Un sogno lungo cinque giorni

Partenza sabato mattina 19 aprile 2008 alle 10,00 dall’aeroporto di Bologna, in perfetto orario. Ottimo volo con Air France, arrivo allo Charles de Gaulle,alle 11,40 circa. Finalmente siamo a Parigi!!! Il tempo è grigio, ma non minaccia pioggia, l’aeroporto è immenso, una vera città (vi consiglio di stare molto attenti quando l’...
Scritto da: rfl
un sogno lungo cinque giorni
Partenza il: 19/04/2008
Ritorno il: 24/04/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Partenza sabato mattina 19 aprile 2008 alle 10,00 dall’aeroporto di Bologna, in perfetto orario. Ottimo volo con Air France, arrivo allo Charles de Gaulle,alle 11,40 circa. Finalmente siamo a Parigi!!! Il tempo è grigio, ma non minaccia pioggia, l’aeroporto è immenso, una vera città (vi consiglio di stare molto attenti quando l’ hostess in francese, e al massimo in inglese, annuncerà il nr. Del gate nel quale potrete ritirare i vostri bagagli: noi non avevamo prestato attenzione, perché non ci aspettavamo un caos del genere ed abbiamo impiegato mezz’ora x trovare le valigie! Risolto questo “problemino” iniziamo a guardarci intorno x trovare la linea della RER che ci porterà alla stazione metro che a sua volta ci condurrà in albergo (dopo poco vi abituerete all’intricato labirinto di metro che attraversa Parigi, la città è servita in modo esemplare) .

Decidiamo di fare la famosa Paris Visit x 5 giorni zona 1-6 (così ci servirà x a/r all’aeroporto e x la gita a Versailles), 47,50 € ben spesi, perché prendevamo una media di 6/7 metro al giorno (quindi circa 30 € nei 5 giorni), se si aggiungono i 16 € della Rer che avremmo speso x i trasferimenti in aeroporto e i 12 per Versailles… Arriviamo alla stazione di Pigalle, il famoso quartiere a luci rosse e di lì proseguiamo a piedi fino a St Georges (scopriremo poi che vi è una fermata anche qui), dove si trova il nostro albergo: un 2 stelle, abbastanza economico considerato gli standard parigini (x i nostri, invece, è caro, valutando il rapporto qualità-prezzo).

Due parole sull’albergo: reception gentile e presente, anche se, al contrario di quello che ci avevano raccontato, preferiscono di gran lunga l’inglese all’italiano (questa regola per noi è stata valida nel corso di tutta la vacanza, anche se ci siamo arrangiati abbastanza con il francese).

La prima colazione era a buffet e molto ricca, il posto dove si consumava era carino e curato, in generale tutto l’albergo stava subendo una sorta di ristrutturazione . La camera era pulita ma MINUSCOLA, il letto piccolissimo e corto (mio marito dormiva con i piedi fuori), nel bagno si faceva fatica a girarsi ma soprattutto era un caldo allucinante. Non so perché, il termo era spento, forse passavano i tubi del riscaldamento (primo piano, con vista “graziosa” sull’interno del cortile…), fatto sta che abbiamo dormito solo con le lenzuola!. Altro neo: le pareti sembrano di cartone e le porte cigolano, per cui fino ad una cert’ora non riuscivi ad addormentarti perché sentivi i vicini rientrare e fare casino… Ma torniamo a noi: dopo esserci riposati e sistemati, verso le 15,30 partiamo alla scoperta di Paris e come prima tappa decidiamo di andare a vedere la mitica Torre Eiffel. Cartina alla mano (indispensabile, sia x orientarvi, sia x prendere le varie linee), scendiamo alla fermata corrispondente e dopo poco si staglia davanti a noi il simbolo di Parigi in tutta la sua maestosità: bella, bellissima, circondata da giardini con aiuole curatissime e dietro, i Campi di Marte.

Intorno tantissima gente, veramente di tutte le etnie e nazionalità (questa è una delle caratteristiche che mi ha colpito di più di Parigi: non ci sono “extracomunitari”, ma persone integratissime nella società, di ogni colore e provenienza). Visto che abbiamo saltato il pranzo, ci lasciamo tentare dalla bancarella che vende le crepes sul lungo Senna: 3,50€ x una crepes alla marmellata, non parliamo dell’acqua in bottiglia, che dalla serata inizieremo a comprare in un piccolo supermarket vicino all’albergo, mooolto più conveniente.

