Parigi ed Est Francia

11 agosto 2006 venerdì Finalmente ce l’abbiamo fatta, siamo partiti per le vacanze! Marco ha lavorato anche oggi, ma nel frattempo io ho fatto la spesa e caricato il camper. Siamo riusciti a partire alle 18.30 e fortunatamente non abbiamo trovato per nulla traffico, se non 20-30 minuti al traforo del Monte Bianco. I 21 km del tunnel sono...
Scritto da: ROSSANO CROTTI
parigi ed est francia
Partenza il: 11/08/2006
Ritorno il: 22/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
11 agosto 2006 venerdì Finalmente ce l’abbiamo fatta, siamo partiti per le vacanze! Marco ha lavorato anche oggi, ma nel frattempo io ho fatto la spesa e caricato il camper. Siamo riusciti a partire alle 18.30 e fortunatamente non abbiamo trovato per nulla traffico, se non 20-30 minuti al traforo del Monte Bianco. I 21 km del tunnel sono passati, chiacchierando, abbastanza rapidamente.

Avevo delle indicazioni per un’area di sosta, subito dopo il confine, a Chamonix, in un parcheggio entrando in paese. Siamo riusciti a trovarla facilmente, grazie alla quantità di camper parcheggiati. Rimane sulla destra, poco dopo il campeggio. Si pagano 10 € per 24 ore.

Domani destinazione Parigi, dove spero di arrivare nel primo pomeriggio.

12 agosto 2006 sabato Ha piovuto tutta la notte ed ha continuato anche durante la giornata.

Alle 8.30, quando siamo partiti, c’erano 9° C.

Nel primo pomeriggio siamo arrivati ad un centinaio di chilometri da Parigi, così abbiamo deciso di effettuare una sosta al castello di Fontainebleau. La visita dei giardini, a cui ci siamo limitati, è gratuita, ed è iniziata all’insegna della pioggia, poi è andata migliorando e sono riuscita a scattare diverse foto.

Importante è la scalinata a ferro di cavallo, dove Napoleone tenne il suo ultimo discorso, prima dell’esilio, ma caratteristiche sono anche le 5 corti che alternano costruzioni e giardini.

Poco distante da Fontainebleau si trova un altro bel castello, di Vaux le Vecomte, con un giardino immenso coronato da fontane. Qui è uscito anche un po’ di sole, rendendo più piacevole la visita.

Alle 18.30 circa siamo arrivati al campeggio, in cui avevo prenotato, Bois du Boulogne, dove stavano, proprio in quel momento, chiudendo il cancello perché giunti al completo.

Ho dovuto saldare subito tutto il conto per le 5 notti prenotate, ma ho sentito che, nel caso, rimborsano i soldi se si anticipa la partenza.

La piazzola è quella super lusso, con corrente, acqua potabile e scarico.

Proprio mentre dovevamo parcheggiare ha ricominciato a piovere, forte.

Speriamo si sfoghi e domani ci conceda un po’ di sole, altrimenti inizieremo subito con la visita del Louvre.

13 agosto 2006 domenica Abbiamo iniziato con una giornata abbastanza massacrante ed io ora sono a pezzi.

E’ piovuto tutta notte e al risveglio era ancora grigio, così abbiamo mantenuto i nostri intenti e siamo andati al Louvre.

Il campeggio mette a disposizione una navetta, a pagamento, che ogni mezz’ora fa da spola con Porte Maillot, dove c’è una fermata della metropolitana.

Il primo trasbordo parte alle 8.30 e noi, mattinieri, ne abbiamo approfittato per cominciare presto la giornata.

La metrò n. 1 arriva proprio al Louvre e c’è un’uscita che conduce direttamente all’atrio di ingresso, passando di fianco a diversi negozi e ad una tabaccheria che vende i biglietti. Quindi, timorosi di fare coda alle biglietterie, abbiamo anticipato la spesa, modesta, di 8,50 € a testa.

Ci sono comunque diverse zone dove è possibile acquistare il biglietto, ma non ho visto comunque ressa.

