Buoni consigli per Dublino

La città, i musei, i pub e i ristoranti
Scritto da: diamante81
buoni consigli per dublino
Partenza il: 29/12/2010
Ritorno il: 04/01/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Ciao a chi legge. Come al solito il viaggio è fai da te e low cost anche se non ci facciamo mai mancare l’hotel, il ristorante e le visite a musei e gallerie d’arte. Il viaggio è raccontato in ordine cronologico, come piace a me, e, di tanto in tanto, troverete dei CONSIGLI. Le descrizioni dei musei e dei monumenti visitati sono state omesse per non rendere troppo lungo il racconto e perché, in ogni caso, potete reperirle ovunque.

Prenotiamo un volo Ryanair da Roma Ciampino a Dublino A/R (196,06 euro totali), l’autobus che dalla costa adriatica abruzzese ci porterà direttamente in aeroporto A/R (79,20 euro totali) e l’hotel Grafton Capital in Lower Stephen Street per 6 notti (379,95 euro totali).

MERCOLEDI’ 29 DICEMBRE 2010 (bus + aereo + bus + 800 metri)

Si parte. Grazie all’autobus diretto potremo goderci il viaggio verso l’aeroporto guardando un film sull’ipod e mangiando i panini preparati a casa. L’autobus che collega la zona nord della costa adriatica abruzzese con gli aeroporti di Roma Ciampino e Roma Fiumicino è il Gaspari Bus che al costo di 22 euro a tratta (è previsto uno sconto per i biglietti A/R) evita ai viaggiatori di dover effettuare cambi. Inoltre è consentito il trasporto di due bagagli a persona gratuitamente. Gli orari di partenza sono tre e noi scegliamo l’ultimo perché l’aereo partirà alle 20:30. Nonostante l’ora di ritardo che il bus accumula a causa del traffico arriviamo con largo anticipo in aeroporto e decidiamo di superare immediatamente il primo controllo.

CONSIGLIO 1: l’aeroporto di Ciampino è ancora piuttosto piccolo ed è consigliabile arrivare preparati, soprattutto se si deve aspettare qualche ora. Se si viaggia con bambini assicuratevi che abbiano qualcosa da fare altrimenti si annoieranno molto presto.

CONSIGLIO 2: aeroporti e compagnie aeree ricordano che non è possibile portare a bordo più di un bagaglio a mano e la Ryanair, in particolare, non concede nemmeno una piccola borsetta oltre il trolley. Le restrizioni sono legate allo scarso spazio in cabina. Ricordate che, nel caso portiate con voi zaini o borsette, oltre il bagaglio a mano, che non entrino sotto il vostro sedile e debbano essere messi nello scompartimento in alto, state sottraendo spazio ad un’altra persona che, in alcuni casi, potrebbe essere costretta ad imbarcare il suo bagaglio. Naturalmente in questo caso non dovrà pagare l’addebito però avrà la seccatura, non prevista, di dover aspettare il suo bagaglio al nastro trasportatore.

I controlli sono stati veloci ma poco efficenti. Aspettiamo in una zona tranquilla vicino ai gate vuoti e ci godiamo l’attesa leggendo, guardando film e sorseggiando tè. Alle 19:30 l’accesso al gate si affolla e anche noi ci prepariamo per il secondo controllo (questa volta bastano la carta d’imbarco e quella di identità). Al gate si presenta l’eterna lotta tra l’italiano (in quanto essere umano) e la fila (in qualità di concetto incompreso dall’italiano citato prima). Superato l’ostacolo ci ritroviamo in aereo pronti al decollo. Partiamo in ritardo e, ovviamente, arriviamo in ritardo. Ciò comporta la perdita dell’Airlink e il ripiego sull’Aircoach, l’unico mezzo disponibile per raggiungere il centro di Dublino alle 23:45 (ora locale), eccetto il taxi che, però, sarebbe stato più dispendioso. Il biglietto solo andata costa 7 euro a persona.

