Giro della Scozia in 10 giorni

Viaggio on the road attraverso paesaggi da cartolina
Scritto da: moniasvario
giro della scozia in 10 giorni
Partenza il: 13/05/2014
Ritorno il: 23/05/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

GIORNO 1: MALPENSA-EDIMBURGO-DYCE (ABERDEEN)

Partiamo alle 5 di mattina in direzione Malpensa e, arrivati con largo anticipo, ci rilassiamo al Gate E per poi partire in orario ed atterrare alle previste 10,30 ora locale di Edimburgo. Dopo il ritiro dei bagagli preleviamo delle sterline utilizzando la Poste Pay che all’estero agisce come fosse un Bancomat quindi sono applicate commissioni alquanto contenute rispetto all’uso delle carte di credito (5€ fissi indipendentemente dall’importo prelevato). Valutiamo poi di apportare 120£ cadauno in quella che definiamo ‘cassa comune’: un accumulo di contanti che serva per le piccole spese giornaliere.

Telefoniamo quindi all’azienda di autonoleggio che è sita fuori dall’aeroporto, prendiamo una navetta ed attendiamo al punto di ritrovo concordato finché fa capolino una Opel Corsa color rosso guidata da un signore piuttosto stravagante, che ci invita a salire comunicandoci che questa è proprio l’auto a noi assegnata. Lungo il percorso verso l’ufficio (circa 15 minuti dall’aeroporto) abbiamo modo di capire come il signore sia un vero appassionato della sua città e ci da’ alcune ‘dritte’ su cosa vedere e cosa no. Nella fattispecie ci sconsiglia vivamente di entrare al castello di Edimburgo che pare essere costoso e di poco interesse. Alla fine di questo piacevole viaggetto arriviamo all’ufficio e ci accoglie un signore pakistano che crediamo sia il boss. Stipulato il contratto, si parte (guidando a sinistra)!

Ci troviamo nella parte ovest della città di Edimburgo, a circa 20 minuti dal centro ma siamo fortunati perché siamo esattamente sulla strada che ci porta fuori dalla capitale: verso il Forth Road Bridge, in direzione Loch Leven.

Una volta giunti, ci fermiamo ad un panificio (bakery) per prendere due panini da consumare in un’area pic-nic grandissima e ben curata a poca distanza dal castello, ma il vento e un’improvvisa pioggia sottile ci fanno propendere a rientrare in auto.

Il tempo scorre veloce e, a malincuore, valutiamo di non riuscire a percorrere la strada costiera fino a Crail e visitare St.Andrews (…scelte!). Mi metto alla guida e ci vuole un attimo per prendere confidenza con le rotonde e gli stop, comunque… Si viaggia verso nord in direzione Dundee fino a giungere al Glamis Castle, davvero statuario. All’ingresso si avvicina una signora la quale ci comunica che, essendo il castello di proprietà privata, occorre pagare il posteggio e l’entrata (7£ a cranio). Dato che non ci interessa per nulla la visita delle stanze reali, gioielli, piatti antichi etc, decidiamo di andarcene se non prima chiedendo se è possibile fare una fotografia dell’esterno del castello.

Ci dice che uscendo con la macchina, è possibile. Dobbiamo aver però travisato le sue parole perché mentre imbocchiamo l’uscita, Federico scende dall’auto per scattare 2 o 3 fotografie e, tempo 20 secondi, viene beccato dalla signora che inizia a gesticolare da un centinaio di metri di distanza! Che figura!

Ripartiamo dritti dritti verso Stonehaven, saltando purtroppo la zona costiera di Montrose. Ma il destino ci ripaga quando arriviamo al Dunnottar Castle intorno alle 17.15: appena giunti al posteggio dopo un tremendo scroscio di pioggia, dietro al castello diroccato appare uno stupendo arcobaleno che sembra racchiudere i ruderi in una bolla colorata! Raccogliamo alla svelta tutta l’attrezzatura fotografica di Federico, corriamo giù per il sentiero per poi gustarci questa indescrivibile visione per una decina di minuti finché il cielo si fa di nuovo scuro ed avvertiamo le prime gocce.

Tempo 2 giri d’orologio ed ecco che un bel temporale si scarica a terra mentre percorriamo le scalette che portano all’ingresso del castello. Sono le 17.40 e la gentilissima signorina ci fa entrare nonostante l’ultimo orario d’ingresso sia alle 17.30; avrà forse avuto pietà di due poveri ritardatari cronici bagnati fradici da capo a piedi!??

Sta di fatto che paghiamo l’entrata (6£ p.p) e visitiamo le rovine del castello fino alle 18 massimo, orario di chiusura. Più contenti di così non si può! Torniamo all’auto e impostiamo il satellitare sulla nostra ultima destinazione della giornata: l’albergo a Dyce, a nord di Aberdeen.

Nonostante stanchi e inzuppati, ci fermiamo ad un mega supermercato lungo la strada per prendere alcune cibarie per le prossime colazioni: latte, cereali, biscotti, e poi crackers e panini per la ‘cena’ di stasera.

L’albergo che abbiamo prenotato -cogliendo un’occasione su booking.it- è davvero bellissimo, si chiama ‘Courtyard Marriott’ e si trova vicino all’aeroporto. L’abbiamo scelto in questa zona per diverse ragioni: la visita di Aberdeen non rientra nei nostri piani, quindi non riteniamo utile prendere un alloggio in centro città, inoltre abbiamo pensiamo che, satellitare a parte, raggiungere la zona aeroportuale sia abbastanza semplice, trovandoci anche ben indirizzati sulla strada che l’indomani percorreremo verso nord. Per finire, a parità di costo fra un ostello con camera doppia in Aberdeen e un albergo fighissimo, scelgliamo ad occhi chiusi la seconda opzione!

Giunti alla reception, ci guardiamo intorno e non possiamo far altro che notare lo stridente paragone fra il nostro abbigliamento moooolto casual e l’eleganza delle altre persone che circolano nella hall e nel ristorante! Saliamo in camera e, dopo una doccia bollente, prepariamo i nostri panini per poi rilassarci un po’ mentre verifichiamo il percorso di domani. A nanna alle 22.

