Normandia, la regione dello scoglio ciaociao

Capita a volte, ed è il bello di questi viaggi “fai da te”, che a dispetto di una accurata preparazione preventiva, lo svolgersi del cammino porti a variare anche drasticamente le intenzioni di visita. Dunque destinazione Normandia, che è una magnifica regione al nord della Francia, dove la straordinaria dolce quiete della campagna e le...
Scritto da: Capitanoachab
normandia, la regione dello scoglio ciaociao
Partenza il: 23/07/2006
Ritorno il: 30/07/2006
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
Capita a volte, ed è il bello di questi viaggi “fai da te”, che a dispetto di una accurata preparazione preventiva, lo svolgersi del cammino porti a variare anche drasticamente le intenzioni di visita.

Dunque destinazione Normandia, che è una magnifica regione al nord della Francia, dove la straordinaria dolce quiete della campagna e le languide verdissime anse della Senna si uniscono alla selvaggia bellezza dell’oceano, e dove gli ingenti bombardamenti dell’ultima guerra hanno miracolosamente preservato molti luoghi, che mantengono così intatto un fascino d’altri tempi.

Il viaggio (1200 km dal nord Italia) viene diviso in due giornate; la prima sosta, dopo un migliaio di km, a Chartres per una visita d’obbligo alla meravigliosa cattedrale praticamente intatta in ogni sua parte, persino nelle vetrate del XII secolo conservatesi pressochè integre nei secoli.

Qui purtroppo devo riportare uno “sconsiglio” fortissimo: non alloggiate all’Hotel de la Poste, nonostante sia segnalato dalla catena dei Logis de France, verso cui è già partita una ferma lettera di reclamo. All’arrivo ci accoglie una rassegnata signora in desabillè (alle 16.30, non alle due di notte), capelli arruffati, calze arrotolate sino alle ginocchia e ciabatte ai piedi, che fa una reception diciamo approssimativa, e ci assegna le chiavi delle quattro camere (prenotate da settimane), che risultano poi essere autentici forni, con pareti di legno (sic!), serramenti sconnessi, macchie di materia organica sulla moquette, nei bagni, sulla carta da parati! Il pavimento in legno oscilla e sobbalza ad ogni passo. Meglio non pensare a quel che potrebbe succedere in caso d’incendio. I servizi sono oscenamente insufficienti, con lavabo in formica (forse buoni per i mercatini di modernariato), ovviamente macchiati, doccia di 40cm x 40 e tutto il resto di conseguenza. I letti non sono preparati. Decidiamo di abbozzare; apriamo le finestre alla ricerca di una bava di vento ed usciamo a visitare la città.

La visione della cattedrale va oltre ogni aspettativa: in un primo momento l’interno è assolutamente buio, poco illuminato da piccoli fari, quasi lumini, ma se si ha la pazienza di attendere una decina di minuti l’accomodamento degli occhi fa in modo che si possa vedere tutto nei minimi particolari, ed apprezzare in controluce anche le meravigliose vetrate, ed il grandissimo labirinto che occupa buona parte del pavimento. Notevole ed suggestivo il grande organo a nido di rondine, aggrappato al lato destro della navata centrale. Impressionante l’esterno per dimensioni, grazia e figurazioni misteriose.

Viene l’ora di cena e qui consiglio di leggere accuratamente tutti i menu –ed i relativi prezzi- prima di sedersi all’esterno ombreggiato di uno qualsiasi dei numerosi ristorantini che circondano la piazza. Ci siamo trovati bene a “Le Bistrot de la Cathédrale” dove persino le cameriere sono assai graziose. Cibo decente e prezzi accettabilmente cari, come usa in Francia.

Torniamo alla topaia, ma le stanze sembrano ancora più calde per cui ci rifugiamo per strada commentando allegramente l’infortunio ed aspettando che arrivi mezzanotte.

Dopo un sonno popolato di ragni ed ogni tipo d’insetto bavoso scappiamo a gambe levate, non senza aver pagato 8 euro per ogni auto alloggiata in una autentica stalla sul retro della topaia, col pavimento in terra battuta “onde del mare” e tetto in condizioni poco rassicuranti.

Allegramente ci dirigiamo verso Les Andelys, sulla Senna, che è l’unione di due piccoli romantici paesi pieni di verde, d’acqua calma e con due cattedrali gotiche di epoche diverse che meritano senz’altro la visita.

Finalmente possiamo dirigere le prue verso Etretat, dove arriviamo nel primo pomeriggio.

Etretat è una stazione di soggiorno che deve la sua fortuna alla miriade di pittori, musicisti, intellettuali che l’hanno abitata per l’intero ottocento. E’ famosa per le Falesie, pareti di roccia bianca friabile a strapiombo sull’oceano, con un effetto scenografico singolare e coinvolgente. Mentre la Francia si dibatteva nella “Canicule” ad Etretat si godevano i 25 gradi lievemente aromatizzati da una brezza salmastra. Un paradiso. La spiaggia arcuata è ghiaiosa, l’oceano non è certo vellutato, ma vedere in ora di punta cinquecento metri di spiaggia con un centinaio di persone davvero non dispiace.

