10 amici a Oslo, quasi per caso

Prima di Natale abbiamo deciso di organizzare una gita insieme, una piccola rimpatriata con gli amici del liceo (e rispettivi consorti). Consultate le offerte di voli per gennaio, la città prescelta è risultata Oslo, tranquilla capitale del Nord, dove 15 anni prima, alcuni di noi erano passati in inter-rail alla volta di Bergen… Venerdì...
Scritto da: Cat&Angelo
10 amici a oslo, quasi per caso
Partenza il: 26/01/2007
Ritorno il: 28/01/2007
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
Prima di Natale abbiamo deciso di organizzare una gita insieme, una piccola rimpatriata con gli amici del liceo (e rispettivi consorti). Consultate le offerte di voli per gennaio, la città prescelta è risultata Oslo, tranquilla capitale del Nord, dove 15 anni prima, alcuni di noi erano passati in inter-rail alla volta di Bergen… Venerdì 26 gennaio Pensavamo di non trovare altri pazzi che si avventurassero in questa piccola capitale del freddo Nord, nei giorni piu’ gelidi dell’anno… invece il volo Rayn – air era quasi pieno: incredibile!!! Sarà stato forse per l’offerta che prevedeva un biglietto A/R a meno di 25€, spese comprese? L’aereo parte alle 8.55, in perfetto orario, in un nevoso venerdì di gennaio… Superate le paure di alcuni (*divertente* volare con amici di lunga data non esattamente a loro agio in aereo ;( persino io ho avuto qualche perplessità su cosa possa accadere quando fa MOLTO freddo…) per me che adoro volare c’è una relativa delusione: ad Orio il cielo è completamente coperto, proprio la sera prima della partenza ha iniziato a nevicare e così pure ad Oslo, così atterriamo nelle nuvole… Sull’aereo leggo con attenzione un collage di informazioni tratte da vari siti sul turismo norvegese, siti locali, racconti di tpc che hanno visitato la capitale della Norvegia e in tutti ricorre un blando entusiasmo: in effetti, io non ricordo gran chè della nostra precedente visita, addirittura ci chiediamo se ci siamo stati davvero… ecco un ottimo motivo per tornarci! Accanto a me viaggia una ragazza italiana che vive in Norvegia da anni, mi racconta che il tempo è stato anormalmente caldo fino ad una settimana prima, dopo un’estate caldissima, e che ha iniziato a nevicare da poco e aggiunge che è raro atterrare con una visibilità così limitata, che implica il perdersi la vista dei fiordi dall’alto… che fortunelli! 😉 Approfitto di questo incontro fortuito per chiedere alcuni consigli a chi vive in loco e la ragazza mi dice che in realtà non ci sono molte cose da vedere, salvo i super classici segnalati dalle guide… è chiaro che a Oslo ci si passa solo… aggiunge di sapere ben poco di locali e ristoranti, perché a causa delle severissime leggi sugli alcolici quando raggiunge i suoi amici a Oslo non li frequentano molto dovendo poi guidare per tornare nella foresta dove abita… però mi fornisce alcuni suggerimenti che si riveleranno poi utili. Arriviamo in orario, ma siamo così tanti che il bus che porta da Torp a Oslo parte con un ritardo e riempe ogni singolo sedile!!! Da notare che ogni volo ha praticamente un bus ad hoc (le informazioni sono facilmente reperibili sul web http://www.torpekspressen.no/english/index_uk.htm), il che è molto comodo ed efficiente, soprattutto per il ritorno: nessun problema per calcolare un eventuale orario, te lo segnalano direttamente loro, con un bus apposta per ogni volo; è conveniente comprare direttamente il biglietto di andata e ritorno che costa 250nok, pagabili in carta di credito, o anche in euro (30€), direttamente sul bus. Il viaggio, che dura quasi un paio di ore, ci introduce ai paesaggi ovattati dell’inverno al Nord. Neve candida ricopre ogni cosa -è davvero strano per noi vedere della neve realmente bianca ai margini delle strade, senza un minimo segno dello smog- e quando sprazzi di cielo fanno capolino in mezzo alle nuvole sono di un azzurro davvero intenso, a testimoniare l’assenza quasi totale di inquinamento… Ecco perché vale la