Ecuador: dalle Ande alle Galapagos!

I 2800 metri di altitudine di Quito e il sogno delle isole di Darwin
Scritto da: Francin
ecuador: dalle ande alle galapagos!
Partenza il: 13/08/2009
Ritorno il: 28/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Ho sempre concordato su alcuni tratti distintivi del tipico di maschio italiano: esemplare di uomo amante della pasta, destinato almeno una volta nella vita ad ingolfarsi di pizza fino a non poterne più ed incapace di trattenersi dal cantare il ritornello di ‘O sole mio” se solo ne sente fischiettare la melodia. Le mie perplessità riguardavano il proverbiale romanticismo e la passione per il mandolino…Su quest’ultimo ho ancora molti dubbi ma per quanto riguarda il romanticismo mi ci ha convinta Luca che mi ha portata fino alle Galapagos per parlarmi dei suoi desideri. Quanto ai miei l’essere in quel posto me ne faceva depennare dalla lista uno dei più grandi. Non avevo mai pensato di poterci andare davvero dato che ogni volta che leggevo le proposte di viaggio mi veniva da contare gli zero due volte per essere sicura di aver guardato bene. In realtà sono bastate due guide (quella della Routard e quella della Lonely Planet), una connessione ad Internet e qualche mese per mettere da parte 2500 euro a testa per ritrovarci catapultati a Quito, in Ecuador. 14 agosto 2009 Il nostro viaggio è iniziato da qui, aprendo gli occhi sorprendendoci di essere così arzilli alle 6 di mattina ora locale (le 13 ora italiana). Abbiamo passato la giornata a visitare Quito iniziando dalla parte vecchia che ho trovato essere la più bella non solo dal punto di vista architettonico, ma anche per la sua autenticità delineata da susseguirsi di negozi di festoni per gli eventi importanti e di calzolai che esponevano suole di ogni tipo. Un po’ ci è dispiaciuto di aver delle scarpe da trekking pressochè nuove con suole intatte e che non potevano essere lucidate dai numerosi lustrascarpe che si incontrano in Plaza De La Independencia, il punto centrale della Quito coloniale. Abbiamo passeggiato nella zona moderna al pomeriggio per le vie nei dintorni della piazzetta che si trova nel punto di incontro tra via Mariscal Foch e Reina Victoria. Qui ci sono i locali più trendy della città ed i giovani di Quito, l’aspetto ed il sapore europeggiante del luogo tra maxi schermi e Mojto si mescolano con i venditori di sigarette latino-americani da cui si può comprare anche solo una sigaretta! 15 agosto 2009 Ho iniziato la giornata ancora un po’ ammaccatta dai 2800 metri di altitudine a cui si trova Quito , ai quali io personalmente dovevo il malore della sera prima a cena e Luca doveva il bis di sopa per essersi mangiato anche la mia. Questa infatti è la seconda capitale più alta del mondo dopo La Paz in Bolivia. Abbiamo approfittato del mattino, in cui ci hanno detto che il cielo è solitamente più limpido, per prendere il nuovissimo TeleferiQo che fiancheggiando il vulcano Pichincha porta fino a 4100 metri per godere di una vista mozzafiato…Davvero in tutti i sensi! A me è piaciuto molto un piccolo poster che assicura “ora sei molto più vicino al cielo”. Dopo pranzo abbiamo preso un pullman e ci siamo spinti fino alla Mitad del Mundo dove passa la linea delle equatore e rapiti dall’emozione si finisce con il fare con gran soddisfazione una bella foto in perfetto stile chich internazionale piazzando un piede nell’emisfero sud ed uno in quello nord! I turisti più incalliti e navigati possono provare a farsi immortalare fingendo di tenere la palla del monumento tra le mani, ma non pensate sia un gioco da ragazzi, abbiamo visto dei giapponesi cercare la posizione per decine di minuti…Non so se mi spiego! Abbiamo trascorso la serata all’Hostal Auberge Inn un posto semplice ma molto carino, un po’ albergo e un po’ ostello, al cui interno c’è anche un agenzia di viaggi e un ristorantino dove ho mangiato il riso alle verdure migliore di tutta la vacanza.

