IRAN 04: una California verso la Persia

IRAN_04 Una California verso la persia... Repubblica Islamica dell’Iran 75 milioni di persone 1.650.000 kmq Capitale Tehran (15 milioni) Capitale religiosa Mashad Capitale Culturale Shiraz Popoli: Persiani 55% - Azeri 25% Religioni: Sciiti 89% - Sunniti 9% - Zoroastriani 2% Geografia: In prevalenza altopiano sopra i 1.200 mt e...
Scritto da: Simone Marchetti
iran 04: una california verso la persia
Partenza il: 21/08/2004
Ritorno il: 17/09/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
IRAN_04 Una California verso la persia…

Repubblica Islamica dell’Iran 75 milioni di persone 1.650.000 kmq Capitale Tehran (15 milioni) Capitale religiosa Mashad Capitale Culturale Shiraz Popoli: Persiani 55% – Azeri 25% Religioni: Sciiti 89% – Sunniti 9% – Zoroastriani 2% Geografia: In prevalenza altopiano sopra i 1.200 mt e deserto misto 10.000 Rial (1.000 Toman) = 0,93 Euro (1,16 Dollari) PARTECIPANTI Simone Marchetti di Cameri (NO) e Tamara Marzolla di Novara CaliforniaEV 1100 ie RossoPanna Viaggi in moto: Mezza Europa Grecia e Turkia Mediterranea Norvegia, Finlandia e Svezia Turkia e Curdistan Tunisia Davide De Vivo di Napoli ma residente a Bari TDM 850 Viaggi in moto: Senegal tutto via terra 18000 km !!! Tunisia, Libia, Egitto e Israele!!! Turkia, Siria e Giordania Grecia e Turkia Mezza Europa Capo Nord (Davide è un mito!!!) Domenico Tortorella un calabrese residente a Milano SuperTenere 750 Viaggi in moto: NESSUNO!!! (PERDONAMI!) UN VIAGGIO INIZIA CON “L’ILLUMINAZIONE” Ogni viaggio inizia sempre tempo prima di percorrere le strade…

Forse l’Iran è sempre stato un paese ritenuto da tutti “poco sicuro”, “troppo integralista”, l’ultimo ostacolo per raggiungere via terra “l’oriente” e, per questi motivi, da snobbare…

Purtroppo tutti questi fattori scaturiscono ai viaggiatori come me una certa curiosità, una voglia di “verità”, fascino dell’imprevisto…

La voglia nasce, quasi per gioco, la prima volta che mi catapulto dalle comuni strade d’Europa al fascino d’oriente della Turkia…

La decisione, di intraprendere quel viaggio, era stata presa in tutta fretta, solo una settimana prima…

Per me, un quasi-ateo per eccellenza, libero da qualsiasi ideologia (anche se a volte non sembra), gettarmi in Turkia è stato uno shock positivo, ma pur sempre uno shock! La magia di Istanbul, la pelle d’oca che ti viene passando il bosforo, quel profumo d’oriente, i minareti questi sconosciuti…

Trovarsi faccia a faccia con una realtà, finalmente diversa da quella a cui siamo abituati…

Il calore della gente ti lascia a bocca aperta! L’anno dopo decido di andare in scandinavia, in particolare la Norvegia (la Norvegia, non CapoNord).

Bellissima, ma non mi bastava, e, dopo averla girata tutta, mi ero accorto di aver fatto 13300 km nel nulla.

Paesaggi bellissimi al di fuori delle comuni rotte turistiche, volevo entrare a contatto con la gente e con la loro cultura.

A nulla sono serviti i miei sforzi di non percorrere la via che porta a CapoNord, una via solcata da turisti che arrivano sul tetto d’Europa tutto d’un fiato ma che spesso tralasciano i dintorni dei luoghi che hanno percorso, perdendosi la parte più bella di un viaggio…

Il contatto con la gente del posto e la loro realtà.

La gente era troppo fredda (e ce credo!), non mi sentivo a casa, mi mancava qualcosa…

Pur vagando in mezzo a panorami incredibili prendo coscenza del fatto che avrei dovuto voltare pagina, che era arrivato per me il momento di conoscere il mondo (nel mio piccolo), ma quello vero! Da tempo leggevo la rivista Mototurismo da cui traggo sempre ottimi consigli…

Un giorno, andando sul sito provo a scrivere sul Forum, ci metto un po’ a comunicare con i “Mototuristi” e, per caso conosco subito Silvia.

E’ di Siena, dove ho trascorso tra i momenti più belli ed istruttivi della mia vita e dove ho ancora grandissimi amici…

Parlando del fascino d’oriente mi presenta su YahooMessenger una sua amica iraniana…

Non so perchè mi vengono subito alla mente due ragazzi iraniani conosciuti due anni prima ad Istanbul, mi scatta la molla…

Conosco questa ragazza, si chiama Azar, poco dopo altri ragazzi, Ramin, Ali (medico di Ferrara), Mustafa, Elham, Negar…

Spettacolo parlano tutti italiano e sono simpaticissimi, ma gli iraniani non erano tutti dei delinquenti? Un giorno Azar mi fa presente di conoscere un ragazzo italiano che è stato in Iran in moto! NOO MA DAIII !!! Me lo faccio presentare, è Massimiliano un ragazzo che all’epoca viveva a Milano (ma è siciliano) e indovinate che moto ha… ??? :¬) Parlo con lui e mi racconta del suo viaggio in Iran che ha fatto insieme ad un altro ragazzo di Milano con un’AfricaTwin…

Rimango incantato dai suoi racconti, sembra tutto l’opposto di quello che si sentiva in giro.

Cominciano le ricerche: siti internet, libri, foto, racconti di viaggio, tutto sembra coincidere…

Parlo con dei conoscenti e mi danno subito del matto, altri, solo alla parola “Iran”, chiudono il discorso e mi fanno addirittura il muso.

Effetto 11 Settembre? Effetto pacifismo estremo? No, effetto coglionaggine! Sono convinto a continuare le ricerche, che faccio? Consulto subito chi è più esperto di me, scrivo nel Forum di mototuristi! Vengo subito insultato come un cane, addirittura alcuni mi dicono che nella sola Turkia si narrava di viaggiatori derubati, rapiti, uccisi, e che cazzo stuprati no?! La Turkia che ho visto non aveva nessuno di questi connotati, allora chiedo in giro e scopro che alcuni amici erano stati in Turkia 15 anni prima e si erano trovati benissimo…

Il titolare della Libreria Vel di Sondrio (mio fornitore ufficiale di mappe e libri) era stato in Iran all’epoca della rivoluzione di Komeini e anche lui si era trovato benissimo.

Bah! Sarà soggettivo o è stata sola fortuna??!! Finalmente arriva il momento di conoscere dal vivo qualche mototurista (provateci voi dal morto hiihih); una certa “Monica” si prende la briga di organizzare un incontro di forumisti e, anche se conosco virtualmente solo Silvia, ci vado.

Arrivo a Cissone nel cuore delle langhe sotto ad Alba e, prima di arrivare al punto di ritrovo, incontro proprio Silvia sulla strada insieme ad altri due ragazzi, uno con un’AfricaTwin (Agostino) e l’altro con un TDM (Damiano).

Scambiamo due parole e Silvia mi dice “Sai, Agostino è stato in Iran…”. Io ribatto subito “Agostino ma sei mica stato in Iran con un ragazzo che ha una California e si chiama Massimiliano??!!” – “Certo!” mi dice lui – “ma come fai a conoscerlo!!”…

Pazzesco come è piccolo il mondo!!! Agostino mi racconta un po dell’Iran, e riprendo la carica! Nel frattempo Agostino, Silvia e Damiano diventano buoni amici che incontro sempre con grande piacere per qualche “giretto”…

Continuo a parlare ed informarmi con Azar e tutti gli amici iraniani, insistono di andarli a trovare, come posso perdermi questa occasione??!!! Ok, decido, quest’anno vado in Iran! Alla facciazza di tutti!!! Cosa mi serve? Visto, Carnet de passage, patente internazionale e tanta, tanta voglia di moto.

Tamara non è proprio convinta, anzi viene solo perchè ci deve venire…

Comunque resta sempre il mio insostituibile zainetto da competizione, quante donne mi avrebbero seguito???!!! SMACK! Preparo il visto grazie a Fariba, un’amica iraniana di mia sorella che vive a Torino, MITICA! Agostino e Massimiliano mi dicono che il Carnet potevo non farlo, bastava fare un foglio provvisorio di transito una volta arrivato alla frontiera “Sai poi al limite qualche mancetta…”.

Parto! Faccio in una volata i 4000 km che dividono Novara dal confine Turko/Iraniano, ovviamente non tralasciando le bellezze che incontro nella parte orientale della Turkia (ma questa è un’altra storia…).

Panico, supero la frontiera Turka, sono in Iran! Che angoscia! Passo la giornata, la notte e la mattina in frontiera per fare questo benedetto foglio provvisorio.

Alla fine mi dicono che avrei dovuto lasciare la moto due giorni nel loro magazzino per “fare dei controlli”…

Perdo letteralmente la pazienza, comincio a litigare e ad insultare tutti (rischio qualche manganellata) e alla fine me ne vado, torno in Turkia! Telefono ad Azar che ci aspettava, le racconto l’accaduto, aveva preparato tutto per il nostro arrivo, addirittura dei biglietti per un concerto ed una cena con la sua insegnate di italiano…

In preda all’agonia gli prometto che sarei riuscito ad andare in Iran, costi quel che costi!!! Che nervoso, avrei staccato la testa a chiunque mi fosse passato vicino! Ancora incazzato, visto che ero li,  visito praticamente tutto il Curdistan, riassaporo la gentilezza delle persone semplici che incontro per la strada, quell’atmosfera unica.

In Capadocia conosco due mototuristi italiani di Ferrara, si chiamano Angelo e Cristiana…

Passiamo alcuni giorni bellissimi con loro.

La cosa che mi colpisce subito di loro è il non-panico dipinto nei loro occhi quando gli racconto dell’Iran.

Non sono solamente due grandi viaggiatori, ma due persone stupende con cui mi sono tenuto volentieri in contatto.

Torno a casa con il nervoso che ormai mi consumava dentro…

Conosco su di un sito internet un ragazzo di nome Nicola che è già arrivato in Nepal in moto, e sarebbe partito a Settembre dell’anno dopo in bici per l’Africa (un pazzo), che mi tira su il morale parlandomi benissimo di quei posti.

Non mi basta…

Per sbollire un po, vado a farmi dieci giorni a cavallo del capodanno in Tunisia.

Con l’aereo?? Non sia mai!!!!! Con la mia fida California da sabbia, il mio fedele zainetto da competizione (Tamara) e con i miei due nuovi amiconi Angelo e Cristiana con il loro BmwGS.

Bello, anzi stupendo, ma il mancato ingresso in Iran mi brucia ancora! Che faccio? Ovviamente ci riprovo, questa volta però il mio occhio si sposta lentamente verso oriente.

Mi passa per la testa di provare a visitare l’lran andando verso l’India…

Convincere Tamara comincia ad essere difficile, compagni di viaggio un miraggio…

Dopo una lunga trattativa convinco Tamara… :¬) Nel frattempo inizia la “preparazione” della moto…

Rinforzo e modifico i supporti del portapacchi e gli attacchi dei bauletti, mi faccio allargare dal mio amico Ricky il serbatoio per sopportare distanze più lunghe senza rischiare di rimanere senza benzina (adesso faccio 500 km), aggiungo un faro/stop sul retro e due fari anabbaglianti supplementari (meglio viaggiare in sicurezza).

Adesso non mi ferma più nessuno!!! (Forse :¬) Sul forum di Mototurismo leggo di un libro scritto da un certo Italo Barazzutti che parla di un viaggio verso la Mongolia e, incuriosito, me lo faccio subito spedire…

Me lo bevo in due serate! Molto coinvolgente, ti appassiona soprattutto la parte “umana” del viaggio, è scritto con molta passione e semplicità, mi convince che volere è potere, grande Italo! Chi è interessato può richiedere il libro via email direttamente all’autore (ibarazz@tin.It).

Ci scambiamo qualche email, un giorno gli faccio presente che viaggio ero intenzionato a fare spiegandogli che, la gente che mi stava intorno, me ne diceva di tutti i colori per farmi desistere…

Mi risponde molto saggiamente: “io ho imparato che chi tenta di dissuaderti, il più delle volte lo fa per nascondere le sue debolezze e magari crearsi un alibi, oppure per invidia!”.

Riprendo la carica, grazie Italo! Andarci da solo non mi andava e così un giorno all’improvviso sul forum di Moto.It, dove mi ero appena iscritto, leggo un messaggio ambiguo che dice “Ciao, sono Domenico. Vorrei andare in moto verso l’India in Ottobre, qualcuno viene con me???”…

Ma perchè devo leggere ste cose! Gli rispondo e subito ci incontriamo, mi spiega che il suo obiettivo in realtà sarebbe quello di raggiungere il Perù.. MMM??? Passando dall’India???!!! Vuole stare via un anno in giro per il mondo visitando l’oriente, poi avrebbe spedito la moto in America finendo il suo viaggio in Perù da alcuni amici e lì avrebbe messo su casa… Ma dai! eheheh!! Domenico, tipo strano, architetto, con sei mesi di moto alle spalle con un Transalp muffissimo…

Mi chiede di dargli una mano con la moto, di dargli qualche consiglio utile e cosi i rapporti si stringono…

Ma lui vuole partire a fine Ottobre, vabbuo qualche ricerca insieme non fa mai male…

I rapporti si stringono sempre di più, lo porto a fare qualche giro in moto insieme a dei miei amici fra cui il Maci, appena tornato da una luna di miele in Messico con la sua moto (e con Annalisa sua moglie), poi c’è il Virgilio con Dafne e la sua NUOVA BMW GS (LaPoderosa)…

Una frana, Domenico non sembra proprio adatto alla moto, va pure a farsi un giro in Spagna ma viene travolto da un camion, qualche giorno di ospedale e la moto tenuta in piedi da del nastro adesivo…

Un giorno gli dico “Senti Domenico, non è che hai voglia di anticipare il viaggio verso la metà di Agosto? Sai, visto che sei poco esperto potremmo andare via insieme…” Deciso! Si parte insieme a metà Agosto ma prima c’è da sostituire quel rottame del Transalp, finalmente trova la moto adatta! Un SuperTenere con pochi kilometri a Parma! Una sera lo carico sulla mia moto e lo porto a Parma, la moto è ok, affare fatto! Cominciamo a preparare i documenti quando sempre sul forum di Moto.It dopo un’altro disperato tentativo di ricercare qualcuno disposto a seguirci leggo “bhe, io potrei seguirvi in Iran”…

E’ Davide, avvocato di Bari, lo contatto via email e mi rincuora dicendomi che sarebbe venuto in Iran con noi “Magari anche un pezzo del Pakistan, chissà…”.

Ci teniamo tutti e tre in stretto contatto per organizzare il viaggio e per fare i documenti.

Questa volta il Carnet lo faccio, ma alcuni contrattempi ci fanno slittare prima di tre giorni, poi di altri tre la fatidica partenza…

Infine per me la partenza viene posticipata al 21 di Agosto mentre, gli altri due sarebbero partiti intorno al 10 Agosto per visitare zone della Turkia che non avevano ancora visto…

Purtroppo la fretta mi fa aumentare i costi dei vari documenti (sopratutto il Carnet), ma ormai non potevo rinunciare…

La data è fissata! Il 25 Agosto ci incontreremo a Dogubayazit (paese dominato dal vicino Monte Ararat), partendo da posti e con date diverse, viaggiando per strade diverse…

Avremmo dovuto arrivare in India o nelle migliori delle ipotesi in Nepal e da li avremmo spedito la moto su di un cargo…

Ce la faremo? Tamara ovviamente dice di no, il Maci dice di no, Virgilio (che nel frattempo ci da una lieta novella, DIVENTA PAPA!) dice di no…

Degli amici addirittura mi dicono che in Iran c’è la guerra (magari guardano la TV di 20 anni fa quando c’era la guarra Iran/Iraq?), altri che “In quei posti ti prendono i soldi e poi ti mettono a pecorina..!!!!” ed altri ancora “Cosa vai a fare li? Cosa vuoi che ci sia da vedere?!!”, pazzesco come sia ignorante la gente…

Gli unici che mi tirano su il morale sono il grande Italo, Angelo e Cristiana, Silvia, Ago, Dami, Nicola, mia sorella, quel pazzo di mio cugino Franco (che corre in pista, neanche avesse vent’anni!! ihihih) e Mattias che a sua volta sta partendo per un mitico viaggio con la sua BmwGS in Egitto…

Anche poche altre persone mi incoraggiano a non desistere.

Camuffo il viaggio e racconto di andare in ferie sul Lago Maggiore, solo perchè non ho voglia di farmi rompere i marroni dalle persone non interessate, tutte le altre, i miei amici più stretti, i colleghi di lavoro più giusti, li avrei informati passo passo attraverso email.

