Strasburgo e dintorni, che sorpesa!

Questa volta andiamo contro tutte le nostre abitudini e tradizioni, niente preparazione strategica e sistematica del viaggio nei minimi dettagli con sei mesi di anticipo. Tutto inizia la mattina di domenica 20 marzo, quando rientro dopo aver svuotato Mr Trash (il sacchetto della raccolta differenziata); metto il piede in casa e la Lella mi dice:...
Scritto da: Mauro Pescatori 1
strasburgo e dintorni, che sorpesa!
Partenza il: 26/03/2005
Ritorno il: 28/03/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Questa volta andiamo contro tutte le nostre abitudini e tradizioni, niente preparazione strategica e sistematica del viaggio nei minimi dettagli con sei mesi di anticipo. Tutto inizia la mattina di domenica 20 marzo, quando rientro dopo aver svuotato Mr Trash (il sacchetto della raccolta differenziata); metto il piede in casa e la Lella mi dice: “perché a Pasqua non facciamo una pazzia, andiamo via!”.

Cosa odono i miei padiglioni auricolari (per essere certo me lo faccio ripetere ancora); la prima destinazione proposta è un giro di due giorni tra i castelli e le ville del Veneto ammirate nella nuova guida sull’Italia medioevale acquistata il giorno precedente. Data l’eccezionalità della proposta e colpito da improvvisa folgorazione faccio la mia proposta, ancora più pazza: “perché non andiamo a Strasburgo passando per l’Haut Koenigsbourg?”.

Breve e veloce conciliabolo e … Veneto rimandato al prossimo futuro e pupille che luccicano (d’altra parte sono già otto mesi che non andiamo nella mia cara e amata Francia).

Il programma di viaggio lo stiliamo guardando i depliant presi l’anno scorso al Bit di Milano e sulle nostre fidate guide turistiche; per il pernottamento andiamo sui collaudatissimi alberghi della catena Envergure e più precisamente Il Campanile (dotato di ristorante).

Una settimana di lavoro scorre rapida ed eccoci alla mattina della partenza: SABATO 26 MARZO 2005 Dopo lunghe trattative sull’orario di partenza raggiungiamo un accordo: 7,30. Sveglia alle 6.40, fine dei preparativi e alle 8.00 (come sempre in ritardo sulle previsioni) partiamo.

Il cielo è plumbeo e le prime goccioline iniziano a cadere, imboccata la A9 direzione Como-Chiasso inizia a peggiorare. La frontiera di Brogeda la varchiamo velocemente e senza nessun controllo, fortunatamente il traffico è molto scarso e anche sul versante elvetico la situazione non è molto diversa. L’unico neo è che la pioggerella si è ormai trasformata in un forte acquazzone.

Alle 9,35 siamo già a buon punto e decidiamo di fermarci nell’area di sosta poco prima del tunnel del S.Gottardo; qui ho la pessima idea di fare colazione (non pensando all’esperienza passata in Svizzera), il cappuccino mi costa Euro 2,70 (sarà forse perché fatto con grani di caffè “Chicco d’Oro”?). Digerito a fatica il fattaccio risaliamo in auto e ripartiamo (il diesel sarà meglio farlo in territorio francese lontano da queste sanguisughe elvetiche).

Passato il lungo tunnel (17 km) il sole ci accoglie a sorpresa. Il paesaggio è sicuramente molto affascinante ma la marcia è rallentata dai limiti stradali quasi sempre compresi tra gli 80 e i 100 km/h (attenzione che i controlli sono incombenti). Percorsa l’autostrada A2 arriviamo nelle vicinanze di Basilea e qui incontriamo i primi rallentamenti che divengono ben presto una sana coda. Siamo comunque abbastanza fortunati in quanto la maggioranza delle vetture intorno a noi sono tedesche e giunti allo svincolo che separa le direttrici per la Francia e la Germania restiamo praticamente da soli. Passiamo la frontiera ed imbocchiamo l’autostrada A35 in direzione di Mulhouse (attenzione che per imbroccare la strada giusta per arrivare in dogana non è semplicissimo in quanto alcuni lavori in corso modificano e complicano il percorso).

E’ ormai passato mezzogiorno (12,10) e la fame inizia a farsi sentire; decidiamo così di fermarci in un autogrill nei pressi di Colmar. Pranzo, rifornimento di gasolio, sgranchita di ossa e dopo una mezzoretta via.

Siamo vicini alla meta, già dall’autostrada si intravede sulla montagna il profilo imponente del castello dell’Haut Koenigsbourg (nonostante i nuvoloni neri). Abbandoniamo la A35 (uscita 18) ed immediatamente vediamo che l’Alsazia è completamente differente dalla Francia che conosciamo noi, il primo paesino che incontriamo (St. Hippolyte) è da cartolina, case a graticcio ed atmosfera tipicamente germanica.

Le indicazioni per il castello sono ben presenti e sbagliare è pressoché impossibile; la strada che sale è larga e poco frequentata (non avremmo mica errato clamorosamente???). L’affluenza non è elevatissima e trovare parcheggio sotto l’edificio molto agevole.

