Normandia: alla scoperta del “Jour-J”

In Normandia in fondo niente é cambiato. Le stesse stradine strette, bordate di muri di pietra grigia e gli stessi sentieri di sabbia che, attraversando le dune soffici , conducono alle spiagge battute dal vento. I veterani, anni dopo, ritrovano gli stessi posti e gli stessi luoghi, come se il tempo non fosse veramente passato, come se il...
Scritto da: Normandy
normandia: alla scoperta del jour-j
Partenza il: 14/09/2007
Ritorno il: 23/09/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
In Normandia in fondo niente é cambiato. Le stesse stradine strette, bordate di muri di pietra grigia e gli stessi sentieri di sabbia che, attraversando le dune soffici , conducono alle spiagge battute dal vento. I veterani, anni dopo, ritrovano gli stessi posti e gli stessi luoghi, come se il tempo non fosse veramente passato, come se il sangue non fosse stato veramente versato. Niente cambia e nessuno dimentica: l’orrore della guerra non è qualcosa che è stato cancellato accuratamente, ma una memoria imperitura da tramandare e noi non abbiamo potuto fare a meno di chiederci cosa facessero e dove fossero il 6 giugno 1944 gli uomini e le donne che incontriamo nei negozi, i reduci che vediamo passeggiare lungo la spiaggia. Utah, Omaha, Gold, Juno, Sword… Qui nessuno ha dimenticato le date, i luoghi e le persone (in fondo hanno vissuto la storia più incredibile di tutta la seconda guerra mondiale!) Sembra retorica, ma questo è un preambolo necessario… Partire con lo spirito giusto è indispensabile per apprezzare appieno i luoghi che si andranno a visitare e, perchè no?, arricchirci con nuove conoscenze.

La storia visssuta in prima persona è quella che non si dimentica più Tutto il nostro viaggio è stato pianificato da casa: prenotazione dell’appartamento (Pierre et vacances a Port-en-Bessin, nel cuore delle spiagge dello sbarco e abbastanza centrale perchè tutto fosse raggiungibile con spostamenti minimi), il percorso da seguire e i musei da visitare.

Siamo partiti un giorno prima: l’appartamento era disponibile dal giorno 15 settembre e noi avevamo deciso di fare una tappa intermedia di avvicinamento a Orleans.

Il giorno 14 abbiamo fatto il passo del Sempione, attraversata la Svizzera e compiuta buona parte del viaggio.

Pernottamento presso un Etaphotel alla periferia di Orleans (pulito, economico e ben organizzato!). La mattina dopo lasciamo Orleans per raggiungere Chartres: ovviamente con una route nationale… Comoda, gratuita e a scorrimento sufficientemente veloce. Non è un tragitto molto lungo, ma inizio ad imparare qualcosa: in Francia l’energia è una cosa seria! Centrali eoliche fanno da sfondo alle enormi distese della campagna francese, battute dal vento (che è diventato una risorsa importante).

Ero ansiosa di vedere la famosa cattedrale (influenzata da letture new age e dal formidabile “I pilastri della terra” di Ken Follet) e non ne sono stata delusa. Tutto è troppo perfetto per essere vero: le vie ed i canali della cittadina sono incantevoli ed essendo sabato giorno di mercato, affollate di persone, ognuna dotati di comodi borsoni di paglia, pronte ad accogliere le delizie che i contadini vendono al mercato coperto, una profusione di patè, legumes e formaggi provenienti dalle campagne circostanti e capisco che per i francesi l’alimentazione è una cosa seria. Dopo aver indugiato tra le bancarelle, ci dirigiamo verso la cattedrale : imponente, bellissima come promesso (peccato per il famoso labirinto, che riusciamo a scorgere a malapena tra le sedie che lo ricoprono). Fuori dalla cattedrale una rappresentazione in costume con bravissimi spadaccini ci rapisce e ci proietta ai tempi della Rivoluzione.

