In viaggio lungo il corso del Nilo!

Marzia e Luciano in Egitto dal Cairo a Abu Simbel, completamente self drive
Scritto da: Only
in viaggio lungo il corso del nilo!
Partenza il: 31/12/2009
Ritorno il: 10/01/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Baksheesh! Lo so, è uno strano modo per iniziare un diario, ma stavolta volevo partire da un avvertimento…in chiave molto spiritosa. Questa è la parola araba che sentirete di più, in quanto turisti: nessuno credo batte gli egiziani nella richiesta continua di mance al turista. Alla faccia dei camerieri americani e della loro percentuale minima obbligatoria. Perché ve lo dico, prima di ogni altra cosa? Perché se partirete con il cuore in pace, per così dire, riuscirete a conservare sempre il sorriso sulle labbra, a non farvi scappare la pazienza, a ringraziare il cielo (specie se viaggerete in fai da te) che esistono i bus turistici dei viaggi organizzati. Perché quelli sono visti come una manna dal cielo, e fanno da calamita per il 90% degli scocciatori. Il restante 10 sopportatelo con stoicismo, perché è un piccolo prezzo da pagare per le meraviglie che questo paese ha da offrire. Se proprio siete alle corde tirate fuori la scusa che non avete più soldi: se siete alla fine del viaggio, con le scarpe polverose, il viso sfatto e probabilmente avete addosso l’ultimo cambio pulito (che era tale almeno il giorno prima…) sortirete l’effetto voluto. Testato di persona. L’aspetto poco rassicurante del turista un po’ stravolto ha anche il suo rovescio della medaglia, cose che capitano: per esempio un poliziotto potrebbe chiedervi se volete comprare dei mitra. Anche queste sono esperienze. Prima di raccontarvi la nostra avventura, giorno per giorno, eccovi qualche consiglio generale che spero vi aiuterà a organizzare questo viaggio in fai da te.

Soldi: all’epoca del nostro viaggio il cambio euro sterlina egiziana era di1 euro contro 8 sterline egiziane. Gli euro li potete cambiare ovunque mentre non li accetta praticamente nessuno, escluso Abu Simbel. I dollari sono accettati quasi ovunque e preferiscono anzi il pagamento in questa moneta gli sleeping trains e gli hotels che dall’Italia vi avranno quotato i prezzi in questa valuta. In tutte le città più turistiche non mancano gli ATM e non abbiamo mai avuto difficoltà a prelevare con vista, mastercad e bancomat internazionale. Tranne pochissime eccezioni, nessun ristorante o hotel economico (e neanche gli sleeping trains) accetta pagamenti con carte di credito. Morale: io mi ero portata sia euro che dollari, i dollari li ho finiti gli euro li ho riportati a casa quasi tutti perché era più comodo prelevare agli ATM che cercare un cambio aperto (chiudono tutti abbastanza presto, tra le 5 e le 6 del pomeriggio in inverno).

Abiti: a gennaio la temperatura per visitare l’Egitto è l’ideale. Di giorno servono solo le magliette a maniche corte, la sera basta una felpa o un pile leggero. Una giacca da mezza stagione se si alza il vento. Anche se il sole d’inverno tramonta prima e sembra di avere meno ore a disposizione, considerate che mai, nemmeno ad Abu Simbel, avrete problemi di caldo eccessivo anche nelle ore centrali della giornata. Anzi, se viaggiate fai da te e vi muovete in pieno inverno, scegliete gli orari tra le 12 e le 14 per le visite ai siti più turistici. In quegli orari i gruppi organizzati sono quasi sempre a pranzo e può capitarvi, come è successo a noi, di trovarsi ad Abu Simbel ed essere in quattro gatti! Trasporti: i treni sono puliti e puntuali, non abbiamo mai usato i bus ma ci siamo spostati spesso con le auto. Moltissimi dei taxi citati nel racconto sono in realtà auto private che si fermano per chiederti dove vuoi andare e con le quali si contratta il prezzo. Una base di partenza che abbiamo imparato in diversi viaggi in paese mediorientali (vale per i taxi ma anche per gli acquisti nei souk): il primo prezzo richiesto è sempre un po’ più del doppio del giusto. Dividetelo per un terzo, scendete ancora un pochino e iniziate a contrattare: buon divertimento! Pasti: noi abbiamo sempre mangiato nei ristoranti economici, con una spesa media intorno ai 5 euro a testa, bevande comprese. Qualche volta, specie al Cairo, ci siamo avvicinati ai 10 euro, ma è avvenuto raramente. I ristoranti economici segnati nel diario seguendo scrupolosamente la Lonley Planet sono tutti consigliati: molti di questa categoria comprendono un menù fisso con due e tre contorni, una zuppa e due o tre piatti principali tra cui scegliere. Spesso non hanno menù scritto e la scelta vi verrà data a voce. Tra i piatti più diffusi in questa categoria ci sono il pesce fritto, la kofta (carne macinata con l’aggiunta di spezie abbastanza delicate, servita come polpetta o hamburgher), lo shwarma (carne a listarelli, spesso mischiata a cipolle o altre verdure) e il kebab (spiedini di carne di vario tipo, comunque sempre carne alla griglia).Oltre a questi piatti, cucinati con carne di manzo, si trova spesso il pollo, allo spiedo o grigliato. E il cibo cucinato nella tajine, le tipiche pentole in terracotta proprie anche di altri paesi nord africani. Patatine fritte (spesso molto, troppo unte), insalate di pomodori e cetrioli e il riso (sempre ottimo) sono contorni abbastanza classici e spesso vengono portati senza che li richiediate (è tutto nei pochi euro del conto!). Abbiamo anche mangiato alcune volte la pizza egiziana, consigliatissima: non sembra la nostra, è più simile a quella americana ma è davvero buona. E’ una focaccia super farcita. In conclusione il cibo in Egitto mi è parso ottimo: abbiamo mangiato dappertutto, anche in un garage, e siamo sempre stati tutti benone.

Ingressi ai siti: tanto vale mettersi il cuore in pace. Se come noi soggiornerete e mangerete in strutture economiche, il 70% dei soldi spesi nella vostra vacanza andrà nel biglietto aereo e negli ingressi ai siti. Sono cari, carissimi rispetto al costo della Vita in Egitto. L’ingresso alla Piramide di Cheope, tanto per dirne una, costa come la cena in un ristorante economico per due. Se non è sfruttamento sistematico del turista questo!

