Parigi in 3 giorni 2

Itinerario a misura di weekend
Scritto da: luca&fra
parigi in 3 giorni 2
Partenza il: 27/03/2010
Ritorno il: 29/03/2010
Viaggiatori: 10
Spesa: 500 €
Il 27 marzo 2010, la sall@tour parte per un altro week end; destinazione una nuova capitale europea: PARIGI…… Sono le 1,45 quando la sveglia suona!!!!! È ora di tirarsi giù dal letto, si parte!!!! Abbiamo dormito solo un paio d’ore…….. Alle 3,00 ci ritroviamo a Parma, la sall@tour è al completo, siamo ben dieci all’appello: Luca, Francesca, Nicola e Emanuela, Enrico e Betta, Mariano e Mara, Alberto e Nadia; ci siamo proprio tutti. Le nostre facce sono assonnate, vista la notte passata quasi in “bianco”, ma siamo carichi per l’inizio di questa nuova avventura assieme nella bellissima e romantica Parigi. Arriviamo all’aeroporto di Malpensa alle 5,oo del mattino, facciamo il ceck -in e alle 7,00 prendiamo il volo Lufthansa che ci porta in poco più di un ora all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. Qui ad attenderci c’è un transfer privato, prenotato direttamente da casa, che ci conduce in poco più di 20 minuti al nostro hotel situato alla Defense. Il servizio è veramente molto efficiente e fra l’altro non è nemmeno caro, infatti riusciamo a cavarcela con soli 11€ p.p. Senza pagare nessun supplemento bagagli. Sono le 9,30 quando arriviamo in albergo, la camera però non è pronta, lasciamo allora le valigie in deposito e poco dopo iniziamo la visita della città. Purtroppo il tempo non è dei migliori, per fortuna però non piove, e la vista di tutti questi grattacieli ci fa venire voglia di iniziare la nostra giornata proprio da qui. Camminiamo con il capo rivolto al cielo per ammirare meglio il paesaggio che si è sviluppa in verticale; la testa la sentiamo piuttosto pesante forse sarà colpa della nostra levataccia. Arriviamo in fondo al quartiere e ad attrarci è il famoso Arco, La Tête Défense, progettata dall’architetto Otto von Spreckelsen che chiude la piattaforma della Défense; si tratta di un immenso cubo di cemento armato precompresso, usato per la prima volta in un’opera architettonica, ricoperto di vetro e marmo bianco di Carrara, il cui lato misura 110 metri, del peso di 300000 tonnellate. E’ un pezzo unico, senza giunture di dilatazione, i cui elementi (piattaforma superiore e inferiore, pareti) sono tenuti insieme da enormi quadranti. Per motivi tecnici l’opera presenta una leggera inclinazione rispetto all’asse della Defénse, poiché i dodici piloni, alti 30 metri, su cui poggia, sono stati inseriti nel sottosuolo tenendo conto delle vie di circolazione sotterranee, ma tale sfasatura permette di metterne in rilievo la profondità e il volume: la cattedrale di Notre-Dame con la sua guglia potrebbe trovare posto tra le pareti dell’arco. Veramente una cosa grandiosa, saliamo la scalinata bianca e raggiungiamo gli ascensori panoramici che ci conducono alla sommità dell’arco. Il costo del biglietto non è però dei più economici, paghiamo ben 8 euro p.p., ma una volta raggiunta la vetta un grande terrazzo panoramico offre una vista mozzafiato lungo l’asse Arco di Trionfo-Louvre, a cui si aggiunge una visione d’insieme di tutta la città. Non c’è però tempo da perdere, si sono fatte le 11,30 e noi dobbiamo ancora raggiungere il centro di Parigi. Scendiamo così velocemente dalla torre e prendiamo la metro diretti alla zona Chatelet vicina a Notre Dame. Acquistiamo il pass Paris Visit che ci permette di girare sulla metro, sulla RER, e su tutti i mezzi pubblici per 3 giorni nelle zone 1-2-3 pagando ben 20E p.p. Raggiunto il centro, veniamo subito stuzzicati dalle tantissime creperie e boulangerie…. Non riuscendo a resistere ci fermiamo a gustare un panino (tanto per riacquistare le forze..). Sono le 13,00 notiamo che la