GIORNO 2: ABERDEEN – THURSO

Ci svegliamo alle 8 con un sacco di luce in stanza e partiamo alle 9,30. Oggi ci aspettano un sacco di km da macinare, trattasi di una pura tappa di spostamento verso il nord. Il viaggio scorre bene e la giornata è baciata dal sole. Attraversiamo magnifici paesaggi fatti di colline verdi, intervallati da ampie distese di ginestre gialle e casette di pietra così tipiche.

Purtroppo ci troviamo costretti a saltare la visita ad alcuni castelli: Castle Frazer, Crathes Castle, Castle Forbes, Craigievar Castle che sarebbero stati interessanti da vedere anche solo esteriormente; sono tutti posti a nord-ovest di Aberdeen ma fuori dalla nostra linea di viaggio.

Una volta passata Elgin, facciamo una sosta ‘caffè e muffin’ presso una bakery di Forres e già riusciamo ad intravedere il mare della baia di Morey Firth poi, una volta superata Inverness, per me si fa palpebra calante e buio. Me la dormo fino a Golspie, dove decidiamo di sgranocchiare qualcosa dato che sono le 14,15. Posteggiamo lungo la via principale di questo bel paesino di mare e ci imbattiamo nel ‘fish & chips’ “The trawler” alle cui pareti sono appese fior fior di onorificenze (‘uno dei 3 migliori fish&chips della regione dell’anno 2014’).

Nonostante dobbiamo combattere con un vento forte e soprattutto contro i gabbiani fastidiosi che ci sorvegliano, ci gustiamo il nostro buonissimo merluzzo su un tavolino lungo il mare. Super sazi, possiamo riprendere il nostro itinerario fermandoci pochi chilometri dopo Golspie, al Dunrobin Castle.

Posteggiamo accanto ad una Fiat Punto un po’ tamarra targata ‘Germania’ e ci scappa l’occhio all’interno; notiamo come i tedeschi si distinguano sempre per efficienza e precisione: sul cruscotto è diligentemente pinzato un foglio con la conversione di 50, 65, 70… miglia in km/h.

La bella visuale del castello è purtroppo oscurata e ‘rovinata’ dalla presenza di 3 o 4 autobus allineati proprio lungo il muro dello stesso…ma con mega piazzale davanti, non potevano ingegnarsi meglio???

Ci avviciniamo all’entrata per informarci sul costo della visita ai giardini; valutiamo che 10£ a cranio siano un po’ eccessivi quindi decliniamo ed, incuriositi, percorriamo una strada sterrata che scende lungo il versante destro del castello. Vediamo dove ci porta… L’idea è quanto mai azzeccata perché arriviamo sulla costa alla quale si affaccia il castello. Bhe’, da qui è impossibile vederlo nella sua totalità a causa delle piante e di un muro di cinta però siamo comunque molto soddisfatti della visuale.

Ripartiamo in direzione Wick e ci sentiamo vivamente di consigliare questo percorso per la bellezza dei suoi scorci costieri e strade strette, sali-scendi lungo crinali di erba verdissima e corta, come fossero tappeti adornati da greggi di pecore. Man mano saliamo verso nord il paesaggio si fa più brullo, quasi ‘lunare’, meno rigoglioso in vegetazione ed ogni tanto appaiono, a lato carreggiata, cartelli e barriere di avviso chiusura strada per neve.

Arrivati a Latheron alle 16.30 dobbiamo decidere se salire a nord verso Thurso oppure proseguire lungo la costa verso Wick. Scegliamo la seconda opzione e verifichiamo sulla Lonely Planet se vi sia qualcosa di bello da vedere lungo il mare; optiamo per una visita alla Duncansby Head, luogo peraltro già cerchiato sulla nostra mappa prima della partenza quale luogo di potenziale interesse.

Passati i bei panorami dopo Wick (il top!), manchiamo uno svincolo che ci permetterebbe di arrivare direttamente a destinazione: seguiamo erroneamente una strada che ci spinge oltremodo nell’entroterra e ci troviamo poi costretti a percorrere strade strette di campagna per tornare sulla direzione corretta, verso John O’ Groats, dove ci accoglie un vento forte e freddo.

Questo piccolo paese è rinomato in quanto luogo di partenza dei traghetti per le Orcadi; facciamo un giro al porticciolo dove vi sono zampe di granchi grandi come le nostre scarpe, poi andiamo al Duncansby Head per vedere i famosi e bellissimi faraglioni (Duncansby stacks). Sono le 18 e, abbastanza stanchi dal lungo viaggio, decidiamo di dirigerci a Thurso dove abbiamo prenotato l’ostello “Sandra Backpackers”, alquanto brutto e soprattutto sporco, il peggiore luogo dove abbiamo dormito in tutti i nostri viaggi. Dopo un panino veloce andiamo a nanna alle 21.15.

GIORNO 3: THURSO – DURNESS – INVERNESS

La tappa di oggi prevede di viaggiare lungo tutta la costa nord della Scozia e già la prima curva in uscita da Thurso ci regala le prime emozioni della giornata: uno splendido panorama sulla baia con le Orcadi sullo sfondo ci ‘costringe’ a posteggiare l’auto a lato strada dopo solo pochi minuti di viaggio. Decidiamo di dirigerci allo Straty Point: dopo aver parcheggiato la Opel Corsa camminiamo per una ventina di minuti fino a giungere al bel faro e, nonostante esso non sia accessibile, una visita a questo posto merita davvero.

Come descrivere questi panorami mozzafiato? La vista favolosa sulla baia a Bettyhill e Achina, le tortuose strade su colline brulle adornate di fiori gialli spinosi e i numerosi laghetti d’altura non si potranno dimenticare facilmente. A Tongue il ‘Varrich Castle’ pare essere solo un torrione diroccato che sovrasta la baia, cosa che ci fa desistere dalla visita.