Se non ci fossero le nuvole e la nebbia si godrebbe sicuramente di una vista magnifica sulla pianura sottostante; non finisco di lamentarmi per il tempo che un raggio di sole fa capolino tra le nuvole.

Il castello in arenaria rosa, illuminato dal sole, è ancora più bello di quanto mi aspettassi. Fatto il biglietto alla cassa (7 euro) varchiamo la soglia e ci ritroviamo in un vero e proprio borghetto medioevale, con tanto di ristorante a tema e negozio di souvenir. La nostra attenzione viene poi attratta da un mulino a vento in legno posto sopra le mura, davvero bello e singolare.

Dalla piazzetta parte poi la visita vera e propria dell’edificio principale. Da segnalare nella corte interna un bel pozzo ed una scala poligonale riccamente decorata. Le stanze visitabili non sono molte ma molto suggestiva, in particolare la Stanza del Kaiser, ornata di affreschi e stendardi colorati, con un bel camino monumentale e splendidi lampadari.

Si attraversa poi un giardino interno passando da un ponte levatoio e si raggiungono le grandi torri difensive; qui si possono ammirare numerose armi tra le quali spicca un grande cannone.

Da vedere anche una galleria fotografica nella quale è vengono presentate foto d’epoca raffiguranti le varie fasi della ristrutturazione del castello (avvenuta nell’800 sui ruderi del castello originale).

La visita si conclude con l’immancabile puntatina al negozietto di souvenir per acquistare la medaglia ricordo del luogo. Sono circa le 15, Strasburgo dista solo una cinquantina di km, decidiamo così di fare tappa al vicino castello di Kintzheim. Del castello restano solo le mura esterne ed un dongione interno, è comunque molto carino; il prezzo del biglietto (8 euro) comprende anche lo spettacolo chiamato “Volerie des Aigles”, nel quale rapaci di tutti i tipi svolazzano liberamente tra la gente dando vita a siparietti veramente divertenti. Gli stessi animali possono essere poi visti da vicino seguendo un percorso attorno al castello.

Nel frattempo il cielo si è rifatto minaccioso ed alcuni tuoni infrangono il silenzio del posto. Terminato lo spettacolo raggiungiamo la macchina poco prima che ricominci a piovere.

Riprendiamo l’autostrada in direzione di Strasburgo (che diventa poi nazionale N83) uscendo poi a Erstein dove ci fermiamo al supermercato Leclerc per comprare provviste varie. La pioggia si fa sempre più battente, ripartiamo diretti a Lingolsheim dove si trova il nostro albergo. Il traffico resta sempre abbastanza scarso così alle 18.30 siamo già a destinazione. Riposo per un’oretta ed alle 20 andiamo a cena nel ristorante dell’Hotel (i buffet delle Entrée e dei formaggi non sono così ricchi come in altri alberghi della stessa catena, ma quello dei dolci non è male).

Terminata la cena dobbiamo rinunciare alla visita serale di Strasburgo in quanto le condizioni meteo sono veramente pessime; ripariamo in camera e buonanotte.

DOMENICA 27 MARZO 2005 Sveglia alle 8.00 (nonostante il cambio dell’ora), colazione e dopo le 9 partiamo in direzione Strasburgo ; siamo nell’immediata periferia ed in poco tempo siamo a destinazione. Troviamo subito parcheggio vicino al centro. Dopo esserci guardati in giro dubbiosi alla ricerca di un parchimetro giungiamo alla conclusione che anche qui, come nel resto della Francia, la domenica è gratuito. Il cielo anche oggi non promette nulla di buono ma fortunatamente sembra resistere. Veniamo subito colpiti dal fascino dei canali che circondano il centre-ville (un po’ come l’Ile de la cité a Parigi); il primo monumento da visitare è la chiesa protestante di St. Thomas, la fotografiamo solo dall’esterno in quanto è in corso una celebrazione religiosa.

Decidiamo di recarci verso la cattedrale; veniamo però attratti da una voce di una stravagante signora di una pasticceria. Ci offre un assaggio gratuito e il successivo acquisto di dolciumi vari ne è la logica conseguenza. Un breve tratto a piedi e tra le case a graticcio si staglia imponente la fisionomia della cattedrale gotica di Notre Dame. Alta alla sommità della sua guglia 142 metri, ha un fascino del tutto particolare proveniente dal suo colore rossastro dovuto all’arenaria rosa con la quale è costruita.

L’ufficio del turismo si trova nella piazza antistante la cattedrale (da vedere la vicina Maison Kammerzell, con facciate con figure di legno intarsiate), proviamo quindi a chiedere alcune informazioni sulla visita del famoso orologio astronomico; la risposta è quella che temevamo, il giorno di Pasqua e il lunedì dell’Angelo niente illustrazioni guidate. Un po’ dispiaciuti ci rechiamo ugualmente all’interno della cattedrale dove però le visite sono vietate in quanto è in corso di svolgimento la messa gregoriana pasquale tenuta dall’arcivescovo di Strasburgo. Fatto il nostro dovere di buoni cattolici tentiamo di vedere il più possibile nel breve intervallo tra una liturgia e l’altra (5 minuti).