Abbiamo visitato il museo dalle 9 alle 13, seguendo l’itinerario della guida touring e la mappa ricevuta con i biglietti che illustra la collocazione delle opere principali.

Abbiamo percorso il mezzanino, il pianterreno ed il primo piano, dove si trovano le tre opere più celebri, quali la Gioconda, non fotografabile, la Nike di Samotracia e la Venere di Milo, mentre abbiamo saltato, anche perché distrutti, il secondo piano in cui ci sono i dipinti francesi, tedeschi ed olandesi.

Naturalmente durante la nostra visita non ha piovuto ed ha iniziato proprio nel momento della nostra uscita.

Fortunatamente abbiamo trovato abbastanza in fretta dove andare a mangiare e per quando abbiamo terminato aveva smesso.

Durante il pomeriggio a piovigginato ad intermittenza, ma mai forte.

Siamo entrati, dopo pranzo, nella Cour D’Honneur del Palazzo Reale dove si trovano la galleria D’Orleans e le strane colonne a righe verticali bianche e nere di Daniel Buren.

Siamo andati alla chiesa di St. Eustache che abbina il gotico allo stile romano, carina, poi ci siamo diretti a vedere le particolari strutture del Pompidou, che contiene il museo d’arte moderna.

Accanto c’è una piazza con una fontana con le strane, colorate e particolari opere di Stavinsky.

Siamo poi arrivati ad ammirare la facciata dell’Hotel de Ville, il municipio parigino, e quindi Notre Dame.

Ci sono due ingressi, ma in uno c’era una lunga coda, mentre nell’altro nessuno, ma si entrava liberamente, quindi senza pensarci, siamo passati dal secondo.

I rosoni sono bellissimi, tempestati da Marco di fotografie con il tre piede, ma l’esterno è forse ancor più affascinante. E’ possibile percorrerne il perimetro sulla destra, prima della Senna, da cui si riesce a catturare qualche bello scorcio.

Alle 17.00, stanchi morti, abbiamo deciso di incamminarci verso il campeggio.

Ci siamo fatti una bella doccia e preparati un buon piatto di pasta.

Naturalmente piove. Ma quando finirà? 14 agosto 2006 lunedì Giornata da paura, molto intensa, bellissima, ma altamente stancante.

L’idea era di visitare la zona di Montmartre, scendere alla Ste Trinitè, arrivare all’Operà e ai grandi magazzini La Favette, con tappa all’Hard Rock Cafè, poi ci siamo allungati un po’ più a sud con l’aggiunta di Parigi by night.

La nostra giornata è iniziata dunque scendendo dalla metropolitana alla fermata Blanche per fotografare subito il Moulin Rouge, carino, certo, ma di giorno di poco effetto.

Siamo saliti alla basilica del Sacre Coeur, non imboccando però la scalinata principale, percorsa poi al ritorno, ma le stradine laterali.

Era ancora presto, quindi non abbiamo potuto gustare il clima artistico della zona, se non qualche ritrattista che proponeva i suoi servigi, ma senza successo.

La basilica è molto criticata per il suo aspetto, mentre a me le sue forme bianche sono piaciute.

Da qui siamo scesi a Pigalle, dove mi aspettavo una zona tipo St. Pauli di Amburgo, ma alle 11.00 del mattino mi è sembrata molto tranquilla.

La chiesa Ste Trinitè era chiusa e parzialmente impachettata per lavori di restauro, quindi ci siamo spostati in Gare St. Lazare, dove volevo fotografare la scultura di Arman “Un’ora per tutti” con tanti orologi tondi indicanti ore diverse assemblati assieme.

Qui abbiamo fatto un pit stop da Starbucks con un ottimo cappuccino con caramello, per poi riprendere il cammino verso Boulevard Haussmann, dove si incontra la facciata posteriore dell’Operà e il grande magazzino La Favette, molto simile alla nostra Rinascente, se non con qualche prestigiosa firma in più e una piazza centrale retrò e molto affascinante. Si può anche salire sulla terrazza all’ultimo piano e godere un discreto panorama sulla città.