pena di fare un viaggio in Norvegia in pieno inverno! Il capolinea è alla stazione dei bus in centro Oslo, scendiamo e ci dirigiamo a piedi all’Anker Hostel, che raggiungiamo in pochi minuti. Siamo ben coperti ma ci rendiamo conto che la temperatura è rigida e le strade coperte di neve, ma rese sicure da abbondante sale! Abbiamo prenotato, direttamente dal sito dell’ostello, scegliendolo dopo aver letto molti feedback positivi sul web, perché pareva rispondere bene alle nostre esigenze: costo contenuto, stanze con bagno privato, posizione strategica e, soprattutto struttura pulita (pulizia quotidiana). Per chi si ferma piu’ giorni segnalo che c’è un angolo cottura in ogni stanza. Purtroppo molti hotel di questa città hanno giudizi compromessi dal cattivo rapporto prezzo/qualità con particolare accento alla non pulizia delle strutture e sono obiettivamente cari. La doppia con bagno privato costa 28€ a notte a persona, la quadrupla 22€. Le lenzuola son affittate a parte, idem gli asciugamani, per chi viaggia leggero. Non si può dormire nel sacco a pelo. Per Oslo sono prezzi molto contenuti. Personalmente ho trovato coerente a quanto cercavamo questa struttura, la doppia era calda, pulita per essere un ostello, il bagno privato molto comodo (quando andavo per ostelli 15 anni fa, i bagni erano sempre comuni, le brande, vere brande, e alcune stutture fatiscenti…); chi invece ha dormito nella quadrupla mi ha detto di aver dormito in ostelli migliori: non aspettatevi standard da 3 stelle! Le camere sono basiche, i letti, singoli, pur semplici ed essenziali, sono anche comodi, unibili volendo. Lo spazio è poco, ma la stanza non è opprimente. Una volta registrati e sistemati nelle stanze tutti e 10 è ormai buio! Purtroppo alle 4 di pomeriggio il sole tramonta… Usciamo a piedi, coperti a cipolla con vari strati, come se fossimo al polo 😉 (quasi ci siamo…ed erano anni che non vestivo cappello e sciarpa di lana e non sentivo la faccia fare male dal freddo… ) e con gli scarponcini da montagna (senza suola adatta si scivola sulle strade ghiacciate); iniziamo a familiarizzare con la città: non riesco ancora ad inquadrarla! Tutto è ordinato e pulito, nemmeno una cartaccia per terra, molti negozi indiani, molti pub irlandesi, tante catene di caffetterie (7/11, DeliDeLuca, e gli immancabili fast food internazionali), tantissimi negozi di arredamento, palazzi di vetro in costruzione, molte strutture moderne, quasi nulla conserva una sua storia in questa zona, un richiamo alla tradizione; poche persone in giro, automobilisti educatissimi (appena accenni a fermarti ai bordi di una strada, si arrestano e attendono che tu attraversi…qui forse inizierebbero a guardarti storto sperando, sulla neve, di non doversi mai fermare per far passare un pedone! Figuriamoci fermarsi prima ancora che tu ti avvicini alle strisce!!!). Non si capisce come sia possibile, alcune ragazze usano stivali con il tacco sottile come da noi: come faranno a non scivolare??? Ovviamente non tutti vestono come pinguini come noi…e fa impressione vederli semplicemente in pile o giacconi *normali*! 😉 ma si sa, il turista che viaggia verso Nord fa sempre la figura di Totò a Milano nel celebre film… Nell’insieme la città sembra davvero tranquilla e sicura. Siamo tutti colpiti, quindi, dal vedere alcuni drogati, per strada, in condizioni davvero pietose, fa impressione vederli accasciasciati sulla neve bianchissima; ne avevamo incrociata una sulla strada per l’ostello nel primo pomeriggio, ed anche di sera mentre camminiamo verso il centro ne abbiamo incrociati altri; vedremo anche un paio di giovani clochards -e vi assicuro che fa freddissimo, un anziano non potrebbe sopravvivere!