Fiat Sedici in Sicilia nord occidentale, terra dalle forti emozioni

Da Santo Stefano di Camastra a Palermo, passando per Cefalù, Mondello e Monreale, nella terra dei vespri e degli aranci, dei cannoli e della cassata, dove l’autunno è fiorito proprio come la primavera
Scritto da: FraRove
fiat sedici in sicilia nord occidentale, terra dalle forti emozioni
Partenza il: 18/10/2012
Giovedì 18 Ottobre, dopo una settimana trascorsa al lavoro in una Genova autunnale, sbarco a Palermo e vengo avvolta da un piacevole caldo estivo. Sono le 21, il cielo è già buio, ma la brezza della sera è calda e accogliente. Proprio come speravo qui, l’autunno, non è ancora arrivato. A bordo della nostra Sedici imposto il navigatore in direzione Cefalù. Dopo pochi chilometri sfrecciamo a fianco di Capaci, con i monumenti della strage che svettano ai lati dell’autostrada. Sono in Sicilia solo da una manciata minuti ed è già chiaro che questo sarà un itinerario dalle forti emozioni.

1 Giorno: Santo Stefano di Camastra e Cefalù

L’indomani mattina la sveglia suona di buon ora, spalanco le persiane del nostro hotel: il mare è un’enorme distesa blu, calma e trasparente, respiro a pieni polmoni la mia adorata salsedine. È una bella giornata di sole ed una coppia di signore sta passeggiando nella risacca, Cefalù si sta lentamente svegliando.

Già la colazione è una goduria: cannoli siciliani, torte fatte in casa e frutta di stagione: cachi, uva e fichi hanno il sapore del sole di questa terra. La giornata è così programmata: in mattinata visita a Santo Stefano di Camastra, il paese delle ceramiche, e il pomeriggio rientro ed esplorazione di Cefalù.

Arrivati a Santo Stefano subito ci accorgiamo che la tradizione della ceramica impregna tutto il paese: in ceramica sono le insegne dei negozi e del municipio, le decorazioni degli spazi pubblici, il ripiano delle panchine lungo la strada. I negozietti che si affacciano sulle viuzze espongono variopinti oggetti dei diversi maestri locali. Passeggiamo per il centro ed arriviamo a Palazzo Trabia, sede della mostra nazionale dell’arte ceramica. La visita è gratuita, viene anche fornito un opuscolo con le relative indicazioni. L’esposizione è disposta su due piani, particolarmente suggestivo il piano nobile, dove i vasellami e le opere d’arte sono collocate in signorili vani della villa, con pavimenti in piastrelle originali e soffitti a volta affrescati. La visita è stata senza dubbio interessante ma il mare che fa capolino dalle grandi vetrate del palazzo è un richiamo irresistibile: si torna a Cefalù!

Pranziamo in un ristorantino sulla spiaggia di Cefalù, un’ottima pasta alle sarde gustata in riva al mare non ha prezzo. Abbiamo anche tempo per un tuffo rinfrescante prima di inoltrarci nella visita della cittadina. Come suggerito da Claudia nella Community di Turisti per Caso, abbiamo percorso a piedi il giro monumentale: siamo partiti dalla Cattedrale e dal suo chiostro (2 € l’ingresso), recentemente restaurato anche se non ancora completato, che è il “padre” del più famoso chiostro di Monreale che visiteremo domenica mattina. Ogni capitello è caratterizzato da diverse raffigurazioni, purtroppo però parecchi sono andati perduti.

Abbiamo poi proseguito nella visita del vecchio lavatoio medioevale: vi si accede da una scalinata che ripida scende, dalla via principale di Cefalù, fino a una serie di vasche pavimentate dove, ancora oggi, l’acqua scroscia dal monte verso il mare. Sembra di entrare in un’altra dimensione, non è difficile immaginare le donne di un tempo chine a lavare i panni, questa location è davvero suggestiva!

Infine, alziamo gli occhi al cielo: la Rocca è lì che ci aspetta. Gambe in spalla e via su per il sentiero che conduce sulla cima della rupe che sovrasta Cefalù. La passeggiata è per la maggior parte all’ombra di una rigogliosa vegetazione mediterranea, ma è tutta in salita. Dura circa mezz’oretta, ed è consigliabile indossare delle scarpe adeguate, io che ero in sandali sono ridiscesa scalza in quanto continuavo a scivolare ogni tre gradini, non è stato piacevole. Certamente la vista di Cefalù e della costa sottostante che si gode affacciandosi dalle antica mura della Rocca, ripaga ampiamente della fatica per salirvi. In cima all’altopiano vi è anche un’area picnic, poco oltre sono visitabili i resti del tempio di Diana, una costruzione megalitica del IX secolo a.C. e i resti di un castello medioevale. Non vi è però un ristoro, quindi è necessario portarsi cibo ed acqua se si desidera consumare una merenda al sacco.

