Dune di paglia, borghi e colline da film: è la valle più bella d’Italia, ma non ti sembrerà di trovarti nel Bel Paese

Scritto da: ShareTheWorld
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Per gli italiani le vacanze estive, e in particolare modo le settimane centrali di agosto, sono considerate le “ferie per eccellenza”. E lo sono state anche per me per molti anni, ma da quando lavoro è il periodo che evito. Quest’anno, aggiungerei purtroppo, ho dovuto scendere ad alcuni compromessi ed accettare la settimana di ferragosto.

La scelta più scontata sarebbe stata quella di una settimana al mare. Scelta che però ho scartato immediatamente. Per alcune esigenze personali ho deciso di restare in Italia, ma volevo trovare dei luoghi poco gettonati e di conseguenza poco affollati. C’era poi l’incognita prezzi poiché il periodo storico, unito al 15 agosto, portano immancabilmente ad una maggiorazione di tariffe non indifferente.

Tra le regioni più costose vi è senza dubbio la Toscana. Ma è pur vero che questo è il periodo perfetto per visitare una zona a cui facevo il filo da ormai tanto tempo: la Val d’Orcia. Situata nella zona collinare della provincia di Siena, quest’area è consigliabile visitarla nei periodi primaverili ed estivi. Se però volete godere di uno scenario indimenticabile, allora optate senza dubbio per i mesi che vanno da giugno a settembre!

Diario di viaggio in Val d’Orcia

Giorno 1 – Chianciano Terme, Monticchiello

chianciano terme

Quando saliamo a bordo della nostra Fiat Punto sono le 6 del mattino. Del 15 agosto. Il nostro ennesimo ferragosto lontano dalle tradizioni. Dopo un viaggio di circa 4 ore giungiamo nei pressi di Chianciano Terme. È qui, infatti, che abbiamo deciso di alloggiare. La posizione non è esattamente nel cuore della Val d’Orcia, ma con 30 minuti di percorrenza la si raggiunge tranquillamente. Inoltre i prezzi delle strutture ricettive sono di gran lunga inferiori (basti pensare che per il nostro B&B ce la siamo cavati – in 3 per 7 notti – con 660€ contro i 1500€ della zona più centrale!). Facciamo le solite procedure di rito e possiamo finalmente posizionare le valigie nella nostra stanza.

Un panino veloce e la nostra avventura può avere inizio. Prima meta è la vicina Monticchiello. Un’infinità di curve, circondate da campi gialli ci accolgono: un vero spettacolo per gli occhi. Se questa è la premessa, il viaggio sarà indimenticabile!

Lasciamo l’auto al termine del “viale dei cipressi” e ci dirigiamo verso il centro storico. Totalmente avvolto dal silenzio e da abitazioni in pietra. Qualche vecchietto ci saluta prima di rientrare in casa, mentre io mi fermo a scattare foto ad ogni angolo. Sembra di vivere nel passato, come se il tempo si fosse fermato.

Una premessa è, però, necessaria: non scegliete questa destinazione (intesa l’intera area collinare) se siete alla ricerca di monumenti famosi. Quello che troverete qui sarà semplicemente la vita quotidiana di un borgo antico. Ma vi basterà per vivere un indimenticabile ricordo.

Il caldo e il viaggio della mattina ci hanno annullato le forze. Ripercorriamo la strada a ritroso e, dopo un breve break alimentare, siamo pronti per lasciarci rapire dal nostro nuovo letto.

Giorno 2 – Montalcino

montalcino

Una lunga dormita è quello che serviva per affrontare la prima giornata. Una colazione abbondante e siamo già a bordo della nostra auto. Si tratta infatti di un viaggio in cui la macchina sarà la vostra più fidata amica. Assicuratevi quindi che sia in ottimo stato. E non parlo a livello di pulizia (cambierà colore, sia dentro che fuori), ma proprio a livello di motore e pneumatici.

Affronterete numerose strade in salita ed altrettante sterrate. Per non parlare delle curve. Se soffrite di ansia o di mal d’auto, evitate la Val d’Orcia! Io soffro molto le curve, ma ho trovato la mia alleata: una compressa al giorno di Xamamina (io assumo il dosaggio dei bambini che è forte, elimina comunque la sensazione di nausea ma non crea sonnolenza).