Ma la meta del nostro viaggio è un ‘altra: riprendiamo la route nationale, direzione Caen. La vista spazia ma ,intorno a noi, non c’é che campagna, l’unica nota curiosa è data dalle botteghe di brocante che affollano ogni paesino che attraversiamo e iniziamo a capire che qui il passato è molto attuale! Sfioriamo Caen, attraversiamo Bayeux ed eccoci a Port-en-Bessin…Porto petrolifero dello sbarco (vi hanno anche girato alcune scene de “Il giorno più lungo”) e rimaniamo incantati…L’appartamento che abbiamo prenotato si trova in un complesso residenziale posto dentro un campo da golf ed è una tipica casetta normanna su due piani: tutto bellissimo e superaccessoriato, non manca proprio nulla! (Spesa totale meno di 400 Euro).

Scaricati i bagagli, torniamo in paese e passeggiamo (approfittando della bassa marea) lungo le falesie battute dal vento. Il panorama ci toglie il fiato ed è un attimo cedere alla commozione! Ci riprendiamo davanti alla boulangerie dove acquistiamo baguette e croissants per la colazione del giorno successivo. L’avventura comincia! Il giorno dopo, 16 settembre, tutto ciò che avevamo pianificato non vale più nulla…È la Journee du patrimoine come ci informa la gentilissima signora dell’ Ufficio turistico di Port-en-Bessin e a Bayeux tutti i musei possono essere visitati gratuitamente: ne approfittiamo, ovviamente, e visitiamo il Musee de la Tapisserie…(via ad esplorare il mondo dei vichinghi!) e il “Musée Memorial de la bataille de Normandie”. Il 17 settembre lo dedichiamo interamente alla memoria: sotto un cielo gonfio di pioggia visitiamo il Cimitero Americano di Colleville-sur-Mer…Tutto è come ci eravamo aspettati…La guerra non può essere “abbellita” e qui ci appare in tutta la sua crudezza: non si può non prendere atto che un’intera generazione con i suoi sogni e i suoi progetti per l”avvenire giace sepolta in quei prati verdi e la discesa tra le dune che portano a OMAHA BEACH è triste e mesta (dove è stato versato così tanto sangue non ci sono che vibrazioni negative). Interessante la visita all’interno del memoriale, da brivido la voce che scandisce perennemente i nomi di coloro che si sono immolati per la libertà. La giornata prosegue con la visita alla celeberrima Pointe du Hoc (situata tra Utah e Omaha) un’impressionante strapiombo sulle falesie che dovette essere conquistato dai Rangers americani ( i crateri delle bombe sono tutt’oggi ben visibili).

Di seguito visita al Musée Airborne di Sainte-Mere-Eglise, in prossimità della piazza della Chiesa (si, quella del paracadutista appeso), dove sono conservati un aliante Waco e un aereo Douglas C-47 che hanno partecipato al lancio dei paracadutisti, nonché numerosi manichini con le uniformi dell’epoca e ricordi personali offerti dai veterani americani e capatina a UTAH BEACH.

Il giorno successivo, 18 settembre, il tempo è magnifico e lo dedichiamo alla visita a Mont Saint-Michel, tappa irrinunciabile di qualsiasi viaggio in terra normanna: nessuna coda per arrivare al parcheggio e una tranquilla passeggiata per arrivare all’abbazia…Magnifica, non delude le promesse, con una vista spettacolare sul territorio circostante, ma, soprattutto, pregna di una vibrante religiosità…Scopriamo che dal giugno 2001 qui è installata una comunità di 5 monache e 4 monaci la cui liturgia (aperta a tutti) è in parte ispirata dall’oriente cristiano ed è cantata tre volte al giorno in polifonia (voci magnifiche e le suore, avvolte nei loro mantelli cavallereschi, sembrano apparizioni).

Nel pomeriggio visita a Saint-Malo, la città dei pirati e dalla fortificazioni così particolari…Nella rada scopriamo l’isolotto di Grand Bé, dove riposa in tomba anonima lo scrittore Francois- René de Chateaubriand, padre del romanticismo francese, che scelse per luogo di sepoltura questa rocca “per non voler udire altro che il vento e il mare”…Passeggiando tra i bastioni, impossibile non concedersi una pausa gourmande: la scelta è variegata…Crepes, gauffres e galettes abbondano ovunque! Ritorniamo seguendo la strada panoramica che segue tutta la baia di Mont Saint-Michel godendoci il sole al tramonto e rimirando con sempre nuovo stupore tutti gli incantevoli paesini che attraversiamo.

Il giorno 19, torniamo sulle tracce dello sbarco visitando le batterie tedesche di Longues sur mer (con ancora i cannoni originali), situate nel cuore del settore d’assalto alleato, sulla sommità di una falesia dominante la Manica e proseguiamo verso JUNO BEACH con visita al museo canadese di Courseulles-sur-Mer per poi dirigerci verso PEGASUS BRIDGE a Benouville, (si, proprio quello del film!), dove scopriamo che l’originale è stato smantellato e si trova nell’omonimo memoriale (dedicato ai soldati della 6a Divisione Aerotrasportata Britannica, che per primi posero i piedi sul suolo di Normandia tra il 5 e il 6 giugno), mentre quello che attraversiamo con la macchina è una copia! Proseguimento verso GOLD BEACH e ritorno sulla litoranea con tappa per rimirare il faro di OUISTREHAM.

Il giorno 20 visitiamo il Musée Memorial di OMAHA BEACH a Saint Laurent sur Mer ( con una bella collezione di uniformi, armi, oggetti personali , veicoli, foto d’archivio) e passeggiamo a lungo sulla spiaggia quasi deserta (magnifico) e poi…Via verso Cherbourg, che per noi è stata una delusione: troppo caotica e troppo “città” per i nostri gusti…Ma… Sulla strada del ritorno ci imbattiamo del tutto fortunatamente nella cittadina di Gatteville (ricordate questo nome), splendida, incantevole e “diversa” con le sue casette di mattoni grigi, le finestre dai vetri quadrettati e le ortensie colorate, sembra uscita direttamente da un libro di Agatha Christie e sul mare scopriamo un’autentica meraviglia, il faro di Gatteville (il più grande faro a terra di Francia), dove soffia un vento incredibile e la spuma ricopre le scogliere (quasi troppo bello per essere vero).

Un consiglio: preferite sempre le litoranee, sono un pò difficili da trovare, ma il panorama è impagabile e le scoperte a portata di ogni curva.

L’ultimo giorno è arrivato e noi che ci siamo perfettamente abituati a questi ritmi rallentati stentiamo a crederci: ci rimane il tempo per visitare il Musée du debarquement di Arromanches (nato con lo scopo di illustrare la costruzione e il funzionamento del porto artificiale Mulberry) e il bellissimo e opportuno Cinema Circulaire Arromanches 360 (dove vengono proiettate in un salone circolare a 9 schermi immagini alternate della Normandia del Jour-J (è così che lo chiamano qui) e degli stessi luoghi oggi finalmente in pace: tutto è fin troppo reale…I cieli grigi e pesanti, le urla delle sirene e dei feriti, gli sguardi pregni di tristezza, i convogli militari, le case distrutte, i campi scavati dalle bombe.

Finisce la nostra avventura e andiamo via con un bagaglio di emozioni incredibili e con la consapevolezza che il 6 giugno 1944, sulle coste di Normandia, migliaia di uomini e donne hanno vissuto la giornata che ha cambiato il destino del mondo… non importa da quale parte stavano, la guerra divide uomini che, spesso, finiscono per assomigliarsi, come deduciamo dalle lettere e dalle testimonianze che abbiamo trovato nei musei che abbiamo visitato.



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