Bolivia 2004 di 21

La Paz, 5/09/04 Dopo 24 h o poco – a vagare x areoporti siamo arrivati a La Paz. La prima impressione che ho avuto ieri sera è stata decisamente buona. I boliviani sono di una gentilezza eccezionale. Già in dogana l’ometto, chiamandomi x nome, ha augurato un buon soggiorno. La città è povera ma le persone hanno una dignità non...
Scritto da: aa1979
bolivia 2004 di 21
Partenza il: 04/09/2004
Ritorno il: 26/09/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
La Paz, 5/09/04 Dopo 24 h o poco – a vagare x areoporti siamo arrivati a La Paz. La prima impressione che ho avuto ieri sera è stata decisamente buona. I boliviani sono di una gentilezza eccezionale. Già in dogana l’ometto, chiamandomi x nome, ha augurato un buon soggiorno. La città è povera ma le persone hanno una dignità non indifferente. Le donne vanno in giro nei loro vestiti colorati, con grosse gonne e il fagotto sulla schiena (una specie di zaino fatto in casa). Hanno i visi segnati da profonde rughe, dovute sicuramente all’aria e al sole che a 4000 metri fanno invecchiare prematuramente, tanto che risulta difficile stabilirne l’età. I bambini mi sembra siano i + belli del mondo. Nei loro vestiti di lana, infagottati, spiccano gli occhioni nella pella scura. X le strade passano in continuazione dei micro (furgoni abbastanza scassati) su cui un ragazzino urla a scuarciagola la destinazione ( come farà a resistere tutto il giorno lo sa solo lui). Siamo poi capitati in una specie di festa religiosa (c’era una grossa scritta “JESUS” tutta luccichenta) in cui una banda stonatissima (cercavano di fare il + casino possibile) suonava e la gente (anche delle vecchiettine nei loro bellissimi costumi) ballava e faceva ancora + casino. E la sera, quando eravamo in albergo, sono passati in strada sempre facendo festa.

La Paz, 6/09/04 “El Alto”, il quartiere che domina La Paz. Ma nonostante questo è il quartiere povero. Case di mattoni fatti di fango, sporcizia ovunque, ma anche qui gente sorridente. Il sorriso è la caratteristica dei boliviani. Poi ci sono i mercati: La Paz è un mercato unico, c’è gente che vende qualunque cosa; la signora con i bicchieri nel secchio che x un boliviano (qui tutto costa un boliviano) ti dà da bere uno strano intruglio (che fa andare in bagno solo a guardarlo) e poi risciacqua i bicchieri nel secchio, la vecchiettina con le caramelle che mette pazientemente in ordine o le bancarelle con i feti di lama rinsecchiti (che porterebbero fortune). Ci sono poi gli stregoni che fanno le carte o dei strani movimenti con bottiglie vuote, i poliziotti in quantità mostruose e in assetto antisommossa davanti al palazzo del presidente. E la manifestazione di protesta degli abitanti di El Alto che sfilavano, tantissimi, con striscioni inneggianti al “Che” e a motti rivoluzionari. I boliviani, guardanti la quantità di scritte sui muri che chiedono la nazionalizzazione del gas e del petrolio, le falci e martello disegnate in abbondanza, penso siano tra i + rivoluzionari del mondo. Peccato che con la loro storia di golpe e presidenti assassinati e assassini, abbiano probabilmente perso la speranza di poter davvero cambiare le cose.

La Paz, 07/09/04 Sono sul pullman “cama” con in prospettiva 14 h di viaggio x arrivare a Sucre. Si viaggierà tutta la notte e da quanto dice la Lonely Planet è bene munirsi di indumenti caldi perchè la notte sui bus è rigida. In lontananza, nel terminal, si sentono gli urli dei venditori delle varie compagnie che gridano la destinazione. Sembrano quasi delle voci che si lamentano dall’inferno… Oggi abbiamo visitato la Valle della Luna: è nelle vicinanze di La Paz e con un micro (e urlatore) ci siamo arrivati comodamente. Il panorama era bello: una serie di pinnacoli, scavati dall’acqua, tipo gran-canyon. Da contorno c’erano 3 ragazzi che suonavano flauti e tamburi e uno di loro ci ha spiegato l’origine della valle. -Adesso siamo fermi con il pullman a El Alto. Abbiamo appena visto La Paz di notte, uno spettacolo: una infinità di luci, come un gigantesco albero di Natale, con, sullo sfondo, una nuvola, sola, che scaricava fulmini.

