Marsa alam all’eden village blue reef

I resoconti di viaggio contenuti in questo sito mi sono stati di grande aiuto per organizzare la mia vacanza. Ora tocca a me essere d'aiuto a tutti coloro che intendano organizzare un soggiorno in questi posti, specialmente a chi voglia partire con EDEN VIAGGI, come ho fatto io. Ho cercato di non lasciare dubbi e domande senza risposta e spero di...
Scritto da: Luca Buttarelli
marsa alam all'eden village blue reef
Partenza il: 27/11/2005
Ritorno il: 04/12/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
I resoconti di viaggio contenuti in questo sito mi sono stati di grande aiuto per organizzare la mia vacanza. Ora tocca a me essere d’aiuto a tutti coloro che intendano organizzare un soggiorno in questi posti, specialmente a chi voglia partire con EDEN VIAGGI, come ho fatto io. Ho cercato di non lasciare dubbi e domande senza risposta e spero di non annoiare con i dettagli. Comunque per qualsiasi dubbio non esitate a contattarmi via e-mail il cui indirizzo si trova alla fine del racconto.

La prima giornata è cominciata alle ore 2 del mattino, ora necessaria (per noi, io e Sere) per raggiungere l’aeroporto di Bologna. Il volo era previsto per le ore 7.15. Dopo aver atteso l’apertura dei banchi e dei check-in ci siamo imbarcati su un BOEING 737-400 della compagnia “Blue Panorama Airlines”. Il volo è stato puntualissimo e tranquillissimo ed è durato circa 4 ore. Appena atterrati siamo subito stati investiti da un forte vento caldo (35 C° mentre a Bologna c’era la neve…) e siamo saliti sul bus alla volta del villaggio EDEN VILLAGE BLUE REEF, distante 20 minuti circa. Durante il tragitto abbiamo avuto modo di vedere una parte del deserto e della splendida costa del mar Rosso. Ci è stato ricordato che in Egitto vi è un ora in più rispetto all Italia, ma il villaggio adotta un ulteriore fuso orario, l’ora EDEN, che si rende necessaria per avere un ora di sole in più, tanto cara ai turisti, visto che altrimenti il sole tramonterebbe prima delle 17, alquanto seccante; preciso quindi che tutti gli orari citati nel mio racconto fanno riferimento all’ora EDEN. Al nostro arrivo siamo stati accolti dallo staff di animazione che ci ha prima offerto un cocktail di benvenuto e poi accompagnato alle nostre camere. Il villaggio si trova sulla costa e si affaccia sulla barriera corallina che si estende per circa 200 metri dalla spiaggia. Dall alto si possono vedere le varie sfumature dell acqua che progressivamente vanno dal azzurrino al blu intenso , allontanandosi dalla riva verso il mare aperto. Ci rendiamo subito conto che l’accesso al mare non è dei più semplici. Come avremo modo di vedere più tardi bisognerà camminare per 200 metri con l’acqua alle caviglie fino a raggiungere 2 bandierine rosse che delimitano l’inizio delle formazioni coralline, per poi raggiungere gli splendidi banchi di corallo, in particolare corallo blu da cui prende il nome il villaggio, (BLUE REEF, corallo blu..Nda) che sprofondano a perdita d’occhio in un abisso che di trova oltre in reef. Molti hanno detto:” se qualcuno dice di aver camminato per la prima volta fino alla barriera e di essere tornato alla spiaggia senza neanche un graffio sulle gambe o sulle caviglie, significa che non c’è mai andato veramente!!”. E posso dire che quel detto è decisamente veritiero; racconterò in seguito. Per i meno “temerari” che pero non vogliono perdere l’occasione di un bagno in mare invece c’è una specie di piscina naturale, scavata proprio a pochi metri dalla spiaggia dove l’acqua supera il metro d’altezza. Qui anche i più piccoli si possono divertire senza doversi allontanare troppo dalla spiaggia, ma trovandosi pur sempre in mare. Ma torniamo al racconto della prima giornata. Dopo aver lasciato i bagagli e dopo esserci vestiti adeguatamente con costume e ciabatte siamo andati a pranzo. Questo è organizzato a buffet e il cibo è molto vario e abbondante. C’è un area primi, un area secondi e dolci, e anche un area dove si preparano al momento grigliate di carne o il tipico pane arabo, quest ultimo particolarmente apprezzato. Dopo il pranzo invece, mossi dalla voglia di mare che ci tormentava già da qualche settimana prima della partenza ci siamo incamminati verso la barriera e dopo 200 metri ci siamo infilati le pinne e la maschera e siamo partiti in esplorazione. Subito dopo le bandierine sopra citate compaiono già i primi pesci colorati e non è raro sentirli direttamente sui piedi. Dopo altri 50 metri di acqua relativamente bassa