Una fermata è invece obbligatoria presso la Oldshoremore Bay; saliamo a piedi su un promontorio che sovrasta questa stupenda spiaggia quasi ‘caraibica’ immersa nel verde per poi scendere a passeggiare sulla sabbia. Questo posto è talmente una cosa inaspettata da lasciarci stupefatti, è un’oasi di pace! (a parte per il saltuario rombo assordante degli aerei da caccia che volano sopra le nostre teste).

Sono le 13.30, comincio a ‘non vederci più dalla la fame’ e ad essere alquanto isterica, quindi ci fermiamo alle Smoo Caves (poco prima di Durness) presso lo ‘Smoo cave hotel’ dove consumiamo un ottimo pranzo a base di pollo e patatine… ci voleva! Visitiamo poi le cave, che in realtà non risultano essere particolarmente attraenti, a parte una piccola cascata nascosta dentro un anfratto roccioso. Vi sarebbe anche la possibilità di effettuare una spedizione all’interno su dei gommoni (da prenotare, immagino) ma non siamo interessati, quindi ripartiamo. Dopo esserci fermati a Kyle of Durness per ammirare il panorama sovrastante la baia, procediamo in direzione Lairg, tagliando in obliquo la Scozia del nord, lungo il Loch Shin.

In Scozia (come in Irlanda) lungo molte strade strette e ad una corsia vi sono piazzole di sosta per dare/ricevere la precedenza a seconda di chi vi arriva primo..(‘passing place’) ma, ritenendo che sia necessaria troppa concentrazione per tutto ciò, cedo volentieri la guida a Federico. A mio parere queste zone centrali della Scozia non sono di grande interesse e onestamente rimpiango di non aver avuto il tempo per proseguire, in alternativa alla strada da noi scelta, lungo la strada costiera 894 fino ad Ullapool.

Giungiamo ad Inverness poco dopo le 18 e siamo fortunati nel trovare abbastanza velocemente la guest house prenotata: “Ardross Glencairn”, sita in una tranquilla zona residenziale vicina al centro. Troviamo posteggio sulla strada pubblica di fronte all’hotel e ci accoglie una sorridente signora. L’impressione è positiva fin da subito, infatti la stanza è pulita e ben curata.

Ci facciamo suggerire alcuni posti ove cenare e scegliamo quindi il pub ‘Johnny Foxes’ per mangiare dell’ottima carne. In seguito passeggiamo per il centro e saliamo al castello, i cui prati sono pieni di buchi scavati da lepri che brucano qua e là. Ci fermiamo poi al pub “Hootananny’ dove diverse bands si esibiscono dal vivo. Ottimo! Alle 23 comincia a calare la palpebra, quindi rientriamo in hotel. Passo una notte agitata a causa del male alle ginocchia, lo stesso che mi aveva colpito nel lontano 2007. Non vorrà mica ripresentarsi il problema ora che sono in vacanza, spero!

GIORNO 4: INVERNESS- URQUARTH CASTLE- FORT AUGUSTUS- EILEAN DONAN CASTLE

La sveglia questa mattina suona alle ore 8, partiamo abbastanza spediti dopo una doccia e colazione; la destinazione è il famoso Urquarth Castle, adagiato sulle rive dell’ancor più noto Loch Ness.

Il tempo è bellissimo, splende il sole e tira un vento pazzesco. La visita al castello (rovine) costa £ 7,90 p.p. e ci sarebbero delle riduzioni se comprassimo un mini abbonamento che include l’entrata ai castelli di Stirling ed Edimburgo ma, non essendo ancora sicuri su quel che faremo, decliniamo l’offerta.

Proseguiamo poi verso Fort Augustus, ridente località caratterizzata dalla presenza del canale caledoniano, un sistema di chiuse che permette alle imbarcazioni di risalire il dislivello fra la costa e i laghi dell’entroterra. Ci rechiamo al supermercato per prendere dei panini e la cena di stasera all’ostello: ci prepareremo un’insalatona. L’atmosfera qui è davvero rilassante e il sole ci accompagna per tutto il pomeriggio finché, intorno alle 14 ci spostiamo verso ovest fino ad arrivare all’Eilean Donan Castle dove ci attende invece un diluvio universale. Con estremo coraggio e tutto imbacuccato, Federico esce dall’auto per fare una foto, con risultati decisamente pessimi… ihihi.

Sulla – vaga – certezza che il tempo non possa che migliorare, attendiamo in auto e io me la dormo un’oretta. Dopo un altro tentativo di abbordaggio al castello –miseramente fallito a causa della continua pioggia-, decidiamo di recarci all’ostello sperando che domattina il tempo sia un po’ clemente.

Il “Ratagan Hostel” si trova a circa 15 minuti dall’Eilean, sulla riva opposta del Loch Duich; abbiamo scelto questa opzione (nonostante dormiremo in camerate separate, maschile e femminile) in quanto essere la più vicina ed al contempo la più economica (33£ in due) fra altre opzioni di hotels e B&B che qui superano anche i 100€ per notte.

Nonostante questa zona sia altamente turistica, lungo la strada notiamo come la maggior parte dei B&B esponga il cartello ‘vacancy’ (=camere libere), a differenza dei paesi attorno ad Inverness. Mah… Io credo che chi abbia la possibilità, decida di non dormire nei pressi dell’Eilean Castle, ma di scegliere opzioni più periferiche ed abbordabili per il portafoglio!

Comunque..giunti all’ostello ci accoglie una ragazza gentilissima ed il posto ci piace subito, sembra pulito e ben organizzato; dopo una doccia ristoratrice io e Federico ci troviamo in cucina per preparare la cena e verificare il percorso di domani.

Usciamo poi in giardino e, nonostante siano le 22.45 non c’è ancora buio: siamo al nord, quindi le ore di luce in primavera-estate sono maggiori. Non piove nemmeno più ed improvvisamente Federico si volta dicendo: “Torniamo al castello!”. E’ l’ “ora blu”, quindi il tempo ideale per delle fotografie post-tramonto.

