Capodanno 2004/2005 a Vienna

Ciao a tutti! PREMESSA Siamo stati tante volte in Austria ma non abbiamo mai avuto l’occasione di visitarne la Capitale. Per questo capodanno, sfumata per problemi lavorativi la possibilità di visitare lo Sri Lanka e le Maldive (questa si che è fortuna!), decidiamo di partire all’ultimo momento (last minute) per questa meta. Vienna e i suoi...
Scritto da: Paolo Ciscato 3
capodanno 2004/2005 a vienna
Partenza il: 29/12/2004
Ritorno il: 02/01/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Ciao a tutti! PREMESSA Siamo stati tante volte in Austria ma non abbiamo mai avuto l’occasione di visitarne la Capitale. Per questo capodanno, sfumata per problemi lavorativi la possibilità di visitare lo Sri Lanka e le Maldive (questa si che è fortuna!), decidiamo di partire all’ultimo momento (last minute) per questa meta. Vienna e i suoi luoghi comuni: la città del Valzer, di Mozart, del concerto di capodanno, degli Asburgo, di Sissi, dei Palazzi e dei Castelli, del Danubio e della Ruota, della vita serena ma austera, della Sachertorte e … e con questi stereotipi ci apprestiamo a conoscerla, pronti a ricrederci.

Mercoledì 29 Dicembre Partiamo dalla provincia di Vicenza alle 06:30 e prendiamo l’autostrada per Mestre e poi proseguiamo per il Tarvisio.

Prima di arrivare al valico di confine acquistiamo in un autogrill il bollino (vignette) per le autostrade austriache al prezzo di poco meno di 8 Euro.

Percorriamo tranquillamente i 670 Km fino ad arrivare, alle 14:00, in prossimità di Vienna dalla parte sud. Decidiamo di uscire dall’autostrada a circa 15 Km dalla capitale e cerchiamo alloggio nei dintorni di Mödling. Stranamente non riusciamo a trovare le insegne degli alberghi. Dopo alcuni tentativi troviamo un’affittacamere ma è tutto occupato; proviamo con un altro lì vicino ma ci sembra troppo spartano e l’anziana padrona non parla inglese. All’ingresso di Mödling troviamo sulla sinistra un altro affittacamere (Privatzimmer 0043(0)2236/28-888) e, dopo aver visto la camera nuova, ampia, pulita e calda, decidiamo di accettare anche se l’importo (55 Euro con colazione in due) non ci sembra molto economico ma li vale tutti! Dopo averci sistemati usciamo e andiamo nella vicina stazione per vedere gli orari dei treni per Vienna. Chiedo informazioni e mi dicono che da lì non si può usare la Vienna Card perchè questa vale solo all’interno della città. Andiamo, quindi, nel centro della cittadina mentre un forte vento freddo ci penetra le ossa. Passeggiamo tranquillamente nel centro storico che è molto bello, chiuso al traffico e con pavimentazione in porfido. Si susseguono molti negozi ben illuminati e entriamo in qualcuno per scaldarci un po’ e per passare un po’ di tempo. Giunti nella piazza principale ci sono delle capannine di legno dove vendono bevande calde e il maialino portafortuna con l’augurio “Prosit 2005”.

Ormai infreddoliti al limite della sopportazione cerchiamo un locale dove cenare. Quelli visti in centro non ci soddisfano e allora decidiamo di andare in auto in cerca di qualcos’altro. Stranamente tutti i ristoranti sembrano chiusi e ci spostiamo così nel vicino paese dove troviamo un ristorante greco dove degustiamo le specialità della loro cucina.

Giovedì 30 Dicembre Ci svegliamo alle 8 dopo una notte tranquilla e calda. Alle 8:30 troviamo il vassoio della colazione fuori della nostra camera e mangiamo con molto appetito. Alle 9:15 partiamo in macchina e decidiamo di raggiungere la prima stazione della metropolitana da dove partire per la visita alla città. Dopo aver girato un po’, com’è normale quando non si conosce la città, troviamo la stazione della metropolitana a Meidling (in direzione di Linz) e parcheggiamo l’auto lungo una via secondaria, senza problemi di pagamento o di disco orario. Scesi nella stazione (Philadelphiabrunner) facciamo La Vienna Card che, al prezzo di 16,90 €, consente di girare per 72 ore (3 giorni) con tutti i mezzi pubblici a Vienna ed inoltre offre sconti sui biglietti di ingresso dei palazzi e musei. Assieme alla Card ci viene anche consegnato una piantina dei mezzi pubblici e un opuscolo che spiega, anche in italiano, come usarla e tutti i vantaggi connessi.