si comincia a sprofondare e qui le varietà di pesce e di corallo si moltiplicano. Questo a mio dire è una delle parti più belle della barriera, anche rispetto ad altri luoghi proposti dal villaggio per le immersioni o le uscite snorkeling. Restando ad osservare quelle meraviglie le ore passano velocissime e quando decidiamo a malincuore di tornare a riva ci accoriamo di aver nuotato per quasi 2 ore! Come citavo prima è vero che la prima volta ci si può graffiare le gambe, ma con un po’ di pratica e soprattutto con un bel paio di scarpe da mare (indispensabili) diventerà un esperienza irrinunciabile da fare per tutta la vacanza. Ci si accorgerà ben presto che la camminata sara lunga, ma ogni giorno diventa sempre più piacevole e poi si finisce per non farci più caso. Attenzione però alle maree; quando la marea è bassa è piu faticoso mentre quando è alta si può cominciare a nuotare subito dopo le bandierine. Gli orari delle maree sono esposti tutti i giorni vicino al gazebo dei teli mare e può essere utile consultarli prima di incamminarsi. Di sera dopo la cena c’è il consueto appuntamento nel anfiteatro del villaggio dove lo staff di animazione e di organizzazione illustrano i programmi di escursioni, intrattenimento, diving, sport e la vita nel villaggio nel suo complesso. Noi pero non resistiamo fino alla fine dello show.. Le 20 ore di trambusto dalla partenza fino alla sera si fanno sentire e mentre qualcuno ha ancora abbastanza energia per organizzare una partita di beach volley notturna, noi ci ritiriamo in camera. La mattina seguente dopo la colazione rigorosamente a buffet, io e sere decidiamo andare all’ Eden Bay. L’Eden Bay è una spiaggia di proprietà del villaggio, distante pochi km che è collegata con quest ultimo da una navetta gratuita che fa la spola 2 volte la mattina e 2 volte al pomeriggio. E’ una spiaggia che permette un accesso al mare molto più agevole rispetto a quella del villaggio; il fondo completamente sabbioso permette di entrare in acqua dolcemente (tramite una specie di “corridoio” naturale ampio una cinquantina di metri) e senza dover indossare le scarpe da mare. Per chi non vuole rinunciare invece allo snorkeling ci sono splendidi banchi di corallo ai bordi di quel “corridoio” a cui accennavo prima, anche se a mio dire non competono con la barriera antistante il Blue Reef. Bisogna però prestare attenzione al corallo di Fuoco, ovunque presente in queste località; si tratta di una specie di corallo che provoca irritazioni molto fastidiose. Sull’ ampia spiaggia si trova una specie di piccolo bazar beduino, dove si possono acquistare parei, costumi, bandane, piccole sculture in legno e alcuni souvenir. Mi permetto di aggiungere che l’Eden Bay è di proprietà ed uso esclusivi del Blue Reef, e di conseguenza anche il bazar “non è li per caso”; questo per dire che per gli acquisti il margine di trattativa è minimo e si fanno magri affari, come del resto anche nei bazar che si trovano nel villaggio dove c’è una grande varietà di souvenir, spezie e tanto altro, ma con prezzi veramente pazzeschi. Consiglio vivamente di approfittare delle visite alle città vicine per compere varie, dove il margine di trattativa è molto largo e si fanno ottimi affari. Ricordare sempre: in Egitto bisogna contrattare SEMPRE E TUTTO, perchè, oltre che risparmiare un bel po’, si dialoga e si entra di più in contatto con gli abitanti del luogo, cosa indispensabile a mio parere quando si viaggia in questi paesi. Il pomeriggio lo dedichiamo al sole, al mare e allo snorkeling; fa un certo effetto, mentre nuoti, pensare che a casa tua la gente sia imbacuccata da capo a piedi con 0° C (siamo al 28 di Novembre) e tu te la spassi nell’acqua a 27° C di un mare meraviglioso come il Mar Rosso. A questo punto diventa però indispensabile farsi un idea delle escursioni previste dal villaggio in modo da organizzarle al meglio per i giorni seguenti; preciso che sono tutte a pagamento. La prima escursione proposta, la visita alla città di El Quesir (20 €), si può scegliere di farla lunedì o giovedì. Visto che siamo già di Martedì, questa escursione la programmiamo per Giovedì. Ne parlerò quindi in seguito. Nella giornata di Martedì invece si può scegliere di andare a El Shaladeen (65 €) per una visita alla città insieme al più grande mercato di cammelli dell Africa sahariana. La partenza è per le 9 del mattino e il rientro alle 21 di sera. Questa città distante 250 km circa in direzione sud si trova vicino al confine col Sudan. Qui inizia la