1° gennaio 2010 Pernottamento: Isis Hotel (190USD il pacchetto prenotato con booking.com che prevedeva una tripla e una quadrupla con colazione per due notti+ pickup areoporto-Hotel 120 £E). Pranzo: caffè del Museo Egizio, spesa circa 7 euro a testa. Cena: Emara Hati al Gish (Sharia Falaki nr. 32). Spesa circa 10 euro a testa. Il nostro volo atterra al Cairo con mezz’ora di ritardo. Non per colpa di Alitalia, lo devo precisare, ma del tempo davvero orrido su Roma che ha comportato la chiusura di Fiumicino per più di un’ora e il conseguente ritardo di tutti i voli. Il nostro, proveniente da Bergamo, ha svolazzato sull’Umbria mezz’ora e passata prima in attesa della riapertura dell’areoporto… Data l’ora (sono quasi le 3 del mattino) sbrighiamo velocemente le pratiche dell’immigrazione nonostante gli egiziani ci mettano del loro a complicarle: facciamo la fila, poi quando siamo davanti con il nostro passaporto ci dicono che dobbiamo comprare il visto per 15 $ cadauno…se mettessero il cartello prima, magari si eviterebbero di fare due code! Non abbiamo bagagli da recuperare, tranne quelli che hanno viaggiato con noi, quindi siamo presto fuori nell’aria notturna del Cairo. Il primo contatto con la città ci mozza il respiro…per lo smog. Apprenderemo poi dal gentile personale del nostro hotel che quel giorno, come a volte capita, non ha soffiato un alito di vento sulla città e niente ha spostato la cappa di smog. Tutto, persone e cose, è avvolto da una densa nebbiolina grigia che mozza il respiro a noi tre sani e figurarsi a Luciano, che soffre un po’ d’asma. Il pick up dell’Isis Hotel ci aspetta con il suo bel cartello in bella vista con il mio nome: il traffico data l’ora è più che scorrevole e in meno di mezz’ora siamo all’Isis Hotel. Albergo economico con camerette spartane ma pulite, è stato scelto per la posizione strategica vicino al Museo Egizio, che sarebbe stata la tappa del primo giorno. Come quasi tutti gli hotels economici del Cairo (parlo di quelli decenti, recensiti bene su tripadvisor o sui siti analoghi) anche il nostro a ottobre aveva finito le doppie, ma la differenza per camere più grandi è davvero esigua. Appena mettiamo piede nella nostra tripla non resistiamo a sbirciare il panorama cittadino, visto che siamo al 15° piano, ma la nebbia impedisce di vedere alcunché. Ecco come doveva essere Londra nel diciannovesimo secolo, con le fabbriche che bruciavano carbone giorno e notte! Ma del resto, la Lonely planet avvertiva che il Cairo concorre a diventare la città più inquinata del pianeta, a me sembra che sia già sulla buona strada. Quando approdiamo nelle nostre stanze sono quasi le quattro del mattino, siamo molto cotti quindi optiamo per dormire fino alle 10 e poi fare colazione (molto comodo al riguardo il servizio dell’ISIS hotel che serve la colazione dalle 7 alle 12). La colazione è semplice ma buona:a scelta tè o caffè (potete chiedere anche il nescafè, occhio che se non lo specificate vi arriva il caffè turco), pane fresco, burro e marmellata e omelette. Appena in pista, prima di ogni altra cosa decidiamo di andare alla Memphis station a comprare i biglietti per lo sleeping train dell’indomani, visto che riservarli via Internet è stato impossibile: a dire il vero la LP dice che si possono comprare anche alla Giza station, da dove parte il treno, ma all’hotel ce l’hanno sconsigliato anche se a tutt’oggi non me ne spiego il motivo. La stazione in teoria dista 20 minuti a piedi dal nostro hotel, solo che trovarla non è così agevole, anche perché qualche volenteroso egiziano ci dà dei consigli gratuiti ma completamente sbagliati! Quando finalmente la troviamo, scopriamo che gli sleeping trains hanno una loro biglietteria, separata da quella dei treni ordinari. Prendiamo a paghiamo due cabine doppie fino a Aswan per la sera del due gennaio, a 60$ a persona (il prezzo comprende viaggio, cena e colazione). Scopriamo mentre siamo in coda che non ci sono posti liberi sui treni del 3 e 4 gennaio..per fortuna abbiamo deciso di lasciare la visita della città alla fine. Tra una cosa e l’altra é quasi l’una quando entriamo nel Museo Egizio e abbiamo la malaugurata idea di mangiare qualcosa nella caffetteria dentro il museo. Il cibo è buono, non fraintendetemi, ma dei panini costano come una cena in un ristorante egiziano..forse qualcosina di più…se potete, scegliete altrimenti. Nel museo ci vanno via parecchie ore, usciamo che è ormai l’imbrunire: è un museo molto bello anche se vasto, e se si hanno come noi circa quattro ore per visitarlo conviene decidere prima cosa vedere e cosa saltare, per non girare come forsennati. Va da sé che il Tesoro di Tutankamen è imperdibile, ma allo stesso piano ci sono molte sale di gioielli davvero impressionanti, se vi piace il genere. Curiosa anche la sala degli animali imbalsamati. È defilata e noi l’abbiamo trovata quasi vuota, segno che forse molti non la fanno, invece è molto particolare (ci sono due coccodrilli imbalsamati, tra gli altri, che fanno davvero impressione che per le loro dimensioni!) La sala delle mummie reali si paga a parte, ma non pensate neanche per un secondo di non vederla: da sola vale la visita al museo. Le macchine fotografiche non sono ammesse nella struttura, dovrete depositarle prima di entrare nella struttura principale nel guardaroba accanto alla biglietteria: noi sapendo quello avevamo deciso di lasciarle direttamente in hotel.. Usciti dalla struttura, decidiamo di fare un salto dentro l’Hilton Ramses, che è di fronte al nostro hotel, perché ci sono dei negozi che vendono articoli occidentali: ci servono un paio di cose che nel bagaglio a mano, a causa delle restrizioni dei 100 ml, non abbiamo potuto portare. C’è dentro anche un cambio che applica spese di commissioni davvero basse, e di cui si serviremo il giorno successivo. Dopo una doccia e una mezz’oretta di siesta, usciamo a cena seguendo i consigli della LP: il locale secondo la guida è specializzato in carne alla griglia e quindi non ci facciamo mancare due grilled mix (quasi tutto agnello) e due stinchi di agnello arrosto. Chiudiamo con due creme caramel davvero enormi, in cui mangiamo dentro in quattro. Mangiamo davvero bene e in tutto spendiamo circa 10 euro a persona : a noi è sembrata una fesseria, ma alla fine risulterà la cena più cara di tutta la vacanza.

