L’isola più poetica della Grecia ma lontano dai turisti: Zante slow, ovvero riscoprire il piacere di viaggiare “con calma”

Scritto da: winzerin18
l'isola più poetica della grecia ma lontano dai turisti: zante slow, ovvero riscoprire il piacere di viaggiare con calma

Chi pianifica una vacanza a Zante non può non imbattersi nelle decine di agenzie che offrono escursioni alla Spiaggia del Relitto, alle grotte blu, all’isola delle tartarughe, alle grotte di Keri e chi più ne ha più ne metta.  In questo diario di viaggio non troverete nessuna escursione organizzata: non mi alletta l’idea di condividere una giornata sotto il sole su un barchino stipato di gente urlante, così come non mi alletta l’idea di dare la caccia a una povera, spaventata tartaruga solo per una foto da condividere sui social. A. ed io abbiamo quindi optato per un approccio di Zante più slow. 

Diario di viaggio a Zante

Giorno 1 – Herakas, Panagia Skopiotissa

panagia skopiotissa

Il volo parte da Verona alle 5.30 del mattino, con un’ora di ritardo in quanto ci comunicano che manca l’equipaggio di volo e che chiaramente dobbiamo aspettarli. La comunicazione è avvenuta quando tutti i passeggeri erano seduti sull’aereo con valigie ordinate e cinture di sicurezza allacciate: partiamo bene!  In qualche modo arriviamo all’aeroporto di Zante, il nostro referente per il noleggio auto ci aspetta e sbrighiamo la faccenda in velocità. 

Ci dirigiamo quindi verso la spiaggia Gerakas, famosa per la deposizione delle uova di tartaruga e ne approfittiamo per prendere panini e focacce per il pranzo da gustare in spiaggia e la crema solare.  Trascorriamo la mattina in spiaggia e poi ci avventuriamo sul monte Skopos, per visitare Panagia Skopiotissa. Probabilmente abbiamo preso la strada sbagliata, perché si rivela uno sterrato molto mal ridotto e piuttosto lungo. La chiesa era chiusa, ma la signora che gestisce il bar roulotte si è offerta gentilmente di aprircela e mostrarcela.

Ripercorriamo lo sterrato a ritroso e decidiamo di fare l’ultimo bagno alla spiaggia di Dafni.  Infine, facciamo il check-in nel nostro appartamento in città a Zante e prendiamo un aperitivo al wine bar carré poi cena da Spartakos sul lungomare di Zante. Decidiamo per una grigliata mista per due e una bottiglia di vino al prezzo di 80€. 

Il pesce era buono e grigliato bene ma non abbondante, il vino insomma insomma. Torniamo al wine bar e ci prendiamo una bottiglia di vino che godremo sul terrazzino del nostro appartamento. 

Giorno 2 – Plakaki, Porto Steniti

plakaki

Siamo pronti per uscire dal nostro appartamento ed esplorare l’isola quando ci accorgiamo di non trovare più le chiavi dell’auto parcheggiata in aeroporto: il panico si manifesta.  Mettiamo la casa a soqquadro, torniamo a Dafni, torniamo a Gerakas ma delle chiavi non c’è traccia.  Mogi mogi decidiamo di proseguire con la vacanza (avevamo già perso 3 ore della mattina!!) ma mi accorgo che devo tornare in appartamento perché ho dimenticato le scarpette da scogli. 

Magicamente trovo in valigia il telecomando del condizionatore (ma cosa ci faceva li??) e decido di rovistare un poco, ed ecco apparire le chiavi.  Con il cuore più leggero diamo il via alla giornata finalmente! 

Prima vera tappa la spiaggia di Plakaki, che però troviamo chiusa a causa del pericolo incendi. Ci fermiamo a vedere i pozzi di Andronios, le grotte di Damianos ad Agalas e pranziamo tutto vegetariano da to Diafokoreiko, una tavernetta carina carina di cui eravamo gli unici avventori. Abbiamo mangiato verdure e feta fritta cucinate benissimo per una cifra di 21€, ve lo consiglio. 

Poi al pomeriggio ci abbiamo dato dentro con il gran tour della costa ovest. In ordine abbiamo vistato Porto Steniti (che è senza dubbio il nostro accesso al mare preferito), Porto Limionas e Porto Roxa.  Sia Steniti che Limionas sono fiordi, se nuotate verso l’estremità vedrete che le pareti si avvicinano come gole e la spiaggetta minuscola a cui arrivate in entrambi i casi sembra essere il letto prima, e la foce poi di un fiumiciattolo. 

Dopo Porto Roxa ci aspetta una doccetta rigenerante e cena gustosa da Stathmos in una via laterale del centro città. Questa sera ci dedichiamo alla cucina tipica quindi agnello al forno, maiale al limone e vino di Zacinto della cantina Grampsas per la cifra di 47€. Eravamo molto soddisfatti e infatti decidiamo di tornare per provare anche il pesce. 

Giorno 3 – Bochali, Marathia

La giornata è dedicata alla zona sud-ovest dell’isola, ma prima visitiamo il paesino di Bochali, in particolare la chiesa e il suo castello. La chiesa è molto carina così come la vista di cui si gode. Il castello oggi è in realtà una muraglia che ospita una pineta e qualche rudere di chiesetta, le antiche prigioni e il magazzino della polvere da sparo.  Successivamente facciamo un tentativo per Plakaki, purtroppo anche oggi chiusa. 

Niente paura, seguiamo il programma e ci facciamo un lungo bagno alla spiaggia di Marathia (in realtà la baia adiacente alla spiaggia principale). Si tratta di una baia con ciottoli grossi e bianchi, il colore del mare è meraviglioso e l’atmosfera è molto intima e raccolta. Confermo l’odore di catrame e diesel che avevo letto in alcune recensioni, nel nostro caso era lieve e andava a folate, ma non credo fosse legato alla presenza di barche nei paraggi.

Proprio sopra alla baia c’è la taverna Votsalo dove abbiamo deciso di pranzare. A. è pazzo di sardine e in questa taverna gli hanno servito un piatto molto generoso. Anche il mio piatto era piuttosto abbondante, un’ insalata greca. Conto complessivo con acqua e Mythos 32,5€. Ci siamo trovati bene soprattutto perché la vista era favolosa, l’ambiente curato e gli ingredienti di qualità. L’unica nota un po’ stonata è stato vedere il cuoco che fumava in cucina seduto su uno sgabello: ora a me non importa nulla, però la prima pagina del loro menù chiede agli ospiti di non fumare per non disturbare gli altri potenziali avventori, l’ho trovato un po’ incongruente ecco tutto. 

Dopo pranzo ci dirigiamo al paese di Limni Keri e troviamo posto all’ombra di una tamerice, qui ci godiamo un pisolino rigenerante e poi un bagnetto.  Poiché siamo nei paraggi dei faraglioni Myzithres decidiamo di andare alla taverna Keri Lighthouse per ammirare il bellissimo panorama e prendiamo l’occasione per rinfrescarci con due caffè freddi. 

Per cena restiamo a Zante città e godiamo di tre pita gyros al prezzo di 15,5€ da Mythos. La serata continua con un po’ di shopping, in quanto mi serve una maglietta a maniche corte e una borsetta. 

Vogliamo tornare da carré per prendere una bottiglia per il terrazzino ma ha già chiuso, ripieghiamo quindi sul Carrefour express e prendiamo un vino della cantina Solomos, autoctona di Zacinto. 

Giorno 4 – Karakonissi, Filippoi beach

karagonissi

Ultimo tentativo per visitare la spiaggia di Plakaki, ma siamo ancora sfortunati per il pericolo incendi. Non ci perdiamo d’animo e andiamo alla scoperta di Karakonissi. Vi consiglio scarpe molto comode per scendere alla spiaggia e poi scarpette da scogli per accedere al mare.  Quando siamo arrivati c’era solo un’altra coppia, ma in un’ora circa diverse famiglie e coppie hanno fatto capolino. Si tratta di un accesso al mare molto scoglioso, ma piuttosto riparato; anche qui il mare entra come fosse un piccolo fiordo. 

Ci prendiamo qualche panino in un forno sulla strada e il formaggio al caseificio locale e decidiamo di fare un picnic veloce all’ombra di una tamerice. 

Proseguiamo verso nord, senza perderci l’ulivo millenario, il monastero di Anafonitria (chiuso) e il monastero di Agios Georgios. Tentiamo anche la visita al punto panoramico sulla spiaggia del relitto, ma anche questa strada è chiusa a causa del rischio incendi. 

La bussola punta a nord e ci dirigiamo a Filippoi beach, una spiaggia molto scogliosa e senza ombra, il mare era un po’ agitato, come sempre però bellissimo. A. si tuffa e io lo aspetto godendomi l’infrangersi delle onde. Un languorino fa capolino, così andiamo al paese di Volimes, e ci fermiamo alla taverna Koskino per mangiare due pita gyros e bere una birra, il gentile oste ci omaggerà con basilico fresco per A., fiore di gelsomino per me, e piatto misto di frutta. Conto totale 14€ mancia inclusa. 

Decidiamo di tornare alla baia del cuore, Porto Steniti. Non siamo in più di dieci bagnanti e la pace regna sovrana, il sole ci bacia. Purtroppo l’acqua della magica baia mi ha bloccato la digestione, esco velocemente ma un senso di nausea non mi lascerà per diverse ore. Il programma di oggi prevede ancora la visita della Torre Veneziana, quindi gambe in spalla. Una volta arrivati alla Torre, il panorama è così bello da farmi dimenticare del malessere, così obbligo A. a scendere con me verso il mare lungo la strada. Idea che si rivela pessima: la strada è accidentata e bisogna percorrerla a piedi per 30 min comodi, verso la fine della strada c’è anche una frana e si prosegue su sentiero, una volta giunti, non c’è accesso al mare, la strada si ferma su un dirupo di 20 metri. Sotto il sole cocente, ancora gambe in spalla e di ritorno in salita. La testa mi pulsava e la nausea si è ovviamente ripresentata. 

Stremati rincasiamo e parcheggiamo l’auto con fatica a Zante città alle 9,30 della sera. Doccia veloce e riposo di 10 minuti. Volevo stare in appartamento a riposare e riprendere le forza, ma poi ho pensato che avrei avuto troppa fame nella notte, così ho invitato A. a mangiare un pescetto leggero in piazza. 

Siamo andati da Alektor, ma non ci siamo trovati così bene: abbiamo ordinato due tranci di pesce spada e una bottiglia di acqua, il pesce era accompagnato da una salsa non nota e decido di chiedere al cameriere di cosa si tratti, ma non mi ha mai risposto; chiedo poi di pagare e non viene nessuno, lo richiedo e si presenta un uomo dicendomi che il conto era di 34€, con un veloce giro di parole si trattiene 40€. 

Malcontenta per l’accaduto mi congedo dal cameriere, il quale rincara la dose e mi chiede se avessimo pagato, rispondo di si e mi chiede se sono sicura di aver pagato. Ora, va bene la pazienza però quando è troppo è troppo. Ho letto le recensioni e ho scoperto che questo atteggiamento da parte del ristorante è proprio un modus operandi.  Velocemente, rincasiamo per un dolce riposo, finalmente. 

Giorno 5 – Makris Gialos, Mandrakia, Xigia

xigia

Kalimera kalimera! Belli rifocillati ci dirigiamo finalmente alla scoperta della costa est.  La prima tappa è la spiaggia di Makris Gialos, in parte attrezzata e poi libera. Il mare è molto bello con ciottolini che rendono l’acqua trasparente e turchese. Ci fermiamo qui fino all’ora di pranzo e poi riprendiamo il percorso verso nord, ci fermiamo alla taverna Mandrakia per un pranzetto gustoso a base di insalata e calamari fritti (conto di 30,60€). Dopo pranzo ci incuriosisce le caletta appena sottostante e decidiamo di vederla da vicino, è proprio piccola piccola, ma inaspettatamente si libera uno spazio all’ombra della grande tamerice che la troneggia, così propongo ad A. un riposino. 

Dormiamo come bambini per alcune ore, e poi decidiamo per un bagno nelle acque cristalline di Mandrakia, l’unica nota un po’ stonata è che ci sono numerose barchette parcheggiate nella baia, ma rendono l’ambiente ancora più poetico a vedersi. Cominciamo quindi il nostro ritorno a Zante Town e non resistiamo ad esplorare anche Kremidi beach e poi una delle tre spiagge di Xigia

Era ormai tardo pomeriggio quando siamo arrivati a Xigia, la caletta era tutta in ombra e abbiamo steso il telo mare proprio dove un’altra coppia stava raccogliendo il proprio: questo rende l’idea di che affollamento dev’esserci stato in pieno giorno.  Definitivamente torniamo in città, dopo una doccia veloce ce ne torniamo da Stathmos per provare la sua cucina di pesce: due orate fresche fresche, un antipasto e bottiglia di vino della cantina Grampsas per 65€. 

Poiché si tratta della nostra ultima sera a Zante Town non possiamo esimerci dal salutare le nostre amiche di Carré dove ci concediamo l’ultimo bicchiere di vino. Mentre io ordino il vino alle ragazze di Carré A. corre al Carrefour express, ha adocchiato una bottiglia della blasonata cantina Gaia e lo vuole degustare nei prossimi due giorni di vacanza. 

Si boccheggia in città e siamo contenti di alloggiare in campagna nei prossimi due giorni. 

Giorno 6 – Faro Skinari

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Lasciamo il nostro appartamentino carino carino e proseguiamo con la scoperta della costa est dell’isola. Come prima tappa ci dirigiamo al Faro Skinari per ammirare in solitudine il panorama che sia apre davanti a noi. La costa è frastagliata, il mare mosso e di fronte a noi una lingua di terra.  Qui vicino c’è però un accesso al mare piuttosto famoso, bisogna arrivare nei pressi della taverna Windmill e scendere circa 200 scalini. Qui ci si può tuffare oppure entrare in acqua con le apposite scalette. 

Il mare non è particolarmente mosso da questo lato, ma avevo letto che era consigliato venire di mattina proprio per ovviare questo eventuale problemino. Numerose barche per gite organizzate si fermano in questa zona per uno dei bagni della giornata, non manca quindi un certo affollamento, musica e il vociare fra qualche ragazzino e relativi genitori. Dopo un bagnetto imbocchiamo il percorso a ritroso, questa volta breve tappa alla baia di Climati e pranzetto alla deliziosa taverna To Pardosiako ad Alykes. 

A. opta per una Moussaka leggera leggera, mentre io scelgo un petto di pollo in agrodolce e bicchiere di vino (ahimè caldissimo!), conto di 36€. 

Dopo pranzo raggiungiamo Takis a Katerina Rooms a Psarou. Takis si dimostra un ottimo padrone di casa, ci mostra la stanza e si prodiga ad illustrarci le attività da fare sull’isola con tanto di supporto con mappa; si distingue anche l’accoglienza della madre Katerina che ci omaggia alcune uova e un dolce tipico fatto in casa. Decidiamo di passare un pomeriggio di relax alla spiaggia libera di ciottoli del paese. I ciottoli non sono comodi per niente ma siamo gli unici utenti di questo lembo di terra, di fronte a noi solo silenzio e mare caldissimo e calmo, troviamo anche un angolino ombreggiato. 

Rincasiamo presto perché dobbiamo trovare un forno per i biscotti della colazione e scovare una taverna per cena. A. mi propone Lofos, una taverna sul cucuzzolo della collina, riusciamo anche a vedere uno splendido caldo tramonto. Entrambi optiamo per un Kokkinisto che si rivela molto buono, il conto di 26,5€

Appena dopo cena e terminato il tramonto torniamo al nostro studio, qui abbiamo il delizioso Assirtiko di A. che ci aspetta, da godere sulla grande terrazza di Katerina e Takis. 

Kalinikta!

Giorno 7 – Porto Niova, cantina Goumas, Ammoudi

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Ultimo giorno per noi sull’isola di Zante: il godimento comincia con i biscottini della fornaia di Psarou (proprio di fronte al supermercato e buonissimi) con cui facciamo colazione vista mare. 

Poi ci rechiamo alla spiaggia di Porto Niova/Laperda beach (non capisco dove finisce una e inizia l’altra). Parcheggiamo alle spalle dello stabilimento Porto Niova e camminiamo sulla spiaggia libera fino alla fine del tratto ciottoloso. C’è così tanto spazio che sembra di essere soli, troviamo anche un angolino con un poca di ombra ma la sorpresa è quando intorno all’ora di pranzo, poco prima di andarcene decido di proseguire lungo la spiaggia e scavalcare un paio di scogli: uno scivolo per barche e alle spalle una casa colonica abbandonata con un grande prato circondato di enormi tamerici, la cui ombra era goduta da un uomo tutto solo. 

Per noi ormai era tardi, avevamo altri piani, ma voi ricordatevene qualora capitaste qui intorno. La giornata prosegue con la visita della cantina Goumas, optiamo per il percorso più economico da 10€ a persona e la giovane addetta all’ospitalità si prodiga e ci permette tanti minuscoli assaggi di numerosi vini del portfolio dal Sig. Goumas. Asseconda anche i nostri gusti, tutti vini secchi e ci propone anche un paio di verticali, che gentilezza!

Fra l’altro quando varcherete la soglia esterna della cantina vi dimenticherete immediatamente il caos di Zante, qui regna la pace, l’architettura tipica con sasso faccia vista che avevamo trovato nel Peloponneso, numerosi alberi da frutto nel giardino: un eden a mio avviso. 

Ci congediamo dalla gentile famigliola e ci dirigiamo verso il paese di Ammoudi, qui avevamo adocchiato un lido che offriva lettini gratuiti, il Menteni Beach Bar. Pranziamo quindi alla loro taverna, A. ordina sardine grigliate ed io verdura ripiena, una Mythos, un’acqua e ci omaggiano anche di un bicchiere di Mastika, il conto è di 27€, molto economico. 

I lettini sono proprio sotto la taverna, in un giardino dominato da un platano gigante che insieme al nostro ombrellone ci ripara dal sole nel corso del nostro lunghissimo sonnellino pomeridiano: ci svegliamo intorno alle sei e decidiamo di goderci un ultimo bagnetto.  Nel frattempo il mare si movimenta un po’ ma non è pericoloso perché l’acqua resta bassa per molti metri. 

Ci congediamo poi da questi gentili gestori e rincasiamo. 

Dopo la doccia propongo ad A. di cenare alla taverna Bougarini, di cui avevo letto bene dalle recensioni di altri ospiti di Katerina Rooms. Non si rivela però una scelta molto azzeccata: entriamo in un giardino circondato da gelsi, e proprio davanti al primo tavolo troviamo il bisogno di un cane. Ci spostiamo quindi in un altro tavolo, la proprietaria ci porge i menù ma quando ordiniamo mancano alcune portate (mi sta bene e sono fiduciosa che sia tutto fresco e tipico di una taverna a gestione famigliare). La mia Moussaka viene sostituita da una Papoutsakia, a dire della titolare era un piatto analogo, ma il prezzo si rileva poi il doppio della Moussaka originale. A. sceglie un pollo al limone. 

Siamo gli unici avventori e la sensazione stranamente non è per niente rilassante, una mezza melanzana ripiena, una coscia di pollo e due patatine piccole a spicchi con acqua naturale ci è costato 32,5€, i proprietari guardavano la televisione e non ci hanno proprio pensato a pulire il giardino. Non è una taverna che consiglio e non tornerei, l’unica insieme ad Alektor. 

Fortunatamente a casa ci rifacciamo dalla delusione culinaria, infatti abbiamo ancora mezza bottiglia di Assirtiko di A..

Giorno 8 – Rientro in Italia

Dopo la deliziosa colazione a base di biscottini salutiamo Katerina e le lasciamo le chiavi dello studio. Lentamente ci dirigiamo verso l’aeroporto, fermandoci a prendere un caffè un panino per il viaggio. Il volo ha un’ora di ritardo anche questa volta, a dire la verità tutti i voli sono in ritardo e l’aeroporto è sovraffollato, comunque noi riusciamo a trovare un posticino almeno per uno di noi e arriviamo a Verona senza troppi intoppi. 

Considerazioni finali su Zante

A. è sempre contento e accomodante, quindi non capisco se sia sinceramente contento di questa vacanza, ma sono fiduciosa.  Per quanto riguarda le mie percezioni, Zante è senza dubbio un’isola bella, con migliaia di ulivi secolari, bagnata da un mare spettacolare (tra i più belli che abbia mai visto), ma non è scattata la scintilla con me. Probabilmente perché sono partita prevenuta: avevo letto che l’isola fosse iperturistica, che tante taverne avessero perso di autenticità; e forse non credevo potesse reggere il confronto con l’adorata Cefalonia, o con Naxos.

In realtà ci sono luoghi e persone che ancora traspirano autenticità come Stathmos, To Diafkoreiko, la cantina Goumas, Votsalo, Lofos, la spiaggia di Porto Niova/Laperda, i ragazzi del lido Menteni, Takis, Katerina e la signora del forno a Psarou, la custode della Panagia sul monte Skopos, Porto Steniti e Karakonissi. 

Se siete stati a Naxos non pensiate che la cucina sia la stessa, non ho mai mangiato bene come a Naxos in nessuna isola e nemmeno nel Peloponneso. Non mi resta che augurarvi di cercare bene i vostri scorci personali su quest’isola e buone soleggiate vacanze! 

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