coda per entrare alla Saint Chapelle è minima e così ne approfittiamo per visitarla. Il biglietto è piuttosto caro anche qui ben 8€ p.p. Si tratta di un edificio a pianta rettangolare che si sviluppa su due livelli, nella volontà di Luigi IX la parte inferiore non doveva avere alcuna funzione particolare, se non quella di ospitare la servitù. La parte importante era la cappella superiore, collegata agli appartamenti reali in quello che oggi è il Palazzo della Giustizia. Come nelle tradizioni dei palazzi medievali, la parte superiore e quella inferiore non erano collegate, per evitare che la servitù invadesse gli spazi dei Reali. Il piano terra era solo funzionale al sostegno architettonico della parte superiore, il piano superiore è eccezionale. I 600 mq di splendide vetrate rappresentano la più importante testimonianza dell’arte vetraria del XIII secolo. Sono dipinte scene, adatte ad essere comprese anche dal popolo che non sapeva leggere; come sul frontone della vicina Notre Dame, le scene servivano ad avvicinare i credenti alle storie della Bibbia. Dominano i colori rosso e blu, dando alla Cappella quella strana luce che la avvolge. Il grande rosone sul lato sud (9 metri di diametro), rappresenta l’Apocalisse. Rimaniamo veramente basiti da queste splendide vetrate colorate. Usciti dalla chiesa ci dirigiamo subito a Notre Dame, un gioiello architettonico, inserito tra i due bracci della Senna, chiamato anche ‘Nave di Pietra’ per la sua imponenza e collocazione. Posta in una zona meravigliosa, è la conclusione di una passeggiata incantevole sui marciapiedi della Senna, l’Isola Sant-Louis e infine l’Ile de la Citè. Questa cattedrale grandiosa ha ispirato Victor Hugo nella scrittura del suo romanzo Notre-Dame de Paris, da cui l’adattamento al cinema di Walt Disney (Il gobbo di Notre-Dame) che ha amplificato la notorietà del monumento nel mondo. Facciamo una visita alla chiesa e cerchiamo la scala per l’accesso alle torri, ma abbiamo subito una bella sorpresa: ci sono almeno un paio d’ore di attesa!!!! Così decidiamo di proseguire il nostro itinerario e di riprovare a ripassare l’ultimo giorno, con la speranza di essere più fortunati. Dopo iniziamo a camminare lungo vie pittoresche, alla ricerca disperata di una vera crepe francese; trovando però solo pachistani o extra comunitari che vendono crepes e panini, decidiamo allora di continuare il nostro tour, prima o poi scopriremo una vera e propria creperia!!! Arriviamo a piedi nei pressi della piazza della Bastille, e qui la stanchezza finisce per farci sedere in un localino a mangiarci una crepe che alla fine si rivela una fregatura (riscaldata al microonde!!!!). Cavoli sono già le 16,00. Usciamo diretti alla Place des Vosges, situata nel quarto arrondissement, originalmente chiamata Place Royale. Il nome venne cambiato dopo la rivoluzione francese, quando la regione dei Vosgi, al confine con la Germania, divenne la prima regione a pagare le tasse al nuovo governo francese. Come segno di stima, la piazza più bella di Parigi venne dedicata alla regione. La piazza è elegante nel vero senso francese del termine ed è un puro ed unico esempio di omogeneita’ architettonica del 17 sec. Siamo un po’ stanchi così, dopo aver camminato a piedi sino a Chatelet, prendiamo la metro che ci porta dritti all’hotel per fare la registrazione della camera. Arrivati all’albergo ci concediamo giusto il tempo di sistemare i bagagli e fare una doccia rapidissima poi ci ritroviamo nella hall dell’hotel pronti per andare a visitare la Tour Eiffel, il simbolo di Parigi, chiamata così dal nome del suo progettista, l’ingegnere Gustave Eiffel. La struttura è stata eretta in un tempo record: meno di due anni, dal 1887 al 1889. Costruita in occasione dei festeggiamenti di una Fiera