Sucre, 8/09/04 Il viaggio in pullman alla fine è stata un’esperienza originale: eravamo noi 3 e un altro ragazzo occidentali, tutti gli altri indio. Vicino a me si è seduto un omone che russava come una motosega. Non ha fatto freddo perchè il riscaldamento funzionava bene, ma dopo qualche ora c’era un odore indecente. Davanti a me, nell’altra fila, c’era una signora che ha portato un gallo in una scatola. All’alba ha cominciato a cantare, era uno spettacolo. All’inizio pensavo fosse una sveglia, ma dopo i primi 5 minuti ho capito che era in carne ed ossa. A metà viaggio ci siamo fermati in una stazione, il bagno era senz’acqua e x mandare giù il “tutto” c’era un secchio che ognuno doveva riempire nei bidoni. Da questo viaggio di 14 h siamo scesi alle 7.30 a Sucre. Sucre è una bella cittadina, in stile coloniale e tenuta piuttosto bene. Sembra esserci – povertà ed anche le ragazze paiono belle (forse perchè non mettono i vestiti tradizionali…) di La Paz. Ci sono però, come nella capitale, tantissimi bambini che devono lavorare o come lustrascarpe, o venditore, o mendicante.

Potosì, 11/09/04 “La Bolivia è una democrazia, ma una democrazia non manda i bambini a 14 anni a lavorare in miniera o a 5 su una strada”. Ce lo diceva ieri la guida che ci ha portato a visitare le miniere del Cerro Rico. In questa montagna, alta 4600 metri, sono morte 8 milioni di persone in 400 anni. Gli spagnoli mandavano indio e africani a lavorare x 4 mesi di fila senza mai uscire dalla miniera, 12 h al giorno. A oggi la situazione non è cambiata di molto. Abbiamo visto minatori fare il buco x le mine a martellate. Un buco di 25 centimetri che smuove un metro cubo di roccia comporta 3 h di lavoro. C’era un ragazzo che era entrato alle 2 di notte (12 h prima) ed aveva fatto quadi 3 buchi. La guida, seduti in una galleria davanti al “Diablo”, il dio dei minatori, diceva che la Bolivia è come un mendicante seduto su un secchio pieno d’oro. Questo perchè ha un sottosuolo tra i ricchi del mondo di metalli e idrocarburi, avrebbe a disposizioni grandi riserve di cibo, ma tutto viene esportato grezzo a prezzi ridicoli e poi ricomperato lavorato molto + caro. Il problema, diceva, è l’ignoranza della gente. Quasi metà della popolazione non sa leggere e scrivere e non riesce a far volere i propri diritti. E le poche persone che hanno studiato vivono sulle spalle dei poveracci (difatti a Potosì ci sono moltissimi avvocati che, con l’aiuto della polizia, intrappolano la maggioranza della popolazione). La situazione non si muove perchè da moltissimi anni il governo è corrotto e i soldi che sono arrivati dall’estero con le politiche liberiste dall’89 in poi sono finiti nelle loro tasche. Così industrie e tutto quello che poteva potenzialmente avere la Bolivia è rimasto fermo. Anche le famiglie, diceva la guida, non sanno fare una politica demografica. + una famiglia è povera e + fa figli, che non potranno andare a scuola ma dovranno andare a lavorare.

