Da Miami a Key West e ritorno

Un viaggio pensato per accontentare tutti: divertimento, cultura, natura e voglia di stare insieme
Scritto da: giamarg
da miami a key west e ritorno
Partenza il: 26/07/2013
Ritorno il: 11/08/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
Il nostro viaggio inizia il 26 luglio 2013 alle 06.30 del mattino dall’aeroporto di Elmas-Cagliari destinazione MIA Miami (Florida).

Per noi “isolani” il percorso è sempre un po’ più complicato del normale perché dobbiamo aggiungere il volo dalla Sardegna all’aeroporto da cui inizia il viaggio, nel nostro caso Fiumicino.

Viaggiamo in 4, io, mio marito, Giacomo e Margherita (17 e 14 anni) che “gentilmente” hanno deciso di fare le vacanze con noi.

Il volo, prenotato da Aprile, è operato dalla compagnia americana US Airwais, con scalo tecnico a Philadelphia, cambio aereo e destinazione Miami.

Lo scalo tecnico prevede la registrazione all’Ufficio Immigrazione, ritiro dei bagagli e reimbarco sul nuovo vettore. I tempi erano perfetti e, nonostante la solita fila all’Immigrazione, siamo riusciti a fare tutto con tranquillità.

Arrivati all’aeroporto di Miami abbiamo recuperato la macchina prenotata alla Dollar con un piacevole, per i ragazzi, cambio di programma: la macchina prenotata, una Jeep Liberty, non era immediatamente disponibile per cui ci hanno proposto a parità di prezzo una Mustang cabrio rossa.

Il viaggio, organizzato da noi, prevede un tour di 15 giorni (più il viaggio) della Florida centro-sud fino alle isole Key, e rientro dal Golfo del Messico. Sono previste molte soste e cambi di alberghi e motel, ma è il prezzo da pagare per vedere il più possibile.

Dal 26 al 30 Luglio soggiorniamo a Miami (4 notti al Bianco Boutique Motel) e visitiamo la città, Miami Beach e Boca Raton. Si respira subito un’aria caraibica; le palme, le strade larghissime, la popolazione eterogenea, le diverse lingue parlate ci ricordano i tanti film visti ambientati qui.

La città di Miami è molto grande (circa 5 milioni di abitanti) e la visita va pianificata con cura cercando di dare la priorità alle zone più interessanti che propone. Obbligatoria la visita al quartiere Coral Glabes (dove c’è anche la Venetian Pool ricavata da una cava di roccia corallina e il Biltmore Hotel) che è molto elegante; al quartiere cubano, Little Havana, molto tipico e caratteristico che ospita gli immigrati cubani fin dagli anni sessanta e dove, in Calle Ocho, è possibile vedere i sigarai a lavoro. Imperdibili anche Coconut Grove, Bayside Market Place, l’America Airlines Arena dove giocano i Miami Heat, il Miami Dade Cultural Centre e i tanti musei di arte e di designe.

Per Miami Beach sarebbe bene avere alcuni giorni a disposizione per godere appieno di tutto ciò che offre: oltre alla spiaggia piena zeppa di conchiglie, un mare bellissimo e trasparente (e se lo diciamo noi che veniamo dalla Sardegna ci potete credere) con i pesci che si potevano quasi toccare, le tipiche postazioni dei baywatch, la consapevolezza di essere in un mare potenzialmente pericoloso per la possibile presenza degli squali e la varietà di personaggi presenti fanno di Miami beach un posto veramente unico. La spiaggia è lunga circa 10 Km ed è virtualmente divisa in zone, così che si trova la zona, a nord, piena di famiglie con bambini, la zona delle modelle, quella degli omosessuali, quella degli artisti… C’è solo l’imbarazzo della scelta!