Alle 10:30 obliteriamo la card e partiamo per la visita al centro storico di Vienna. Con la mappa della metropolitana arriviamo in un attimo nella Stephansplatz. Salendo dalla metropolitana vediamo sopra di noi le guglie della cattedrale gotica e un vento gelido ci accoglie nel cuore di Vienna. Il cielo è nuvoloso e cominciamo la visita guardandoci attorno per ambientarci e per apprezzare l’architettura che spazia dal Gotico della cattedrale di Stephansdom con il suo campanile (Stefanino) ora in restauro, allo stile austero dei palazzi Asburgici, al grigiore degli edifici anni sessanta, alla modernità della curvilinea dell’Haas-Haus che riflette le guglie della Cattedrale. Sul pavimento della piazza ci sono delle formelle fatte a stella che ricordano i grandi compositori che vissero a Vienna; tra loro ci sono anche molti italiani.

La Cattedrale di Santo Stefano è tra i più significativi esempi di architettura gotica dell’Europa centrale e l’incontrastato simbolo di Vienna. Entriamo e, nonostante la poca luce, stupiscono le alte e lunghe navate che portano lo sguardo verso il cielo; bellissimo il pulpito nella navata centrale che ritrae, oltre ai 4 padri della chiesa, anche lo stesso autore. La visitiamo velocemente perché sta per iniziare una celebrazione. Una volta usciti ne facciamo il giro ammirando il tetto in tegole smaltate e i possenti contrafforti che mi ricordano “Tom il costruttore” del romanzo “I pilastri della terra” di Ken Follett.

Percorriamo il Graben, l’allungata piazza da secoli cuore commerciale della città, con al centro la Pestäule in tipico barocco viennese. Ai lati della piazza innumerevoli negozi catturano l’attenzione di mia moglie e ogni tanto entriamo in qualcuno per scaldarci un po’. Arriviamo in pochi minuti all’Hofburg, il palazzo imperiale che fu fino al 1918 residenza degli Asburgo ed è costituito da un complesso di edifici dallo stile non uniforme, costruiti in epoche successive. Qui sono famosi gli appartamenti del Kaiser dove visse in tristezza l’imperatrice Elisabetta, più nota con il vezzeggiativo di Sissi. Procediamo la nostra passeggiata fino ad uscire verso i Volksgarten. Fa così freddo che decidiamo di tornare nel centro a mangiare qualcosa di caldo. Ci fermiamo al Nordsee, un ristorantino di specialità nordiche e prendiamo una zuppa di pesce e del merluzzo impanato (capitan Findus?). Più che il mangiare assaporiamo il caldo tepore che ci fa riprendere le normali funzioni cerebrali.

Alle 14 riprendiamo la visita andando sulla via commerciale Kärntnerstrasse, con tantissimi negozi di lusso e un brulicare di turisti. Lì vicino c’è il Neuer Markt, la piazza del “mercato nuovo”, una delle più antiche di Vienna. Cerchiamo a lungo la Figarohaus che si trova dietro la cattedrale ma è introvabile perché diroccata e senza alcuna indicazione; in questa casa Mozart compose le “Nozze di Figaro”.

Più tardi attraversiamo l’Hofburg e ci incamminiamo lungo la Ringstrasse per passare davanti al parlamento in stile ellenistico totalmente fuori luogo in questo posto e successivamente arriviamo davanti al Rathaus, il municipio in stile neogotico, tutto illuminato e con moltissime bancarelle natalizie che rendono l’atmosfera particolarmente suggestiva. Intanto il vento si attenua e un po’ di sereno rende rosso il tramonto.

Nonostante cominci l’imbrunire, prima di cena, decidiamo di andare a perlustrare la zona del Belvedere. Dopo aver sbagliato treno, scendiamo nella stazione di Rennweg, uno dei quartieri più antichi di Vienna. Non sapendo che direzione prendere e non essendoci alcuna indicazione turistica per il Belvedere, chiediamo informazioni e ci viene indicato di salire per un po’. Dopo aver camminato a lungo chiediamo nuovamente e infine arriviamo all’entrata (chiusa) del Belvedere Superiore. Continuiamo il giro cercando anche un ristorante dove cenare. Arriviamo intanto all’entrata, anch’essa chiusa, del Belvedere Inferiore. La birreria Salm Brau, appena fuori dal Belvedere Inferiore e consigliataci da altri Turisti per caso, è chiusa per le festività: un vero peccato! Ritorniamo in prossimità della stazione di Rennweg, passando davanti al Consolato d’Italia, e scopriamo di aver fatto un’inutile lunghissimo giro a piedi a causa delle informazioni sbagliate dateci in precedenza: avrà fatto apposta perché siamo italiani? Troviamo un locale tipico (di fronte alla stazione) con la classica tedescona scorbutica che ci porge un menù in italiano. Nonostante siano solo le 18:30 ordiniamo zuppa di frittatine e grigliata mista. Mangiamo con appetito e ci scaldiamo dopo una giornata passata al freddo. Alla fine beviamo un punsch caldo che è una specie di vin brulè e questo ci fa venire le guance rosse.