Ridiscesi a valle abbiamo salutato questo primo giorno siciliano godendoci un tramonto infuocato dalla spiaggetta di porta Pescara: attorniata dal mare calmo della sera, Cefalù si è tinta di arancio del sole che veloce si inabissava all’orizzonte.

2 Giorno: Mondello e la Palermo dello shopping e del divertimento

Di nuovo on the road a bordo della nostra Sedici, in direzione del capoluogo siciliano. Decidiamo però di goderci la litoranea, imbocchiamo quindi la SS113 e, tra curve e scorci di mare cristallino, oltrepassiamo villette e paesini. Sostiamo a Trabia, patria dello spaghetto, ad Altavilla Milicia, dove visitiamo il santuario il cui sagrato è una bella terrazza con vista sul litorale, da Capo Zafferano alla Rocca di Cefalù.

Siamo però in anticipo sulla nostra tabella di marcia, il sole è caldo come se fosse estate, decidiamo quindi per un pranzo sulla spiaggia, Mondello è a 10 minuti di macchina da Palermo, non a caso è considerata la spiaggia della città. Appena arrivati a destinazione rimango a bocca aperta: il mare è così trasparente da non aver nulla ad invidiare ai Caraibi. Il Charleston, il famoso stabilimento balneare visto tante volte alla tv, se pur imponente, non guasta il panorama, piuttosto lo impreziosisce, così maestoso sulla sua palafitta sul mare. Non a caso è definito una delle opere architettoniche in Art Nouveau più belle d’Europa. Senza indugiare infiliamo il costume e ci tuffiamo in acqua: sarà il sapore dell’ultimo bagno della stagione, ma questo è senza dubbio uno dei bagni più belli che abbia mai fatto. Per pranzo raggiungiamo il centro del paesino e troviamo, nella piazzetta principale che si affaccia sul porticciolo, diversi bar ristoranti e rosticcerie, approfittiamo dunque delle leccornie locali: arancini e panino con la milza sono stati il nostro “leggero spuntino” di mezzogiorno.

Pancia piena, (e stomaco affaticato) ritorniamo sui nostri passi: menomale che c’è la nostra Sedici che ci porta a destinazione! Tutti a bordo ed ecco, dopo una manciata di chilometri, Palermo!

È sabato pomeriggio e iniziamo l’esplorazione della città dalle vie della movida e dello shopping. Percorriamo via Libertà, ammiriamo i due maestosi teatri Politeama e Massimo, ci soffermiamo in Piazza Pretoria dove mi perdo a fotografare, da ogni angolazione possibile, la fontana di Francesco Camilliani: è davvero un’opera meravigliosa! Poco oltre arriviamo ai Quattro Canti, la piazza ottagonale che rappresenta il centro della città: i quattro edifici che si affacciano sull’incrocio sono decorati con fontane e statue rappresentanti i quattro fiumi di Palermo, le quattro stagioni, le quattro sante patrone, e i quattro re spagnoli. Mi rendo conto che questo sia uno dei crocevia più importanti della città, ma questa piazza è talmente bella e di interesse storico e artistico, che spiace vederla così trafficata, sarebbe bello potervi passeggiare come isola pedonale.

Si è fatta ora di sera, passiamo per la Vucciria, quartiere famoso per lo storico mercato, che i venditori stanno già sbaraccando. Troviamo invece ancora in piena attività gli “stigghiulari”, le bancarelle che cuociono la carne alla brace. L’aria è piena di fumo odoroso di carne abbrustolita. Il marito io-assaggio-tutto non si lascia sfuggire l’occasione di farsi arrostire alla griglia la stigghiola (piatto non adatto ai vegetariani). Dopo un pranzo di arancini e milza, è riuscito a prendersi un aperitivo a base di budella di agnello: si è aggiudicato di diritto il distintivo di marito-stomaco-di-ferro.

Concludiamo questa lunga e bella giornata con un (necessario) digestivo seduti in uno dei tanti pub di via Spinuzza, nel cuore della movida palermitana.

3 Giorno: Palermo monumentale e Monreale

È l’ultimo giorno in Sicilia e già sento la malinconia della partenza. La mattina la dedichiamo alla Palermo monumentale: a bordo della Sedici ci spingiamo sino alla Cattedrale che, con il suo armonico intrecciarsi di stili, è testimonianza della storia millenaria di Palermo.