Boulevard Montmartre, che non rimane nella zona omonima, è il proseguimento di Boulevard Haussmann, dove si trova il mio amato Hard Rock Cafè ed in cui ho potuto acquistare la mia solita maglietta, quest’anno di color marrone testa di moro.

Quindi siamo tornati a vedere il palazzo dell’Opera, questa volta di fronte.

Abbiamo proseguito sino a Place Vandome, dove si susseguono le più importanti gioiellerie, a cui si mischia però anche un negozio di Armani.

Al centro si trova una colonna in bronzo fatta erigere da Napoleone nel 1806. In un attimo si giunge ai giardini di Tuileries, dove ci siamo concessi una breve sosta su una panchina per decidere dove andare.

Abbiamo seguito la direzione del Louvre per qualche foto senza pioggia e poi lungo la Senna per scegliere un batò per un giro, comodo e riposante, sul fiume. Poco distante c’era una fermata del Batobus che con 11 € (13 € per 2 giorni) ti consente sia di girare sulla Senna passando dalle zone più importanti, sia di scendere e salire a piacimento come un normale bus, così ne abbiamo approfittato. Siamo saliti alla fermata del Louvre, proseguito per quella del Grand Palais, della Tour Eiffel, dove si fa inversione di marcia e si passa per il museo d’Orsay, St. German, Notre Dame, Jardin des Plantes e qui si gira nuovamente, ma noi siamo scesi a quest’ultima fermata per attraversare i giardini, che contengono un orto botanico, attraversabile liberamente, e lo zoo. Un recinto con all’interno i canguri, anche cuccioli, è visibile da tutti e ci si può girare attorno. Proprio carino.

Quindi ci siamo diretti all’Istituto del Mondo Arabo, con piccola sosta al bagno pubblico, pulito e gratuito, per vedere la particolare facciata composta da 240 finestre di acciaio che sembrano i diaframmi di una macchina fotografica, ovvero l’apertura varia a seconda della luce.

Quindi ci siamo spostati al Pantheon e alla chiesa di St. Etienne, però chiusa.

Ho voluto allungare la strada per vedere la chiesa di Val de Grace, con una cupola tra le più alte di Parigi, ma era, anche questa, chiusa.

Siamo risaliti attraversando i bei giardini Luxemburg, molto curati e ricchi di fiori e al cui centro c’è un laghetto dove affittano delle barchette ai bambini per giocare.

Vicino si trova la, ormai famosissima, chiesa di St. Sulpice, per merito del libro Il codice Da Vinci. Purtroppo aveva, anche questa, una parte della facciata in fase di restauro. Ad attirare l’attenzione dei turisti non sono tanto gli affreschi, quanto la fantomatica Linea della Rosa, ovvero la linea dell’equinozio che rappresenta l’altezza del sole nei vari periodi dell’anno.

Nel frattempo siamo anche giunti alla decisione di sfruttare appieno il biglietto del batobus per un giro sulla Senna by night, fermandoci fuori a cena.

Ci siamo avvicinati al Quartiere Latino dove abbiamo deciso di andare a mangiare, ma essendo solo le 18.00 siamo arrivati sino alla Ste Chapelle che la guida indicava aperta sino alle 18.30, mentre in realtà l’ingresso è stato chiuso mezz’ora prima.

Abbiamo proseguito passando accanto alla Conciergerie, le carceri e poi sino al Pont Neuf, dove ci siamo fermati per una sosta.

Ci siamo diretti poi verso Notre Dame, lungo la Senna, passando accanto alle Bouquinistes, le bancarelle dei libri usati, e non solo, dove ho acquistato una piccola insegna raffigurante il Moulin Rouge.

Siamo tornati nel Quartiere Latino, caratteristico per le sue stradine strette e colorate, dove, ad ogni ristorante, un “pr” invita i turisti ad entrare proprio da loro. Ci sono anche diversi locali greci e orientali. Noi, naturalmente, ne abbiamo scelto uno francese, così da mangiare la Fondue Savoiarde, ovvero una crema ottenuta con tre diversi formaggi ed in cui si immergono le patate lessate.