Riprendiamo a ritroso il treno e poi la metropolitana e alle 21 siamo già di ritorno nella nostra camera.

Venerdì 31 Dicembre Come al solito ci svegliamo alle 8, facciamo la solita colazione e partiamo alle 9:15. Prima di arrivare nella solita stazione della metropolitana di Meidling trovo un distributore che vende la super a 0,929 € al litro (in Italia costa circa 1,120) e ne approfitto per fare un bel pieno! Alle 10 prendiamo il metrò e in 30 minuti arriviamo al castello di Schönbrunn. Ci sono tantissimi turisti e ci mettiamo in coda per acquistare il biglietto di ingresso. Prendiamo il biglietto per il Grand Tour che, al prezzo di 9,60 € scontati, dà l’accesso a circa 40 stanze. L’entrata programmata è per le 11:43; intanto ci leggiamo la guida del Touring Club e aspettiamo il nostro turno.

Il castello di Schönbrunn (“bella fonte”) fu usato dagli Asburgo come residenza estiva, grazie alla sua vicinanza con la Capitale. Incendiato e raso al suolo dai turchi nel 1683 fu ricostruito nel 1695 e l’attuale aspetto rococò fu commissionato dall’imperatrice Maria Teresa a cui si deve il caratteristico colore “giallo Schönbrunn”. Alla fama di “Versailles degli Asburgo” contribuì anche Napoleone che vi insediò il proprio quartier generale nel 1805. Fu sede di grandi avvenimenti della storia: dal “Congresso di Vienna” tra il 1814 e 1815 all’incontro kennedy-Kruscev del 1961.

L’ingresso principale si apre da una cancellata di ferro battuto e lo sguardo spazia tra l’imponenza del Palazzo e la grandiosità dei giardini. Giunta la nostra ora entriamo e ci viene consegnata l’audioguida in italiano. Saliamo per lo “scalone azzurro” e visitiamo con calma le moltissime sale e ognuna ci stupisce per lo sfarzo, la bellezza, la quantità di avvenimenti successi tra queste mura, e approfondiamo così la nostra conoscenza su Maria Teresa d’Austria, Francesco Giuseppe e, naturalmente, Sissi. Di quest’ultima si vedono anche gli attrezzi per la cura della persona e tutto quello che le serviva per esaltare la sua triste bellezza. L’audioguida ci spiega che per mantenersi in linea mangiava solo una zuppa in completa solitudine e dedicava molto del suo tempo all’attività fisica. Amata dal suo popolo non riuscì mai ad adattarsi alla vita di corte; per certi versi ci sembra che abbia molte affinità con Lady Diana: entrambe morirono infelici e in modo tragico e violento! Sissi fu infatti assassinata da un anarchico italiano (bella fama che abbiamo!).

La visita è un susseguirsi di splendide sale, le più famose delle quali sono la “grande galleria”, “la stanza del milione”, la “stanza del biliardo”, il “salone degli specchi”, la “stanza di Napoleone” e quella delle “porcellane”, le sale dove risiedeva e lavorava l’imperatore Francesco Giuseppe e di seguito quelle dell’imperatrice Maria Teresa. Interessante anche la toilette dove campeggia un prototipo di water fatto in legno. In una di queste stanze il piccolo Mozart, all’età di sei anni, suonò per l’imperatrice e poi le saltò in grembo e la baciò teneramente come fosse sua mamma. Alla fine ci sono gli appartamenti di Francesco Carlo e Sofia di Baviera. Sissi fu infatti cugina di Ludwig II di Baviera , famoso per la sua eccentricità e per i castelli fiabeschi che fece costruire in Baviera (Neuschwanstein) e che abbiamo visitato anni fa.

