Da El Alamein a Abu Simbel, deserti e reperti

Egitto Viaggio in CAMPER 15-12-2006 / 16-01-2007 Raul e Rosanna Tassinari di Forlì (clik per le immagini) gg Km descrizione pernottato V 15/12 340 Partenza da Forlì ore 15.15 – Dopo Parma, sull’autostrada della Cisa, passiamo a fianco incidente Clay Regazzoni. Si raggiunge Casarza Ligure, parcheggio in via De...
Scritto da: raulivo
da el alamein a abu simbel, deserti e reperti
Partenza il: 15/12/2006
Ritorno il: 15/01/2007
Viaggiatori: in gruppo
Egitto Viaggio in CAMPER 15-12-2006 / 16-01-2007 Raul e Rosanna Tassinari di Forlì (clik per le immagini) gg Km descrizione pernottato V 15/12 340 Partenza da Forlì ore 15.15 – Dopo Parma, sull’autostrada della Cisa, passiamo a fianco incidente Clay Regazzoni. Si raggiunge Casarza Ligure, parcheggio in via De Gasperi, z.I.,vicino al paese, con tante piante di limoni e pompelmi cariche di frutti.

Casarza Ligure, Via De Gasperi, z.I S 16 40 Colazione con focaccia ligure e pompelmo rosa, passeggiata lungo le rive del largo torrente. Trasferimento sul porto di Genova, pratiche e poi imbarco sulle 18. Siamo sulla nave-traghetto della GNV, Majestic In nave D 17 126 Sbarco al porto di Tunisi – La Goulette, circa alle 18. Per tutti: 5 ore di frontiera!!! Guadagniamo un po’ di strada percorrendo nella notte l’autostrada Tunisi-Sousse In uno spiazzo all’uscita autostrada L 18 590 di cui 488 in Tunisia Sousse (in lontananza si scorge il profilo dell’anfiteatro romano di El Jem) – Sfax – Gabes – Medenine – Ben Gardane: 3 posti di blocco e un cartello , poi frontiera (a km 488 da Sousse) alle 17.15 e dopo circa 6 ore siamo in LIBIA.

Cambio: 85,335 Dinari tunisini X 50€ Piazzale ingresso città romana di Sabrata M 19 513 Dopo aver visto l’alta sagoma dell’alto teatro di Sabrata con la luce dorata del mattino, riprendiamo il viaggio alle 8.30 e ci portiamo alla periferia di Tripoli, superstrada fino a Misratah, poi strada a 1 corsia, con dromedari ai lati e, frequentemente, vista del mare. Costeggiamo il Golfo della Sirte e ci fermiamo nella città di Sirte Sirte: nel giardino di un albergo vicino al golfo Me 20 612 E da ora in poi: alle 8.00 del mattino: volante in mano…Ancora si costeggia il Golfo di Sirte e si passa dalla regione Tripolitania alla Cirenaica. All’altezza di Ajdabiya, siamo vicino a Suluq, il luogo dove venne fucilato nel 1931 dall’esercito italiano Omar al-Muktar, eroe della resistenza libica contro il colonialismo italiano, detto “il Leone del deserto”, che è riprodotto nella carta moneta da 10 Din. Libici: è l’occasione per parlare di un po’ di storia recente e le ragazze – Giulia, Valentina, Laura, ascoltano attente- Iniziamo a percorrere la strada che “taglia” la Cirenaica: evitando la costiera, e Benghazi – Al Bayda – Derna, abbreviamo il percorso. Ci fermiamo a metà circa di tale strada: a Miten, quando mancano 185 km da Tobruk Miten, in luogo indicato dalla ns. Guida libica Moy: un tranquillo punto di sosta in prossimità di albergo G 21 328 di cui 20 in Egitto Miten (lontano, lungo strada, ci sono cave per l’estrazione di sasso per edilizia) – facciamo spesa ad Al Adam, dove c’è la moschea bianca con finiture verdi, tipica di ogni paesino libico o anche solo di agglomerato di poche abitazioni – periferia di Tobruk (cimitero francese, con croci doppie di S.Andrea, che è il fondatore della religione ortodossa; poi allevamento di faraone) – ancora 145 km di strada interessante: Kambut, Bardiyah, Umm Sa’ad, piccola tromba d’aria in lontananza, incrociamo tanti camion carichi di sanitari per bagni in mezzo alle balle di paglia… E siamo alla frontiera. Ci restiamo a lungo: ben 8 ore e 30 ! Le formalità d’ingresso in Egitto sono decisamente complicate; in parte sono affrontate dalla guida egiziana che ci attendeva: Aiman Ismail – e dopo tutto quel tempo ci ritroviamo con la patente egiziana e le 2 targhe in arabo su fondo giallo. Dopo averle fissate con il fil di ferro sulle nostre targhe “normali” e aver fatto 5 frontiere siamo finalmente in EGITTO, il paese che 324 faraoni hanno reso unico.

Mettiamo gli orologi avanti di un’ora.

Moneta: la lira egiziana o pound; 1 Euro = c.A 7,7 pounds Ci spostiamo di alcuni km per pernottare e la vista delle tantissime luci del golfo di Sallum ci sorprende dalla meraviglia. Presenza di tanti cani randagi bianchi, belli, di media taglia. Oggi, 21 dic., era il 1° giorno d’inverno: bel sole, 22° e maglietta a mezze maniche.

16 km dopo frontiera, spiazzo primo posto di polizia V 22 378 Scambiandoci opinioni con i cb, marchiamo le differenze che rileviamo tra i 2 paesi. L’Egitto ci sembra + povero della Libia: notiamo che pur essendovi anche qui, senza soluzione di continuità, i tralicci della linea elettrica, molte abitazioni non sono raggiunte dalla luce. Abitazioni modestissime: piccoli cubi, in genere con il somarello vicino.

Elaboriamo la teoria: elettricità = plastica: più precisamente pensiamo che dove la povertà è così sensibile non vi siano i mezzi per produrre rifiuti. Strano (rispetto alla Libia): qui alla tenuta del gregge di pecore o capre vediamo anche delle donne. Famiglia intere – moglie, marito, bambino – sono addette al sollevamento dell’acqua dal pozzo. Tanti, tantissimi gli alberi di fichi, bassi, contorti, con tronco e rami argentei.