16 agosto 2009 Da Quito a Latacunga ci sono circa 4 ore di autobus e usare i mezzi di linea è il modo migliore per assaporare una bizzarra usanza locale. Ad ogni fermata il pullman si anima di venditori di cibi di tutti i tipi gelati, pollo fritto, sacchettini di uno strano mix di legumi…Insomma i più forti di stomaco possono farsi dall’aperitivo al dolce! Arrivati a Latacunga alle 11.30 abbiamo giusto avuto il tempo di fare un passaggio fulmineo all’Hotel Rosim dove abbiamo lasciato gli zaini e ripartite al volo per Zumbahua con il pullman delle 12.00. Due ore di curve su strapiombi mozzafiato dove il verde del paesaggio è puntinato dal rosso e dal viola delle gonne delle donne andine, quindi 20 minuti di “camioneta”- una specie di Pick Up dove ci si siede dietro all’aperto – per arrivare alla Laguna Quilitoa: lo spettacolo di questo lago all’interno del cratere di un vulcano è grandioso e la sosta varrebbe un po’ più di tempo per soffermarsi con calma in uno dei piccoli Hostal gestito da famiglie andine. 17 agosto 2009 Siamo partiti con una guida contattata a Latacunga per andare a vedere più da vicino il Cotopaxi, che con i suoi 5897 mt di altitudine è il vulcano attivo più alto del mondo. L’altitudine richiede qualche tappa per acclimatarsi, cosa che a noi è riuscita benissimo dato che oltre al lago ed al museo che si trovano all’interno del parco abbiamo sostato ancora un po’ causa rottura della cinghia della macchina della nostra guida! Per fortuna qui vige un sacco di solidarietà di fronte a queste dure jelle e così abbiamo proseguito il giro aggregandoci a due francesi ed alla loro guida, meta della giornata: il rifugio sul vulcano. Il rifugio è un’infingarda casetta dal tetto giallo che si trova a soli 300 mt di dislivello dal parcheggio…Ma per fare questi 300 mt ci vogliono ¾ d’ora ed un bel po’ di soste e boccheggiate per arrivare ai suoi 4800 mt! Davvero emozionante mangiare una zuppa infreddoliti in una stanza tra persone infreddolite come te che parlano tante lingue diverse, e cercare di indovinare chi si spingerà ancora più su fino alla cima del cratere.

18 agosto 2009 In Ecuador è difficile salire sul pullman sbagliato, a meno che non si sia sordi sordi perché i bigliettari scendono ad ogni fermata urlando per 5 minuti di fila la destinazione raccattando i viaggiatori incerti…Insomma si sale sul mezzo giusto senza chiedere informazioni a nessuno e ci si sente più ganzi! E così eccoci sistemati in men che non si dica ai nostri posti in direzione Cuenca, terza città dell’Ecuador quanto a popolazione, che è stata nominata dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità grazie al suo centro storico di epoca coloniale. Il tragitto dura circa 7 ore durante le quali si assiste ad un progressivo cambiamento di paesaggio dove le tipiche case ecuadoregne mezze in costruzione con i muri non intonacati lasciano il posto ad abitazioni di stile più europeo che anticipano l’atmosfera della città. Il viaggio è stato lungo ma arrivare in un posto bello come l’Hostal Macondo ha ripagato ogni fatica! Si tratta di una bellissima casa coloniale con tanto di giardino interno, le cui stanze sono arredate con mobili antichi…La nostra era quella imperiale con l’unico neo di affacciarsi direttamente sul patio pieno di viaggiatori intenti a scrivere sul loro PC o a leggere…Privacy inesistente! La sera cena messicana in un buon ristorantino che si chiama El Pedregal Azteca.

19 agosto 2009 Giornata intera con il naso all’insù a guardare le belle case coloniali che adornano le vie di Cuenca. Io volevo tantissimo mangiare nei chioschetti del mercato ma l’odore forte di carne cruda adagiata sui banchi senza refrigerazione mi ha fatta desistere! E meno male così Luca ha potuto chiedere un menù al cameriere di “Mama Kinua” per guardare cosa mangiare e vedersi portare da questo, che stranamente non aveva capito il suo perfetto spagnolo, due menù interi dalla sopa al seco de pollo (riso con pollo)! Questo locale è gestito da un’associazione di comunità indie e propone menù a base di cibo andino ottimi quanto a gusto e a prezzo (2 menù completi 3 dollari). Camminando su e giù dal Parco Calderon al centro della città fino a raggiungere i vari mercati De Las Flores, De San Francisco etc… Abbiamo potuto lasciarci affascinare dalle suggestive facciate ed i patii di tanti edifici di questa cittadina universitaria che con i suoi negozi alla moda si discosta molto dalle altre città dell’Ecuador. Per salutare degnamente il loco abbiamo fatto la nostra ultima cena al Bar Eucalyptus, un locale carinissimo dove si magna di tutto proveniente da tantissimi posti del mondo.

20 agosto 2009 La mattina siamo stati al mercato artigianale di Plaza Rotary che ora non è più in piazza Rotary ma che a me ha dato la gran soddisfazione di fotografare una tipica gelataia locale che alla faccia del sole equatoriale si portava sulla testa un grande vassoio pieno di gelato sfuso con dentro piantati una serie di coni! All’ora di pranzo abbiamo ripreso un pullman per andare a Guayaquil, ultima tappa del nostro viaggio sul continente. Il tragitto è iniziato con una mancata precedenza da parte di un camionista che al nostro autista non è proprio andata giù e così è iniziato un animato battibecco che ha avuto il suo culmine in un “indio brutto!”… In effetti sono cose che non si dicono e c’è voluta una guardia per dividerli! Con questo antefatto l’autista ci ha dato dentro e abbiamo viaggiato a tutta birra su per stradine di montagna piene di tornanti…Abbiamo rischiato la vita e qualcuno ha patito di stomaco ma intanto siamo arrivati a destinazione con un bell’anticipo. Ripresi dallo shock ci siamo riposati un po’ in albergo e poi siamo andati a fare cena nella zona del Malecon il bellissimo lungofiume della città ristrutturato nel 2000 che offre una bella passeggiata nel verde ed invita i turisti ad arrampicarsi su per i 444 gradini (tutti numerati!) che portano in cima al Cerro Santa Ana da cui si può ammirare una stupenda vista a perdita d’occhio.

21 agosto 2009 Dopo tanto sognare ecco la pelle d’oca e la commozione che immagino da tempo: partiamo per le Galapagos! Incredibile per una ignota fortuita ragione ci mettono in prima classe e noi ci bulliamo tantissimo…Anche se Luca impiega tutto il viaggio a capire come regolare il suo sedile! Prima di atterrare veniamo tutti disinfettati e poi…Eccoci qui nel paradiso che ha ispirato Darwin e affascinato studiosi e amanti della natura di tutto il mondo. Aeroporto, autobus, traghetto, ri-autobus e finalmente il cartello “Puerto Ayora” villaggio più grande dell’isola di Santa Cruz e dell’intero arcipelago. In questa prima ora abbiamo già visto dei pellicani, delle iguane, dei leoni marini…Si percepisce subito di essere un posto davvero unico al mondo. Mangiamo qualcosa in un localino del porto con dei simpatici ragazzi italiani conosciuti in aereoporto, quindi andiamo a posare le nostre cose alla “Casa del Lago” un posto dove ci si trova davvero a casa tra pareti colorate, arredamento fatto di materiali riciclati e la cordialità della gestrice: Elena. Questo non è un albergo ma un caffè culturale con solo tre stanze dotate di cucina dove noi abbiamo deciso di passare la prima e l’ultima notte alle Galapagos mentre per la parte centrale della settimana abbiamo prenotato una crociera. Dopo esserci riposati passeggiamo su un lungo sentiero tra alberi ed uccellini di Darwin fino alla Tortuga Bay, una spiaggia di sabbia bianchissima dove si cammina tra iguane e pellicani. Devo dire che oggi ho veramente capito che cosa si intende quando si dice rimanere senza fiato! Io e Luca ci siamo sentiti ospiti affascinati di una natura splendente e ci è venuto spontaneo parlare sotto voce per non disturbare quel magnifico spettacolo. Col tramonto del sole siamo tornati in paese per assaggiare la Langustina (aragosta) tipica del loco, beatamente seduti in uno dei tanti chioschi all’aperto di via Herrera e poi a letto presto per far venire prima domani dove inizieremo la nostra avventura in barca.

22 agosto 2009 Che felicità finalmente partiamo per la crociera in barca a vela che aspetto da quando l’abbiamo prenotata, esattamente 6 mesi fa, via internet attraverso l’agenzia viaggi dell’Hostal in cui abbiamo soggiornato a Quito (www.Equateur-voyages.Com) Siamo riusciti a prenotare una della crociere di 5 giorni e 4 notti più economiche per modici 800 dollari a testa! Incuriositi e d emozionati conosciamo i nostri compagni di viaggio, altri 7 ragazzi provenienti da tutta Europa, e vediamo la nostra barca: incredibile sembra la barca dei pirati con tanto di bandiera con teschio e tibie. Dopo esserci sistemati nella nostra confortevole ma piccolissima cabina scopriamo con piacere che il cuoco di bordo è davvero eccezionale.