Usciamo dal Palazzo alle 13 e passeggiamo per i giardini fino alla Gloriette con un vento che ci fa rabbrividire. Essendo inverno i giardini sono disadorni e le fontane prosciugate: la meravigliosa scenografia di questa Versailles Viennese trova spazio solo nella nostra fantasia. Ci riproponiamo di tornare in primavera per completare la visita con i colori sgargianti di questi giardini. Dalla Gloriette, fatta costruire da Sissi, si domina tutto il castello e tutta la città alle sue spalle: è proprio uno scorcio fantastico! Alle 14:15 usciamo da Schönbrunn e ci trasferiamo nuovamente al Belvedere. Il complesso è composto da due palazzi contrapposti, separati da una lunga prospettiva di giardini digradanti lungo la collina. Entriamo da quello Inferiore e camminiamo tra i giardini, purtroppo spogli, fino a quello Superiore. Ammiriamo i palazzi che sono considerati tra le più belle ed eleganti residenze principesche d’Europa e ci stupisce il palazzo del Belvedere Superiore che si rispecchia nella fontana/laghetto. Nel Belvedere Inferiore la TV Austriaca sta allestendo il set per le riprese del balletto che sarà trasmesso all’interno del concerto di capodanno. Alle 16, mentre sta per imbrunire, ci trasferiamo al Prater e arrivando si vede sullo sfondo la famosa ruota panoramica illuminata; l’uscita della metropolitana è un po’ squallida e desolante e alcuni barboni si preparano al “loro” capodanno: in pochi minuti a piedi siamo sotto la ruota. Acquisto il biglietto (6,50 € con sconto Vienna Card) solo per me, visto che mia moglie Gabri soffre di vertigini e parto subito per il giro panoramico. Prima di salire sulla “gondola” si passa per un piccolo museo che illustra la città di Vienna nelle varie epoche. La ruota comincia a girare e in pochi minuti raggiungiamo la parte più alta (circa 64 metri) da dove dominiamo la città illuminata sulla quale si alternano frequenti fuochi d’artificio. Sullo sfondo il rosso del tramonto segna lentamente la fine dell’ultimo giorno del 2004 mentre fuori un forte vento ulula e fa oscillare la “gondola”. Dopo circa 15 minuti rimetto i piedi a terra e trovo Gabri che mi attende, al caldo, nel negozietto di souvenir (carissimi!). Passeggiamo un po’ per il Prater, il vastissimo e celebre parco pubblico che si estende in prossimità del Danubio e che fu riserva reale di caccia. Durante il Congresso di Vienna fu teatro di mondanità e di feste. A noi sembra un po’ desolante, visto che tutte le altre giostre e attrazioni sono quasi tutte chiuse. Decidiamo quindi di tornare nella zona del Belvedere Inferiore per cenare. Alle 18:30 siamo già seduti nel ristorante “Fasanl-Wirt” al Rennweg 24 dove prenotiamo il nostro cenone di capodanno di turisti fai da te. Il menù prevede: fritattensuppe (zuppa di frittatine), Wiener Schnitzel (cotoletta di vitello alla viennese) e birra. Nonostante ci sia poca gente, purtroppo però, c’è molto fumo e alle 20:30 ci spostiamo in Stephansplatz mentre comincia a piovigginare.

In metropolitana vediamo molta gente che si dirige verso il centro e siamo incuriositi nel vedere come i “viennesi” si apprestano a festeggiare il capodanno. C’è persino una ragazza in minigonna, sandali estivi senza calze: come farà a resistere con questo freddo? Usciamo dalla metropolitana che pioviggina e tutto attorno si sentono innumerevoli scoppi di petardi. La gente si accalca lungo le vie e dei ragazzotti lanciano i petardi sui piedi della gente per farla spaventare. Passeggiamo per il Graben tra chioschi di cibo e bevande calde e stand dove suonano musica assordante. Spesso vediamo degli ubriachi che a stento si reggono in piedi tra l’indifferenza generale. Arriviamo fino ad Hofburg e torniamo indietro fermandoci in uno stand ad ascoltare un po’ di musica classica.

Alle 22:30 ci trasferiamo a Mödling e lungo la strada troviamo pochissimo traffico. Speriamo che ci sia un po’ di “animazione” nel piccolo centro del paese ma c’è solo un chiosco e poca gente. I pochi locali aperti sono pieni di gente e di fumo e allora passeggiamo sotto la pioggerellina per un po’ e poi torniamo a casa alle 23 e festeggiamo da soli il capodanno 2005, nella speranza che sia un anno migliore del precedente.

Sabato 1 Gennaio Visto che è capodanno dormiamo un po’ di più ma partiamo comunque per la nostra visita quotidiana della capitale. Lungo la strada troviamo pochissimo traffico e alle 10:15 siamo alla fermata del treno per Rennweg, in ritardo di 30 minuti.

