Diario crociera sul Nilo

Finalmente è giunto questo giorno sul calendario, per un nuovo viaggio grazie al Gruppo FALA MARCHETTI Illuminazione, per me equivale a “vacanza” mentre per mio marito “vacanza/ premio”. Andiamo a fare uno dei più classici tour turistici che si conoscano: l'antico Egitto e quindi la "Crociera sul Nilo" ... 1° giorno – Lunedì...
Scritto da: lety60
diario crociera sul nilo
Partenza il: 26/02/2007
Ritorno il: 05/03/2007
Viaggiatori: in coppia
Finalmente è giunto questo giorno sul calendario, per un nuovo viaggio grazie al Gruppo FALA MARCHETTI Illuminazione, per me equivale a “vacanza” mentre per mio marito “vacanza/ premio”.

Andiamo a fare uno dei più classici tour turistici che si conoscano: l’antico Egitto e quindi la “Crociera sul Nilo” … 1° giorno – Lunedì 26.02.2007 ITALIA – LUXOR Partenza con volo speciale per Luxor. Arrivati in aeroporto dobbiamo fare la fila per avere il visto, dopodiché dove ad attenderci c’è la nostra guida. Si chiama Ascharaf Fin da subito si rileva simpaticissimo. Ha studiato a Perugia.

15 minuti di bus e siamo sulla motonave, la Coral II., carina. I bagagli sono già in camera. Karkadè di benvenuto…E si parte.

Un po’ di sole sul ponte vicino alla piscina. Sul Nilo passano le feluche, tutti salutano. Ore 18.30 briefing: spiegazione delle varie visite e delle diverse escursioni facoltative (luci e suoni al tempio di Phile Villaggio nubiano, Abu Simbel). 2° giorno – Martedì 27.02.2007 LUXOR – EDFU Inizio navigazione per Edfu passando la chiusa di Esna La motonave è in prossimità del paese di Esna dove esiste uno sbarramento sul Nilo con un dislivello di 8 metri. A nord il Nilo è più alto, quindi la motonave deve passare lo sbarramento attraverso delle chiuse idrauliche. Siccome siamo arrivati in ritardo, attracchiamo al molo delle chiuse per attendere il nostro turno.Durante la fase di attracco possiamo osservare dei venditori occasionali che con delle barche avvicinano le altre motonavi Quello che accade alla chiusa è un mix tra miseria e scaltro commercio: come le navi vi si avvicinano vengono inseguite e circondate da barchette cariche di egiziani che offrono vari oggetti di artigianato locale (per la maggior parte tovaglie e scialli) gettandole letteralmente a bordo. Le contrattazioni continuano, sulla banchina circostante, per tutto il tempo di abbassamento del livello dell’acqua.

3° giorno – Mercoledì 28.02.2007 EDFU – La mattina abbiamo la possibilità di vedere il passaggio della motonave attraverso le chiuse sul fiume. La motonave arriva al ponte girevole di Esna, azionato con lentezza.

Attraversato il ponte è il momento di passare la chiusa vera e propria. Dobbiamo attendere il segnale verde per entrare tra le due paratie, qua possono prendere posto due motonavi. Si chiudono le paratie e attraversiamo lo sbarramento.

Attracchiamo a Edfu. Edfu si trova a circa 100 km. A sud di Luxor, dove visiteremo il Tempio di Horus tempio dedicato al dio falco.

Arrivati al Tempio, veniamo fatti scendere nell’antistante mercatino.