vera e propria Africa, fatta di mercanti di cammelli, di spezie, di tessuti ecc. Provenienti da tutto il continente oltre che dalla vicina Arabia Saudita, oltre il Mar Rosso. Anche se la visita era molto interessante non vi abbiamo partecipato e pertanto mi sono tenuto alle descrizioni di chi c’è stato. Per molti è stato molto interessante. Lontano dalle località interessate dal turismo di massa, El Shaladeen offre al visitatore uno sguardo indimenticabile sulla vita, le abitudini, le tradizioni e le attività delle persone che letteralmente “vivono l’ Africa”. Ma se per i più è stata un esperienza positiva, per altri non lo è stato per niente specialmente per i più sensibili e “schizzinosi” . Si vede una grande miseria e una grande povertà, bambini che giocano nella sporcizia, bancarelle di frutta e verdura a pochi metri dalle fogne a cielo aperto, carne appesa ricoperta di mosche, e questo senza parlare della zona del mercato dei cammelli dove gli stessi vivono nel loro sterco e vengono maltrattati a suon di legnate.. Sono le 2 facce dell’Africa. Il fascino indimenticabile del deserto e del mare si contrappongono con le condizioni di vita del terzo mondo. Un altra escursione, per alcuni assolutamente irrinunciabile è la gita alla città di Luxor (90 €), programmata per il Mercoledì. Purtroppo anche a questa non abbiamo partecipato per una ragione molto semplice; distante quasi 500 km, da percorrere in pullman e per giunta con scorta armata al seguito, solo il viaggio tra andata e ritorno dura 11 ore circa mentre le ore di visita al monumenti e ai siti archeologici sono limitate a 6 al max. Io abito in prov. Di Mantova e mi sono immaginato di partire da casa mia per Roma, arrivare giusto per visitare S. Pietro, e poi tornare in giornata. A mio dire non valeva la pena. Lo farò in futuro, quando tornerò in Egitto e dedicherò parte della vacanza a visitare i siti archeologici di Luxor e perché no anche di Abu Simbel e Asswan. La visita come da programma prevede la visita alla Città dei Vivi e alla Città dei morti, rispettivamente sulle 2 sponde opposte del Nilo, la visita alla Valle dei Re e delle regine e vi è compreso anche il pranzo in un ristorante di Luxor. Un esperienza a mio dire fantastica (per gli amanti dell’avventura) e che viene proposta tutti i giorni è la gita nel deserto da fare o in cammello (cammellata nel deserto, durata 6 ore 45 €) o in Quad, quelle moto a 4 ruote che non si fermano davanti a niente (motorata nel deserto, durata 2 ore e mezza 45 €). Sia che si scelga la cammellata sia che si scelga la motorata si tratta comunque di un esperienza unica; un modo completamente nuovo di vivere il deserto: in cammello all insegna della tranquillità in un paesaggio veramente pittoresco, oppure in quad, all insegna dell’ avventura e del rombo dei motori. Per entrambe le soluzioni vi sono 3 proposte; si può scegliere se farla all’ alba, quindi molto presto tanto da vedere il sorgere del sole dal deserto, al mattino e verso sera in modo da veder tramontare il sole dietro le dune. Noi abbiamo scelto la motorata verso sera. Rispettando quindi cronologicamente la nostra tabella di marcia ora racconto la nostra avventura, visto che siamo gia a martedi e tutto combacia col filone narrativo. Indispensabili occhiali da sole e bandana che copre viso, naso e bocca. Indispensabile inoltre avere con se la consapevolezza che riempirsi letteralmente di sabbia e polvere, dai calzini fino alle mutande, “fa parte del gioco”; detto questo si può partire. Si accelera e si parte alla volta del deserto inseguendo 2 guide egiziane scatenate che non vedono l’ora di portarti sui terreni più accidentati. Si continua per una bella oretta a guidare tra polvere, sabbia, buche, salite e discese da brivido fino a quando non si giunge in una spettacolare zona pianeggiante larga parecchi km e circondata dalle cime delle montagne che all imbrunire creano ombre terrificanti. E’ il momento di assistere al tramonto del sole. Nel silenzio più totale lo si può quasi vedere mentre scompare all orizzonte, colorando il cielo con sfumature mozzafiato. Dopo una pausa di qualche minuto si riparte alla volta della seconda tappa, una sosta in un accampamento beduino dove ai “motoristi” viene offerto il tè verde oppure il tipico Carcadè, un infuso di fiori rossi di Ibis. Vi è anche la possibilità di fumare la Shisha detta anche Narghilè e di visitare la tenda di questi nomadi del deserto, facendosi anche un idea di come queste persone riescano a vivervi con le