Una volta usciti abbiamo concluso con una crepes, in una bancarella specializzata, golosi! Abbiamo girato ancora un po’ per le viuzze, dato che non era ancora buio, atteso che accendessero i fari su Notre Dame, per una foto notturna e quindi siamo saliti sul Batobus.

Il giro è stato molto piacevole, perché la serata era mite.

Ultima fermata alla Tour Eiffel, bellissima, veramente spettacolare. Qui siamo scesi dal batò e siamo andati a prendere il metrò al Trocadero, fermandoci diverse volte lungo la strada per fotografare la torre.

Arrivati poi in cima alla collina del Trocadero, l’illuminazione della tour si è evoluta, da fissa a mobile, tipo albero di Natale, favoloso.

Entusiasti della lunga e ricca giornata, ma stanchi morti, siamo tornati al camper, arrivando dopo mezza notte. Il bus del campeggio era pienissimo, considerando poi che l’ultima corsa è all’1.

15 agosto 2006 martedì Ieri sera stiamo tornati tardi e la giornata è stata molto stancante, ma volendo salire sulla Tour Eiffel, ci siamo dovuti comunque svegliare presto e alle 8.30 eravamo al bus all’ingresso del camping.

Arrivando alla Tour poco dopo le 9.00 abbiamo fatto 1 ora di coda per prendere i biglietti, poi coda per salire sino al 2° piano e poi coda per salire al top, al 3° piano.

Siamo stati fortunati perché la giornata era abbastanza bella e serena e quindi si distinguevano distintamente i vari edifici importanti. Una volta rimessi i piedi a terra, ci siamo mangiati un panino e seduti sul prato de Champ de Mars, prima di riprendere le nostre camminate.

Siamo arrivati all’Ecole Militare, voluta da Madame de Pompadur per i giovani cadetti senza mezzi, figli di ufficiali infermi o morti per servire il re, quindi gli Invalides, l’ospedale militare fatto costruire dal Luigi XIV.

Non siamo entrati nel Dom, ma abbiamo proseguito verso il Grand Palais ed il Petit Palais, il primo chiuso per restauri.

Da lì siamo giunti a Place de la Concorde, o piazza della ghigliottina, dominata da due immensi palazzi e dall’obelisco di Luxor, regalato da Mohamed Ali a Luigi Filippo nel 1831.

Abbiamo percorso tutti gli Champs Elysees sino all’Arco di Trionfo, voluto da Napoleone nel 1806. Nel 1920 fu dedicato al Milite Ignoto.

Dato che gli Champs sono ricchi di negozi, li abbiamo percorsi, al ritorno, dal lato opposto, facendo sosta al Disney store, dove, avevo letto, era possibile acquistare i biglietti di ingresso a Disneyland Resort Paris con uno sconto, mentre in realtà il prezzo è uguale. Si eviteranno solo le eventuali code alle biglietterie.

Marco mi ha regalato un piccolo peluche di Nemo, che avevo adocchiato già da tempo, proprio tenero e carino.

Non sazi siamo tornati a la Citè per entrare nella Ste Chapelle, che ci mancava dal giro del giorno prima e ne è valsa la pena, perché è davvero incredibile. Entrando, per visitarla, all’interno del Palazzo di Giustizia, ci sono ferrei controlli all’ingresso. Ci sono in realtà due cappelle, una inferiore, carina, ma poco significativa, e una superiore, che non ti aspetti così spettacolare e rimani a bocca aperta. Non è molto grande, ma ci sono 3 lati della cappella rivestiti interamente da vetrate altissime e coloratissime. Sul quarto lato invece si trova un rosone del 400 che descrive gli avvenimenti dell’Apocalisse.

Abbiamo concluso la giornata arrivando al Mercato dei Fiori e assistendo al passaggio della processione di Ferragosto.

16 agosto 2006 mercoledì Questa mattina ce la siamo presi con più calma, avendo da andare solo a Versailles e siamo saliti sulla navetta del campeggio un’ora dopo rispetto al solito.

A Port Maillot abbiamo fatto i biglietti specifici per Versailles (10,80 € A/R in due) e seguito le indicazioni RER, il treno.