IL TEMPIO DI HORUS La maestosa entrata del Tempio di Edfu dedicato al dio falco Horus, a sua moglie Hathor e al loro figlio Harsomtu del quale si trovano numerose decorazioni. Si tratta del più grande tempio faraonico, dopo quello di Karnak e sicuramente uno tra i meglio conservati, grazie allo spesso strato di sabbia sotto cui fu sepolto per secoli.Il tempio è tutto e completamente decorato a bassorilievi, con rappresentazioni varie tra cui la nascita e l’educazione del piccolo Horus si può vedere la battaglia tra il Bene ed il Male, tra Horus e Seth, dove Horus, protetto dalle ali della madre Iside, sconfigge lo zio Seth, che aveva ucciso suo padre Osiride, tagliandolo in pezzi e gettandoli nelle acque del Nilo. Il tempio era sede della “Festa della Ricongiunzione” o del “Sacro Sposalizio” , dove, una volta all’anno, la statua di Horus lasciava il tempio per unirsi a quella della dea Hathor sulle acque del Nilo e rientravano poi insieme a Edfu per celebrare le nozze, e proclamare così della rinascita del mondo. Sulla facciata grandi rilievi raffiguranti la dea Iside, con le corna di mucca, il figlio Horus, con la testa di falco e l’immancabile disco solare RA. La porta di ingresso è protetta da due grandi falchi, la rappresentazione di Horus, di granito nero. Tra le zampe di quello a sinistra è presente anche una piccola figura di un sacerdote. Attraversata la porta di ingresso si entra nel cortile che è circondato su tre lati da un totale di 32 colonne con i capitelli palmiformi o floreali, le stesse colonne sono scolpite con rilievi che rappresentano il re con le divinità di Edfu. Dietro le colonne sono presenti ulteriori rilievi con il faraone ancora assieme agli dei oppure vestito come Horus. Nei rilievi dietro le colonne à rappresentata anche la cerimonia che si svolgeva ogni anno durante la quale la statua di Horus, custodita normalmente all’interno del santuario, veniva posta sulla barca sacra che una volta caricata su una vera imbarcazione veniva trasportata sul Nilo verso la città di Dendera da dove proveniva una analoga imbarcazione ma con la statua della dea Hathor moglie di Horus fino ad incontrarsi a metà percorso. Il santuario è circondato da un corridoio dove si aprono dieci sale laterali dove venivano custoditi gli oggetti di culto oppure si svolgevano liturgie. In una di queste stanze è conservata la barca sacra dove veniva posta la statua di Horus per il suo viaggio verso Dendera Finita la visita ritorniamo verso il pullman passando attraverso le bancarelle e veniamo letteralmente “rapiti” dai venditori. Tornati alla nave proseguiamo la navigazione per Aswan.

La navigazione procede nel tipico paesaggio della valle del Nilo: una striscia verdeggiante, ricca di palme e di campi coltivati e al di là il deserto. Poiché risaliamo il fiume andando verso sud, alla nostra destra abbiamo il deserto libico (il Sahara vero e proprio), alla nostra sinistra il deserto detto arabico. Lungo il fiume si notano capanne di contadini, spesso con vacche o bufali all’abbeverata, villaggi di case basse in mattoni sovrastate da un minareto, campi in cui ogni tanto spunta un trattore. Il Nilo è solcato da feluche, ma molte di esse trasportano turisti. Con il passare delle ore, continuando verso sud, sulla destra il deserto si fa sempre più vicino e sono chiaramente distinguibili le dune. Sulla sponda opposta invece c’è ancora abbondanza di palme.

La sera ballo in costume con la tunica tradizionale che si chiama “gabjia” 4° giorno – Giovedì 01.03.2007 ASWAN ‘Giornata dedicata alla visita “all’obelisco incompiuto”, della “Grande Diga”, ed al “Tempio di Philae” .

Sbarchiamo ad Assuan, saliamo sul pullman e ci dirigiamo verso le cave di granito di Assuan per visitare “l’obelisco incompiuto”.

L’obelisco incompiuto di Aswan, – se fosse giunto a compimento sarebbe stato, con i suoi 42 metri circa di lunghezza e i 4 metri di lato alla base, il più grande del mondo.

Proseguiamo con destinazioni la diga vecchia e la diga alta di Assuan. Sulla Diga Vecchia ci passiamo solamente, per arrivare alla Diga Alta, un’imponente costruzione voluta da Nasser e costruita con la collaborazione della Russia. Sulla Diga Alta spira il vento. Sulla diga possiamo vedere l’imponente Lago Nasser che si estende a sud dell’Egitto fino al Sudan per ben 500 chilometri, Conclusa la visita delle dighe, andiamo al Tempio di Pile, dedicato alla dea Iside, dea dell’amore, della fertilità e della rinascita.