Molto caratteristico, se non addirittura iconico, sarebbe il giro in vespa (ammetto di averne viste molte), ma per i motivi già elencati, ve lo sconsiglio. Se proprio ci tenete, allora magari noleggiatela per un solo giorno e circoscrivete il suo utilizzo in una zona vicino al vostro hotel.

La destinazione di oggi è forse la più distante: Montalcino. Rinomata per il suo vino (in media vi chiederanno 50€ a bottiglia), questo piccolo borgo ha da regalarvi un numero infinito di viuzze. Altra tappa consigliata è l’ingresso alla Fortezza (4€ a persona per godere della veduta dall’alto). Una breve sosta per fotografare la Cattedrale del Santissimo Salvatore (purtroppo chiusa) e facciamo un pranzo all’ombra di maestosi alberi.

È primo pomeriggio quando ritorniamo al parcheggio sottostante. Piccola informazione utile a riguardo: si tratta di uno spiazzo all’aperto. La prima parte (quella in cui accedete) è all’ombra di piante e a pagamento, mentre la parte sottostante (al sole ed in una sorta di campo sterrato) è totalmente gratuita.

Sulla strada del ritorno facciamo una deviazione e ci rechiamo nella vicina Castelnuovo dell’Abate dove, al termine di un lungo viale in discesa, vi è l’abbazia di Sant’Antimo. Ci godiamo l’ombra dei numerosi ulivi e mi “intrufolo” ad ammirare la piccola farmacia dei monaci, posizionata nella parte retrostante.

Una veloce visita al (deludente) orto botanico e siamo di nuovo in marcia verso “casa”.

Giorno 3 – San Quirico d’Orcia

horti leonini, san quirico d'orcia, val d'orcia

Altra sveglia, nuova avventura! È ancora “presto” quando giungiamo in una silenziosa San Quirico d’Orcia. Lasciamo la nostra Punto nei pressi delle scuole e ci incamminiamo verso il centro storico. Non appena varchiamo l’ingresso, l’antica Chiesa di Santa Maria Assunta ci dà il benvenuto.

Accanto ad essa, vicino alla porta che dà sulla navata centrale, vi è il Giardino delle rose (rose che in realtà non abbondano). Proseguendo attraverso l’arco ci catapultiamo in un enorme e alberato viale al termine del quale ci sono gli Horti Leonini. Una sorta di labirinto (molto semplice) che però non può essere attraversato.

Varchiamo l’arco in pietra e ci ritroviamo in una minuscola piazzetta. Una breve pausa all’ombra per poi riprendere il cammino attraverso le vuote stradine. Ritorniamo in piazzetta e mentre addento il mio panino, davanti a me ci sono una decina di bambini che giocando spensierati. Forse la magia di questi luoghi ricchi di passato ha regalato, a questa nuova generazione locale, la fortuna di divertirsi lontano dalla tecnologia.

Un’ultima camminata alla scoperta dei luoghi (come il vecchio Spedale, divenuto ora complesso abitativo) e siamo di nuovo a bordo della nostra amica a quattro ruote. Percorriamo una delle strade più scenografiche del nostro viaggio: la SR2. Dune di paglia circondano la strada, tutto ciò che avrete dinnanzi a voi saranno infinite distese gialle. Uno spettacolo incredibile che vi farà dimenticare di essere in Italia.

Ed è proprio su questa strada che ci fermiamo per ammirare i famosi “cipressi di San Quirico d’Orcia”. Parcheggiamo l’auto a bordo strada in un piccolo parcheggio improvvisato, e sotto il sole cuocente raggiungiamo un gruppo di alberi. La veduta, da qui, è magica, ma superando la collinetta lo è ancora di più!

Un senso di pace entra nel mio cuore e gli occhi si riempiono di una bellezza semplice ma rara. La vista di uno spettacolo che la natura ha deciso di regalarmi, difficile da descrivere e che nessuna fotografia sarà mai in grado di raccontare. Quello spettacolo silenzioso (e anche un po’ nascosto) era solo mio. Uno spettacolo conquistato grazie alla scelta di prendere una strada diversa, più difficile, ma indimenticabile.

Torniamo in hotel stanchi ma felici di aver scelto questa meta per le nostre avventure estive.

Giorno 4 – Pienza

pienza

Quando apro gli occhi, l’emozione mi assale: questo è, forse, il giorno più atteso di tutto il viaggio. Ho visto così tante volte quelle immagini che ora ammirarle dal vero mi sembra impossibile. Saliamo a bordo auto che è ancora presto. Neanche 30 minuti e siamo a Pienza.