Guidiamo poi sino al Palazzo dei Normanni, oggi sede del Parlamento Siciliano, ed entriamo all’interno di San Giovanni degli Eremiti che, con le sue caratteristiche cupole rosse, è diventata uno dei simboli della città. Mentre passeggiamo nel chiostro indecisi se ci troviamo nel cuore di Palermo piuttosto che di Damasco, notiamo che il campanile della adiacente Parrocchia di San Giuseppe di Cafasso svetta proprio a fianco delle cupole. Per caso scopriamo che è possibile, con un ticket di 2 €, salire proprio sulla cima del campanile e godere di una vista mozzafiato, non solo sulle cupole di San Giovanni degli Eremiti, ma sui tetti di Palermo! Per altro, essendo domenica, arriviamo mentre si sta officiando la Santa Messa e la funzione è così coinvolgente tra canti e balli dei bimbi che affollano la chiesa, che anche noi ci fermiamo alla celebrazione, rapiti dall’allegra atmosfera di preghiera.

Ultima tappa di questa splendida tre giorni, Monreale. Arriviamo per l’ora di pranzo e facciamo giusto in tempo a visitare la Cattedrale e il suo Chiostro prima della chiusura per il pranzo. Il chiostro è totalmente intagliato: ogni colonna, ogni capitello ha diversi ornamenti, mosaici, raffigurazioni. Ma ciò che ci lascia senza fiato è la Cattedrale. Rimaniamo increduli davanti a tanta magnificenza. L’interno è talmente ampio che si rimane quasi disorientati, l’abside, le pareti e le colonne del Duomo sono completamente rivestiti da mosaici in oro. Certamente ciò che ci si prospetta dinnanzi è all’altezza della fama che lo precede.

Sulla terrazza appena fuori il Duomo, con la splendida vista del golfo di Palermo ai nostri piedi, si conclude così anche questo itinerario Siciliano a bordo di Fiat Sedici. Ci rivediamo tra un mese, per il settimo e ultimo itinerario: dal profondo sud ci spostiamo all’estremo nord, Dolomiti, arriviamo!

Note e Consigli Utili

· Consigliata la visita alla mostra di Arte Ceramica all’interno di Palazzo Trabia.

· Mi sento di consigliare l’hotel che abbiamo scelto a Cefalù (110 € con colazione, certamente caro per essere ottobre, ma molto bello e con posizione ottimale, un gioiellino… dopo l’ultima esperienza a Siena non ho voluto rischiare).

· Visita alla Rocca richiede scarpe del tennis. La salita dura circa 30 minuti e non sono presenti ristori sulla cima, se lo si ritiene opportuno occorre quindi avere con se cibo e acqua.

· L’ingresso all’interno di San Giovanni degli Eremiti, che comprende anche la visita al chiostro, costa 8 €. Esiste tuttavia la possibilità di acquistare, per 12 €, un biglietto unico cumulativo che comprende anche l’ingresso al chiostro di Monreale ed a Zisa-Cuba.

· Ho notato che per Palermo girano degli autobus turistici, costano 25 € a testa ed effettuano un giro circolare fermandosi in più punti della città. Si ha diritto di salire su qualsiasi corsa all’interno della giornata. Ne passa una ogni 45 minuti, ciò significa che si ha il tempo di scendere nei punti di maggiore interesse, visitarli, e proseguire il tour con la corsa successiva.

Curiosità

· Lo stabilimento balneare Charleston di Mondello venne progettato dall’architetto Rudolf Stualker, che disegnò un’ampia piattaforma su piloni immersi nell’acqua. Il lavoro era stato originariamente pensato per la città di Ostenda, in Belgio, ma venne spostato a Mondello a causa della maggior bellezza del paesaggio di quest’ultimo.

· A Palermo, piazza Pretoria è conosciuta anche come “Piazza della Vergogna” per via della nudità dei soggetti immortalati dalle sculture della fontana di Camilliani.

· Vuccirìa in siciliano significa “Confusione”. Si riferisce alla confusione delle voci che si accavallano e delle grida dei venditori, che di fatto è ciò che maggiormente caratterizza questo mercato.

· La stigghiola è un tipico piatto della cucina palermitana. È un piatto di cucina povera, preparato per strada, alla brace, dallo stigghiularu. Consiste di budella di agnello infilzate in uno spiedino o arrotolate attorno a un porro e cucinate direttamente sulla brace.

· Passeggiando per via Libertà si fanno largo singolari edicole in stile quasi orientaleggiante dette “Il Chiosco Ribaudo”.



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