2 gennaio 2010 Autista per Saqqara/Menphis/Giza: 80 USD per tutti e quattro. Camera all’Isis Hotel: 20 euro. Sleeping train dal Cairo a Aswan: 60 USD a persona. Stamattina la sveglia suona alle 7: alle 7.30 ci aspetta la colazione e alle 8 il nostro autista. Quello l’ho riservato dall’Italia tramite l’hotel, chiedendo qualcuno di serio che non ci portasse nel negozio di papiro o di alabastro dell’amico, dello zio ecc… Non passando tramite l’hotel si risparmia ancora qualcosa su una cifra che, essendo in quattro, per noi è comunque abbastanza esigua. Dovremmo liberare le stanze, ma visto che ci aspetta un lungo viaggio notturno in treno e gradiremmo fare una doccia al ritorno dalle piramidi, cerchiamo di ottenere con l’hotel di avere una stanza fino a sera. Quelle di base sono tutte occupate, ma ci offrono un’enorme camera con sette(!) letti a 20 euro che ovviamente prendiamo al volo. Visto che la biglietteria di Giza comincia a dare i biglietti per la Grande Piramide della mattina alle 7.30 e tra una cosa e l’altra arriveremmo a Giza alle 8 e trenta passate, concordiamo con il nostro autista di fare Saqqara e Memphis e poi un pranzo anticipato, in modo da essere davanti alle biglietterie di Giza per il secondo turno, quello delle 13 in punto. Funziona così: mentre l’ingresso al sito è a pagamento ma senza limiti (60 E£) e lo stesso dicasi per entrare sotto la piramide di Kefran (30£E), per entrare sotto la grande piramide vengono dati massimo 300 biglietti al giorno, 150 a partire della 7,30 e gli altri 150 a partire dalle 13. Quindi vi giro il consiglio che hanno dato a me: se volete essere certi di entrare, cercate di essere alla biglietteria della Grande Piramide (attenzione, é fila a parte accanto alle biglietterie normali!) a uno dei due orari. Costa 100 £E a testa in più, ma con il senno di poi vi dico che ne vale indubbiamente la pena…sempre che non soffriate neanche della più lieve forma di claustrofobia, è ovvio! Il sito di Saqqara, il primo del nostro tour giornaliero è molto suggestivo e rispetto al Giza di poi, quasi deserto. La piramide a gradoni, con i suoi 4600 anni, che anche a dirlo piano paiono incredibili, ci guarda con tutta la sua imponenza: non sarà bella e non sarà famosa come quelle di Giza ma ci piace da matti e, con il famoso senno di poi, la consiglio una tappa imperdibile al pari delle sorelle più giovani e più famose con annesso tigrotto. Dopo Saqqara visitiamo il museo aperto di Memphis, che conserva praticamente tutto ciò che e’ rimasto dell’antico splendore cittadino, visto che la città è praticamente stata rasa al suolo. Eppure, se avete il tempo, il piccolo sito a cielo aperto conserva un paio di stupende e sorprendenti chicche: la piccola sfinge dal volto sorridente e l’impressionante statua di Ramses II, rimasta senza gambe ma che ancora irradia una maestosità straordinaria. Terminiamo la visita che manca ancora mezz’ora a mezzogiorno, ma le 13 è per noi una dead line tassativa quindi chiediamo all’autista se conosce un buon ristorante dove rifocillarci un po’. Ovviamente lo conosce, guarda caso è vicinissimo a Giza ed è praticamente deserto, a parte qualche altro tavolino occupato da viaggiatori in solitaria: il posto è indubbiamente elegante, ma a mezzogiorno serve un menù turistico per 10 euro a persona bevande comprese di cui approfittiamo: tre o quattro insalate come ingresso, pesce freschissimo (sarà la mia scelta..delizioso!), manzo o pollo come piatto principale e un piccolo piattino di frutta. Alle 13 in punto siamo davanti alle biglietterie di Giza e non manca l’attimo di scoramento perché la fila sembra già lunga: evidentemente era più corta di come sembrava a me, perché riusciamo a prendere i nostri quattro ingressi per la piramide di Cheope, evviva! Già che ci siamo prendiamo anche l’ingresso per la seconda piramide, anche se con il senno di poi consiglio la visita solo se non riuscite a vedere la grande Piramide. Il nostro autista ci aspetta paziente per portarci tra una piramide e l’altra, ci porta nei punti panoramici a fare le foto (e a botte con gli sciami di turisti perché tutti vogliamo far la foto nel punto buono!). La giornata si chiude con la Sfinge, magnifica nella sua fierezza, e sarà che avevo letto in talmente tanti diari che è una delusione perché uno se l’aspetta più grande che me l’aspettavo….molto più piccina, e alla fine non sono delusa per niente. Anzi…provo una grandissima emozione a vederla stagliarsi così, un po’ sorniona, davanti alla Piramidi, come un leone da guardia. E’ quasi il tramonto quando rientriamo in hotel: abbiamo giusto il tempo di farci le docce a turno (un unico bagno per sette letti! Peggio che al campeggio!) fare i bagagli come si deve e prepararci al trasferimento verso sud. Lo sleeping train parte da Giza station e decidiamo di raggiungerla con la metropolitana: se non avete bagaglio pesante, è sicuramente il modo più economico per raggiungerla. Le corse sono frequenti, la metropolitana è molto pulita e il costo è davvero esiguo. Il nostro treno dovrebbe arrivare alle 20, ma alle 20.05 ancora non si vede…domandiamo un po’ di informazioni, ma sembra mezz’ora in ritardo! Presi dalla frenesia stavamo per salire su quello delle 19 che era 45 minuti in ritardo! In realtà, ironia a parte, prendere il treno sbagliato è impossibile: sui biglietti c’è scritto il numero della carrozza, quindi quando il treno di ferma bisogna fermarsi davanti alla carrozza relativa dove il cameriere a lei addetto verificherà i vostri biglietti prima di farvi salire. Le cuccette sono una piacevole sorpresa: sono a due posti, molto pulite anche se ovviamente lo spazio per le cose è abbastanza esiguo. Se decidete di prendere questi treni, lasciate a casa i trolley troppo ingombranti…a meno di non rassegnarvi a posarli sul letto e dormirci sopra. Un’oretta dopo la partenza dal Cairo ci viene servita la cena, con uno standard un pelo più elevato del normale pasto dell’aereo. Poi il cameriere ritira i vassoi, ci apre i letti (forniti di lenzuola pulite e coperte) e ci prepariamo per dormire mentre il treno viaggia verso sud.