Mondiale organizzata per celebrare il centenario della Rivoluzione Francese. La costruzione richiese 26 mesi e alla fine l’opera misurava 312 metri. Successivamente è cresciuta fino intorno ai 324 metri con l’aggiunta dell’antenna. Il suo peso è di 10000 tonnellate!!! Veramente uno spettacolo, appena usciamo dalla Metro (stazione Trocadero) c’è la troviamo davanti. Cominciamo a scattare le classiche foto di rito. E’ quasi buio e le foto all’imbrunire vengono benissimo; la torre poi è già illuminata. La illuminano 352 proiettori di 1000 watt tanto che alla sera scintilla tutte le ore con 20.000 lampadine e 800 luci di festa, creando uno spettacolo unico e suggestivo. Per ridare eleganza (ed energia) alla Torre Eiffel, quattro enormi fari dotati di lampade xenon di 600 watts ruotano in permanenza sulla sua punta. Prima di iniziare la nostra scalata, dobbiamo caricarci di energia e allora non resistiamo alla tentazione di una “vera” crepe alla nutella!!!!!! Cavoli comincia a piovere!!!!! Ma nessuno riesce a fermarci; cominciamo infatti la salita, e scopriamo poco dopo che sino al terzo livello non possiamo andare poiché gli ascensori sono stati chiusi causa forte vento. Dopo circa 10 minuti di salita raggiungiamo il primo piano (57 metri), il punto più basso della torre ma non per questo meno affascinante. Facciamo una miriade di foto notturne, e subito saliamo ad ammirare il panorama dal secondo piano che si trova a ben 115 metri. La vista da qui è eccellente: permette una miglior visione dei dettagli della città di Parigi. Nel frattempo si sono già fatte le 22, è giunta l’ora di andare a cena, decidiamo di dirigerci verso il famosissimo Buda Bar, il locale lounge più trendy di Parigi, ma, una volta raggiunto, ne veniamo delusi, infatti si trova in una zona della città piuttosto tranquilla vicino alle ambasciate, e qui se non sei vestito tirato e non hai voglia di spendere 18 euro per un cocktail non vai da nessuna parte. Così decidiamo di cambiare programma e di avvicinarci all’hotel; ci fermiamo a Charles de Gaulle sotto l’arco di trionfo, quando guardiamo l’orologio scopriamo però che sono già le 22,40, ecco perché i ristoranti si sono rifiutati di darci da mangiare, così non ci resta che rassegnarci e fermarci, nostro malgrado, a mangiare un panino da Mc Donald. Per le 24 rientriamo in albergo, siamo veramente cotti, l’alzataccia ci ha steso!!!!!! Fra l’altro questa notte dobbiamo mettere l’orologio avanti di un’ora. La mattina seguente ci troviamo alle 9,30 per fare una buona colazione a buffet. Appena usciti però ci accorgiamo che anche oggi il tempo non promette bene: ci sono dei nuvoloni grigi e minacciosi…….. Prendiamo la Metro e raggiungiamo la fermata Chatelet les Halles; da qui partiamo per visitare il Pont Neuf, l’esterno del Louvre e l’interno della piramide di vetro, dove entriamo per fare alcune foto. Purtroppo non abbiamo tempo a sufficienza per visitare il Louvre, talmente vasto che nemmeno un giorno intero basterebbe. Scegliamo invece di andare al museo d’Orsay, che si trova a due passi dal Louvre, sulla riva sinistra della Senna ed ha sede nella ex stazione ferroviaria, la Gare d’Orsay , un impressionante Beaux-Arts edificio costruito tra il 1898 e il 1900. L’edificio era in origine una stazione ferroviaria, la Gare d’OrsayExposition Universelle nel 1900 ed è stata It was the terminus for the railways of southwestern France until 1939.la lala capolinea per le ferrovie del sud-ovest della Francia fino al 1939. Ma poco dopo la stazione, non poteva ospitare più i nuovi treni divenuti troppo lunghi, così venne abbandonata e solo nel 1977 il governo francese decise di trasformare la stazione in un museo grazie anche all’aiuto dell’architetto italiano Gae Aulenti che ha curato la