Le stazioni radio altissime, i radar (che in lontananza sembrano grossi capezzoli) e le tante caserme di polizia contrastano con le scene di vita semplice e modestissima ed i tanti birocci con asino. Meno paraboliche nelle case. I bambini giocano con i copertoni di ruota per bicicletta.

La litoranea è a 4 corsie, con un buon fondo, separate 2 a 2 da una striscia di terreno, dove crescono anche le piantine di asfodeli che in questo periodo sono in parte fiorite. Noi abbiamo la staffetta dell’esercito, in testa e in coda: ad ogni paese –non sono poi così frequenti – c’è il cambio staffetta. A Neghila attraversiamo il coloritissimo mercato. Sempre di più i paesaggi e le figure che vediamo ci sembrano protagonisti di presepi… E la linea blu del mare – intensa e magnifica – ci insegue parallela per tutta la strada, che è quasi sempre litoranea. Lambiamo Marsa Matruh, dove c’è la spiaggia Rommel, la spiaggia di Cleopatra e il lungomare Corniche. Arriviamo a El Alamein, paese che ha influito sulle sorti della II guerra mondiale nel Nord Africa: qui le truppe alleate comandate dagli inglesi sconfissero l’asse tedesco-italiana nel nov. 1942, a seguito dello scontro delle truppe del generale Montgomery con quelle del feldmaresciallo Rommel (la volpe del deserto). Visitiamo il sacrario italiano, che raggiungiamo seguendo un viale di buganvillee lilla, rosa acceso, bianche e giallo ocra, progettato dall’ing. Paolo Caccia Dominioni, con pianta ottagonale, interamente in marmo di Carrara (con cupola che, rivista in foto, sembra un colabrodo…). Ci sono 5.000 caduti, di cui 2.000 ignoti. Il sacrario dà sul mare, che qui è color turchese sfumato, bellissimo; poi a piedi raggiungiamo un altro edificio moderno, c.D. Quota 33, che è il punto da cui iniziò la raccolta dei caduti. Piove.

Passiamo davanti al sacrario dei 4.200 soldati tedeschi: scuro, a pianta ottagonale, sembra la riproduzione di Castel del Monte (come è nella moneta di 1 cent di euro).

Lungo strada il cippo con la constatazione: <> Piazzale di ristorante a El Alamein, vicino a cimitero Commonwealth S 23 280 Ripartiamo, con meta Il Cairo, dopo aver sfiorato Alessandria d’Egitto (al ritorno, osservando un magnifico tramonto nelle vicinanze, ci diciamo di aver capito perché Giuseppe Ungaretti, che lì nacque, potè poetare “M’illumino d’immenso.”); autostrada nel deserto, poco affollata. Pozzi petroliferi – basi militari – piccionaie, tante piccionaie, vicine a molte abitazioni: è la presenza che contraddistingue tutto il viaggio: tronchi di cono bianchi con la parte superiore arrotondata, tanti fori e asticelle per far sostare i piccioni. A 125 km dal Cairo, sulla statale 11, troviamo una lunga serie di cartelloni pubblicitari (l’unica presenza di tutto l’Egitto) in cui sono pubblicizzate marche come Toshiba, Adidas, Bridgestone … notiamo la presenza di poche immagini femminili a far da richiamo pubblicitario.

Le risorse dell’Egitto sono: ü1 IMMENSA FORZA LAVORO ü2 MONUMENTI DEL PASSATO ü3 CANALE DI SUEZ Non è tra i > produttori di petrolio; ha fosfati e metalli preziosi. Molti contadini lavorano ancora con le stesse tecniche dei loro antenati, in contrasto con la frenetica vita delle grandi città. E’ il 2° destinatario degli aiuti USA, dopo Israele. Molti analisti stranieri stimano l’Egitto un mercato emergente, che oggi conta su un elevato incremento degli investimenti stranieri.

A Giza (si è già alla periferia del Cairo) intravediamo la sagoma della piramidi. Attraversiamo il CAIRO (la Parigi d’Africa), vedendo il Nilo e al centro del fiume l’isola di Zamalek, con vicino ambasciate e grandi alberghi. E’ la 2° città del mondo, con i suoi 17 mil. Di ab. Che con il pendolarismo sono + di 20 mil. Andiamo a posizionare i camper nel piazzale di sosta che l’Agenzia Misr ci ha ricavato, delimitandolo piacevolmente con grandi pannelli di stoffa colorata.

Poi con il pullman si va a GIZA, dove sono i grandi monumenti dell’antico Egitto in un vasto pianoro desertico a ridosso dei parcheggi e abitazioni La volontà di creare piramidi solide e a facce triangolari è dovuta al valore simbolico che tale forma riveste: si tratta della pietrificazione del raggio solare. Le 3 piramidi, 2550 – 2450 a.C. : Cheope (la + grande: h. 136, base 232 m), Chefren e Macerino: vicino a quest’ultima ci sono altre 3 piramidine, una per ogni moglie del faraone. La piramide di Cheope è molto suggestiva, con la punta liscia, più chiara perché rivestita di calcare, e il resto delle pareti a gradoni; è + sopraelevata di quella di Chefren e quasi le appare + grande.

Le piramidi testimoniano di 1 tecnica costruttiva di alto livello, tenuto conto della mancanza di attrezzi di ferro e di macchine per il sollevamento: i blocchi da costruzione, del peso di molte tonnellate, erano trascinati su scivoli e terrapieni, in tempi lunghi e con impiego di un elevatissimo numero di uomini e animali da tiro. Eccezionale è la precisione con cui questi monumenti, al cui interno la vita del faraone veniva garantita oltre la morte, sono orientati astronomicamente, rivolti a nord.