Tupiza, 13/09/04 Questa “manana” dovevamo avere il bus x Tupiza, avevamo prenotato i posti e dato una caparra. Ma l’approssimazione dei sudamericani e fantastica: il bus non c’era. Quando abbiamo prenotato lo abbiamo chiesto e detto 10 volte che era x oggi… Questo modo di fare lo si nota in tutto: nei concerti, nelle scenografie o nelle cose di tutti i giorni; sono fatti così. X arrivare a Tupiza abbiamo dovuto cercare un taxi. Anche qui si nota il loro modo di fare: per 90 dollari era d’accordo a portarci. Sono 270 km di sterrato, a tratti anche brutto. Quel pover’uomo, che non parlava quasi neanche spagnolo, si è accorto dopo che aveva sbagliato i conti e così, una volta arrivati ci ha chiesto se potevamo dargli di +. Volendo a metà strada poteva fermarsi e chiederci il doppio, ma nella loro buonafede non lo ha fatto. I boliviani sono veramente fantastici… Ieri abbiamo visitato Potosì, una città una volta ricchissima ma ora decisamente decadente. Nel pomeriggio abbiamo cercato di raggiungere il Cerri Rico, ma nella salita (questa volta a piedi dell’ultimo pezzo) l’Elena si è sentita male. Abbiamo chiamato una macchina e siamo scesi con quella. Nella salita a piedi abbiamo attraversato qualche poverissima casa di minatori. In mezzo alla sporcizia, ai maiali che mangiavano la porcheria e alla polvere della miniera giocavano (o vendevano piccole pietre) tantissimi bambini. Noi avevamo il presentimento di essere di troppo, nella montagna sacra, invece tutti erano gentilissimi. I bambini ti parlavano senza volere niente in cambio e i loro sorrisi erano + belli di quelli di un bambino europeo.

Uyuni, 15/09/04 Siamo appena tornati da cena n cui il Claudio si è sentito male. Probabilmente è mal di montagna visto che siamo a + di 3600 metri. E’ svenuto mentre mangiavamo, nel giro di 10 minuti è passato dal parlare a girare gli occhi. Lo abbiamo sdraiato x terra ed è venuto un dottore inglese e una guida boliviana che hanno detto che è mal di montagna. Hanno detto che mangiando il poco ossigeno che c’è viene usato x la digestione e cosi non ne arriva al cervello. Dopo 5 minuti si è ripreso ed e venuto in albergo in taxi. Domani dovremo fare il giro del Salar, ma temo che non si faccia perchè si sale ancora di quota e se il Claudio non sta bene non è il caso.

A Tupiza abbiamo fatto 2 giorni a cavallo, in mezzo a canyon stile far-west. A me è piaciuto molto, al Claudio e all’Elena meno. I cavalli, che ci avevano assicurato essere tranquilli, in realtà erano abbastanza agitati. Ad un certo punto del primo giorno, in mezzo al letto di un fiume, si sono messi a galoppare senza alcun mezzo x fermarli. X chi è la prima volta che va a cavallo è abbastanza preoccupante… La notte abbiamo dormito in una casa decisamente spartana, senz’acqua ne bagno, facendo conoscenza di 2 israeliani (si e arrivati perfino a parlare di politica). Nel “pueblo” di cui faceva parte quella casa siamo poi andati a fare una passeggiata noi 3 e dei bambini, vedendo la macchina fotografica digitale dell’Elena, impazzivano x farsi fare foto e poi vederle.Gli abbiamo promesso che gliele mandiamo. Oggi abbiamo fatto in jeep il viaggio da Tupiza a Uyuni. E’ stato abbastanza allucinante. Siamo partiti con una Toyota che aveva i copertoni talmente consumati che usciva la tela e su cui eravamo in 13. Era impossibile stare minimamente comodi. Dopo circa 3 h foriamo una gomma, che viene sostituita con una in condizioni peggiori della precedente. Fortunatamente a Atocha abbiamo cambiato macchina ( questa in condizioni leggermente migliori).