poche risorse che hanno disponibili. Ma non ci si può trattenere molto: le stelle stanno comparendo e bisogna tornare al punto di partenza alla luce dei fanali. E anche se alla fine i vestiti neri sono diventati bianchi dalla polvere è stata veramente un esperienza irrinunciabile. Nella serata di Venerdì il villaggio organizza un altra escursione estremamente interessante e indimenticabile: l’Astrotour (35 €), a cui noi parteciperemo nella medesima sera. Si parte a bordo di alcuni fuoristrada alla volta del deserto immerso nella piena oscurità per addentrarsi una ventina di km fino a raggiungere una zona lontana da qualsiasi fonte luminosa. Obbiettivo ormai noto è quello di osservare le stelle, le costellazioni e l’universo in generale da una posizione davvero privilegiata e unica.

Dopo questa panoramica sul programma escursionistico proposto dal villaggio è il momento di parlare del villaggio stesso. Situato in una zona relativamente povera di infrastrutture, l’ Eden Village si può definire come un villaggio tranquillo, consigliato specialmente a chi vuole passare una vacanza appunto tranquilla in un paesaggio (almeno per il momento) incontaminato. E’ un villaggio carino dove non manca niente. La hall è situata in un grande salone costruito gran parte in marmo bianco. Qui trova posto la reception, il telefono, un computer connesso ad internet sempre a disposizione della clientela 24 ore, e il punto di assistenza Eden dove si possono prenotare le escursioni e avere informazioni sul soggiorno, sui programmi giornalieri (fitness, animazione, bambini ecc..) e sui voli. Le camere sono situate in 3 edifici diversi e indipendenti disposti in modo apparentemente casuale ai bordi dei giardini (talvolta per andare alla propria camera dalla hall bisogna uscire da quest ultima e, in alcuni casi attraversare questi ultimi). Nei giardini si possono trovare una grande varietà di piante e fiori, attraversati da sentieri veramente carini terminanti in un ruscello artificiale solcato da alcuni ponticelli. Veniamo ora alla descrizione delle camere. Premetto subito che il Blue Reef non è un villaggio lussuoso. Bisogna togliersi dalla testa quindi porte a serratura elettronica, raffinate finiture, rubinetti in ottone,sanitari ergonomici, TV multifunzione, mobili intagliati e lavorati ad arte.. Niente di tutto ciò. Se cercate il superlusso optate per un altro villaggio, magari in altre località come Sharm. Non intendo dire che le camere siano fatiscenti; sono accoglienti ma sistemate in modo semplice e alquanto modesto. Il bagno oltre che essere piccolo è arredato al minimo manca di asciugacapelli e bidè. Le camere sono spaziose, dotate anche di un piccolo terrazzino dal quale, se si è fortunati nell assegnazione si può avere una vista piacevole o del mare o dei giardini (Nel nostro caso pero la fortuna non ci ha sorriso: siamo stati sistemati nel gruppo di camere più lontane dal corpo centrale del villaggio e il panorama dal terrazzino non dava ne sul mare ne sul deserto, ma su una siepe alta un paio di metri, alquanto fastidiosa. In compenso eravamo molto vicini alla spiaggia). La TV in camera riceve i 6 canali principali italiani e altri 3 egiziani, uno dei quali è il corrispondente arabo di MTV; musica e video in arabo; interessante… La camera è rifatta e pulita tutte le mattine e vengono cambiati anche asciugamani e salviette che vengono fatte trovare sul letto disposte in composizioni meravigliose, diverse ogni mattina ( cigni, tartarughe, cuori e perfino coccodrilli..). Il telefono è presente in camera ma sconsiglio di usarlo. Effettuare telefonate in Italia sia dalla camera che dalla reception costa circa 5 € e piu al minuto. Per comunicare io consiglio di usare l’ e-mail ( per chi ne ha la possibilità) visto che nella hall c’è un computer sempre connesso ad internet e, cosa più importante, completamente gratis; in più trovo che comunicare via e-mail sia più bello e intrigante della solita voce. Un fatto molto fastidioso, ma che non riguarda il villaggio stesso ma la zona in cui ci si trova, è la presenza continua di zanzare specialmente nelle ore notturne. Si può anche stare attenti a non lasciare aperte le porte, ma queste zanzare sono fameliche e voraci, determinate a intrufolarsi nelle camere anche attraverso la ventola di ricambio d’aria del bagno e addirittura dall impianto di aria condizionata. Diventa indispensabile quindi o richiedere tutti i giorni alla reception la disinfestazione in camera con insetticida (completamente