Dopo aver camminato per più di 5 minuti per i labirinti sotterranei siamo arrivati ad una banchina, senza però capire che treno prendere, dato che da nessuna parte c’era l’indicazione per Versailles.

Guardando la mappa abbiamo poi realizzato di dover seguire le indicazioni Invalides, scendere a Champ de Mars/Tour Eiffel, cambiare treno e andare verso Versailles, ma non è stato facile e non solo per noi.

Una volta giunti alla stazione di Versailles il castello dista 5 minuti a piedi.

Superato il cancello, è apparsa sulla destra una lunga coda. Avevo letto che all’ingresso C di solito c’è meno gente, ma dalle piante del castello esposte nel piazzale non è indicato. Fortunatamente però c’era un punto di informazione dove una signorina mi ha spiegato che l’ingresso C è a sinistra del palazzo e mi conferma che è più conveniente.

Ho lasciato Marco in fila e sono andata in avanscoperta. In effetti la coda era di lunghezza inferiore, così ho fatto uno squillo con il cellulare a Marco che ha capito il segnale e mi ha raggiunto. In realtà abbiamo impiegato comunque un’ora prima di riuscire a fare i biglietti. Abbiamo scelto di visitare tutto, compresi il Grand Trianon ed il Petit Trianon, 20 € a testa, comprese le audioguide.

Entrando dall’ingresso C si devono visitare gli appartamenti del Delfino e della Delfina, poco significativi, riconsegnare le audioguide, uscire, recarsi dove c’era la prima fila, a destra del castello, per visitare i grandi appartamenti. Qui si possono nuovamente riprendere le audioguide, ma c’erano lunghe file anche per quello, così abbiamo evitato.

Abbiamo iniziato con la Chapelle Royale, su due livelli e proseguito per le varie sale, alcune interessanti, altre meno, sino alla Galleria degli Specchi, di cui metà era in restauro.

Entusiasta sono uscita nei famosi giardini, ma le fontane, particolarità di Versailles, erano tutte spente, che tristezza.

Abbiamo percorso comunque tutto il parco, ma credo sia tutto un altro spettacolo con i giochi d’acqua.

La visita del Grand Trianon dura 10-15 minuti ed ha un bel giardino, mentre quella della del Petit Trianon dura 5 minuti.

Siamo tornati al camper che comunque erano le 18.00 … E io che credevo ci volesse solo mezza giornata!! Certo arrivando sul posto direttamente con un proprio mezzo si accorciano i tempi, ma comunque 4-5 ore ci vogliono tutte.

Arrivati in campeggio abbiamo fatto lo scarico/carico delle acque, impostato il navigatore su Disneyland e … domani si parte!! 17 agosto 2006 giovedì Grande giornata a Disneyland Resort Paris e molto intensa! Siamo stati dentro dalle 10.00 alle 23.00 passate ed è proprio carino.

Certo la maggior parte delle attrazioni sono per i bambini, ma riescono a divertirsi anche gli adulti.

Siamo usciti dal campeggio alle 8.30 e dopo un’ora siamo arrivati ad un ingresso fiabesco.

Dalle 0.00 alle 24.00 il parcheggio costa 20,00 € e se si vuole restar dentro a dormire bisogna spendere altri 20,00 €, ma costa, per la notte, meno del campeggio e ci sono bagni, docce e scarico dell’acqua, quindi quando esci dal parco stanco morto devi solo metterti a letto.

All’interno è pieno di negozi di souvenir e anche noi, confesso, non siamo riusciti a resistere alla tentazione, soprattutto io.

Noi abbiamo affrontato quasi tutte le attrazioni, anche per occupare la giornata nell’attesa degli spettacoli serali, ma divertenti ce ne sono essenzialmente 3: Indiana Jones and the Temple of Peril Big Thunder Mountain Space Mountain: Mission 2 Poi ce ne sono altri 2 carini: Star Tours Pirates of the Carribbean In diverse di queste attrazioni ti scattano una foto, di solito mentre scendi a tutta velocità lungo un tunnel, con gli occhi sgranati o mentre urli, e poi te le vendono all’uscita con simpatiche cornici.