Il lungomare, è molto ben organizzato, precluso alle macchine è spazio libero per biciclette, skateboard, pattini, persone che passeggiano con serpenti, cani, pappagalli, ci sono docce per sciacquarsi la salsedine o rinfrescarsi, panchine e prati per riposarsi…bisogna stare attenti alle noci di cocco che, cadendo possono creare danni importanti (addirittura la morte) se colpiscono le persone. Parallela al lungo mare scorre Ocean Drive con i suoi Hotel Art Decò risalenti agli anni trenta, inseriti e tutelati per la loro inclusione nel Registro Nazionale dei luoghi storici. Per mangiare c’è da scegliere tra i ristoranti più lussuosi degli alberghi e le pizzerie più alla mano, dovunque presenti cocktail colorati e coca cola, musica e voglia di divertirsi. Per lo shopping la Lincoln Road Mall soddisfa sicuramente ogni esigenza. Trovare un parcheggio, al contrario di quello che si può pensare, non è difficile perché ci sono i multipiano e anche parcheggiatori indipendenti che per qualche dollaro sistemano l’auto nel loro giardino.

Oltre ad Ocean Drive, la Collins e la Lincoln, il quartiere di Espanola Bay… tutto merita di essere visto. Pernottare a Miami Beach può essere più caro, ma ne vale veramente la pena.

Una giornata la dedichiamo a Boca Raton, ma siamo sfortunati perché il museo che volevamo vedere (il Boca Raton Museum Art) è chiuso e la cittadina, dopo Miami Beach ci pare molto tranquilla, con pochissima gente per le strade e pochissimi negozi. Arriviamo ad una terrazza di legno sul mare da dove ammiriamo l’Oceano e le persone che si godono la spiaggia. Boca Raton è una zona per ricchi americani che qui vengono a svernare o a godersi la pensione: campi da golf, mare e ristoranti assicurano una tranquilla vecchiaia, per chi se lo può permettere!

Il 30 Luglio partiamo per le Keys Islands. La strada è la US 1, che attraversa la terraferma e per molti tratti è costituita da ponti (più di 40) che uniscono le isole e permette di arrivare fino alla punta più a sud degli Stati Uniti, il Southermost point a Key West che risulta essere più vicino a Cuba (90 miglia) che non a Miami.

Prima di arrivare a Key Largo, dove abbiamo previsto di dormire, facciamo tappa lungo strada per vedere un insieme di bancarelle vicino ad un molo dal quale si può dare da mangiare a pesci giganti che si accalcano a pelo d’acqua e appena vedono un’esca alla loro portata fanno improvvise sortite in superficie spalancando la bocca enorme. Io ho paura ma i miei figli hanno comprato i secchielli di pesci porzionati e non vogliono perdere questa opportunità.

In compenso, dall’alto della mia prudenza, vengo attaccata da un pellicano che mi lascia in pace solo dopo aver capito che non ho niente da offrirgli.

L’ambiente è molto rilassante, colorato e festaiolo, si sente l’aria tranquilla dei carabi. La US1 è una strada bellissima e panoramica, anche se, a dire la verità, la mustang è un pò bassa per poter vedere bene oltre il guard-rail; alcune tra le isolette che vediamo sono accessibili solo in barca, altre sono solo cespugliosi regni di uccelli e serpenti d’acqua, alcune sono base di ville meravigliose con tanto di pontile privato e pista per l’elicottero e sono, ovviamente, inaccessibili.

Arrivati a Key Largo avevamo in programma la visita alla barriera corallina sul barcone con il fondo di vetro ma ci siamo fatti scoraggiare dalle condizioni meteo un po’ ventose e abbiamo preferito rinunciare. Ora posso dire di essermi pentita, è stata una bella occasione persa!

Il motel è fornito di piscina per cui ci rilassiamo e guardiamo le barche che attraversano il canale, c’è anche la African Queen, l’originale utilizzata nel film “La regina d’Africa” del 1951 che ora viene affittata a nostalgici cinefili. E’ ormeggiata al molo MM100, vicino a una barca casinò.