progettazione della conversione dal 1980 al 1986. La visita di questo museo è veramente interessante e la coda sotto la pioggia di un’ora che abbiamo fatto all’entrata dobbiamo ammettere che ne è valsa davvero la pena. Cavoli però sono già le 16,00 è arrivato il momento di pranzare; dopo ci aspetta la scalata alla Basilica del Sacro Cuore. Usciti dal museo ci dirigiamo nella zona del quartiere Latino e qui ci fermiamo a mangiare un’ottima baguette al prosciutto e formaggio e, dulcis in fundo, l’ennesima crepe alla nutella. Il quartiere latino è uno dei quartieri più famosi della città, una zona multicolore dove si possono trovare fast-food e piccoli caffè, franchising d’abbigliamento e librerie specializzate o negozi di vinile, insomma un quartiere in cui si affiancano cultura e consumismo. Dopo pranzo ci dirigiamo a piedi verso il quartiere di Saint-Germain des Prés, uno dei luoghi più pittoreschi di Parigi. Una visita di rito alla chiesa omonima e poi subito dopo prendiamo la metro e raggiungiamo la fermata di Pigalle. Pigalle è una zona di Parigi attorno a Place Pigalle, sul confine tra il IX e il XVIII arrondissements, che prende il nome dallo scultore Jean-Baptiste Pigalle (1714–1785). La zona è famosa per essere un quartiere a luci rosse, con molti sexy shop in Place Pigalle e nei principali boulevard, e prostitute che operano nelle strade laterali. La reputazione licenziosa del quartiere portò, durante la seconda guerra mondiale, al soprannome Pig Alley (Vicolo dei maiali, in inglese), da parte dei soldati alleati che vi si recavano in cerca di divertimento. Qui si possono trovare un buon numero di locali notturni, di sale spettacolo e di cabaret famosi: tra questi Divan du monde, La boule noire, L’Elysée Montmartre, e naturalmente il Moulin Rouge. Sarebbe stato bello andare a vedere uno spettacolo di cabaret al Moulin Rouge se non fosse che è veramente caro; il costo infatti della cena con spettacolo è sui 160€!!! Lo spettacolo Féerie è composto da una troupe di 100 artisti, tra i quali le 60 ballerine le “Doriss Girls” ingaggiate in ogni parte del mondo, oltre 1000 meravigliosi costumi di strass, paillettes, piume confezionati nei più rinomati atelier parigini. I l Moulin Rouge è infatti uno dei leggendari monumenti di Parigi. Edith Piaf, Yves Montand, Ginger Rogers, Liza Minnelli, Frank Sinatra sono alcuni dei nomi delle star più famose del mondo che hanno visitato il Moulin Rouge. Senza dimenticare il periodo del Can-Can francese con le indimenticabili Goulue e Josephine Baker, Mistinguett e Maurice Chevalier. Si sta facendo tardi, ci siamo persi lungo queste vie, ora non possiamo più rimandare la salita alla Basilica del Sacro Cuore. La basilica, situata al vertice della collina di Montmartre, è una delle chiese principali di Parigi. Con più di dieci milioni di pellegrini ed ospiti all’anno (nel 2006), è il secondo monumento della Francia più visitato dopo la cattedrale di Notre-Dame. E’ stata progettata nel 1873 e venne finanziata da 10 milioni di fedeli. La costruzione della basilica è stata completata nel 1917 a causa delle numerose opposizioni al progetto e dalla necessità di avere fondazioni molto profonde (83 pilastri interrati). La facciata bianca romano-bizantina è caratteristica del gusto del 19° secolo. L’ interno è decorato da mosaici di Merson. La cupola offre un punto di vista notevole sulla capitale, ma purtroppo non riusciamo a salire poiché è troppo tardi, infatti alle 19,00 le scale di accesso vengono chiuse. Nonostante tutto però riusciamo a goderci un ottimo panorama, da qui infatti possiamo vedere tutta Parigi dall’alto. Usciti dalla chiesa visitiamo Montmartre definito il quartiere degli artisti e della vita notturna, simbolo di arte e della vita romantica, la cui