Impressioni di una mosca bianca

Classico Circuito Storico
Scritto da: paolatriaca
impressioni di una mosca bianca
Partenza il: 29/10/2010
Ritorno il: 15/11/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Attraverso il vetro impolverato del finestrino scorrono i fotogrammi di un fazzoletto di Africa che in 18 giorni di viaggio ho imparato a riconoscere, a codificare, ad apprezzare… ad amare… …mi sforzo e cerco di spiegare l’inspiegabile… Il primo contatto con l’Etiopia era previsto… una capitale africana come tante, un mercato riconoscibile agli occhi di un viaggiatore: merce varia esposta in un ordine apparentemente confuso, frutta e verdura posizionata in un rigore maniacale con un alternarsi di allegri ed intensi colori, mendicanti, commercianti, artigiani… tutti cercano di attirare l’attenzione dei possibili acquirenti con la speranza che un bianco, presenza rara, trovi interessante la propria merce così da assicurare guadagni speciali. Mi piace immaginare il pensiero di questi “negozianti”: da lontano individuano le “mosche bianche”, cercano di indovinare il percorso sperando che la traiettoria scelta preveda il passaggio davanti alla propria bancarella, cercano di interpretare gli interessi, le intenzioni, sistemano le loro merci per renderle sufficientemente allettanti all’occhio esigente dello straniero… e quando, davanti alla propria mercanzia, si manifesta un qualsiasi tipo di interesse… l’aspettativa del guadagno cresce e se, dopo una contrattazione più o meno pressante, finalmente scatta l’accordo, la soddisfazione è reciproca…

E’ incomprensibile: due mondi che nemmeno possono sperare di capirsi riescono a trovare un accordo che soddisfa entrambi!!!!

Ho percorso il classico circuito storico in senso orario immergendomi nella secolare tradizione religiosa, templi ricchi di tradizione e di fascino abbarbicati in cima a percorsi impervi, di difficile accesso, immersi nel verde di una ricca vegetazione in parte lacustre e in parte montana… le icone che decorano le pareti delle sacre costruzioni esprimono la religiosità di un popolo semplice che con dipinti colorati ed esplicativi tramanda il proprio credo… diffondendo la certezza di un Dio che ascolta….

La passeggiata nel parco dei Monti Simien toglie il fiato e lo spettacolo offerto dalla natura è talmente perfetto che ogni descrizione toglie fascino a un angolo di Etiopia inimmaginabile…

Axum… la città dell’Arca dell’Alleanza o meglio viene raccontato che all’interno di una cappella inavvicinabile viene conservata l’Arca dell’alleanza che Mosè portò con sé dal Monte Sinai, protetta dagli occhi curiosi del mondo intero, custodita da un sacerdote che per sempre, in vita e dopo morte, non potrà allontanarsi nemmeno abdicando dal suo incarico.

Lalibela paesino a oltre 2500 m slm dove una serie di templi sono stati plasmati dalla pietra regalando all’umanità una vera meraviglia… la pietra è stata scavata, sagomata, forgiata e prende vita durante i frequenti e partecipati riti solenni della forma più antica e austera del cristianesimo.

Harar… città musulmana, città di commercianti scelta dal poeta francese Rimbaud come luogo per una vita da ribelle. Le mura racchiudono la città fortificata, un brulicare di stretti vicoli ricchi di attività artigianali.

In breve descrivo il percorso fatto:

29/10/2010 partenza dall’Italia, arrivo e pernotto ad Addis Abeba (Imperial hotel – vicino all’aereoporto. Grande albergo pulito e con acqua calda)

30/10/2010 visita della capitale: mercato, museo etnografico, museo nazionale (Lucy), cattedrale della Santissima Trinità. Pernotto e cena all’Imperial hotel

31/10/2010 trasferimento a Bahir Dar e pernotto al Dib Anbessa Hotel.

01/11/2010 Di prima mattina visita alle cascate del Nilo Azzurro con passaggio sul ponte costruito dai portoghesi. Lungo il percorso un numero imprecisato di bambini si offrono per facilitare il piccolo trekking, per vendere cestini, teli, tovaglie, sciamboco (strumento musicale tipo flauto). Nel pomeriggio navigazione sul lago Tana e visita di alcuni monasteri: Ura Fidane Meret, Beta Giorgis e Beta Maryam, Azuwa Maryam. Cena scarsa al Wude Coffee… i piatti tipici etiopi non rispecchiano i nostri gusti…

02/11/2010 breve trasferimento a Gondar. Prima dell’ottimo pranzo con sandwich al Sky Line Cafè visitiamo la Chiesa di Debre Berhan Selassie e il complesso di Kuskuam dell’imperatrice Mentewab. Nel pomeriggio ci dedichiamo con giuda locale parlante in inglese alla cittadella imperiale e ai bagni di Fasiladas. Cena con ottima pizza al Quara hotel. Pernottiamo alla Genetics Guesthouse: le camere e i bagni sono puliti ma l’acqua calda non c’è sempre e viene aperta solo in alcune ore della giornata. Visitiamo un’associazione a cui lasciamo vestiti per bambini. Raccomando a tutti quelli che visiteranno in futuro l’Etiopia di trovare uno spazio nel proprio bagaglio per portare vestiti per adulti e bambini… la gente è spessissimo vestita di niente….