3 gennaio 2010 Pernottamento: Keylani Hotel (29 USD la doppia con colazione). Pranzo: mac Donald (poco meno di 100£E per quattro persone) Cena: Panorama restaurant (138£E per quattro persone). Tutto sommato riposiamo bene. Lo dico così, con sorpresa, perché mi aspettavo di non chiudere occhio invece le cuccette erano comode: a conti fatti lo sleeping train è stata una piacevole sorpresa. In corsa ha recuperato il ritardo, quindi entra a Aswan che sono da poco passate le 10.30 del mattino. Visto che al Cairo abbiamo scoperto che i treni sono belli pieni, prima di uscire dalla stazione decidiamo subito di prenotare il treno di ritorno dal Luxor al Cairo dell’8 gennaio. Per toglierci il pensiero cerchiamo anche di prenotare il treno per andare da Aswan a Luxor che dovremmo prendere tra due giorni ma lì dobbiamo fare la fila con gli egiziani e non abbiamo la stessa fortuna: incapaci di rispettare una fila, si infilano da tutte le parti!! Tanto vale riderci sopra perché se ti incazzi ti rovini solo l’umore. Quando poi finalmente tocca a noi, il bigliettaio ci dice che il treno è alle 6 di sera ogni giorno e il biglietto si puo’ prendere sul treno, senza prenotare…a noi viene il sospetto che non abbia voglia di farci i biglietti e scopriremo più avanti che avremo avuto ragione ad essere malfidenti… Il nostro hotel dista venti minuti a piedi dalla stazione ma visto che è segnato sulla cartina della Lonely planet decidiamo di andare a piedi: è impossibile che sia gennaio, fa un caldo micidiale e poi gli zaini strapieni sono pesantissimi…quando volevano i tassisti, 2 euro?? Che razza di spilorci!! L’hotel è incastrato in una struttura un po’ fatiscente però la facciate tinteggiata di fresco ispira fiducia, l’interno poi è molto carino. Purtroppo le nostre camere non sono pronte tutte e due ma a noi non può importarcene di meno: in verità vorremmo partire quando prima per l’isola di Philae e chiediamo se ci procurano un autista. Detto fatto, ci viene procurato in tempo di record…Giusto il tempo di depositare gli zaini nell’unica stanza pronta, fare la pipì e pronti via…si parte. Immancabile la tappa alla Grande Diga prima di raggiungere il tempio: ma sì, carina e imponente, ma le dighe immancabilmente non suscitano il mio entusiasmo. Quando arriviamo al tempio di Iside è l’una del pomeriggio e non c’è quasi nessuno, anche i barcaroli che ci devono traghettare sono un po’ insonnoliti e sfaccendati mentre noi al contrario siamo resi implacabili dalla fame: contrattiamo fino alla morte per il passaggio in barca all’isola. Il tempio è superbo nella luce abbacinante nel sole ed è quasi nostra proprietà, i turisti sono davvero pochi e questo contribuisce a farcelo piacere tantissimo: solo mentre ce ne stiamo andando arrivano le prime barche piene di gente e ci diciamo che siamo stati davvero fortunati. Torniamo ad Aswan che sono ormai le due e mezza, ormai i nostri stomaci stanno ululando e visto che il taxi ci ha lasciato davanti al Mac Donald sulle rive del Nilo decidiamo di approfittarne, anche perché vogliamo sbrigarci in fretta. Dopo un veloce pranzo, ci lasciamo praticamente irretire dal primo che ci propone un giro in feluca (pigrizia post pranzo evidentemente): ovviamente parte da una cifra spropositata, sono le regole del gioco, ma alla fine patteggiamo per 10£E a testa per un giro fino al tramonto. Girare in feluca pigramente sulle acque del Nilo, rasentando le coste dell’isola Elefantina è magico: il fiume sembra cullarti sulle sue acque placide e il tempo sembra non avere importanza lì, mentre si ondeggia al ritmo dell’acqua. Stiamo tutti benone: chiacchieriamo e scattiamo centinaia di foto che sono ovviamente quasi tutte da buttare perché sono storte o mosse, ma va bene così. Il sole tramonta presto in inverno, ma si paga con un clima che è caldo ma mai afoso: c’è ancora tempo per un giro nei souq prima di cena, dove contrattiamo i nostri primi, irrisori acquisti. Sono molto più ariosi di quelli del Medio Oriente, ma la corte al turista è spietata. Se poi capiscono che sei italiano..hai finito di vivere…a noi scambiano per spagnoli, chissà perché, e ne approfittiamo biecamente per rispondere in spagnolo che non ci serve niente! Lo spagnolo non compra, è ancora più spilorcio dell’italiano, ci urlano dietro…ma pensa un po’ te! Per la cena torniamo lungo il Nilo, perché ad Aswan è talmente bello che ti attrae come una malia. Il ristorante pescato a caso dai numerosi consigliati dalla guida si rivelerà eccellente: per quattro euro a testa ceniamo guardando il fiume, cosa si può volere di più?