collina, la più alta collina di Parigi (270 metri) viene scalata ogni anno da milioni di turisti perché da essa, possono apprezzare il panorama della capitale francese. Piena di vita la Rue des Abbesses, la più caratteristica delle vie di Montmartre, ricca di bancarelle, negozi e bistrots. Suggestiva la Place des Abbesses (Piazza degli abbracci) per la presenza di una parete alta 10 metri con scritto ‘ti amo’ in 311 lingue. Punto di ritrovo di pittori, artisti di strada e venditori ambulanti che attirano numerosissimi turisti è la Place du Tertre, posta a 130 metri di altezza sopra il livello della città. Qui ci sono un sacco di artisti di strada pronti con matita e foglio per fare ritratti e caricature. Quale occasione migliore allora per fermarci 20 minuti e farci fare una caricatura di gruppo. Che ridere, risultiamo tutti buffi e con soli 25€ portiamo a casa un ricordo indelebile di questa splendido week end parigino. Sono intanto venute le 21,00 e lo stomaco comincia a brontolare, è meglio che ci affrettiamo a trovare un posticino carino per mangiare, altrimenti rischiamo che la serata si concluda in un Mc Donald come ieri sera. Ecco che per fortuna veniamo attratti da un bellissimo localino, molto piccolo che prepara delle ottime fondute di formaggio. Il problema però è quello di trovare posto per ben 10 persone, dopo un po’ di spostamenti di tavoli e sedie operati da una cameriera davvero gentile riusciamo per fortuna a metterci a sedere. Che bontà, la fonduta di formaggio è una cosa indescrivibile. Nicola poi insiste nel voler assaggiare l’araclet, e così ci portano un pezzo di formaggio con della brace incandescente, il tutto servito con delle patate lessate, e poi self service: si prende il formaggio fuso dalle braci e lo si mette sulle patate. Veramente una squisitezza, alla fine usciamo appesantiti, forse abbiamo mangiato troppo formaggio….. Dopo aver cenato rientriamo con la metro in hotel, e anche questa sera si sono fatte le 24, è ora di andare a dormire, domani è l’ultimo giorno e il programma è ancora lungo. Il volo è alle 19,30, per cui abbiamo quasi tutta la giornata a nostra disposizione. Finalmente oggi c’è il sole, e ne approfittiamo subito per andare a visitare le torri di Notre Dame che non eravamo riusciti a vedere il primo giorno a causa della lunga coda. Arriviamo per le 10,30 la coda sembra più corta decidiamo perciò di fermarci e aspettare; dopo circa un’ora riusciamo a salire. Per raggiungere la cima della torre sud bisogna percorrere una scala a chiocciola costituita da ben 422 gradini; per la torre nord i gradini sono 386, per mezzo dei quali si raggiunge anche la galleria delle chimere. Giunti alla galleria delle Chimere ci troviamo a 46 metri di altezza, qui ci sono le statue che ornano gli angoli della balaustra. Queste creature disegnate nel 19^ secolo rappresentano uccelli fantastici, animali ibridi, mostri favolosi appollaiati sulle torri. La più celebre tra le chimere è la Stryge (traduzione di un termine greco che significa “uccello notturno” che sembra contemplare le trasformazioni della capitale). Ragazzi che vista, ma non finisce qui il nostro giro, entriamo nella torre sud e andiamo a visitare la grande campana “Emmanuel” che ha un peso di quasi 13 tonnellate; il solo batacchio pesa 500 Kg. La campana originaria, costruita nel 1400, era pesante solo la metà. Si dice che quando “Emmanuel” fu fusa nuovamente nel 1631, le donne lanciarono il loro oro e altri gioielli all’interno del metallo fuso, dando alla campana la purezza della sua nota Sol bemolle. All’interno della torre che regge l’imponente “bourdon” vi è una struttura di sostegno realizzata in legno che protegge la torre dalle vibrazioni generate dalla campana. La campana “Emmanuel” suona solo nelle