- davvero strano: in uno Stato come la Norvegia non te lo aspetti. La strada si affolla in prossimità dei corsi principali, forse dipende anche dal fatto che è quasi ora di cena per loro! La vita norvegese è sicuramente in anticipo di un paio di ore rispetto alla nostra. Si cena dalle 6 alle 8 di sera, per capirci alle 9 molti ristoranti chiudono. Troviamo un bancomat e preleviamo dei contanti in valuta locale, pur sapendo che è sempre possibile pagare in carta di credito, anche per piccole spese, lo realizzeremo dopo. Arriviamo alla zona del Parlamento, osserviamo i ragazzini che si allenano sulla pista di pattinaggio su ghiaccio all’interno del parco. Molti escono dalla metropolitana con gli sci o con i pattini da ghiaccio. In genere, gli “oslici” come li ha chiamati scherzosamente uno di noi, sembrano molto tranquilli e rilassati, anche se un po’ sulle loro. Continuiamo la nostra passeggiata fino alla Munkedamsveines e ci indirizziamo verso il mare. La vista della città illuminata è davvero suggestiva dai pontili. Facciamo alcune foto e ci chiediamo se sia possibile fare una gita in traghetto, anche in inverno… purtroppo non sarà possibile per motivi di tempo! Per la cena ho proposto un ristorante vegetariano, che tenevo davvero a provare, avendolo trovato segnalato in piu’ siti, come buon ristorante di lunga tradizione e low cost a buffet. Si tratta del tanto decantato Vegeta Vertshus che sinceramente mi ha molto delusa e… io sono vegetariana! Non posso dire che fosse tutto cattivo, alcune cose buone ci sono (le banane negli antipasti, alcune insalate, la frittata, le patate) ma molto pare avere lo stesso sapore indeciso e poco definito e i piatti indiani sono davvero …poco indiani! Se invece siete vegani è perfetto. (i vegani sono davvero rigorosi nella semplicità dei gusti…) La pizza è davvero buona (e pensare che io non l’ho presa perché mi sembrava un’eresia…) Abbiamo speso 130 nok a testa per un piatto grande a buffet, bevande e pane a parte: non chiedete l’acqua, si prende gratuitamente in tutta Oslo… il buffet completo costa 175 nok. Probabilmente è il ristorante piu’ economico di Oslo… alla fine ce la siamo cavata con 350 nok a coppia circa. Tornando ci fermiamo nel quartiere accanto al parlamento in cerca di un locale. Sulla strada notiamo la fermata della metro di Karl Joans Gate, dove acquistiamo un abbonamento per i mezzi, traghetti compresi, da 24h, al costo di 60 nok e controlliamo gli orari della metro che porta sopra Oslo nella zona dove si scia. Mio marito trova per caso un locale molto bello: attratto da un insegna su un portone, si affaccia in un cortile dall’atmosfera decisamente romantica e guidato dalla musica arriva ad un negozio di cd con soprastante jazz club. Ci sediamo e capiamo immediatamente che non esiste come in Italia il servizio al tavolo, ma a Oslo funziona che ognuno si alza, ordina e paga al bancone, sempre con carta di credito, e si porta la consumazione al tavolo… Pratico! Consumiamo birre e tisane e chiudiamo, organizzandoci per il giorno seguente, con la colonna sonora degna di un film, in una location davvero piacevole la nostra prima giornata a Oslo… Sabato 27 gennaio Ci dividiamo in 2 gruppi: il primo gruppo, cui appartengo, di mattinieri si ritrova alle 7.30 in reception. Usciamo di buon mattino avendo pianificato un piano strategico degno della conquista di una città 😉 : davanti all’ostello il tram delle 7.37 (i mezzi sono puntuali ed affidabili) ci porterà vicino al parlamento per le 8, orario in cui apre la fantastica panetteria mirata il giorno prima per la colazione, dove al momento ti riempiono attingendo ad una fonte di cioccolato fuso una brioches calda… La panetteria, che si affaccia sulla piazza davanti ai giardini del parlamento, vicino al pattinaggio, è davvero degna di una visita o almeno di una sosta davanti alle vetrine: un sistema di carrucole trasporta il pane e i dolci dal laboratorio-forno al piano del negozio, e compie un lungo giro per far prendere aria ai prodotti da forno e deliziare gli astanti. Arriviamo prima dell’apertura, giusto il tempo per fare due passi e fermarsi ad osservare che stanno montando una sorta di mercatino della neve, con stand e una micro pista per saltare con lo snowboard. Ci sediamo nella