Con la costruzione della Diga Vecchia, il tempio era stato sommerso e con la Grande Diga si correva il rischio di perderlo sotto le acque del Nilo; intervenne quindi l’UNESCO ed anche Philae entrò a fare parte del progetto di salvataggio dei templi della provincia di Aswan; di tutti quelli che si correva il rischio di perdere, 18 furono salvati, grazie ad una mobilitazione mondiale: i templi furono smontati e quindi ricostruiti in zone che l’acqua non avrebbe raggiunto. Una spedizione italiana si occupò di Phile: non solo si smontò il tempio ma addirittura l’isola originaria, per ricreare le stesse identiche condizioni nel luogo che era stato scelto per ricostruire la casa di Iside…La dea dell’amore, della resurrezione, della rinascita, madre di Horus e moglie/sorella di Osiride. Sulle pareti, la nascita e l’educazione di Horus; la madre che lo protegge e lo allatta; il mito che celebra Osiride, legato alla morte ed alla resurrezione… All’esterno, il Padiglione di Traiano, che era luogo di attracco della barca sacra della dea.

Terminata la visita con la feluca torniamo a terra e ci rechiamo presso lo showroom delle essenze profumate. Assuan infatti è la patria di queste sostanze concentrate da cui si ricavano i più importanti e famosi profumi venduti sul mercato internazionale. Durante questa visita abbiamo la possibilità di farci un massaggio.

5° giorno – Venerdì 02.03.2007 ASWAN In mattinata, molto presto, partenza in bus per Abu Simbel, per la visita del tempio che Ramsete II fece completamente scavare all’interno di una montagna, per celebrare le sue gesta e la sua gloria e del tempio che lo stesso faraone dedicò all’adorata moglie Nefertari. Abu Simbel, si trova a sud del lago Nasser.

Per arrivare al tempio attraversiamo il deserto per 260 Km e abbiamo la possibilità di vedere l’alba! Il pullman ci porta in prossimità dei Templi. Sul piazzale d’arrivo, grande sfoggio di bancarelle, ecc. Dopo un breve tragitto a piedi il Tempio Grande di Abu Simbel ci appare in tutta la sua bellezza e il suo splendore!!! Quattro colossi alti 20 mt. Di Ramesse lasciano senza parole.

Con la guida Ascharaf ci portiamo davanti al tempio dove di fronte possiamo ammirare il Lago Nasser in tutta la sua estensione. E’ il tempio più grande ed importante che sia stato salvato (come quello di Phile) dal progetto dell’ UNESCO: dopo la costruzione della diga di Aswan, L’ area di Abu Simbel fu prima isolata con una chiusa lunga circa 360 metri e alta 25 per tenere lontane le acque, fu tagliato il tempio in 1036 blocchi di circa 30 tonnellate di peso ognuno, numerati, imballati, immagazzinati e spostati 200 metri più lontano e 64 metri più in alto. La collina stessa, in cui era stato scolpito l’intero tempio fu spostata per ricreare esattamente lo stesso ambiente. Dopo 5 anni di lavori il tempio era di nuovo intatto nella sua bellezza ed imponenza. Ramses salì al trono d’Egitto nel 1279 a.C. E viene considerato come uno dei “grandi della storia” E’ indubbiamente il faraone più celebre del Nuovo Regno (assieme a Tutankhamon) e di cui si conosce di più: durante il suo lunghissimo regno (67 anni) costruì un gran numero di templi, il più famoso dei quali è questo di Abu Simbel, l’ennesimo monumento che il faraone eresse a se stesso. Altre colossali statue di Ramses II si trovano un po’ in tutto l’Egitto., al Cairo, a Menphis e Luxor. Durante il suo regno l’Egitto conobbe un periodo di notevole benessere.

Visse fino all’età di 97 anni affiancato da 5 o 6 spose reali che, insieme a quelle secondarie per un totale di 77 mogli, gli diedero 169 tra figli e figlie. Famosa divenne la sua sposa prediletta, Nefertari (il cui nome significa “la bella fra le belle”) alla quale dedicò un tempio, vicino al suo con numerose statue.

