Expo: vieni a fare il giro del mondo!

Guida pratica con le cose da sapere, da fare, da vedere
Marina1983, 20 Mag 2015
expo: vieni a fare il giro del mondo!
Se frequentate il sito di Turisti per Caso abbiamo ragione di credere che viaggiare vi piaccia. Che poi lo facciate spesso o più raramente, da soli o in gruppo, a decine di migliaia di km o dietro casa, il dato di fatto non cambia! Ecco, se viaggiare vi piace, fidatevi di noi: un giro all’Expo di Milano dovreste proprio farlo. Perchè al di là di tutto l’evento è davvero una bella occasione per fare il giro del mondo, letteralmente. Incontrare persone di tutti i paesi, assaggiare i sapori di tutte le cucine, apprezzare l’accostamento di sensibilità estetiche lontane, sentire parlare lingue diverse che si sovrappongono… E soprattutto capire come ciascuna cultura abbia interpretato il tema comune nel modo che gli è proprio. Cosa significa “nutrire il pianeta” per i cinesi, per gli americani, per gli svizzeri, per noi italiani?

Le informazioni on line per pianificare la vostra visita abbondano, proviamo a darvi qualche dritta in più testata sul campo

4 cose da fare prima e durante la visita

1. Arrivate già con i biglietti, preferibilmente all’apertura. Ci sono molte sportelli in biglietteria, ma c’è anche molta gente. Presentarsi alle 9.30 ai tornelli con il proprio biglietto già in mano recupera tempo prezioso. Lungo il perimetro degli spazi espositivi ci sono ingressi diversi (a ovest Triulza e Fiorenza, sbocchi naturali per chi arriva in metropolitana o in treno alla stazione di Rho Fiera, a sud Merlata e a est Roserio). L’accesso prevede il passaggio dal metal detector come in aeroporto, il che inevitabilmente crea coda. Consiglio: siate snelli, uno zainetto e via.

2. Vestitevi comodi! Camminerete senza esagerare per diversi chilometri, passerete molto tempo in piedi, sia in fila per accedere ai padiglioni che all’interno per visitarli. Scarpe che non vi facciano rimpiangere di avere i piedi e abbigliamento a strati per resistere a tutte le temperature (soprattutto se arrivate al mattino e restate fino alla chiusura, alle 23). Comportatevi come se steste andando in gita in un posto grande e all’aria aperta. Se è prevista pioggia portate ombrellino o keyway, perché è vero che i padiglioni sono quasi sempre ambienti chiusi e la via principale di scorrimento -il Decumano- è per lo più coperta, ma per la legge di Murphy vi troverete di sicuro al centro della Collina Mediterranea al momento dello scroscio. Se il cielo è limpido, crema solare e cappellino, per quando starete fermi in fila sotto al sole.

3. Non si può vedere Expo in un giorno: parliamo di oltre un milione di metri quadri di superficie, più di 90 padiglioni! Realisticamente in una giornata riuscirete ad avere una visione d’insieme e a entrare in 4 o 5 padiglioni. Se potete quindi state almeno un weekend e in ogni caso non arrivate impreparati! Avete presente quando prenotate un albergo da qualche parte nel mondo e studiate su Google Maps dove si trova rispetto al centro città e quali fermate della metro ci sono nei paraggi? Bene, scaricate la mappa di Expo e studiatela con la stessa cura, capite dove si trovano i padiglioni che vi interessano e date loro la precedenza all’apertura (soprattutto se sono molto gettonati e a rischio lunghe code, come il Giappone, il Brasile, l’Azerbaijan). Non fatevi prendere dalla frustrazione di voler fare troppo, passeggiate e scegliete dove vale la pena per voi soffermarvi.

4. Siate ricettivi e cercate di capire il senso di quello che vedete. Il colpo d’occhio non è quasi mai sufficiente a recepire il messaggio che c’è dietro a ciascun padiglione, tutto è molto più complesso e interessante di quanto sembri superficialmente. Le scelte architettoniche, gli allestimenti, il linguaggio, la grafica, concorrono a costruire il senso della partecipazione di ciascun paese rispetto al tema da interpretare! Non siate pigri, quindi: leggete le spiegazioni che trovate lungo i percorsi, ascoltate i messaggi filodiffusi, partecipate dei momenti interattivi. E non siate timidi! Chiedete alle hostess, fatevi raccontare, confrontatevi con gli altri visitatori. Se andate in gruppo vi consigliamo di contattare la guida che ha accompagnato noi, si chiama Leonardo Catalano, è uno storico dell’arte, sa tutto di esposizioni universali e racconta con un entusiasmo contagioso (su twitter @iviaggidautore).