03/11/2010 trasferimento a Debark, piccolo paesino comodo per la visita del Parco Nazionale dei Monti Simien che vediamo nel pomeriggio. Pernottiamo al Simien Parck Hotel: camere piccole senza bagno, struttura scomoda e poco pulita… cena in un ristorante del paesino…

04/11/2010 trasferimento verso Axum con pernotto e cena in un ottimo hotel con vista diretta sul parco delle Steli (Yeha Hotel)

05/11/2010 visita della città di Axum: parco delle Steli, chiesa di Santa Maria di Zion (la struttura antica è visitabile solo dagli uomini), museo. Tombe dei re Kaleb e Gebre Meskel, iscrizione di Re Ezena e bagni della regina di Saba. Lungo il trasferimento ad Adigrat sosta al monastero Debre Damo: edificio per soli uomini accessibile solo dopo un’arrampicata con corde su parete verticale. Pernotto e cena al Geza Gebreslase (ottimo special tibs: pezzettini di carne cotti all’interno di un pentolino che viene poi portato al tavolo con sotto la fiamma)

06/11/2010 trasferimento a Makelle, arrivo nel pomeriggio: pernotto previsto al Yordanos Hotel ma causa disguido non hanno riservato le camere. Lungo il viaggio visita a dalcune chiese rupestri del Tigrai: tutti i monasteri sono abbarbicati in posti difficili da raggiungere (Chirkos). Nel pomeriggio si passeggia per la città degustando un ottimo cafè al Boston Cafè & Restaurant (acquisto di un zenaxe – strumento utilizzato durante le celebrazioni liturgiche)

07/11/2010 giornata di trasferimento con passaggi a quota 3100 m, paesaggi spettacolari. Arrivo in serata a Lalibela cena e pernotto al Yemereha Hotel. Pasto non soddisfacente con menù fisso caro rispetto alla media. Hotel inferiore alle aspettative considerando anche il costo elevato rispetto ad altre strutture frequentate.

08-09/11/2010 visita di Lalibella iniziando dal sito di chiese patrimonio dell’UNESCO. Il parco richiede un’intera giornata ed è consigliabile farsi accompagnare da una guida per avere maggiori spiegazioni. È possibile uscire dal parco e rientrare: il biglietto vale 5 giorni. Da consigliare la visita al Yemrehanna Kristos chiesa bellissima ottimamente conservata e, sulla strada, Arbatu Ensessa. Pranzi e cene all’ottimo Seven Olives Hotel

10/11/2010 trasferimento a Kombolcha e fermata presso un lago con un monastero accessibile solo agli uomini. Nelle vicinanze troviamo una fabbrica di tessuti con una decina di ragazze impegnate a lavorare.

11/11/2010 trasferimento ad Awash e pernotto al Buffet d’Aouache. Struttura non molto pulita. Cena in un vicino albergo nuovissimo. Il viaggio ci permette di costeggiare l’arida Dancalia e infatti la temperatura è elevata anche 38°C

12-13/11/2010 arriviamo nella musulmana Harar e pernottiamo all’Heritage Plaza sicuramente non in grado di soddisfare le aspettative elevate. I pasti li facciamo tutti al Fresh Touch Restaurant. Con un’ottima guida (Abdul – consigliato dalla Lonely Planet) visitiamo il mercato e ci addentriamo tra gli stretti vicoli: casa di Rimbaud, Gidir Magala, chiesa Cattolica di Santa Maria, tradizionale casa Larari (Rewda Guesthouse), mercato, tradizionale pasto delle iene. Per la colazione consiglio il Central cafè, un ottimo bar nelle vicinanze della porta di Harar: con una crepè al miele la giornata inizia con il piede giusto

14/11/2010 lungo trasferimento verso la capitale e pernotto prima del rientro in Italia nell’ottimo hotel Lasource guesthouse. Cena al Backyard con ottima carne

15/11/2010 rientro in Italia

Non ho indicato i prezzi perché come spesso accede in Africa sono moooooooooolto variabili e in continuo aumento.