Ramses glorificò se stesso in questo luogo come dio tra gli dei; la facciata alta 33 metri e larga 38 , spiccano le 4 statue alte circa 20 metri, seduto, in posizione di comando. In ognuna il faraone indossa le corone dell’Alto e del Basso Egitto, il copricapo chiamato “Nemes” che gli scende sulle spalle ed ha il cobra sulla fronte. Ai lati delle statue colossali ve ne sono altre più piccole, la madre e la moglie Nefertari mentre tra le gambe ci sono le statue di alcuni suoi figli.

Sopra le statue sul frontespizio del tempio ci sono 14 statue di babbuini che guardano verso est, con le mani alzate in adorazione del sole aspettando ogni giorno la nascita per adorarlo. Gli Egizi attribuivano un ruolo particolare ai babbuini, quello di custodi dell’ alba, aiutanti di Ra (noto anche nella forma Re) è il Dio-Sole nella sua lotta contro le tenebre della notte; essi erano pertanto considerati animali sacri.

Una delle statue di Ramses è senza testa, a causa di un terremoto.

Sopra la porta di entrata in una nicchia scavata nella roccia, c’è la statua del dio Ra’ Ho Akthi, è il dio falco unito al disco solare, nella mano destra il dio ha il simbolo della prosperità e nella sinistra quello della giustizia.

Dopo la lunga spiegazione, che secondo una recente legge egiziana deve essere fatta all’esterno del tempio, ci rechiamo all’interno.

Entrando, 6 pilastri alti circa 3,5 metri, raffigurano ancora Ramsete II mentre tutte le pareti rappresentano le sue imprese eroiche. Quelle di sinistra reggono la Bianca corona dell’Alto Egitto e quelle di destra la Doppia corona del basso Egitto. Dalla sala principale una porta introduce nella Sala delle 4 colonne e da lì al Vestibolo,oltre il quale è situato il Santuario. Nel Santuario le quattro statue sedute che guardano verso l’entrata sono da destra a sinistra Ra-Harakhte (il falco con il disco solare), Ramses divinizzato, Amon-Ra (dio del sole e padre degli dei) e Ptah (dio delle tenebre).

Qui la particolarità del tempio è solare grazie all’orientamento del tempio, due volte all’anno il primo raggio del sole si focalizza sul volto della statua del faraone Ramses: il 22 febbraio, il giorno della sua nascita, ed il 21 ottobre, giorno della sua incoronazione, illuminando le altre statue lasciando in ombra solo quella di Ptah.

Terminata visita ci spostiamo al Tempio Piccolo affiancato a grande tempio di Ramses detto della dea Hator e dedicato alla sposa del faraone, Nefertari.

In serata spettacolo di ‘Suoni e Luci’ al tempio di Philae. E’ emozionante arrivare sull’isola col chiarore della luna, ma quando più tardi le antiche pietre vengono avvolte in enigmatici fasci di luce, con la narrazione della storia di Osiride in sottofondo, il contesto si fa meraviglioso e suggestivo. Ci godiamo così lo show. Rientriamo sulla nave in tempo per vedere lo spettacolo di danze arabe.

6° giorno – Sabato 03.03.2007 ASWAN – KOM OMBO Mattina giro in feluca lungo il Nilo, solcando le sue acque tranquille.

Si costeggia l’Isola Elefantina, con le sue stranissime forme rocciose e i suoi alberghi e vediamo quello dove soggiornò Agatha Christie e si ispiro alla scrittura del giallo “Assassinio sul Nilo”.

Visita al “Giardino botanico” nell’isola di Kitchener, sede di un giardino che raccoglie più di 900 specie di piante diverse.

Continuando la navigazione si ammirano i paesaggi verdissimi si vedono le colline disseminate di tombe di antichi dignitari o nobili fino ad arrivare ai piedi del Mausoleo dell’Aga Khan che visse qui i suoi ultimi anni di vita.

Ultima l’escursione ad uno dei caratteristici colorati ‘villaggi nubiani “costruiti lungo le sponde del fiume.

Torniamo alla nave e proseguiamo la navigazione verso Kom Ombo.