Ci rechiamo all’orologio astronomico ed al pillier des Anges (nell’angolo più buio dell’edificio, mah!!); sfortunatamente un gentile commesso ci informa che data l’imminente celebrazione dobbiamo uscire e che, anche dopo la chiusura dell’ora di pranzo, non si potrà fare alcuna visita in quanto è previsto un concerto (il Te Deum). Morale prima delle 17 niente da fare.

Usciamo un tantino scocciati e ci dirigiamo verso l’adiacente castello di Rohan, oggi sede di un museo, dove scattiamo alcune foto solo dall’esterno. Da non perdere anche il giardino del museo dell’Oeuvre Notre Dame, un angolino tra case a graticcio davvero bello.

Indecisi sul da farsi optiamo per la visita della città sui uno dei famosi bateaux mouches. L’imbarcadero è proprio dietro il castello, facciamo i biglietti (7,80 euro) scegliendo il battello scoperto, decisione azzeccatissima; il giro tra i canali, le case a graticcio, le chiese (molto bella quella protestante di St. Paul) fino a giungere al quartiere delle Istituzioni Europee è davvero molto interessante. E’ sicuramente il passaggio del battello tra le chiuse ancora funzionanti a colpire maggiormente; il tour dura circa un’oretta e le foto si sprecano.

Finito il viaggetto inizia a piovere (meno male!!) optiamo quindi per andare a pranzo; nell’indecisione totale fra menu e piatti incomprensibili la scelta va verso la M amica dello Zio Mc, vicino a Place Kleber, dove ripariamo di corsa sotto un forte rovescio.

Visto che la pioggia non diminuisce armati di ombrello continuiamo la visita; passiamo dalla chiesa protestante di St. Jean le Jeune, in stile gotico e con interni molto belli, con sfumature di colore rosso, blu ed oro. Passiamo poi dal Palazzo di giustizia e dalla chiesa cattolica di St. Jean le Jeune (bella dall’esterno ma assai deludente all’interno). Sulla strada di ritorno verso la cattedrale smette di piovere e l’immancabile appuntamento coi souvenirs è servito. Torniamo verso la macchina per depositare i ricordini (ci fermiamo a vedere la chiesa di St. Thomas saltata al mattino) poi, seguendo il corso dell’Ill, il canale del Reno che attraversa la città, attraversiamo la pittoresca Petite France con le sue viuzze strette e le case a graticcio (davvero romantica) ed arriviamo al famoso Pont Couvert ed al barrage Vauban alla sommità del quale si gode uno splendido panorama sul centre ville.

Il tempo però è tiranno, sono ormai quasi le 17 e l’appuntamento con la visita della cattedrale incombe. Libera da celebrazioni e concerti ce la gustiamo con calma. E’ un insieme di stili, dal gotico al romanico con la parte absidale affrescata. Secondo me la bellezza esterna supera di gran lunga quella interna (fatta eccezione per l’organo, usato anche da Mozart). All’uscita un pallido sole ci sorprende dando quel tocco magico all’arenaria rosa della facciata. La giornata volge al termine, torniamo in albergo per una rinfrescata veloce, e poi partiamo in direzione Fegersheim dove ci aspetta il nostro caro Buffalo Grill. Davanti ad una bella bisteccona di manzo le forze ritornano e la vita è più rosea. Terminata la cena ci sarebbe l’intenzione di tornare a vedere Strasburgo by night ma la stanchezza ha il sopravvento. L’auto torna da sola verso l’albergo e ciao a domani.

LUNEDI’ 31 MARZO 2005 Sveglia alle 7.30 e dopo aver fatto una bella colazione e saldato l’albergo (117,20 euro comprendenti quattro colazioni a buffet) partiamo (9.00). Siamo un po’ indecisi se tornare direttamente a casa o se fare tappa lungo la strada, il tempo ci toglie ogni dubbio: nero e piovigginoso. Il traffico è scarso, passiamo la frontiera con la Svizzera senza rallentamenti ne controlli; dopo il tunnel del S.Gottardo facciamo sosta in autogrill per una breve pausa rilassante sotto un bel sole caldo. Ripartiamo dopo una ventina di minuti, memori del cappuccio dell’andata, decidiamo di fermarci a pranzare in Italia. Passata la dogana di Brogeda ci fermiamo nei pressi di Fino Mornasco da Spizzico. La coda è fortunatamente sulla carreggiata opposta, alle 15 con un sole che spacca le pietre e che fa molto inc…Are arriviamo a casina. Dopo tre giorni e un migliaio di km il ricordo di questa bella avventura alsaziana è già nostalgia, il lavoro incalza ma… All’estate 2005 non manca poi molto ed i preparativi per il viaggio in Bretagna sono già iniziati.



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