4 gennaio 2010 Pernottamento:Nefertari Hotel (75 euro la doppia con colazione). Pranzo: non pervenuto. Cena: El eskaleh (10 euro a testa). La colazione al keylani, che viene servita sulla bella terrazza coperta che guarda i tetti della città, è davvero piacevole e molto buona, con la spremuta di limone fatta al momento così come le crepes. Dopo il check out (55$ entrambe le camere per una notte, colazione compresa) ci dirigiamo a prendere il nostro volo per Abu Simbel, che parte con leggero ritardo ma tanto il volo è davvero breve… Non è pubblicizzato e si guardano bene dal dirvelo se non lo chiedete espressamente, ma sappiate che nel prezzo del biglietto è compreso il bus che vi aspetta fuori e vi porterà o al tempio o al vostro albergo (se alloggiate in uno dei due quattro stelle, il Seti Abu Simbel o al Nefertari Hotel). Il Nefertari Hotel è un quattro stelle abbastanza economico per la categoria (75 euro la doppia con colazione) ma essendo stato il primo vanta un’eccellente posizione sul Lago Nasser e a cinque minuti a piedi dall’ingresso del tempio. Anche solo per questo, è consigliatissimo. Noi facciamo un veloce check in e visto che sono già le 13 decidiamo di entrare subito nel tempio, sperando che la maggior parte dei turisti sia a pranzo. In effetti ci azzecchiamo, per un’ora e mezza almeno non c’è quasi anima viva nel tempio. Nel biglietto d’ingresso (90£E) è compresa la guida, e neanche quello ti dicono….a farcelo notare è un poliziotto che ci vede gironzolare e ci procura una guida parlante italiano che ci propinerà consigli preziosi. Anzitutto, siccome nel frattempo sono arrivati due gruppi, ci consiglia di entrare nel tempio piccolo, visto che tutti entrano prima in quello grande..di invertire il giro insomma, per poter godere di poca ressa in entrambe le visite. Le diamo ascolto e difatti la visita si svolge in un clima abbastanza agevole e rilassato. La visita ad Abu Simbel è mozzafiato: non ci sono parole per descrivere la magnificenza di queste opere. Se come noi viaggiate in inverno, vi consiglio di non arrivare troppo tardi il pomeriggio: dopo le tre la facciata comincia ad essere in ombra. Se dovete scegliere, scegliete l’orario pranzo, visto che a gennaio si sta in maglietta senza soffrire troppo il caldo e ci sono pochi turisti. Usciamo dai templi che è quasi il tramonto, e prima di tornare in hotel prendiamo i biglietti per lo spettacolo “Suoni e Luci” (75£E cadauno) che inizierà da lì a due ore. Il Nefertari ha una bella piscina che guarda sul lago Nasser, e ne approfittiamo per un bagnetto prima di farci la doccia e presentarci puntuali allo spettacolo. Molto turistico, lo show ha un commento che lascia un po’ a desiderare: la vita di Ramses II è illustrata come dentro un film..ma che dico, come dentro un harmony! La cosa che merita, e che vale davvero il prezzo del biglietto, è la vista dei templi illuminati: magnifici. Nonostante siamo davvero affamati perché abbiamo saltato il pranzo, non ci attira affatto il buffet internazionale proposto dal nostro hotel per la cena (a me poi, solo il nome mi ha venire i vermi), quindi decidiamo di seguire il consiglio della nostra guida del pomeriggio e cercare la casa beduina EL Eskaleh dentro il paesotto di Abu Simbel, un piccolo albergo che serve cucina beduina anche ai non ospiti. E’ consigliato in verità anche dalla Lonely planet e io stessa avevo provato a chiamare per riservare delle stanze ma senza fortuna (ne ha solo 6). La casa beduina è a circa 15-20 minuti da sito (e quindi dal nostro hotel) ma non è così facile trovarla: alla fine chiediamo a un gruppo di poliziotti che ci indicano la direzione e poi avvertono qualcuno al walkie talkie: fatti pochi passi ci troviamo due poliziotti che ci aspettano e ci scortano fin sulla porta di casa. C’è da dire che al ritorno non abbiamo avuto affatto l’impressione che Abu Simbel sia pericolosa, quindi immagino l’abbiano fatto per gentilezza (era davvero introvabile, lontana dalla strada senza nessun cartello ad indicarla) più che per nostra sicurezza: è solo un paese in mezzo al deserto che diventa vivacissimo la sera, quando evidentemente, specie nei mesi caldi, la temperature diventano più sopportabili: mentre all’andata al ristorante sembrasse semi deserto al ritorno tutti i negozi avevano aperto e molta gente si era riversata in strada. La cena beduina si rivelerà ottima: un po’ più cara rispetto agli standard di Aswan (spendiamo 10 euro a testa per una cena completa con due e tre antipasti, un piatto principale un dolce e tè/caffè finale) è eccellente per la freschezza degli ingredienti, cucinati in modo semplice ma gustoso. Altamente consigliato, anche se non trovate posto per dormire. Dopo cena una breve passeggiata ci riporta al nostro hotel e al meritato riposo.

5 gennaio 2010 Pernottamento: Sherenazade Hotel (30 euro la doppia con colazione). Treno Aswan Luxor: 6 euro a persona. Pranzo: Panorama ristorante di Luxor (5 euro a persona). La colazione a buffet del nostro hotel ci ha fatto complimentare con noi stessi di non esserci fermati a cena: per carità, non è cattiva, ma molto basic e tirando le somme la peggiore della vacanza. Insomma, misero buffet internazionale ci siamo capiti… Rimane comunque un hotel consigliatissimo per le belle camere (anche se un po’ vecchiotte) e per la splendida posizione rispetto al sito. La sera prima in un momento di grandeur ci siamo fatti prenotare il taxi per l’aeroporto dall’hotel: risultato, una bella pelata (100£E per fare neanche 10 minuti di taxi, un furto bello e buono per gli standard egiziani). Arrivati in aeroporto ci prende subito un mezzo infarto perché il nostro volo per Aswan delle 9 e 40 non risulta in tabellone, il primo volo è alle 13.15. Voliamo all’ufficio informazioni ma questo serafico ci annuncia che il sistema è in crash e segna i voli che gli pare a lui..ma un bel cartello di avviso è chiedere troppo?? Decolliamo in orario e atterriamo ad Aswan in neanche mezz’ora, ci tocca il taxi per tornare in città ma stavolta basta grandezze: non lo si fa chiamare da nessuno e lo si contratta fino alla morte! Chiediamo di farci portare al Keylani Hotel, dove si sono offerti di tenerci i bagagli per tutta la giornata…in caso contrario, la vedrei difficile girare con 10 kg di roba a testa sulle spalle, la giornata offre un sole che spacca le pietre e una temperatura vicina ai trenta gradi. Liberi da vincoli, camminiamo fino al ferry pubblico che porta all’isola Elefantina dove per 2 pounds veniamo traghettati sull’altra sponda. Attenzione: un sacco di traghettatori privati si spacceranno per il ferry pubblico, vi diranno che costano uguale (falso) o che non parte (falso anche quello, figurarsi se non parte..sull’isola elefantina ci vivono!). Per trovare il ferry pubblico, seguite le ottime indicazioni della Lonely Planet che vi indica esattamente il punto della sponda del Nilo dove trovarlo. L’isola è a mio parere una tappa imperdibile se passate da Aswan, e per almeno due motivi: il bellissimo spettacolo di Aswan vista dalla cima dell’antica Abu e l’antica Abu stessa, con le sue rovine sorprendenti. Il sito è di una bellezza inaspettata, perché nessuno di noi se lo immaginava così vasto e così bello. Sotto le rovine dell’antica Abu c’è l’attracco per un secondo traghetto pubblico, non citato dalla Lonely Planet, ma visto che l’orario del pranzo è passato da un pezzo e vogliamo mangiare qualcosa contrattiamo con un traghetto privato di portarci per 10 pounds davanti al ristorante Panorama, lo stesso dove avevamo cenato durante il precedente soggiorno. Lo so, pare strano ma qua i traghettatori sembrano non avere regole, ormeggiano un po’ dove gli pare anche solo per far scendere i passeggeri…il nostro ci molla proprio sotto il ristorante, due rampe di scalini lungo la sponda e siamo dentro. Manco a dirlo, il pranzo si rivelerà ottimo come era stata la cena e il conto si aggirerà di nuovo sui soliti 5 euro a testa. Ce lo godiamo, perché qualcosa ci dice che salteremo la cena…e avremo ragione!!!! Dopo pranzo andiamo a piedi fino all’Obelisco Incompiuto, scelta poco fortunata che vi sconsiglio. Il percorso non è lunghissimo ma è in mezzo allo smog e al traffico, tanto che al ritorno opteremo per un taxi. Voi fatelo anche all’andata! L’obelisco, ultimo monumento visto ad Aswan, rimane secondo me la cosa meno memorabile da vedere. Una scalinata in mezzo al nulla e sotto un sole implacabile, fatta con altre centinaia di persone, che conduce a un obelisco che sarà stato anche imponente se finito, ma così puzza solo di trappola per turisti. La cosa che per me rimane inspiegabile è che il sito era strapieno mentre il sito di Abu era deserto…….A noi avanzavano un paio d’ore prima del treno per Luxor, ma se proprio avete il tempo contato e dovete saltare qualcosa sia questo senza troppi rimpianti. L’Egitto e la stessa Aswan offrono di molto meglio.Sul treno per Luxor devo aprire una piccola parentesi: nonostante nei giorni scorsi ci siamo recati per ben due volte in stazione per comprare il biglietto, non siamo mai riusciti a farcelo fare. E’ una giungla: secondo il biglietteria si deve fare sul treno, secondo i controllori no, la polizia non ci pronuncia..alla fine noi saliamo senza biglietto, scopriamo che come turisti non possiamo stare interza ma solo in prima e a treno già partito arranchiamo per tutta la sua lunghezza per trovare questa fantomatica classe mai indicata. Anche perché diciamocelo: i treni egiziani sono uno standard decisamente più elevato del nostro, se mi spacciavano la terza per prima ci avrei creduto senza colpo ferire. Invece scopriamo che nella prima non ci sono dei sedili, ma quasi delle poltrone con tanto di poggiapiedi e schienale reclinabile..con tanto tanto spazio per le gambe. Il tutto per soli 6 euro su tre ore di viaggio da pascià, che paghiamo al controllore appena passa (e neanche da lui siamo riusciti a capire se dovevamo farlo prima, perché non parlava uno straccio di inglese!). Dimenticavo: se salite senza provviste in prima passano continuamente dei camerieri con tanto di papillon che vendono panini dall’ottimo aspetto e bevande. Arrivati a Luxor che sono quasi le nove di sera, dobbiamo per prima cosa trovare un tassista che ci porti all’attracco del ferry, che si trova di fronte al tempio di Luxor: eh sì, perché la stazione si trova sulla east bank mentre il nostro hotel si trova sulla west bank, nell’animato quartiere di Al Gezira. I Tassisti cercano di convincerci che il prezzo imposto dalla polizia per la corsa è di 10£E ma ormai siamo navigati e non ci fregano: faremo diverse volte questa tratta e non ne pagheremo mai più di 5. Durante la vostra permanenza a Luxor ricordatevi due cose: non esistono prezzi ufficiali per i taxi e non esiste che un traghettatore privato vi faccia pagare meno di quello pubblico (che costa 1£ a tratta). Non sono neanche molto più veloci, anche se vi dicono il contrario parte un traghetto pubblico quasi ogni dieci minuti. Lo Sherenazade hotel, che è stata la nostra scelta, si trova a pochi minuti a piedi dai traghetti: è davvero molto grazioso ma quando arriviamo c’è una sorpresa! Hanno sbagliato a prenotarci le camere e le nostre tre notti partono dall’indomani…per fortuna ho portato con me la mia mail per far vedere che non sono io a essere fusa ma loro! Ma a ogni problema c’è una soluzione: il proprietario è davvero gentile e si profonde in mille scuse: una doppia ce l’ha, l’altra….beh, per stanotte ci sistema in un hotel sempre molto carino a fianco del nostro ed è andata! Nanne, siamo cotti.