Arrivo a Kom Ombo nel pomeriggio con sosta per la visita al tempio doppio costruito in cima ad una collina lungo le sponde del Nilo e dedicato a due divinità: Sobek, il dio coccodrillo e Haroeris, altro nome di Horus il Grande, dalla testa di falco. Due parti perfettamente simmetriche per adorare i due dei dell’antico Egitto. Di straordinario interesse è il calendario, scolpito su una delle pareti del tempio: dettagliato antenato dell’attuale calendario gregoriano: 12 mesi divisi in 365 giorni, studiato in base alle piene del Nilo.

Un’altra parete mostra gli strumenti chirurgici usati già all’epoca e le posizioni ideali per le partorienti. Al centro del cortile, un Nilometro che misurava le piene annuali del Nilo ed il conseguente pagamento delle tasse da parte della popolazione.

La visita del tempio ci da l’occasione di vedere dei coccodrilli “mummificati”, infatti lungo tutto il Nilo a valle delle dighe di Aswan di queste simpatiche lucertole è stata fatta tabula rasa.

Il tempio è conservato perfettamente in tutta la sua struttura ed in parte anche nei suoi colori originali, grazie alla sabbia sotto cui è stato sepolto per 15 secoli.

Torniamo alla nave e proseguiamo la navigazione verso Luxor.

7° giorno – Domenica 04.03.2007 LUXOR All’alba passiamo la chiusa di Esna.

Mattina visita ai colossi di “Memnon”. In un blocco unico di quarzite, il faraone Amenofi III fece scolpire la sua figura, seduta nella posizione tradizionale di comando; alte circa 20 mt, le due statue erano all’ingresso del suo tempio funerario, edificato sulla sponda Ovest del Nilo. Un violento terremoto del 27 a.C., provocò una profonda spaccatura su una delle due statue che, soprattutto all’alba, cominciò ad emettere un suono particolare, come un lamento e fu così che vennero chiamati i Colossi di Memnon, in ricordo dell’eroe troiano morto, che la madre piangeva ogni mattina al sorgere del sole. Il suono era provocato dal raffreddamento della pietra durante la notte che poi si riscaldava con i primi raggi del sole. L’imperatore Settimio Severo, forse per conquistare il dio, restaurò la spaccatura e da allora la statua smise di cantare.

Proseguiamo per la “Valle delle Regine” e la “Valle dei Re”, La riva Ovest del Nilo era la valle dove tramontava il sole, dove la dea Nut mangiava il disco solare per partorirlo dopo 12 ore e far ricominciare il ciclo vitale del giorno: era la Valle dei Morti. E’ qui che infatti, cambiando completamente lo stile di sepoltura a forma piramidale del Basso Egitto, i faraoni cominciano a far scavare le loro tombe all’interno della montagna, posizionando il sarcofago alla fine di lunghi cunicoli. Entrando resti affascinato da una moltitudine migliaia di stelle nel blu nella volta celeste, le pareti che conducono alla cella sacra sono decorati con il viaggio verso l’aldilà che l’anima del faraone deve compiere e con il giudizio a cui deve sottoporsi per raggiungere la beatitudine eterna: scritti ed affreschi del Libro dei Morti. Le tombe venivano riempite di tutti gli oggetti appartenuti in vita al faraone, gli stessi oggetti che avrebbe usato nella sua vita ultraterrena; oggi le tombe sono completamente vuote, saccheggiate nei secoli da “tombaroli” senza scrupoli. La solo tomba trovata perfettamente intatta nel 1922 da Howard Carter è quella di Tutankhamon, il Faraone Bambino, morto presumibilmente all’età di 18 anni : abbattendo la parete che la chiudeva, si è presentato agli occhi dell’archeologo un immenso tesoro formato da una quantità incredibile di oggetti a lui appartenuti in vita: carrozze, vasi, piatti, scrigni, armi, troni, bauli, vestiti e centinaia di gioielli. Ma la cosa più strabiliante è la sua mummia conservata all’interno di 3 sarcofaghi antropoidi in oro o legno intarsiato d’oro; la sua maschera funeraria in oro massiccio, intarsiata di lapislazzuli, quarzi e pasta di vetro. Il tesoro è oggi custodito in 12 sale del Museo Egizio del Cairo.

Non abbiamo potuto visitare la tomba di Nefertari perché non era aperta al pubblico.