Quando entriamo in Piazza Pio II (tra le prime cose che incontrerete), il borgo è semivuoto. Una leggera brezza ci accarezza le spalle, rendendo ancora più incantata quell’atmosfera.

Iniziamo la nostra visita in questo piccolo angolo di paradiso cercando di setacciare ogni suo palmo. Le piccole viuzze, le case decorate con numerosi vasi fioriti e i panni stesi, ci regalano attimi di gioia. Per non parlare della vista mozzafiato che si ha da quell’altezza: da non perdere assolutamente la passeggiata lunga la “camminata panoramica” (poco prima dell’ingresso al centro storico).

E mentre ci addentriamo in un vicoletto laterale, veniamo catapultati nel laboratorio di Ceramica Bai Linda. Già dall’esterno si capisce che si sta parlando di alta qualità, ma una volta al suo interno verrete rapiti anche per la particolarità del negozio. Non vi dico altro, ve lo lascio scoprire! L’ingresso è libero e soprattutto, cosa che ho molto apprezzato, lasciano “girare” per il loro mondo senza obbligare ad acquistare né tantomeno facendoti sentire il fiato sul collo.

Da qui poi è possibile vedere un’altra “icona” della Val d’Orcia: i campi dove sono state realizzate alcune scende del film “il Gladiatore”. Sono proprio questi i nostri prossimi obiettivi da raggiungere. Ma prima un pasto sostanzioso per acquistare energie.

Lasciamo Pienza e ci rechiamo nella zona sottostante. Durante il vostro viaggio, un altro aiuto fondamentale ve lo darà il navigatore, solo che non sempre le posizione da lui indicare sono raggiungibili.

Evitate quindi di scegliere “cipressi del film il Gladiatore” poichè vi condurrà nell’ennesima strada sterrata la quale però dopo alcuni chilometri viene interrotta. Inserite, invece, come destinazione la Chiesa Pieve dei Santi Vito e Modesto a Corsigliano (collocata in una piccola stradina a ridosso di una curva). Qui sarete costretti a parcheggiare il vostro mezzo e proseguire a piedi. Imboccate il passaggio che si è venuto a creare a furia di camminarci (davanti alla porta d’ingresso della chiesa) e preparate i vostri occhi.

Improvvisamente un numero indecifrabili di tonalità di giallo si spalancherà dinnanzi a voi e non vorrete far altro che farvi rapire da quella bellezza. Che poco importa se accanto a voi ci saranno altre persone, quello sarà sono vostro. Si tratta di un lungo viale (ovviamente sterrato) circondato da campi il quale porta al Podere. A questo punto sta a voi decidere se incamminarvi fino ad esso o arrivare semplicemente al termine della discesa per ammirare il panorama. Nel primo caso è stimata circa un’ora di camminata, nel secondo caso invece ve la caverete con circa 30 minuti.

Io ho scelto l’opzione più facile, anche perchè il termometro pomeridiano si aggirava attorno ai 36 °C e né io, né mio padre (che ha deciso di riproporre anche il gesto di Russell Crowe in cui accarezzava il grano), né mia madre (che dopo aver capito a cosa stesse per andare incontro ha deciso di fare marcia indietro e rifugiarsi al fresco della chiesa) avevamo le forze. Terminato di scattare foto e di ripetere quanto fosse spettacolare tutto ciò, ritorniamo (accaldati e privi di fiato) alla nostra auto ormai divenuta beige per la polvere.

La giornata è ancora lunga: abbiamo in previsione altre tappe.

Percorriamo la strada avvolta dai gialli campi fino a quando un cartello stradale non conferma ciò che diceva il navigatore: svolta a destra. L’ennesima strada sterrata e l’ennesimo insulto di mia madre ci attendono.

cappella madonna della vitaleta

Percorriamo il lungo viale di un bianco acceso per qualche chilometro fino a quando non vediamo numerose auto parcheggiate. Cerchiamo di accostare il più possibile (per proteggere la nostra Punto da ulteriore polvere) e ci incamminiamo… peccato che per arrivare vicino alla famosa Cappella della Madonna della Vitaleta bisogni camminare un bel po’. Nuovi insulti giungono alle mie orecchie.