Ci copriamo ben bene, carichiamo velocemente l’attrezzatura fotografica in auto e via, si parte speditamente per arrivare al castello dopo una decina di minuti e restare sorprendentemente ammaliati dall’Eilean ‘by night’ che si specchia nelle acque del lago illuminato da una luce arancione. Pienamente soddisfatti, non ricordandoci se l’ostello chiude alle 23 o alle 23,30, rientriamo il prima possibile per poi separarci nei rispettivi dormitori.

GIORNO 5: EILEAN DONAN CASTLE – ISOLA DI SKYE (EST) – UIG

La sveglia suona alle 7 e tento di fare meno baccano possibile per non svegliare le altre persone in stanza, senza contare che la ragazza che ha dormito sopra di me mi avrà sicuramente già stramaledetto per il continuo girarmi e rigirarmi nel letto scricchiolante in cerca di una posizione quanto meno sopportabile per le ginocchia vittime di fitte fastidiose…

Una volta fatta colazione in sala da pranzo, partiamo lungo la costa sud del Loch Duich in direzione Letterfearn; l’intenzione è quella di giungere di fronte al castello stando sulla riva opposta. Ne risulta una bella prospettiva, anche se esso si confonde un po’ con le montagne retrostanti.

Torniamo sul versante opposto del lago e ci inerpichiamo su una strada scoscesa (dopo il paese di Inverinate) fino a giungere al Carr Brae Viewpoint da cui possiamo ammirare il castello dall’alto. Nonostante la vegetazione rigogliosa, la vista da qui è ottima. Scendiamo poi all’Eilean Castle ed abbiamo la fortuna di attraversare il ponte e girare attorno all’antica struttura senza sborsare alcun pound, dato che è mattina presto e la biglietteria non è ancora aperta.

Contentissimi della visita (finalmente con un bel sole!), procediamo verso l’Isola di Skye!

A Broadford ci fermiamo ad un bar che attira la nostra attenzione, si chiama ‘Cafe Sia’ (..e caffè sia!) dove prendiamo un cappuccio ed un buonissimo ‘bowl’ (paninetto) caldo ricoperto di pezzi di lampone da riempire con marmellata di fragole ed eventualmente burro. Nella stessa area notiamo una farmacia, quindi entro per comprare un antidolorifico; sono pure fortunata perché la farmacista soffre del mio stesso problema lombare e, oltre al medicinale, mi da’ degli ottimi suggerimenti sulla postura da tenere in auto e mentre si dorme.

Dopo l’abitato di Luib svoltiamo a destra per percorrere una strada panoramica (per lo piu’ sterrata) verso “Caol Mòr”, segnato sulla nostra mappa prima della partenza. Costeggiamo il mare e di tanto in tanto notiamo fra le onde alcune piattaforme e delle reti che crediamo siano allevamenti di pesci, molto probabilmente salmoni.

Arriviamo poi al bel paese di Portree e posteggiamo l’auto nella piazzetta centrale per poi camminare nelle vie centrali fino a scendere al porto, reso famoso dalle casette tutte colorate in sequenza. Belle!

Risalendo verso il centro, buttiamo un occhio all’ufficio del turismo dove chiediamo informazioni circa la salita a piedi all’ Old Man of Storr, un famoso punto panoramico a cavallo di una parete rocciosa. La Lonely Planet descrive il percorso di durata pari a circa 1 ora a/r mentre l’addetta ne conferma almeno 2. Il problema è che sta ricominciando a piovere quindi ci chiediamo che senso abbia salire per poi rischiare di non vedere nulla a causa delle nebbie fitte. Purtroppo dobbiamo rinunciare alla scalata, un vero peccato.

Apro una parentesi per chi si voglia avventurare nei paesi del nord: pianificare un poco il viaggio è necessario, ma occorre anche essere pronti a modifiche last minute poiché il meteo qui è davvero imprevedibile.

Facciamo una breve tappa al supermercato per comprare il pane, affettato, frutta per poi consumare il pranzetto in uno spiazzo panoramico (per quel che si riesce a vedere fra la nebbia ihih!) lungo la strada per Staffin.

Procediamo poi finché dietro ad una curva fa capolino un posteggio ove si notano numerose auto parcheggiate, ed anche un autobus turistico. Bene! Siamo già arrivati alla Kilt Rock! Piove a dirotto quindi ci bardiamo con cappelli, impermeabili, scarponcini per scendere lungo un sentiero per una decina di minuti.

Lo scenario non è propriamente eccezionale: ci troviamo accanto ad una roccia imponente da cui cade un rivolo di acqua; la visuale sarebbe decisamente migliore se si potesse vedere in lontananza la successione delle scogliere, ma nulla. Diciamo che non è valsa la pena fermarsi a questa Kilt Rock, soprattutto perché, continuando lungo la strada 855… ci imbattiamo nella VERA KILT ROCK! Ora possiamo finalmente ammirare la famosa roccia di basalto dalle sembianze di un kilt da cui un’abbondante cascata si va a scaricare sulle rocce del mare. Bello davvero!

Il pullman di turisti fermo nel piazzale ci aveva fatto credere di essere arrivati nel posto giusto ed abbiamo notato troppo tardi che sull’autobus c’era in realtà uno stuolo di Giapponesi, risaputamente cocciuti nel voler fotografare tutto!

Una volta arrivati a Staffin, ci troviamo ad un bivio: la nostra idea iniziale è di svoltare a sinistra, inoltrarci nel centro dell’isola per visitare Quiraing, ma la nebbia fitta ed il cartello che si presenta all’inizio della strada (pendenza del 15% e strada non adatta ai mezzi pesanti) ci disincentivano dal proseguire in questa direzione. Preferiamo quindi proseguire lungo la costa nord e compiere tutto il giro ad anello. La scelta ci permette di fotografare il Duntulm Castle dall’alto, davvero carino con una bella isoletta a lato.