I monumenti, i templi, i panorami sono interessanti unici e rimangono immortalati nelle fotografie che a migliaia vengono scattate per garantire un ricordo indelebile nella memoria e per aggiungere credibilità ai racconti … ma quello che si osserva dal finestrino, percorrendo migliaia di chilometri protetti dal vetro è difficilmente fotografabile… è difficilmente raccontabile…

L’Africa che porto nel cuore… non si trova nelle fotografie dei turisti… si trova nelle menti e nelle anime dei viaggiatori curiosi…

Uomini che aspettano… aspettano che l’alba diventi tramonto… aspettano seduti su gradini impolverati… aspettano impegnati in concitati discorsi… subiscono impotenti lo scorrere delle ore… delle stagioni… degli anni… la loro vita è come quella dei loro padri e dei loro figli… forse sarà diversa da quella dei loro nipoti… ma questa opportunità non dipende solo da loro… dipende anche da noi…

Uomini che all’alba si allenano lungo lo spartitraffico di strade impolverate… si allenano a 3000 m slm… sono campioni nelle maratone… nel loro DNA è scritto che non hanno rivali… imparano presto a correre… per sopravvivere devono arrampicarsi su scoscesi pendii… i più fortunati portano questa loro abilità per il mondo guadagnandosi i più prestigiosi podi nelle competizioni internazionali….

Donne che si ammazzano di lavoro… nei campi… in quelle grotte chiamate case… lavano i panni dei loro uomini dei loro figli nei fiumi, in minuscoli catini… chiacchierando con altre donne… svagandosi… raccontandosi…

Donne che troppe volte sono gravide… e sulle spalle hanno aggrappato un piccolo bebè di pochi mesi… che ha ancora bisogno di loro ma che presto dovrà imparare a sopravvivere da solo per lasciare il posto al nuovo fratellino che occuperà di diritto il sicuro posto sulle spalle materne…

Donne che trasportano fasci di legna sulle deboli spalle… le esili gambe denutrite procedono traballanti sotto il peso della fatica… il viso deformato dallo sforzo… il corpo concentrato per trasportare l’ingombrante carico… con l’enorme peso sulla schiena queste donne appaiono anziane… vecchie con il viso scavato dall’età… ma tolto il fardello appaiono nella loro giovinezza… avranno 20 anni ma la fatica può invecchiare più del trascorrere del tempo…

Donne che si lasciano schiaffeggiare dal sole equatoriale… a 2800 m slm la pelle brucia… la cocente temperatura paralizza le menti … il lavoro nei campi è pesante… non ci sono svaghi… le altre lavoratrici sono a decine di metri… si intravedono dei piccoli puntini tra i campi terrazzati e coltivati… l’unico svago sono i pulmini dei faranji (stranieri bianchi).. Quelle mani che dietro ai vetri salutano con un sorriso… quei sorrisi così banali per chi è in vacanza danno invece conforto… l’attenzione delle mosche bianche è l’unico svago consentito…

Donne che danno vita alla nuova generazione etiope… che a 25 anni hanno già completato la loro famiglia con almeno 5/6 figli … non sono spaventate… non hanno paura delle difficoltà che i loro bimbi incontreranno… la famiglia etiope è composta da 8 persone e difficilmente si incontrano realtà meno numerose…

Donne curiose… interesse e ammirazione per il mondo sconosciuto dei bianchi … la nostra realtà supera di gran lunga la più fervente immaginazione… ma loro la immaginano scintillante splendida…

Bambini… che crescono in fretta… che camminano traballanti bordo strada… sono ovunque… sono a decine… vestiti di nulla… denutriti… senza la speranza di un futuro diverso da quello dei loro padri… ma sorridenti… sorridono… sempre….

Bambini accuditi dalle sorelline… mamme-bambine che per istinto proteggono i più piccini… li consolano quando scende il buio e la casa è ancora lontana e immersa nelle tenebre…

Bambini che lavorano nei campi sotto il sole… per giornate intere… in piccoli gruppi… tengono sempre controllata la strada e alla vista in lontananza di un pulmino di faranji iniziano la corsa: …spesso scalzi… coperti a metà… spesso solo con una sgualcita maglietta… sempre con pochi vestiti strappati…

L’uomo bianco crea curiosità… la donna dalla pelle color porcellana e dai capelli del colore del sole è strana… centinaia di sguardi puntati sulla massa di riccioli: scrutano, toccano, tirano, annusano una capigliatura strana … da guardare, da esplorare… “beautiful”… “wonderful” i complementi si sprecano… e … SONO una MOSCA BIANCA.

Come sempre, amici Turisti per Caso, vi lascio la mia mail e in caso vogliate contattarmi sarò felicissima di condividere la mia esperienza: paolatriaca@interfree.it



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