Vi consiglio assolutamente di portare con voi dell’acqua (il bar nei pressi della cappella ha prezzi abbastanza elevati), il cappello e volendo anche un ombrello potrebbe farvi comodo. Quando arriviamo al termine del lungo viale vediamo la parte retrostante dell’edifico, la facciata infatti dà sulla strada sottostante. E ferma a osservare e ad ammirare quella minuscola chiesetta non posso far altro che immaginare la fatica che possano aver fatto per costruirla lì, nel bel mezzo del nulla, avvolta solamente dalla pace della natura. E noi non possiamo far altro che restare a contemplare lo splendore e il silenzio che questo luogo ci offre: una vera rigenerazione dell’anima.

Si sta facendo ora di rincasare (evitate di guidare con il buio), ma prima decidiamo di fare un ultimo stop.

Lungo la strada del ritorno (SP53) è posizionata, al lato della carreggiata, la Quercia delle checche. Un maestoso albero secolare (300 anni, 20 metri di altezza e un tronco di quasi 5 metri di diametro) e divenuto nel 2017 il primo monumento verde d’Italia.

E lei è lì, da ormai così tanto tempo, senza smettere di crescere e di regalare speranze. È infatti possibile attaccare un piccolo pensiero alla bacheca accanto. Un modo divertente per lasciare una vostra traccia (in modo ecologico e senza danneggiare la natura o i monumenti), ma anche la possibilità di regalare a voi stessi un minuto per riflettere sulla vita.

Quella quercia che ha bisogno di tante persone per sentirsi abbracciata e che deve resistere alle intemperie e alle giornate tempestose è un pò la metafora della vita di tutti noi. Dovremmo solo decidere e scegliere di vivere come lei: coraggiosa e forte. È stata una giornata piuttosto pesante, ma di una bellezza inaudita. Vado a letto preso perchè tempo di lasciar volare via le fotografie scattate dai miei occhi.

Giorno 5 – Bagni San Filippo, Bagno Vignoni

bagni san filippo
Siamo giunti a metà settimana e la stanchezza inizia a farsi sentire. Decidiamo quindi di prenderci con la più totale calma questi ultimi giorni, ovviamente senza tralasciare attimi alla ricerca di nuovi luoghi.

Quando finiamo di gustare la nostra colazione sono circa le 9:30. Per molti sarà ancora presto, per noi è quasi già finita la mattinata. Impostiamo il navigatore e in una ventina di minuti giungiamo a destinazione: località Bagni San Filippo. Qui potrete trovare terme completamente gratuite. Per accedere vi basterà parcheggiare a lato della strada che le costeggia (1,50€ all’ora). Varcato il cancello di questa oasi naturale, una piccola pozza termale ci attende.

Concedetemi qualche consiglio: arrivate molto presto per accaparrarvi i posti migliori, cercate parcheggio nella zona limitrofe (girando a destra, anzichè a sinistra come indicato dal navigatore) per risparmiare qualche soldo e, soprattutto, non fermatevi all’inizio dell’area termale. Proseguite, invece, oltre la passerella di legno e dirigetevi verso sinistra fino a quando davanti a voi non si aprirà tutta la maestosità della natura. La forza dell’acqua ha corroso in maniera incredibile la parete rocciosa dando vita alla cosiddetta Balena Bianca. Si tratta della zona più ambita dai turisti, rendendo impossibile godersi le vasche poichè colme di persone.

Proseguite dunque lungo il medesimo sentiero e troverete numerose piscine naturali nascoste alla calca. Quell’aria fresca proveniente dal “bosco” circostante e la quiete, hanno fatto sì che rimanessimo qui per molte ore. E forse ce ne saremmo rimaste molte altre se l’area non fosse stata invasa da una fiumana di ragazzi “scappati” dal rave party di Viterbo..

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Lasciamo questo angolo di pace divenuto troppo affollato per raggiungere Bagno Vignoni. Consigliata da tutti ma poco apprezzata dalla sottoscritta. Un’oretta è forse il tempo che gli abbiamo dedicato. Diciamo che ho apprezzato lo scenario lunario che mi ha regalato per raggiungerla, e nulla più.

È ancora presto e di tornare a casa proprio non ci va, così raggiungiamo la vicina (e sperduta) Castiglione d’Orcia. Un piccolissimo borgo ci accoglie. Zero turisti, zero abitanti. Sembra di essere stati catapultati in una città fantasma, ma poco dopo notiamo un vecchietto intento a sistemare accuratamente la legna tagliata in previsione del lungo inverno. Camminiamo per le strette strade, scattiamo qualche foto e ritorniamo verso la nostra auto. Per quanto incantevole appaia questo luogo, il cielo inizia a incupirsi e le strade che ci attendono sono troppo impegnative per abbinarle alla pioggia.

Una volta raggiunta la nostra postazione base e aver finalmente saziato il nostro stomaco, siamo già pronti per dormire.

Domani la sveglia è programmata per le 6:30!

Giorno 6 – Saturnia

Saturnia

Quando sento i passi dei miei genitori, la sveglia non ha ancora suonato. Il viaggio di oggi è “lungo”, ma soprattutto richiede di essere a destinazione “molto” presto. Facciamo una colazione leggera e velocissima e alle 7:30 siamo già a bordo della nostra compagna di avventure.

La scelta di oggi è ricaduta su Saturnia, famosa per le sue terme ma non facente parte della zona della Val d’Orcia. Il tragitto è di poco meno di due ore, niente autostrada e poca superstrada, tante curve, molte salite e qualche strada dissestata. Un vero incubo!

Quando arriviamo nell’area parcheggi sono le 9 in punto e la auto hanno già iniziato ad occupare i primi posti. Il parcheggio (che vi impolvererà totalmente la vostra auto) è abbastanza ampio e il prezzo davvero modesto: 4€ per il mattino (9:00-13:00) e 5€ per il pomeriggio (13:00-20:00). Purtroppo non è possibile acquistare il ticket giornaliero, ma vi basterà stampare due volte il biglietto mattiniero per evitare di dover ritornavi alle 13:00 (ora in cui scadrebbe).

Evitate di lasciare l’automobile a bordo strada perchè avrete la multa assicurata! Un breve tratto di strada vi farà poi arrivare alla zona termale vera e propria. Una piccola, seppur spaziosa area, permette di godere totalmente gratis di questo dono naturale.

Cercate una zona ombreggiata (sono davvero poche) oppure munitevi di un ombrellone (o se proprio non ne avete a disposizione, armatevi di un ombrello da pioggia): credetemi, sarà la vostra salvezza! Trovato l’ombra di un albero, siamo già pronti per immergerci nelle acque di Saturnia. Raggiungete la zona più vicino al mulino e godetevi i getti delle cascate naturali. Un luogo lontano dal caos e in grado di rasserenare e di portare leggerezza al corpo, alla mente e all’anima. Una meta irrinunciabile per chi ha bisogno di recuperare la propria armonia

Quando lasciamo le calde acque termali (37,5 °C) sono le 12:30. A breve il pagamento del parcheggio scadrà, e noi abbiamo deciso di giocare di anticipo per evitare la colonna di auto.

Il tempo di rimetterci sulla strada del ritorno che il cielo diventa nero.

L’importante che ci facciamo arrivare a Chianciano Terme, poi può anche diluviare, dico ad alta voce. Forse un po’ troppo alta, visto che in men che non si dica un breve, ma intenso, temporale ci raggiunge. E per quanto non fosse nei mie piani, devo ammettere che creava la cornice perfetta. In quel preciso istante ci trovavamo in una stratta piena di curve, in salita e totalmente avvolta dalla chioma degli alberi verdeggianti. La pioggia scrociante era la ciliegina sulla torta per quella che sembra una piccola foresta tropicale nel cuore della Toscana. Ma per quanto scenografico fosse, ringrazio il cielo che sia durato non più di 10 minuti perchè le curve unite all’assenza di asfalto, mettevano una grande ansia.

Una lunga pausa in hotel anticipa il nostro mini tour nella Chianciano “vecchia”. Molto carina da visitare, seppur priva di grandi attrazioni.

Giorno 7 – Montepulciano

Dopo i numerosi chilometri macinati, la stanchezza si fa sentire a gran voce, decidiamo allora di rimanere nei dintorni. Prendiamo la nostra auto e raggiungiamo la vicina Montepulciano.

Quando varchiamo l’arco del centro storico attorno a noi è tutto silenzioso. I negozianti sono ancora intenti a mettere in mostra i loro prodotti e i turisti sono davvero pochi. Iniziamo a immergerci nei vari vicoletti, ad ammirare il panorama e ad assaporare gli ultimi attimi di avventura, prima di ripartire alla volta di casa.

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Pienza, vista borgo dall'alto

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