Arriviamo a Uig alle 16.30 e, dato che l’ostello apre alle 17, andiamo a farci una birretta al porto d’imbarco per le Ebridi; ci sono una ventina di auto in attesa di salpare, chissà ‘se’ e ’a che ora’, visto il mare decisamente agitato.

Torniamo poi al “Uig Hostel” sito su una collina che domina la baia e, dopo esserci sistemati nei rispettivi dormitori (maschile e femminile), usciamo per una cenetta in uno dei 3 ristoranti /pubs del paese. Rientriamo presto per poi, dopo aver dato un occhio al percorso di domani, andare dritti a nanna!

L’ostello è carino, pulito e dotato di ogni confort, riscaldamento a parte! In effetti la cosa pare strana: che non vi siano caloriferi nelle stanze, ma solo nei corridoi!!! Per fortuna ho con me il sacco letto che mi tiene caldo tutta notte ed anche Federico mi dice di essersi arrangiato con abbigliamento extra!

GIORNO 6: UIG – NEIST POINT – DUNVEGAN CASTLE – ELGOL – MALLAIG

Dopo una bella dormita senza più dolore alle ginocchia (God bless paracetamolo), ci troviamo in saletta per la colazione e partiamo poi lungo la costa ovest dell’Isola di Skye, destinazione Dunvegan Castle!

Nel programma di oggi avremmo voluto far rientrare la visita alla Distilleria di whisky Talisker, una delle più rinomate in Scozia nonché l’unica presente sull’isola, ma casualmente ieri abbiamo letto su una brochure appesa al ristorante che è chiusa la domenica. Peccato! Passiamo scorci di costa favolosi e giungiamo al castello alle 9 ma, dato che l’orario di apertura è alle 10, decidiamo di visitare prima il NEIST POINT, un promontorio dominato da un faro e nascosto alle spalle da una collina verdissima.

Dopo aver rischiato di piallare un agnello che attraversa la strada improvvisamente, giungiamo al posteggio sovrastante il Neist Point e siamo fortunati perché il tempo sembra reggere. Ci incamminiamo verso il faro scendendo delle ripide scalette, tentando di fare fotografie da diverse prospettive per catturare la bellezza di questo posto, così selvaggio e solitario.

Conveniamo che sia la strada che per arrivare al point, sia il luogo stesso siano assolutamente da non perdere.

Felicissimi per questa visita, torniamo al Dunvegan Castle; non ci interessa vederlo all’interno, quindi paghiamo i ‘soli’ 8£ per accedere ai giardini. A dire il vero non è nulla di trascendentale, a parte la bella vista del castello che si affaccia su una palude e la baia sullo sfondo. Purtroppo quest’area sembra pure infestata di moscerini che morsicano Federico più volte sulle mani (esposte a causa dell’uso della macchina fotografica) lasciando degli estesi segni rossi per diversi giorni. Prima di andarcene ci fa piacere intrattenerci a parlare con un signore americano giunto in Scozia per sposarsi l’indomani, a Portree. Che cosa romantica!

Si è fatto mezzogiorno e, fra i pochi locali dove pranzare a Dunvegan, scegliamo “The old school restaurant”, convinti che il posteggio pieno di auto possa essere un buon segno. Il menu non è molto vario ma credo di aver mangiato qui il salmone più buono di sempre, una delle cose di cui non vorresti mai vedere la fine…

Ripartiamo verso Bracadale e, una volta giunti a Broadford, diamo un occhio all’ora..ok abbiamo ancora un po’ di tempo prima di prendere il traghetto che ci riporti sulla terraferma e, dato che il satellitare informa che il percorso a/r per verso Elgol è di circa un’ora, ci andiamo.

Saranno le nebbie fitte o sarà che siamo diventati di ‘bocca buona’ dopo aver visto scenari magnifici in ogni angolo di Scozia, ma rimaniamo abbastanza delusi da questo itinerario e non capisco nemmeno cosa vi sia di interessante nel minuscolo paese posto sull’estremo promontorio sud dell’isola, da essere così incensato dalla Lonely Planet. Non abbiamo né il tempo, né la voglia di approfondire, quindi rientriamo da dove siamo arrivati.

A Broadford ci fermiamo per un caffè e per un po’ di spesa, per poi ripartire in direzione porto di Armadale dove al ticket center hanno talmente “tanta” gente da avere già pronti sulla scrivania i nostri biglietti prepagati! Approfittiamo dell’attesa del traghetto per sistemare un po’ quel porcile che è diventata la nostra auto!

E’ importante per noi non perdere questo traghetto perché è l’ultima corsa della giornata, abbiamo un hotel prenotato all’attracco ed in più il tempo necessario per percorrere una strada alternativa sarebbe di tre ore! Bene, ce l’abbiamo fatta, salpiamo in orario alle 18.30 e la traversata dura una ventina di minuti.

Arrivati a destinazione ci perdiamo un attimo nel piccolo paese di Mallaig alla ricerca dell’albergo perché il satellitare ci fa fare strani giri attorno ad un isolato, mah..avrà forse sofferto il mal di mare…

Comunque alla fine troviamo il posto che cercavamo: “Mallaig Bunkhouse”. Il prezzo è buono: 40£ per una doppia un po’ stretta ma decorosa. A noi non importa comunque molto, ci basta un posto dove dormire. Con calma ci sistemiamo un poco, facciamo una doccia e laviamo un po’ di biancheria che inizia a scarseggiare, poi ci facciamo un panino al tonno nella cucina comune.

Usciamo alle 22 a fare due passi nel paese ed è tutto così deserto! Troviamo un pub dall’atmosfera perfetta: “Chlachain Inn”. Tornati in hotel di nuovo sotto la pioggia, andiamo dritti a nanna.

GIORNO 7: MALLAIG– GLENFINNAN MONUMENT – FORT WILLIAM – INVERARAY

Ci svegliamo alle ore 7 pronti per una nuova avventura! Uscendo da Mallaig verso Fort William decidiamo di percorrere la Coastal route verso Arisaig, che raccomandiamo caldamente, visti i paesaggi costieri da cartolina in cui ci imbattiamo!

