Assalto al Mont Ventoux

Mont Ventoux…il gigante della Provenza, spazzato perennemente dal mistral che soffia a volte ad oltre 100km/h. Per un appassionato, quasi maniaco, di ciclismo è una sfida troppo stimolante ed affascinate, un’esperienza assolutamente immancabile nel personale albo d’oro che evoca imprese sportive esaltanti a volte sconfinate in tragedie...
Scritto da: Piffer
assalto al mont ventoux
Partenza il: 01/06/2006
Ritorno il: 04/05/2006
Mont Ventoux…Il gigante della Provenza, spazzato perennemente dal mistral che soffia a volte ad oltre 100km/h. Per un appassionato, quasi maniaco, di ciclismo è una sfida troppo stimolante ed affascinate, un’esperienza assolutamente immancabile nel personale albo d’oro che evoca imprese sportive esaltanti a volte sconfinate in tragedie assurde… Giovedi 1 giugno 2006 Sono appena tornato da una gita e già ho voglia di ripartire. Stavolta però voglio soddisfare la mia voracità ciclistica, ma non so ancora quale ambito traguardo raggiungere. Destino vuole che in tv passino un documentario sulla biosfera del Mont Ventoux: la memoria torna indietro all’anno 2000 quando al Tour de France l’indimenticato ed indimenticabile Pantani torna alla vittoria lassù dove dominano supremi sole e vento.

Bene, il Mont Ventoux è la destinazione. Chiamo l’irriducibile Alberto che entusiasta si dichiara pronto al confronto col monte calvo. Utilizzando vari stradari su internet definiamo il percorso che ci porterà al nostro campo base cioè al simpatico villaggio di Malaucène, la cui zona è famosa per delle ottime ciliegie, dove abbiamo prenotato il solo pernottamento presso l’hotel “L’Origan” sito nella piazza principale.

Caricate le biciclette, i bagagli ed affini in auto si parte. Valperga e Malaucène sono divise da oltre 360 km che affronteremo con la dovuta calma. Imboccata la tangenziale di Torino dalla ex. SS460 proseguiamo in direzione Bardonecchia – Frejus (autostrada A32). Usciti a Oulx scendiamo verso Briançon dopo aver scollinato il Monginevro, quindi proseguiamo verso Gap dove ci fermiamo a pranzare. Riprendiamo la strada seguendo verso Serres e successivamente Nyons e poi Vaison la Romaine, dove incontriamo il cartello che ci indica l’abitato di Malaucène a pochi chilometri. Posteggiata la macchina nella piazza centrale del paese (parcheggio gratuito) ci rechiamo in albergo dove il simpatico gestore ci mette a disposizione, compreso nel prezzo del soggiorno di 23 € cadauno, un garage dove ricoverare le nostre biciclette. Abbiamo ancora parte della giornata da sfruttare, decidiamo quindi di andare a cenare e visitare Avignon.

Appena scesi dall’auto per pagare il parcheggio, una potente folta di Mistral ci da il benvenuto nella Vaucluse. Avignon è una città ordinata conosciuta per il famoso periodo storico della “cattività avignonese” (1309-1377) ovvero quando la sede del papato fu trasferita da Roma ad Avignon appunto. Data l’ora il Palazzo dei Papi è chiuso al pubblico e dobbiamo accontentarci di vederlo dall’esterno, tuttavia possiamo ancora visitare i giardini che offrono una splendida panoramica sul Rodano e sulla città, con l’imponente mole del Ventoux a far da sfondo.

Ora è tempo di andare a riposare, domani sarà una giornata intensa.

Venerdì 2 giugno 2006: Assalto alla cima Cronaca di un giovedì 2 giugno 2006 memorabile 9.00 Dopo una colazione a base di zuccheri, maltodestrine, destrosio e fruttosio roba da far venire il diabete solo a leggere, andiamo nel garage prendere i nostri mezzo a due ruote coi quali sfideremo sole, mistral, pendenze ed ogni sorta di ostilità.

9.15 Nel bagagliaio dell’auto preparo dosi massicce di integratori salini, miele e barrette per allontanare la disidratazione e la “cotta” che subdola è sempre in agguato.

9.30 Inizia l’avvicinamento a Bedoin da cui inizia l’ascesa al monte calvo 10.03 Giunti al colletto de la Madeleine, quasi insignificante per altitudine rispetto al monte calvo, incontriamo un tedesco equipaggiato di tutto punto che gentilmente scatta due foto, quasi immagini da destinare alla memoria dei posteri pensa lui quando viene a sapere, con sapiente mescolanza di inglese e gesti spumeggianti, quale sia l’obiettivo che s’intende conseguire.

11.06 parcheggio pubblico di Bedoin, si prende la strada verso Saint Esteve. La pendenza è dolce e la sfilata dei vigneti francesi rigogliosi distolgono ancora la mente dalla fatiche che stanno per incombere.

11.32 Raggiunto il primo due tornanti che caratterizzano la salita inizia la contesa col Mont Ventoux…Mancano 15km au sommet come dicono i francesi: mistral in faccia che a tratti sembra voler dirigere la bicicletta, sole che sbiadisce ed alterna le percezioni, pendenze importanti che sfibrano e consumano le gambe… Ma la testa c’è…La motivazione è troppo elevata per mollare la presa e si continua a pedalare.

12.17 Chalet Reynard termina il tratto più ostico della salita ed inizia il paesaggio lunare tipico del Ventoux: pietre inaride e spaccate dal sole che ci accompagnerannosino alla cima. Mancano ora solo poco più di 6 km alla vetta 12.50 meno di 100 metri al traguardo, ecco il secondo tornante, pendenza è micidiale quasi 15%… Improvvisa la folata più forte di mistral che quasi mi frena e sbatte a terra…Si stingono i denti e si scatta sconfiggendo l’ultimo tentativo bestiale delle forze naturali di fermaci…Il Ventoux è preso sono le 12.51 del 2 giugno 2006…Missione compiuta, Petrarca l’ha canto, noi l’abbiamo domato.

Nonostante sia quasi estate in vetta il clima è inospitale: 2 gradi con il vento freddo che risoffia in faccia, tempo di scattare due fotografie e giù a capofitto,nel versante opposto, verso la strada che ci conduce a Malaucène. Durante la discesa bisogna essere assolutamente lucidi e cauti: si raggiungono velocità quasi supersoniche (ho sfiorato gli 80km/h) assai rapidamente ed il fondo stradale in alcuni tratti è sconnesso con rischio di cadute rovinose.



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