Avevamo prenotato alla “Dormy House” che poi si è rivelata al di sopra di ogni aspettativa, e la consiglio vivamente per lo straordinario rapporto qualità / prezzo e la professionalità degli addetti. L’albergo, formato da tre corpi distinti elegantemente uniti da un ponte “dei sospiri”, si trova proprio sopra una falesia, vi si accede per una comoda strada ombreggiata che vi porterà ad un parcheggio oltre il quale una sbarra Vi impedirà l’accesso. L’interno del resort è infatti giudiziosamente vietato ai mezzi a motore: tutta la movimentazione viene effettuata con appositi caddy elettrici.

Questa è una sistemazione fra quelle che si possono denominare “definitive” infatti ci siamo fermati per cinque giorni ed abbiamo tutta l’intenzione di tornarci. Pulizia oltre ogni aspettativa, camere ampie e ben arredate, grandi terrazzi comuni su cui prendere il sole, o far colazione; servizio in camera (una rarità per questa categoria); cucina di tutta eccellenza. Per i più raffinati non manca uno spettacolare campo da golf a 18 buche. Possibilità di escursioni lungo le falesie praticamente infinite.

Partendo da questa residenza abbiamo fatto alcune delle visite programmate, che qui elenco in ordine casuale, che rappresentano solo una minima parte delle possibilità.

*Bayeux e le spiagge dello sbarco.

La cittadina di Bayeux è letteralmente dominata dalla grandissima cattedrale gotica, la cui visita porta via almeno mezza giornata; da non dimenticare il museo che contiene il famoso arazzo lungo 70 mt. Senza commento la visita ai luoghi dello sbarco, ed ai relativi cimiteri di guerra, di fronte ai quali è doveroso meditare. Andate e vedrete.

*Rouen Città dai vivacissimi scambi commerciali, sulla Senna, è uniformemente grigia e tormentata dai lavori in corso, da visitare la Cattedrale ed il relativamente piccolo centro storico; non vergognatevi di salire sul carretto tirato da due splendide e statuarie cavalle nere da tiro, cui la giovane cocchiera sussurrerà per tutto il tempo. E’ il metodo migliore per appuntarsi le cose da vedere poi a piedi.

*La via delle Abbazie Segue il corso sinuoso della Senna ed è uno dei motivi per visitare la regione; assolutamente da non perdere Jumeges, Saint Martin de Boscherville, Saint Wandrille e la bella cittadina di Caudebec en Caux con una enorme bellissima cattedrale del tutto sproporzionata all’importanza del paeseà. Ogni luogo è una autentica enciclopedia di architettura, storia ed arte.

*Yport e Fècamp, di seguito sulla costa ad est di Etretat; borghi affascinanti, impressionanti i ruderi e la basilica della Trinitè; non mancate di visitare il folle palazzo Benedictine; nei dintorni di Fecamp non andate a visitare il Castello rinascimentale di Angerville-Bailleux che è sempre chiuso nonostante i cartelli. Il cancello d’entrata è pieno di calcinacci ed il torrino allato lo trovate sminuzzato per terra, ben gli sta.

*Valmont merita un discorso a parte: se volete andarci per vedere la piazza lastricata in pietra bicolore, lasciate perdere perché l’hanno asfaltata; se volete vedere il castello, rimanete al Dormy House a prendere il sole, perché è visitabile (ed a pagamento!) solo all’esterno, e già il solo vedere le case dei coloni mi ha fatto propendere per l’immediato re-innalzamento di quella bella macchina con la lama affilata che in Francia ha risolto molti problemi. Andateci invece per i resti dell’Abbazia Benedettina (1169), con i ruderi di una bellissima chiesa gotica, ristrutturata in epoca rinascimentale (1517) e poi abbandonata che, all’interno di un piccolo delizioso parco…Non troverete, perché celata dentro una specie di capannone-fienile che poi, capito il meccanismo, si rivela una autentica perla architettonica moderna. Non potendo restaurare quel che restava, il tutto è stato sapientemente incapsulato in questa anonima struttura: entrati si gode liberamente di tutto quel che è rimasto, che non è poco, e specialmente di una straordinaria cappelletta della Vergine, miracolosamente intatta ed assolutamente da vedere. Le gentilissime suore che abitano il convento vi mostreranno, pure se sarete fuori dagli orari di visita, anche la sacrestia (ora utilizzata per stirare i paramenti) con boiserie seicentesche, una delizia. Le monache non accettano alcun compenso, lasciate nella cassetta delle elemosine.

All’uscita vi accorgerete di aver visitato uno dei luoghi dell’anima. La madre badessa ha 101 anni epperò non gode di ottima salute.

L’ultima considerazione riguarda le maree, che come si conviene alla zona sono molto spiccate, circa 7 metri di media, e che sommergono due piccoli isolotti di fronte ad Etretat, anzi uno dei due, essendo più alto e di una curiosa forma a sommergibile, è stato battezzato dalla più piccola fra noi “Ciao-ciao” perché riesce a “star sotto” solo un’ora e poi riemerge, forse a riprender fiato, ed al successivo giro di marea sembra che saluti gli astanti: Ciaociao, ci vediamo presto.

Guide: Touring: Guida verde Normandia / Bretagna 2003 Touring: Geoguide Normandia 2006 Logis de France: edizione 2006 Navigatore: Tomtom go 910



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