CONSIGLIO 3: assicuratevi di conoscere le alternative per raggiungere il vostro hotel/ostello/b&b/casa di amici in caso di abbondante ritardo del volo. Un aspetto positivo dell’Aircoach è la rete wi-fi disponibile a bordo che è risultata utile per pianificare l’itinerario da fare dalla fermata al nostro hotel. Scendiamo al Trinity College e da lì ci incamminiamo con Marzia e Roberto, due amici conosciuti sull’autobus, verso Grafton Street. Roberto conosce il nostro hotel e ci da le indicazioni giuste quando, alla fine della via, le nostre strade si dividono. Il Grafton Capital Hotel è in Lower Stephen Street, una posizione strategica, e la camera è spaziosa, pulita e ben fornita di comodità. Troviamo il phon, l’asse ed il ferro da stiro, lo stira pantaloni, la cassaforte, il bollitore per l’acqua con una selezione di tè e caffè, latte. In bagno c’è la vasca. Le recensioni su questo hotel, nel bene e nel male, sono più che veritiere. Il rumore che proviene dal disco pub al piano terra dura anche dopo le due di notte. Noi eravamo al 5° piano e la musica arrivava attutita ma non oso immaginare chi fosse nelle stanze al 2° o al 3° piano come facesse a dormire. In realtà la musica a noi non dispiaceva, anzi, era quasi una ninna nanna. Purtroppo, però, uno strano ronzio proveniente da qualche aspiratore che passava vicino alla nostra camera (e che si sentiva in tutto il piano) è stato più difficileda sopportare. Ma ci si abitua a tutto! 😉

GIOVEDI’ 30 DICEMBRE 2010 (circa 4 km) Il rumore proveniente dai diversi vani situati in vari punti del corridoio continua tutta la notte e prosegue durante il giorno. Per noi, però, è ora di colazione e non ci interessiamo più al ronzìo. Il mio compagno ed io seguiamo una alimentazione vegetariana perciò non approfitteremo del classico pasto mattutino a base di salsicce, pancetta, etc. Bensì delizieremo il nostro palato con gli ottimi dolci della pasticceria irlandese. Facciamo colazione al penultimo piano del St. Stephen’s Green Shopping Centre, da O’Briens, con uova strapazzate, toast, marmellata, tè e spremuta d’arancia (7,10 euro). Questo bar non si affaccia sul parco ma è buono, pulito e con personale cortese. A pancia piena ci dirigiamo verso il Dublin Castle ma sono rimasti solo i tour guidati pomeridiani, obbligatori e compresi nel biglietto d’ingresso; scegliamo il turno delle 14:45 così avremo tempo di pranzare e, soprattutto, di vedere lo spettacolo di luci e suoni, il SOLAS Festival, nel giardino del Castello. Dopo aver prenotato e pagato in anticipo la visita degli State Apartments del Dublin Castle abbiamo raggiunto la splendida Chester Beatty Library. Premetto che adoro lo stile orientale perciò nel valutare questa incredibile collezione sono di parte ma devo aggiungere che l’ingresso è gratuito quindi vale la pena anche solo dare un’occhiata.

CONSIGLIO 4: molti musei ed attrazioni di Dublino sono gratuiti perciò, anche se non siete amanti dell’arte o della storia, provate ad entrare in qualcuno di essi: potreste scoprire di avere una nuova passione! 😉 Al primo piano della Chester Beatty Library c’era una mostra sugli eroi ed i re di Shahnama: una esposizione di oltre cento pagine di miniature e testi che raccontano la mitologia iraniana e che ci aiutano a comprendere la profonda affinità e le similitudini tra le culture del mondo. Viene raccontata, ad esempio, la storia di Raperonzolo con la sola variante del nome (nel Shahnama la principessa si chiama Rudaba). Abbiamo anche visto la variante del mito di Prometeo che nel Shahnama prende le vesti di Hushang che trova il fuoco cercando di uccidere un dragone. La leggenda dice che Hushang cercò di uccidere un dragone con una pietra ma mancò il bersaglio e l’arma colpì un’altra roccia provocando una scintilla che si trasformò in fuoco. Da allora ogni anno viene celebrato il ringraziamento per il dono del fuoco (Feast of Sada). Al termine della visita ci accorgiamo che manca meno di un’ora al tour del castello e decidiamo di mangiare all’interno della Chester Beatty Library. Il profumo è invitante e l’atmosfera rilassata. Il pranzo è servito in stile self-service e ci sono molte proposte. Abbiamo avuto modo di vedere le porzioni prima di ordinare e pertanto decidiamo di prendere un piatto in due. Un enorme burrito di verdure e legumi, riso basmati e verdure stufate ci costano 10,85 euro. Le opzioni vegetariane comprendono anche una sfogliata di spinaci, la mussaka vegetariana e diverse insalate “componibili” al momento. Leuniche opzioni vegane, invece, erano il burrito e l’insalata.

CONSIGLIO 5: a Dublino è possibile mangiare quasi ogni tipo di cucina (irlandese, inglese, francese, italiana, spagnola, cinese, giapponese, tailandese, indiana, persiana e americana sono solo quelle che abbiamo visto).

CONSIGLIO 6: in tutte le vie che abbiamo visitato o in cui siamo passati i ristoranti, bar e café hanno il menù esposto ed è facile capire se fa al caso vostro oppure è meglio girare al largo. Chi segue una alimentazione vegetariana, è celiaco o allergico a qualche alimento non avrà problemi perché tutti i menù contengono almeno una opzione vegetariana, i cibi per celiaci sono indicati e lo stesso vale per gli alimenti che possono essere fonte di crisi allergiche. Vita meno facile ce l’hanno i vegani anche se, tra cucine etniche e ristoranti specializzati, è più facile cenare fuori a Dublino che a Roma. Il ristorante per eccellenza in cui tutti possono mangiare (ogni piatto ha delle sigle che indicano per quali soggetti è indicato) è il “Cornucopia” in Wicklow Street. Alle 14:45 siamo pronti per iniziare il tour del Castello. La guida è un ragazzo molto simpatico ma la visita non mi è piaciuta perché preferisco osservare le cose con i miei tempi. Il tour era in inglese ma per coloro che non comprendono l’inglese parlato basta organizzarsi con una guida cartacea in italiano. Non sarà possibile ridere alle battute della guida ma almeno si avrà un’idea di cosa si sta guardando! 😉 Il tour dura un’ora perciò manca meno di mezz’ora all’inizio del SOLAS Festival. Ci sediamo su una panchina del giardino e aspettiamo guardando le prove degli artisti.

CONSIGLIO 7: la città di Dublino è fiera delle sue proposte di eventi organizzati nel periodo natalizio e di Capodanno. Ci sono numerosi siti che, a ridosso delle vacanze, fanno un elenco delle attività. Il programma del “Dublin New Year’s Festival” era reperibile sia in internet che in formato cartaceo per conoscere alcune delle attività più belle da fare nel periodo compreso tra il 30 dicembre 2010 e il 1° gennaio 2011. Lo spettacolo SOLAS è stato davvero bello: trampolieri, giocolieri, cantanti ed un mix di luci e suoni. Gli abiti erano favolosi e le acrobazie spettacolari. Il giardino si è riempito di gente (l’evento era gratuito ma “solo” 1500 persone potevano entrare). Lo spettacolo è finito poco dopo le 18:00 ma tra una chiacchierata ed una passeggiata lungo il quartiere di Temple Bar il tempo è passato velocemente e noi siamo a stomaco vuoto. Abbiamo cercato il ristorante vegetariano “Govinda’s” ma lo abbiamo trovato chiuso. Camminiamo un po’ per raggiungere il ristorante indiano “Surma” in Lower Camden Street, all’incrocio con Charlotte Way. Sembra piccolo ma ha un piano rialzato ed una stanza oltre il bancone. Appena seduti ci hanno portato il paddam (sfoglia croccante tipo tortillas da accompagnare con tre salse diverse e verdure tritate, tutto servito in piattini separati). Conoscendo le porzioni indiane abbiamo chiesto di poter ordinare un solo menù completo vegetariano. Non solo ce l’hanno permesso ma ci hanno servito le porzioni già divise nei piatti e ben sistemate. Sono dei veri artisti. Tutte le portate sono state servite in piatti originali e disposte con cura e fantasia. Il menù comprendeva un samosa, onion bhajee, pakora di verdure, onion kulcha, vegetable balti, vegetable patale, aloo gobi, riso e gelato. Da bere abbiamo preso l’acqua e abbiamo pagato 19,95 euro in totale.

CONSIGLIO 8: l’acqua è spesso gratuita al ristorante o al self-service mentre nei fast-food e in diversi supermercati, dove viene venduta in bottiglia, è abbastanza cara (circa 1 euro al litro l’acqua naturale più economica).Di solito, date le nostre finanze, non lasciamo mance se non siamo obbligati ma in questa città, dove la mancia è facoltativa, fin’ora le abbiamo sempre lasciate con il sorriso sulle labbra. I camerieri si sono dimostrati eccezionalmente disponibli, pronti ad accettare le nostre esigenze, professionali ed allegri. Usciti dal ristorante ci dirigiamo verso l’hotel che dovrebbe essere vicino ma, come al solito, ci perdiamo tra i tanti incroci e le vie tutte uguali e ciò ci aiuta a digerire.

VENERDI’ 31 DICEMBRE 2010 (circa 5 km)

Iniziamo la giornata sorseggiando il tè in camera e mangiando i biscotti allo zenzero che abbiamo comprato ieri al Tesco Express di Camden Street.

CONSIGLIO 9: i Tesco Express sono un’ottima soluzione non solo per fare la spesa serale ma anche per uno spuntino quando pub e ristoranti hanno chiuso perché rimangono aperti almeno fino alle 23. Usciti dall’albergo ci siamo diretti verso la parte sud del St. Stephen’s Green Park ammirando la United Church, una bella chiesetta incastrata tra edifici anonimi, la Neuman House e la Newman University Church. Decidiamo di non andare subito in Kildare Street ma di percorrere la Merrion Row e raggiungere l’omonimo parco, il Merrion Park. Lungo la Merrion Upper Street vediamo i Government Buildings, in cui non è possibile entrare, oggi, poiché i ministri sono a lavoro, il National History Museum, interessante per coloro a cui piace vedere animali impagliati, e la National Gallery. Quest’ultimo museo raccoglie molti dipinti interessanti, per gli amanti dell’arte come me, e sono tutti ben disposti. Il mio rammarico riguarda il progetto di restauro che è stato approvato e, in alcuni musei, già avviato e che trasformerà musei dall’architettura classica in palazzi futuristici in vetro e cemento. Tutto ciò mi dispiace non solo perché sono amante dell’arte classica ma anche, e soprattutto, perché non siamo ancora in grado di creare edifici che con il passare del tempo rimangano di eccezionale bellezza. Di solito, purtroppo, un palazzo moderno perde il suo fascino (e, a volte, anche la sua solidità) in meno di dieci anni! Alla National Gallery l’audioguida in italiano e il guardaroba sono compresi nel prezzo perciò non esitate a liberarvi di borse e cappotti, chiedete l’audioguida e, se non vi interessa l’arte, seguite il profumino che arriva dal café o dal ristorante al primo piano. Quest’ultimo ha un ottimo menù ma è troppo caro per noi (16 euro per una sola portata) mentre il café è troppo costoso per quello che offre. Per questo motivo ci siamo incamminati verso il “Cornucopia” in Wicklow Street, un rinomato ristorante vegetariano/vegano/per celiaci/per soggetti con problemi di intolleranze e allergie alimentari. L’ambiente è in perfetto stile dublinese mentre la cucina spazia tra la tradizione e il moderatamente etnico. Abbiamo preso una zuppa piccola, una pasta sfoglia ripiena e cotta al forno, cus cus con verdure, un mix di legumi e patate spendendo meno di 16 euro. L’acqua, come sempre, è gratuita. Vicino al ristorante c’è il Dublin Tourism Centre in St.Andrew’s Street situato all’interno di una antica chiesa il cui campanile è visibile a diversi isolati di distanza. Ci siamo rivolti all’ufficio turistico per sapere cosa fare stasera ma nessuna delle proposte ci è piaciuta e siamo usciti diretti verso Temple Bar. Lungo la Trinity Street, però, incontriamo “Pichet”,un café/ristorante. La nostra golosità ha la meglio e prendiamo due cioccolate calde e uno scone (dolcetto) ai lamponi fatto in casa. Il tutto ci viene servito con panna montata, marmellata di more e burro serviti a parte al costo complessivo di 5,25 euro. Usciti al café ci incamminiamo verso Temple Bar dove possiamo ammirare i numerosi pub citati nelle guide, su internet e nelle vostre recensioni e abbiamo percorso qualche chilometro lungo il canale attraversando i due ponti, l’Half-Penny bridge e il Millennium bridge, e ammirando la cupola delle Four Courts. Verso le sei torniamo in hotel per dormire un po’ prima della serata e alle otto siamo pronti per cercare un posto dove cenare. Ci fermiamo allo “Zaytoon” in Parliament Street, un self-service/ristorante persiano con cucina a vista ed un ottimo profumo all’interno del locale. Ordiniamo l’unico pasto vegetariano, il Vegetarian Doner/Kebab, in porzioni mini (7 euro l’uno). La porzione mini consiste nella piadina tipica del kebab grande poco meno di una pizza al piatto su cui poggiano, tagliate a fette, una zucchina, due pomodori, mezzo peperone, cinque funghi champignon, un quarto di cipolla e insalata, barbabietole e radicchio tritate; il tutto è condito da salsa piccante e salsa all’aglio (che io non ho fatto mettere perché non la gradisco). Questa volta l’acqua non è compresa e rimaniamo a bocca asciutta perché le bevande sono tutte in lattina e non ci ispirano. A questo punto non ci resta che fare ciò che rimando da tre giorni e che chiunque sia venuto a Dublino fa appena sceso dall’aeroporto: bere una Guinness! Per questo scopo prendiamo la Essex Street e ci immergiamo nella folla. Trovare un pub in cui potersi sedere è stata un’impresa impossibile e per questo scegliamo una tea room con pub interno. Si tratta dell’Octagon bar, all’interno del Clarence Hotel, in Essex Street. Il posto è molto bello ed elegante e per l’occasione era stato ingaggiato un dj che mixava musica dagli anni ’80 ad oggi passando per colonne sonore e musical! Irresistibile. Finalmente provo la Guinness che, come sospettavo, non mi piace e più della metà finisce nello stomaco del mio compagno di viaggio. Sono le 23.35 locali e ciò vuol dire che in Italia il 2011 è già arrivato! Noi, invece, siamo in attesa del suono delle campane della Christ Church insieme a centinaia di persone. I dodici rintocchi hanno segnato il nostro passaggio nel 2011.

SABATO 01 GENNAIO 2011 (circa 8 km)

Dopo gli abbracci e gli scambi di auguri la folla si è dispersa e una gran parte di gente si è riversata nel quartiere di Temple Bar, noi compresi. Anche in questa seconda occasione abbiamo provato ad entrare in qualche pub ma era impossibile perché dovevamo restare in piedi senza poter lasciare i cappotti. In questa occasione abbiamo capito l’utilità di andare in giro solo con un vestito leggero e una borsetta mini a tracolla, vera moda femminile dublinese. Vinti dal freddo torniamo all’hotel, lasciamo i cappotti e scendiamo al pub del piano terra, il “Break of the Boarder”, che si è rivelato un bel pub ed una buona discoteca. Abbiamo ballato un bel po’ prima di deciderci a far riposare le stanche membra. Dopo una sana dormita usciamo per fare colazione/pranzare ma è quasi tutto chiuso perciò torniamo al “Cornucopia” che sapevamo di trovare aperto.

CONSIGLIO 10: Dublino non è ancora una città completamente votata al turismo perciò molti musei, attrazioni, locali, uffici, etc. Sono chiusi o seguono orari ridotti durante le festività. Per pranzoprendiamo una zuppa di lenticchie (è pur sempre Capodanno), verdure stufate e speziate, riso, due insalate con patate, broccoli, mais e molto altro che ora non ricordo e un dolce di mandorle, more e cocco. Tutto compreso ci è costato 19,20 euro. A pancia piena iniziamo la nostra camminata. Dopo aver attraversato l’O’Connell bridge giriamo a destra e percorriamo il lungo fiume quasi fino alla fine del porto fermandoci ad ammirare la Custom House, il Famine Memorial, il piccolo parco che porta ai docks interni, la Jeanie Johnston Famine Ship ed il Samuel Beckett bridge. L’aria fredda ci spinge a tornare indietro e decidiamo di passare dietro alla Custom House ed è grazie a questo cambio di strada che possiamo ammirare l’Amnesty Memorial, o Universal links on human rights, all’incrocio tra la Memorial Road e la Amiens Street. Proseguiamo costeggiando il Dublin Counsil e prendiamo la Abbey Street Lower, strada dell’omonimo teatro, fino all’incrocio con la O’Connell Street. Guardo a destra e provo disgusto alla vista dello Spire, soprattutto se paragonato alla bellezza del Post Office. Arrivati all’incrocio con la Henry Street giriamo a sinistra per poterci inoltrare in Moore Street ed il suo mercato. Alle 14:00, però, c’è solo una bancarella circondata da negozi che vendono frutta e verdura. Arrivati in Parnell Street giriamo a destra e poi subito a sinistra in Parnell Square West, costeggiamo la parte più moderna del Rotunda Hospital fino all’incrocio con la Parnell Square North e ci infiliamo nel Dublin Writers Museum. L’ingresso costa 6,30 euro per gli studenti. È possibile prendere, per pochi euro in più, un biglietto che comprende anche le visite al James Joyce Centre e al Saw Birthplace ma noi non lo acquistiamo ben sapendo che questi due musei sono chiusi oggi. Il Dublin Writers Museum è molto bello per diverse ragioni. La collezione è relativamente ricca di libri, manoscritti e dipinti ed è alloggiata in uno splendido palazzo ben tenuto. Il biglietto, inoltre, comprende una audioguida in italiano non solo interessante ma anche divertente con piccole gag di attori professionisti. Terminata la visita usciamo senza provare il café perché era chiuso. Percorriamo la O’Connel Street fino al ponte ed entriamo al Messrs Maguire, sulla Burgh Quay. Non ringrazierò mai abbastanza il/la “turista per caso” che ha recensito questo posto: un sogno! È un pub irlandese, un ristorante, una tea room ed un punto panoramico. L’ambiente è tradizionale, ben curato, con stucchi, legni intarsiati, alcuni elementi liberty e la possibilità di sedersi al bancone, al tavolo o su comode poltroncine vicino al camino acceso. Oltre alle birre locali e di importazione è possibile bere alcune birre prodotte da loro. Noi prendiamo un tè, una cioccolata calda, una torta di mele fatta in casa (e servita su letto di zucchero a velo con fettine di arance decorate e gelato alla vaniglia) e uno scone (accompagnato da due tipi di marmellata e l’immancabile burro). Per queste delizie spendiamo 10,10 euro. Dopo un meritato riposo riprendiamo a camminare lungo il fiume e scopriamo che l’Epicurean Food Hall, dove eravamo intenzionati a mangiare, è ancora chiuso. Senza perderci d’animo attraversiamo l’Half-Penny bridge e la stretta Crown Alley, giriamo a destra sulla Essex Street per raggiungere la Parliament Street ed il ristorante “Ciao, Bella Roma”. Il locale è aperto ma non c’è nessuno all’interno e i prezzi sono decisamente alti per il nostro portafoglio. Torniamo indietro ed in Essex Street East troviamo il piccolo e carino “The joy of Chà”, un coffe&tea room ben fornito e con unaincredibile offerta di tisane. Queste sono preparate al momento perciò, se volete qualche miscela particolare, basta chiedere e sarete soddisfatti. È possibile anche mangiare, sia dolce che salato, e il menù è molto vario. Purtroppo sta per chiudere e dobbiamo accontentarci di due cioccolate calde e due muffin (8,70 euro). Torniamo in hotel giusto in tempo per non bagnarci. Oggi, per la prima ed unica volta, ha piovuto.

DOMENICA 02 GENNAIO 2011 (circa 6 km)