Noi siamo riusciti abbastanza bene sullo Space Mountain e così ce la siamo regalata (15,00 €).

In vari punti del parco ci sono i personaggi più famosi della Disney che firmano autografi e si fanno scattare foto con i bambini.

Alle 19.15, lungo un percorso stabilito c’è stata la Parata delle Principesse, carino e divertente. Dalle 18.00 bisogna sedersi sui marciapiedi, lungo il tragitto indicato sulla mappa, per prendere posto.

Alle 22.30 poi c’è stata la Parata Disney’s Fantaillusione, in cui Topolino e altri personaggi dei cartoni si esibiscono immersi nelle luci e colori dei loro carri, risaltando nel buio circostante.

In ultimo, prima della chiusura, il castello di Cenerentola si è illuminato ed hanno esploso attorno i fuochi d’artificio.

Ora che siamo arrivati al camper, seguendo la fiumana di gente, era quasi mezza notte.

Le due parate sono davvero originali e vale la pena fare tardi per assistervi.

Alle attrazioni principali c’è un servizio chiamato Fastpass per evitare le code, che di solito sono di circa un’ora, ovvero vicino all’ingresso che interessa ci sono delle macchinette in cui introdurre il proprio biglietto di accesso a Disneyland e automaticamente viene rilasciato un foglietto con indicata una fascia oraria in cui ripresentarsi e passare senza fare coda.

Noi abbiamo sfruttato il sistema 2 o 3 volte ed in effetti risulta conveniente.

All’ora di cena è sceso un forte scroscio d’acqua, ma noi eravamo all’interno di uno dei ristoranti e quando siamo usciti aveva smesso.

18 agosto 2006 venerdì Questa mattina abbiamo salutato il mondo incantato di Disneyland e ci siamo diretti a Reims, dove abbiamo visitato la bella cattedrale con delle incredibili vetrate, tra cui, nella cappella assiale, quelle disegnate da Chagall. Reims è anche famosa per il suo champagne e ci sono diverse cantine da visitare con inclusa la degustazione.

A 30 km però si trova Epernay, dove ci sono le cantine Moet et Chandon, quindi abbiamo preferito spostarci per poter ammirare queste ultime.

Siamo arrivati che era iniziato l’intervallo del pranzo e le visite guidate sarebbero ricominciate alle 14.00. Abbiamo mangiato qualcosa di veloce in camper ed alle 13.30 eravamo nuovamente all’interno del lussuoso ingresso per acquistare i biglietti (8 € a testa). Il giro dura circa 1 ora con degustazione del Brut Imperiale.

All’uscita naturalmente si arriva alla boutique, dove abbiamo comprato delle bottiglie da regalare ai nostri genitori ed una anche per noi.

Saliti sul camper siamo andati in direzione Verdun. Avevo pensato di aggiungere qualche tappa prima di Stasburgo, come Metz e Nancy, per spezzare il viaggio, ma successivamente abbiamo deciso di puntare su Colmar, Digione e magari Lione, saltando le tappe intermedie, meno importanti.

A Verdun comunque siamo arrivati e siamo andati all’Ossuaire de Douamont, poco a nord, dove riposano le spoglie di 130.000 soldati francesi e tedeschi, caduti durante la prima guerra mondiale, sotto una distesa di croci bianche.

Siamo quindi partiti alla volta di Strasburgo, dove siamo arrivati alle 20.30 e siamo entrati in campeggio.

19 agosto 2006 sabato Un’altra giornata di vacanza è passata e le tappe restanti si contano su una mano.

Questa mattina il sole splendeva finalmente in cielo e ci siamo ancora un po’ abbronzati (ho sia le braccia che la faccia rossa).

Trovare dove parcheggiare a Strasburgo è stata un’avventura, perché tutti i parcheggi centrali sono coperti o non adatti comunque ai camper.

Alla fine, uscendo dal centro, abbiamo trovato altri 3 camper parcheggiati lungo Quai des Alpes, dopo Pont d’Austerlitz e così ci siamo fermati anche noi. Oltre tutto non è a pagamento e in soli 5 minuti si è in centro.