Nel pomeriggio andiamo al Centro Darwin di Puerto Ayora, dove si possono vedere diverse specie di tartarughe giganti, tra cui il tartarugone George famoso in tutto il mondo perché – come mi ha detto una collega – è il tipico esempio di maschio che piuttosto di starci si estingue. E in effetti è proprio così perché nonostante negli anni abbiano cercato di proporgli fior di tartarughe lui non ha mai ceduto. Io personalmente mi sento solidale con quelle poverette! Finita la visita abbiamo fatto una tappa ottimistica di gruppo in farmacia per comprare le pastiglie per il mal di mare e poi tutti in barca perché appena finita cena si parte alla volta di Floreana.

23 agosto 2009 Dopo un’abbondante ed ottima colazione saliamo sulla nostra piccola barchetta a motore che dal galeone ci accompagna fino al minuscolo porticciolo dell’isola. Non serve molto tempo per accorgersi che quest’isola non ha niente a che vedere con quelle che abbiamo visto sino ad ora nella nostra vita, saliamo le scalette che portano dal mare a terra e dobbiamo fare attenzione a non inciamparci nei leoni marini che dormicchiano…E poi a non pestare le code delle iguane che prendono il sole. Incredibile qui si sa ha proprio la sensazione di essere un animale tra gli altri, si percepisce un senso di parità che ci infonde un grande rispetto per la natura che ci ospita. Stiamo in silenzio accucciati a guardare il pelo dell’acqua per vedere le teste delle tartarughe sbucare, gli scogli per inseguire con lo sguardo i granchi che zampettano velocissimi ed il cielo in cui si affollano i boobies dai piedi azzurri.

Lasciata la zona del porto ci siamo inerpicati per una stradina attraverso una vegetazione fitta e selvaggia fino a raggiungere una zona dove camminando per il bosco si possono incontrare le tartarughe giganti che oziano o passeggiano in compagnia degli uccellini di Darwin che le puliscono dei parassiti che si insidiano tra le rughe del collo o sul guscio. La nostra meta finale è il covo dei pirati in cima alla collina…Inutile dire che dopo 2 giorni su un galeone qui ci sentiamo a casa. Dopo pranzo ci bardiamo di tutto punto per fare snorkeling e immergendoci ci rendiamo conto che l’isola è quasi deserta ma sott’acqua c’è una quantità di vita indescrivibile: i pesci che ti tagliano la strada in branchi foltissimi, le tartarughe marine che sembrano volare nell’acqua e i curiosissimi leoni marini con cui Luca vanta un faccia a faccia diretto nell’esatto istante in cui ha deciso di vincere la sua diffidenza nei confronti del boccaglio e mettere la testa sotto.

24 agosto 2009 Ci svegliamo e quella che avvistiamo dagli oblò è l’isola di Isabela, abbiamo di nuovo viaggiato tutta la notte. Il programma di oggi si preannuncia molto avventuroso perchè raggiungeremo la vetta del vulcano …A cavallo tra sentieri di fango e panorami sconfinati. Decisamente all’altezza delle aspettative, e anche oltre: la guida non ce l’aveva detto che avremo rimbalzato su e giù al trotto e anche al galoppo, senza contare i cavalli più competitivi del gruppo che hanno regalato ai maldestri fantini emozioni da ippodromo. Per potersi immergere a pieno nei paesaggi di lava è necessario proseguire poi a piedi lungo un sentiero che corre tra colate e cactus e che giunge al suo culmine nei pressi di un cratere tutt’ora attivo che accoglie i visitatori con folate di zolfo. Da questo punto con lo sguardo si accarezza davvero tutto il fascino delle Galapagos, è proprio il posto ideale per sfoderare i nostri panini e mangiare tutti insieme. Al ritorno abbiamo le ossa rotte ma ne è valsa la pena perché mi viene la pelle d’oca a raccontarvelo anche ora che sono qui a scrivere affondata nel mio pouf a casa. Come dopo ogni faticata che si rispetti veniamo colti nel pomeriggio da una fame incredibile e dedichiamo la maggior parte del tempo libero sulla spiaggia a mangiare succulente tortillas e yogurt con pezzi di frutta fresca. Questa notte finalmente non viaggiamo e così possiamo sentirci giovani e fare una serata alternativa a quella imposta dal mal di mare che riesce a far sdraiare sempre tutti alle 20.00. Sfidando le onde con il nostro piccolo motoscafo torniamo sull’isola a Puerto Villamil dopo cena e ci godiamo un buon cocktail a ritmo di musica.

25 agosto 2009 Quest’oggi dovremo aguzzare la vista perché la nostra barchetta a motore ci porterà lungo le scogliere di Isabela ad avvistare i pinguini, i boobies dai piedi azzurri e tante altre specie di uccelli. Durante il viaggio ci accompagnano diversi leoni marini che si avvicinano facendo capolino con la testa e passando sotto la barca, insomma sono davvero degli animali amichevoli. Scendiamo a terra per andare a scoprire un’immensa colonia di piccole iguane che ci appaiono molto umane nel loro stare fisse con la faccia rivolta al sole in posa tintarella. In realtà per questi animali scaldarsi prima di entrare in acqua è necessario per non surgelare nelle fredde acque dell’Oceano e così l’orizzonte è gremito di teste di iguana girate tutte nella stessa direzione come se stessero guardando un film al cinema. Lungo il sentiero che si inerpica su e giù dalle colline si possono anche vedere un bel numero di squali che dormicchiano nei tunnel di lava che costeggiano l’isola con un cartello che suggerisce ai più temerari di non andarci a nuotare. A nessun essere vivente in effetti piace essere svegliato e raramente è di buon umore quando accade…Figuriamoci gli squali. Ci spingiamo fino ad una spiaggia dove a forza di strizzare le palpebre avvisto un bellissimo corallo…Ma guardando meglio tutto quello su cui appoggiano i nostri piedi sono frammenti di corallo! Sono davvero bellissimi. Torniamo alla barca passando vicino alle spiaggie dove le iguane depositano le uova ed alle pozze di acqua dove i granchi corrono di lato da uno scoglio all’altro e sono così veloci che sembra che camminino sul pelo dell’acqua. Nel tragitto di ritorno al nostro galeone ci prepariamo psicologicamente a fare snorkeling in mezzo agli squali: vittime dei paurosissimi film sull’argomento cerchiamo di fare i duri ma in realtà battiamo tutti un po’ i denti. Iniziamo a nuotare tra branchi di pesci colorati fino a che la guida ci annuncia che siamo arrivati in prossimità del canale dove si trovano gli squali ma è davvero bassissimo, poco prima Luca si è messo in piedi per svuotare la sua maschera dall’acqua e aveva fuori quasi tutta la pancia! Personalmente conoscendo la mia maldestraggine temo di dare una pinnata in testa allo squalo e quando me lo vedo passare sotto rimango come paralizzata. E’ stato un tuffo al cuore incredibile ma bello e di quel tipo di immagini che hai l’idea che non ti dimenticherai. Dopo pranzo ritorniamo a Puerto Villamil e percorriamo il lungo camminatoio in legno che porta al Centro de Crianza una specie di nido-asilo per tartarughe dove ci fanno vedere anche una piccollissima tartarughina di pochi mesi. Un ultimo sguardo a questo paradiso infuocato dal sole della fine del giorno per incollarci nella memoria il maggior numero di ricordi possibili da portare con noi perché purtroppo domani sarà il nostro ultimo giorno in questo magnifico arcipelago.

26 agosto 2009 Dopo una nottata di sballottamenti a causa del mare un po’ mosso arriviamo al porto di Puerto Ayora dove si conclude la nostra crociera. Quello che purtroppo non si conclude per un bel po’ è la sensazione di essere in movimento così siamo passati dal soffrire il mal di mare al soffrire il mal di terra. Con questi postumi ci trasciniamo alla Casa del Lago dove passeremo l’ultima notte della nostra vacanza e rimaniamo li a riposare per quasi tutto il giorno. Arriva in fretta la sera e ci concediamo ancora una bella passeggiata per le vie del paese e una cena in un piccolo ristorantino all’aperto. Domani torniamo a casa, la nostra avventura è finita per quanto riguarda le Galapagos ma la gioia più grande è che da oggi stesso ne è iniziata un’altra.



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