Torniamo al pullman e proseguiamo alla volta del al “Tempio della Regina Hatshepsut”, la quale svolse una intensa attività edilizia in tutto l’Egitto.

Famoso e questo stupendo tempio funerario realizzato a Deir el-Bahari nella Valle dei Re e delle Regine. Il complesso funerario della regina Hatshepsut è quello di dimensioni maggiori ed anche quello meglio conservato. Sul lato destro sorgeva probabilmente il tempio piramidale di Montuhotep di cui restano solo poche vestigia. Punto centrale del tempio di Hatshepsut è la parte denominata Djerser.Djeseru (la sublime sublimità) una struttura colonnata progettata ed eretta da Senemut, principale “collaboratore” della regina (ritenuto da alcuni il suo amante a causa di alcuni scarabocchi fatti da operai dell’epoca all’interno di una galleria in costruzione). La costruzione si trova al culmine di una serie di terrazze che un tempo erano decorate da giardini. In epoche molto successive la costruzione venne anche usata come convento cristiano.

Per ultimo visita al “Tempio di Karnak”.

Il complesso architettonico di Karnak è sicuramente il più grandioso ed imponente di tutto l’Egitto: era la casa del dio Amon-Ra e tutti i faraoni nell’arco di secoli hanno voluto onorare il dio costruendo parti del tempio, fino a farlo arrivare ad essere un vero e proprio labirinto di edifici sacri , decorati da colonne maestose, obelischi e statue. Attraverso un viale fiancheggiato da sfingi con corpo di leone con testa umana o di ariete, la statua del dio Amon lasciava il tempio per raggiungere la sua sposa Muth nel tempio di Luxor : dalla loro unione si rigenerava il mondo. La sala ipostila è una vera foresta di colonne, gigantesche, alte fino a 23 metri, decorate con bassorilievi e geroglifici con capitello a forma di papiro e loto.

Nel pomeriggio il “Tempio di Luxor”.

Il “Tempio di Luxor”, si trova sulla riva est, la riva dei vivi e della vita.

Amenofi III inizia la costruzione del tempio di Luxor; ogni faraone, dopo di lui, aggiunge parti architettoniche e decorative ed il tempio raggiunge il massimo del suo splendore con Ramses. Lo ingrandisce fino alle dimensioni attuali mettendo all’ingresso principale due colossi che lo rappresentano seduto e due obelischi, perfetti nelle proporzioni, di cui uno oggi si trova in Piazza della Concordia a Parigi. Qui si svolgevano le processioni dedicate al dio Amon, rappresentato all’interno del tempio con le forme del dio Min, il dio della fertilità, unito a sua moglie Muth e a suo figlio Khnos (la triade divina e protettrice di Luxor) Amon e Muth si univano qui una volta all’anno, congiungendosi via Nilo e rientrando poi a Karnak attraverso il viale delle sfingi.

Curiosità del tempio è lo Scarabeo portafortuna in granito, se giri attorno ad esso 3 volte in senso anti-orario si possono verificare degli eventi fortunati.

A fine visita la guida ci porta in prossimità del Lago sacro del tempio.

Prima di tornare al battello ci fermiamo in un Istituto del Papiro dove ci viene mostrato come si ottengono i fogli papiro dalla pianta stessa.

La sera dopo cena partenza dal molo in carrozza verso il mercato di Luxor.

Durante il percorso verso il mercato vediamo di tutto: dal macellaio con la carne circondata di mosche, il venditore di verdura strade dissestate e molto sporche, auto e furgoncini che corrono e suonano in continuazione.

Nel mercato le bancarelle sono molto colorate con spezie di tutti tipi e i venditori che ci propongono la loro merce in continuazione.

Alla fine della serata la guida Ascaraf ci ospita ad un bar e ci invita a fare una fumatine con il narghilè.

8° giorno – Lunedì 05.03.2007 LUXOR – ITALIA Mattina libera e dopo pranzo trasferimento all’aeroporto e partenza con volo speciale per l’Italia Un viaggio entusiasmante sulle tracce dei mitici faraoni e della più strabiliante civiltà mai apparsa sulla faccia della Terra, un viaggio inimitabile, che resterà per sempre nei nostri ricordi.

Letizia F.



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