Abbiamo subito trovato le prime tracce di vicinanza alla Germania nei tanto amati Brezel di Marco e ne abbiamo subito mangiato uno di merenda.

Successivamente abbiamo incontrato il mio paradiso di negozio, anche molto originale, che vende solo bottigliette di birra e ci siamo ripromessi di entrarci al ritorno per acquistarne alcune.

La prima sosta è stata alla cattedrale de Notre Dame, imponente e con belle vetrate. Sul fondo, a destra, c’è un orologio astronomico della seconda metà del 500. Allo scoccare delle 11.30 si sono animati alcuni personaggi, ma il vero spettacolo è alle 12.30, ma abbiamo preferito andare a scovare la Petit France, un vecchio quartiere di case a graticcio.

Ci siamo fermati a pranzo in uno dei ristoranti vicino ai Ponts Couverts, tre ponti, un tempo di legno e coperti, sormontati da una torre quadrata.

Sulla strada di ritorno abbiamo comprato 10 brezel per Marco e 6 bottigliette di birra francesi per la mia collezione.

Destinazione successiva Colmar, dove ero desiderosa di vedere altre case a graticcio sul fiume, che adoro.

Questa volta siamo riusciti a parcheggiare abbastanza centrali, dietro l’Ancien Hospital, dove c’è la Gendarmerie.

L’arrivo purtroppo non è stato dei migliori, perché è passato sopra di noi un temporale, ma dopo circa 15 minuti è smesso ed è tornato il sole.

Abbiamo percorso le vie centrali e finalmente abbiamo trovato le indicazioni per la Petit Venice, il quartiere di La Krutenau, dopo Place de l’Ancienne Douane e Rue des Tanneurs, con ponticelli e canali ricchi di fiori e numerose case a graticcio colorate, davvero carino.

La prima tappa di domani sarà a Digione, quindi abbiamo preferito spostarci un po’ a sud e andare in campeggio a Mulhouse.

20 agosto 2006 domenica Mattinata dedicata alla visita di Digione.

Abbiamo parcheggiato in Place de la Republique e ci siamo diretti alla Notre Dame, passando per la Rue Verrerie con le sue case a graticcio, anche se non paragonabili a quelle viste ieri a Strasburgo e Colmar.

Abbiamo fatto in tempo a sentire il Jacqumart, una cella campanaria in ferro composta da quattro figure che battono le ore.

Siamo arrivati a Porte Guillaume, l’arco di trionfo, e all’ingresso dei giardini pubblici, in square Darcy, con una statua dell’orso bianco.

Quindi ci siamo diretti al Palais des Ducs con la bella piazza della Liberation a semi cerchio (in realtà a semi elisse) e purtroppo abbiamo trovato chiusa la salita della Torre Philippe Le Bon per godere del panorama (chiude alle 12.00 e riapre alle 13.45).

Ci siamo spostati alla chiesa di St. Michel, tardo gotica, per ammirare la facciata rinascimentale.

Quindi ci siamo rimessi in moto per Lione.

La cosa positiva delle visite di domenica è che non si pagano i parcheggi e non c’è traffico, ma ci sono praticamente tutti i negozi chiusi.

A Lione avevamo parcheggiato lungo il Saone, in Quai Fulchirou, dato che c’erano già altri due camper. Mentre ci stavamo incamminando verso il centro una coppia di italiani di uno dei camper stava tornando indietro per spostarsi in un parcheggio che gli era stato suggerito in Place Bellecour e così li abbiamo seguiti, ma non abbiamo trovato uno spazio adatto alle nostre dimensioni, solo parcheggi sotterranei, così ci siamo spostati sul fiume rhone, in Quai Claude Bernard, vicino alle piscine.

Viene consigliato di percorrere da Place Bellecour a Palce des Terraux, lungo la via pedonale dei negozi, anche se di domenica non abbiamo potuto apprezzarne la vivacità.

In Place L. Pradel si trovano sia l’Hotel de Ville, il municipio, parzialmente in restauro, sia l’Opera, con una cupola in acciaio e vetro, inserita in una struttura neo classica.