Sotto la piramide di Cheope l’enigmatica SFINGE, modellata in uno sperone di roccia calcarea: che emozione! Prima la vediamo di profilo, poi di fronte, e ci avviciniamo. Rappresenta il faraone Cheope come un felino nell’atto di vegliare sulla propria necropoli. Lunga 57 m, alta 20 m e provvista di lunga coda. Nel corso dei secoli venne considerata l’immagine del dio solare Horo dell’orizzonte (Harmakhis).

Al rientro in pulmann: il Cairo notturno, pieno di vita, luci e venditori.

Lo storico arabo del XIV sec. Ibn Khaldoun scriveva: “chi non ha mai visto il Cairo non può conoscere la grandezza dell’Islam. E’ la metropoli dell’universo, il giardino del mondo, il nido delle razze umane, la porta dell’Islam, il trono della regalità: è una città abbellita da castelli e palazzi e adorna da monasteri e dervisci e collegi retti da monaci e grandi eruditi.” parcheggio dell’agenzia Misr Travel – Madint Nasr – Il Cairo; molto distante dal centro D 24 0 Alle 5.30 ci sveglia il canto del muezzin, come in seguito avverrà in tante altre mattine. Meta: il Museo Egizio, creato dall’archeologo francese Auguste Mariette che nel 1850 era giunto in Egitto in qualità di funzionario del Louvre. E’ in un grande edificio di stile neoclassico, inaugurato nel 1902, che all’esterno ha tonalità bordeaux. Collezione che è la pietra miliare per la conoscenza e lo studio di quanto hanno lasciato 324 faraoni e principi e notabilie il popolo dell’antico Egitto: una delle civiltà più importanti mai esistite (da “Quark”, di Piero Angela!). Il museo ha oltre 100 sale su 2 piani; di frequente l’ordine di esposizione viene cambiato, per poter porre in visione reperti depositati nei magazzini.

Piano terra: la stele di Rosetta, che consentì di decifrare i geroglifici; sculture e statue più importanti, risalenti all’antico Egitto; interessantissimi i gruppi familiari in basalto verde, in particolare la triade di Macerino (il re è in piedi, con la gamba sinistra portata avanti e indossa il gonnellino a pieghe shendyt e la corona del nord). Bello il frammento di pittura delle oche di Medium, un dipinto naturalistico, e la testa di Nefertiti***, senza copricapo. Ci sono anche reperti riguardanti l’unica donna faraone: Hathsepsut.