Dopo cena stiamo nella veranda del motel e ci godiamo uno spettacolo con chitarrista country da un locale di fronte.

Il giorno dopo partiamo per Key West. E’ importante rimanere almeno una notte a dormire sull’isola per due motivi: uno perché comunque non si fa in tempo a vedere tutto in un unico giorno, due per poter ammirare il mitico tramonto da Mallory Square. Noi abbiamo pernottato al Blue Marlin Hotel, con colazione e piscina e dopo esserci ripresi dai km fatti con un bagno rilassante ci siamo diretti alla scoperta dell’isola.

Da visitare: il vecchio cimitero, riportato anche sulle guide per la sua caratteristica di ospitare anche tombe di animali con tanto di lapide e frasi di commiato, naturalmente Southernmost Point per l’immancabile foto ricordo dal punto più a sud degli stati Uniti, il Bahama Village e i vecchi quartieri con le tipiche case di legno dai colori sgargianti che danno su strade su cui passeggiano indisturbati polli dalle piume variopinte in formazione familiare, beccando semini tra i fili d’erba dei prati.

Al 907 di Whitehead Street c’è la casa di Hemingway, conservata tale e quale a come era quando la abitava lo scrittore, che qui visse dal 1931 al 1940, con la sua famiglia, i suoi ricordi, il suo studio, la sedia da sigaraio, le locandine dei film tratti dai suoi romanzi, il giardino tropicale, la piscina che, fortemente voluta dalla moglie, è stata la prima piscina di Key West. Come per conservare il culto di antico rispetto che questa gente del profondo sud americano ha per gli animali, anche nel giardino di casa Hemingway c’è il cimitero dei gatti di famiglia e dei loro discendenti. Qui alloggia, infatti, una colonia felina che può dimostrare la diretta discendenza dai nobili antenati per il fatto di aver ereditato l’anomalia genetica delle zampine con 6 dita. Non ci credevo, ma è vero. I gatti passeggiano tranquilli e sono i veri proprietari dell’abitazione e quando sono stanchi sono gli unici autorizzati a sdraiarsi sul letto di Ernest.

Il Mel Fisher Maritime Museum, tanto raccomandato dalla guida, a dire il vero ci ha un po’ deluso e non è stato all’altezza delle aspettative. Conserva alcuni relitti delle navi spagnole Nuestra Signora De Atocha e la Santa Margarita, affondate nel 1622 a largo di Key West cariche di pietre preziose e lingotti d’oro in parte recuperati.

Finalmente Duval Street, la strada principale di Key West che unisce l’Oceano Atlantico al Golfo del Messico. E’ la strada più antica, la via dei negozi, tipica strada caraibica, molti gli edifici in legno colorato, le tipiche “shotgun house” costruite per alloggiare i sigarai provenienti da Cuba, molti i negozi di souvenir, i locali tra cui lo Sloppy Joe’s, il preferito da Ernest Hemingway pieno di sue foto e ricordi; ma anche gallerie d’arte, quadri, design, abbigliamento e ristoranti, tra i quali Denny’s e Wendy’s, i corrispondenti di Mc Donalds, con arredamento stile Arnold’s di Happy Days. Che flash… tornare indietro di 30 anni! Duval Street ci porta a Mallory Square in tempo per il tramonto, molta gente sulla terrazza che sta proprio di rimpetto al mare e altrettanta che passa in barca, saluta e getta l’ancora per ammirare il tramonto. Intanto in piazza si allestiscono mercatini e intrattenitori organizzano spettacoli: il più bello quello alla fine del quale un cane, un grosso golden retriever biondo, prende tra i denti un capello e passa a raccogliere le offerte.

L’1 Agosto riprendiamo la US1 per tornare indietro, ultima tappa alle Keys: Marathon. L’albergo è vicino a Sombrero beach, non a caso si chiama Sombrero Beach Marina Hotel, la nostra camera ha vista sul canale sul quale sono ormeggiate le imbarcazioni per la pesca d’altura tipiche di questi mari, quelle con la tendina per tettoia utilizzate per la pesca di marlin, tonno e pesce spada.