Uyuni, 16/09/04 Non siamo partiti x il Salar perchè il Claudio sta ancora male. Ha 39 di febbre e si vede proprio che è debole. Adesso Sto aspettando il dottore che dovrebbe arrivare… Speriamo in bene!! Laguna Colorada, 18/09/04 Alla fine ieri siamo partiti. Il 16 siamo riusciti a trovare un dottore che ci aveva detto che arrivava alle 10 ed è invece venuto alle 6 di sera. Abbiamo provato anche all’ospedale e un dottore in 10 minuti avrebbe dovuto farsi vedere (così ci hanno detto…) e invece neanche l’ombra!!! I boliviani sono fatti così… Quello che è venuto lo ha visitato abbastanza bene (x 5 dollari!!!) e gli ha prescritto antibiotici e sciroppo x la tosse. Ieri stava un po’ meglio, oggi invece è ancora giù. Speriamo migliori… Il tour del Salar è veramente bello. Abbiamo iniziato con la visita al cimitero dei treni, una serie di vecchie locomotive arrugginite e semidistrutte in mezzo all’immondizia (cosa assai comune in Bolivia visto che la gente butta tutto x strada…) e non era un gran bel vedere. Poi ci siamo inoltrati nel Salar… Una distesa bianca infinita su cui la jeep va praticamente liscia. Il sale profondo fino a 6-7 metri, in alcuni punti viene raccolto a mucchi. E’ un lavoro allucinante perchè il riverbero del sole è fortissimo e devono coprirsi completamente per non rimanere ustionati. Il sale viene poi messo a mano sui camion. Tutto questo per pochi boliviani (è un po’ la storia dei minatori…). Il tour è poi proseguito x l’Isla del Pescado, un’oasi in mezzo al Salar. Da qui il panorama è magico. Saliti in cima al promontorio si domina tutto il Salar e le alte cime ( di 6000 metri) tutte intorno. Starei all’infinito in questo posto ma la nostra guida, Octavio, ci richiama all’ordine x l”almuerzo”. La tappa successiva è l’albergo di sale in cui dormiamo. E’ tutto costruito di sale, dai muri ai tavoli ai letti. E’ veramente un ambiente piacevole. Adesso vado a dormire perchè gli altri della camerata sono già tutti a letto… La giornata fantastica di oggi, eccetto x il Claudio, la racconterò poi… ‘Notte S.Pedro de Atacama, 20/09/04 Siamo arrivati in Cile, in questo paese di 1000 abitanti decisamente turistico. Qui sono decisamente avanti della Bolivia, ma costa anche tutto 3-4 volte di +. Alla frontiera i cileni ci hanno controllato gli zaini, fatto disinfettare le scarpe e il furgone che ci portava. Il tour del Salar è finito tra bellissime lagune e vulcani di 6000 metri. Abbiamo visto i gayser, un fenomeno che mi affascina tantissimo. Il Claudio oggi sta meglio, probabilmente era la quota che lo debilitava così. In questi giorni abbiamo conosciuto tantissima gente che è in viaggio da mesi… Mi è venuta proprio voglia anche a me di mollare il lavoro e partire…

S.Pedro de Atacama, 21/09/04 E’ l’ultima sera qui a S.Pedro. Domani mattina partiamo x Calama , visita della miniera a cielo aperto “mas” grande del mondo e poi si facciamo 22 h di bus fino a Santiago. Oggi abbiamo visitato il Salar de Atacama. Il tramonto nel Salar era fantastico… C’erano le Ande che continuavano cambiare sfumatura di colore, sempre toni pastello che sembravano un quadro impressionista… Poi il sole si rifletteva nella laguna con i fenicotteri rosa che ogni tanto si alzavano in volo… Veramente magico… E, guarda il caso, ho conosciuto una ragazza di Friburgo (che però non conosceva Sandro e Damiano) anche lei in sudamerica x almeno 6 mesi… Come è piccolo il mondo!!! Faceva strano oggi pensare di essere nei luoghi di cui ha scritto Sepulveda… Il deserto in cui una volta ogni 20-30 anni fioriscono le rose x un giorno, o dove venivano mandati al confino i dissidenti politici… E dopodomani a Santiago, dove il presidente Allende è stato ucciso e dove, fino a pochi anni fa, c’era un dittatore come Pinochet… È come essere in un lbro di storia!!!! Santiago del Cile, 24/09/04 Sono seduto davanti al Palazzo della Moneda. Qui 31 anni fa gli aerei stavano bombardando questo palazzo e iniziava una dittatura durata poi 30 anni. A pochi metri c’è la statua dedicata ad Allende, il presidente ucciso nel golpe. E sicuramente parte delle persone che vedo passare hanno vissuto sulla loro pelle quei momenti…



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