Primo piano: reperti di < dimensioni e collezioni specializzate ma, soprattutto, il tesoro di Tutankamon, scoperto nel 1922 a Tebe/Luxor nell’intatta tomba del faraone che andò al trono a 9 anni, governò a 9 anni e morì a 18. Ci sono le tombe, una interna all’altra ; i gioielli sono splendidi (soprattutto il bracciali con gli scarabei blu e turchesi, come pure le calzature e i letti, che sono 7: la nostra guida Aiman ci dice che il periodo della mummificazione durava 70 gg. E il faraone veniva posto su un nuovo letto ogni 10 gg.; sono raffigurati i servi ed i loro attrezzi; tutte le sculture sono di un’incredibile bellezza e modernità).Un biglietto speciale (100 pounds = c.A. 14 €) dà l’accesso a 1 sala che accoglie 11 mummie di faraoni e regine, tra cui quella di Ramsete II, che visse fino a 67 anni.Interessante anche il giardino del Museo, dove c’è la tomba (in neoclassico francese!) di Mariette, ma soprattutto ci sono sculture e stele con geroglifici originali: si inizia a capire quanto sia importante la scrittura nei templi e monumenti dell’antico Egitto: qui la scritture demotica nasce per motivi di celebrazione e di culto e quindi ha un valore religioso e simbolico ed i primi geroglifici sono usati per rendere visibili i nomi dei re (cartigli) e per descrivere le divinità.La spedizione di Napoleone, militarmente fallimentare, segnò però l’inizio delle scoperte archeologiche in Egitto e gettò le basi dell’egittologia: da allora cominciarono viaggi e ricerche sui monumenti egizi e nel 1922 Francois Champollion riuscì a decifrare i geroglifici.Pranzo al ristorante Soirèe: riso, stufato di montone, pesce, verdure a volontà, dolci con profusione di gelatine, piccola pasticceria. Buona anche la birra egiziana.Poi si va alla Cittadella, che fu la residenza dei governatori mamelucchi e ottomani per più di 700 anni, iniziata da Saladino nel 1176. Bella la moschea di Mohammed Alì, che è l’emblema del Cairo, simile alla moschea Blu di Istanbul; nel cortile ha un orologio francese che è stato scambiato con l’obelisco di Luxor che è in place Vendome a Parigi: gli egiziani lo considerano ancora un tiro mancino dei francesi. Veduta panoramica su tutto il Cairo e sulle sue tante moschee. Sosta al bazar: AL KHAN KALILI (ingresso a fianco della Moschea di Sayyidna al Hussein, dove ferve la preghiera), con i venditori e belle antiche moschee, alcune in restauro. Cerchiamo il tipico caffè “Fishawi’s”, dove passava parte della sua giornata il premio Nobel egiziano per la letteratura Naghib Mahfuz, scomparso il 30/8/06. Al rientro passiamo davanti alla Città dei morti, grande quartiere dove la gente tuttora usa come abitazioni le antiche cappelle funerarie costruite tanti anni fa dai conquistatori fatimidi, abbasidi, ayyubidi, mamelucchi e ottomani.Cena in una sala dell’agenzia con ciò che ognuno portava, poi alle 21.30 arriva su un asinello Babbo Natale con tanti doni, con un bel barbone che ha una certa somiglianza con il camperista del n. 10, Andrea. Un po’ di musica dal vivo, ci scambiamo dolci vari e particolarmente gustosa è la bevanda veneta che prepara Renata: con 1/3 di grappa, 1/3 di vino, 1/3 di caffè, zucchero, limone e spezie, è fatto l’ottimo “parampolo” .parcheggio dell’agenzia Misr Travel – Madint Nasr – Il Cairo L 25 387 E’ Natale. Usciti dal caotico traffico del Cairo, siamo in spostamento per la strada delle oasi. Superiamo 6 October City, e poi la Green Valley, dove stanno realizzando tante nuove costruzioni e rendendo “verde” il deserto.Pranzo collettivo, nel deserto, al sole, con 1 ibis che ci osserva; ciascuno mette a disposizione il vino di provenienza della sua terra è così arriva anche il clinto di Attilio. Siamo nel Deserto grigio e ci accampiamo per la sera pochi km prima di Bahariya, intorno al fuoco, vicino a grandi dune sabbiose Deserto (a nord di Bahariya) M 26 150 Al mattino trovato ancora fuoco acceso e intorno le guide, la polizia e i vigili sul fuoco, che avevano vegliato su di noi. Giro per il deserto, all’alba; saliamo sulle colline nere, molti pezzi di tronchi pietrificati; sotto di noi, l’oasi. Sosta a Basiti, il principale paese dell’oasi di Bahariya, dove facciamo spesa nel locale mercato sulla strada di patate rosa, piselli freschi del deserto, melanzane, lenticchie, caramelle. Il loro pane ha una forma tonda, è doppio e, spezzato, forma una tasca che consente di fare bei panini farciti. Sia al mercato che trasportati dai carretti lungo le strade: enormi cavolfiori.In epoca greco-romana l’oasi di Bahariyah era la più rigogliosa, soprattutto riguardo a grano e vino con cui riforniva l’intera valle del Nilo; prova ne è la recente scoperta della vasta necropoli dove nel 1999 sono state rinvenute centinaia di mummie accatastate in probabili tombe di famiglia, con il loro corredo funerario composto per lo più da gioielli e ornate con maschere d’oro. Nel sito denominato Valle delle mummie gli scavi continuano e si stima che possano trovarsi circa 10.000 mummie. Andiamo a visitare le mummie dorate (sono 6, scoperte di recente) nel Museo di Bawiti, e poi 2 tombe sotterranee, con dipinti molto belli, e 1 tempio con graffiti. Dopo circa 50 km il deserto da grigio diventa nero. 2 soste; salita alla “Montagna di cristallo” di quarzo e gesso.Poi gradualmente si passa al Deserto Bianco, che è un ineguagliabile panorama di formazioni calcaree erose dal vento, di un candore abbacinante, che assumono un particolare aspetto magico e surreale all’alba e al tramonto.Entriamo un poco nel deserto bianco con i Camper e poi, purtroppo siamo in ritardo di 4 ore, inizia un breve tour con le jeep, ad osservare le tantissime formazioni create dall’erosione eolica degli speroni rocciosi (in alcune si possono riconoscere precise figure: gallina, fungo, …) – deserto vecchio, valle delle carote, deserto nuovo; tante soste per visione, foto, raccolta sassi. Nell’ultima sosta facciamo raccolta di sassetti neri, arrotondati, durissimi, su rocce bianche di silice, fragilissime.Nel tragitto di rientro ci fermiamo a goderci il bellissimo tramonto.Poi cena all’aperto sotto le stelle, preparata dai beduini locali: riso, pollo, verdure miste crude, patate/cipolla/spezie stufate assieme. Per dolce dei simpatici rotolini di pasta filo e miele, con cui faremo anche colazione: sono i gollash. Anche noi “aggiungiamo” dei generi, e si conversa amabilmente con gli egiziani, che ci parlano anche di Nasser e Sadat. La passeggiata notturna tra le rocce scintillanti di biancore e sotto le stelle stasera è particolarmente appagante. Acquisto di tappeto intrecciato su fondo nero.A nord dell’oasi di Farafra, al centro del Deserto bianco Me 27 313 Dal Deserto bianco ci spostiamo a Farafra: è l’oasi più isolata e piccola del deserto occidentale, che risale al tempo dei Faraoni; non vi sono sopravvissuti monumenti di quel periodo ma oggi nel piccolo centro abitato di case a 1 piano c’è tranquillità, intorno ai resti della fortezza –qasr- sulla collina. Visita all’abitazione/bazar tradizionale dell’artista BADR, che realizza belle composizioni con materiali naturali (foglie di palma, sabbia, sassi), sculture e acquarelli. La strada dall’oasi di Farafra all’oasi di Dakla ha paesaggi meravigliosi, che alterna la vista di rigogliosi frutteti a dune di sabbia chiara. Tra i diversi villaggi di Dakla il maggiore è Mut, ma il villaggio più interessante è El-Qasr, antica cittadella medioevale fortificata, tutta realizzata con mattoni di fango a secco, di cui oggi molte parti si presentano in restauro.Necropoli di Muzaknaka: tombe entro la collina di roccia, con mummie dorate di epoca romana. C’è la bandiera egiziana che sventola: righe orizzontali, in alto rosso – al centro, bianco con aquila dorata – in basso, nero.Qui gli uomini indossano la tunica grigia lunga ai piedi e copricapo bianco a turbante: siamo alle porte della Nubia.Le oasi dell’Egitto sono: – SIWA quelle della Nuova Valle: – EL FAFRA – EL DAKLA – EL KARGA – BAHARYA (valle delle mummie dorate) – FAYUM – a nord del Cairo, luogo di caccia oggi e al tempo dei Faraoni Resort Beir El Gabal (il pozzo della montagna) Tourist Camp, dell’oasi di Dakla, a pochi km da Mut G 28 230 Sostiamo nella capitale dell’oasi di Dakla: gustoso pane a tasca con polpettine di fave appena fritte e una delle tante bevute di karkadè caldo.Valle dei cammelli. Oasi di El Kharga , la più grande e moderna del deserto.Tempio di An-Nadura: fortezza sulla città, con geroglifici all’interno. Tanta presenza di militari con mitra.Ci avviciniamo al Tempio di Ibis, risalente al VI sec. A.C. E dedicato dall’imperatore persiano Dario al dio Amon, senza entrare, perché è in restauro.Visita ai Monasteri coopti della necropoli di Al Bagawat In spiazzo davanti ai monasteri Copti vicino ad El Kharga V 29 348 Spostamento El Kharga – Luxor, passando per altipiano di Limestone. A metà giornata festeggiamo due compleanni usando come base una pensilina di attesa della strada che attraversa il deserto. Alla periferia di Luxor la strada costeggia un canale e sull’altra sponda vi sono allineate le casupole davanti a cui vediamo tante scene di vita semplice