4 cose utili da sapere

1. Impatto smartphone! Tutto lo spazio di Expo è coperto da una buona rete wifi gratuita. È sufficiente fare un login al primo collegamento per navigare (quasi) indisturbati senza limiti. Condividete a ruota libera foto e impressioni della vostra visita in tempo reale, se volete essere super social oltre all’hashtag #expo2015 sappiate che ciascun padiglione ha un proprio hashtag di riferimento formato di solito dalla crasi tra la sigla del paese e la parola “pavilion” (alcuni esempi: #azerpavilion #ukpavilion #japanpavilion, avete capito…). Usandoli contribuirete a intercettare e arricchire tutte queste narrazioni, renendo felici i curatori di ciascun progetto! Spesso ciascun padiglione ha anche delle app che potete scaricare gratuitamente su iTunes o Google Play per arricchire ulteriormente l’esperienza.

2. Le strutture dei servizi, dette stecche, sono frequenti e organizzate. Bagni e fasciatoi, parafarmacie, posti di polizia, bar e negozi. Ma anche colonnine di acqua gratuita e punti di ricarica per i vostri cellulari o tablet (nei locali di CIR food ci sono addirittura delle colonnine a cassaforte già provviste di cavetti, dove potete lasciare il dispositivo a ricaricare in custodia mentre pranzate o cenate!). Troverete aree relax dappertutto, dalle panchine alle sdraio, ai pallet coperti da cuscini… noi consigliamo il prato accanto al padiglione di Israele dove è possibile anche fare un vero e proprio pic nic con tanto di cestino! La Repubblica Ceca invece fa vanto di una bella piscina. Ecco, se soffrite di allergia sappiate che spesso si è immersi letteralmente nel verde.

3. Calcolate con razionalità gli spostamenti. L’area espositiva si sviluppa su una lunga direttrice, il Decumano, intersecata a una più corta ortogonale, il Cardo. Andare continuamente avanti e indietro può diventare una prova da maratoneti, pianificate quindi la vostra visita in base alle distanze, magari andando subito agli antipodi dell’ingresso per riavvicinarvi durante la giornata ai cancelli da cui uscirete (stanchi). Ogni 5 minuti però c’è una navetta gratuita che circumnaviga la fiera lungo il perimetro esterno, facendo tante fermate intermedie. Usatela se volete andare comodamente da una parte all’altra. Le code fuori dai padiglioni solitamente indicano i tempi di attesa, sappiate che sono verosimili: 40 minuti saranno effettivamente 40 minuti.

4. Esiste la possibilità di fare un biglietto speciale per gli accessi serali, al costo di 5 euro valido dalle 19 fino alla chiusura. L’atmosfera generale diventa particolarmente affascinante con il calar del sole, quando i padiglioni si illuminano, l’Albero della Vita si attiva e i ritmi generali rallentano. Se abitate a Milano, o siete di passaggio, prendete in considerazione l’idea di fare un giro per l’ora di cena: non è vero che i prezzi dei ristoranti sono proibitivi, ci sono molte soluzioni (come il fast food giapponese, o il ristorante cileno) con ottimi rapporti qualità-prezzo. Il calendario è sempre fitto di appuntamenti che potete ascoltare annunciati dagli altoparlanti, o consultando il sito ufficiale. Con così tanti paesi coinvolti, praticamente ogni giorno c’è qualche ricorrenza nazionale da festeggiare, che viene ben celebrata. La parata di Foody con le altre mascotte è un appuntamento quotidiano (alle 11.30 e alle 16).

4 cose da vedere

1. Lo spettacolo del Cirque du Soleil ALLAVITA! Realizzato apposta per Expo merita di essere visto, sia per l’abilità sorprendente degli artisti/atleti della compagnia, che per il modo allegorico davvero suggestivo con cui hanno interpretato il tema “Nutrire il pianeta”. Si tiene dal mercoledì alla domenica tutte le sere fino ad agosto, ma richiede un biglietto a parte con prezzi che variano in base al settore. I posti non sono assegnati, all’interno di ciascun settore chi prima arriva meglio alloggia (ricordatevelo se viaggiate in gruppo e vi piacerebbe sedere vicini). L’Open Air Theatre è completamente scoperto per cui in caso di pioggia lo spettacolo potrebbe saltare.

2. L’Albero della Vita, un albero di legno e acciaio alto 37 metri, collocato su un lato del Cardo. Difficile non vederlo, insieme a Padiglione Italia è il simbolo di questa esposizione universale. Durante il giorno si ripetono ciclicamente i suoi spettacoli, fatti di zampilli d’acqua, musica, bolle di sapone, giochi di luci e laser, particolarmente efficaci di sera. Piace molto ai bambini, soprattutto perché è circondato da sedie-trottola dove è molto divertente fermarsi a dondolare.

3. La quasi totalità dei padiglioni è reversibile, ovvero destinata a essere smontata completamente a fine esposizione, con l’eccezione probabilmente di Padiglione Italia. Sicuramente questo non vale per la Cascina Triulza, una struttura che si trovava già lì dove sta ben prima che iniziassero i lavori di allestimento! Si tratta di una costruzione rurale originale, ristrutturata per l’occasione e resa sede degli espositori della società civile. È un pezzo vero di patrimonio storico, architettonico e ambientale lombardo e italiano, testimonianza delle nostre origini contadine. Il modo armonico con cui questa cascina d’epoca è stata rimessa a nuovo e inclusa nell’urbanistica generale è proprio da vedere.