galleria a guardare le mappe e decidere il da farsi, il programma prevede di prendere di salire dove c’è il grande trampolino di Holmenkollen, che domina Oslo, e come mi aveva suggerito la mia vicina di aereo è decisamente una gita interessante… Intanto la panetteria-pasticceria apre… prendiamo un abbondante caffè e iniziano ad arrivare i primi dolci… c’è l’imbarazzo della scelta, ma molti di noi sono decisamente curiosi di prendere la famosa brioche col cioccolato… che si fa attendere, ma …è veramente una golosità! Purtroppo ci rendiamo conto che perderemo la metro delle 8.30…ieri avevamo notato che le prime sono ad intervalli di mezz’ora. Usciamo e finalmente c’è luce! Il sole sorge molto tardi, abbiamo il tempo di fare alcune foto passeggiando nel parco. Scendiamo e subito scopriamo di aver imboccato il lato sbagliato e guardato gli orari della direzione opposta! Con il parlamento alle spalle l’ingresso nella direzione giusta è sul lato destro (linea 1 direzione foerstgner), il treno da quella parte passa alle 8.45 per un soffio lo abbiamo mancato! La bella sorpresa è che nel treno successivo ritroviamo il resto della compagnia! Proseguiamo con i nostri amici per una mezz’ora forse meno, fino alla penultima fermata, da una delle guide ci pare di capire che ci sia un punto di osservazione, una torre panoramica. Proseguiamo a piedi, e siamo praticamente ai bordi delle piste. È molto rilassante passeggiare ai margini del bosco, in mezzo alla neve, sul vialetto che costeggia la strada transitabile dalle auto. Purtroppo la torre panoramica è chiusa da anni, scopriamo al momento… ci dicono che la fermata perfetta per vedere di una vista stupenda sia l’ultima, ma purtroppo per motivi di tempo siamo costretti a rinunciare e scendiamo verso la città per raggiungere il trampolino (fermata “Holmenkollen”). Una breve passeggiata nella neve ci porta al punto panoramico sotto il trampolino: terrorizzante!!! Come mai faranno a saltare da quello scivolo altissimo? La vista dei fiordi è davvero notevole. Rientriamo a Oslo città giusto in tempo per l’ultima visita del Parlamento (occorre essere davanti all’ingresso dal lato opposto del parco 15 minuti prima degli orari indicati sulle guide, nel nostro caso le 13). La visita non è esaltante, ma ripassiamo la storia della Norvegia ed abbiamo modo di stare un oretta al caldo, e godere della vista sul parco. Una volta usciti ci dividiamo nuovamente, mio marito ed io optiamo per uno snack veloce, gli altri per un pranzo al caldo. Dopo pranzo ci dirigiamo al vigeland park: bellissimo!!! Dopo la vista da Holmenkollen è senza dubbio ciò che abbiamo preferito della città. Purtroppo abbiamo potuto starci poco, giusto il tempo di percorrere il parco fino al celebre obelisco, ammirare le curiose statue dell’artista che da il nome al parco, e godere di una vista della città molto suggestiva e romantica, dalla scalinata principale, al tramonto. Le statue rappresentano momenti e fasi della vita, è curioso il loro rappresentare corpi in movimento, mi ha colpita il particolare modo di scolpire i capelli di questo artista; non mi dilungo oltre, ne trovate amplie descrizioni in rete (cfr http://www.fortunecity.com/, aggiungo solo che vale davvero una visita! Tra l’altro è aperto 24 ore secondo ciò che ho letto, anche se in inverno è davvero difficile non scivolare dopo il tramonto perché gli scalini sono ricoperti di neve ghiacciata. D’estate deve essere bellissimo. Lasciamo questa bellezze, per recarci al museo di Munch dove abbiamo appuntamento con gli amici per le 16. Arriviamo un po’ tardi a causa della mezz’ora buona che il bus impiega ad arrivarci. Questo ci permette però un giro della città, nella sua parte meno turistica. Amo molto i mezzi di superficie proprio per questo! La città è davvero tranquilla, noto un particolare che attira la mia attenzione: i cimiteri non sono recintati e si trovano nel contesto cittadino. Arriviamo al Munch museum che è aperto fino alle 17, l’ingresso