Siamo passati poi oltre al fiume Saone, sino alla cattedrale di St. Jean, passando per la via omonima, area della “Vecchia Lione” con case a graticcio. Oltre alle belle vetrate, è da segnalare l’orologio astronomico con un calendario che arriva sino al 2019.

Poco dopo c’è la salita, con funicolare, alla Notre Dame de Fourviere, una basilica bianca, dominata da quattro torri quadrangolari. L’interno è molto vistoso, se non eccessivo, che si compensa con la cripta sottostante, ampia e sobria. Poco oltre la chiesa si gode un bel panorama sulla città; si potrebbe anche salire su una delle torri della basilica, ma oggi era chiusa.

Poco sotto si trova il Teatro Romano, tenuto quasi come un parco pubblico, più che come un monumento, con ingresso libero. Da qui si può riprendere la funicolare che riporta a St. Jean.

Abbiamo saltato la zona della Croce Rossa e forse qualcosa d’altro, ma credo siamo riusciti a vedere il cuore di questa città.

Domani ci resta la visita di Annecy e se c’è bel tempo la salita sul Monte Bianco, a Chamonix, sino all’Aiguille du Midi e martedì torniamo a casa.

21 agosto 2006 lunedì Ultima giornata di visite, sigh, che tristezza, domani si torna a casa e la vacanza è finita, anche se avanzano ancora alcuni giorni di ferie.

Questa mattina siamo stati ad Annecy, un bel paesino sul lago con al centro la città vecchia caratterizzata da viuzze piene di fiori e di ristorantini, proprio carina. I negozi stavano aprendo al nostro passaggio (10.00), quindi ci siamo spostati sul lungolago dove c’erano delle simpatiche papere nere con il becco bianco.

Dopo un’ora e mezza siamo risaliti sul camper (non ci sono problemi di parcheggio) e partiti in direzione Chamonix.

Dato che la giornata era bella, abbiamo lasciato in camper parcheggiato nello stesso posto dell’andata e siamo saliti, come previsto, con la funicolare all’Aiguille du Midi a 3.842 m con un bellissimo panorama sul Monte Bianco (4.807 m). La funicolare è in due tappe, la prima, Plan de l’Aiguille, a 2.317 m e poi la seconda a 3.842 m.

Scendendo ci siamo poi fermati a Plan de l’Aiguille dove, non essendoci la neve, si possono fare delle passeggiate come al Lago Blu a 15 minuti di distanza.

Siamo saliti poco dopo le 13 e siamo scesi verso le 16.30.

Abbiamo quindi lasciato in camper lo zaino e siamo andati a farci una passeggiata per Chamonix. Non posso dire che sia bella, ma è molto vivace, ricca di negozi e ristoranti.

Ora siamo tornati al camper per riposarci un po’, scrivere il diario, lavorare al computer, poi verso le 20.00 decideremo se uscire a cena o meno.

Stavano anche arrivando dei gran nuvolosi grigi, ma se ne sono già andati.

Ore 22.30 Abbiamo fatto la scelta di andare al ristorante e ci siamo mangiati una buonissima Raclette, ovvero un pezzo di formaggio (in proporzione ai commensali) che si fonde al momento e si mangia con le patate lesse. E’ simile, il risultato, alla fondue savoiarde, ma questo piatto mi è piaciuto molto di più, forse perché a Parigi avevano mischiato 3 tipi diversi di formaggi e ce n’era uno probabilmente troppo forte.

22 agosto 2006 martedì Naturalmente nella nostra ultima giornata di vacanza, da trascorrere interamente in camper, il sole splende nel cielo. Salire oggi sul Monte Bianco sarebbe stato ancor più bello, ma non lamentiamoci.

Il viaggio di rientro è andato benissimo; alle 9.00 non c’era nessuna coda al traforo per entrare in Italia e alle 11.30 eravamo già a casa.

Ho iniziato a svuotare e pulire il camper, con una brevissima sosta pranzo, per concludere le mie attività di riordino verso le 15.30.

La vacanza è proprio finita, ora attendiamo solo la prossima destinazione!



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