e collettiva La visita serale di LUXOR –che è l’antica TEBE- ci rivela una città magnifica !!! Il tempio di notte è grandioso, con tutti i capitelli scuri a bocciolo di loto illuminati. Passiamo parecchio tempo al souk; cena nella rosticceria per piatti da asporto e panini “tasca” (con salsiccine nello stecchino, sformato, verdure con yogurth e fegato al limone) davanti all’hotel Emilio / meno di un Euro a testa!!! Acquisti con il divertimento della contrattazione; soprattutto di sciarpe “Gazala”, il lembo di stoffa decorata che tutti gli uomini portano intorno al collo o a coprire la testa (come nelle vignette del dolorante di denti).Area esterna garage Misr Travel, lungo strada aeroporto di Luxor S 30 5 In 5 km spostamento al Rezeyky Camp, che è in città, vicino al lungo Nilo di Luxor (all’inizio strada X aeroporto). In pullman visita a: Ø1 Valle dei Re, dove c’è la necropoli texana. Prima su 1 collina si vede la bella casa con cupola, in cui visse negli anni ‘20 l’archeologo Howard Carter nel periodo in cui ricercava la tomba di Tutankhamen; poi saliamo sul trenino che si addentra nella Valle, 1 gola dalle ripide e rosse pareti rocciose che è 1 inno alla potenza dei faraoni, i quali un tempo giacevano qui, in attesa dell’immortalità. Nella Valle sono state riportate alla luce 62 tombe scavate nella roccia, che sono numerate in ordine di scoperta; non tutte sono aperte al pubblico e ce n’è sempre qualcuna chiusa per restauro. I cartelli d’entrata aiutano a capire come si sviluppa la tomba che, in genere, è una sequenza di diversi vani le cui pareti recano testi geroglifici, dipinti nonché scene magiche e simboliche. Uno degli dei più presenti è AMON RA, che al mattino è scarabeo, a mezzogiorno è disco solare e a sera è testa di ariete. Nell’ordine visitiamo: §1 tomba di Ramsete IV (n. 2) §2 tomba di Tawosret (1° moglie di Sethi)/Sethnakht (n. 14)- soffitto decorato a volta celeste §3 tomba di Ramesse III (n. 11) §4 Tomba di Tutankhamen (n. 62), che richiede 1 biglietto supplementare, ma ne vale la pena soprattutto per gli affreschi alle pareti, anche se è spoglia perché dopo la sua scoperta nel 1922, il tesoro di circa 5.000 oggetti è stato trasferito al Museo del Cairo Dalla valle dei Re usciamo vedendo il caratteristico paesino di case basse di Gurna, che gli abitanti proprio in questo periodo sono costretti dal governo egiziano a lasciare, per ridurre la pressione di abitazioni sulle tombe.Ø2 Tempio della regina Hathsepsut (1503-1482 a.C.), regina dei faraoni, il cui magnifico tempio si erge su 1 pianura desertica, è addossato alla collina rocciosa di Deir El Bahri ed è a 3 terrazze; si dice fosse odiata dal figliastro Tutmosis III; nella cappella a dx nel 1997 un attentato terroristico ha ucciso oltre 40 turisti; 1 è la cappella di ANUBIS (dio della mummificazione e patrono degli imbalsamatori, rappresentato come sciacallo) e l’altra è quella della dea HATHOR, dalle sembianze di vacca, dea dell’amore e del piacere, figlia di RA.Anziché incentrare il culto funerario del faraone sulla tomba segretamente scavata nella Valle dei Re o delle Regine, Hathsepsut focalizza l’attenzione sul TEMPIO funerario e, insieme a Tutmosis III diede avvio ad una rinascenza dell’arte e dell’architettura Ø3 Colossi di Memnone (re d’Etiopia e figlio di Eos, dea dell’alba), alti 18 m. Ora sono isolati ma un tempo fiancheggiavano il tempio di Amenhotep III, ricchissimo di statue ma a poco a poco distrutto dalle inondazioni del Nilo. Uno dei 2 ha particolarmente attirato l’attenzione perché per tanti anni ogni giorno, al sorgere del sole,emetteva 1 suono musicale che i greci pensavano fosse il saluto che Memnone rivolgeva alla madre; il curioso fenomeno della voce, che ora non si ha più, probabilmente era dovuto dall’effetto combinato del cambiamento di temperatura allo spuntar del sole e di crepe nella struttura, generate dal terremoto del 27 a.C.Pranzo a buffet all’hotel Meridien, poi nel pomeriggio: Ø1 Tempio di Karnak è 1 spettacolare complesso di santuari, piloni e obelischi, tutti dedicati alle divinità tebane e alla celebrazione dei faraoni – km. 1,5 X 800 mt.. Qui tutto ha proporzioni gigantesche. Costruito, ampliato, smantellato, restaurato, ulteriormente esteso, per 1 periodo di oltre 1500 anni, fu il principale luogo di culto di tutto l’Egitto. Era il principale luogo di culto della triade texana: AMON (dio guerriero e della fertilità, in genere nelle vesti di uomo con corna d’ariete, MUT e KONSU (dio della Luna). Bellissimo il lungo viale tutto fiancheggiato ai 2 lati da grandi sfingi. Intorno al grande scarabeo in pietra giriamo 7 volte, per propiziare la fortuna Ø2 Tempio di Luxor, più piccolo, ma stilisticamente più coerente e suggestivo, funzionante per il culto dal 2000 a.C. Al 200 d.C.. 1 volta l’anno le immagini di Amon, di sua moglie la dea madre Mut e del loro figlio Khonsu venivano fatte risalire il Nilo dal tempio di Karnak in occasione della festa di Opet, in occasione dei raccolti, cosicché il faraone incontrava Amon per rinforzare i propri poteri divini e rinvigorirsi. Anche qui viale delle sfingi. Statue di Ramsete II e obelisco di granito rosa. Doppie file di colonne in granito quasi nero, papiriformi, con i capitelli a forma di germoglio di loto. Lungo un lato sorge la moschea di Abu al-Haggag, del 1300. E’ sera, ma non riusciamo a staccarci dalla bellezza del tempio; nel mentre c’è un bellissimo rosso tramonto sul Nilo.Luxor è tagliata in 2 dal Nilo; sulla sponda orientale ci sono i templi rituali (soprattutto il tempio di Karnak e quello di Luxor) ed è piacevole percorrere le sue strade a piedi o in carrozzella, mentre sulla sponda occidentale ci sono i templi funerari, zona che spesso è sorvolata da tante mongolfiere) Rezeiky Camp di Luxor, con docce calde; praticamente in centro D 31 217 >>il camper di Andrea si ferma, problemi di pompa e raider, poi parzialmente messo in condizioni di viaggiare ma perde gasolio da collegamento raider-iniettore<< E ora da Luxor ad AbuSimbel si viaggia solo in convoglio. Si passa per EDNA. Bellissimi panorami sul Nilo e piccoli paesi interessanti. Tempio di EDFU: completamente intatto, dissotterrato dalla sabbia da Auguste Mariette; la barca davanti al tempio è 1 copia perché l’originale lo portò al Louvre. Dio HORUS è il dio falco, dio del cielo, figlio di Iside e Osiride. Bambini e braccialetti con scarabeo. Baksheesh non è "mancia" ma letteralmente "condivisione di ricchezza". Bello il paese di Edfu. KOM HOMBO: il magnifico tempio è l’antica dimora di Sebek, il dio coccodrillo, dove tutto è doppio. Così i colonnati mettono in evidenza I bellissimi e semplici capitelli. Maestosa statua di uccello in granito nero: il dio Horus.Lungo la strada i paesini sono tinteggiati soprattutto di verde. A metà pomeriggio ci sistemiamo in un caravanserraglio ad alcuni km. Da Assuan. Pomeriggio di relax passeggiando lungo la sponda del Nilo (l’acqua che da lontano appare blu, da vicino è davvero marrone; frequente il passaggio di navi da crociera), tra i campi di sabbia coltivati, ad ammirare la particolare vegetazione di alberi e cespugli. A sera si cena assieme nel resort, poi musica nubiana e balli delle figlie di Addam, poi festeggiamo l’arrivo di Capodanno.Resort Addam’s Home, 12 km a nord di Assuan L 1/1/7 0 ASSUAN: magnifica**** La grande diga. L’Old Cataract Hotel, dove Agata Cristie ambientò il giallo “Assassinio sul Nilo”, in stile moresco-edoardiano.La diga britannica (vicino c’è l’accesso del palazzo del presidente Mubarak) Il tempio di Phile dedicato alla dea Iside, in mezzo alle rocce granitiche: agli inizi del ‘900, dopo la costruzione della diga grande, è stato smontato e ricostruito sull’isola Egelika (l’isola di Phile è non molto distante) Le bianche feluche. Il mausoleo dell’Aga Khan.Il giro del Nilo fino alla casa dei coccodrilli – il Nilo qui si restringe e il suo letto non è più di calcare ma di rocce di granito e diventa tortuoso “pranzo veloce” dalle 16.20 alle 17. Poi souk e ritrovo alla stazione. Acquisto di altre sciarpe Gazala e di fiori di loto.Resort Addam’s Home, 12 km a nord di Assuan M 2 295 Attraversamento di Assuan e vista del Cimitero Fatimido – Milite ignoto Atteso formazione convoglio fino alle ore 11 – Visita alla cava di granito e all’Obelisco spezzato e incompiuto. E poi via…Verso sud o l’Alto Egitto. Solo deserto di sabbia rossa e…Miraggi, ci appaiono isole con acqua in mezzo al deserto: in realtà è la rifrangenza della luce nelle bolle di calore, che produce l’effetto di visione d’acqua. Nel punto di > visioni, siamo distanti da Toshkey 50 km. Circa 100 km prima di giungere ad Abu Simbel superiamo il Tropico del Cancro (33° parallelo). Panorami simili al deserto libico dell’Akakus. Attraversiamo il canale di Toshkey o Tuskha, realizzato con acqua del Nilo per poter coltivare (estraggono il limo e lo vendono alla Germania come fertilizzante non chimico). Ad Abu Simbel: viale, con fioritura spartitraffico, pulito, a doppia corsia. Alla periferia: tante piccole case con cupole che sono recente opera di ingegneria, per refrigerare senza aria condizionata.