6 gennaio 2010 Pernottamento: Sherenazade Hotel (30 euro la doppia con colazione). Pranzo: impossibile sapere dove (circa 3 euro a testa). Pranzo: Africa ristorante di Luxor (7 euro a persona). Anche la colazione del Sherenazade passa il turno: è molto buona e l’hotel è promosso a pieni voti. La giornata di oggi è dedicata alla visita della parte occidentale di Luxor, non dobbiamo neanche traghettare e facciamo l’unica cosa che onestamente si può fare in una situazione come la nostra: usciamo in strada e bighelloniamo in attesa di di farci irretire da un taxi. No, non è vero che è l’unica cosa che si possa fare ma economicamente è la più saggia: si risparmia la commissione dell’hotel che l’autista fa pagare al passeggero.. E’ proprio così facendo che facciamo la conoscenza più piacevoli della vacanza, quella con il nostro tassista: mr Kind, come ama essere soprannominato, possiede due taxi belli nuovi e un guest book che fa firmare a tutti i suoi ospiti. Gentile e servizievole, con un discreto inglese, si rivelerà persona splendida ma soprattutto ottimo autista. Per 150£E in quattro ci porterà in giro tutto il giorno facendoci visitare gli splendidi siti che offre la sponda occidentale del Nilo dandoci dei tempi pressoché perfetti per vedere tutto. Lui arriva, ci deposita davanti al sito e stabilisce i tempi. Ed esso sono sempre perfetti.Iniziamo la giornata dall’impegnativa Valle dei Re, che ci occuperà praticamente tutta la mattinata. Non vedrete foto perché purtroppo le macchine fotografiche sono vietate. Il sito è davvero bello e talmente famoso che non vale la pena che vi elenchi meraviglie di cui avete già sentito parlare: visitiamo quattro tombe più quella di Tutankamon e alcune delle cose viste sono davvero eccezionali. Il biglietto di ingresso include tre tombe (esclusa quella di Tutankamon che si paga a parte) che sono aperte a rotazione, però spesso la guida..ecco come dire…per una piccola mancia si offrirà di non timbrarvi il biglietto così avrete qualche tomba bonus….ma mi sa che lo sanno anche all’ingresso, perché alla fine le tombe aperte sono cinque o sei. Finita la visita alla valle dei Re chiediamo a mr Kind di portarci a mangiare qualcosa, precisando che ci piace la cucina egiziana e non amiamo i ristoranti turistici. Lui ci chiede se ci piace il pollo e al nostro cenno affermativo asserisce che un suo amico cucina magnificamente e ci porta in una casa egiziana. Cioé, è una casa, non un ristorante… Davanti però c’è uno spiedo elettrico che cuoce dei polli che emanano un profumo divino, forse siamo nel posto giusto! Scopriamo così che nello scantinato della sua casa il proprietario ha messo alcuni tavolini…una sorta di ristorante improvvisato. Ovviamente non c’è menù: ci fa sedere e ci porta della zuppa deliziosa, buonissimo pollo allo spiedo accompagnato da riso e da ceci in umido, il tutto innaffiato da sprite ghiacciata. Non ci portano posate, a parte il cucchiaio per la zuppa, ma gli altri avventori del “garage”, tutti egiziani, mangiano con le mani e ci adeguiamo senza problemi. Le zampine abbiamo premunito di lavarcele! Alla fine paghiamo tutti contenti i nostri 100£E: abbiamo mangiato davvero bene e ringraziamo calorosamente il padrone di casa prima di andarcene. Mr Kind ci ha aspettato lì, ci carica in auto è via, prossima meta. Il programma del pomeriggio è intenso: visitiamo per prima cosa il bellissimo tempio di Hatshepsut, che deve molta della sua bellezza alla splendida montagna dentro cui è scavata, che si staglia contro il cielo azzurro. Magnifico.Dopo visitiamo la Valle delle Regine, dove le tombe aperte sono poche, ne visitiamo sono tre ma sono davvero splendide: la tomba di Khaemwaset è una delle più belle di tutte, anche se il sito non è suggestivo come quello della Valle dei Re ma per contro, molto più tranquillo. Alla fine della giornata vorremmo visitare il Rammesseo, ma il nostro tassista ci convince a optare per i resti del tempio funerario di Medinat Habu, secondo lui più bello e quasi sempre deserto. Non posso che dire che rimane una delle cose più belle che ho visto in Egitto: il sito è grandioso, non ci sono parole per descrivere quanto sia imponente il sito e quando sia ancora splendida la decorazione del tempio. Inoltre saremo dentro in dieci a far tanto, con noi quattro compresi…è bellissimo girare così. Il nostro amico tassista, dopo averci fatto visitare casa sua e averci portato (dietro nostra richiesta) a comprare della frutta deliziosa che paghiamo una cifra ridicola (circa 1 euro due chili di frutta!), ci lascia vicino al nostro hotel e lo salutiamo. Ci rivedremo! Mentre eravamo via hanno intanto traslocato gli zaini miei e di Luciano in una bella camera nel nostro Hotel, davvero molto carina! La più bella di tutta la vacanza., Concludiamo la giornata cenando molto bene all’Africa restaurant, scovato sulla Lonely Planet con una bella terrazza che dà sul Nilo e spendendo circa 7 euro a testa: a far alzare il conto stasera è stata la birra, che costa ben 10£E. Scialacquatori!