gratuita) o mettere lo spray insetticida in valigia prima della partenza. E ora veniamo all’ animazione. Ho letto altri racconti di viaggio relativi al Blue Reef dove si scriveva che l’ animazione era impeccabile, ragazzi coinvolgenti, mai invadenti e che fanno divertire. Alcuni scrivevano perfino di un mitico capo villaggio che era il n°1. Forse avevano cambiato lo staff di animazione proprio quando siamo partiti noi (o forse avevano nostalgia di casa propria), sta di fatto che durante il nostro soggiorno gli animatori, ragazzi e ragazze comunque simpatici e non invadenti, non hanno dato il meglio di loro stessi; sembravano disorganizzati, piu impegnati negli affari loro che a intrattenere gli ospiti; sembrava quasi che non andassero d’acordo nemmeno tra di loro. Si contavano su una mano quelli che veramente facevano divertire. Il capo villaggio poi è fatto vedere solo la prima sera, dopodiché è sparito; secondo me nemmeno si era reso conto di essere sul Mar Rosso tant’è vero che era bianco come un lenzuolo e decisamente scontroso. A parte lo staff del diving che al contrario era cordiale e disponibile, l’animazione non è stata per niente all’ altezza delle mie aspettative. Mercoledì è stata una giornata che ho dedicato interamente a immersioni in profondità, una al mattino e una al pomeriggio. Il diving del villaggio organizza tutti i giorni immersioni in luoghi diversi e il personale, qualificato ed esperto è sempre pronto ad intervenire nel caso ci siano difficoltà. Nel mio caso, che ho si il brevetto Open Water ma sono principiante alle prime armi, sono stato sempre seguito da un istruttore, a mio dire con una pazienza infinita. Si ha poi la possibilità di noleggiare l’attrezzatura completa a un prezzo non eccessivo. E’ stata un esperienza fantastica. Nuotare tra quei coralli meravigliosi e tra tutti quei pesci colorati si ha l’impressione di stare in un acquario. L’ immersione del pomeriggio è stata più suggestiva in quanto si scendeva in profondità in grotte e cunicoli sottomarini decisamente spettacolari. Alla fine alcuni sub del mio gruppo, molto più esperti di me (ma sicuramente mancanti di qualcos’altro..), si sono lasciati andare a commenti non proprio piacevoli mirati a farmi pesare il fatto di essere un “pivellino” e quindi non degno di essere insieme a loro. A questi, oltre che consigliare un buon psichiatra, ribatto che tutti hanno il diritto di imparare e nessuno nasce già esperto. Questo però non mi fermerà dall’ effettuare altre immersioni in questi fondali paradisiaci nei miei prossimi viaggi. La sera stessa dopo cena e dopo il consueto show del animazione in anfiteatro io e sere abbiamo deciso di provare ad andare nell “oriental bar”, meglio conosciuto come “tenda beduina”. La tenda beduina si trova su una specie di baluardo sovrastante la spiaggia in una splendida posizione (ancor più perché si trovava a pochi metri dalla nostra camera..). Questa struttura è costruita nel tipico stile beduino con canne e frasche di palma secche, con il pavimento di sabbia e i tavolini rasoterra circondati dai tipici cuscini beduini che si articolano tra piccoli séparé di bambù il tutto alle luci soffuse delle torce. Qui si possono passare alcuni dei momenti più piacevoli e rilassanti della vita nel villaggio, sorseggiando un the beduino sulle note di musiche tipiche arabe. Non appena siamo arrivati abbiamo ordinato un carcadè, ma il mio intento era di fumare la Shisha (o narghilè), prontamente ordinata (al gusto di menta, nda) e fumata incoscientemente fino in fondo con conseguente mal di testa. La giornata di giovedì si apre all insegna del mare, sole e relax totale, almeno per il mattino. Verso le 10 abbiamo fatto un bagno di 1 ora e mezza al largo; ora la lunga camminata per arrivare al reef come scrivevo nelle prime righe non fa più paura e non ci si fa nemmeno più male perché si cominciano a imparare le vie migliori, senza mettere nemmeno un piede in fallo. Al pomeriggio invece ci iscriviamo alla gita organizzata a El Quesir, una cittadina a circa 110 km più a nord. Durante il viaggio di circa un ora la nostra guida egiziana Mohamed ci ha raccontato in breve la storia dell antico Egitto, dai faraoni fino a Cleopatra, dai Romani fino ad arrivare alla dominazione araba e ai nostri giorni. Mohamed è un ragazzo fenomenale; oltre ad essere simpatico e disponibile, conosce la lingua italiana alla perfezione e addirittura spesso usciva con battute e frasi in accento romano (fatto ancor più strano è che lui in Italia non ha