Visita al tempio di ABU SIMBEL, voluto da Ramsete II, che regnò per 66 anni dopo Sethi I; emerse per le guerre contro gli Ittiti (quella di Quadesh –1285 a.C.- è illustrata all’interno di questo tempio). Il tempio rappresentò, per gli architetti del faraone, una sfida che si sarebbe riproposta 2.000 anni dopo agli ingegneri di tanti Paesi che lo avrebbero salvato dalle acque del Nilo, a seguito della creazione del lago artificiale Nasser.

Venne interamente scolpito su un unico pezzo di roccia, con 4 colossali statue del faraone deificato sulla facciata, alte 20 m., più di 4 m. Da un orecchio all’altro, più di 1 la linea delle labbra. Oltre all’opera di tagliapietre e scultori, impegnativa fu quella dei pittori, con un interno dai bassorilievi epici, di un’ampia gamma cromatica. All’interno, nel cuore della montagna, si giunge al santuario dove c’è la triade (Amon-Ra, Harmakis e Path) di dei a cui era consacrato, più lo stesso Ramsete. Due volte l’anno, il 21 marzo ed il 21 settembre, all’alba, un raggio di sole penetrava per i 65 m. Che separano l’ingresso dal sacrario e va ad inondare di luce 3 delle 4 statue, ma non Path, che è il dio dell’oscurità! Accanto al tempio di Ramsete ce n’è 1 un po’ più piccolo, dedicato a sua moglie Nefertari.

Venne scoperto nel 1812. Nel 1964 il tempio, unitamente alla montagna cui si appoggiava, è stato oggetto di una colossale operazione archeologica e ingegneristica promossa dall’Unesco per salvarlo dall’inondazione del lago Nasser, il bacino creato dalla diga di Assuan: è stato tagliato in grossi blocchi e completamente spostato. E’ stato ricreato anche il “miracolo” del raggio di sole, che però ora ha un ritardo di 1 giornata! parcheggio sul lago Nasser, Abu Simbel Me 3 495 Ritorno: Abu Simbel – Luxor. Percorsi 100 km dopo Abu Simbel riattraversiamo il Tropico del Cancro. Ad Assuan: cambio convoglio. Bellissimi i piccoli paesi nubiani***** a nord di Assuan.

A Kom Hombo: carri di canna da zucchero in attesa del treno. Chiesto e avuto 1 pezzi X 1,5 m. Di fusto di canna da zucchero, che assaggiamo.

Anche i paesini nella zona di Edfu ed Esna sono eccezionali.

Canale alla ns. Destra. Magnifico tramonto. Arrivo alle 20 a Luxor; di nuovo lungo Nilo e poi souk. Davanti all’hotel Emilio buona impressione ci fa il modesto ristorante Piramidi, ma noi torniamo nuovamente al punto gastronomia per farci altri piatti locali, tra cui l’ottimo fegato al limone.

Rezeiky Camp di Luxor G 4 275 Nel camping, a fianco al nostro camper c’è una tenda con vicino un tandem-mountan-bike e carrellino rimorchio; è una coppia di tedeschi che in 6 mesi ha percorso: Germania, ex Jugoslavia, Turchia, Siria, Giordania, Israele e che alla media di 70 km giorno è arrivata a Luxor, poi andranno a Assuan, in pulman causa divieti ad Abu Simbel, per poi ritornare e andare con la bike fino al Cairo da dove in aereo ritorneranno a casa. Ci dicono che si sono trovati molto bene in Siria. Info sul loro sito www.Tandem-auszeit.De Partenza da Luxor; paesini lungo il canale; paese delle zucche.

QENA, strada verso N. Bellissime montagne rocciose dove, in passato vi si ritirarono molti eremiti; ora sono insediate tribù seminomadi. Le montagne qui si ergono in genere fino a 750 m, con punte che raggiungono i 1500-1600 m. Gli antichi le sapevano ricche di oro e altri minerali (La montagna + alta in E. È il Gebel Katerina, di 2637 m, nel Sinai). Giungiamo a Hurgada, e ci sistemiamo sulla spiaggia, proprio sul Mar Rosso, al Magawish Village, di proprietà della ns. Agenzia di viaggio, la Misr Travel. Raccolta di conchiglie particolari sulla spiaggia. Cena insieme: spaghetti aglio-oglio-peperoncino.

Sul mare, al Magawish Village a Hurgada V 5 0 HURGADHA: in barca nella barriera corallina*****, nella zona del parco marino protetto. 3 bagni !!! Rientro a metà pomeriggio, poi con taxi in centro al piccolo vecchio souk e nell’animato e moderno centro di Hurgadha, il cui viale principale è pieno di luminarie. Acquistato fragole e un frutto a forma di pera, dal nome gavafa.

15 km taxi solo andata = 40 pounds = 5,5 E Sul mare, al Magawish Village a Hurgada S 6 465 >>>> il camper di Claudio si ferma, problemi alla pompa, riparte solo al traino<<<< Partenza in convoglio alle h 12.18. Strada a doppia corsia, con la separazione di una lingua di sabbia di 15-20 m. A destra in vista il mare blu del canale di Suez e oltre... le montagne della penisola del Sinai; a sn. Rocce rosse – rosate – gialle, bellissime : sembra di essere in Francia nella cote de l’Esterel ed invece siamo 80 km a sud di Suez, nella zona del porto di Sokna. A nord di Zafarana c’è il "Zafarana Wind Park", con tantissime pale per l’energia eolica Þ il petrolio e suo relativo inquinamento lo vendono a noi, a caro prezzo, e loro si producono la pulita energia eolica (ogni pala produce circa 30 kw).Ad Ain Sokna giriamo a sn. E poi dopo 115 km. Si giunge al Cairo: stessa sistemazione dell’andata, nel camp organizzatoci dalla Misr Travel Agency.Capitiamo di essere invitati ad un matrimonio egiziano, e ci fanno partecipare ad un loro ballo; vorrebbero averci anche alla cena del matrimonio, ma decliniamo e andiamo in un posticino tipico pasteggiando con: zuppa di fave (ful) con limone – piatto di kebab – melanzane ripiene, cetriolo e patate – karkadè parcheggio dell’agenzia Misr Travel – Madint Nasr – Il Cairo D 7 130 Mattinata nel cuore del Cairo islamico. Splendida la Moschea Al Azhar, che significa “la fiorente”, dove c’è la più importante Università del mondo arabo, tuttora attiva; c’è anche la cappella destinata alle persone cieche – Case ottomane – Mercato locale della verdura frutta e pesce – bazar AL KAN KHALILI (nome del domatore di cavalli che nel 1382 costruì qui il khan o caravanserraglio); acquistato profumi. Ancora vista della ‘città dei morti’ (dove la gente vive avendo occupato antiche tombe) e magnifiche moschee di arte mamelucca.Non fatto: la più antica moschea della città: Ibu Tulum. Partenza alle 14 e arrivo alla Valle del Natrum (sostanza necessaria per la mummificazione), dove ci sono diversi Monasteri copti: visitato Deir Bishoi e sostato vicino al Monastero Deir Suriani, trovato già chiuso. Il frate che ci guida nella visita al Monastero, ha una particolare cuffia con ricami a punto croce, ci dice che in Egitto vi sono circa 1 milione di cristiani copti e che nella Valle di Natrum vivono circa 160 monaci. Oggi in Egitto la comunità cristiana copta, sopravvissuta a 14 sec. Di dominio mussulmano, continua a vedere in Cristo soltanto la natura divina; al Cairo c’è un intero quartiere chiamato “Vecchio Cairo” o “Cairo copto” che da 1500 anni è la roccaforte della comunità cristiana copta d’Egitto.Piazzale del Monastero Copto Deir Bishoi L 8 562 >>>> ultimo rifornimento in Egitto, poi piccola sosta e il camper di Claudio non riparte più, trainato da Miro circa 100 km fino alla sosta serale. A 186 km prima di Marsha Matrouh prendiamo la litoranea. Come sempre lungo il percorso vediamo tante colombaie. All’ingresso e all’uscita di Marsha Matrouh c’è il grande portale con il simbolo della gazzella sopra al traliccio del pozzo di petrolio.