La spiaggia è forse una delle più belle che abbiamo visto in questo viaggio: grossi alberi crescono sulla sabbia facendo ombra naturale, l’acqua non è limpidissima ma prendendo un po’ di sabbia dal fondo ti rendi conto che si tratta di pezzi di corallo e conchiglie che arrivano dalla barriera corallina che circonda queste meravigliose isole e che si rinnova. Uccelli numerosissimi e, meraviglia, i nidi delle tartarughe vicino alle nostre spugne. Li individui solo perché le associazioni ambientaliste li hanno circondati con un nastro giallo e un cartellino con gli avvertimenti.

Facciamo un giro dell’isola: ci sono moltissime ville multimilionarie con giardini curatissimi e macchine di grossa cilindrata parcheggiate e quartieri più semplici che ci riportano ad una umana dimensione, le cassette per la posta sono sorrette da lamantini o pesci colorati in pietra, tutto è molto naturale; in quasi tutti i giardini ci sono i tikul, tipiche capanne senza pareti (al massimo hanno tende amovibili) e tetto in foglie di palma che permettendo all’aria di circolare danno un pò di refrigerio a giornate che, qui, possono essere veramente calde.

Il 2 Agosto partiamo per il tour delle Everglades.

Ovviamente facciamo tutti i percorsi presenti e ci inoltriamo anche in zone completamente isolate dove oltre noi erano presenti solo aquile, serpenti, coccodrilli, civette e ragni enormi. Nel percorso più tropicale, tra piante, liane e umidità al 100%, ci sono tantissime zanzare, alcune a prova di Autan, ma d’altra parte con il caldo che c’è non si può andare troppo coperti. Tra le varie piante ci ha colpito la “strangoladora” che cresce parassita su altri fusti stringendone il tronco fino a soffocarlo e ad usarlo, comunque come sostegno e ancora tronchi giganti di alberi troppo alti buttati giù da passati uragani.

Sembra di essere i protagonisti di un documentario.

Abbiamo avvistato diversi coccodrilli che cercavano riparo all’ombra per via del caldo torrido che infastiva anche loro, animali a sangue freddo, che non riescono a tenere costante la temperatura corporea al variare di quella ambientale.

Per chi è interessato i ranger in orari prefissati da programma, organizzano lezioni in cui danno nozioni generali relative all’ambiente, flora e fauna e altrettanto dettagliate raccomandazioni, tra cui tassativo il divieto di dare da mangiare agli animali, rispettare le regole e ricordate:”… se un coccodrillo dovesse inseguirvi, cercate di correre a zig zag perché questa andatura lo disorienta …” Ok!

Dormiamo a Florida City, in uno dei pochi hotel che non avevamo prenotato in anticipo, abbiamo fatto bene perché l’idea iniziale era quella di arrivare a Naples per la notte ma ci siamo resi conto che Naples era un pò troppo lontano dal punto in cui eravamo per cui abbiamo optato per una tappa intermedia.

Il giorno dopo ci dirigiamo a nord ovest della Florida, lato Golfo del Messico e dopo alcune ore arriviamo a Naples, bellissima cittadina sul mare, giardini, campi da golf (ce ne sono 55!), belle ville e bei negozi, giardini curatissimi con fiori meravigliosi…..anche qui si respira benessere. La spiaggia di Naples è un nastro chiaro lungo 16 km pieno zeppo di conchiglie, dal centro parte il molo, il famoso Big Pier, rigorosamente in legno che si introduce in mare per 1 KM, lungo i parapetti di protezione c’è chi pesca (a proposito, per gli appassionati di pesca sul molo sono presenti delle apposite zone in cui si possono preparare le esche e fornite di rubinetti per sciacquare il pescato), chi si affaccia a vedere i pellicani che si tuffano in acqua tra i bagnanti a catturare cibo, chi osserva i delfini o le tartarughe giganti e, alla fine del molo, un chiosco per bibite, gelati e hot dog. Numerosi cartelli indicano istruzioni e divieti per convivere bene con la fauna presente: assolutamente vietato dare da mangiare agli animali soprattutto ai pellicani che hanno un apparato digerente molto delicato. Il molo originario venne distrutto dall’uragano Donna nel 1960 e ricostruito identico.