Arrivati poi a Glenfinnan, procediamo dritti al posteggio del Glenfinnan Monument che ci costerebbe 2£, quindi decidiamo di tornare indietro di circa 200 mt dove, di fronte ad una bella chiesetta avevamo notato un posteggio libero.

Scendiamo a piedi al monumento e non possiamo non notare alle nostre spalle il ponte ad archi reso famoso dal film “Harry Potter e la pietra filosofale”. Da una brochure dispersa in auto riusciamo a capire che proprio il treno usato nelle riprese del film percorre il ponte 3 o 4 volte al giorno, collegando Fort William a Mallaig.

Sbirciando gli orari di partenza, in base a due calcoli, capiamo che mancano circa 45 minuti al suo passaggio.

Fantastico! Terminata la breve visita al Glenfinnan Monument, ci dirigiamo nel campo sottostante il ponte, scegliendo la posizione migliore per fotografarlo. Notiamo anche una folla appostata su un pendio alla nostra sinistra e crediamo che quella postazione così irta debba per forza essere quella da cui hanno girato la vera scena del film. Un piccolo fermento della gente presente ci fa capire che sta arrivando il treno il quale, giunto al centro del ponte, ‘sbuffa’ esattamente come in Harry Potter.

Soddisfatti, torniamo alla macchina e ripartiamo.

Giunti a Fort William intorno a mezzogiorno proseguiamo lungo l’arteria principale che ci porta fuori dalla bella cittadina posta alle pendici della montagna più alta della Scozia, il Ben Nevis. Guidando in direzione Oban, siamo costretti a saltare il giro del Loch Leven (Glencoe, Kinlochleven), descritto come affascinante dalla Lonely.

Giungiamo quindi sulla sommità di una collina da cui si può ammirare il bellissimo Castle Stalker, un castello semi-diroccato abbandonato su una solitaria isoletta, teatro di una delle scene del film “Monty Python e il Sacro Graal”. Da non perdere.

Considerando di trovarci in posti abbastanza sperduti e ancora un bel po’ distanti dalla città più prossima (Oban), valutiamo come rara la possibilità di imbatterci in qualche supermercato, quindi, super affamati, decidiamo di sederci a pranzo presso il “Castle Stalker View Café”.

Rigenerati, ripartiamo lungo la costa sud e andiamo alla ricerca del Barcaldine Castle, posto su una penisola a poca distanza da dove siamo ora ma, una volta arrivati, scopriamo essere un B&B di gran lusso. Ci prendiamo giusto il tempo di fotografare l’imponente struttura architettonica.

Merita una fermata anche il Dunastaffnage Castle, che visitiamo solo all’esterno; ci facciamo proprio il giro attorno, camminando nella boscaglia retrostante, fino a giungere sulla costa con una bella vista sulla baia.

Proseguiamo poi in direzione Dalmally, incuneandoci nelle zone centrali e collinari della Scozia, con mia lieve tristezza, dato che preferisco di gran lunga i paesaggi costieri. Comunque, una volta giunti nella zona del Kilchurn Castle, notiamo che il castello adagiato sulla costa sia distante qualche centinaio di metri dalla strada dove ci troviamo ora. Vogliamo avvicinarci, quindi mettiamo gli scarponcini e camminiamo nel prato-palude che ci divide dal castello per circa una ventina di minuti; il tempo effettivo sarebbe stato decisamente inferiore se non avessimo dovuto arrovellarci nel trovare la via più semplice (e soprattutto meno bagnata!) per arrivarci. Ci riteniamo decisamente soddisfatti e tentiamo di intraprendere lo stesso percorso per tornare alla macchina, sotto gli occhi allibiti di turisti belgi che fotografano il castello dai finestrini dell’autobus. Bhé..punti di vista… 🙂

Sono le 16.20, ci cambiamo i pantaloni luridi prima di entrare in auto e proseguire verso la nostra destinazione finale di oggi: Inveraray.

Una volta trovato l’ostello e scoperto che apre alle 17, facciamo un giro al castello di Inveraray ma non ci va di pagare 10£ p.p. per vedere i giardini del castello per cui rubiamo una piccola visuale dalla rete che costeggia la strada. Torniamo quindi all’ostello per lasciare le borse e sperare di poter fare una lavatrice, dato che i vestiti cominciano a scarseggiare, causa pioggia e fango vario!

L’”Inveraray youth hostel” è gestito a livello famigliare ed è molto confortevole e pulito. Noi abbiamo una stanza doppia molto piccola ma la cosa non ci crea particolari disagi. Usciamo a fare una passeggiata nel bel paese, fatto tutto di casette bianche dai bordi scuri, sembra quasi un paesaggio della Normandia! Davvero carino.

Ci facciamo un burger ed un polletto ad uno dei pochi ristoranti aperti (non è ancora prettamente stagione turistica, infatti in ostello ci siamo solo noi, una coppia di americani ed un a paio di viaggiatori solitari in bicicletta), poi rientriamo all’alloggio, visioniamo il percorso di domani e via a dormire! In tutto ciò…niente lavatrice.

GIORNO 8: INVERARAY – LOCH LOMOND – STIRLING

Lasciamo la bella cittadina alle ore 9 percorrendo zone montuose e, dopo esserci fermati ad una cascatella per ripulire gli scarponi dal fango, seguiamo le indicazioni per il Loch Lomond. Costeggiamo il lago ma non siamo per niente entusiasti poiché dalla strada non si vede alcun panorama: occorre scendere ad ogni paesello per avere un minimo di visuale.

Scegliamo quindi un luogo a caso e ci fermiamo brevemente lungo costa.

