ben livellati. Sul passo del S. Gottardo in alcuni punti si sale veramente forte, ma in vetta c’è sempre quel vento cattivo che mi impedisce di togliermi il casco per le foto di rito, pena il congelamento. Scendo in fretta da quest’ambiente gelato, le marmotte sono sempre li pronte a rimproverarmi al mio passaggio di aver ucciso una di loro, scusatemi, non volevo avvero. Mi ritrovo in men che non si dica ad Andermatt in piena Svizzera, pronto a salire sul Furka, che dire non ci son parole per descrivere queste strade e questi panorami, bisogna andarci per provare quelle sensazioni forti che solo l’alta montagna sposata con la moto ti sa regalare. Bene, prima e via si sale al mitico Furka. Strada bellissima, in vetta il vento gelido sembra quasi essersi attenuato, scendo a Gletsch che credevo fosse un paesino, invece son solo 4 case. Bene, proseguo verso Obergestein dove pernotto, pronto il giorno dopo a salire al Grimsel credo forse il + bello di questi 6 passi Svizzeri. E’ tutto ghiacciato il lago in vetta, muri di neve alti anche 3 metri mi accompagnano sulla salita. Arrivato a Innertkirchen svolto a destra alla volta del Susten, bellissimo anche lui, salgo insieme ad una marea di tedeschi ed olandesi tutti in sella alle loro fide BMW. Ci divertiamo a dar gas tutti in gruppo, si incrociano un sacco di motociclisti in senso inverso ed è tutto un saluto, praticamente l’ho guidato quasi tutto con una mano, l’altra sempre a pollice su a salutare i miei simili. Mi ritrovo in men che no si dica a Wassen, ritorno ad Andermatt e prendo la strada dell’Oberalp, anche lui ti lascia di stucco per la sua bellezza, strada e panorami fantastici. Arrivo così a Disentis dove attacco le rampe del Lucomagnosl un ristorantino per la strada tutto cibo Italiano, che bello. Seguo per Biasca e Bellinzona dove poco prima del centro abitato si volta a sinistra per la Valle Mesolcina che si arrampica sul S. Bernardino che è un passo bellissimo da guidare, curve in tutta sicurezza, strada perfetta e … Nevica !!! Si son fiocchi piccoli di neve e c’è il sole, spettacolare, ho i brividi dall’emozione. Foto di rito sul passo e giù in discesa, devo arrivare a Livigno per la serata. Mi attende ora lo Spluga con il suo ultimo pezzo a scaletta, serie di tornanti che si arrampicano fino al passo e si rientra in Italia. Il versante italiano in alcuni punti strettissimo ed in piccole gallerie non regala niente di particolare se non altro che bisogna fare molta attenzione su quelli strettissimi tornanti in discesa che portano a Chiavenna dove comincia la Val Bregaglia ed il Passo del Maloja. Si arriva così a St. Moritz e si attaccano le rampe del Bernina, si valica e subito dopo qualche km in discesa ecco il bivio per Livigno, ma c’è ancora da valicare l’ultima asperrità della giornata e cioè la Forcola di Livigno, fredda come pochi. Arrivo così a Livigno dove alloggerò per 2 giorni dato che secondo previsioni sono un giorno avanti sul tragitto, oggi ho valicato ben 9 passi, e che passi !!! Il giorno seguente decido di andare a fare la Silvretta ed il Bielerhohe. Per uscire da Livigno ed evitare un giro della madonna c’è un comodo tunnel (passo del Gallo) che porta direttamente in Svizzera (10 CFR). All’uscita dal tunnel c’è la dogana, i doganieri fanno passare senza controlli, bene !!! Zernez, Val Susasca e adesso tocca al Fluela, anch’esso con il suo bel laghetto ancora ghiacciato. Tanti motociclisti stranieri (o forse lo straniero sono io???) si incontrano lungo la strada e sul passo. Foto di rito e giù in discesa verso Davos, Kloster, Landquart, Vaduz, Feldkirch, Bludenz (questa tratta di spostamento tutta a 60 km/h per paura gendarmi svizzeri che fanno male). Bene siamo arrivati all’imbocco della Silvretta Hochalpenstrasse che nel suo punto + alto (il Bielerhohe) tocca i 2036 m. Il transito a questa strada è a pagamento, ben 10 euro per un passo che non è niente di che, pensavo molto meglio. Però ti danno l’adesivo !!! Arrivo così a Landeck dove ritorno verso la Svizzera attraverso la Inntal, passo per Scuol, ancora Zernez ed ancora il tunnel del Gallo che mi riporta a Livigno. Giornata massacrante oggi, quasi tutta a 60 km/h, sono un po scazzato ma vabbè, le bellezze locali di Livigno nell’unico pub aperto, mi rallegrano la serata a suon di salsa e merengue. Quasi quasi volevo ritornare il giorno dopo ma ho resistito ed ho continuato il giro, i progetti vanno portati sempre tutti a termine, cascasse il mondo !!! Quindi ultima tappa, meta prevista Trento dove mi incontrerò con mio cugino di Brescia e con il quale passerò la serata. Partenza da Livigno alla buon ora dopo aver fatto scorta di sigarette e benzina. Di nuovo il tunnel del Gallo, stavolta però a destra verso l’Ofenpass, bellissimo, tutto da guidare, fatto insieme a 2 tedeschi su GS 1200 che andavano come assassini (mi sono innamorato del GS, gran bel mezzo per fare mototurismo). Si rientra in Italia in Val Venosta, si valica il Passo Resia con il suo campanile semisommerso, ora la direzione è il Passo del Rombo: stupendo ma anche esso a pagamento (7 euro e l’adesivo). Spettacolare il panorama, in vetta è pieno di motociclisti di tutte le salse. Si rientra ora in Italia in Val Passiria dove pranzo e subito dopo il Passo del Giovo, anche lui lascia senza fiato per la sua incantevole bellezza. Sono felicissimo, sono riuscito a concludere quasi il giro che mi ero prefisso di fare, manca solo l’ultima vetta e cioè il Passo Pennes, non ho parole per descrivere le emozioni che mi ha regalato questa strada, vi dico solo che in discesa verso Bolzano urlavo nel casco per esser riuscito a portare a termine il giro. Arrivo a Bolzano e mi sparo 50 km d’autostrada fino a Trento a velocita non inferiori a 180 km/h. Sono felicissimo, anche perchè ora rivedrò mio cugino che vedo una volta l’anno quando parto per i iei lunghi viaggi. Il giorno dopo è solo autostrada Trento-Roma, ma anche oggi c’è il MOTOGP che seguo in una splendida trattoria subito all’uscita Incisa dell’A1. Solito spettacolo di quei piloti extraterrestri e via di nuovo in autostrada, questa volta a velocità moderata. Stancano molto di + 600 km d’autostrada che 500 km di strade di montagna, ve lo garantisco. Sono a Roma alle 18 di pomeriggio di Domenica 12 Giugno con dentro un esperienza che mi porterò avanti per il resto della mia vita. Ultima segnalazione il tempo che è stato spettacolare per tutti e 8 i giorni. Grazie cielo e chi sta li in alto che mi ha protetto e assistito per tutti i 3500 km della MARATHON DES ALPES.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche