Luci ed ombre sulla Ville Lumiere

Parigi mi ha deluso! Sia io che G. Eravamo già stati lì, io nel 94 e lui nell’89 ma entrambi abbiamo ritrovato una Parigi decisamente più sporca e ben più pericolosa: il numero di persone ‘fuori di testa’ che popola le sue strade, che vive nelle stazioni della metropolitana e che mina la tranquillità dei turisti è...
Scritto da: giremill
luci ed ombre sulla ville lumiere
Partenza il: 14/08/2002
Ritorno il: 25/08/2002
Viaggiatori: in coppia
Parigi mi ha deluso! Sia io che G. Eravamo già stati lì, io nel 94 e lui nell’89 ma entrambi abbiamo ritrovato una Parigi decisamente più sporca e ben più pericolosa: il numero di persone ‘fuori di testa’ che popola le sue strade, che vive nelle stazioni della metropolitana e che mina la tranquillità dei turisti è elevatissimo e la possibilità di incontrarli e di ammirare le loro ‘prodezze’ non è riservata alle ore notturne ma si estende a tutta la giornata! IL VIAGGIO La nostra partenza da Bari era prevista alle 7,05 del 14 Agosto 2002, ma a causa del notevole numero di viaggiatori in partenza quel giorno e del fatto che l’aeroporto di Bari fosse in fase di ristrutturazione, siamo partiti con più di mezz’ora di ritardo e ciò ha fatto si che perdessimo il volo in coincidenza a Roma per Parigi delle 8,50 (coincidenza di soli 45 minuti ‘perfettamente’ studiata da una ‘gentilissima’ operatrice Alitalia che crede ancora nella puntualità della compagnia aerea per cui lavora!). Poiché il ritardo non è stato causato dalla nostra volontà siamo stati automaticamente riprotetti su un volo in partenza da Roma alle 10,15 che ci ha fatto arrivare (finalmente!) a Parigi circa due ore più tardi del previsto. Ma il bello è accaduto proprio lì: non si sa bene se con la complicità della vigilia del ferragosto o con quella del decollo su un aereo non previsto dal nostro check-in iniziale ma all’aeroporto Charles De Gaulle i nostri bagagli non sono arrivati, insieme a quelli di tutti gli altri sfortunati passeggeri partiti da Bari con noi quella mattina. Avendo un minimo di esperienza di viaggio e conoscendo tanti viaggiatori che a Parigi si sono ritrovati vittime del nostro stesso problema, avevamo imbarcato solo due valigie: i nostri bagagli sono arrivati dopo tre giorni di soggiorno (i tre giorni più caldi di tutta l’estate) e per fortuna avevamo negli zaini un po’ di biancheria intima, i pigiami e il materiale fotografico, ma… Cominciare così una vacanza non è quanto di meglio ti possa capitare! In ogni caso sembra che la compagnia aerea con cui si viaggia rimborsi fino a 50 euro al giorno per acquistare l’indispensabile per i giorni di soggiorno in cui non si è muniti dei propri bagagli, ma questo noi non lo sapevamo! Forse qualcuno al Charles De Gaulle avrebbe dovuto dircelo? Non avremo mai una risposta a questa domanda! L’HOTEL Abbiamo soggiornato all’hotel Chopin che si trova al numero 10 di Boulevard Montmartre, al 46 del passage Jouffroy, a 50m dalla fermata del metrò: è in ottima posizione e poiché a noi piace tanto passeggiare ci ha permesso più volte di raggiungere a piedi l’ile de la cite (Notre Dame, Conciergerie, ecc.), Les Halles e altro. L’hotel è vicino ai magazzini Lafayette e all’Opera (noi li raggiungevamo a piedi) nei cui pressi ci sono varie fermate di metropolitana e la fermata dell’autobus Roissybus (costo di sola andata 8 euro) che collega Parigi con l’aeroporto Charles De Gaulle.

L’hotel è un 2 stelle, è pulito, comodo ma con le stanze un po’ piccole benchè munite di bagno privato e la gente che lo gestisce è gentile; può andare bene a chi come noi desidera un posto pulito, centrale e non ama il lusso. Inoltre, nella hall è sempre possibile ascoltare in sottofondo brani musicali del celebre compositore da cui l’hotel prende il nome. Abbiamo pagato 80 euro a notte per la doppia ma non è inclusa la colazione che, se richiesta, costa 7 euro a persona.

A PIEDI Nel passage Jouffroy, definito giustamente dalle guide come uno dei più bei passage parigini, c’è una pasticceria che fa dei dolci buonissimi e da cui acquistavamo la prima colazione. Ci sono anche tanti piccoli negozi di oggetti carini tra cui uno che vende solo oggettini per costruire e arredare case in miniatura, io adoro le miniature e questo negozio attirava la mia attenzione tutte le volte che passavo davanti alle sue vetrine. Nel passage c’è anche il museo Grevin o museo delle cere, carino ma sconsigliato a chi ha già visitato Madame Tussaud a Londra! In virtù della felice posizione del nostro albergo, abbiamo passeggiato moltissimo e abbiamo avuto modo di percorrere varie strade non famosissime ma piuttosto carine. Una di queste è Rue Montorgueil, particolarmente vivace quando i negozi sono aperti, ricca di botteghe antiche, negozi tipici e palazzi dall’architettura molto ‘parigina’. In Rue Montorgueil c’è il ristorante l’Escargot, riconoscibile da una grande lumaca dorata che troneggia sulla porta; noi non abbiamo mai cenato lì perché i costi ci sembravano un po’ elevati ma è consigliato da molte guide turistiche. Accanto al ristorante c’è un negozio di fiori che ha un’insegna antica minuziosamente realizzata e dipinta: è una delle poche insegne di negozi parigini sopravvissuta alla modernità. Proseguendo verso l’ile de la cite si arriva a Les Halles, quartiere di Parigi molto colorato e vivace con un enorme centro commerciale (bello esternamente ma un po’ squallido e spoglio all’interno), popolato dai personaggi più incredibili: a noi per ben due volte è capitato di incontrare un tipo che cammina correndo all’indietro. Noi ci siamo stati a qualsiasi ora e non ci è accaduto niente, ma pare che sia sconsigliato frequentarlo di notte! In questo quartiere c’è la chiesa di sant’Eustachio che ha davanti una bella piazza con una scultura a forma di una grande faccia e una mano. In questo quartiere, in particolare al numero 38 di Rue Saint Denis, c’è un ristorante chiamato l’Entrecot in cui abbiamo cenato tre volte con piatti tipici (fondue bourguignonne, zuppa di cipolle, spezzatino, insalate varie) abbiamo mangiato sempre benissimo e a costi accessibili.

Un’altra zona carina che abbiamo scoperto passeggiando è il quartiere Mouffetard: siamo arrivati con il metro a Place Monge e di là percorrendo Rue Mouffetard, abbiamo raggiunto e ammirato Place de la Contrescarpe; mangiando una quiche lorainne e proseguendo nelle vie circostanti siamo arrivati al Pantheon, meta del nostro percorso. La passeggiata è stata davvero molto gradevole, immersa in un’atmosfera tipicamente parigina sia per gli odori che per gli edifici che costellavano le strade e le piazze, spesso fregiati di targhe che ricordavano la morte in una casa di Paul Verlaine o il soggiorno in un’altra di Ernest Hemingway. Decisamente meno piacevole è stato per noi il Pantheon: un edificio enorme in cui lo spazio è stato davvero poco sfruttato. Le tombe celebri sono nella cripta, quasi al buio, non sono accessibili e sono tutte uguali a meno del nome che vi è inciso su. L’unica cosa che davvero ci sarebbe piaciuto vedere in quell’edificio sarebbe stato il pendolo di Foucalt, esposto lì permanentemente, ma la fortuna non ci ha assistito durante questa vacanza e il pendolo era stato rimosso per lasciare posto ad una mostra temporanea, peccato! L’ACQUA A Parigi l’acqua da bere costa più dell’oro! In un giorno abbiamo speso 12 euro per 2 litri d’acqua. Il giorno successivo abbiamo cercato un supermercato e abbiamo fatto una scorta d’acqua per tutta la vacanza e da quel momento nei nostri zaini non sono più mancate le bottigliette contenenti il prezioso liquido, spesso caldo a causa dei 35° C ma sicuramente molto economico. Quando desideravamo qualcosa di fresco acquistavamo ghiaccioli! Risolto il problema sete durante il giorno restava ancora aperto quello relativo alle cene: su suggerimento di una coppia di italiani in qualsiasi ristorante abbiamo chiesto ‘eau de caraffe’ o ‘natural water’. In seguito a questa richiesta i camerieri ci guardavano e dicevano: ‘Italiani!!!’ (chissà perché?!?) ma ciò ci ha permesso di risparmiare tanti soldini e di non soffrire più la sete! I FURTI Ogni nostro accesso alla metropolitana è stato segnato da due elementi fondamentali: un odore terribile tipico dei più sudici bagni pubblici e una voce registrata che esortava in più lingue (ma si guardava bene dal farlo in italiano) a non lasciare oggetti incustoditi, a sorvegliare le proprie borse onde evitare furti e borseggi. Inoltre in tutti i luoghi di interesse turistico ci sono cartelli con lo stesso tipo di messaggio. Malgrado ciò, quasi ogni nostro transito in metropolitana ci ha visti spettatori (e fortunatamente non protagonisti) di furti appena subiti! Purtroppo eravamo a conoscenza di ciò già prima di partire (una coppia di amici è stata a Parigi un mese prima di noi ed è stata derubata proprio in metropolitana) e ci siamo organizzati in merito evitando nel modo più assoluto di mettere nello zaino portafogli, soldi o documenti, G. Indossava sempre un pantalone con tante tasche profonde in cui custodiva tutto ciò che non doveva essere assolutamente rubato! Tutto ciò però ha creato in me un forte senso di inquietudine che non mi ha mai permesso di rilassarmi pienamente, soprattutto nei sotterranei! Inoltre, tutti i marciapiedi della metropolitana costituivano dei veri e propri letti per i ‘clochards’: mi ha fatto davvero male vedere così tanta gente dormire tra lo smog, i topi e l’immondizia. Prima di arrivare a Parigi ne avevo visti tanti nei parchi o sui marciapiedi delle strade e già non è mai stato uno spettacolo piacevole, ma in metropolitana… è stata proprio dura! METE MENO NOTE Siamo stati al cimitero du Pere Lachaise (c’è una fermata del metro omonima che arriva lì vicino): è un posto famoso ma non quanto la Tour Eiffel. Cosa ci facesse una coppia in un cimitero di Parigi, beh, eravamo in cerca di tombe celebri: Jim Morrison, Edit Piaf, Oscar Wilde, Chopin e tanti altri sono sepolti lì ed il cimitero è ben tenuto, molto grande (si visita con mappa alla mano) e frequentato da turisti non troppo popolari. Fortunatamente abbiamo deciso di visitarlo in una giornata soleggiata: il cimitero è su una collina in cui spesso si sale sotto gli alberi o nei prati e se ci fosse stata la pioggia probabilmente ci avrebbe impedito di raggiungere alcune tombe. E’ un posto molto tranquillo nella caotica metropoli e per questo abbiamo deciso di trascorrere qui la mattina del ferragosto! Un edificio sicuramente strano esternamente ma che non abbiamo visitato internamente perché non ci interessava è l’istituto del mondo arabo: le sue finestre sono costituite da diaframmi, simili a quelli delle macchine fotografiche, comandati da sensori fotosensibili che ne regolano l’apertura secondo la luminosità esterna. Non lontano da esso ci sono i Jardin de Plantes e in essi il Museo di Storia Naturale. Noi non abbiamo visitato il museo ma i giardini meritano! Peccato che la nostra passeggiata sia stata turbata da un pazzo che urlava in francese chissà cosa e sputava tentando di centrare ogni passante che i suoi occhi riuscissero a scorgere! Un quartiere sicuramente anomalo di Parigi è La Defense, situato sopra il capolinea della linea 1 del metro. E’ un quartiere modernissimo costituito da grattacieli (che contengono uffici), un enorme centro commerciale, sculture moderne d’autore (tra gli altri Miro), singolari e coloratissime fontane; è dominato da un grande arco bianco, inaugurato nel 1989, allineato con l’arco di Trionfo, l’arco del Carosello e la piramide del Louvre su quello che è chiamato l’asse storico di Parigi. La salita sull’arco costa 7 euro e conviene andarci quando il cielo è limpido (noi siamo saliti in una giornata grigissima e non si vedeva tutto il panorama bene, ma offriva comunque una veduta suggestiva). Sulla cima dell’arco, prima di raggiungere la terrazza da cui si può ammirare il panorama, c’è un negozio di souvenir: qui abbiamo acquistato una pallina per il nostro albero di Natale con babbo Natale che sorregge la Tour Eiffel e l’abbiamo pagata 5 euro, la stessa pallina in altri negozi più centrali di Parigi costava il doppio! Anche qui la nostra visita è stata rovinata da un evento insolito e spiacevole, il volo di un uomo che ha deciso di porre fine ai suoi giorni in modo spettacolare e si è lanciato dalla terrazza panoramica dell’arco.

VISITE CELEBRI Per raggiungere la Tour Eiffel abbiamo seguito i consigli della nostra guida turistica preventivamente acquistata in Italia che suggeriva di prendere il metro e scendere a Piazza del Trocadero: di qua si ha la visione più bella della torre e se si riesce a trovare un piccolo spazio tra gli innumerevoli turisti, si ha anche una bella veduta per le fotografie. La piazza è molto grande e suggestiva, sopraelevata rispetto a giardini e fontane che nei giorni della calda estate parigina servivano da refrigerio a turisti e non, infatti pur essendo vietato, erano moltissimi i personaggi semicoperti da biancheria intima che si bagnavano nelle fontane. Passeggiando nei giardini, pian piano abbiamo raggiunto la torre. Prima di salire è stato interessante vederne la struttura da sotto posizionandosi al centro dei quattro piloni. Siamo andati su con la luce e ridiscesi con il buio in modo da ammirare il panorama di Parigi con le due diverse luminosità e al tramonto. E’ il simbolo di Parigi e in quanto tale è il posto più costoso e più affollato a cui accedere: la salita in ascensore al terzo piano costa euro 9,90 e per andare su abbiamo fatto due ore di fila (ma perché noi italiani siamo costretti ad andare in vacanza tutti ad Agosto?).

Per il giro in battello sulla Senna, abbiamo preso il Bateau Mouche di sera: il giro è piuttosto lungo e suggestivo e, strano ma vero, c’è anche la spiegazione in italiano. Il battello inverte la sua rotta girando intorno alla statua della Libertà ed è il modo migliore per vederla. Anche il giro in battello è stato segnato da un episodio poco piacevole: all’uscita da un ponte siamo stati innaffiati di vino da uno dei personaggi singolari di cui sopra! Abbiamo visitato anche il teatro Opera Garnier: l’ingresso costa 6 euro ma sinceramente non penso che li valga. E’ una struttura monumentale esternamente, con internamente una grande e sfarzosa scalinata, un enorme foyer e ridotti e gallerie spropositati. Il vedere tutto ciò fa immaginare una sala e un palcoscenico proporzionati, ma qui c’è la delusione: la sala contiene solo 2000 posti a sedere e il palcoscenico è davvero piccolo, soprattutto se confrontato con quello di tanti teatri italiani. Vivo a Bari e ho avuto la fortuna di assistere a tanti spettacoli nel glorioso teatro Petruzzelli (prima che venisse bruciato) e quando ho visto la sala dell’Opera ho rimpianto per l’n-sima volta il ‘nostro’ teatro! PANORAMI Parigi ha tanti luoghi molto alti da cui poter ammirare i suoi panorami e poiché questi luoghi sono piuttosto distanti l’uno dall’altro, ogni volta sembra di vedere una città diversa.

Dopo aver ammirato Parigi dalla Tour Eiffel e dall’arco de La Defense, siamo saliti sull’arco di Trionfo; lo abbiamo fatto di sera dopo aver percorso a piedi tutti gli Champs Elisee, ed è stato davvero molto suggestivo, l’unica difficoltà sono i 280 scalini da salire a piedi! Un altro posto da cui si può ammirare il panorama parigino è il tetto del grande magazzino Lafayette: il negozio in sé non offre molto di più di quello che c’è da noi negli ipermercati Auchan o Rinascente, ma è molto bella l’architettura della sua parte antica, della cupola e il panorama che si può appunto ammirare dall’alto (tra l’altro è gratis!).

Si può salire anche sulle torri di Notre Dame e sulla cupola del Sacro Cuore a Montmartre ma noi non ci siamo stati: su quest’ultima G. È salito quando è stato a Parigi la prima volta e ricorda una cupola in sé un po’ sporca ma che offre la possibilità di ammirare la piazzetta degli artisti dall’alto che è coloratissima. A proposito di Montmartre e Place du Tertre, ci siamo recati lì due volte. La prima volta era ora di cena e la piazzetta era piena di tavoli per cenare, camerieri che andavano su e giù e un numero di artisti inferiore rispetto a quello che c’era quando siamo andati la seconda volta e cioè di pomeriggio. Comunque tanti artisti in meno rispetto a qualche anno fa, ora essenzialmente ritrattisti, non più dall’aria bohemienne ma con la voglia di spillare ai turisti quanti più soldi possibili, vendendo loro le solite immagini stereotipate e riprodotte quasi in serie di una Parigi sempre meno artistica e sempre più commerciale.

MUSEI A Parigi ce ne sono tantissimi e i più disparati, noi siamo stati al Louvre, al D’Orsay e al Centre Pompidou. I primi due sono una tappa obbligata per chi ama la classicità greca o rinascimentale (Louvre) o l’impressionismo francese (D’Orsay). Non sarò di certo io a descrivere l’inestimabile valore delle opere contenute in essi! Ogni volta che stiamo per partire io e G. Ci documentiamo su ciò che stiamo per visitare, iniziando così ad assaporare le immagini che si concretizzeranno nel viaggio. Questa volta, tramite la nostra guida e ricerche su internet, abbiamo deciso a priori cosa vedere anche nei musei, organizzando il nostro percorso e limitandolo alle sole zone che contenevano ciò a cui eravamo interessati. E’ impossibile vedere tutto il Louvre in un solo giorno sia per il tempo che per la stanchezza, quindi non ci è sembrato conveniente perdere tempo ed energie tra vasi e statue realizzati in epoche a noi non gradite ma abbiamo concentrato la nostra attenzione su opere quali gli Schiavi di Michelangelo, Amore e Psiche di Canova, La Nike di Samotracia, la Venere di Milo, lo Scriba, La vergine delle rocce e la celeberrima Gioconda di Leonardo. Qui c’è stato lo spettacolo nello spettacolo: la Gioconda è posta al termine di un lungo corridoio in una stanzetta isolata con balaustra che impedisce di avvicinarsi oltre una certa distanza e chiusa in una teca antifurto. Si riesce a vedere ben poco, sia perché le dimensioni del quadro non sono enormi, sia perché i flash dei turisti si riflettono continuamente sul vetro della teca, impedendo a qualsiasi occhio di ammirare l’opera per più di 3 secondi contigui. Ma non sarebbe più semplice e di maggior rispetto verso l’opera acquistare una cartolina come souvenir piuttosto che scattare fotografie di una teca abbagliata dai flash? Per quanto riguarda il D’Orsay posso solo dire che amo l’impressionismo francese e che in esso c’è una vastissima raccolta di opere di Monet, Manet, Degas, Cezanne, Renoir. Si va dagli olii agli acquerelli, alle statue bronzee di questi grandi artisti che hanno rivoluzionato magistralmente il modo di dipingere. Ogni parola in più sarebbe superflua. Il D’Orsay è anche molto bello per la sua struttura: è una vecchia stazione che avrebbe dovuto essere abbattuta e che invece è poi stata recuperata e trasformata in museo: sicuramente un pregevole esempio di recupero urbanistico.

Il Centre Pompidou o Beauborg, esternamente è un edificio davvero singolare: sul d’avanti è fatto di una struttura tutta a vetri molto moderna e il dietro ha in bella evidenza tutte le tubature, gli impianti e le infrastrutture presenti in tutti gli edifici ma solitamente nascosti. All’interno è sicuramente carina la struttura. Raccoglie collezioni di arte moderna (Picasso, Braque, Matisse, Fontana, Pollock, Miro, Kandinski, Klee, ecc.) e oltre ai quadri non bisogna stupirsi nel vedere esposti tombini o orinatoi! Esternamente al Centre Pompidou, in una piazzetta attigua c’è la fontana Stravinsky, molto carina anche se purtroppo accusa il peso degli anni e di una cattiva manutenzione e quindi funziona decisamente peggio di qualche tempo fa. Una cosa importante da dire sui musei è l’esistenza della Carta dei musei e monumenti: vale 1, 3 o 5 giorni e costa 15 euro per un giorno, 30 per tre e 45 per 5. Noi con questa carta abbiamo visitato il Louvre, il D’Orsay, la tomba di Napoleone, la Cripta archeologica sotto la piazza di Notre Dame, il Centre Pompidou, l’arco di trionfo, la Saint Chapelle, la Conciergerie, il Pantheon senza fare nessuna coda per entrare, in quanto già in possesso del biglietto d’ingresso, e senza costi aggiuntivi. I musei chiudono tutti tra le 17 e le 18 ma il Mercoledì sera il Louvre chiude alle 21,45 e il giovedì alla stessa ora chiude il d’Orsay, ovviamente abbiamo organizzato le nostre visite tenendo conto degli orari di chiusura prolungati.

ESCURSIONI Da Parigi abbiamo fatto un bel po’ di escursioni: – Versailles : sconsigliato a chi ci è già stato a meno che non voglia fare una visita più approfondita del tutto. Con questa idea noi siamo tornati ma abbiamo rivisto tutto e solo ciò che avevamo già visto la prima volta e cioè i grandi appartamenti e i giardini. Siamo andati lì di domenica perché ci avevano detto che la domenica pomeriggio ci sarebbero stati i ‘Giochi d’acqua’: noi ci aspettavamo uno spettacolo di luci, suoni e fontane che fanno danzare l’acqua a ritmo con la musica ma in realtà Le Grand Eaux musical consistono nel diffondere della musica dagli altoparlanti e nell’accendere le fontane, nel senso che vi fanno circolare l’acqua, cosa che normalmente non accade perché le tengono spente. Tutto questo fa sì che il costo di accesso ai giardini, che abitualmente è di 3 euro, e che fino a qualche anno fa erano gratuiti, passi a 5,5 euro. In più mentre eravamo nei giardini ha cominciato a tuonare, si sono visti tanti fulmini, si è alzato un vento tale da creare mulinelli con le foglie ed è venuta giù la pioggia. Ci hanno fatto uscire tutti e hanno chiuso i giardini. Sarebbe forse andata meglio se avessimo dedicato a questa gita un’intera giornata, e se avessimo potuto assistere allo spettacolo della domenica sera (nella domenica in cui siamo andati noi c’era solo quello mattutino e pomeridiano) che pare sia ben più ricco di quello a cui abbiamo assistito. Inoltre, si può acquistare il biglietto da 20 euro alle stazioni della RER che portano a Versailles e che comprende il costo del treno + l’accesso a qualsiasi cosa nel castello (giardini compresi), in modo da evitare la coda ma noi non lo sapevamo e abbiamo fatto quasi 2 ore di coda all’ingresso! – Eurodisney : a me è piaciuto tantissimo ma devo dire che sono una disneyofila e che amo i Luna Park. E’ in effetti un grande e bellissimo luna park, curato in ogni minimo dettaglio, con delle attrazioni molto belle e spettacolari, ce ne sono per ogni età! All’interno c’è tutto il necessario (bagni, ristoranti, chioschi, gelaterie, ecc.) per trascorrere una giornata nel mondo dei sogni! Abbiamo acquistato i biglietti alla stazione del metrò vicina al nostro hotel (ma lo si può acquistare in qualsiasi stazione del metrò), siamo entrati nel parco alle 9,20 (apre alle 9) e siamo stati lì fino alla chiusura. Per evitare le code molto lunghe, alle attrazioni che lo permettono, abbiamo utilizzato i ticket FASTPASS (una sorta di prenotazione oraria di accesso all’attrazione che si può ritirare vicino l’ingresso all’attrazione stessa). Inoltre, per evitare perdite di tempo in zone che non ci interessavano (attrazioni a pagamento o riservate esclusivamente ai bambini) abbiamo studiato a priori la piantina del parco in modo da sapere esattamente dove recarci e cosa fare, malgrado questi accorgimenti siamo riusciti a vedere tanto ma purtroppo non tutto. E’ anche molto carino assistere agli spettacoli: noi abbiamo visto quello di Tarzan e quello di Topolino e Minnie per il decimo anniversario del parco e sono stati entrambi molto belli. Conivolgenti per tutte le età l’electrical parade e i fuochi artificiali a chiusura della giornata.

– Mont Saint Michel: bellissimo. E’ a quattro ore di treno+autobus da Parigi ed è difficile da descrivere a parole l’idea d’immensità che da la spiaggia che circonda il monte. E’ stato bellissimo passeggiare sulla spiaggia: lo abbiamo fatto prima di salire sul monte in quanto temevamo che non fosse possibile farlo prima di ripartire per Parigi per via della marea che avrebbe potuto ricoprire la spiaggia. In realtà non è andata così, la marea era bassa e ha ricoperto solo parte della spiaggia, ma la senzazione è stata comunque unica! Anche la cittadina e l’abbazia, meritano una visita adeguata (per l’abbazia meglio se guidata). La cosa più importante è che è possibile risparmiare tanti soldini prenotando autonomamente il viaggio treno+autobus ed evitando le gite organizzate dai tour operator locali. Noi abbiamo pagato 120 euro in due per il trasporto contro i 137 euro a testa per trasporto+pranzo con un tour operator.

– Castelli della Loira : ne abbiamo visti tre: Chenonceau, Cheverny e Chambord, tutti e tre molto belli anche se diversi. Sicuramente il più particolare è Chenonceau per la sua posizione su un fiume. Purtroppo, per vederne tre in un solo giorno siamo stati costretti a rivolgerci al tour operator PARIS VISION che sconsigliamo vivamente. Ci è costato tanto e abbiamo trascorso una giornata da giapponesi con non più di un’ora a castello. Abbiamo provato ad andarci da soli, ma non conoscendo il francese e non essendo stati aiutati dal personale dell’albergo, come invece è accaduto per Mont Saint Michel, siamo stati costretti a rivolgerci al tour operator, l’unica alternativa per vederne tre sarebbe stata noleggiare una vettura.

SPETTACOLI Siamo andati al Moulin Rouge: io volevo vedere il can can e sono stata accontentata. Lo spettacolo è molto bello, ricco di ballerini, costumi e scenografie anche se io mi aspettavo qualcosa di più simile alla rivista mentre è un vero e proprio musical, alternato da numeri circensi. Le note dolenti sono due: il costo e la collocazione del locale. Il Moulin Rouge si trova a Pigalle che non è di certo un quartiere ben popolato e frequentato, soprattutto negli orari in cui c’è lo spettacolo. Per evitare il metro a quell’ora, ci si potrebbe rivolgere ad un tour operator (da scegliere con oculatezza) o si potrebbe andare e tornare con un taxi.

CONCLUSIONI Purtroppo così come Parigi ci ha accolto senza bagagli, ci ha salutati facendoci assistere all’arresto di un giovane in metropolitana immediatamente prima che ripartissimo per l’Italia. Manette ai polsi e pistola degli agenti di polizia puntata contro un ragazzino era qualcosa che fino a quel momento avevo visto solo nei film e che non avrei mai desiderato vedere dal vivo, tanto meno durante una vacanza. Abbiamo salutato Parigi promettendo che non vi saremmo più tornati se non solo in transito, fra qualche anno, con i nostri eventuali bambini, al solo scopo di far vivere anche a loro qualche giorno nel mondo dei sogni in compagnia di Minnie e Topolino.



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