solennità e occasioni più importanti dell’anno liturgico. Nella torre nord vi sono invece quattro campane più piccole, che suonano l’angelus (alle 8, a mezzogiorno e alle 19). Continuiamo a salire e raggiungiamo finalmente la vetta, da qui possiamo ammirare il più bel panorama di tutta Parigi. Ci troviamo al centro della città e camminando sul perimetro della torre abbiamo modo di rivedere tutti i monumenti e i quartieri di Parigi. È già passato anche mezzogiorno, e ancora non abbiamo fatto un giro sulla Avenue des Champs Elysees”, letteralmente Viale dei Campi Elisi, conosciuto in tutto il mondo come la più splendida strada di Parigi. Decidiamo così di dirigerci lì. Il viale corre per 3 km attraverso l’“VIII arrondissement” nella parte nord-occidentale della città: da “Place de la Concorde” ad est, ricca di negozi, alberghi di lusso, ristoranti, caffè, uffici e compagnie aeree internazionali fino ad arrivare a “Place Charles de Gaulle” ad ovest, contraddistinta da giardini nei quali si trovano musei, teatri e alcuni celebri ristoranti. Ogni anno il 14 luglio, alla presenza del Presidente della Repubblica, si svolge la più grande parata militare di Francia. Questo è anche il luogo tradizionale dove si conclude l’ultima tappa del “Tour de France”. Con la metro in poco tempo ci troviamo sotto l’Arco di Trionfo, alto 50 m e largo 45 m, poderosa costruzione dedicata alla gloria delle vittoriose armate francesi della Rivoluzione e del primo Impero, che fu fatto costruire da Napoleone I. Per fortuna ci restano ancora un paio d’ore prima di partire, decidiamo allora per un’ultima crepe nel quartiere di Montparnasse. A Parigi infatti per mangiare delle vere galette, ci si deve recare in questo luogo che dai primi del 900 ha accolto una massiccia ondata di migrazione bretone: tra rue de Montparnasse e rue d’Odessa, le crêperies si susseguono senza soluzione di continuità. Purtroppo però una volta arrivati la creperia che ci avevano consigliato è chiusa per turno, così entriamo nella prima che ci ispira; si chiama Creperie de qimper… Ed è con questa ultima crepe al cioccolato, veramente ottima, che si conclude il nostro mitico week end a Parigi; si infatti sono già le 15,30 ed è ora di rientrare in hotel con la metro; qui ad attenderci c’è il transfer privato che ci accompagnerà in aeroporto. Sicuramente tre giorni per vedere Parigi sono pochi, ma nonostante ciò e malgrado anche le brutte condizioni meteo dobbiamo riconoscere che siamo riusciti a visitare gran parte del centro della città, con la speranza però che in un futuro più o meno lontano riusciremo a ritornarci per vedere le cose che in questa vacanza siamo stati costretti a tralasciare. Sicuramente la voglia di mangiare di nuovo una crepe alla nutella e una fonduta al formaggio ci aiuterà a ricordarci di mettere la ville lumiere ai primi posti della lista delle cose da fare e dei luoghi da rivedere. Siamo tutti veramente stanchi, e nell’attesa del decollo che sta ritardando a causa di un grosso temporale cominciamo a programmare la prossima vacanza che faremo in compagnia della Salla Tour; ci piacerebbe l’America quest’estate ma si sa quando si è in tanti diventa difficile coniugare non solo le ferie ma anche le proprie abitudini ed esigenze; intanto ci ripromettiamo di tenerci liberi una settimana verso fine anno per trascorrere un’altra indimenticabile avventura insieme, chissà questa volta magari a New York!!! Nel frattempo non vediamo l’ora di ritrovarci nel nostro letto di casa, sappiamo però che prima dell’una di notte non lo rivedremo, e domani quando saremo di nuovo a lavorare…….. Parigi resterà solo un bel ricordo impresso nelle nostre menti ma ancora di più nei nostri cuori…….


    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche