Dubliners

Breve viaggio di lavoro a Dublino, città non bellissima, ma dall'atmosfera magica
Scritto da: Alice Monitillo
dubliners
Partenza il: 21/05/2013
Ritorno il: 24/05/2013
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Il lato positivo del mio lavoro è che a volte mi porta a viaggiare di qua e di là in Europa. Questa volta la trasferta è stata Dublino e io ne sono stata particolarmente contenta, perché è una città che ho sempre voluto visitare, senza mai averne avuta l’occasione. Inoltre, essendo un viaggio di lavoro, praticamente non ho speso nulla di tasca mia! Per quanto riguarda il volo, l’andata l’ho fatta con Ryanair da Roma Ciampino a Dublino T1 al prezzo di 54 euro. Il ritorno invece ho volato con Aer Lingus verso Milano Malpensa per 75 euro. I voli sono stati prenotati poco più di un mese prima del viaggio, quindi il prezzo lo considererei equo. Per l’albergo invece ho alloggiato al Temple Bar Hotel, in pieno centro, nella via dei pub di Dublino. La tariffa a noi concessa è stata di 90 euro a notte con la colazione, ma credo che per un “comune” turista sia lievemente superiore. Onestamente ritengo che la tariffa sia superiore al valore dell’albergo, in particolare, nelle stanze non c’è il mini bar, nessun prodotto da bagno e soprattutto la notte non si riesce a dormire a causa del casino che arriva dalla strada! Io in particolare, grazie alla mia solita fortuna, avevo la stanza al primo piano che affacciava direttamente sulla strada. Il risultato è che per 3 notti non ho dormito. La prima a causa di un paio di giovanotti che si sono messi a suonare la chitarra e a cantare sotto la mia finestra. La seconda perché verso mattina presto non so cosa stessero facendo ( asfaltando la strada, scaricando un ponteggio, svuotando un numero infinito di bidoni dell’immondizia…), ma facevano un gran baccano e la terza perché sembrava che avessi una festa proprio dentro camera mia, dal vociare e dai canti che si sentivano provenire da sotto la mia finestra. Non è che comunque a quelli che hanno le camere che affacciano internamente vada molto meglio, perché alcune di queste danno su un grosso impianto di condizionamento, costantemente acceso, tant’è che sembra di stare in un aereo ( questa a detta della mia amica Monika). Quindi, qualora prenotiate al Temple Bar, assicuratevi che vi diano un piano alto con affaccio interno -e non sul condizionatore-!! In alternativa, chiedete di cambiare stanza, due mie colleghe l’hanno fatto senza problemi, io, stupidamente, no. Per quanto riguarda il clima, diciamo che il tempo è stato clemente perché non ha mai davvero piovuto ( solo una mezz’oretta il giovedì, ma per fortuna io ero al coperto). Le temperature invece sono state piuttosto basse ( la minima girava attorno ai 6-7 gradi), infatti io sono morta di freddo, perché come sempre pensavo e speravo che a maggio avrebbe fatto un po’ più caldo!!!

GIORNO 1 Partenza da Ciampino puntuali alle ore 16h35. Il volo è durato tre ore e tra la vendita di sigarette, profumi, cibo e quant’altro sono arrivata a Dublino in perfetto orario. Particolare curioso, mentre l’aereo si apprestava a raggiungere il terminal, ho scorto, comodamente parcheggiato e coi motori coperti, un aereo della Windjet, compagnia siciliana che non opera più dall’autunno 2012 ma del cui destino non si sa nulla. Chissà cosa ci faceva lì, forse non hanno più i soldi per riportarlo a Catania! Comunque, dall’aeroporto le opzioni per arrivare in centro sono due: autobus al costo di 6 euro sola andata ( 10 a/r) oppure taxi. Siccome ero in giro per lavoro ed erano già le 19h00 ( nei paesi anglosassoni si mangia presto e temevo che avrei saltato la cena se fossi arrivata oltre le 20h!) ho deciso di prendere un taxi. Ci ho messo circa 20 minuti e mi è costato 18€70. Arrivata all’hotel ho preso possesso della mia stanza, carina, spaziosa e ovviamente ricoperta di moquette, come tutto l’albergo, ma non ci si può aspettare altro in Irlanda!

Ho poi incontrato la mia amica Monika alla reception e insieme siamo uscite alla ricerca di un posto in cui mangiare. Vicino all’hotel c’è il famoso pub Temple Bar e un paio d’altri dove già stavano suonando musica dal vivo. Noi però abbiamo deciso di andare in un ristorante vero e proprio, piuttosto che un pub, così alla fine ci siamo fermate allo Shack Restaurant, poco distante dal Temple Bar. Io ho mangiato un buon fish&chips ( pensavo mi avrebbero portato delle specie di bastoncini Findus, invece mi è arrivato un solo trancio di pesce fritto) e una torta denominata chocolate brandy cake, che in realtà assomigliava ad un salame al cioccolato venuto male. Il tutto per 23 euro. Particolare estremamente interessante e che mi ha reso particolarmente felice: in Irlanda, come in USA e in Francia ( qui però solo su richiesta) ti portano gratuitamente l’acqua ( del rubinetto ovviamente)!!! Per una che non beve nient’altro come me, è un bel risparmio! Finita la cena siamo ovviamente andate a sentire un po’ di buona musica dal vivo, prima al Temple Bar e poi in un altro paio di pub li attorno. Devo dire che è stato veramente bello, l’atmosfera era fantastica e la musica ( tradizionale) davvero bellissima. Inoltre, essendo tutti locali particolarmente affollati, non c’è bisogno di consumare per forza qualcosa, si può semplicemente entrare e stare in piedi ad ascoltare la musica senza che nessuno ti dica niente! Tra l’altro, nell’ultimo pub in cui siamo entrate, ci hanno perfino chiesto la carta d’identità!!!

GIORNO 2 Il mio lavoro sarebbe cominciato solo il pomeriggio, così ho avuto tutta la mattina per girarmi il centro di Dublino. Dopo una notte insonne causa rumore, sono scesa a fare colazione verso le 8h, per avere più tempo possibile per fare la turista. La colazione all’hotel è buona e ricca, c’è ovviamente tutto l’occorrente per rimpinzarsi bene: dagli ingredienti tipici delle colazione inglese/irlandese ( uova, bacon, salsicce, fagioli…) ai classici delle colazioni continentali (latte, cereali, yogurt, brioches, marmellate…). Con lo stomaco bello pieno sono partita alla volta di Dublino, con l’obiettivo di vedere il più possibile durante la mattinata. Obiettivo raggiunto, perché il centro di Dublino è veramente piccolo e girabile tranquillamente a piedi. Nell’ordine sono stata prima al Trinity College ( non ho purtroppo visitato la biblioteca perché non era ancora aperta), al monumento di Molly Malone, alla Cattedrale di Christchurch e a quella di Saint Patrick. Particolare poco piacevole, tutte le chiese di Dublino ( quantomeno quelle famose) sono visitabili solo a pagamento. Visto che a me tali luoghi interessano relativamente poco, ho deciso di fare un giro solo a Saint Patrick, per altro quella meno cara, 5€50. Dopo sono stata al parco di St Stephen, bello e terribilmente verde e poi a Merrion Square, che alla fine è un altro parco. Qui c’è il memoriale di Oscar Wilde, una stata di lui “stravaccato” su di una grande roccia, il cui sguardo dice molto più di mille parole! Ormai molto stanca dalla lunga passeggiata mi sono avvicinata alla sede del lavoro e ho fatto un giro a Grafton Street, la via dei negozi, che non è assolutamente nulla di che. Girandomi tutto il centro ho notato una cosa: non ho visto a Dublino nessuna piazza, perlomeno non piazze come le intendiamo noi, belle larghe e spaziose. L’unica che pensavo fosse una piazza ( Merrion Square), si è rivelata essere un parco! Il pomeriggio l’ho passato tutto all’ufficio del Parlamento Europeo in Irlanda, peccato, perché fuori c’era un’occhiata di sole. La sera, siccome eravamo in tanti, un nostro collega ci ha portato in un ristorante chiamato Market Restaurant, che probabilmente in origine era una fabbrica, l’unico in grado di contenerci tutti. Non ho mangiato male, peccato che servissero cibi spagnoli…infatti ho preso due tapas. Cosa particolarmente sgradevole, per ogni tavolata superiore alle 6 persone ti applicano il 12,5% in più sul prezzo finale. Mi piacerebbe tanto sapere la ragione… La serata l’abbiamo terminata di nuovo al Temple Bar a sentire della buona musica, anche se i gruppi della sera precedente erano migliori.

GIORNO 3 Il terzo giorno a Dublino l’ho passato tutto al lavoro, con gli occhi che mi si chiudevano un po’ per la noia e un po’ per la mancanza di sonno. La sera i colleghi irlandesi ci avevano organizzato una serata con cena e danze tipiche. Siamo andati al Teacher’s Club in Parnell Square West, che altro non è che un ex appartamento in un villino georgiano, adibito a club privato. Abbiamo cenato con pietanze tipiche irlandesi: un antipasto con salmone, un primo composto da stufato di carne con patate e carote e per dolce un’apple pie. Il tutto molto semplice ma delizioso. Io ho addirittura preso una pinta di Guinness ( di cui ci hanno omaggiato),e sono piuttosto fiera di me, perché benché non piacciano le birre, sono riuscita a berne metà bicchiere ( il resto è rimasto lì)! Poi un gentile membro del club ci ha intrattenuto sulla storia della casa e infine ci ha recitato un pezzo tratto da Dubliners di Joyce. Il tutto ovviamente in inglese, infatti della parte recitata non ho capito praticamente nulla. Poi siamo scesi tutti al piano interrato, che si è rivelato essere una sala da ballo, dove c’era un insegnante di danza e due musicisti che ci attendevano. Ovviamente io ho evitato di prendere parte alle danze e ho fatto da spettatrice, devo dire che però i colleghi che hanno partecipato si sono divertiti molto! Finite le danze siamo tornati di sopra, dove avevamo cenato, e con mia sorpresa e gioia ci siamo trovati davanti un gruppo di persone, circa 6-7, che attorno ai tavoli su cui c’erano appoggiati vari bicchieri di birra, stavano amabilmente suonando ballate tipiche irlandesi. C’erano tanti strumenti: violino, chitarra, fisarmonica, flauto…ed è stato davvero bello e suggestivo, perché suonavano come se fossero stati nel salotto di casa loro, per il solo piacere di suonare, il tutto in un’atmosfera magica, illuminata dal chiarore delle candele e da luci soffuse. Davvero, davvero bello! Se c’è una cosa che non dimenticherò mai di Dublino è l’atmosfera magica che trasmettono i musicisti con la loro musica, la passione e l’amore che mettono nel suonare e il trasporto che coinvolge anche il pubblico, che sempre accompagna i musicisti cantando e battendo le mani.

GIORNO 4 Ultimo giorno a Dublino, finalmente libera dal lavoro. Avendo oramai visto tutto il necessario del centro cittadino, io e Monika abbiamo preso la DART ( trenino urbano) e per 5€25 a/r siamo andate ad Howth, piccolo villaggio sulla costa ad una ventina di km da Dublino ( ringrazio gli altri turisti per caso, perché è grazie alla lettura dei diari che ho scoperto l’esistenza di Howth!). Abbiamo preso il treno a Tara Street, fermata prima della principale Connolly Station, e più vicina al nostro albergo. Il viaggio è durato poco meno di mezzora, su un trenino tranquillo, pulito e soprattutto riscaldato!!! Arrivate ad Howth ci siamo incamminate verso il paese. Tirava un vento gelido da portar via, e ho maledetto me stessa di non aver portato vestiti più pesanti e soprattutto muniti di cappuccio. Siamo andate fino al faro, rischiando non solo di venir portate via dal vento, ma anche dalle onde. Dopo abbiamo proseguito alla volta della passeggiata sulla scogliera. Si può scegliere di fare più sentieri differenti, tutti che arrivano e partono dallo stesso posto ( è difficile riuscire a perdersi). Noi abbiamo scelto quello giallo, che prevedeva il giro a bordo scogliera e il rientro dall’interno. In realtà poi, non sono così certa che l’abbiamo seguito, perché durante il percorso ci sono poche indicazioni. La camminata è durata circa un paio d’ore, per una distanza coperta di 7 km, stando ai cartelli, ed è stata molto piacevole, per nulla faticosa. Il paesaggio era bellissimo, brullo, puntellato qua e là da splendidi cespugli dai fiori gialli. Diverso da come me lo sarei aspettato. Avendo visitato le Cliffs of Moher, dall’altra parte dell’Irlanda, mi sarei aspettata anche qui tanto tanto verde e tante pecore e mucche. Invece di animali neanche l’ombra, salvo qualche cavallo di proprietà al pascolo, e anche il verde non era poi così verde, nel senso che il paesaggio era più brullo e costellato di cespugli e vegetazione varia, piuttosto che di sola erba. Siamo arrivate a vedere il Bailey Lighthouse in lontananza e poi, dapprima siamo finite nel giardino della casa di qualcuno, poi abbiamo ripreso la retta via e siamo arrivate al The Summit. Io pensavo fosse qualcosa o ci fosse qualcosa, in realtà invece è solo il punto più in alto della passeggiata. Da lì siamo ritornate indietro prendendo la strada più interna ( presumibilmente il sentiero giallo) della scogliera e siamo ritornate al villaggio. È stata una bellissima passeggiata, nella tranquillità più totale. Gli unici rumori erano il vento, quando soffiava bello forte e gelido, e il mare, quando il vento ci dava tregua. Pagherei per poter abitare in posti come quelli che abbiamo visto, tranquilli e pacifici. Unico neo, ho notato un po’ troppa immondizia durante la passeggiata ( bottiglie di birra e generi alimentari vari). Per essere l’Irlanda non solo mi sarei aspettata una pulizia totale, ma anche più educazione…

Rientrate al villaggio siamo andate a cercare un posto dove mangiare e, grazie a Monika, abbiamo scelto il The House Garden, un piccolo ristorantino in Main Street. Abbiamo mangiato divinamente, che per gli standard anglosassoni è un voto davvero epocale. Abbiamo preso una zuppetta di patate e spinaci per cominciare e soprattutto per riscaldare il sangue nelle vene, reso ghiacciato dai 7km di passeggiata al vento, poi io ho preso uno splendido e gustoso piatto che consisteva in mezza pagnotta tostata con su una piccola bistecca, con a sua volta sopra degli anelli di cipolla fritti e della rucola ( credo). Il tutto accompagnato da una salsina di blue cheese ( scopro da Wikipedia che è un modo per denominare i formaggi con la muffa) e maionese messa a parte. Davvero delizioso, mi viene ancora l’acquolina in bocca!! Benché fossimo già strapiene, abbiamo concluso gustandoci l’ultimo thè della vacanza con degli scones fatti in casa spalmati di ottima marmellata di fragola e l’immancabile ciuffo di panna montata. Anche qui ovviamente l’acqua era gratis, che gioia! Questo splendido pranzo è costato circa 20 euro a testa, in un ambiente delizioso, con anche un grazioso fuocherello a riscaldarci. Finito di pranzare siamo lentamente ritornate alla stazione, dove abbiamo preso la DART che ci ha riportato in città, facendoci ripiombare bruscamente nel tran tran cittadino.

Per tornare all’aeroporto ho di nuovo preso un taxi, c’era traffico per uscire da Dublino, e il costo è stato di 25€70 ( di cui 3€ di un non ben identificato extra). Arrivata in aeroporto mi sono congedata da Monika e mi sono diretta all’imbarco del mio aereo per Malpensa, per scoprire che ovviamente era in ritardo di un’ora!!!!! Ad ogni modo, tutto è bene ciò che finisce bene, e a casa ci sono arriva comunque, distrutta dal viaggio, ma contenta e soddisfatta delle esperienze vissute.

Ho sempre amato l’Irlanda, pur avendone visti solo pochi pezzi. Dublino e Howth mi confermano l’amore per questa terra splendida e per l’atmosfera magica che emana. Quanto vorrei comprare un pezzo di terra ai margini di una scogliera e viverci serena e felice sorseggiando tazze di thè e leggendo buoni libri mentre fuori piove!

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