(Beh, almeno quelli che usano internet… :¬) Si va, ho promesso ad Azar&Company che sarei andato questa volta.

E si sa…

Le promesse si mantengono sempre!!! A tutti i costi!!! BACI, ABBRACCI E COCCOLE…

VENERDI’ 20 AGOSTO 2004 Dopo l’ennesima giornata di lavoro finisco di preparare la moto, vado a casa, mi lavo, mangio, stappo per l’occasione una stupenda bottiglia di Gattinara Riserva del ’98…

Telefonatina ad Angelo e Cristiana che mi danno l’estrema unzione, ai miei amici Lory, Marco e da quasi un anno anche Giulia…

Faccio uno squillo anche a mia sorella Susy che è ancora in ferie in Portogallo (l’anno scorso sarebbe venuta con me in Iran!!!).

Saluto mia madre Franca che scoppia in lacrime seguita da Tamara (che palle, cominciamo bene!) e abbraccio mio padre Piero che, anche lui, è visibilmente commosso.

A mia madre dico ridendo: “Mamma, guarda che non sto partendo per la guerra! Al limite mi rapiscono da qualche parte nel deserto, ma con qualche soldo di cauzione si mette tutto a posto, ihihih!!!”.

Le lacrime di mia madre e Tamara aumentano!!! Parlo con mio padre e gli dico: “Lillo, sai benissimo che il mio obiettivo è sempre quello di tornare per romperti le palle, ihihhi”, gli strappo un sorriso…

Saluto mia zia Oriana e mio zio Gianni (due “ragazzi” handicappati che vivono insieme a noi… Dolcissimi! Sono stati in piedi fino a tardi per salutarmi… Rimarranno sempre nel mio cuore), poi passo ai miei cani Guido, Shardon, Silvia e Ugo e al mio gatto Willy…

Andiamo a salutare gli amici a casa di Jeans (Franchino, un pachiderma di 140 kg!!! che sogna di comprasi un Varadero…).

A casa sua, oltre a sua moglie Assunta, ci aspetta per l’occasione tutta la compagnia, Vito, Daniela, il Gufo e Zano…

Tamara saluta la sua amica del cuore Assunta e scoppia a piangere (ma santo dio!)…

Qualche santo che prende il volo ed un paio di caffè…

Sono veramente stanco e nervoso, stanotte afterhour in moto!!! Baci, abbracci e verso la mezza si parte!

IL VIAGGIO…

QUASI REPORT, QUASI STORIA DI VITA…

SABATO 21 AGOSTO 2004 – ORE 00,00 – PARTENZA!!! Il contachilometri segna 70954…

Finalmente…

Passo dalla piazza del paese, solite facce incredule al mio passaggio… A Cameri (qualche zabètta a parte) non ci sono mototuristi, è una razza in via di estinzione… :¬) Partiamo di notte in mezzo ai lampi, fortunatamente incontriamo solo la strada bagnata ma niente più, la pioggia, per ora, ci risparmia.

Le gomme non sono troppo stabili, le ho caricate di azoto prima di partire per farle durare di più e per evitare possibili scoppi dovuti al calore di quei posti, ma sul bagnato pelle d’oca! Rallento l’andatura.

Attraversiamo la Slovenia che è ancora notte.

Il doganiere ci chiede “dove siete diretti?” – ed io, da vero gnorri, “In Turkia…” mi risponde “Così lontano??!” (figuriamoci se gli dicevo che andavamo in Nepal!!!).

Dopo Liubijana spunta l’alba, ci fermiamo a bere un caffè, ma la stanchezza dei giorni passati comincia a farsi sentire…

Mi accorgo di avere una piccola perdita d’olio dai coprivalvole che prima del tagliando non c’era…

Avevo chiesto al meccanico di cambiarmi le guarnizioni, me le ha messe nel conto ma evidentemente non le aveva rifatte, questa me la lego al dito…

Arriviamo in Croazia, qualche colpetto di sonno per cui facciamo più soste del previsto, sarebbe troppo pericoloso.

Arriviamo alla frontiera con la Yugoslavia, miii che coda, poi qua sono veramente pallosi, con un po’ di pazienza passiamo e il sonno comincia a sentirsi sempre di più…

Tamara mi tiene sveglio parlandomi e dandomi delle legnate sulla testa e sui fianchi…

Facciamo soste anche ogni 50 km, comincia ad essere dura…

Lo sapevo! Non avrei dovuto lavorare come un cane fino a due ore prima della partenza, ma si sa, d’altra parte è così… :¬) Passiamo Belgrado, in mezzo a quei palazzi che incutono sempre un po di timore, visti e rivisti in televisione qualche anno fà.

Ci si accorge, dalla faccia della gente, che è un paese in faticosa ripresa, ma niente più…

Passo vicino all’ AUTO SERVIS che mi aveva saldato la moto l’anno scorso…

Una bella strizzata ai maroni come antidoto contro la sfiga non poteva mancare!!! Sempre più faticosamente arriviamo alla frontiera Bulgara, bisogna stare attenti, l’anno scorso ho beccato pure una multa con il TeleLaser!!! Siamo costretti ad andare a 40 km/h per colpa di ripetuti lavori in corso e pattuglie della pula ogni 3 km!!! Stranamente per passare la frontiera ci mettiamo solo un’oretta (i doganieri bulgari comunque pallosi e poco simpatici), arriviamo vicino Sofia e decidiamo che l’agonia deve finire, sono troppo stanco.

Ci fermiamo in un alberghetto di nostra conoscenza sulla strada vicino a Sofia, dopo soli 1446 km… Che palle! Mangiamo e schizziamo subito a dormire! Decido che è anche il caso di fare SvegliaFREE, ovvero quando ci svegliamo ci svegliamo! Manco il tempo di…

Che svengo sul letto!!! DOMENICA 22 AGOSTO 2004 – ORE 10,30 Il contachilometri segna 72400…

Ci svegliamo alle 10,30 in ritardissimo, colazione e viaaaaa!!! Superiamo Sofia, un po’ di autostrada, poi una lunghissima statale, solita pallosa frontiera Bulgara ed eccoci in Turkia dove la procedura è un po più veloce.

Finalmente qualche faccia sorridente, ciao amici turki! Spostiamo la lancetta dell’orologio in avanti di un’ora e si prosegue verso Istanbul.

Passiamo sul bosforo che è quasi sera; é sempre stupendo…

Ne rimango incantato come se non l’avessi mai visto.

Siamo partiti troppo tardi stamattina, così proseguiamo per un pezzo fino a Gebze, sul Mare di Marmara dove ci fermiamo in un alberghetto. Andiamo a mangiare e festeggiamo, comatosi, il compleanno di Tamara…

Auguri croce! Buon ventisettesimo compleanno!!! Telefono a Davide, che mi dà la sua posizione; è a Trabzon sul Mar Nero, domani raggiunge Ani (sul confine armeno), ci aggiorniamo più avanti.

Buona notte! :¬) LUNEDI’ 23 AGOSTO 2004 – ORE 9.00 Il contachilometri segna 73100…

Con un po di scazzo partiamo verso Ankara, prendiamo un pò d’acqua, a tratti il tempo non è più clemente con noi, non poteva andarci sempre bene.

Rallento sempre per il solito problema ai copertoni…

Ci fermiamo a mangiare, parcheggio la moto e davanti a me una bambina tenerissima… “Welcome to Turkia”…

Si mette a vomitare viola, un tubo di vomito continuo… Che schifo! E poi… Che pubblicità alla locanda! Vabbuo succede… Bloooohhhh!!! Ritorna il sole e, una volta superata Ankara, ci dirigiamo verso Hattusa (sito Unesco degli Ittiti).

Facciamo un bel tratto di sterrato, arriviamo ad Hattusa e li ci fermiamo a dormire, domattina visita al sito.

MARTEDI’ 24 AGOSTO 2004 – ORE 8.30 Il contachilometri segna 73702…

Andiamo al sito, entriamo e subito un mandarino ci avvicina, capisco subito che voleva farci fare una visita guidata…

Vabbuo devono campare pure loro, così lo accontentiamo…

Perdiamo tutta la mattina su sto sito che poi, a parte un paio di porte e il panorama, non è un granchè.

Ci porta in macchina dicendoci che la strada era brutta per la moto (allora non hai visto che strade ho fatto io nella mia vita, amigu…).

Alla fine intorno a mezzogiorno, immaginando di dovergli dare una decina di milioni di lire turke, mi dice in mezzo italo/turko/inglese “sai abbiamo fatto il giro in macchina, cazzi e mazzi, sono 35 euro!”, gli rispondo scocciato “amigu, mio amigu, ma che cazzo dici, 35 euro?!?” mi guarda, come per dirmi “non ti ho mica chiesto tanto… Solo perchè sei tu…”, ed io “senti mio amigu, solo perche non ho tempo di mangiarti la faccia ti do 30 dollari e come si dice dalle mie parti…

Va fòra dal bali!!!” Incazzati neri prendiamo la moto e ripartiamo.

Ancora un tratto di sterrato dove incontriamo una probabile vittima di qualche camion…

Una bellissima tartaruga (ce ne sono molte sull’anatolia), intenta ad attraversare la strada… La prendiamo, anche se non era completamente d’accordo, la carichiamo in moto sulle braccia di Tamara (non so chi avesse più paura delle due).

Facciamo un tratto di strada e la liberiamo in un posto sicuro, la tartaruga mi ringrazia cagandomi sui pantaloni, ingrata! Poco dopo ci fermiamo a pranzare, ad una bancarella compriamo un melone, dell’uva e del pane per il tonno… GNAM GNAM!!! Ora è il momento di pestare un po’ di strada, siamo in ritardo!!! Incontriamo 500 km di lavori in corso, sterrato, asfalto liquido che mi fa slittare e mi impiastra la moto, ancora un po’ e mi mummificavo!!! A sera tarda arriviamo vicino a Erzurum, ci fermiamo in una topaia, purtroppo l’unico posto possibile! Cena con scatolette di tonno (portate per le emergenze).

Il telefono non prende, chiamerò domani mattina Davide per l’incontro, buona notte…

MERCOLEDI’ 25 AGOSTO 2004 – ORE 6,30 Il contachilometri segna 74368…

In quella topaia lusso da quarantadue stelle che puzzava di legno bruciato e antichizzato, le finestre erano senza tende e subito il sole mi trafigge gli occhi, ok, tanto non sto nella pelle! Andiamo via più veloci del vento.

Passiamo velocemente il tratto che ci divide da Dogubayazit, arriviamo intorno alle 10,00.

Passiamo strade fitte di militari, nel sempre bellissimo Curdistan più profondo, poi ci spunta il sempre incantevole Monte Ararat, l’unico innevato, con la sua solita nuvoletta intorno alla cima.

Aspetto Davide sulla strada dove sarebbe dovuto arrivare, fa un caldo boia, e non arriva…

Mi faccio un giro nel paesino, incontro due ragazzi italiani con un muffissimo Transalp che, gonfiandosi il petto, mi dicono “Beh, qui noi abbiamo finito, adesso torniamo a casa…”, risposta “Beh amigu, invece il nostro viaggio è appena iniziato, da qui proseguiamo”, e se ne vanno…

Telefono a Davide e non risponde, arriva mezzogiorno…

Andiamo ad aspettarlo in una locanda, dopo un po’ ci chiama, facciamo fatica a capirci, cazzo cominciamo bene…

Dopo un po’ prendo la moto e ci incrociamo in mezzo al paese, bon…

E’ strano, ci conosciamo da un po’ di tempo, anche se solo per telefono, e, a momenti, ci diamo del lei…

Andiamo subito a vedere uno splendido caravanserraglio aggrappato su di una montagna, a due passi dal paese… Da qui c’è una vista della vallata e dell’Ararat che ci lascia di stucco.

Torniamo in paese e ci infiliamo in albergo, contrattiamo un po’ e chiediamo di poter parcheggiare le moto.

Indovinate dove? Dentro la hall!!! Con un improbabile zerbino di ferro mi fanno salire, lo zerbino mi schizza contro il parafango, picchio contro la vetrata, che cazzo! Niente paura, il parafango solo un po’ graffiato, e 2000 bambini di merda intorno alla moto che ridono!!! Usciamo a mangiare noi tre, cominciamo a prendere consapevolezza del fatto che…

Dov’è Domenico?!? Nessuna notizia, nessuna telefonata, ce la farà ad arrivare? E’ ancora vivo? Bah…

Facciamo un giro all’internet point del paese, mi collego, scarico la mail e ne vedo una di Domenico del 23 Settembre che dice “Sono a Van, ho grossi problemi con i documenti, spero di sistemarli per il 25 agosto, anche se penso sia molto difficile, in ogni caso ce la sto mettendo tutta, se puoi raggiungermi a Van entro il 25… Ti tengo informato via internet, saluti”… Miiiiii!!! Poi arriva subito un’altra email del 24 Settembre “Non trovo il tuo numero di cellulare, Se non ti vedo arrivare a VAN ci vediamo all’appuntamento il 26, qui tutto male ciao”, e che caz!!! Ne arriva subito un’altra, dice che è caduto con la moto, gli è uscita la spalla, una vecchia guardiana di mucche lo ha aiutato a tirarla su; poi, gli hanno fottuto i documenti e hanno cercato di collegargli i fili della moto per fottergliela e stava cercando un meccanico per ripararla…

E che cazzo Domenico non è che te l’hanno messo pure in quel posto??!!! Panico, non sappiamo se arriverà all’appuntamento domani, non sappiamo se potrà passare la frontiera senza documenti (e poi quali), non sappiamo se dobbiamo andare ad aiutarlo…

Gli scrivo il numero di telefono, l’albergo dove siamo e pregando Allah andiamo a dormire, domani è un altro giorno si vedrà…

GIOVEDI’ 26 AGOSTO 2004 – ORE 8,00 Il contachilometri segna 74740…

Andiamo a fare colazione con Davide in una pasticceria, mmm che buoni i dolcetti col miele…

Torniamo a controllare l’email nell’internet point, ma nessuna notizia di Domenico.

Davide decide di passare la frontiera, ci saremmo reincontrati con lui a Tehran, noi avremmo aspettato quel rottame di Domenico senza sapere se arriverà.

La mattina è lunga nella camera dell’albergo, per ammazzare il tempo decidiamo di recuperare i quattro giorni di astinenza, quando arriviamo sul più bello…

Sento bussare la porta. Panico non l’ho chiusa! Sarà il cameriere che fa le pulizie.

Prendo la prima cosa che trovo, i pantaloni di Tamara!!! Li infilo al volo e a momenti esplodono, con un arnese troppo visibile che fa da appendipanni…

Sento aprire la porta, sono in gaffe clamorosa, trovata geniale, ci appendo un giubbotto e come per magia sento una voce “Perdonami! Simone sei tu!?!”…

Ma porc!!! Fingo spudoratamente (sempre con l’appendino in vista) e dico “Domenico, amico mio sei arrivato? Come va tutto bene? Aspetta che riordino la camera e ti faccio entrare!” grrrrrrrrrrrr!!!! Una volta rimessi i miei pantaloni e perse le sembianze di una checca, lo faccio accomodare e ci racconta le sue sventure, era senza libretto della moto, ma è intenzionato a passare la frontiera ugualmente, ce la faremo??? Carico la moto e via verso la frontiera, oggi sarà una giornata mooooolto lunga!!! Ci accorgiamo subito che sarà molto dura passare la frontiera turka (e figuriamoci quella iraniana), ma non avremmo mai pensato a quello che realmente ci sarebbe accaduto…

Non solo senza libretto e senza il foglio di ingresso della moto, ma con il Carnet de passage con uno zero in più sul numero della targa… Noooo non è possibile!!! I turki, molto fiscali, gli dicono che non va bene, poi senza foglio d’ingresso, per loro era come se fosse entrato illegalmente in Turkia, a niente sono serviti i tentativi di corruzione, le lacrime di Domenico, stratagemmi ed adulazioni di vario tipo…

Soluzione, aspettiamo il fax da Kapikule (frontiera Bulgaria/Turkia)! Se il documento fosse saltato fuori e anche su quello ci fosse stato il maledetto zero in più allora tutto bene, altrimenti avrebbe dovuto pagare una multa pari al valore attuale della moto per importazione illegale!!! Incontriamo un ragazzo italiano che passa la frontiera a piedi, parliamo un po’ con lui e ci dice di aver visto due motociclisti italiani dalle parti di Shiraz, diceva che dal caldo sudavano freddo e avevano la faccia viola, cazzarola ci sarà un caldo incredibile!!! “Per il resto (ci racconta) è andato tutto bene, gli iraniani sono stupendi”, meno male…

Dopo quasi 6 ore in frontiera arriva il fax, forse anche stufi di avere Domenico fra le palle ci fanno passare.

Si, ma adesso ti voglio vedere in Iran, dobbiamo inventarci qualche colpo da maestri…

Gli ufficiali stanchi, ormai è sera, ci sediamo con loro e teniamo le moto ben distanti con quella di Domenico imboscata dietro alla mia.