4. I lati dei padiglioni di Stati Uniti e Israele presentano entrambi due enormi facciate vive, interamente ricoperte di piante che nel corso dei mesi muteranno con le stagioni. Nel caso degli Stati Uniti un vero e proprio orto verticale, composto da pannelli altissimi pieni di piante in vaso irrigate a goccia, da cui si ottengono col passare del tempo fiori e frutti. Nel caso di Israele, paese che per necessità a un certo punto ha saputo “coltivare il deserto”, una parete di 70 metri adorna di piante rigogliose. Andate a vedere da vicino questi due esempi di ingegneria agricola: per gli Stati Uniti entrando nel padiglione e salendo sul terrazzo, per Israele sedendo nell’area relax adiacente.

4 padiglioni consigliati da Turisti per Caso

1. La Svizzera sorprende con un’idea di grande impatto: il padiglione è composto da 4 alte torri di tre piani ciascuna, fatte di scaffali interamente riempiti da 4 prodotti di cui la Svizzera è produttrice (mele, caffè, acqua e sale). Tutto gratis! Ciascun visitatore può prendere tutto quel che vuole, sapendo però che quel che è preso, è preso. E nessuno andrà a riempire di nuovo gli scaffali una volta vuoti. Gli svizzeri hanno fatto una stima dei visitatori previsti passare da Expo fino ad ottobre e hanno impilato tanti prodotti quanti bastano a soddisfare tutti… ma di fatto la torre delle mele a fine maggio è già mezza saccheggiata. Resterà qualcosa a ottobre? Una metafora efficace della redistribuzione delle risorse nel mondo, sostanzialmente iniqua. E un forte monito sul fatto che le risorse prima o poi si esauriscono. Chi pensa al domani? Cosa lasciamo alle generazioni che vengono dopo di noi?

2. L’atmosfera del padiglione del Giappone è quella che potreste vivere dentro un film di Myazaki. I valori di coesione e armonia della cultura giapponese si esprimono attraverso un percorso onirico, fatto di istallazioni artistiche e ologrammi, fino a concludersi con lo strambo e giapponesissimo ristorante del futuro: un momento di show che ci ricorda quanto dobbiamo sentirci riconoscenti verso la natura, ma anche verso le persone che preparano il cibo per noi. Da segnalare soprattutto lo spazio ristorante: accanto al blasonato ristorante stellato che costa (meritatamente) cifre da capogiro, ci sono anche 4 ottimi fast food dove è possibile provare diversi menu giapponesi autentici e accessibili, imparando finalmente come si maneggiano le bacchette.

3. Il Brasile ha deciso di accogliere i suoi visitatori con uno spazio aperto che invitasse al gioco: per entrare nel padiglione bisogna attraversare una grande rete interattiva sospesa che sovrasta un’area detta green gallery, piena di piante, fiori e frutti. Avete mai provato l’albering? Una cosa del genere. La rete ha dei sensori che rilevano i movimenti di chi è intento a attraversarla, modificando i suoni e le luci circostanti. Tutti sanno che il Brasile ha un’attività agricola prospera e rinomata, pochi sanno che investe anche moltissimo in ricerca e in sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative. La rete è un modo divertente per raccontare questo, probabilmente il padiglione con la coda più lunga di Expo!

4. Il Regno Unito celebra l’importanza dell’impollinazione nella catena alimentare creando un padiglione che di fatto è un gigantesco alveare di alluminio. Il visitatore deve attraversare un labirinto giardino strutturato per simulare il percorso che fanno le api tra i fiori, fino a raggiungere l’alveare, una struttura imponente ma molto leggera, connessa con un vero alveare di Nottingham! Quando le api a Nottingham si muovono, il techno alveare di Milano emette delle pulsazioni, delle luci, delle vibrazioni. Provate a posizionarvi nel suo centro e a parlare, avrete una sorpresa…

E poi?

L’Azerbaijan partecipa per la prima volta a un’esposizione universale e racconta la sua storia con passione; il percorso nel padiglione tedesco è completamente interattivo e si conclude con un bel concerto acustico; il Cile incuriosisce con una “bottega” di prodotti locali da provare (dal chimichurri allo sciroppo di ibiscus); la Corea convince con un padiglione avveniristico contro lo spreco; il padiglione del Nepal fatto di colonne in legno intagliate a mano da artigiani nepalesi dopo il terremoto è stato portato a termine dagli operai degli altri padiglioni… e via dicendo… Se siete appassionati di architettura riconoscerete la mano di molte archistar, ad esempio il padiglione Vanke ricoperto da 9.000 piastrelle in titanio e lamina d’oro, progettato da Daniel Libeskind. Se andate con i bambini al seguito, invece, leggete la guida di Milly del blog Bimbi e Viaggi che vi parla del Children Park e del padiglione Alitalia. Infine, già che ci siete, (ri)scoprite anche Milano-città con la nostra super guida a cura di Marina Citterio.

In tutto ciò, dov’è che si mangia meglio? Questo ditecelo voi.



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