Cominciamo la giornata camminando lungo la Mercer Street e notiamo quanta conflittualità architettonica sia presente a Dublino: si passa da Grafton Street, luccicante e ben tenuta, a Mercer Street, squallida sia di giorno che di notte nel giro di un isolato. Dopo aver svoltato in Cuffe Street abbiamo proseguito lungo la Kevin Street che ci ha portati alla St. Patrick’s Cathedral. Purtroppo non è stato possibile entrare perché c’era la messa ma abbiamo ammirato lo splendido giardino. Prendiamo la Patrick Street, dove ci fermiamo a comprare un bel panino farcito al “Centra” (3 euro), e arriviamo alla Christ Church. La nostra meta, però, è la Guinness Storehouse e per questo seguiamo la High Street che diventa Cornmarket Street, dove, sulla destra, è possibile ammirare la St. Audoen’s Church. La Cornmarket Street cambia nome in Thomas Street e dopo circa un chilometro siamo nel museo della Guinness. L’ingresso costa 14 euro (11 euro per gli studenti con libretto) e comprende l’audioguida in italiano che risulta molto utile. Durante il tour è possibile degustare un assaggio di Guinness prima di arrivare al Gravity Bar così, se non dovesse piacervi, avete modo di ordinare qualcosa di diverso al bar dell’ultimo piano. Il Gravity Bar è molto bello, permette una vista di quasi 360° sulla città e grazie all’audioguida è possibile individuare alcuni punti di interesse. In questo posto si riceve una bevanda a scelta semplicemente presentando il biglietto di ingresso. Si può scegliere una pinta o una mezza pinta di Guinness, succo d’arancia, cola, gassosa o acqua tonica. Al termine della visita è quasi ora di pranzo e non ce la sentiamo di tornare in centro a stomaco vuoto perciò pranziamo al Brewery Bar, al quinto piano. Sullo stesso piano c’è un punto di ristoro che fa solo sandwich e baguette con carne e al piano inferiore un café con scarse opzioni vegetariane e vegane. Ci prepariamo a spendere un po’ più del solito e abbiamo anche la fortuna di trovare un posto con vista panoramica (tutto ciò che era compreso tra noi ed il mare, come la Christ Church, il Trinity College e la St. Patrick’s Cathedral). Ordiniamo uno stufato di zucca e fagioli, verdure grigliate, due porzioni di patate al forno e, senza averlo richiesto, ci portano orzo, salse, una selezione di panini e acqua. Il pasto completo ci costa 26,90 euro e la quantità di cibo era davvero eccessiva al punto da non riuscire a finire tutto. Concludiamo il pranzo alle quattro, dopo un’ora e mezza, e sappiamo già di non poter visitare il museo/prigione di Kilmainham perché l’ultimo tour, che è obbligatorio, è appena iniziato. Ci dirigiamo verso il centro decisi a visitare il Dublinia ma una volta giunti sul posto ci appare un’attrazione troppo da bambini e raggiungiamo la St. Patrick’s Cathedral perché siamo in orario per l’ultima visita. Giunti sul posto, però, vediamo che la cattedrale è stata chiusa in anticipo e senza preavviso. A questo punto non ci resta che una cosa da fare: shopping. Facciamo una breve sosta in hotel per riscaldarci perché la temperatura si è abbassata notevolmente e poi dritti al St. Stephen’s Green Shopping Centre. Il centro commerciale chiude alle sei e facciamo appena in tempo ad acquistare i capi di abbigliamento che avevamo visto il primo giorno. Come previsto, dopo Capodanno sono iniziati “i saldi dei saldi”.

CONSIGLIO 11: i saldi iniziano dopo Natale ma dopo Capodanno i prezzi subiscono un ulteriore ribasso. Vi conviene tenerne conto se volete fare acquisti importanti. I nostri stomaci sono ancora sazi dal pranzo perciò cercare un ristorante è inutile, andare in un pub senza bere birra non ci alletta, le vie illuminate le abbiamo percorse decine di volte e non ci sono luoghi o attrazioni visitabili dopo le sei di sera perciò torniamo in albergo e ci vediamo un bel film in lingua originale.

LUNEDI’ 03 GENNAIO 2011 (bus + circa 8 km)

Oggi abbiamo fatto una cosa troppo divertente e adatta a chi ha diversi giorni a disposizione o molto tempo da perdere, come noi. Abbiamo acquistato un Rambler One Day Family ticket (10,50 euro) all’ufficio turistico di St. Andrew’s Street con l’intenzione di visitare il Croke Park Museum, i National Botanic Gardens e il Phoenix Park. In realtà, dopo aver trovato chiuso il museo abbiamo cominciato a girare con gli autobus raggiungendo varie periferie e osservando le diverse facce di Dublino. Verso l’una ci siamo fermati al Phoenix Park. La visita del parco, nonostante il freddo pungente, è stata piacevole. Il prato sempre verde e curato, i laghetti ed i canali parzialmente ghiacciati con anatre e cigni che si contendevano gli spazi ristretti, il parco giochi pieno di bambini e i turisti che cercavano di scalare il Wellington Monument per fare le foto. Oggi è il primo ed unico giorno di sole. Invece di riprendere l’autobus camminiamo lungo la Conyngham Road, dove sorge imponente la Criminal Court of Justice, per poi girare a sinistra e salire lungo la Arbour Hill dove si trova un’antica chiesa trasformata in prigione e l’Arbour Hill Memorial. L’obiettivo era raggiungere la Stoneybatter datata oltre 2111 anni fa. Torniamo sul lungo fiume e siamo tentati di salire sulla Smithfield Chimney ma è chiusa e proseguiamo. Da Messrs Maguire troviamo il nostro tavolo vicino alla finestra affacciata sul Liffey e ordiniamo una zuppa, una quiche, le onion rings e un mix di verdure. Oltre a quanto ordinato ci portano diversi tipi di pane,insalata e acqua. Il conto è di 17,50 euro. Dopo un po’ decidiamo di aggiungere un dessert al nostro pasto: due cioccolate calde ed una torta di mele fatta in casa con il gelato (9,60 euro).

MARTEDI’ 04 GENNAIO 2011 (circa 2 km + bus + aereo + bus)

È il giorno della partenza ma abbiamo ancora mezza giornata. La prima tappa è il negozio di strumenti musicali di fianco al nostro hotel per comprare gli “irish spoons”. Purtroppo lo stroviamo chiuso anche oggi e cominciamo a girare per le vie più trafficate sperando di trovarne uno aperto. Lungo la South Great George’s Street ne troviamo due ma solo uno, il “Waltons”, ha gli spoons. Conclusa la prima missione andiamo all’ufficio turistico per assicurarci che l’autobus per l’aeroporto sia il 16A e conoscere costo e orari. CONSIGLIO 12: è importante sapere il costo del biglietto se si deve pagare all’autista perché solo se si hanno le monete nella giusta quantità si può salire. Questa regola, però, non è vincolante perché potreste trovare autisti che vi fanno salire senza pagare o conducenti che accettano banconote (ma non danno il resto). A questo punto è ora della seconda colazione (la prima l’abbiamo fatta in albergo con tè, caffè e ciambelle). Raggiungiamo il St. Stephen’s Green Shopping Centre e facciamo colazione da Foodlife/Kylemore al secondo piano per poterci sedere in finestra ed ammirare il Fusilier’s Arch ed il St. Stephen’s Green Park. I prezzi sono piuttosto alti. Per un tè, un caffè e due fette di torta paghiamo 9,85 euro. La vista, però, ed il fatto di essere stata in quello stesso posto quindici anni prima con la mia famiglia valevano la spesa. Terminata la colazione facciamo un giro dei negozi ma, non trovando nulla di interessante, scendiamo al piano inferiore dove c’è il supermercato del Dunnes Store.

CONSIGLIO 13: sul retro di alcuni scontrini, come quello del Dunnes Store, si trovano degli sconti e potreste trovare qualcosa di interessante. Noi abbiamo trovato sconti per due ristoranti, un Mc Donald, un parere di uno studio legale, pernottamenti in due hotel, noleggio di un’autovettura e altri due sconti che non ho capito. Tutto ciò in due scontrini diversi ma, in totale, avevamo preso solo tre articoli (un boxer, una baguette farcita e una busta di bastoncini di sesamo per un totale di 10,49 euro). A questo punto andiamo a vedere il Trinity College che, nei sei giorni precedenti, avevamo solo costeggiato. Poco prima delle due prendiamo l’autobus per l’aeroporto e alla fermata di Parnell Square West assistiamo, per la seconda volta, al cambio di autista. L’aeroporto di Dublino è molto grande e appena entrati abbiamo avuto un attimo di smarrimento. Saliti al piano superiore, però, tutto è stato più semplice grazie alle indicazioni chiare. Siamo arrivati con scarso anticipo perciò non abbiamo avuto tempo di osservare il posto ma solo di camminare a passo veloce per raggiungere i controlli e poi il gate che, guarda caso, era proprio l’ultimo. Il controllo è stato molto accurato ma rapido: gli ombrelli vanno estratti da borse o valige e vanno aperti, i liquidi devono essere inseriti nell’apposita busta trasparente e analizzati separatamente, gli stivali vanno tolti e tutta un’altra infinità di regole che l’addetto alla sicurezza vi comunicherà con gentile fermezza. In aereo ci concediamo il lusso di una lattina di 7up e un big pack di M&M’s (5,30 euro) e ci guardiamo un film. Arrivati all’aeroporto di Ciampino usciamo subito per rientrare nell’area partenze dove stare al caldo in attesa dell’autobus per tornare a casa. Sul bus ci rendiamo conto che la vacanza è finita, ci lasciamo prendere da un po’ di nostalgia che subito allontaniamo pensando alla spaghettata che ci prepareremo appena arrivati a casa! 🙂



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