Gli ufficiali ci offrono da bere mentre guardano il Carnet, accettiamo e ringraziamo per la bevuta a scrocco.

Magia! Domenico parla con uno di questi, gli chiede “Quanti figli hai” – risponde “Cinque!”, e Domenico “Ma sei un grandeeee, dammi il cinque!!!” – gli alza la mano come un boxeur dopo una vittoria e grida a squarciagola “You are the Champion!!! Five children!!!” e a gesti gli fa capire “Ci dai dentro è!!!”.

L’ufficiale arrossito o incazzato (non lo sapremo mai), si siede sconvolto…

Poi ne prende un altro, tira fuori la macchina fotografica e grida “Dai facciamo una foto tutti insieme, siamo tutti amici!!!”, io faccio il fotografo anche per nascondermi un po’ dalla vergogna.

Comunque la tattica funziona, non controllano la targa, ci danno il Carnet più un foglietto e, in pochi secondi, schizziamo via prima che qualcuno se ne accorga.

Arriviamo agli ultimi due controlli della frontiera, uno lo passiamo velocemente, ci guarda solo i passaporti, e qui arriva il bello…

Ultimo ostacolo fra noi e l’Iran…

Un pulotto ci ferma davanti alla cancellata, mi guarda il Carnet e mi controlla la targa, mi giro verso Domenico e ridendo gli dico “Bon, adesso ci inculano a sangue”.

Il pulotto arriva da Domenico, legge il Carnet, fa per guardare la targa e, di “botto”, un’altra magia del fenomeno! Fingendo di scendere dalla moto sbilanciato, lascia cadere la moto rompendo pure uno specchietto…

Il pulotto preso dal panico e dalla foga di rialzarlo non controlla la targa, gli dà il Carnet e schizziamo via!!! Siiiii, gabbata la frontiera dell’Iran, scappiamo prima che qualcuno se ne accorga!!! Appena usciamo dal cancello veniamo letteralmente assaltati da persone ambigue…

Camminano di traverso strusciando i piedi, con la testa leggermente bassa e gli occhi in diagonale, coprendosi la bocca con una mano dicendo a ripetizione “Change, change, change, change, change”, all’infinito, miii che presse…!!! Spostiamo di un’altra ora e mezza in avanti le lancette dell’orologio, è tardissimo, è buio! Raggiungiamo Maku, cittadina a una trentina di chilometri dal confine.

Ci fermiamo sul bordo di una strada e subito veniamo incantati dalla gentilezza di questo straordinario paese.

Una macchina si ferma e ci chiede se avessimo avuto bisogno di aiuto…

Rispondo positivamente dicendogli che cercavamo il Maku Inn, hotellino con parkeggio…

Il tipo ci accompagna insieme a tutta la sua famiglia fino dentro l’hotel! Gentilissimo! Lo ringraziamo e lo salutiamo.

Appena entriamo ci becchiamo subito due sposini sulla porta (cena nunziale), li saluto e mi complimento, loro, a bocca aperta come se arrivassimo dalla luna, contraccambiano.

Per oggi ne ho abbastanza, e poi devo recuperare il tempo perso stamattina per colpa di Domenico, grrrr…

Buona notte :¬) VENERDI’ 27 AGOSTO 2004 – ORE 8,30 Il contachilometri segna 74810…

Ripartiamo verso Tabriz, strada piena di camion, ma suggestiva…

Da qualsiasi macchina arrivano saluti e sorrisi.

Ci fermiamo a fare benza, è una festa!!! Sapevamo che costava poco, ma non immaginavamo potesse costare meno dell’acqua!!! Facciamo un pieno con 2500 lire italiane, 150 lire al litro!!! E vaiii, che bello la faccio pure uscire dal serbatoio, spanteghiamo! Mi alzo in piedi sulla moto e grido “Oggi offro ioooo!!! Vi amo tutti!!!”.

Parcheggiamo la moto davanti ad una baracchetta (autogrill iraniano) e prendiamo da bere, il vecchietto ci chiede 700 indicandolo sulla calcolatrice, bene tiro fuori 700 Rial, e lui “nooo, 700!”…

Allora gli scrivo con la calcolatrice 700 e gli indico le due banconote che compongono i 700, niente da fare lui intendeva 7000 Rial ma ci indicava 700… Toman.

A dire il vero conoscevo anche questa usanza strana, ma volevo capirne il perchè…

Praticamente loro parlano sempre in Toman che non è altro che i Rial ma con uno zero in meno.

Ho chiesto a decine di persone come mai questo utilizzo cosi strano, nessuno mi ha saputo dare una risposta sensata, tutti dicevano “Semplice 100 Toman sono 1000 Rial, è come voi che dite 1000 lire…”, ma cazzo, noi diciamo 1000 lire e sono 1000!!! Niente da fare rimarremo con il mistero Rial/Toman che ci consumerà lentamente fino alla morte… Curioso ve?! :¬) Facciamo per ripartire eeeee… “Welcome to Iran!!!” Vedo una cosa che non avrei mai voluto vedere, un bel chiodo piantato nel copertone, ma caz!!! Tiro fuori il mio kit attrezzi e con la pinza lentamente estraggo il chiodo, fortunatamente non ha fotaro il tubeless, teniamo sott’occhio la gomma, speriamo che tenga…

Partendo vedo l’ennesima macchina che mi saluta, ma questa insiste, guardo bene incuriosito…

E’ il signore che ci ha accompagnato in albergo ieri sera, mi indica di seguirlo, seguiamolo…

Ci porta in un posto sulla strada dove (dice lui) c’è un’acqua spettacolare che fa bene per lo stomaco, cosa faccio? So che potrei pentirmi di bere quell’acqua da una fonte, ma non posso rifiutare!!! Riempio la bottiglia dalla fontanella e ne faccio una bella golata insieme al mio amigu…

Nel frattempo mi racconta che lui è di Maku e stava tornando a Tehran dove lavora, ci invita ad andare a dormire a casa sua.

Noi rifiutiamo e gli spieghiamo che saremmo andati verso il Mar Caspio, poi il giorno dopo ci aspettavano degli amici a Tehran (che poi è vero).

Rimane un po’ offeso (trovamene uno qua che si offende se non vai a dormire a casa sua), comunque vuole darci una mano e ci accompagna all’incrocio dove avremmo svoltato per andare verso il Caspio.

Ci saluta, vuole il mio numero dicendomi che ogni tanto viene a Linate dove ha una sede della ditta di trasporti dove lavora, mi da un biglietto da visita e una penna (io stamperò mezzo milione di penne l’anno!), tieniamolo buono, non si sa mai…

Prendiamo la strada e ci accorgiamo subito che erano cazzi acidi, buche enormi, bivi senza indicazioni, tratti di sterrato, ma un paesaggio a dir poco stupefacente!!! No problem, primo bivio chiedo a due vecchietti, prima cosa mi danno la mano e mi chiedono da dove vengo e se sto bene, poi mi invitano a sedermi per bere un Chay con loro, dopo un po’ di trattativa per poter alzare i tacchi mi danno l’indicazione…

Arriviamo su un tratto sterrato e ci imbattiamo in un torrentello che ha straripato, davanti agli occhi increduli di una famiglia che faceva picnic li vicino attraversiamo, la California si trasforma (come spesso accade) in un mezzo anfibio e supera brillantemente quei 7/8 metri (alti circa 40 cm.) di acqua che ci separano dal resto della strada…

Altro bivio, altra gente che ci corre incontro per darci le informazioni, e cosi via per tutto il giorno…

Ci becchiamo addirittura due tamarri iraniani con una moto custom con sopra taroccato lo stemma della Harley, gentilissimi.

Arriviamo ormai a sera tarda nei pressi del Mar Caspio, è buio, siamo stanchi, i limiti di Domenico si fanno sentire…

Sulle montagne, al buio, con le macchine che ci tagliano la strada, trema come una foglia e va a 10 all’ora, ci mettiamo un eternità…

Per la strada notiamo una saccata di gruppi di persone (amici, famiglie) che passano le ultime ore del loro fine settimana a fare picnic con griglie al seguito…

Domenico in una sosta mi dice “Perdonami! Nelle curve poi al buio avevo paura…”, lo rincuoro…

Arriviamo finalmente ad una cittadina sul mare dove, purtroppo… Niente alberghi! Proseguiamo, chiediamo in giro, ma niente da fare.

Ad un certo punto si ferma una macchina con su una famiglia, ci chiedono se abbiamo bisogno di aiuto e fanno cenno di seguirli.

Percorriamo una cinquantina di km dietro alla macchina, questa va talmente veloce che a momenti torniamo indietro nel tempo!!! Arriviamo finalmente in una zona con degli alberghi, dalla macchina scendono tutti, marito, moglie e figlie, ci baciano, ci abbracciano e ci salutano, sempre gentilissimi…

Diversi ragazzi incuriositi si avvicinano e ci tempestano di domande, poi due, presi dalla foga di conoscerci, addirittura litigano e si prendono a mazzate, io fischio e gli faccio capire che non era il caso, abbassano gli occhi e se ne vanno.

Cerchiamo ‘sto benedetto albergo! Ne troviamo uno che ci fa parcheggiare le moto dentro al ristorante, spettacolo!!! Spostano tutti i tavoli, foto a nastro con tutta la gente che c’era dentro.

Curiosamente guardano lo stemmino con la bandiera italiana posto sul mio bauletto e mi chiedono “Da dove vieni…?“ Anche se sullo stemmino c’è scritto “ITALY” non riescono a leggerlo!!! I caratteri latini riescono a leggerli solo chi parla inglese e comunque con una certa fatica.

Bhe, figuatevi cosa capisco io dei loro caratteri!!! Ormai siamo stanchi, li salutiamo e ci fiondiamo nel letto.

SABATO 28 AGOSTO 2004 – ORE 9,30 Il contachilometri segna 75507…

Ripartiamo verso Tehran…

Dobbiamo ancora beccare Davide ed incontrarci con Azar, Ramin e Mustafa…

Entriamo in autostrada, la circolazione alle moto sarebbe vietata (loro hanno solo i 125 e la pula il 250) ma facciamo gli indiani ed entriamo lo stesso, ai caselli non ci fanno pagare…

Una festa! Da molte macchine vediamo ragazzi che con telefonini ci fanno delle foto, da un’altra addirittura un Mullah scellerato con turbante bianco si siede addirittura fuori dal finestrino e ci saluta come un pazzo!!! Voi avete mai visto un vescovo fare una cosa del genere???!! Ci fermiamo a fare benza, facciamo per ripartire, io sono avanti… Domenico non arriva, mi fermo e lo vedo cento metri indietro che mi fa cenno di tornare, ma che caz! Mi stava già venendo il cristo, arrivo da lui e mi presenta due ragazzi e una ragazza che impazziscono letteralmente per noi.

Sono dei giornalisti di carta stampata, ci fanno mille domande e talmente tante foto che divento biondo, peccato che non gli abbiamo chiesto il nome del giornale, sarebbe stato bello vederci in qualche articolo in mezzo a tutte quelle scritte in farsi…

Mi accorgo di un mal funzionamento degli stop, in mezzo a quella bolgia impegnato a star dietro a Domenico per non farlo tirare sotto facendogli da “scudo” comincia a diventare difficile guidare…

Devo tirar fuori tutta l’esperienza e l’attenzione in mezzo a questi criminali al volante che mi tagliano la strada ogni minuto e che mi arrivano anche a 30 cm dal retro della moto…

Visto e considerato che il fanale posteriore era stato sostituito prima della partenza perchè rotto dall’anno prima mi sorge spontanea una domanda…

Caro Peppino (meccanico Guzzi) hai sistemato la moto o l’hai solo guardata per poi darmi un conto da spavento?!? Arriviamo abbastanza velocemente, telefono a Ramin e, per fargli capire la posizione, chiamo un ragazzo seduto vicino alla cabina del telefono.

Un po’ stupito, prende il telefono in mano e spiega a Ramin dove siamo.

Poco dopo arrivano, ci abbracciamo, Azar è emozionatissima, io gli dico “Hai visto che siamo riusciti ad incontrarci? Io le promesse le mantengo sempre!”.

Andiamo tutti insieme a recuperare Davide che ci aspettava dall’altra parte della città, poi tutti insieme verso l’albergo.

Parcheggiamo le moto sul marciapiede, scarichiamo le borse, riscendiamo e come per incanto…

Un pulotto stava già per staccare una multa per divieto di sosta, io arrivo di corsa e gli dico “Amigu, dai cinque minuti per scaricare la moto…”, sono preoccupato per la storia della targa di Domenico, allora lestamente, mentre il pulotto mi blatera qualcosa e Ramin cerca di farlo desistere nello staccare la multa, tiro fuori il mio Carnet ed il passaporto, lui guarda, mi fa un cenno con la testa e mi fa capire che è tutto ok, ma dobbiamo spostare le moto in fretta…

E’ andata bene anche stavolta!!! Dopo aver cercato invano un parcheggio a Tehran, Domenico va in panico, visibilmente nervoso per il traffico e la pessima guida degli iraniani! Imprèco contro di lui e finiamo a litigare di brutto! Parcheggiamo le moto a casa di Ramin, Domenico cade davanti al cancello come un pesce lesso, nessun problema.

Alla sera facciamo un giretto e facciamo una cenetta con i nostri nuovi amici, beviamo il Dugh, una bella schifezza fatta con yogurt, acqua frizzante e sale, comunque molto dissetante.

Prima di andare a letto io e Domenico facciamo pace, prima eravamo troppo nervosi, ora ci siamo capiti.

DOMENICA 29 AGOSTO 2004 – ORE 8,00 Il contachilometri segna 75928…

Azar, puntualissima, ci viene a prendere, Ramin è al lavoro (qui il fine settimana è Giovedì e Venerdì), con Azar c’è un’altro ragazzo con la facciotta simpatica che in italiano mi dice “Ciao, sono Ali…”, rimango perplesso e penso “Cazzarola ma qui parlano tutti italiano o c’è qualcuno che mi prende per il culo??”.

Non mi passa nemmeno per la testa che era Ali, iraniano, medico di Ferrara da 13 anni che conoscevo da tempo su internet!!! “Cavolo Ali!!! Sei tu?!!?” risponde ridendo “E chi pensavi che fossi???!!!”, faccio la solita figura da carciofo… :¬) Ci spiegano che domani è la festa di un santo, il rispettivo italiano della festa del papà e perciò c’è un casino incredibile per la città e domani sarà tutto chiuso… Dobbiamo ancora cambiare dei soldi!!! Prima furbamente ci portano in una banca e ci spiegano che sono troppo impegnati per cambiare i nostri soldi, Ali mi dice “Ma si, andiamo dopo…”.

Visitiamo il Bazar, è una continua sfida con Azar e Ali, ogni cosa che guardavamo per più di due secondi ce la compravano! Pistacchi freschi non ancora tostati (spettacolari), bevande con dei semi strani, frullati, profumi e fragranze inebrianti…

Ci comprano anche un velo bellissimo per Tamara, almeno adesso anche lei è alla “moda”…

Gli ripeto “Ragazzi guardate che noi dobbiamo cambiare dei soldi sennò non possiamo fare niente…” – risposta solita “Si, si, dopo… Più avanti ci dev’essere un’altra banca…”, ehhe che furbacchiotti…

Ci portano a mangiare e pagano loro, andiamo a bere un caffè e pagano loro, impossibile…

Andiamo a visitare l’ex dimora dello “Scià Reza Pahlavi” (pagano loro!), nel frattempo, mi faccio spiegare molte cose curiose della loro cultura, delle loro abitudini, dei loro scheletri nell’armadio.

Sono ragazzi stupendi e molto aperti, si puo parlare tranquillamente anche di questioni scottanti.

Ali mi confessa di essere molto religioso, ma comunque contrario (come la maggioranza della popolazione) al regime religioso che impone loro delle regole veramente incomprensibili.

Alla fine, ci portano a sera senza che avessimo potuto tirare fuori un Toman! Poi ci salutano, Azar deve andare a salutare i colleghi di lavoro.

Il 31 Agosto parte per l’Italia con Ramin…

Vengono a studiare a Bologna dove gli abbiamo già trovato una casa.

Ali invece deve andare a casa per cenare con dei parenti…

Allora il quartetto cetra, visto che era ancora presto, pensa bene di avventurarsi nella giungla di Tehran…

Prima 92 km a piedi, poi, praticamente smarriti, saliamo su un taxi spettacolare…

Il tassista, con un colpo da maestro accende il taxi in seconda giù da una discesa, si fermerà sempre in discesa per poi ripartire???!!! Ci porta al palazzo Golestan, è chiuso, che sfiga! Facciamo un le piangine davanti alla guardia, dopo un pò sfinito per asfissia ci fa entrare per fare qualche foto…

Un’altro giretto a piedi e altro taxi, ci fa perdere un’ora per poi riportarci nello stesso posto sbagliato per tre volte, io ormai fuori di testa, gli dico “Amigu, va bene qua, fermati o ti mando a scuola guida!”.

Scendiamo senza pagare e schizziamo nel metrò, l’avevamo gia usato con Azar e sapevamo dove andare.