Do’ poi il cambio alla guida a Federico e ci prendiamo un bello spavento a causa di un furgoncino carico di canoe che giunge di fronte a noi lanciato in curva ad una velocità pazzesca, invadendo la mia corsia con il rimorchio. Faccio in tempo a sterzare a sinistra, prendendo un piccolo scalino. Ricevo pure la ramanzina di Federico per lo scalino preso e mi viene da ribattere se non crede sia meglio prendere uno scalino piuttosto che 5 canoe nel parabrezza??!!

Procediamo lungo paesaggi collinari tipici della Scozia centrale e, una volta arrivati a Stirling, ci dirigiamo al William Wallace Monument.

Ci pare un po’ eccessivo il costo di £ 9.50 p.p, forse perché occorre ammortizzare il costo del pullmino che accompagna i turisti fino alla famosa torre? Fatto sta che noi decidiamo di salire a piedi. Dopo circa 10-15 minuti di cammino giungiamo alla base del monumento e ci aspettano ancora 246 scalini per salire sulla sommità.

Lungo l’ascesa dentro la torre vi sono 3 pianerottoli che danno accesso ad altrettante grandi stanze ove viene descritta la storia del famoso eroe nazionale da cui ha preso spunto il film “Braveheart”, interpretato e diretto da Mel Gibson.

La scala è strettissima, quasi claustrofobica e se si incontra qualcuno in discesa, o bisogna spiaccicarsi alla parete per far passare, oppure occorre che qualcuno dei due faccia retromarcia per raggiungere il più vicino pianerottolo.

Comunque la vista sulle campagne di Stirling che si gode dalla cima vale tutta la fatica!

Dopo la discesa all’auto ci dirigiamo in una zona residenziale molto bella accanto ad un campo da golf da cui si gode una bella vista sul castello, arroccato davanti a noi. Consumiamo un pranzo al sacco in auto e, dopo una pennichella di un’oretta, andiamo al Castello di Stirling; sia i giardini che le stanze ci piacciono molto e ne usciamo pienamente soddisfatti!

Invece di riprendere l’auto per scendere in centro e cercare là un parcheggio, decidiamo di lasciarla nel posteggio del castello, pagato 4£ e ‘sfruttabile’ fino alle ore 22.

La camminata nel centro di Stirling è davvero carina e solo ora, dopo diversi giorni, abbiamo la vera sensazione di trovarci in una città, con negozi, pubs e caos. Recuperiamo la Opel Corsa ed impostiamo il navigatore sull’hotel, il “Travelodge”, così tipicamente americano, posto ad un’uscita autostradale a sud della città.

Ci rilassiamo in stanza per poi uscire a cena intorno alle 20; torniamo in centro, nel pub “Baker Street”, che avevamo adocchiato già nel pomeriggio, indicato come vincitore del premio ‘Fish&Chips 2014’.

E piove ancora.

Alle 22.30 siamo già di rientro all’hotel, si sa che la vita mondana non fa per noi…Giusto il tempo di telefonare all’albergo di Edimburgo dove dormiremo domani per chiedere se possiamo lasciare le valigie prima del check in e poi, click. Buio notte.

GIORNO 9: STIRLING – EDIMBURGO day 1

Oggi ci muoviamo con calma alle ore 10, dopo aver sistemato l’auto in modo che appaia almeno ‘decorosa’ alla riconsegna presso l’autonoleggio, e anche dopo aver controllato di non lasciare niente in ‘regalo’ al nostro amico pachistano.

Entrando ad Edimburgo, ripercorriamo la strada che avevamo fatto il primo giorno dall’aeroporto e dobbiamo cercare una stazione di servizio per mettere il pieno di carburante.

Questa volta Federico ha ragione ad arrabbiarsi con me perché il satellitare ne segnala 2 o 3 lungo questo viale a doppia corsia ma io, da vera ostinata, gli dico che è meglio se ci avviciniamo ancora un po’ al punto di riconsegna. Il risultato è che ci troviamo nel vero caos della città a dover girare come matti per cercare un benzinaio.

Constatiamo nel mentre che le miglia parziali guidate ammontano a 1276 (poco più di 2000 km). Non male…

Una volta giunti all’autonoleggio ed accertata che l’auto è ok, vediamo il signore gentilissimo che ci aveva preso all’aeroporto. Sta nascosto dietro un muro ed osserva. Lui ci disse che, alla riconsegna della macchina, ci avrebbe accompagnato all’aeroporto oppure in qualsiasi punto della città a noi più comodo (l’hotel, molto probabilmente), mentre il suo (probabile) capo pachistano, una volta riconsegnata la chiave..: “thank you and goodbye”.

Chiedo quindi se c’è una fermata dell’autobus nelle vicinanze per raggiungere l’hotel e il pachistano da’ delle indicazioni molto sommarie mentre con un ampio sorriso ci propone il taxi che è pronto vicino al garage. Ma guarda che coincidenza! Per principio, mi farei anche 20 km a piedi piuttosto che far guadagnare un misero penny al pachistano. Decliniamo l’offerta ” …and goodbye!”.

Ci fermiamo un attimo sul marciapiede per prendere alcune mappe della città che Federico si era stampato prima di partire, giusto per capire dove siamo! Ci avviamo a piedi con le nostre valigie cariche e la mia cocciutaggine ci fa prendere una strada a sinistra, mentre la direzione giusta era a destra. Oggi non è giornata, continuo a far arrabbiare il fidanzato!

Dopo una ventina di minuti di cammino arriviamo all’”Apex Hotel”, dove lasciamo a deposito le valigie per poi fermarci ad un bar vicino per un ‘mid-morning cappuccino’.

Rigenerati nello spirito procediamo a piedi verso il centro città, camminando su Princess Street fino a girare attorno alla National Gallery, attratti da un suono magico, quello della cornamusa! Inebriati da questo suono, proseguiamo fino allo Scott Monument, Waterloo Place e saliamo sulla Calton Hill.

Il tempo è decisamente variabile: sprazzi di sole caldo si alternano a nuvole nere.

La vista sulla città è favolosa, soprattutto dall’Osservatorio; scendiamo poi in centro per fermarci al Waterloo Bar e pranzare con un riso e pollo per me ed una insalata mista per Federico.