Da Naples ci spostiamo ancora a nord e ci fermiamo a Caspersen beach, spiaggia famosa per la presenza di denti di squalo fossili portati a riva dalle maree. La spiaggia è ferrosa, scura, non è facile individuare i denti di squalo, che sono piccoli e neri, al contrario esatto di quello che pensavamo, bianchi e grandi. Alla fine ne abbiamo trovato 16, non è andata per niente male, considerando che non eravamo per niente attrezzati per questo tipo di ricerca (ingenui!!) lì si va muniti di palette speciali, rastrelli, colini e setacci fatti apposta per raschiare il fondale e recuperare più denti possibile.

La strada che stiamo percorrendo in direzione nord è una delle più belle strade che solcano la penisola della Florida, la Tamiami Trail, lunga 425 km, rappresenta solo un tratto della US41 che, partendo da Miami arriva fino a Copper Harbor a nord della penisola superiore del Michigan percorrendo un nastro di 3219 Km. Oggi la Tamiami Trail unisce Miami a Naples attraverso le Everglades volgendo a nord fino a Tampa e collegando l’Oceano Atlantico al Golfo del Messico.

Arriviamo a Venice, dove abbiamo il motel prenotato, è una tranquilla cittadina molto verde e fiorita; il giorno dopo partiamo per Tampa.

Sono molti i posti in cui ci vorremmo fermare lungo strada (Fort Myers, la casa di Thomas Edison, quella di Henry Ford…) ma purtroppo, per ragioni di tempo, non è possibile.

A Tampa abbiamo prenotato due notti al “Sailport Water Suites”, bellissimo, ogni stanza ha una piccola terrazza e la nostra è fronte mare, ceniamo in terrazza e il tramonto non ha niente da invidiare a quello di Mallory Square. L’albergo ha piscina, parcheggio e le stanze sono, in realtà, delle piccole suites con uso cucina…peccato che il supermercato più vicino sia a 20km.

Il cinque Agosto andiamo a visitare Clerwater, la spiaggia principale di Tampa; il mare è mosso (d’altra parte è pieno Oceano) e un po’ algoso, comunque facciamo il bagno tra i pellicani e i……cercatori d’oro. E si, proprio così, una peculiarità del luogo sono proprio queste persone che munite di sonar cercametalli passeggiano sulla spiaggia e nell’acqua bassa per recuperare anelli, bracciali o collane persi a causa delle violente onde.

Anche a Clerwater c’è un lungo pontile in legno che ci porta magicamente in mezzo al mare tra uccelli e tartarughe Caretta Caretta.

6 Agosto: partenza per Kissimee, vicino ad Orlando perchè dobbiamo soddisfare anche la parte ludica che è in noi: albergo Royal Celebration, con piscina e colazione inclusa, prenotato per quattro notti. Appena arriviamo vediamo un serpente che gira tra le auto, ma non ci preoccupiamo d’altra parte lui è a casa sua e siamo noi gli intrusi. Lo spiazzo da su una palude, regno sicuro di coccodrilli; ricordo ai ragazzi, eventualmente ce ne fosse bisogno, di correre a zig zag. Per natura non mi preoccupo molto ma devo dire che non siamo abituati a convivere con simile e pericolosa fauna, inoltre le notizie sui quotidiani locali non sono molto rassicuranti: il giorno prima un ragazzo è stato attaccato e ucciso da un coccodrillo all’aeroporto di Orlando. Numerosi cartelli avvisano dei possibili pericoli: gli alligatori e cocccodrilli possono muoversi molto velocemente, molti millepiedi e serpenti sono velenosi così pure alcuni alberi e cespugli. Speriamo bene.