Nell’attesa vediamo anche delle donne Afhgane, le riconosciamo solo perchè ci aveva spiegato Ali come fare… Dagli occhi!!! Scherzo con Davide “Se per caso vedo qualcuno che si inginocchia a pregare qua nel metrò, vomito!”, ridendo mi risponde “Se lo fai ti faccio un applauso ed una foto!!”, un po’ di spirito non fa mai male…

Facciamo per salire quando si fermano davanti a noi dei vagoni divisi uomini da una parte e donne dall’altra, che tristezza…

Le donne di un vagone però ci notano, timidamente sorridono e ci salutano, fanno tenerezza.

Arriviamo finalmente in albergo, Azar puntuale come un orologio svizzero ci aspetta da un’ora, cazzarola…

Strisciando chiediamo pietà e gli spieghiamo del tassista che ci ha fatto perdere tempo.

Azar vuole addirittura portarci via i vestiti per lavarli, ovviamente rifiutiamo!!! Stiamo un po’ con lei fino a quando non arriva Ramin, poi Azar ci saluta perchè deve andare a casa dai suoi…

Ramin ci porta fuori a cena in un bellissimo ristorante di Tehran, con giardino, tappeti e fontanelle. Passiamo una bellissima serata, anche Ramin è un bravissimo ragazzo.

Con lui parliamo di tutto e, sorpresa, è ateo! Gli chiedo “Sei felice che abbiano cacciato Saddam Hussein dall’Iraq?”, risposta secca “Certo che sono felice!!!”.

Ci racconta che nei suoi ultimi sei mesi di servizio di leva è finita la guerra Iran/Iraq e che gli iraniani (per ovvi motivi) odiano profondamente Saddam.

Questo non vuol dire che abbiano le bandiere a stellestrisce sui balconi, certo è che non gli dispiace nemmeno che abbiano mandato a casa un feroce dittatore che contro l’Iran ha causato secondo la LonelyPlanet mezzo milione di morti, secondo loro alcuni milioni…

Diciamo che in questo caso preferiscono il male minore…

Arriva il momento di pagare il conto, Ramin si getta sulla cassa, tende il suo TravellersCheque ma il ristoratore gli da un bel due di picche, prendiamo la palla al balzo e paghiamo finalmente noi! Lui telefona ad Azar e raccontandogli dell’accaduto lei lo cazzia a morte…

Torniamo all’ovile, domani è una lunga giornata…

LUNEDI’ 30 AGOSTO 2004 – ORE 8,30 Il contachilometri segna ancora 75928…

Azar puntualissima ci viene a prendere, con se porta dei soldi, ce li vuole dare per la cena che siamo riusciti a pagarle ieri sera!!! Non c’è niente da fare, alla fine dobbiamo cedere…

Non contenta, vuole addirittura darci dei soldi per continuare il viaggio. Incredibile! Lottiamo ferocemente e, questa volta, riusciamo a prevalere! Non potevamo certo accettare anche questo, Azar è una ragazza stupenda, ma non possiamo approfittare più di quanto abbiamo già fatto! Poco dopo partiamo per la città, ci facciamo portare da Azar al monumento Azadi, chiamato anche “monumendo della libertà”; simbolo imponente di Tehran, costruito nel 1971 per la commemorazione del 2500º anniversario dell’impero persiano.

Un bel giro nei dintorni, foto ricordo, poi Azar ci chiede di aspettare che sarebbe arrivato Ramin a momenti…

Gli diciamo “Si, perchè così andiamo a prendere le moto e sgummiamo via…” fregati per l’ennesima volta, ci confessa che a casa di Ramin ci aspetta tutta la sua famiglia per pranzare assieme a noi…

Nell’attesa, io mi stacco un attimo dal gruppo, arriva un poliziotto/militare (non è più la famigerata Komitè o polizia religiosa che, ormai, si è fusa con la polizia militare, comunque il significato non cambia…) che, rivolgendosi a Davide e Domenico, dice che Tamara è troppo svergognata…

Loro indicano me e il pulotto mi raggiunge (i miei cari amicici…).

Avevo già capito, mi chiede “Quella ragazza è tua moglie?” anche se non è vero gli rispondo serissimo ed impassibile “Si perchè, tu hai qualche problema?” blatera qualcos’altro e gli ripeto tirando fuori i passaporti. “Amigu tu hai qualche problema, ti posso aiutare?” controlla i passaporti, blatera qualcosa e se ne va…

Azar, che ha visto tutto, si avventa come una faina sul militare, non capisco cosa si dicano, ma immagino…

Arriva finalmente Ramin (sempre in ritardo, hihii), Azar ci saluta quasi in lacrime, ci confida anche lei di essere atea e che non riesce più a vivere con tutte queste stupide imposizioni e, rischiando veramente grosso, ci bacia e ci abbraccia (è vietatissimo in pubblico).

PS. In un paese integralista come l’Iran, dichiararsi atei, lasciarsi andare in atteggiamenti poco “tollerabili”, sopratutto per una ragazza, ha un significato molto importante, pensateci su…

La consoliamo dicendogli “Dai, domani parti per l’Italia, poi ci vediamo la, ci divertiamo assieme”…

A molti di noi che si lamentano per la mancanza di libertà e di espressione li manderei qua per capire che cosa vuol dire non essere liberi di esprimersi…

Una donna qua vive con l’angoscia, umiliata dalle stupidità del regime religioso, altro che fregnacce pseudo-nonsodichecosa! Ora Ramin é pronto per portarci a casa sua.

C’è tutta la famiglia al gran completo che ci aspetta, siamo commossi, ci preparano pure degli ottimi spaghetti all’iraniana, la mamma è una gran cuoca!!! Trascorriamo un paio d’ore in loro compagnia, chiaccherando di tutto un po’, DomenicoShow attacca bottone subito con tutti, abbraccia il fratello maggiore di Ramin e gli parla un’ora delle sue minchiate con il suo inglese alla “denghiu (ThankYou)”…

Il fratello maggiore di Ramin commercia in occhiali e ci confida che molte cose le importa dalla Cina…

Tenendo presente che in Iran lo stipendio base di una persona normale si aggira intorno ai 150/200 euro (che probabilmente scende al di fuori delle città e delle zone più evolute), ci viene spontanea una domanda…

Ma quanto cazzo costa la roba fatta in Cina??!! Probabilmente non riusciamo nemmeno ad immaginarlo!!! La moglie del fratello ci chiede “Ma perchè fate tutti questi chilometri per venire fino qua? E poi come fate a fare stare tutti i bagagli in cosi poco spazio???”, heheeh, in effetti due domande sensate.

Gli raccontiamo che NOI siamo interessati alle culture diverse dalle nostre, ne facciamo uno stile di vita, riuscendo a superare la stanchezza di un viaggio in moto ed i bagagli molto ridotti.

Gli facciamo vedere tutte le nostre cose in miniatura e ultra selezionate, da veri motociclisti! Ci sorride e fa un cenno a Tamara come per dire (fra donne) “come ti capisco”… :¬) Scendiamo in cortile, il padre di Ramin aiuta Domenico a montare lo specchietto che aveva rotto in frontiera, gli regalano due specchietti che avevano fatto fare su misura come pezzi di ricambio, avranno detto pure loro “Con Domenico non si sa mai…” ihihih :¬) Finalmente ripartiamo, Ramin ci accompagna all’entrata dell’autostrada, a fianco del mausoleo di Komeini…

Va subito a chiedere a dei pulotti se potevamo entrare in moto e loro rispondono ovviamente di no, è vietato.

Dai pulotti ci torniamo noi, scherzando un po ci dicono “Ok, andate pure ma se vi fermano non dite che ve l’abbiamo detto noi!!!”. Domenico, da lecchino, gli dice “La polizia in Iran è fantastica, siete simpatici, noi siamo vostri amici!!!!” poi li bacia (uhuhuhuh) e gli stringe la mano.

Salutiamo Ramin, suo fratello e Mustafa, con un po’ di magone, ripartiamo.

Ciao Amici, a presto, ci vediamo in Italia!!! Viaggiamo in mezzo a montagne, poi vicino a laghi salati per poter raggiungere una bellissima cittadina polverosa ma movimentata, si chiama Kashan.

Troviamo l’albergo, parcheggiamo le moto e vengo subito fermato da un ragazzo che mi stringe la mano, mi presenta suo padre e il suo fratellino! Ha la sindrome di Down, gli stringo la mano e gli dico “Come stai? Sei simpatico, hai visto la moto? Ti piace?”.

Il ragazzo era felicissimo di parlare con me, gli mostro la moto, scoppia di gioia, il fratello e il padre quasi commossi mi abbracciano, mi baciano e mi risalutano…

Andiamo a fare un giro nel bazar, veramente bello, un’atmosfera magica.

Incontriamo due bellissime bambine che, molto dolcemente, ci dicono ripetutamente “Welcome to Kashan!!!”, che tenere…

Alla sera ceniamo nel ristorante dell’albergo.

Li incontriamo un’italiana accompagnata da una bella ragazza iraniana (minorenne…).

Parliamo un po’ con lei; stava girando l’Iran da sola, era già stata invitata in casa di iraniani innumerevoli volte, è proprio un popolo meraviglioso.

Intanto Domenico in veste LatrinLover (latrin nel senso di latrin), cerca di baccagliare la ragazza iraniana con la scusa di voler imparare come prega un musulmano…

La porta in camera della sciura italiana…

Io, Davide e Tamara passiamo un’altra oretta con la sciura a discutere animatamente del più e del meno, dell’Iran, dell’Iraq, solite cose insomma…

Saliamo nelle camere e ce lo becchiamo che prega per terra come un coglione sul lenzuolo della sciura!!! “Ma che fai!?” gli dice lei…

Risata generale, battute del tipo “Occhio che in questi casi non ti tagliano le mani ma qualcosaltro…” Domenico replica alla sciura “Perdonami! Perdonami! ehheh”…

Tutti a nanna! Peccato per Domenico, una bella occasione sprecata…

Beh forse meglio cosi… (non si sa mai!!) MARTEDI’ 31 AGOSTO 2004 – ORE 8,30 Il contachilometri segna 76187…

Partiamo alla volta di Esfahan, prima però usciamo dalla strada principale per andare a vedere un bellissimo paesino Unescu fatto di fango, pietre e paglia, si chiama ???…

Ci mangiamo delle mele essicate, compriamo dei bellissimi tessuti fatti a mano, Davide tratta avidamente il prezzo con una vecchietta, foto a nastro, anche a qualche simpatico abitante, e via…

La strada è affascinante, terra bruciata, arrivo ad uno stop, Domenico e Davide sono rimasti indietro…

Appena mi fermo un militare che è nella sua postazione qualche metro più in la, mi fa cenno di raggiungerlo.

Vado di corsa, mi stringe la mano, solite domande e mi invita a bere un Chay dentro alla caserma, lo ringrazio, ma (pensando fra me e me) non è il caso, ehhehe!!! Arrivano gli altri e si riparte, finiamo in un benzinaio, la solita festa, evvvaiiiii che bello fare il pieno, oggi offro ancora io!!! Tempo due secondi arriva una camionetta di polizia/militare, i due tizi mi guardano come se si aspettassero qualcosa da me…

Ed io, gnorri come sempre, gli sorrido e grido ridendo “Italy!!” e nella mente penso “Ma che vuoi mandarino!?”…

Dopo un pò mi dice che deve “farmi” delle domande, “avanti falle!”…

Prima mi chiede “Quella ragazza lì, che cos’è per te” (dentro la mia testa “E a te che te frega?”), rispondo facendogli vedere la finta fedina nunziale che portavo al dito (l’abbiamo portata per evitare queste rotture) “E’ mia moglie perchè? C’è qualche problema?”, appena vedono l’anello si scusano e sorridono…

Poi chiedono se abbiamo fatto delle foto, dove siamo diretti, i documenti, insomma le solite minchiate…

Arriviamo a Esfahan, troviamo un’ostello che ha pure un internet point al suo interno.

Contrattiamo spudoratamente il prezzo e, fra Davide e Domenico, quasi una lite…

Davide fa una bella ramanzina a Domenico dopo averlo interrotto nella contrattazione, poi andiamo a parcheggiare le moto in casa del proprietaro.

Non facciamo tempo a cambiarci che Domenico schizza fuori, dice che c’è una moschea che vuole vedere e che ci saremmo visti dopo, vabbò…

Io, Tamara e Davide andiamo nella magnifica piazza di Esfahan, con due moschee dalle cupole spettacolari.

In mezzo alla piazza troviamo alcune fontane, giardini, fiori e mosaici da tutte le parti.

Per la strada incontriamo i soliti loschi figuri che, camminando di traverso, guardandoci con la testa bassa e tenendosi la mano davanti alla bocca ci ripetono all’infinito “Change, change, change, change, change, “, forse non riesco a rendere l’idea, bisognerebbe vederli!!! Arriviamo alla piazza, facciamo delle foto e giochiamo con dei bambini sorridenti e incuriositi.

Entriamo in una di queste moschee, atmosfera suggestiva fino al momento in cui…?? Non vediamo un barbone vestito di bianco trasparente completamente stravaccato in un angolo con un libro in mano, stavo per vomitare quando…

Indovinate chi è… Domenico!!! Gli dico “Cazzo Domenico cosa fai li buttato per terra?”, mi risponde come se niente fosse “Ero qua che leggevo e guardavo la moschea…”, poi si mette in ginocchio e distende in avanti le mani, ihihhi.

Gli rispondo “Domenico sei pazzo? Sai che è pericoloso stare sempre con il culo per aria?”, e lui “Perchè???”, risposta “Potresti incontrare qualcuno che offeso dal tuo atteggiamento ti dica (come al mio paese) “Sbasa i braghi e slarga i naghi…!!!” (solo per chi lo capisce)…

L’altra moschea è chiusa ai non musulmani per colpa di una festività, Domenico ci prova lo stesso, finge di essere un credente con la LonelyPlanet al posto del Corano…

Ovviamente lo buttano fuori quasi a calci, Domenicooooooo!!! Visitiamo i famosi ponti di Esfahan, a dire il vero non sono un granchè, la città (piazza a parte) lascia un po’ a desiderare.

Anche se è contro la mia religione non mangiare quello che mangiano i locali, ormai stufi di mangiare i soliti Kebab (io sono quasi vegetariano e Davide invece lo è sul serio) cerchiamo una pizzeria, PizzaBam…

Passiamo una bella serata, molto animata, risate a non finire pensando a quale fine avrebbe fatto Domenico se in una delle sue performance a culo per aria gli fosse arrivato da dietro Rocco Siffredi in versione iraniana che, all’urlo di “Vegnum chi che t muntu!!!”…, bhe ve lo lascio immaginare! Pensiamo bene di farci un ultimo giro nella piazza, le fontane e le luci accese, magica.

Un sacco di gente cerca di parlare con noi, ci invitano a sederci con loro per bere un Chay, ma è tardi…

Poi faccio la mia solita “gaff” da perfetto inglese…

Un gruppo di ragazze sorridenti ed arrossite mi chiede “How are you?”, io come un ebete abituato a sentirmi chiedere alla noia da dove vengo gli rispondo deciso “ITALY!!!”, hihihii.

Poverine, non vi dico che faccia hanno fatto…

Racconto la “gaff” agli altri e scoppiano a ridere pure loro, fino ad un altro gruppo di ragazzi che nuovamente ci chiede “How are you??” e Davide da vera ganassa gli risponde “ITALY!!!”.

Dopo essere quasi svenuti dal ridere, ci dirigiamo verso l’ostello, buona notte…

ITALY!!! :¬) MERCOLEDI’ 1 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,30 Il contachilometri segna 76440…

Decidiamo che a Esfahan abbiamo visto abbastanza, il padrone dell’ostello stupito ci chiede come mai andassimo già via, per loro Esfahan è la città più bella dell’Iran, per noi al limite aveva la piazza più bella…

Domenico in una rotonda sommersa dal traffico si fa cattare sotto da una macchina, lo butta in mezzo a dei rovi che fungono da spartitraffico, noi siamo avanti, viene soccorso e dopo qualche minuto ci raggiunge…

E’ in preda al panico, nervosissimo, trema come una foglia ed è mezzo sgarruppato, la mano tagliata…

Tiro fuori subito il kit e gli faccio una medicazione lampo alla “ER”, nessun problema, lo lasciamo tranquillizzarsi e poi si riparte!!! Ci dirigiamo verso Yadz, percorriamo un bel pezzo di deserto iraniano, fà un caldo boia, la bocca e le labbra si seccano dopo poco, quasi a nulla serve continuare a bere…

Cerchiamo di accelerare i tempi e, su delle bellissime statali a quattro corsie, voliamo a 150/160 all’ora…

Ad un certo punto rimango un po’ indietro e la pula (con una Mercedes Kompressor!) entra in corsia davanti a me, rallento e, cercando di fare il solito gnorri, cerco di passargli a fianco a 105/110 all’ora, gli altri due mi stavano scappando…

Faccio pure finta di guardare avanti, gli arrivo di fianco e mi fanno un cenno di fermarmi, clamorosamente gnorri li saluto e gli sorrido, poi mi passano avanti e, con un colpo di sirena, mi fanno capire di arrendermi…

Nel frattempo vedono Davide e Domenico che, ignari, viaggiano a manetta ormai lontani.

La pula gli corre dietro e gli vede la velocità, li ferma e aspettano anche me per un bel party!! No iBaby, no Party!!! Scendo dalla moto e Davide ridendo mi dice “Fai lo gnorri, fai lo gnorri”, più gnorri di cosi si muore! Ci dicono “Andavate a 150!!! Qui il limite è 95!!!”, Davide ridendo gli risponde “Noooo, no possible!!! Non vedi è carico con i bagagli, su in due, non è possibile!!!”, la pula insiste “150!! 150!!”.

Domenico, intanto, si slecchina gli altri due “L’Iran è un paese fantastico, la gente è simpatica, la polizia è formidabile!!! Le strade bellissime!!”, ne abbraccia uno…

Io insisto “Amigu, mio amigu, dai non è possibile, come faccio ad andare a 150, al massimo andavo a 100… La mia moto poi arriva ai 100 a manetta…”, hihihihih :¬) Finisce con una bella risata dei tre poliziotti che ci salutano e ci dicono “Non andate forti che è pericoloso…”, e con la lingua ancora in posizione strategica li ringraziamo e li abbracciamo…

E’ andata di lusso!!! Ci stanno per un po’ davanti a 90 all’ora (maledetti) e poi, ridendo, ci salutano nuovamente e svoltano, tempo due secondi eravamo già a manetta… :¬) Arriviamo a Yadz, troviamo l’albergo, altra trattativa (Davide è abilissimo) e parcheggiamo le moto, andiamo subito a farci una passeggiata nel centro! Yadz è veramente incantevole, con un centro antico fatto di viuzze color terra (anzi, fatte proprio con la terra!), le curiosissime “Torri del Vento”, praticamente degli antichi climatizzatori (incanalano l’aria e la propagano per tutta la casa).. Che figata! Passeggiando un tizio attacca bottone con noi, ci racconta che questa sera sarebbe arrivato il presidente Katami, ci offre dei dolcetti e se ne va…

Troviamo un internet point e ci cazzeggiamo un pò…

Ritorniamo verso l’albergo, vediamo arrivare due macchine della pula con le sirene, strano…

Ci fermiamo e, proprio davanti a noi, una macchina nera rallenta, frena, ci salutano le due persone che erano dietro e svoltano dentro la moschea.

Erano il presidente Katami e il capo religioso Komenei!!! In quel momento stavo per tirare fuori al volo la macchina fotografica, ma ho pensato saggiamente che se ci fosse stato qualche cecchino a protezione del presidente quel movimento strano mi avrebbe fatto accoppare, pazienza me lo ricorderò nella mia mente…

A sera andiamo in un bellissimo locale con tanto di piscinetta interna, immerso nella città, ci fanno da guida due bambini a cui poi diamo una mancia…

Mangiamo distesi sul tappeto, appoggiati a dei cuscinetti, caratteristico.

Domenico ci fa sganassare con i suoi racconti da LatrinLover in SudAmerica, meno male che c’è Davide, ragazzo molto più serio (figuriamoci!!! ihih)…

Andiamo a nanna, domani c’è MOLTO da camminare…

GIOVEDI’ 2 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,30 Il contachilometri segna 76738…

Un bel giro nella città vecchia, nelle stupende moschee, ammirando le strane strutture delle Torri del Vento…

Incontriamo spesso persone che ci fanno domande strane del tipo “Cosa ne pensate della morale islamica…? A voi piace il nostro stile di vita…? Vi sta simpatico il presidente Katami…?”…

Erano spie del regime, probabilmente il fatto che fossimo gli unici occidentali in zona e che ci fosse il presidente in visita nella città li ha fatti insospettire, sarebbe bastata una risposta sbagliata e magari ci avrebbero trattenuto per la durata della visita…

Ma le volpi di mare sapevano già cosa rispondere… :¬) Veramente bella questa città, ma ci sono altre cose molto interessanti da vedere nella zona.

Schizziamo subito in un tempio Zoroastriano (religione dell’antico impero Persiano), dove c’è una fiamma che viene alimentata ininterrottamente dal 470 d.C., almeno così si dice…

Prendiamo le moto ed usciamo da Yadz, nei pressi ci sono le famose “Torri del Silenzio”, vecchie strutture Zoroastriane posizionate su due colline che sembra spuntino dal niente, infatti intorno il deserto e in lontananza le montagne…

Molto suggestivo, nei pressi ci sono alcue vecchie strutture, vedo uno con una motoretta salire su in cima a una di queste colline, appena sotto ad una torre…

Lampo di genio, con il mio cappone da 260 kg a secco mi lancio sulla salita in sterrato, man mano che salgo mi rendo conto che era talmente ripida che non sarei più riuscito a scendere…

Mi fermo in cima ma per colpa di una cunetta non riesco a mettermi sullo spiazzetto, la moto mi scivola in dietro, in avanti il burrone… Ordino alla California di comportarsi da vera moto, lei obbedisce e si parcheggia da sola sullo spiazzo, due carezze e una foto, brava!!! Tamara dal basso mi insulta! Poi penserò come fare a scendere!!! Il paesaggio è spettacolare, quasi lunare…

Fà sempre più caldo…

Entriamo nelle torri dove una volta portavano i cadaveri, li mettevano seduti davanti a un sacerdote e aspettavano che gli avvoltoi li consumassero…

Questa procedura non esiste più per ovvi motivi…

Ora devo scendere…

Tamara che è rimasta giù mi dà del solito cretino, meno male che ci sono Davide e Domenico!!! Scopriamo un’altra stradina meno ripida, il problema è che per arrivarci devo salire su una cunetta ripida che da verso il burrone, pian piano in tre spostiamo il pachiderma sulla stradina così riesco a scendere senza imborsarmi, foto di gruppo!!! Ci viene in mente che c’è un’altra cosa da vedere nella zona, una grotta Zoroastriana dove i pellegrini una volta l’anno si incontrano per festeggiare il capodanno persiano…

E’ un po’ distante ma ci andiamo.

Dobbiamo chiedere a molte persone prima di trovare la strada giusta…

Magia, il sole sta scendendo, la strada si propaga in una drittissima distesa di sabbia, chilometri e chilometri in mezzo al niente, poi le montagne spuntano come per incanto, le saliamo, scendiamo, diventa tutto rosso e la strada prosegue ancora nel niente…

Dopo parecchi chilometri è quasi buio, un atmosfera da pelle d’oca, avanti, avanti, avanti nel niente…

Finalmente arriviamo in prossimità di altre montagne, prendiamo una strada sterrata e siiii, siamo arrivati a Chak Chak!!! Tamara fà la guardia alla moto, brava, dopo ti dò un biscottino!!! :¬) Scarpinata a piedi, ammazza che fatica, arriviamo su, nella grotta, ci accolgono delle persone, c’è una splendida porta d’ottone che custodisce la grotta…

Davide in realtà mi dà la biava di dieci minuti, è uno sportivo e non si fuma le venti paglie al giorno che mi fumo io…

Ci fanno togliere le scarpe e mettere un cappello bianco, il custode parla tedesco, Davide oltre all’inglese, lo spagnolo e il portoghese parla pure quello, che culo!!! Entriamo e troviamo due ragazze che pregano con un libro in mano, vi rendete conto, pregano Zoroastro! E’ come se qualcuno oggi in Italia pregasse Giove!!! Questi se ne sbattono le balle di Ali, di Maometto e del Corano, pregano una religione di 3000 anni fà…!!! Insomma, entriamo in questa grotta, dove occidentali non ne hanno mai visti, non si puo accendere la luce, si accende solo nel loro capodanno, è buio, c’è silenzio…

Ci viene la pelle d’oca, sembrava una magia, veramente suggestivo, un affare con dell’incenso che brucia, il loro simbolo con un lumino tenue, le gocce d’acqua che cadono sul pavimento, ci lasciano fare due foto e ci invitano a rimanere con loro a dormire negli alloggi adibiti ai pellegrini…

Sarebbe stato spettacolare ma purtroppo avevamo tutta la roba nell’albergo, peccato, dormire in quel posto fuori dal mondo sarebbe stato indimenticabile!!! Intanto Domenico, che non si fidava a fare lo sterrato, torna in albergo e si perde quei suggestivi attimi.

Torniamo, ripercorriamo la strada al buio in mezzo al niente, per 120 chilometri fino a Yadz…

Becchiamo Domenico e gli chiediamo il perchè…

Solita risposta “Perdonami! Ma era buio, poi sterrato, ero nervoso…”, vabbuo, ce la mette tutta però! Usciamo in taxi per andare a mangiare e a Domenico, distratto, scivola, senza accorgersi, la macchina fotografica nuova di pacca…

Sconvolto! Va e viene dall’albergo alla pizzeria un fottio di volte, è un uomo distrutto! A niente servono le nostre pacche sulle spalle, a niente serve la nostra comprensione, sembrava un condannato a morte che aspetta la sua ora…

Davide se lo porta a spasso tutta notte per farlo riprendere, noi dormiamo, avremmo continuato il lavoro di Davide la mattina dopo.

VENERDI’ 3 SETTEMBRE 2004 – ORE 9,00 Il contachilometri segna 77028…

Con Domenico ancora sconvolto, partiamo verso Shiraz, fà semrpe più caldo.

Non so che temperatura raggiunga, ma è quasi insopportabile!!! Per la strada incontriamo “Pasargade” e decidiamo di fermarci a visitarla, vecchio sito, ma nulla di che.

L’unica cosa degna della visita è la splendida Tomba di Ciro il Grande, imperatore della Persia.

Mi fermano due padri di famiglia che si fanno delle foto sulla moto insieme ai bambini…

Poi attiriamo l’attenzione di due pullman di ragazze, siamo delle star, le saluto, (si pisciano addosso) e ricambiano calorosamente il saluto.

Arriviamo a Shiraz, una macchina con su tre ragazze pazze ci dà il benvenuto, ci salutano come matte, urlano quasi in delirio come se fossimo RockStar, una sul sedile posteriore si strappa i capelli e chiede a Domenico in quale albergo saremmo andati…

Domenico questa volta pensa bene di non fare il cazzone…

Parcheggiamo le moto ed entriamo in albergo, facciamo un giro nel centro, c’è un bellissimo castello con una torre pendente, e un Bazar degno di una visita.

Compriamo alcune cose dell’artigianato locale, tutto fatto a mano, stupendo nei colori e nei profumi, ovviamente Davide tratta come un folle.

Domenico è ancora sconvolto per la macchina fotografica, cerca un fotografo ma è tutto chiuso, oggi è festa!! Facciamo un giro a piedi per Shiraz e… Incredibile!!! Non ci credo!!! Nel cinema della città davano “La Passione di Cristo di Mel Gibson“!!!! Alla sera ci spariamo quattro TurkishKekab, insalate, patatine, CocaCola (prodotta su concessione a Mashad città santa dell’Iran, e poi sono antiamericani?).

Cavolo questo fast food moderno è carissimo, spendiamo in quattro 12000 lire italiane!!! Tamara va a dormire e noi maschiacci andiamo a farci un giro.

Frullati di frutta a nastro, la solita gente che ci invita a sederci, i bambini che vogliono giocare con noi, tutto come sempre…

Io e Davide parliamo con Domenico e capiamo che non sarebbe tornato sui suoi passi anche se era in evidente pericolo di vita con la moto, vabbuo, ormai è deciso a finire il suo viaggio, ce la farà??? E’ ancora scioccato per la macchina fotografica…

SABATO 4 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,00 Il contachilometri segna 77427…

Facciamo colazione ed incontriamo due ragazzi italiani che ci narrano di un tizio con la vespa che stava tornando dall’India e nel deserto in Pakistan travolto da una tempesta di sabbia ha caricato la vespetta su di un camion… UN PAZZO :¬) Andiamo a cambiare un po’ di soldi in banca, è qui la festa!!??! I cassieri ci tempestano di domande “Da dove venite, perchè venite fin qui, che cilindrata è la moto” finendo sempre con “Siamo felici che siete venuti a visitare il nostro paese” ed una tazzina di Chay in mano, sembrano incollate!!!…

Ci siamo abituati, ma siamo sempre stupiti dalla gioia di questa gente.

Portiamo l’ormai distrutto Domenico a prendere una macchina fotografica, ma vuole trattare e vedere cosa c’è in giro.

Noi, nel frattempo, andiamo senza di lui a Persepolis, capitale dell’impero Persiano, distrutta da Alessandro Magno, facendo così scomparire uno dei più potenti imperi esistiti fino ad allora.

Ai nostri occhi compare Persepolis, un muro imponente fatto di pietre impensabili da spostare oggi, sorregge quello che una volta era il centro dell’impero…

Colonne a forma di giganteschi leoni, porte di ingresso decorate a rilievo, guerrieri persiani incisi che sembrano dopo millenni difendere ancora la città sacra e maestose tombe scavate nelle montagne… Molto suggestivo.

Il caldo è veramente atroce, dobbiamo fermarci più volte all’ombra delle faraoniche tombe per riprenderci un pò.

All’uscita incontriamo Domenico, è riuscito a trovare la macchina fotografica proprio come quella che aveva prima (come la mia, una NikonSQ), è felice come un bambino e lo lasciamo alla visita, ci reincontreremo in albergo.

Sotto il sole cocente ci spostiamo di due chilometri, quello che vediamo in lontananza ci lascia a bocca aperta…

Naghsh-è Rostam, quattro tombe a forma di croce scavate in maestose montagne, incredibile la dimensione.

Ci avviciniamo e sembriamo sempre più dei puntini…

Queste quattro tombe valgono da sole tutto il viaggio in Iran!!! Incredibili!!! Rimaniamo li, inermi, ad osservarle per quasi un’ora, impotenti davanti alla loro maestosità…!!! Ritorniamo a Shiraz, facciamo una capatina a vedere qualche giardino e la tormba di Hafez, mitico poeta iraniano considerato una sorta di santo (addirittura pregano sulla sua tomba)…

Altro giretto nel Bazar a prendere dei piatti lavorati a mano e altre cosette succosissime… Sono degli ottimi artigiani!!! Poi, una capatina in un internet point spaziale, li Davide viene a conoscenza della strage di bambini in Cecenia.

E’ sconvolto, non parla nemmeno…

E’ un ragazzo stupendo, con una mente lucida e una moralità incredibile, domani che ci divideremo, mi mancherà…

Abbiamo passato tante sere a parlare e a ragionare su tantissime cose, è un peccato che abiti a 1000 km di distanza, nella vita si sa…

Reincontriamo Domenico e andiamo a mangiare per l’ultima volta tutti assieme, siamo tristi.

Nessuno ha il coraggio di parlare…

Andiamo in albergo e, come se non volessimo dividerci, ci diamo appuntamento alla mattina per fare colazione assieme.

DOMENICA 5 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,00 Il contachilometri segna 77647…

Facciamo colazione come da programma, prepariamo i bauletti, andiamo alle moto e, visibilmente commossi, ci salutiamo.

Davide mi dice “Noi due dobbiamo rivederci presto, organizzeremo qualche bel viaggio assieme… Magari nel centro Asia…”, poi ancora più commosso parla di Domenico “Tieni d’occhio il bambino, stagli vicino che ne ha bisogno…”, ci dividiamo.

Davide punta verso il Golfo Persico e l’isola di Khark, noi invece puntiamo verso Kerman, Bam e il Pakistan…

Appena fuori da Shiraz, cazzo del fumo, CAZZOOOOO!!!!! Mi fermo e al volo spengo la moto, figa sta andando a fuoco!!! Uso tutta l’acqua che ho, fuma ancora, poi fuoco vivo sul regolatore appena sotto al serbatoio, uso anche il polase, cazzo, cazzo, cazzo!!!!!!! Un corto circuito mi fa partire il regolatore di tensione e mi fonde tutti i fili, un disastro, tutto carbonizzato! Domenico va a chiedere aiuto, arrivano dei tipi e mi fanno cenno di seguirli, accendo la moto, almeno parte…

Arriviamo davanti ad un meccanico di motorette (un bel budrillo), guarda e si mette le mani nei pochi capelli che ha, allora chiama un tizio con un PHARS AMICO 125 che mi carica su…

Dico a Tamara e Domenico di aspettarmi e che se non mi avessero visto arrivare di cercarmi all’ospedale o all’obitorio poiché, vista la guida delle macchine e dei motorini, difficilmente sarei sopravvissuto!!! Partiamo ed è subito panico! Come un pazzo si fionda in mezzo alle macchine, rischiamo di farci stirare almeno dieci volte ma è solo l’inizio…

Va come un pazzo e ad un certo punto si ferma di colpo come se avesse visto qualcosa…

Scende dalla motoretta, tira fuori le sigarette e me ne offre una!!! Ripartiamo…

Strisciamo un paio di macchine con le chiappe, poi la pula ci ferma urlando alla Mario Merola…

Incazzati neri mi chiedono “Sei iraniano?”, io più incazzato di loro gli rispondo “Ma sei ubriaco? Ti sembra che ho la faccia da iraniano?!!?”, poi chiedono la patente a lui, si sblaterano qualcosa e ripartiamo.

Arriviamo dall’altra parte della città, da un meccanico che trafficava con moto grandi (anche se in Iran non ce ne sono sopra i 250cc).

Mentre aspettiamo che si libera, il mio “tassista” mi dice che ha cinque figli, ed io “Mitticooo, dammi il 5!!! Quand’è che fai la squadra di calcio??!!”, sorride (probabilmente non ha capito niente) e mi abbraccia.

Il meccanico arriva, guarda il pezzo e mi fa un cenno come per dire “Non c’è problema, ghe pensi mi, arrivo dopo…”.

Ritorniamo indietro, rischiamo di essere investiti almeno trenta volte, poi va per una stradina, si ferma, mi fa cenno di aspettare…

Aspetto… Arriva sorridente…

Ripartiamo, mentre guida in mezzo ad una selva di macchine parla con me tenendo la testa girata indietro, cazzo gira sta testa, guarda la strada, aaaahhh!!! Mi fa un cenno come per dire “Hai una sigaretta?”, tiro fuori il pacchetto, ma lui con la testa mi dice che non avevo capito un cazzo. Poi prende una bustina dalla tasca davanti alla pula e mi dice “E’ Ascish fumiamocelo insieme”, preso dal panico gli rispondo “Cazzzooooo, metti via sta roba se no te la metto su per il c…!!!”.

No, non mi scandalizzo per così poco, ma in un paese dove il solo possesso è punito dai 10 ai 20 anni mi sembrava troppo pericoloso!!! Immaginate per telefono… “Ciao mamma, sai… Uno stronzo voleva fumare con me della roba e ci hanno messo in gattabuia, ci vediamo per il mio cinquantesimo compleanno!!!!”.

Finalmente arriva nei pressi del primo meccanico, taglia uno stop, un PickUp taglia dall’altra parte e finisco praticamente sul cofano rimbalzando senza conseguenze e ritorno sulla sella come un acrobata, “Amigu stavolta ti mangio la faccia!!!”, lui ride come se niente fosse, vabbo niente di rotto…

Quando scendo bacio la terra che mi sta sotto i piedi, faccio per dargli 10 dollari per il disturbo, mi bacia, mi abbraccia, mette una mano al cuore e mi fa cenno che è a posto cosi, tutto sommato gentile…

Aspettiamo, il meccanico arriva dopo un paio d’ore, si mette a trafficare con il “budrillo”, gli mette su un pezzo di recupero, collega due fili, la moto parte.

Mi fa cenno di seguirlo, mi avrebbe sistemato meglio il pezzo nella sua officina, ovviamente era tutto un inganno.

Faccio per pagare il meccanico budrillo, mi abbraccia, mi bacia e mi dice che non vuole niente, lo bacio e lo ringrazio…

Come dicevo, con l’inganno invece di portarci all’officina ci porta da un’altra parte…

Arriviamo davanti ad un losco cancello, era casa sua, parcheggiamo dentro e ci dice che avremmo dovuto aspettare un tizio con il pezzo nuovo.

Appena entriamo in casa ci presenta la moglie, la figlia e la sua bimba di tre mesi…

Ci giriamo e c’è già la tavola apparecchiata e imbandita con il kebab, ma dai amigu, sei un mito.

E’ arrivato dopo per dare il tempo alla moglie di preparare tutto!!! Siamo imbarazzati dall’ospitalità, ci sediamo e mangiamo, poi ci mettiamo a giocare con le bimbe e Domenico si mette a dormire sul tappeto come se fosse a casa sua…

Dopo un paio d’ore arriva il tizio con il pezzo nuovo, a me sembrava una cinesata, vediamo che combina…

Smontiamo letteralmente la moto, prove, controprove, per sera abbiamo finito, mi dice che è tutto ok, “Tranquillo, adesso la batteria si carica”, tranquillo…

Facciamo per salire per prendere la nostra roba e ci invitano nuovamente a rimanere a cena e dormire da loro, non possiamo accettare…

Poi siamo stanchi, la bimba trascina teneramente su per le scale Tamara che stava già scappando…

Purtroppo anche se la gentilezza è veramente tanta non possiamo accettare, gli chiedo il conto, e mi dice 50/60 dollari, gliene dò 70, insistono ancora, ma non possiamo proprio, peccato…

La bimba con le lacrime agli occhi ci saluta…

Andiamo in albergo, è stata una giornata di merda, domattina dobbiamo ripartire…

LUNEDI’ 6 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,30 Il contachilometri segna 77686…

Si riparte verso Kerman e Bam, facciamo circa 150 km e…

La batteria a terra!!! Ma porc…!!! Siamo già in mezzo al deserto con la moto che non và…

Incredulo guardo la moto e ripenso alla sfiga dell’anno scorso quando, non riuscendo ad entrare in Iran, mi sono perso la cosa a cui tenevo di più, la mitica Cittadella di Bam, poi crollata dopo un terremoto nel Dicembre successivo…

E’ proprio destino che non riesca nemmeno a vedere i suoi resti, non riesco a crederci, che palle!!! Cosa facciamo? Recuperiamo due cavetti elettrici di sgamo e tentiamo di collegare le due batterie…

Problema 1: il cavetto è piccolo quindi la quantità di corrente che può trasportare è limitata…

Problema 2: la batteria del SuperTenere sembra quella della Barby, mentre quella del California sembra di un TIR, caricherà??? Ovviamente carica pochissimo, tentiamo ti tornare indietro a Shiraz, dopotutto è la città più vicina…

Faccio 30 km e la moto si spegne…

Ricarichiamola…

Ripartiamo e la moto questa volta ne fa 15…

Ricarichiamola…

Ripartiamo nuovamente e stavolta ne fa si e no 5…

Domenico va a cercare un elettrauto in un paesino li vicino…

Ritorna con quattro ragazzi su due motorini, si mettono ai fianchi della moto e mi spingono per un paio di chilometri fino “all’elettrauto”…

Appena mi fermo un’orda di bambini mi circonda e mi tempestano di domande incomprensibili…

Il tizio, prima mi collega la batteria e poi accende la moto, mi dice “tutto ok…”, rispondo “tutto ok un cazzo, devi ricaricarmi la batteria…”, mi smonta la batteria e me la fa cadere rischiando di romperla, poi apre i tappini eeeee…

Mi svuota tutto il liquido “Fermati!!! Sei un pazzo!!!”, ride, i 1000 bambini che nel frattempo toccano ogni cosa sulla moto, ridono, immaginate un povero cristo che al caldo, a piedi nel deserto, si ritrova 1500 persone intorno che RIDONO A CAZZO!!! L’elettrauto continuando nella risata mi riempie con qualcosa la batteria, forse solo acqua e la mette a caricare.

Nel frattempo tutti quelli che passano dal paesino nell’arco di 50 km si fermano a guardare formando una folla degna di un concerto di Vasco…!!! Rimontiamo la moto, gli do 20000 Rial pensando “Sto giro ti sei fatto il pieno della macchina và…”, mi bacia, mi abbraccia, altre 2000 persone lo imitano, e ,dopo un quarto d’ora a salutare gente, schizzo via prima che la batteria si scarichi di nuovo…

Dopo circa 75 km la moto va a terra un’altra volta…

Che palle! Che si fa??? Fermiamo un furgoncino con su tre ragazzi e gli chiediamo se possiamo trainare la moto fino a Shiraz…

Loro prima tentano invano di caricare la moto sul furgoncino, figuriamoci con i bagagli peserà più di 350 kg!!! La leghiamo con una corda anche troppo corta e partono, Tamara sale (anche se contro voglia) con Domenico che mi sta dietro…

Il furgoncino va a 20 km/h, bhe si va tranquilli…

Poi accelera e arriva a 50 km/h, “ooooo ragazzi frenate!!!”, poi arriva a 70/75 km/h, sento lo sterzo che salta e quasi mi cappotto, tengo la moto in piedi per un miracolo! Urlo “Ragazziiii Fermiiii, cosi mi ammazzate!!!”, niente da fare, immaginate un pò cosa sarebbe successo se fossi caduto e trascinato per chissà quanto con la moto… PANICO!!! A mali estremi, estremi rimedi!!! Uso la formidabile (almeno quella) frenata della California e blocco il furgone a 30 km/h, insistono e non capiscono perchè il furgone faccia fatica ad andare avanti, accelerano, metto a fondo i freni e quasi li fermo…

Finalmente, guardano indietro e capiscono dalla mia faccia incazzata e dai miei gestacci che dovevano andare piano…

Facciamo i benedetti 25 km che ci separano da Shiraz, i più lunghi della mia vita, con me legato superavano camion nelle rotonde, sentivo lo sterzo saltellare e sollevarsi, frenavano di colpo ogni volta che (ovviamente) qualche macchina gli tagliava la strada…

Finalmente si fermano in prossimità di un elettrauto, mi chiedono se dobbiamo andare avanti, “Noooo siete pazzi, piuttosto me la spingo fino in Italia!!”, slego velocemente la moto prima che gli venga in mente di partire, gli rifilo elegantemente 10 Dollari, li bacio e li abbraccio e mi fumo una paglia in due secondi…

Veramente gentili, ma incoscenti…

Avevo le braccia che mi duolevano, le gambe che tremavano dalla tensione, sudato marcio…

Vado dall’elettrauto che vede subito il lavoraccio fatto dal primo meccanico, mi ricarica la batteria (sempre in mezzo a 1000 persone curiose) e d’un tratto compare, come per magia, il meccanico “budrillo” che mi ha dato soccorso il giorno prima.

Si mette di nuovo le mani fra i capelli, poi va via sconsolato.

Un vecchio simpaticamente dice a Tamara di togliersi il casco e mettersi il velo, gli indica uno sgabbiotto dove può metterselo dove nessuno la può vedere, sarebbe uno scandalo in pubblico! AAAhhahhha Svergognata!!! :¬) Passano le ore, l’elettrauto era visibilmente preoccupato, non sapeva che fare, và a fare un giro dal meccanico budrillo che era nella sua officina poco distante.

Poi ritorna, prova con il tester dei pezzi muffi che aveva li e cosi fino a sera…

Vedo una macchina arrivare sparata, c’è il meccanico “budrillo”, mi chiama e mi fa capire di salire con lui…

Mi dice che adesso ci avrebbe pensato lui, ma io sono depresso e stanco.

Mi tira su di morale con una cassetta di musica persiana all’ultimo grido mentre sfrecciamo indomiti per la città…

Giriamo una decina di negozi, ricambisti, meccanici, niente da fare, non si trova nulla.

Capisco dalla sua faccia disperata che saranno cazzi acidi, ma continua a dirmi “Stai tranquillo, adesso ci son qua io…”.

Ritorniamo alla moto ed a questo punto sono veramente demoralizzato, il meccanico budrillo parla con l’elettrauto.

Mentre eravamo via si ferma una macchina davanti alla moto, scende una ragazza con la famiglia e parla con Tamara.

Subito tentano di convincerla ad andare a casa loro, lei risponde che suo “marito” era via e doveva aspettarlo, allora aspettano tutti.

Arrivo, si presenta (avrà 20 anni), ci presenta la sorella, la mamma, il papà che dice ha 35 anni!! Pensare che Domenico ne ha 38, io 30 e lui sembra già mio nonno, vabbuo hehe :¬) Tentano in tutti i modi di invitarci a casa loro, per mangiare e dormire.

E’ proprio incredibile, voi ospitereste uno che non avete mai visto prima d’ora?? Rifiutiamo e dopo poco il meccanico “budrillo” ci dice di seguirlo perchè era tardi e non potevamo più fare niente, “Andiamo a parcheggiare la moto in un posto sicuro…” dice lui…

Lo seguiamo, arriviamo nei borghi di Shiraz, arriviamo davanti un cancello e di colpo Domenico urla “Aiutooo, vogliono fotterci le motoooo, scappiamo, scappiamoooo”, e scappa via…

Ma dove cazzo vai Domenico che non sai nemmeno dove sei???!!! :¬) Io tranquillamente parcheggio dentro il cortile, faccio per tirare giù i bauletti e…

Il meccanico insieme a suo genero mi invitano a mangiare e dormire li da loro…

Insistono alla follia, ma siamo stanchissimi e abbiamo solo voglia di andare in albergo…

Carichiamo i bagagli ed il meccanico “budrillo” mi dà le chiavi della macchina; gli dico “Ma sei matto, vuoi darmi la tua macchina, non posso accettare…”, un po’ deluso chiama il genero e ci fa accompagnare dall’altra parte della città dove c’è l’albergo…

Facciamo un pezzo di strada e chi ci becchiamo? Domenico!!! Fermo sul ciglio della strada con la moto che non va! Non è possibile! Il genero del meccanico come se conoscesse già il problema, gli chiede dov’è la batteria, smonta la fiancatina, butta via il fusibile, unisce i fili con un pezzo di nastro, e la moto và…

Un mago!!! Ci accompagna in albergo, parla solo farsi, un bel problema, io non saprei tornare a casa sua, che faccio? Becco due ragazzi iraniani per la strada chiedo loro se potevano darmi una mano…

Ci fanno da tramite, il genero ci dice che sarebbe passato la mattina alle 8, pregando per l’ennesima volta Allah andiamo a dormire distrutti… Che giornataccia!!! Parliamo con Domenico, gli diciamo che sarebbe stato meglio se lui proseguisse da solo, non potevamo fargli perdere altro tempo e non sapevamo quanto saremmo stati bloccati a Shiraz.

Ci commuoviamo e ci salutiamo prima di andare a dormire…

MARTEDI’ 7 SETTEMBRE 2004 – ORE 7,30 Il contachilometri segna 77986…

Facciamo l’ultima colazione con Domenico, sono attimi di silenzio, bruttissimo, l’aria è pesante.

Lo salutiamo e ci ricommuoviamo, gli faccio l’ennesima paternale “Stai attendo, mi raccomando cerca di ricordare quel poco che ti ho insegnato e poi… Scrivimi che sono preoccupato!!!”.

Si commuove pure lui, e mi dice “Stai tranquillo, porterò a termine il NOSTRO viaggio e ti manderò un e-mail con la foto di me in Nepal, perdonami se ti ho fatto tribulare…”.

Lo abbraccio, ci commuoviamo nuovamente, ci diamo appuntamento nella casa che costruirà in Perù…

Chissà se ci rivedremo un giorno… Ciao Domenico! Scendiamo dall’albergo alle otto e un minuto ed il genero del meccanico è già li sotto che ci aspetta…

Puntuale come un orologio svizzero, mi piace qua, la gente onora sempre le promesse ed è sempre puntuale!!! (Ramin a parte!! :¬) Ci porta nell’officina del meccanico budrillo, e ci saluta, dovrà andare a lavorare, grazie AMIGU.

Il meccanico chiude l’officina, prende un tester e cominciamo a girare per la città.

Passiamo mille negozi, andiamo addirittura da un elettronico che mi voleva ricostruire il pezzo “Non c’è problema, uso i migliori componenti, per domani è pronto…”, oddio, uno in gamba potrebbe anche ricostruirlo, non è impossibile…

Qui sono abituari a riparare tutto, vedremo domani…

Il meccanico ci offre di tutto nella mattinata, succhi di frutta, bevande, cioccolatini e mi accorgo di una cosa…

L’etichetta che indica la data di scadenza sotto al succo di frutta dice “Da consumarsi entro l’84“…

No, non era clamorosamente scaduto, hanno semplicemente usato la data persiana di uso comune…

Per loro adesso siamo nell’anno 1383…!!! (Calendario solare Persiano) Ci riporta in albergo, dobbiamo aspettare domani, ci dà appuntamento alle nove del mattino…

Talmente nervosi che non mangiamo nemmeno, facciamo un giro a piedi per la città, poi una capatina all’internet point e subito a nanna, faccio fatica anche a dormire…

MERCOLEDI’ 8 SETTEMBRE 2004 – ORE 9,00 Il contachilometri segna ANCORA 77986…

Ci viene a prendere il meccanico budrillo, facciamo il solito giro nella città, andiamo ancora in un posto dove siamo già stati ieri, forse vendono componenti per compressori, lui cercava un pezzo simile con specifiche europee…

Arriva, sorridente mi fa capire che è tutto sotto controllo, andiamo a casa di suo genero…

Infatti, una volta arrivati, ci mettiamo a smontare la moto con intorno amici, famigliari, cazzi di bambini, tutto come sempre insomma…

I suoi amici, tre ragazzi, mi fanno delle domande, ma non li capisco, allora prendo il mio dizionarietto in farsi e cominciamo a comunicare, mi chiedono subito “Perchè sei venuto in Iran, perchè hai fatto cosi tanta strada??”, gli rispondo “Perchè amo conoscere le culture diverse dalla mia, per capirle…”, quasi non riescono a credere che un occidentale si possa spingere in moto (per loro scomodissima) fino li per conoscere la loro cultura, ne sono estasiati.

Intanto Tamara viene portata per mano in casa dalla moglie del genero, assiste ad un allattamento, gli offrono ogni ben di Allah e chiacchera con le donne della casa…

Verso mezzogiorno, dopo vari tentativi, rimontiamo la moto, sembra che funzioni tutto correttamente, meccanico “budrillo” sei un MITO! Incredibile anche la California capace di andare anche con un pezzo recuperato da un negozio di compressori e poi adattato!!! Esce di casa la moglie del genero assieme a Tamara, arrivano un sacco di donne con i loro bambini, saranno state delle amiche, accendiamo la moto, il meccanico vuole provarla, posso dirgli di no???!!! Tutti si mettono a ridere perchè non tocca, ma lui lesto come una faina e leggero come una farfalla parte sorridente e fa ritorno dopo dieci minuti.

La gioia nei suoi occhi e negli amici che lo guardavano è indescrivibile…

Vado a provarla pure io, faccio un bel giro, tiro un po’, sulla strada uno sciame di bambini mi fà la ola come se fossi allo stadio!!! Ritorno e me lo trovo intento a filmare “l’evento”, Tamara e i bambini ci vengono attorno, salgono tutti a turno sulla moto per farsi immortalare, anche le donne ci salgono! Poi guardo negli occhi il mio salvatore e lo abbraccio, quasi si commuove lui…

Neanche a dirlo ci obbligano stavolta con la forza ad andare a casa loro per pranzare, potevamamo dirgli di no??? Entriamo in casa, sulla porta del bagno c’è un quotidiano con raffigurate la foto di Bush sorridente e quella di Saddam depresso, gli faccio un cenno con il dito e lui mi risponde con un sorriso, mmm… :¬) Ci fanno accomodare sul tappeto, ci offrono della frutta, dei cetrioli, un aperitivo (ovviamente analcolico), ciciariamo un po’ con la figlia che parlicchia inglese.

Dopo poco ci ritroviamo il tappeto pieno di riso, melanzane, verdurine aromatiche mangiate crude, carne in vari tipi, yogurt, salsine varie e addirittura un piatto che (almeno lo dice la LonelyPlanet) se te lo preparano devi esserne onorato, si chiama Fesenjan…

Avevo già assaggiato il Fesenjan, è una schifezza con carne e noci ed è dolce, questo non è neanche male e poi non potevo assolutamente rifiutare.

Ci insegna come mangiare il riso, si prendono le melanzane e la carne, le si pestano insieme al riso, si prende una sfoglia di pane, con le mani si prende su un po’ di intruglio, lo si arrotola come un cannolo e si mangia con le mani…

Ci chiedono se siamo cristiani, non riescono a capire che noi siamo di tradizione cristiana ma della religione non ce ne frega niente, alla fine desisto e gli dico di esserlo…

Per loro non essere credente in qualche religione non è comprensibile! Siamo qui tutti come una grande unica famiglia, senza distinzione di religione, di cultura, di razza, non parliamo la stessa lingua e solo la figlia parla qualche parola di inglese eppure stiamo benissimo…

Come in una favola in cui gli uomini del mondo dovrebbero provare a stare almeno una volta nella vita, lezione di vita…

Parliamo molto, scherziamo, prendiamo in giro Tamara, si chiedono perchè mangia così poco, io le prendo il polso e gli faccio capire che è magrissima, poi mi sdraio vicino al mio amico meccanico budrillo e gli do una bella pacca sulla panza, tutti capiscono e si mettono a ridere come pazzi, poi mi picchio la mano sulla mia di panza e ci abbracciamo… Heheh :¬) Ci chiedono se siamo sposati e noi gli rispondiamo OVVIAMENTE di si, allora ci chiedono perchè non abbiamo bambini, per loro è strano essere sposati e non averne, gli dico “Amigu, io sono giovane!!”, allora mi fanno notare che a momenti quello più vecchio nella casa ero io!!! Tira e butta, passiamo tutto il pomeriggio con loro e alla fine mi chiedono di rimanere per cena e a dormire…

Ovviamente rifiuto, mi sentivo veramente imbarazzato, gli chiedo cortesemente di dirmi quanto gli dovessi dare…

Mi chiede 200000 Rial per il pezzo (36000 lire), io ne prendo 250000 e li appoggio sul tappeto, poi gli chiedo quanto volesse per il lavoro (ha tenuto chiusa l’officina tre giorni), si mette una mano sul cuore, alza gli occhi al cielo e visibilmente commosso mi dice che lui era felice così…

Addirittura mi ridà indietro 100000 Rial…

Ho provato in tutti i modi a dargli qualcosa, ma non c’è stato niente da fare, ne ho anche imboscato un mazzetto sotto un cuscino e il genero, che se ne è accorto, da offeso me li ha resi…

Poi parlo con la figlia e le chiedo di dire a suo padre “Tuo padre è una brava persona, mi rimarrà sempre nel cuore…”, la figlia si commuove e quasi piange…

Appena lo dice a lui, mi si avvicina, mi abbraccia fortissimo e ci commuoviamo entrambi, sembravamo due bambini, amici di gioco, che non volevano lasciarsi…

Andiamo alla moto e, prima di salire, saluto ed abbraccio tutti, mi salutano con le lacrime agli occhi, una lacrima scende anche a me…

Mentre parto la figlia mi chiede “Tornerete a trovarci l’anno prossimo???”, La mia risposta credo sia scontata…

La cosa certa è che per questo bellissimo e commuovente gesto, prima o poi tornerò a trovare il mio AMICO MECCANICO BUDRILLO, costi quel che costi…

E poi si sa… Le promesse vanno sempre mantenute!!! Per me il gesto di questa persona vale di più di ogni altra cosa al mondo, più di qualsiasi bellezza architettonica e paesaggistica, più della fatica e della distanza…

Caro amico verrò a salutarti e ringraziarti nuovamente, tu sei la dimostrazione vivente che le persone, se vogliono, possono amarsi superando qualsiasi barriera, basta volerlo.

Gli iraniani con queste gentilezze mi hanno dimostrato (anche se IO, a differenza di molti miei connazionali, lo immaginvo già) di essere delle persone stupende, gentili e buone, non riesco a descrivere quali emozioni mi hanno fatto provare in questo viaggio… :¬) Girovago un po’ per la città con le luci accese… Anche per vedere se la moto tiene, sembra tutto ok…

Ritorniamo in albergo, sono ancora stordito dall’esperienza appena vissuta, andiamo a mangiare e non riesco nemmeno a parlare, sono confuso…

Sono incazzato nero perchè il mio viaggio verso il Nepal era sfumato, ma nello stesso tempo sono travolto dalle emozioni provate nel pomeriggio.

Alleggerisco la moto buttando le mappe del Pakistan, dell’India e del Nepal, butto via la maglia che avevo preparato per il viaggio, butto via addirittura un paio di mutande e di calze…

Adesso è meglio andare a dormire, è stata veramente una giornata di merda! GIOVEDI’ 9 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,00 Il contachilometri segna 78018…

Partiamo a razzo, oggi devo sbollire, sperando che la moto regga almeno fino in Turkia dove posso quantomeno chiamare qualche carro attrezzi che mi riporti a casa…

Il viaggio è sfumato e non potevo rischiare di fare 1500 km di deserto fino a Quetta in Pakistan senza sapere se il pezzo avesse retto…

Poi sono con Tamara e questo è un bug… Da solo se mi si fosse fermata la moto nel deserto mi sarei buttato a terra a dormire aspettando che passasse qualcuno, ma con lei è diverso…

Viaggio, viaggio, viaggio, devo sbollire e nella mia mente c’è sempre il ricordo di tutti i miei amici che ho appena lasciato…

Domenico è partito da solo e ne sono veramente preoccupato, anche quella ganassa di Davide con cui viaggerei ovunque ad occhi chiusi, chissà dov’è, quello è talmente matto che in tre giorni è arrivato in Grecia…

Viaggio, viaggio, viaggio, sono incantato dal paesaggio e penso a tutti i momenti belli del viaggio, non ci fermiamo neanche a mangiare…

Per la strada verso sera incontriamo pure una fitta nube che cancella la strada davanti a noi, le macchine tornano indietro quasi terrorizzate, io come un mulo vado avanti…

La nube è talmente spessa che faccio fatica a vedere pur andando a 5 km/h, respiro con fatica, ma oggi non mi sarei fermato nemmeno se mi avessero sparato!!! Alla fine della giornata finiamo in un Hotel a cinque stelle ad Hamadan dopo 1022 km…

Entriamo e chiediamo il prezzo della camera, la tipa al bancone ci spara 85 Dollari, gli dico “Ma tu sei matta, 85 Dollari???!!!”, faccio per uscire e la tipa rincorre Tamara, gli dice che ci avrebbe fatto 60…

Tamara (sotto mio consiglio) le dice che, se non avesse fatto almeno 50, saremmo andati via.

La tipa un po’ stupita per l’accattonaggio dopo un po’ accetta…

Sono tantissimi 50 Dollari, ma è sera e questo è un albergo paragonabile al PalaceHotel di Stresa (sul Lago Maggiore heheh), fontane, ristorante in mezzo ad un giardino, scale da fiaba, una camera che forse abbiamo visto solo nei film…

Mangiamo nel ristorante e poi subito a nanna…

Anche se c’è una festa con musica a palla non sono in vena di baldoria, VENERDI’ 10 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,00 Il contachilometri segna 79040…

Partiamo nuovamente a razzo, devo ancora sbollire, voglio arrivare a Maku, Tamara e il suo fondoschiena mi odiano…

Su una strada statale a due corsie, bellissimo panorama, ma un traffico allucinante, gli iraniani ci fanno vedere qual’è il vero pericolo del loro paese…

I terroristi?? I rapimenti?? I delinquenti di ogni tipo?? Niente di tutto questo!!! Sono i criminali alla guida di motorini, macchine e sopratutto camion!!! Se esci sano dalle strade dell’Iran puoi guidare dappertutto!!! Mettono cinture e caschi come non succede nemmeno da noi, ma sono pericolosissimi, ti tagliano la strada, vanno come i pazzi, dobbiamo stare molto attenti…

Poi lo smog è allucinante, tutti i camion a bollino blu… :¬) Non ci fermiamo a mangiare nemmeno oggi, Tamara disperata, con il sedere ormai piallato mi chiede “Ma ti vuoi fermare almeno a Tabriz???”, incazzuso gli rispondo “Sei pazza?? Oggi arriviamo a Maku!!”.

Ci fermiamo a bere vicino ad un baretto, solita gente che ci saluta, solita gente che ci fa le solite domande…

Arriva un ragazzo che, gentilissimo, chiacchera un po’ con noi, ci presenta il padre, la madre, le sorelle e la moglie…

Allora gli chiedo “Quanti figli hai??”, molto vago mi dice “Non ne ho…” ed io insisto “Strano, gli iraniani hanno molti figli…”, mi stringe la mano e guardando il cielo mi dice “Dio ha voluto cosi…”.

Lui e il padre mi baciano, mi abbracciano e mi ringraziano di aver parlato con loro…

Nel pomeriggio tardo, dopo quasi 1000 km ariviamo a Maku, bellissima cittadina a 20 km dal confine con la Turkia.

Facciamo la doccia, passeggiatina in Maku…

Le montagne sembrano inghiottirla, bellissima.

Capatina all’internet point ed i ragazzi che son li si agitano come matti, mi offrono anche da bere, sono felici che fossimo li a visitare il loro paese…

Per un’ora di connessione mi chiedono l’incredibile cifra di 5000 Rial (900 lire!), io gli e ne do 10000…

SABATO 11 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,00 Il contachilometri segna 79930…

Ci alziamo, carichiamo la moto, giro la chiave e…

Ma no cazzo!!! Vedo uscire della benza dagli iniettori, medito subito di frustare il mio meccanico…

Smonto i copri iniettori e mi accorgo che fortunatamente era solo allentata la fascetta sul tubetto, meno male :¬) Ma vedo un’altra cosa che non avrei voluto vedere, i tubetti in questione hanno delle crepettine, funziano ancora, ma prima di partire mi ero raccomandato al meccanico di cambiarmeli insieme a guarnizioni ed altro…

Quando torno gli tiro un mattone nella vetrina a quel pezzo di merda di Peppino!!! Decido che sarebbe stato bello visitare qualche sitino nella zona prima di passare la frontiera, cosi mi getto su una stradina di montagna in mezzo al niente, devo chiedere informazioni ai contadini.

Viaggio per tantissimi chilometri in mezzo al niente, ogni tanto passo qualche paesino con le oche che mi attraversano la strada…

Scoccano inesorabili gli 80000 km della mia California, alzo gli occhi e vedo due stupende aquile che roteano nel cielo, sembrano salutare la sorellona di metallo, magari gli fanno gli auguri di buon complykilometro!!! Atmosfera surreale, qui il tempo sembra essersi fermato, case di fango, sterco essicato che funge da riscaldamento impilato in curiosi mucchi conici, oche e galline che attraversano la strada, bambini che giocano nei campi e le aquile che ci volteggiano sopra la testa, tutto quanto in mezzo a chilometri di niente.

Arriviamo, dopo 120 km, in una chiesetta armena dove tutt’ora fanno una funzione religiosa all’anno tutti i pellegrini cristiani dell’Iran, c’è vicino un paesino di tre anime.

Il guardiano ci accoglie sbalordito, probabilmente non ha mai visto una moto prima d’ora, la chiesa è bellissima, immersa in questo paesaggio irreale…

Torniamo indietro e, per la strada, ci fermiamo a mangiare, al ladro! Per due Kebab, verdurine grigliate e una bottiglia di coca ci chiede l’inimmaginabile cifra di 2200 lireeee!!! Cerchiamo un sito Bastam e lo troviamo a fatica.

Gli abitanti del paesino sottostante mi indicano una collina, provo a scarpinarla, ci sono solo delle pietre ammassate, il paesaggio comunque è bellissimo.

Vedo una marea di grossi lucertoloni (sembravano dei varani), sono talmente lesti che non riesco a fotografarli…

Quando scendo, una marea di bambini ci assale, dò loro un pacchetto di caramelle ciascuno, ma ne arrivano sempre di più, esaurisco tutte le scorte che mi porto sempre dietro per i casi come questi…

Ripartiamo, scendiamo verso il Lago salato di Orumiyeh, voglio passare la frontiera con la Turkia che è a due passi dall’Iraq…

Per la strada ci ferma una pattuglia di poliziotti, volevano solo parlare un po’ con noi e conoscerci, non mi chiedono nemmeno il passaporto…

Il lago è bellissimo, ci fermiamo nella città, non riesco a trovare l’albergo…

Chiedo ad un pulotto e quello con sirene a palla mi fa cenno di seguirlo, mi scorta fino in albergo e poi mi saluta sorridente, contraccambio.

Ceniamo in albergo, a letto presto, domattina ci svegliamo all’alba…

DOMENICA 12 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,00 Il contachilometri segna 80460…

Arriviamo al paesino prima della frontiera passando da una strada panoramica veramente spettacolare, mi fermo a fare benza, la riempio a forza, riempio anche la tanica, questa è l’ultima festa dal benzinaio…

Arriviamo alla cancellata, la gente con la bocca aperta ci saluta, non avranno mai visto un’occidentale con la moto…

Non c’è casino, faccio velocemente tutte le procedure anche grazie a tutti gli ufficiali della dogana che si fanno in quattro per aiutarmi, gentilissimi.

Faccio per risalire sulla moto e sento un fischio, mi giro ed era un alto ufficiale della dogana che mi chiama…

Gli vado incontro, mi stringe la mano e mi dice “Sono felice ed ONORATO che siete venuti a visitare il nostro paese, vi auguro un felice ritorno…”, ma dove ti capitano ste cose! Ciao Iran ci vediamo la prossima volta…

La Turkia è li che ci aspetta, passo velocemente, ormai le procedure le conosco a memoria, tiro indietro l’orologio…

Ci sono un sacco di militari e spesso ci fermano per controllare i documenti, fino a quando un gruppo ci fa aprire i bauletti per controllarli, tutto a posto, scherzano un po’ con noi ed uno di loro dice “Terrorist!!”, gli rispondo “Amigu, cazzo dici, ho la faccia da terrorista??!!”, replica “No, no, state attenti, nella zona ci sono i terroristi di AlQueida…” e si mette a ridere…

Vabbuo, rido pure io, certo che se li cercano fermando le moto occidentali, poi una Guzzi!!!…

Diciamo che la scusa adesso è quella, ma la verità è che sono li di contenimento, controllo delle aspre frontiere e pacificazione degli incazzatissimi Curdi…

Viaggiamo nel Curdistan più rurale, mi fermo a mangiare sotto ad un castellino in una lokanda come tante altre.

Entro subito, sorridente stringo la mano a tutti, e ordino da mangiare.

Mi siedo e metto il libro della Turkia sul tavolo, dall’esperienza dell’anno scorso so già cosa succederà…

Infatti dopo poco, mi portano le cibarie, il ragazzo vede il libro e mi chiede “Che libro è? Di che cos’è la foto qua sopra???”, gli rispondo “E’ il libro della Turkia, questa è la foto di Istanbul… Ma qua siamo in Curdistan!!!”.

Il ragazzo sbarra gli occhi, allora apro il libro sulla mappa e gli indico qual’è la Turkia e quale il Curdistan…

Con un sorriso durbans quasi si commuove, e continua “Si, questo è Curdistan, è Curdistan”, ed io “Si, si, questa non è Turkia, è Curdistan!!!”.

Era felice come una pasqua, per loro questa distinzione è fondamentale e che io, occidentale, glielo avessi fatto notare per primo lo ha reso il ragazzo più felice del mondo, qui basta poco…

Non faccio tempo a tirar fuori una paglia che si getta come un polipo ad accendermela, continua a venire a darmi pacche sulla spalla e sorridermi.

Vado a pagare, gli chiedo il conto e il ragazzo mi prende la mano, mi bacia, si mette una mano sul cuore e mi dice “Grazie amico, da bere te lo offro io…”, (sono poveri ma orgogliosi) poi mi bacia e mi abbraccia anche il cuoco, prendo il resto e gli e lo do al loro fratellino che è li vicino, quasi si mettono a piangere!!! Ricordatevi, questo è Curdistan!!! Ripartiamo e andiamo diretti a Van, troviamo l’albergo e schizziamo subito a vedere una bellissima chiesetta armena (forse l’unica rimasta in Turkia) situata sull’isola di Akdamar nello splendido Lago di Van.

Prendiamo il traghettino, ci sono dei vecchietti inglesi con noi…

Uno di questi assomiglia incredibilmente a Bruno Lauzi!!! hiihih!!! Bellissimo, la chiesa, l’isola, il lago visto qua dal mezzo, molto affascinante.

Ritorniamo in albergo ed andiamo a mangiare, lì conosciamo tre ragazzi italiani in moto, hanno un’AfricaTwin, un muffissimo Transalp e un vecchio Bmw GS, chiaccheriamo un po’…

Loro facevano più o meno il giro che abbiamo fatto l’anno scorso, gli dò qualche consiglio sui posti da non perdere.

Si stupiscono che siamo appena tornati dall’Iran e rimangono subito affascinati dai miei racconti, poi gli spiego del problema che ho avuto con la moto e si mettono a ridere…

Gli faccio “Beh! C’è da ridere??!!”, mi rispondono “Ridiamo perchè il regolatore di tensione, dopo che ad un nostro amico gli è andata a fuoco la sua AfricaTwin, lo abbiamo portato dietro tutti e tre!!!”, ma porcaccia la misericcia!!! :¬) Sono tre bravi ragazzi, scapoloni simpatici, gli lascio la mia mail, non si sa mai…

Dormiamoci su và…!!! LUNEDI’ 13 SETTEMBRE 2004 – ORE 9,00 Il contachilometri segna 80850…

Scendiamo dall’albergo e salutiamo i tre ragazzi che sono diretti verso il castello di Van, noi invece puntiamo decisamente a ovest…

Fà un freddo cane e c’è un ventaccio incredibile, sulle strade malandate con molti lavori in corso rallentiamo il passo…

Ci fermiamo a mangiare in una lokanda di un paesino, appena abbiamo finito, ci alziamo, andiamo verso la moto eeee…

Cazzo, vedo un tipo barcollare come impazzito, si aggrappa alla ringhiera, corro subito da lui per soccorerlo, un incredibile attacco epilettico!!! Panico, pesa due tonnellate e ha degli spasmi difficili da contenere “Amigu, ti prego non mi morire in braccio!!!”, arrivano i soccorsi dalla gente seduta, lo teniamo, ha degli scatti fortissimi, lo distendo tenendolo appoggiato alle mie gambe…

Un ragazzo prende una cipolla e gliela strofina sotto il naso, poi prendono dell’alcool che usano per profumarsi le mani, lo prendo e glielo spando sulle arterie, sui polsi e sul collo…

Chissà magari gli dà una scossa per riprendersi…

Nel frattempo arriva dell’altra gente, insieme lo mettiamo su un divano, ma ha ancora forti spasmi…

Restiamo li un po’, ancora cipolla, ancora alcool, lo teniamo immobile…

Dopo un bel po’ si riprende, era ancora sotto schok, ma ormai stava bene! La gente li intorno mi stringe la mano, e mi dice di andare tranquillo, mi ringraziano con un calore mai visto, metto la mano sulla testa del quasi-cadavere e lo accarezzo, ancora tramortito alza leggermente gli occhi, con qualche lacrimuccia e solo un filo di voce mi sussurra “Thank You!”.

Sicuramente non gli ho salvato la vita, comunque l’ho visto veramente male, ciao amigu! Riparto mentre cento persone che avevano assistito al salvataggio mi salutano festosi…

Per la strada, ormai esperti, salviamo l’ennesima tartaruga, questa volta senza che mi caghi sui pantaloni!!! Arrivo a Malatya, abbastanza vicino al Nemrut Dagi (già visto l’anno prima), andiamo in albergo e parcheggio la moto.

Usciamo a cena e nell’ennesima lokanda mangiamo e facciamo amicizia con un cameriere, parliamo di calcio, conosce quello italiano, gli dico “Si ma, Emre è il più forte del mondo!!!”, qui in Turkia Emre è una celebrità, il cameriere và in delirio come se avesse appena tirato di coca, faccio fatica a contenere il suo entusiasmo…

Salutiamo, facciamo una passeggiata nella moderna, ma bellissima città di Malatya e andiamo a dormire, domani voglio arrivare almeno ad Ankara.

MARTEDI’ 14 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,30 Il contachilometri segna 81430…

Ci svegliamo ed andiamo ad approfittare dell’abbondantissima colazione a buffet, da veri barboni ci facciamo pure quattro panini per il pranzo.

Viaggiamo un po’ la mattina per strade sterrate e lavori in corso, la Turkia sta aumentanto vertiginosamente le sue infrastrutture, la vediamo crescere molto, ma che palle ‘ste strade demolite! Ci fermano dei pulotti, avevano voglia di scambiare due chiacchere e sapere cosa avevamo visto in Turkia, gli dico che è il terzo anno che passo di li e questo mi abbraccia, poi dalla macchina tirano fuori due mele e ce le offrono!!! Perfetto!!! La coca offerta dal Curdo, i panini del buffet di stamattina e adesso anche due mele, il pranzo è servito!!! :¬) Arriviamo verso sera ad Ankara, città bella, ma caotica e modernissima, non sembra nemmeno di essere in Turkia… Cerchiamo l’albergo.

Lo troviamo dopo parecchio tempo, in mezzo a questa selva è veramente difficile muoversi.

Telefono a Davide, è ad Atene, si è fermato un po’ da suo padre; mi assicuro che stia bene e gli racconto cosa mi è successo, mi invita a passare dalla puglia per tornare a casa, ma Tamara vuole andare via filata…

Gli prometto che sarei andato a trovarlo presto, e si sa, le promesse si mantengono sempre!!! Non preoccuparti Davide, non possiamo più perderci di vista!!! AMIGU!!! Prima di andare a nanna una bella cenetta con una buona bottiglia di vino rosato della Cappadocia, ormai ero da tempo in astinenza! Venti giorni di purificazione sono fin troppi!!! MERCOLEDI’ 15 SETTEMBRE 2004 – ORE 6,00 Il contachilometri segna 82154…

Partiamo mattinieri, fà un freddo lupo, dobbiamo addirittura fare una sosta in un’autogrill per riprenderci un’attimo…

Un tipo più stordito di noi va di corsa verso la porta, cazzo è chiusa!!! Picchia giù una tranvata con la testa contro il vetro, barcolla e a momenti cade per terra, hiihih!!! Ci fermiamo in una piazzola e giochiamo con un cagnetto, purtroppo ce ne sono molti che girano a cazzo, se potessi caricarmelo sulla moto lo porterei a casa…

Passiamo Istanbul, ciao bosforo, alla prossima!!! Passiamo la solita pallosa frontiera con la Bulgaria, ci fermiamo dopo Sofia al solito alberghetto muffo…

Il cane tenta di mordermi, con tutte le coccole che ti ho fatto venti giorni fà!!! Pezzo di merda!!! Gli dò una caramella e facciamo pace con una bella slinguazzata sulla bocca! Slurp! GIOVEDI’ 16 SETTEMBRE 2004 – ORE 9,00 Il contachilometri segna 83198…

Entriamo in Yugoslavia, comincia a piovigginare, sgonfio un pelino le gomme, con l’azoto sono rimaste ancora troppo dure…

Via veloce la Croazia, ci fermiamo a mangiare e ricevo la telefonata del mio amigu Virgilio, è ancora distrutto per il furto della sua moto nuova (La Poderosa), gli scappa una battuta “Ste Guzzi, sempre a piedi èèè!!!”, replico “Meglio una Guzzi che ti lascia a piedi e poi riparte che rimanere a piedi del tutto, hihhiih!!!”, poverino, è un uomo finito, mi spiace veramente tanto per lui…

Entriamo in Slovenia, sempre bellissima, sembra quasi la Svizzera, fa un bel fresco…

Ci fermiamo vicino a Liubijana, in un paesino sperso in mezzo alle montagne, lo stesso rifugio dell’anno scorso! VENERDI’ 17 SETTEMBRE 2004 – ORE 8,30 Il contachilometri segna 83824…

Partiamo e ci dirigiamo diretti verso Bologna, a trovare i nostri due amici Azar e Ramin che, nel frattempo, erano venuti qua in Italia, devono studiare, magari rimangono un anno…

Arrivo a Bologna, un vecchietto con una vecchia BMW ci fa da guida… Gentilissimo, troviamo quasi subito la casa.

Ma si, anche qui (raramente) troviamo ancora qualche persona gentile…

Azar sembra un’altra persona, sorridente, smanicata, senza velo, veramente disinvolta, Ramin con il suo inconfondibile sorriso ci dà il benrivisti…

Passiamo con loro qualche oretta poi dritti verso casa, ancora increduli delle esperienze vissute, ancora incazzati neri per il viaggio mancato…

Rivedo il mio Papi, la mia Mami che piange ancora ininterrottamente da quasi un mese, rivedo i miei cagnassi festosi come mai…

Medito la vendetta verso il mio meccanico di “fiducia”, adesso mi faccio una lista di cappelle e poi gli entro a tutta velocità dentro la vetrina modello kamikaze!!! E Domenico dov’è finito???!!! Vado subito a leggere una sua email appena arrivata che dice “Ciao Simo, l’unico problema del deserto è che sulla strada la polizia aveva tirato una catena per un posto di blocco, io avevo il sole contro e non ci vedevo… Adesso sono fermo a sistemare me e la moto, Quetta è bellissima!!!”…

Hhhihiihih chissà che botta!!! E intanto ci è riuscito, senza esperienza, senza documenti, con la sola voglia di portare a termine la sua missione, conoscere le culture e il mondo, molti dovrebbero imparare da lui… PERDONAMI !!! :¬) Il contachilometri della mia mitica California ormai segna 84658 km, dopo 13704 km (pensavo di più…), 7 paesi attraversati, 800 litri di benza, 1900 euro spesi in due (di cui 700 per documenti ma potevamo spendere la metà) e 700 foto (con 15 minifilmati), siamo finalmente a casa…

Tamara giura di non salire più sulla moto fino all’anno prossimo, ormai ha superato la dose annua… :¬) Sicuramente qualche giro lo faremo ancora!!! hiihih :¬) VENERDI’ 24 – SABATO 25 – DOMENICA 26 SETTEMBRE 2004 Dopo una settimana, passata a riprendersi psicologicamente, vengono a trovarci i nostri amici Azar e Ramin, gli presento la mia famiglia e li portiamo a trascorrere un fine settimana in montagna da Tamara.

Passiamo giorni bellissimi, gli faccio conoscere tutta la mia compagnia…

Gli faccio assaggiare alcuni piatti tipici della cucina piemontese come la polenta, la paniscia, e la bagna cauda.

Modestamente non c’è nessuno che mi batte a fare questi piatti!!! Mangiano il salame e bevono il vino!!! Sono due ragazzi stupendi e sono felice di averli qua…

Parliamo molto in questi giorni, qui possono parlare e muoversi veramente liberamente, ci fanno anche certi discorsi che la “nostra” gente non potrebbe nemmeno immaginare.

Vi lascio agonizzare con questo dubbio!!! Al ritorno Azar mi chiede addirittura di dargli la ricetta per la bagna cauda, spettacolo!!! Ciao ragazzi, cerchiamo di vederci presto, siete dei miti!!! CONCLUSIONI: Forse ho scritto questo piccolo report con molta più euforia di quanto non sarebbe necessario.

L’Iran non è un paese che ti sconvolge con i suoi paesaggi come può fare la Patagonia.

Non è un paese che ti fa luccicare gli occhi davanti a strutture imponenti come quelle Egizie.

Quello che ti conquista dell’Iran è la semplicità e la gentilezza delle sue persone miscelato con (comunque) bellissimi paesaggi, e strutture degne di un paese all’avanguardia rispetto ai paesi mediorientali “calssici“.

Ti conquista con l’aria che respiri, con la tradizione, con le sue contraddizioni…

Sono convinto che l’Iran riuscirà a scrollarsi di dosso il pallosissimo regime religioso.

La gente è molto più moderna di quanto si possa pensare, il tessuto sociale è più avanti di tutti gli altri stati arabi (forse perchè loro sono persiani?¿), livello di cultura molto elevato…

E pensare che qua in Italia si ha una pessima opinione di questi posti.

Anche dopo i miei racconti molte persone faticano a credermi oppure insinuano che sono state situazioni casuali o di comodo…

Invito chiunque la pensi così a NON andarci, continuate ad andare a Rimini o sul Lago Maggiore coprendovi gli occhi davanti ad una realtà ben diversa da quella che vedete nei reality show…

Lasciate che questi paesi rimangano incontaminati dalla vostra presenza cosicchè, quelli come me e i miei compagni di viaggio, possano gustarseli avidamente.

Quello che abbiamo visto e provato noi probabilmente quelle persone non lo proveranno mai… Ed è giusto che sia così…

Essere mototuristi non vuol dire far girare il contachilometri a forza…

Vuol dire perseguire una meta senza tralasciare le sfumature che si incontrano per la strada…

Vuol dire percepire certe emozioni dettate dalla cultura, dalle tradizioni, dai luoghi, dai profumi…

Certo, saremmo potuti andare anche sul Lago Maggiore…

Quello che cambia è con quali occhi lo si guarda…

Ciao a tutti, al prossimo viaggio!!! RINGRAZIAMENTI: CaliforniaEV: 85000 km di soddisfazioni, qualche problemino ma tanta passione… (La mia Pintola!) Tamara: 85000 km di pazienza e tenerezza, il suo sederino ormai è a prova di bomba!!! (Forse un po’ mi odia… :¬) Quante donne avrebbero osato tanto?!? (Pintolina!) Domenico: Anche se con i suoi limiti e le sue strane fissazioni ci ha insegnato che perseguire un obiettivo dopo tutto non è impossibile e poi…

Che la libertà logora chi non ce l’ha…

PERDONAMI! Davide: Persona stupenda, mente brillante, onestà e intelligenza invidiabile.

Sono quelle persone che mi colpiscono dentro…

Indimenticabile! Azar: Donna favolosa, un cuore grosso come una casa e tanta, tanta tenerezza…

Siamo felici di averti conosciuto e che tu sia qui in Italia… :¬) Ramin: Simpaticissimo e gentilissimo, anche un po’ fricchettone, non dimenticheremo mai il tuo sorriso e la tua gentilissima famiglia…

Ali: Ragazzo in gamba, medico professionista, simpatia geniale, anche tu ormai sei un grande amico.

Il suo sogno è di tornare in Iran e fare il medico ad alti livelli, ti auguriamo il massimo del bene possibile! MITO! Meccanico Budrillo: Con il tuo gesto mi hai fatto lasciare un pezzo di cuore in Iran…

Verrò a trovarti, stai tranquillo AMIGU! Tutta la gente simpatica e gentile conosciuta durante il viaggio: Non ho parole che possano descrivere quello che penso di voi, unici! Tutti i miei supporters (quelli via email), mia sorella, i miei genitori, i miei zii, i miei animali ed i miei amici più cari.

Condivido sempre con loro le mie gioie e i miei dolori che incontro durante i miei piccoli viaggi.

Mi tengono su il morale per telefono e via email, sempre nel mio cuore…

P.S. Se ho dimenticato qualcuno è solo perchè alla mia età la memoria comincia a fare cilecca!!! :¬) Ciaps a tutti :¬) Questo è il racconto integrale (solo testo) del viaggio, se volete potete scaricare direttamente dal sito www.Marchetti.Ws il racconto con testo ed immagini in formato PDF…

Buona lettura, Simone :¬)



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