7 gennaio 2010 Pernottamento: Sherenazade Hotel (30 euro la doppia con colazione). Pranzo: Oasis Café: circa 8 euro a testa. Cena: Tutankamen restaurant, 6 euro a testa. Oggi siamo veramente cotti: inoltre la nostra amica, che ieri ha saltato la cena, è mezza malata. Così decidiamo di prendercela un po’ più comoda: sono passate le 11 quando il nostro taxi, contrattato davanti allo scalo dei traghetti pubblici, ci deposita davanti al tempio di Karnak. Consiglio: quando dovete andate da una parte all’altra del fiume a Luxor non fatelo in taxi, vi spennano, anche perché in auto devono fare un giro piuttosto lungo. Conviene traghettare e poi contrattare direttamente il taxi sulla sponda di interesse del giorno. Il sito di Karnak è davvero vasto, gli stili architettonici diversi, raccapezzarsi non è facile neanche guida alla mano: decidiamo pertanto di cedere alle avances di una guida, con la quale dopo la solita contrattazione fissiamo 40£E per un’ora di spiegazione. La lingua è inglese, non italiana, ma devo dire che è molto brava e ci aiuta a orientarci nel dedalo del tempio. La visita ci porta via più di due ore e quando usciamo e’ ora di un pranzo tardivo: optiamo per L’Oasis cafe’, vicino al museo di Luxor, non troppo caro e più continentale che egiziano, veramente da consigliare. Dopo il delizioso pranzo la nostra idea era di entrare proprio nel museo, ma sia quello che il museo della mummificazione sono chiusi fino alle 16 (nonostante, specie per quanto riguarda il primo, sulla LP sia indicato un orario invernale diverso). Così decidiamo di entrare subito nel tempio di Luxor, che volevamo direttamente prima del tramonto: alla biglietteria ci confermano infatti che il biglietto dà diritto all’ingresso giornaliero quante volte si vuole. Il Tempio è bello e imponente, ma stretto intorno alle trafficatissime vie della east Luxor perde un po’ della magia che ha ad esempio un tempio come Medinat Habu. Dopo la visita ci concediamo un giro al fighissimo Museo di Luxor, che è luccicante e nuovo almeno quando quello del Cairo è polveroso. Nonostante questo, non pensate neanche per un attimo di saltare il museo della capitale: i reperti in esso contenuti sono molto preziosi e se è molto più incasinato di quello di Luxor beh..è anche perché è molto più grande. Il piccolo museo di Luxor (in due ore si vede tutto) vanta però alcuni reperti davvero degni di nota: se vi avanza tempo fateci una scappata, non ve ne pentirete. Piccolo, caro ma interessante è anche il Museo della Mummificazione: noi lo abbiamo infilato subito dopo il museo di Luxor, visto che oramai eravamo lanciati in un pomeriggio di contemplazione di teche (o di oggetti dietro le teche, se li preferite). E, per completare degnamente la giornata, quando si fa buio pesto torniamo a vedere il tempio di Luxor completamente illuminato. Devo ammetterlo, tutto sberluccicante guadagna qualche punto….purtroppo alla luce del sole non rimane uno dei miei preferiti, nonostante la fila impressionante di sfingi all’ingresso (ma anche loro sono molto più belle la sera). Anche se è iniziata tardi, pure quella di oggi è stata una giornata intensissima : per fortuna eravamo stanchi e volevamo prendercela con calma. Invece sono quasi le 21 quando ti trasciniamo sulla west bank del Nilo, verso l’hotel. Prima di rientrare decidiamo di provare un altro dei ristoranti consigliati dalla guida, il Tutankamen, uno dei locali storici di questa sponda del Nilo. E’ talmente storico che rimane lontano da tutto, e ci tocca arrancare un po’ a caso lungo la sponda del Nilo in mezzo al nulla per trovarlo..ha però una splendida terrazza quasi a ridosso del fiume e il cibo è buonissimo. E’ però tutto abbondante: per sei euro a testa ci portano talmente tanta roba che ne avanziamo metà, anche se secondo alcuni di noi siamo noi ad essere stanchi e a non fare il solito onore al cibo! Sarà, non ne sono tanto convinta!