Proseguiamo il nostro giretto lungo il North Bridge fino a giungere sulla strada principale di Edimburgo, High Street dove compriamo i famosi shortbread: biscottini ‘tutto burro’ e risaliamo poi la bellissima Royal Mile fino al castello dove vi sono dei lavori in corso; siamo però fortunati perchè giungiamo nel momento esatto del cambio della guardia.

Come deciso, non entriamo ma lo circumnavighiamo dal basso per poi fermarci alla St. Mary’s Cathedral durante il rientro all’hotel; esso, onestamente, risulta essere piuttosto distante dal centro e, dal momento in cui siamo abituati a camminare piuttosto che prendere mezzi pubblici, farci la strada 4 volte al giorno a piedi è abbastanza stancante. E vabbé, tutta salute!

Ci rilassiamo fino alle 18,30 per poi tornare in centro e salire di nuovo sulla Calton Hill pronti per attendere il tramonto sul promontorio con la vista più bella e romantica della città! Noi, assieme ad una coppia americana e ad un inglese, siamo i primi ad arrivare, così che Federico può piazzare cavalletti e attrezzatura fotografica a suo piaciemento.

Dopo un’attesa di circa due ore, quando si è assiepato un buon capannello di fotografi e si avvicina sempre più “l’ora x”, una ragazza si siede sul prato proprio davanti al cavalletto di Federico. Mi avvicino ed in modo gentile le chiedo se può spostarsi un poco affinché non rientri in fotografia; inaspettatamente mi risponde con fare piuttosto scontroso, dicendo che è da 5 anni che manca da Edimburgo e che le sto rovinando il momento catartico…! I toni si accendono un poco e finalmente decide di smammare.

Alle 22,15 con grande soddisfazione abbandoniamo il posto e, affamati nonché abbastanza infreddoliti, decidiamo di rifugiarci nel locale che non delude mai in qualsiasi città del mondo: l’Hard Rock Café. Arriviamo poco prima della chiusura della cucina, ci spariamo un panino e rientriamo all’hotel. A nanna all’1.

GIORNO 10: EDIMBURGO day 2

Oggi ce la prendiamo comoda, infatti puntiamo la sveglia alle ore 9. Purtroppo piove e sono abbastanza delusa perché avrei voluto salire su Arthur’s seat, una collina panoramica posta nel Parco di Holyrood, che avrebbe comportato una passeggiata di circa un’oretta e mezza.

Decidiamo comunque di avviarci verso il centro facendo tappa allo Starbuck’s della stazione di Haymarket per una buona colazione. Proseguiamo poi sotto la pioggia lungo le pendici del castello di Edimburgo, nel quartiere di Grassmarket, davvero carina la piazza centrale arricchita di bei negozi e pubs.

Risaliamo poi sul George IV Bridge fino ad una chiesa dalla stranissima porta color rosso fuoco; la strada frontale è barricata da camionette della polizia e da una folla di curiosi.

Noi riusciamo a metterci vicino alla porta perché siamo giunti da una stradina laterale ed attendiamo. Poco dopo esce una coppia sorridente: una donna bionda ed un uomo il cui aspetto ricorda molto il Principe Carlo, alchè crediamo essere un fratello o un parente, vabbé. Per la gioia di Federico a cui non importa nulla del gossip, ce ne andiamo.

Resto ancora oggi a domandarmi chi fossero quei due personaggi.

Scendiamo lungo tutta Canongate fino a giungere al Parlamento e all’Holyrood House; torniamo poi in High Street per comprare degli adesivi e dei biscotti shortbread da portare ai suoceri. Abbandoniamo quindi la parte vecchia della città per finire a pranzare presso un buon pub in Rose Street, il ‘Pimm’s’ molto vicino all’Hard Rock Café.

Dato che non ci interessano musei, tours e visite di castelli, residenze etc.. valutiamo che abbiamo in sostanza terminato le cose da vedere ad Edimburgo.

Quando usciamo dal pub, nel primo pomeriggio, il tempo sembra risollevarsi e tento di convincere Federico a salire sulla collina, anche se devo desistere perché oggettivamente il sentiero sarebbe tutto fangoso e nulla vieta che riprenda a piovere nel giro di pochi minuti. Ok, abbandono definitivamente l’idea.

Dopo un altro giretto alle pendici del castello, torniamo in hotel per far asciugare i vestiti, rilassarci un po’ e trovare anche il tempo di sistemare le valigie in vista della partenza di domani.

Per cena decidiamo di tornare nella piazza di Grassmarket che ci è piaciuta molto ed entriamo in un pub a caso per consumare una cesar salad ed un beef. Siamo anche fortunati perché in serata viene anche proposta della musica dal vivo: un signore canta e suona la chitarra. Ci piace anche l’idea che consegni ai tavoli un foglio con in suo repertorio e che i clienti possano chiedere una delle canzoni in elenco. Un jukebox umano!

Ultimiamo la nostra bella giornata con una passeggiata lungo Princess Street, dove si ha una fantastica visione del castello illuminato. Il rientro in hotel è lento ed il sonno profondo.

GIORNO 11: EDIMBURGO-MALPENSA

Che tristezza, oggi finisce la nostra vacanza… La sveglia suona alle 7,15 e, sistemate le ultime cose, ci dirigiamo alla fermata dell’autobus Airlink che passa alle 8.

Arrivati all’aeroporto alle 8,35 in mega anticipo, come ravvivare l’attesa se non perdendo i fogli del check in?! Fortunatamente una signora molto gentile mi rincorre lungo il corridoio per consegnarmi il tutto.

Una volta sbrigate le formalità di imbarco valigia, saliamo al piano superiore e ci spariamo una colazione di metà mattina tentando di finire tutte le monetine inglesi eccetto un pence di ricordo..Il volo parte ed arriva in perfetto orario; a Malpensa attendiamo il bus che ci porti a casa.

Goodbye Scotland…



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche