Dubai, la città dei contrasti

Pit stop a Dubai, transitando verso oriente. Tre giorni tra grattacieli e deserto
Scritto da: Cat&Ste
dubai, la città dei contrasti
Partenza il: 01/10/2012
Ritorno il: 04/10/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Primo ottobre, si parte da Malpensa per raggiungere Dubai, prima tappa del nostro viaggio di nozze, che ci porterà poi verso oriente. Voliamo con Emirates con un volo notturno e dopo 6 ore un po’ turbolente arriviamo negli Emirati Arabi alle 6.30. Dopo aver passato un minuzioso controllo passaporti (con tanto di scansione oculare) un cordialissimo autista (transfer prenotato tramite l’agenzia) ci accompagna in hotel su un auto di un modello mai visto (qui avrete modo di vedere numerose Toyota di modelli per noi inusuali). L’hotel scelto per la nostra prima notte di nozze è l’Hilton Dubai Creek, affacciato sul Creek (fiume), come suggerisce il nome. L’accoglienza è ottima, il personale gentile e disponibile, l’hotel moderno e lineare. La nostra stanza ovviamente non è ancora pronta (non sono neanche le 8), perciò lasciamo le nostre valigie, usufruiamo del fantastico bagno che ci mettono a disposizione per darci una rinfrescata (dotato di ogni confort, compreso struccante e salviette) e si parte alla scoperta della città. Fuori il sole splende e fa decisamente caldo, un caldo secco, tanto che sembra di stare dentro il forno o con un phon puntato in faccia. Attenzione però ad avere sempre a portata di mano una felpa: l’aria condizionata nei centri commerciali, nei locali, in metro, ovunque, è terribilmente ghiacciata. Ricordate anche che alle donne, quasi ovunque, è richiesto di avere spalle e ginocchia coperte, anche nei centri commerciali!

L’hotel non è in posizione proprio centrale, anche se a Dubai stabilire dove si trova il centro non è proprio banale, poichè le varie attrazioni si trovano sparpagliate per la città, spesso raggiungibili solo in taxi. Un’altra nota: noi siamo abituati a esplorare le città camminando, qui non è così agevole poichè le distanze sono ampie e il caldo ti uccide. Quando usciamo dalla hall in cerca di una fermata della metro, il personale dell’hotel si stupisce del nostro rifiuto di avere un taxi e ci osservano perplessi mentre ci incamminiamo con determinazione. Ci renderemo ben presto conto di essere praticamente soli per strada, circondati solo da auto e zero pedoni. Acquistiamo una bottiglia d’acqua in un minimarket (dove i prezzi sono bassissimi) e affrontiamo la calura. Grandi strade, tanto traffico, palme, curatissime aiuole in cui i fiori crescono nella sabbia grazie a pazzeschi impianti di irrigazione, grattacieli originali e imponenti, il sole coperto da un velo di foschia. Il nostro primo impatto con questa particolare città è positivo. Molti dicono che Dubai è “finta” e certo lo è, nel senso che c’è poca storia, tutto è nuovo, sfavillante, eccessivo, ma in fondo ha un suo fascino, dato dai contrasti, ma ne parleremo strada facendo.

Troviamo non troppo facilmente una fermata della metro (fermata Al Rigga, linea rossa) e ci muoviamo in direzione Dubai Mall. Le stazioni della metro sono ipermoderne, eleganti e pulite e anche i vagoni sono belli, ma spesso affollati. Attenzione a non salire sui vagoni riservati alle donne. E ricordate: niente cibo in metropolitana, né chewing gum, nè effusioni (no, neanche un bacetto! In nessun luogo pubblico!). Il Daily Pass costa 16 Dirham, se volete esagerare comprate il Gold per viaggiare in prima classe, accanto agli uomini d’affari nei loro abiti tradizionali (quello che nel nostro immaginario comune è il tipico abito da sceicco). Il percorso è piacevole, anche perché il tragitto è fuori terra per cui potete godere dello skyline del distretto finanziario, fino a incontrare lui, sua maestà Burj Khalifa. Spendiamo la nostra prima mattinata dubaita nel centro commerciale più grande del mondo, tra negozi più o meno usuali. Il centro commerciale è sicuramente grande, elegante, curatissimo. Ci sono fantastiche zone relax con divani comodissimi, orchidee rigogliose, immense fontane. Il paradiso (o inferno?) del consumismo. Non pensate però di fare grandi affari: i prezzi qui sono allineati a quelli europei. La nostra prima tappa è nel fornitissimo Food Court: facciamo colazione da Cinnabon con bastoncini fritti alla cannella, un cinnamon roll al cioccolato e caffè (spesa totale circa 10 euro). Ritemprati (abbiamo dormito a malapena 4 ore in aereo e oggi non vogliamo perdere neanche un secondo!) ci dirigiamo all’Aquarium. L’enorme parete di vetro che occupa tre piani del centro commerciale è impressionante. Il biglietto di ingresso costa circa 15 euro a testa e comprende la visita dell’Underwater zoo e la (breve) visita guidata “Behind the scenes” in cui vi spiegano come vengono gestite le varie vasche. Il tunnel subacqueo che vi permette di “entrare” nell’enorme acquario è senza dubbio scenografico. Su di noi nuotano squali, mante leopardate e tanti pesci colorati, mentre intrepidi sub si immergono (se vi interessa si può fare anche questo). La parte dello zoo è piccola, più adatta ai bambini, con vasche di pesci, qualche rettile e i pinguini. Il tour “dietro le quinte” (così come l’attività che chiamano “fish feeding”) è deludente. Vi fanno fare un breve giro nella zona in cui gestiscono le vasche dandovi poche sommarie spiegazioni. Meglio acquistare il biglietto base, senza inutili orpelli. Attenzione: in biglietteria non vi nomineranno mai la possibilità di acquistare il solo biglietto di ingresso al tunnel dell’acquario, ma se glielo chiedete espressamente scoprirete che esiste! Pranziamo nel Food Court in uno stand di cibo mediorientale (W l’hummus e i falafel!). Spesa molto ridotta, qualità buona. Ampia scelta: troverete piatti di tutto il mondo.

Nel pomeriggio ci aspetta la salita al Burj Khalifa, che abbiamo prenotato online prima della partenza, in modo da poter scegliere l’orario (spesa di circa 20 Euro a testa). Noi saliamo alle 17.30, appena prima del tramonto. É un buon orario perché vi permette di godere ancora della luce del sole quando sarete in cima, evitando anche la foschia mattutina, e quando scendete verrete accolti dalle luci dei grattacieli che si illuminano. Inoltre potrete vedere lo spettacolo delle fontane danzanti (inizia alle 18) dall’alto e poi rivederlo una volta scesi da un’altra prospettiva e con un’altra luce. Bellissimo! Per raggiungere l’Observation Desk vi farete il giro di ascensore più breve della storia: in un minuto sale di 124 piani. Impressionante (anche il ronzio nelle orecchie). La vista è bella, abbraccia Dubai a 360 gradi, tra grattacieli e deserto, fino al mare. Benvenuti sul grattacielo più alto del mondo!

Torniamo in hotel cotti. Doccia e poi cena in uno dei ristoranti più in voga della città, il Table9, ospitato proprio nel nostro Hotel e gestito da due allievi di Gordon Ramsey. Il locale è bello, l’accoglienza cortese, ma il cibo ci delude molto. Premetto che noi siamo appassionati di buona cucina, amiamo provare ristoranti nuovi, piatti nuovi, sapori nuovi. Non siamo affatto tradizionalisti. Eppure la cucina di questo posto non ci convince. Gli abbinamenti tra gli ingredienti non sono solo azzardati ma anche poco bilanciati, e i piatti risultano pesanti. Si salva solo il dolce al cioccolato. Peccato, 350 Dirham non ben spesi.

Secondo giorno a Dubai. La sveglia è puntata all’alba. Dopo una superba colazione (la pasticceria dell’Hilton è fantastica) ci attende un’escursione nel deserto prenotata online con l’agenzia “Arabian Adventures” (consigliatissima). Alle 7.40 la nostra guida ci preleva in hotel con un fuoristrada e ci dirigiamo verso la Dubai Desert Conservation Reserve. La prima sosta è in un allevamento di cammelli (anzi sono dromedari, ma qui li chiamano cammelli… mah!). L’unico scopo è permettere ai turisti di scattare fotografie con gli animali. Veniamo conquistati da un piccolo cucciolo di cammello che si fa coccolare e abbracciare come un pelouche. Difficile dirgli addio. Prima dell’ingresso nella riserva vediamo i cammelli da corsa (qui le corse di cammelli sono molto diffuse) che, ovviamente, corrono, spronati dai loro allenatori in corsa sui fuoristrada.

Il deserto è splendido: sabbia rosata che sembra cipria, buffi cespugli e branchi di oryx (antilopi arabiche) che corrono sulle dune. Un’emozione unica. Avvistiamo anche numerose gazzelle e una bellissima aquila. Dopo un fantastico percorso su e giù per le dune (e vai di Travelgum!) la guida ci porta in un’oasi e all’ombra degli alberi ci offrono la colazione (una specie di piadina arrotolata con pollo e verdure, un muffin, mela e bibita), seduti su un tappeto in mezzo al deserto (con le formiche giganti che si portano via le briciole prima ancora che cadano a terra!). Suggestivo. Nel tragitto di rientro ancora dune, oryx che si abbeverano in un laghetto, paesaggi surreali e incredibili. La guida è simpatica e disponibile, l’escursione da dieci e lode.

Al rientro in hotel ci concediamo un po’ di relax nella piscina sul tetto dell’Hilton, con vista sullo skyline. Meraviglioso! Nel pomeriggio ripartiamo in esplorazione. Camminiamo fino a Bastakya, il quartiere vecchio, con il suo caos, il via vai di etnie diverse, i bazar, gli insistenti venditori di merce taroccata. Vediamo il famoso souk dell’oro e quello delle spezie, poi ci imbarchiamo su un’abra, un’imbarcazione tipica che vi permette di attraversare il creek fino all’altra sponda. Lì incontriamo il souk delle stoffe, con le sue tante botteghe, e una breve e stretta via zeppa di bancarelle indiane. Little, little India! In questa parte di Dubai non sembra neanche di stare a Dubai. Anche qui tutto è commerciale, turistico, ma in modo diverso rispetto alla città nuova. Ha un fascino diverso. La nostra passeggiata procede dunque a ritroso fin davanti all’Hotel. Un water bus (questa volta moderno) ci riporta sulla sponda giusta e dopo una breve sosta in camera ci attende la cena-crociera su un “dhow”, un’imbarcazione tipica che percorre tutto il creek. Anche in questo caso abbiamo prenotato in anticipo su web, sul sito di Arabian Horizons Tour (buon rapporto qualità prezzo, circa 25 euro a testa). L’unico intoppo è che quando arriviamo all’imbarco nessuno sa dirci quale sia il nostro dhow (ce ne sono numerosi in partenza, gestiti da agenzie diverse). Dopo vari controlli, quando ormai siamo convinti di essere stati fregati e di aver acquistato un coupon non valido, ci fanno salire su un imbarcazione molto bella e la serata procede senza intoppi. La crociera è piacevolissima, il creek di sera è veramente molto suggestivo. È bello anche vedere gli altri dhow passsarvi accanto, decorati da mille lucine che si riflettono sull’acqua. L’atmosfera è molto romantica. Se riuscite fatevi sistemare al piano superiore (all’aria aperta). È vero che il buffet si trova sotto e che dovrete fare le scale per servirvi, ma vi godrete meglio il panorama. Il buffet è abbastanza vario, con piatti mediorientali e indiani, la qualità discreta. Al termine della cena c’è anche un danzatore rotante molto bravo. Alla fine faccio anche da cavia e provo a volteggiare anch’io con un pesante mantello ricamato. Sembra facile ma non è!

Ultimo giorno a Dubai. Dopo qualche ora di sonno in più e un’abbondante colazione ricomponiamo i bagagli, li lasciamo in custodia all’hotel (stanotte ripartiamo diretti a Singapore) e usciamo. In metro raggiungiamo il Mall of Emirates e da lì prendiamo un taxi per il souk Medinath Jumeirah (i taxi qui sono decisamente più economici rispetto all’Italia). Prosegue il nostro tour da turista medio. Il souk è la ricostruzione in chiave commerciale di un villaggio moresco, con negozi, ristoranti e un bellissimo giardino da cui si vede il famoso Burj Al Arab (il palazzo a vela). Tutto curatissimo, pulitissimo e, ovviamente, fintissimo. Acquistiamo dei datteri ripieni (deliziosi), beviamo un fantastico cocktail di succhi di frutta fresca per reidratarci (il caldo è costante) e prendiamo un altro taxi, diretti al Jumeirah Beach Park, la spiaggia pubblica di Dubai. Il biglietto d’ingresso, simbolico, è di 5 Dhiram. La spiaggia è grande, pulita, attrezzata, con tante palme e curatissimi giardini. Affittiamo un ombrellone e due teli mare per 20 Dhiram. Il sole è bollente, ma per fortuna c’è un venticello leggero che lo rende tollerabile. Ci rilassiamo un po’ e proviamo a fare una nuotata nel caldissimo e poco limpido mare arabico. Sullo sfondo il Burj Khalifa e il Burj Al Arab. Un’esperienza da provare. Ricordate che è vietato fare fotografie in spiaggia… anche se poi tutti i turisti cedono alla tentazione di uno scatto furtivo tra palme e grattacieli.

Prendiamo l’ennesimo taxi per tornare al Mall of Emirates. È ormai pomeriggio inoltrato, lo stomaco brontola, perciò ci dirigiamo direttamente al Food Court che è affollatissimo, nonostante non sia ora nè di cena, nè di pranzo. Scegliamo uno stand libanese e ci gustiamo un ottimo piatto vegetariano e un kebab halili (una specie di salsicciotto speziato servito con pane pita). Giriamo il centro commerciale in lungo e in largo. Ci sono tantissimi negozi scintillanti, tantissime persone, turisti ma non troppi. Qui incontrerete una delle grandi e dispendiose bizzarrie di Dubai: una pista da sci con tanto di seggiovia, neve artificiale, e noleggio di giacche a vento. Curiosiamo anche nel Carrefour locale e notiamo la grande quantità di frutta e verdura disponibile, la varietà di cibi di etnie diverse e le confezioni formato extra large. Facciamo una pausa caffè da Starbucks per approfittare della loro connessione Wifi, l’unica all’interno del Mall. Ecco un tasto dolente della modernissima Dubai: connessioni Wifi gratuite pressoché assenti. La neve nel deserto, le donne con il burka integrale nelle boutique di biancheria intima supersexy, la città del futuro in cui in realtà è difficile connettersi al web. Il regno dei contrasti.

Giunti ormai al termine del nostro soggiorno dubaita torniamo in hotel a recuperare i bagagli e attendiamo (invano) il transfer prenotato tramite agenzia. Attendiamo ben oltre l’orario concordato e il tizio non si presenta, nè risponde al telefono. Stanchi e arrabbiati ci apprestiamo a chiamare un taxi, ma, colpo di scena, il concierge dell’hotel tira fuori dal parco macchine dell’Hilton una scintillante Audi nera e ci accompagna lui al Terminal… Chiudiamo la nostra vacanza a Dubai scortati come vip in un’elegantissima auto con i vetri oscurati. Grazie Hilton!

Singapore ci aspetta…. (to be continued…)



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