mai messo piede!) Il programma prevede la visita ad una vecchia fabbrica di fosfati italiana, a una moschea, al museo egiziano del papiro (che più che un museo è un bazar di papiri) ed infine alla città, visitando i mercatini attraverso strade e stradine. La fabbrica di fosfati dove un tempo vi lavoravano molti italiani ora è nell’ abbandono più totale. Sembra quasi di entrare in una vecchia città abbandonata del Far West. Ci sono ancora i capannoni, i locali di lavoro, i locali di stoccaggio e quelli che erano la sede degli uffici amministrativi ( di questi ultimi si può notare anche l’inconfondibile stile italiano nella costruzione), ma tutti ancora cosi com erano al momento della chiusura della fabbrica. Addirittura si poteva vedere un motore diesel, che probabilmente fungeva da generatore elettrico, con ancora i segni di una riparazione mai terminata: cofanatura aperta, chiavi e bulloni ancora in terra.. Negli uffici, che sono gli unici locali ai quali si può accedere, si trovano ancora i faldoni di documenti originali, lasciati li come erano, tra la polvere e qualche sorcio (ne il governo e ne l’amministrazione locale si preoccupano minimamente nè di preservare tali locali nè di adibirli a scopi civili, sebbene siano ancora integri e in buono stato). All’ interno dello stabilimento si trova anche una chiesa usata un tempo dai lavoratori ed in seguito trasformata in chiesa ortodossa. All interno è decorata secondo lo stile appunto ortodosso, con le pareti rivestite in legno al quale sono appesi quadri di martiri e santi protettori. Dopo aver visitato l’ ex fabbrica ci siamo avviati verso la moschea, che in ogni caso avremmo potuto visitare solo dall’ esterno (possono entrare solo i mussulmani; noi possiamo solo affacciarci dal portale). A El Quesir si trovano 12 moschee e quella che abbiamo visitato noi è la più importante, sebbene si trovi in una posizione leggermente marginale rispetto alla città. Al di fuori della torre, che è lavorata e scolpita in modo impressionante, la moschea stessa è abbastanza modesta, e a parte la tappezzeria che ricopre il pavimento, l’interno è completamente privo di qualsiasi arredo. Dopo essere ripartiti, mentre stavamo raggiungendo il “museo del papiro”, Mohamed ci ha spiegato storia, regole, doveri e impegni della religione mussulmana che regola la vita nel mondo arabo. Si possono così capire molte cose sulle abitudini, sul pensiero e perfino sul modo di vestire di queste popolazioni. Il museo del papiro (sempre che si possa chiamare museo) è situato fuori città. Qui si producono i papiri secondo l’antico procedimento e si ha la possibilità di vedere l’intero ciclo, dalla pianta del papiro fino alla sua scrittura. Come dicevo prima non si tratta di un vero e proprio museo in quanto di antico non c’è niente; si possono acquistare molti papiri che sono in esposizione a qualsiasi prezzo, da quelli piccoli da 10 € a quelli che coprono mezza parete decisamente più cari. Io sconsiglio vivamente di acquistare i papiri in posti come questi: costano 3 volte di piu che nei bazar normali e in più non si puo trattare sul prezzo, cosa possibile anzi d’obbligo nei mercatini.Dopo questa breve sosta siamo ripartiti alla volta della città ma prima di cominciare a percorrere strade e stradine ci siamo fermati a un bar in riva al mare dove ci è stato offerto the, carcadè e Narghilè da fumare, tutto incluso nella spesa (nel frattempo dalla torre di una moschea vicina, l’imam cantava la preghiera della sera). Dopo aver bevuto e fumato ci siamo incamminati attraverso il mercatino tra le bancarelle di carne, pesce, frutta e verdura. Come ho avuto modo di citare all inizio, i più “schizzinosi” (ma non solo) rimangono colpiti dalle condizioni di povertà in cui versa questa gente. Carne e pesce ricoperti da mosche, fruttivendoli a 2 passi dalle fogne, case diroccate e mucchi di macerie ai lati della strada e bambini che rincorrono i turisti nella speranza di ricevere 1 € di elemosina. Ma sono cose alle quali bisogna abituarsi, del resto siamo in Africa e per giunta in uno degli stati più ricchi (figurarsi quelli più poveri!) La giornata di giovedì per chi decide di rimanere al villaggio invece è organizzata in modo diverso: giornata a tema egiziano! Gli animatori si vestono da faraoni come tutto lo staff e dagli altoparlanti risuonano melodie egiziane. Tutto questo culmina poi alla sera dove si possono affittare vestiti egiziani, cenare e successivamente sfilare in anfiteatro dove verrà premiato l’abito più bello. Per noi reduci dalla gita a El Quesir era rimasto solo lo spettacolo in anfiteatro, che poi si è rivelato alquanto deludente (gente in costume egiziano che sfilava a 4 zampe, ondeggiando e soffiando come fanno i cammelli..Voto 0! Diamine, non siamo alla corrida!) Venerdì l’abbiamo dedicata interamente al mare e al sole. Nessuna escursione e nessun immersione ( a parte snorkeling al reef); solo mare, ombrellone e tanta compagnia. La sera però abbiamo partecipato alla gita notturna nel deserto sotto le stelle, l’ Astrotour. Per quello che mi riguarda, visto e considerato che sono un accanito osservatore del cielo (quasi un astronomo), questa gita è stata la più interessante ed affascinante della vacanza. Siamo partiti dal villaggio a bordo di alcuni fuoristrada verso le ore 22 alla volta del deserto. Siamo rimasti colpiti dal modo di guidare degli egiziani; i fari di sera si usano pochissimo e quando incrociano qualche altro veicolo, li spengono addirittura, accendendo la freccia sinistra per indicare il bordo della corsia. Nel deserto poi si divertono a sorpassarsi a vicenda e ad ingaggiare tra loro piccole gare che ci hanno fatto stare col fiato sospeso in alcuni momenti. Con noi oltre alla guida c’era anche un astronoma di nome Petra che ci avrebbe fatto da “guida cosmica” mostrandoci le stelle, insegnandoci a distinguerle e raccontandoci miti e leggende legati ad esse. Petra non parlava italiano, solo inglese. A tradurre ci avrebbe pensato Lucio, la guida del villaggio ed esperto interprete. Dopo 35 minuti di viaggio e dopo esserci spinti per 20 km all interno del deserto siamo arrivati in una zona pianeggiante immersa nell oscurità totale, lontano quindi da qualsiasi fonte luminosa che potesse disturbare la vista del cielo. Non appena scesi dalle jeep molti dei presenti, rompendo il silenzio totale del deserto, si sono lasciati andare ad esclamazioni di meraviglia e stupore; sopra le nostre teste sono apparse migliaia di stelle luminosissime, molte più di quelle che si possono vedere nella più limpida notte italiana. Qui infatti l’aria secca priva di umidità e il vento creano le migliori condizioni per ammirare gli astri. Dopo un primo sguardo ci siamo seduti su alcuni tappeti e cuscini sistemati in cerchio in modo che sia possibile per tutti ammirare anche da sdraiati il cielo. Al centro sta Petra, l’astronoma e Lucio che traduceva. Il sito si trova vicino alla capanna di una famiglia beduina che, oltre che a fornire tappeti e cuscini, ci servirà in seguito anche tè e carcadè durante la seduta osservativa. Dopo una breve introduzione, Petra ha cominciato ad indicare con un puntatore laser i pianeti, le stelle e le costellazioni visibili collegandosi anche alle numerose leggende che legano specialmente Orione, Cassiopea, Perseo, Andromeda e Pegaso. Poi è la volta delle costellazioni dello Zodiaco; erano visibili i Pesci, l’ Ariete, il Toro, i Gemelli e più tardi si è reso visibile anche il Cancro. Nella seconda parte dell’ osservazione ci sono stati dati dei binocoli perche potessimo vedere, dietro istruzioni di Petra, gli oggetti del cielo profondo come ammassi stellari, ammassi globulari, nebulose e galassie, (particolarmente bella la Galassia di Andromeda). Ma il momento più emozionante è stato quando, prima di rientrare al villaggio, Petra ha invitato tutti a rimanere in silenzio assoluto per 5 minuti laciandoci ammirare quello spettacolo in un (è il caso di dirlo) silenzio assordante. Inutile dire che al termine è scoppiato un grande applauso a lei, a Lucio e a tutti i componenti della famiglia beduina che in fin dei conti ci hanno ospitato. La penultima giornata di vacanza si è aperta con una notizia inaspettata: il volo di rientro era stato ritardato di mezza giornata, alle 23,30 di domenica sera anziché alle 11 di domenica mattina. Questo ci avrebbe permesso di sfruttare pienamente anche l’ultima giornata, ma saremmo arrivati in Italia alle 2,30; per chi al mattino deve andare al lavoro è veramente dura. Alla fine però ha prevalso il desiderio di vacanza e l’ abbiamo presa con filosofia, decisi a sfruttare anche l’ultimo minuto di sole e di mare ed è inutile scrivere che questi ultimi giorni li abbiamo passati in mare, in spiaggia e in piscina. Nel villaggio ci sono 3 piscine di cui una per i piu piccoli, una grande e una riscaldata a 28 gradi. Sabato sera alcune nuvole hanno velato il cielo (le prime che abbiamo visto in una settimana) e hanno rinfrescato l’aria costringendoci a mettere le maniche lunghe.

Prima di avviarmi alla conclusione vorrei descrivere brevemente il clima che ho trovato in Egitto la prima settimana di Dicembre. I giorni sono caldi, con temperature di 30-36 gradi, ben sopportabili grazie alla pressoché assenza di umidità e si può stare tranquillamente in costume e infradito per tutto il giorno. L’acqua invece è più fresca e per un bagno al mare è meglio il pomeriggio, anche se già a mezzogiorno si può tentare. La sera invece la temperatura cala fino a 21-23 gradi e a volte possono servire le maniche lunghe. In questo periodo, come del resto durante tutto l’anno, il sole può provocare scottature e insolazioni se ci si resta a lungo; è quindi consigliabile mettere in valigia un cappellino da usare nelle escursioni e un flacone di crema solare. Purtroppo anche l’ultimo giorno è già passato e alle 21 di domenica sera siamo partiti alla volta dell’ aeroporto per il rientro. Nonostante le notizie che ci sono arrivate circa la presenza di nebbia fitta su Bologna, il volo è stato puntualissimo e alle 2,40 (tenendo conto del fuso di un ora in meno) siamo atterrati al Guglielmo Marconi e la sensazione di malinconia e sconforto che si prova quando si tocca terra è l’inconfondibile segnale che la vacanza ora è proprio finita.

Non posso che avere ricordi bellissimi di quei giorni; il filmato video che ho realizzato, i 4 rullini di foto che ho scattato e tutte le cose che mi sono portato a casa possono dimostrare che per me è stata una vacanza perfetta in tutto e per tutto. Le uniche pecche che ho riscontrato riguardavano l’animazione non proprio all’altezza delle mie aspettative (come ho già spiegato) e l’allestimento molto modesto delle camere. Ma del resto se si sceglie di andare in Egitto, la grande varietà di esperienze possibili e di luoghi fuori dagli schermi europei possono far sembrare queste mancanze decisamente irrilevanti. Se invece, oltre che alla compagnia e al posto bellissimo che abbiamo scelto (Marsa Alam appunto), aggiungo anche la cifra di 610 € che ho speso per l’intera vacanza (una cifra relativamente modesta se si tiene conto che il volo è compreso nel pacchetto e la formula è All Inclusive) posso solo dire che meglio di così non sarebbe potuto andare. Naturalmente il massimo sarebbe stato visitare più luoghi che hanno fatto la storia dell Egitto, ma per questi non basterebbe un intera vacanza ad essi dedicata: tutto l’Egitto, dal Cairo a Tebe, da Asswan ad Abu simbel passando per l’immancabile Luxor è un concentrato di storia antica interessante ed affascinante che non aspetta altro che qualcuno prenda un aereo e parta alla sua scoperta.

Come ho scritto all inizio ho cercato di non trascurare nulla che possa essere piu o meno importante o che possa far sorgere dubbi e domande e spero inoltre di essere stato abbastanza esauriente. Ma nel caso qualcuno abbia qualche dubbio o voglia avere alcuni chiarimenti, la mia e-mail è luca.Buttarelli@virgilio.It. Non esitate a contattarmi per qualsiasi cosa. Sarò ben felice di esservi d’aiuto. Tanti saluti Luca.



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