Facciamo un breve tour del paese, sembra un’appendice di Disneyworld, anche le fermate dei bus cittadini sembrano estrapolate dal cartone di Alice nel paese delle meraviglie. Tutto è a dimensione di bambino… e io mi perdo nei Disney stores.

Il 7 Agosto andiamo agli Studios Universal. Mia figlia Margherita ha appena finito l’ultimo libro di Harry Potter e gli studios sono famosi per ospitare una ricostruzione perfetta della storia: castello di Hogwarts, burro beer, Zonco’s, binario 9 e 3/4, negozio di bacchette magiche in cui, dopo attenta riflessione, abbiamo scelto quella di Hermione Granger!

L’8 Agosto è prevista la parte più culturale del viaggio: Cape Canaveral, a circa 150 km da Kissimee. La visita di tutta la base è molto interessante ed emozionante, soprattutto per me e mio marito che avevamo 6 anni quando l’Apollo 11 è atterrato sulla luna realizzando il sogno del Presidente Kennedy. Vedere il giardino dei razzi, lo Shuttle Atlantis, le navette spaziali, i filmati originali dell’epoca proiettati nel Visitor Complex tra cui il Walking on the Moon in 3-D, la sala di controllo, la sala stampa, il tour in autobus alle rampe di lancio è stato molto istruttivo. Anche il contesto ambientale era perfetto, con l’aquila che si è posata sul pennone della bandiera americana e i coccodrilli che, neanche a dirlo, hanno colonizzato i canali attorno alla base ma adesso ho imparato a riconoscerli e ad individuarli anche se si mimetizzano. Anni di “aguzzate la vista” saranno serviti a qualcosa!

Il 9 Agosto abbiamo in programma il Disney World di Orlando dove al Magic Kingdom veniamo catapultati dentro un libro di fiabe. E’ tutto perfetto, i giochi, le ricostruzioni, le ambientazioni, i tantissimi shops e ristoranti. I personaggi animati che passeggiano tra i turisti, la sfilata dei carri rappresentanti tutte le fiabe Disney con sottofondo della marcia di Topolino, ci ha fatto per un momento tornare bambini. E questo ci ha fatto bene.

La giornata è finita alle 23 sotto il castello di Cenerentola con altri carri illuminati e i fuochi d’artificio. Poi, purtroppo, abbiamo ripreso la navetta del parco che ci ha riportato al parcheggio dei bus dove ci attendeva quello che ci avrebbe riportato in albergo.

I parchi da visitare sono diversi ma abbiamo dovuto fare una scelta per questioni di tempo e abbiamo optato per quelli che, al momento, ci sembravano più attraenti.

Il 10 Agosto siamo partiti per tornare a Miami che dista circa 450 km, dovevamo avvicinarci il più possibile alla città perchè il giorno dopo avevamo l’aereo e la prudenza ci ha imposto di stare nelle vicinanze dell’aeroporto. Così salta la tappa a Palm Beach, alle spiagge di Coca Beach, Juno Beach, Jupter e Vero Beach. Pazienza! Nel primo pomeriggio siamo arrivati all’Holiday Inn di Miami, proprio vicino all’aeroporto, e abbiamo deciso di passare qualche altra ora a Miami Beach, dopo cena stanchi e rassegnati alla partenza ci decidiamo a tornare in albergo per l’ultima notte in Florida.

L’11 Agosto, dopo aver consegnato la macchina siamo partiti… tristi ma contenti di aver fatto questo viaggio insieme che sarà un bel ricordo per ciascuno di noi. La vita, il lavoro, lo studio spesso ci allontanano, sono divergenti, ma è bello, quando si può, fermarsi per “fare famiglia”, per ritrovarsi, per condividere un po’ di tempo insieme.

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