è gratuito. Non c’è il celebre “grido”, che dovrebbe essere esposto altrove (alla Galleria nazionale?), ma al momento pare sia in restauro. Ci sono invece altre opere che testimoniano l’esistenza disturbata dell’artista. Davvero impressionanti, con la presenza prepotente della tematica della morte, in opposizione alla vita. Alcuni di questi dipinti sono davvero belli, la rappresentazione della natura ha un che di magico, la luce è resa divinamente, il bagliore della neve in alcune tele è quasi soprannaturale, altri quasi shockanti, perfettamente in grado di rappresentare il disagio del pittore e forse della società che ha voluto rappresentare, a lato del suo dramma personale. Fuori è buio, in modo fermo ci hanno accompagnati all’uscita allo scoccare delle 5. Passeggiamo verso il nostro ostello che non è distante, alcuni vi tornano per riposare prima di cena. Una delle nostre amiche è in dolce attesa… Inizia la nostra odissea per cercare un posto dove cenare, uno del gruppo ha avuto da un ragazzo conosciuto per strada alcuni consigli su dove cenare. Purtroppo il locale indicato è pieno: impossibile prenotare un tavolo prima delle 22! Democraticamente si decide di cercare altrove, il cameriere è molto carino e ci consiglia di proseguire lungo la strada, che in pratica porta al nostro Ostello in Storgata, piena di locali e ristoranti, ma nessuno ci convince. Perdiamo altri componenti e ci fermiamo a prendere una birra in un pub. Chiediamo ovviamente anche qualche consiglio per la sera, ci consiglia il Memphi’s. Raggiungiamo l’ostello per recuperare tutti e torniamo nella zona dei ristoranti. Incredibilmente ci “rimbalzano”, anche poco cortesemente, da un paio di ristoranti: uno segnato come il piu’ famoso ristorante messicano, dice testualmente di cercare un ristorante italiano!!! Va bene che siamo in 10, ma vista l’età (dai 30 ai 40) e i componenti, direi che è anomalo considerarci ospiti poco graditi… forse non avranno gradito l’abbigliamento “poco modaiolo”? dopo aver visto tutto pieno, ovunque –è la zona dei locali universitari e alla moda, credo, viste le lunghe code davanti ad uno in particolare-, ripieghiamo sul locale consigliato, semi deserto, decisamente non appariscente, ma con grandi tavoloni pronti ad accoglierci. Ceniamo discretamente e spendendo poco. Il secondo “rimbalzo”, dopo cena: appena varchiamo la soglia, ci dicono che stanno per chiudere…sabato sera alle 10? ottimo! Così con chi vuole proseguire la serata ci si sposta nella zona turistica, si conclude con un irish coffe delizioso la nostra vacanzina a Oslo. Questo vi sarà utile per orientarvi, anche se ne troverete a volontà sul posto http://www.informagiovani-italia.com/Mappa_metro_oslo.htm La città ci ha sicuramente stupiti per la sua tranquillità ed alcuni fenomeni che non ci aspettavamo, e meravigliati per la bellezza della natura, anche in pieno inverno. Decisamente interessante il panorama innevato dei fiordi, altrettanto bello che quello estivo, di cui ho però un ricordo molto vago e lontano… A differenza di ciò che ho letto in molti racconti la città merita, peccato che gli orari dei low cost rendano un week end davvero corto. Domenica 28 gennaio. Alle 9.15 il bus per l’aeroporto: giusto il tempo per fare un’ultima colazione e salutare la città… tutto fila liscio e alle 15 siamo a Milano-Orio con alcuni minuti di anticipo. La lunghissima tratta Oslo Torp ci offre gli ultimi scorci di paesaggi incontaminati e la vista del fiordo, mentre il viaggio in aereo ci regala una della più incredibili viste aeree mai ammirate –e di viaggi aerei ne abbiamo fatti!- non c’è una nuvola e quanto si vede è incredibile!!! I fiordi, il mare, la Alpi, ghiacciai e valli innevate, fino alla Grigna, la Grignetta, il Resegone, i laghi, splendidi! Bellagio, Bergamo, serre, fabbriche e città si avvicendano, prati verdissimi di una stagione anormalmente calda…siamo a casa! È quasi primavera…


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