Il cielo è velato con qualche sprazzo di sereno, l’aria è comunque fredda. Ci stupisce vedere che le panetterie sono aperte! Torniamo al Belvedere per vedere la mostra sull’arte austriaca dal periodo neoclassico ai giorni nostri con i famosi dipinti del viennese Gustav Klimt (famoso “Il bacio”). Il Belvedere Inferiore è ancora chiuso per la registrazione del balletto del concerto di capodanno. Il Belvedere Superiore apre alle 12 e quindi decidiamo di procedere oltre con la visita tralasciando la mostra: sarà per un’altra volta. Intanto comincia una pioggerellina ghiacciata e andiamo a piedi a Karlsplatz dove campeggia la Karlskirche, dedicata a S. Carlo Borromeo, e considerata tra le più belle chiese del barocco viennese, contraddistinta da due alte colonne. Lì vicino c’è anche la fermata della metropolitana in stile rococò che spesso si vede nelle illustrazioni di Vienna.

Da qui andiamo a vedere le Hundertwasserhauses e per raggiungerle usciamo alla fermata del metrò a Landstrasse, poi con il tram (linea O) in tre fermate arriviamo a Radetzkyplaz e da qui con la linea N arriviamo a Hetzgasse e poi 100 metri a piedi. E’ un complesso di 50 appartamenti realizzati dal pittore austriaco F. Hundertwasser che rappresentano un’esotica “rottura” con i canoni dell’architettura contemporanea: sono infatti prive di spigoli, le superfici e i pavimenti non sono piane ma curviformi, i colori sono sgargianti e l’impressione generale è che i vari appartamenti siano incastrati come in un grande puzzle tridimensionale. Gli appartamenti sono privati e non si possono visitare ma c’è un piccolo centro con molti negozietti che è stato costruito con la stessa “filosofia” e ci divertiamo a vedere le “originali stranezze” di queste costruzioni. Beviamo un punsch caldo e alle 14:15 riprendiamo il tram (linea N) fino a Josefs Kai da dove si può vedere il Danubio incanalato e da qui procediamo a piedi verso il centro. Visto che è l’ultimo giorno a Vienna acquisto le famose Mozartkugeln, meglio note come “palle di Mozart”, e giriamo un po’ per la Bäckerstrasse, una delle più antiche il cui nome “via dei fornai” risale al XI secolo. Lì vicino, in Hoher Market, c’è anche L’Ankeruhr, l’orologio con i personaggi della storia viennese che, a mezzogiorno, accompagnato dal suono del carillon, mostra in successione tutte le figure.

Lì vicino c’è anche la Ruprechtskirche, la chiesa più antica di Vienna, eretta nel secolo XI sui resti di una porta romana.

Torniamo quindi su Stephansplatz e ripercorriamo il Graben: dopo la notte di bagordi tutto sembra già ritornato alla normalità e proseguiamo fino all’Hofburg, e attraverso i Volksgarten arriviamo al Rathaus dove viene proiettato su maxischermo il concerto di capodanno. Tutto attorno è un brulicare di gente tra le bancarelle che vendono cibi e bevande calde: un buon profumino di wustel e patate fritte ci fa venire l’acquolina in bocca! Infreddoliti ritorniamo nella camera.

Domenica 2 Gennaio Ci svegliamo come al solito con la dovuta calma, assaporando l’ultimo giorno di vacanza. Dopo aver rifatto i bagagli facciamo colazione e carichiamo la macchina. Ripartiamo verso l’Italia e, prima di varcare il confine, facciamo l’ultimo pieno di benzina a “prezzo scontato”. Uscendo dall’Austria ripensiamo a questi giorni e a quello che abbiamo visto. Conveniamo che i luoghi comuni su Vienna, e menzionati all’inizio, sono proprio una realtà. Pensavamo di trovare una città particolarmente abbellita e in stile natalizio ma in realtà è come ogni altra grande città: un po’ di luci e poco altro: per il Natale sono sicuramente più tipiche le cittadine del Tirolo. Sicuramente vale la pena di tornare in primavera quando il clima mite abbellisce i parchi e i giardini facendo maggiormente risaltare la bellezza dei palazzi. Più avanti ci fermiamo per mangiare qualcosa ma l’autogrill è strapieno di gente. Decidiamo allora di fare ancora un po’ di strada e arriviamo a casa nel primo pomeriggio, in tempo per risistemarci e prepararci per la traumatica ripresa del lavoro.

Paolo



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