Vediamo splendide fontane, ballerini bravissimi nella break-dance e poi, passeggiando , arriviamo fino aglii Invalides (con all’interno, tra l’altro, la tomba di Napoleone) ma purtroppo erano già le 18,30 e non siamo potuti entrare.

Distrutti, rientriamo verso l’albergo e scendiamo a Pigalle, curiosando un po’ nel ben noto quartiere a luci rosse della città. Tutto quello che vi dicono su Pigalle…È vero! Sexy-shop ogni due vetrine, locali di streap e chissà cos’altro, il tutto mescolato con tipiche brasserie, negozietti di souvenir e turisti “normali”.

Passeggiando arriviamo fino al mitico Mouline Rouge, non si può non fare un paio di foto di fronte al più famoso locale parigino! A noi non interessa entrare, ma comunque i prezzi per una serata si aggirano sui 100 €.

Mangiamo al volo qualcosa al più famoso fast-food del mondo (per quella sera eravamo troppo stanchi per cercare un localino che ci ispirasse e siamo rimasti “sul tradizionale”) e poi in albergo, verso le 21,30: doccia e nanna. Domani ci aspetta un bel tour de force! Sveglia sulle 8,15, abbondantissima colazione, zaino in spalla (munirsi sempre di ombrellino portatile, qui il tempo è molto variabile: noi siamo stati fortunati: solo una mattina di pioggerella e vento, ma non si sa mai…) e via, si parte! Destinazione: Montmartre e mercatino delle pulci! Andiamo prima all’enorme mercato, una parte è a cielo aperto ed è un normale, gigantesco mercato di abbigliamento e varie, la seconda, il vero mercato delle pulci, è all’interno e vendono principalmente oggetti d’antiquariato. E’ un piacere girare per le vie, godersi quest’atmosfera bohemien, le parole non possono descriverlo bene …Bisogna viverlo! Soprattutto il quartiere di Montmartre ha un fascino speciale: passeggiare con calma nelle vie inondate di turisti, soffermarsi a curiosare (ed acquistare) nei negozietti di souvenirs, dribblare i vari ritrattisti che ti vogliono appioppare una caricatura…Tra una baguette farcita ed un una crepes, prendiamo la funicolare che ci porta diretti alla chiesa del Sacro Cuore (p.S.: anche qui la Paris Visit risulta valida e ci risparmiamo soldi e scalini). La vista che si gode da lassù è fantastica: la maestosità di Parigi si svela in tutta la sua bellezza.

Anche la Chiesa non è da meno: molto notevoli anche gli interni. Dopo un’accurata visita, riprendiamo la metro e ci avviamo verso la zona che porta verso la cattedrale di Notre Dame, altro simbolo della città. Già la Senna da sola basterebbe a creare atmosfera, in più tutt’intorno è un susseguirsi di palazzi, sculture e altre meraviglie: non si sa da che parte guardare! Ma quando si arriva davanti alla cattedrale si ha la netta intenzione di no aver visto ancora nulla: solo un aggettivo può descriverla sinteticamente : m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-a.

Foto a più non posso (tra l’altro, vari particolari tra cui i famosi Gargoyle, che danno alle torri un aspetto inquietante ed un’atmosfera gotica), ma è all’interno che la nota cattedrale dà il meglio di sé: immensa, imponente, ricca di mosaici, sculture e soprattutto piena di un’atmosfera magica: abbiamo avuto la fortuna di sentire l’organo in funzione, poiché vi era una celebrazione. Stare lì seduti, in mezzo a quel pezzo di storia, dà una sensazione di pace ed emozione insieme.

Terminata la visita, raggiungiamo la metro per tornare a riposarci un po’ in albergo. Dopo la doccia, di nuovo fuori, abbiamo deciso di vedere la Torre Eiffel illuminata e non ce ne pentiremo di certo! Rispetto all’Italia, a Parigi ovviamente fa buio più tardi, infatti in questa stagione si devono aspettare le 21,30 per veder scendere l’oscurità ed è più o meno a quell’ora che la Torre diventa dorata e si accendono giochi di luce argentati intermittenti. Ci mettiamo in coda al pilone Est per salire al secondo piano con l’ascensore (€ 7,80, la Torre è immune da Paris Visit). La salita in ascensore è emozionante, ma la vista che si gode da lassù è impareggiabile. Purtroppo un forte vento non ci permette di soffermarci per troppo tempo, così verso le 22,15 scendiamo alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Le lunghe file ci costringono a ripiegare su una baguette mangiata per strada, ma va bene ugualmente, la visita sulla Torre vale anche un panino ingurgitato al volo.

E’ già ora di rientrare, sono le 23,00 passate e la mattina vogliamo alzarci prestino (una nota: le metro rimangono aperte ALMENO fino alle 24,00 e le strade sono spesso pattugliate dalla polizia, ma nonostante questo, abbiamo preferito essere cauti per non rovinarci la vacanza, quindi abbiamo evitato di fare le ore piccole e giravamo sempre con portafoglio e borsa sott’occhio, in particolare in metro, comunque non abbiamo mai notato nessun “incidente”).

Il giorno dopo ci aspetta un itinerario impegnativo: gli Champs- Elysèe e il Louvre. E’ stata l’unica mattinata di pioggerellina, ma questo non ci ha impedito di visitare il famoso viale, costeggiato da boutique, negozi e dal rinomato “Lido” (per chi fosse interessato, fanno spettacoli anche al mattino e ovviamente sono molto più economici di quelli serali), fino ad arrivare al famoso e imponente Arco di Trionfo. Per guadagnare tempo non ripercorriamo il viale a piedi, ma prendiamo la metro (ormai siamo molto abili nel districarci tra linee e fermate) e raggiungiamo Place de Concorde, con al centro l’obelisco di Luxor. La magnificenza di questa piazza fa dimenticare per un attimo che essa è stata teatro nel passato di migliaia di morti tramite la ghigliottina, nella Rivoluzione Francese.

Qui una sosta per un gustoso gauffren, un dolce di origine belga, simile ad una brioche e dopo poco ci incamminiamo per gli immensi giardini (con fontane molto belle e aiuole curatissime) che ci condurranno al celeberrimo museo del Louvre. L’immenso Palazzo è visibile dalla fine dei giardini, mentre per ammirare la famosa Piramide ci si deve avvicinare un po’ di più. Armati di pazienza ci addentriamo con la folla per fare i biglietti ma con immenso stupore e meraviglia, affrontiamo una coda di soli 10 minuti (fortuna? Comunque era lunedi, casomai l’informazione possa risultare interessante e il museo è chiuso il martedì).

I nove euro del biglietto sono spesi molto bene, decidiamo di visitare, nel Denon, la parte relativa agli artisti italiani, per vedere da vicino i famosi capolavori di Leonardo. Un po’ contagiati dal Codice da Vinci (a proposito, se prestate attenzione troverete nel pavimento ,una piccola borchia all’apparenza insignificante, ma che in realtà è il primo meridiano, la famosa “Linea della Rosa”), un po’ per nazionalismo, diamo la precedenza ai “nostri” artisti.

La celeberrima “Monnalisa” è la vera star del Louvre, nonostante le ridotte dimensioni del dipinto, occupa un’intera parete, è protetta da vetro e una cancellata (con tanto di guardia!) impedisce l’avvicinarsi a più di un metro di distanza. Altrettanto bella, anche se meno valorizzata è l’ opera “La vergine delle Rocce”.

No siamo particolarmente esperti di arte, quindi no abbiamo impiegato molto a visitare quell’ala di museo che avrebbe magari intrattenuto una giornata intera un appassionato in materia.

Come sicuramente saprete, è impossibile girare tutto il Louvre in una sola giornata: è immenso e forse ci riuscireste solo correndo, ma ovviamente non avrebbe senso… E’ interessante concedersi una breve escursione nella parte medievale del Louvre: ci sono i resti di “com’era” il museo e si può camminare nei sotterranei… Dopo una rapida occhiata all’arte “lontana” (Africa, Americhe e Oceania), tra cui spicca l’enorme “testa” dell’Isola di Pasqua abbiamo deciso di spostarci nell’ala Sully, per visitare le opere della Grecia Classica (una su tutti la “Venere di Milo”) e in particolare la parte egiziana, molto suggestiva con le sue sfingi, mummie e numerose opere.

Il Louvre ha messo davvero a dura prova i nostri piedi e le nostre gambe: una fugace visita ai negozi e alle piramidi più piccole ed eccoci sulla strada del ritorno, per un po’ di meritato riposo.

Per la sera decidiamo di goderci una cenetta tranquilla in un ristorante a Montmartre: squisito filetto con ottime patate fritte, gustoso piatto di formaggi con verdure.

Come dolce preferiamo affidarci ad un negozietto per una gustosissima crepes e poi di nuovo in funicolare per rivedere il panorama della collina del Sacro Cuore di notte. Se Montmartre è bella di giorno, di notte è ancor più suggestiva e il Moline Rouge merita una visita al calar delle luci, quando le illuminazioni rigorosamente rosse lo “accendono”.

Arriva il giorno che attendevo con impazienza: la visita a Versailles! Dopo varie metro prendiamo la RER che ci conduce direttamente nel paese di Versailles e qui non ci si può sbagliare: basta seguire il fiume della gente per essere certi di stare arrivando alla Reggia. Qui la coda sarebbe stata effettivamente un po’ lunghina (attenzione: il palazzo è chiuso il lunedi e per le feste nazionali), ma un escamotage ci ha permesso di entrare in un quarto d’ora… Abbiamo fatto i biglietti per la visita dei giardini (che scopriamo poi, essere libera, in quanto non viene richiesto nessun ticket) e ovviamente per l’interno della reggia: 13,50 €. Decidiamo di “saltare” gli appartamenti estivi, in quanto una sola giornata sarebbe insufficiente a gustarsi tutto con calma e preferiamo vedere le attrazioni principali.

I giardini sono “a scalinata” e dall’alto si ha la possibilità di ammirarli in tutto il loro splendore e immensità: nel viale principale vi sono grandi fontane e laghi, mentre a destra e a sinistra vi sono i boschetti, per dare un’idea delle dimensioni, noleggiano delle piccole macchinine (per la “modifica” cifra di 30 €) per poterli girare tutti. All’interno troverete bar, ristoranti e (poche) toilette. Ovviamente aspettatevi prezzi ancor più alti che in città… Il sole ci dà la possibilità di ammirarli al meglio, dopo un paio d’ora decidiamo di dirigerci a palazzo, qui una breve fila per entrare e prendere la guida audio in italiano compresa nel costo del biglietto (utile e affatto “pesante”). La reggia all’interno ci lascia senza parole: in particolare il salone degli specchi, uno sfarzo incredibile, da qui si può capire bene la personalità del re Sole e il perché di certi avvenimenti storici… Comunque bello, bellissimo: ogni stanza ha un qualcosa di particolare, quasi tutte sono molto “piene” e non si sa da che parte guardare per non perdersi nulla.

Terminata la visita, rientriamo con i mezzi e, non paghi di aver camminato tanto, decidiamo di d are un’occhiata anche al Pantheon (da fuori), alla bellissima chiesa di st. Madeleine, in generale al quartiere latino universitario e finalmente di trovare un po’ di riposo nei curatissimi giardini di Lussemburgo.

L a sera siamo andati a cenare in una brasserie a Pigalle, dove facevano anche karaoke (è molto carino sentire cantare in francese): qui il rapporto qualità/prezzo è stato davvero soddisfacente: zuppa di cipolle, assolutamente da provare e un’enorme omelette con patate fritte e insalata, per un totale di circa 35 € in due (un consiglio: chiedete l’acqua in caraffa, è gratis rispetto a quella minerale, ma ugualmente buona!).

Una breve passeggiata fino al Mouline Rouge (di notte si accende in tutto il suo splendore), per digerire e poi in albergo per il meritato riposo.

Il quinto giorno andiamo a vedere i famosi magazzini “La Fayed”: 7 piani di lusso sfrenato, ci sono anche alcuni negozi con prezzi “abbordabili”, ma per il resto ci siamo limitati a guardare i turisti, prevalentemente orientali, fare incetta di borse e vestiti griffati.

Una nota: arrivate fino all’ultimo piano: qui un’enorme terrazza è a vostra disposizione per farvi godere le meraviglie della città, Torre Eiffel compresa.

Ormai il tempo “vacanziero” a nostra disposizione inizia a diminuire velocemente: ancora qualche foto davanti ala magnifica “Opera” della musica, Piazza della Colonna e poi ci avviamo verso St Georges, per riprendere le valigie. Prima, una soste in un bar, dove, per 2 baguette e ½ litro d’ acqua ci hanno chiesto 14 €… ci siamo addolciti con 2 due croissants in una delle tante, invitanti pasticceria della zona (a proposito: quel quartiere era particolarmente ricco di “botteghe”, tanti fruttivendoli, pescherie e negozi di formaggi).

La nostra vacanza in questa magnifica città è arrivata alla fine: il volo di ritorno è tranquillo e puntualissimo, sbarchiamo a Bologna alle 22,40. L’aeroporto ci sembra davvero minuscolo adesso, paghiamo i 54,00 € per il posteggio dell’auto e imbocchiamo l’autostrada per il rientro a casa.

Parigi rimarrà nei nostri cuori e spero di poterci tornare presto, perché no? Questa volta non abbiamo visitato EuroDisney, potrebbe essere un buon motivo per portarci il nostro futuro figlio…



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