A 20 km prima della frontiera di Sallum, vicino all’ultimo posto di polizia egiziano M 9 55 di cui 20 in Libia 5,30 ore per attraversamento frontiere. << si attende il carro attrezzi, dovrebbe essere subito dopo il passaggio della frontiera in Libia.>> Il camion per il trasporto mezzi!!! È un vecchio camion con rimorchio e inadeguato (senza rampa per cui provano a caricare il camper addossando il rimorchio ad una duna…), si prosegue al traino. Alla frontiera salutiamo i nostri accompagnatori egiziani: la guida Aiman, Geard, Mohamed e l’autista Alì. Fatto spesa di pane, mandorle, pistacchi e formaggini “la vache che rit”.

I paesi libici ora ci sembrano molto coloriti.

Area Higway Service Company in Libia, con piccola moschea. Località Bordi, 30 km dopo frontiera Totale chilometri in Egitto >>>> 4.640 Me 10 477 Attesa per il camion del recupero mezzi… Non si sa quando arriva, si attende.

Inizia il riattraversamento della Libia – periferia di Tobruk – in un paesino conosciuto il giovane bisnipote di Omar el Muktar.

Ajdabiya, davanti all’albergo Amal African Hotel G 11 540 Incredibile, questa mattina nebbia nel deserto.

Brega. Sosta pranzo a Bin Jawwad: giro del paese e suoi artigiani.

Belle fioriture lungo la strada in mezzo al deserto: piccole ginestre bianche e gialle, fiorellini gialli e poi asfodeli. Quasi sempre con la striscia blu del Mediterraneo a ds.; dromedari a bordo strada.

Poco prima di Sirte bellissimi paesaggi verdi, con fiori gialli, lilla tenue, alberi di eucalipti, prati, e poi il mare: una recente pioggia ha fatto esplodere queste magnifiche fioriture ! Hisha, dopo Sirte e 106 km prima Misurata e 195 prima di Leptis Magna V 12 391 Prosegue la vista delle fioriture del deserto: soprattutto i fiori lilla (sono narcisi selvatici o violacciocche?). Sabbia rossa. Acquisto di ceramiche a Leptis Magna e di piccolo tappeto a Sabrata.

Piazzale ingresso città romana di Sabrata S 13 469 100 km. Dopo Sabrata siamo in frontiera. Siamo in Tunisia. Acquisto di insalata e in 5 camper andiamo verso il paese dove espongono tantissimi peperoncini lungo strada ad essiccare: Bohuajla. Acquisto di crema di peperoncini, piccantissima = sarissa ((Per la prox volta in Tunisia: cercare l’amaro Tibalin)) Bohuajla, paese dei peperoncini, 28 km sud di Kairouan; in una corte fra le case D 14 220 Breve sosta all’antica reggia di Raqqada, lungo la strada normale RN1. Interessante la visita di Kairouan, con la grande moschea e l’animato suq.

Trasferimento a Tunisi, porto di La Goulette, e imbarco nave L 15 0 Sosta di qualche ora a MALTA. Giro dell’isola con il taxi, che ci conduce in angoli e scorci caratteristici, tra cui Mdina (la “città del silenzio, antica capitale medioevale, che offre la vista di tutta l’isola), poi visita dell’attuale capitale La Valletta (porta il nome di Jean Parisot de la Vallette, il cavaliere cui si deve la vittoriosa resistenza all’assedio dei turchi del 1565), che reca ancora l’impronta della dominazione inglese, dove i palazzi che si affacciano sulle strette vie a saliscendi e gradini sono mossi dalle “gallarija” o bow-windows, le piccole verande sporgenti, color verde inglese. Il taxi ci ferma davanti all’austera facciata della cattedrale di S. Giovanni, dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e dai ricchi interni barocchi, dove c’è un grande dipinto del Caravaggio . Non siamo riusciti a vedere I colorati “luzzu”, le tradizionali barche dei pescatori ornate con l’occhio di Osiride.

Lira maltese: equivale a circa 2,5 Euro Pranzo davanti alla cattedrale con il piatto tipico dell’isola: coniglio alla maltese.

nave M 16 40 Sempre in navigazione; arrivo a Genova Casarza Ligure, via De Gasperi, z.I Me 17 347 Partenza di buon mattino (la sveglia aveva ancora l’ora egiziana = 1 ora avanti). Arrivo a Forlì alle 11 circa.

Terminato il viaggio alla scoperta dell’Egitto, fatto con l’Associazione Camper Italia di Bologna. Organizzatore: Roberto Cumerlato, di Schio (VI) a casa Tot. Km 9610 di cui: Italia 767 Tunisia 1138 – Libia 3065 – Egitto 4640 Partenza con 97.323 km, rientro con 106.933 km Frequentemente abbiamo letto o sentito parlare di ZAHI HAWASS, Segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità egiziane.

Guide consultate: Lonely Planet EDT – Egitto Lonely Planet EDT – Libia L’Egitto – ed. Avventure nel Mondo … Meridiani: Egitto Meridiani: Libia Tunisia e Libia – Guida Blu del TCI Siti Internet interessanti: www.Anticoegitto.Net www.Stefaniasofra.It/immaginidallegitto articolo “Notte fonda sulle Piramidi” Espresso 22.2.07 – Conferma che a fine dicembre c’è la festa islamica del Sacrificio, con taglio di gola di tantissime pecore e vitelli, con un solo colpo di coltello, e il sangue che schizza



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