8 gennaio 2010 Oggi è il nostro ultimo giorno a Luxor, un po’ ci dispiace lasciare questa zona ricca di bellezze: si potrebbe stare qua una settimana intera senza annoiarsi! Anzi. Con due settimane a disposizione è quello che probabilmente avrei fatto. Dopo aver fatto il check out all’hotel, andiamo a casa di Mr Kind, con cui abbiamo concordato di finire la visita di tutta la sponda occidentale. Lasciamo i bagagli a casa sua a partiamo per il nostro giro. Anche se i siti che visitiamo oggi hanno molti meno turisti degli altri, sono davvero belli. Iniziamo dalle tombe dei nobili, di fronte al Rammesseo, dove vediamo tesori che non hanno molto da invidiare a quelle di re e regine per la loro bellezza, eppure sono quasi senza turisti Visitiamo anche il tempio costruito dal celebre faraone, ma MK aveva ragione: è talmente rimaneggiato che è un po’ deludente e non rimarrà certo tra le cose più memorabili di Luxor. Bello e sorprendete il sito di Dier El Medina , con le sue tombe borghesi e il suo piccolo ma prezioso tempio convertito a convento e fortificato da mura romane. Anche la sosta per il cibo merita una menzione, perché “Mohammed”, questo ristorante un po’ defilato nella zona dei monumenti, serve un’ottima cucina e ha una bella terrazza dove prendere il fresco e rilassarsi un attimo durante le visite. Meraviglioso! Oramai sono otto giorni che mangiamo cibo egiziano e non accusiamo mai il colpo anzi, non abbiamo mai avuto il minimo problema. MK ci porta in giro dandoci dei tempi come ha fatto il giorno prima: poco prima del tramonto abbiamo finito, siamo stanchi e impolverati ma felici. Lui ci porta a casa sua, ci fa conoscere la sua famiglia, chiacchieriamo un po’ davanti a una tazza di té finché è ora di prendere il treno per il Cairo e poi ci porta in stazione. Salutiamo Luxor e una persona con cui ci siamo trovati molto bene, per scaramanzia ci lasciamo con un “see you” che speriamo porti bene. Lo Sleeping train stavolta ci costringerà a un’alzataccia: il viaggio sarà più corto di tre ore e arriveremo al Cairo a un’ora infame, alle 5 del mattino. Siamo perciò quasi felici che parta con un’ora di ritardo da Luxor: almeno arriveremo alle sei, un orario quasi umano.

9 gennaio 2010 Pernottamento: Osiris Hotel (45 euro la doppia con colazione). Cena: Fatatri at Tahrir (3,5 euro a testa). Fuggiamo via veloci della stazione senza cedere alle offerte dei tassisti per portarci all’hotel: Giza e l’Hotel Osiris, dove alloggiamo, sono collegate dalla stessa linea di metro. Purtroppo quando arriviamo in hotel, sporchi e abbastanza distrutti, la stanza non è pronta. Siccome prima di noi ci sono altri ospiti, ci verranno consegnate intorno alle dodici..mentre chiediamo di fare colazione, decidiamo quindi di anticipare a stamattina una gita che volevamo fare l’indomani, cioè vedere il sito di Danshur. La ricerca di un tassista si rivela molto facile (al Cairo basta mettersi al bordo della strada due minuti per venire affiancati da alcuni di loro, il problema sta nel riuscire a non farsi investire!), contrattiamo con un ragazzo 100 £E per il viaggio andata e ritorno. Peccato che non parli una parola d’inglese, non abbia molto chiara la strada e non si sia reso conto lui per primo che non tutti i tassisti possono entrare nei siti archeologici così..come pare a loro! Deduciamo tutti e quattro che è alle sue prime armi poverino, e un po’ per lui ci dispiace..la polizia sembra sgridarlo un paio di volte, però ci lasciano andare senza problemi a vedere il sito. La piramide rossa è bella da mozzare il fiato, entriamo anche al suo interno anche se i 125 gradini di pietra che conducono nelle sue viscere sono un po’ allucinanti…per tacere della puzza che ne emerge. Per fortuna non fa molto caldo e c’è molta meno ressa che nella grande Piramide di Cheope. Non so se potrei resistere con solo alcuni gradi in più. Nel complesso il sito ci piace molto: è una sorpresa piacevolissima e le Piramidi non hanno nulla da invidiare a quelle di Giza, sono solo messe in un contesto meno affollato. Verso le dodici la nostra visita è finita, saranno anche pronte le stanze quindi per per reggere fino a sera decidiamo di mangiare una pizza egiziana in un locale pescato a caso(non fate quella faccia, è buona!) e poi riposare qualche ora. Quando poi usciamo nella frenesia del Cairo è quasi buio, i souk della parte islamica della città sono animati e un brulicare incredibile di gente ci accoglie. La contrattazione è come sempre spietata, girando nel souk di una città araba dopo un po’ si perde il senso del tempo e dello spazio. Girovaghiamo finché non siamo nuovamente esausti, scattando foto agli animati vicoli accesi di mille luci. Ceniamo in un fast food egiziano: è arredato come un Mac e mischia piatti arabi ad hamburgher. Il cibo è buono e spendiamo una fesseria. Peccato che non sia propriamente vicino al nostro hotel, e ci tocchi scarpinare parecchio…

10 gennaio 2010 Pernottamento: Osiris Hotel (45 euro la doppia) Oggi è l’ultimo giorno e ci rilassiamo un po’…tradotto: esausti ci svegliamo oltre l’orario in cui al nostro hotel servono la colazione! Così, quando alla fine siamo in pista, ci tocca uscire a piedi e cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Optiamo per una forneria, dove compriamo delle brioches e poi prendiamo un té in un bar, dove il té non è poi stò granché ma il ragazzo che lo gestisce è molto simpatico e cerca nel suo inglese stentato di farci alcune domande, peccato che lo parli davvero poco quindi facciamo davvero fatica a capirci, si procede più che altro a gesti! Il programma della giornata (ormai tarda mattinata..) prevede la visita a una delle moschee del Cairo Islamico per poi visitare il Cairo Copto. La moschea è davvero bellissima, anche se dopo aver visitato quella di Damasco, dove tutti ti lasciavano in pace, sono interdetta dalla continua richiesta di mance degli egiziani: insomma, non volevano neanche ridarci le nostre scarpe senza baksheesh! Almeno nella moschea, mi ero illusa che non ti importunassero… Tra una cosa e l’altra il tempo vola, anche perché ci siamo anche attardati a fare gli ultimi acquisti nel souk ed è ormai passata da un pezzo l’ora pranzo quando prendiamo la metro per il Cairo Copto. Il Quartiere non è enorme, e anche prendendosela con calma si gira in poche ore: qua vediamo probabilmente il più grosso ammasso di polizia di tutta la città. Ce n’è davvero molta e dappertutto, che chiude molte delle strade che portano fuori dal quartiere (esclusa, neanche a farlo apposta, quella che porta alla metro). E’ ormai il tramonto e la nostra splendida vacanza in Egitto volge al termine. Torniamo in albergo a preparare gli zaini, anche perché dobbiamo uscire a un orario infame: il taxi passerà a prenderci intorno alle 3 di mattina. Ci accontentiamo di una cena veloce sotto l’hotel e poi a letto, per poche ore di sonno. Si conclude così una vacanza bellissima e più facile di come si prospettava in partenza. L’Egitto si è rivelato facile e molto economico da girare in fai da te. Speriamo un giorno di poterci tornare: ci piacerebbe dedicare una settimana intera alla zona tra Luxor e Aswan, ce n’è da vedere…chissà. Il mondo è così grande! Speriamo di poter tornare davvero. Tutto le foto le potete trovare qui:http://www.middleearth.it/Egitto/ Per ogni informazione scriveteci pure: martiab@libero.it



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