In Salento c’è una città a forma di cuore, ma non è per il romanticismo che vorrai visitarla

Viaggio nella bellissima città del Salento dove respirare le atmosfere tradizionali della regione
Scritto da: Hiroingi
in salento c'è una città a forma di cuore, ma non è per il romanticismo che vorrai visitarla

Capisco che parlare di Salento, soprattutto nell’ultimo decennio, è un’attività scontata e forse abusata. Il tema è trito e ritrito, come quelle pietanze della tradizione pugliese che si basano sulla salvaguardia degli scarti e sulla loro trasformazione in opere d’arte culinaria. Incurante, vado “incontro” alla corrente e vi porto alla scoperta di cosa vedere a Mesagne, la città a forma di cuore, teatro di posa a cielo aperto che ha saputo celebrare il suo riscatto attraverso l’esaltazione della propria bellezza.

Cosa vedere a Mesagne

Il Castello Normanno Svevo

castello di mesagne

Che sia a forma di cuore ormai è risaputo, che sia bellissimo bisogna invece affermarlo con forza, continuamente. Un gioiellino così va pubblicizzato, esaltandone la specificità oltre i confini regionali. D’altronde, anche la candidatura di Mesagne a Capitale Italiana della Cultura 2024 puntava forte su questa caratteristica architettonica. La Porta Grande, che è il varco d’ingresso nella parte antica della città, racconta la storia di confini passati e di una Terra d’Otranto che si spingeva oltre il previsto, delimitando un territorio particolare e unico come quello salentino.

Decido di percorrere il perimetro in senso orario, andando lungo Via Castello, la via che mi indirizza verso l’entrata principale della fortezza. Questo edificio, la cui prima costruzione risale all’XI Secolo, è il simbolo di una cittadina la cui storia si perde nel Paleolitico, affondando le radici tra Normanni e Messapi.

Lo visito con lo stupore di chi ammira un’opera d’arte unica nel suo genere. Il biglietto costa 3 euro e mi permette di vedere da vicino i tanti reperti archeologici che, nel corso degli anni, hanno arricchito un luogo di cultura quasi unico in Puglia. Mi muovo tra ceramiche, iscrizioni, monete e tombe monumentali, prima di osservare il cortile interno che affaccia sulla parte alta, quella dove sono visibili i “passeggi” delimitati da bellissimi archi restaurati. Per non farmi mancare niente, al mio arrivo a Mesagne, mi ero fatto anche un giretto di ricognizione per osservare il castello dall’esterno. Bellissimo, con quel prato inglese che diventa terreno fertile per fotografi e coppie appena sposate.

Il Centro Storico

mesagne centro storico

Una volta fuori dal Castello Normanno Svevo, ancora voglioso di scoperta e suggestione, mi ritrovo già all’interno di una piazza che è una bomboniera. Piazza Orsini del Balzo è il vero teatro di posa di Mesagne. Qui ci hanno girato film e spot internazionali. Qui sono concentrati i confini del Castello, della Chiesa di Sant’Anna (la cui facciata è un alto esempio di barocco leccese) e di Palazzo Cavaliere, sede del Museo di Arte Sacra.

Ormai ho capito che questa cittadina è uno scrigno senza fine.

Ed infatti, giusto di fronte, proseguendo lungo lo stretto Vico dei Cantelmo, ho la possibilità di ammirare l’antichissima necropoli ellenistica, risalente all’età del ferro e perfettamente salvaguardata grazie ad un grande lavoro archeologico.

Dietro l’angolo, è proprio il caso di dirlo, mi appare come una visione celestiale l’imponente Chiesa Madre, patrimonio di tutti i mesagnesi, con quel suo stile aristocratico e con quella sua perfezione naturale. Al suo interno ci trovo un altare in marmo e un organo a canne realizzato dal maestro Tommaso Mauro verso la metà del 1600.

Esco dalla chiesa, mi incammino verso Piazza IV Novembre (dove, tra l’altro, c’è la sede di una fornitissima biblioteca comunale) e svolto sulla destra, andando in direzione della moderna Piazza Commestibili. Sul tragitto incontro una piccola farmacia con le insegne in stile liberty: è la “Farmacia del Leone”. Questo luogo è uno dei rari esempi, in Italia, di farmacia rimasta intatta dopo più di un secolo. Venne fondata dal dott. Oreste Antonucci nel 1898 e conserva le vetrate con i visi delle donne più belle del paese, i mobili in legno di noce, i vasi contenenti ancora le vecchie spezie che servivano per preparare le medicine. Uno scrigno di rarissima finezza architettonica e un tesoro nel tesoro.

Il giro per il cuore di Mesagne mi porta ad arrivare, poi, in quella che fu la “piazza del mercato coperto”, ora centro nevralgico della movida estiva. Una struttura moderna, con ristorantini e bar ad ogni angolo e un nuovissimo murales realizzato dall’artista mesagnese, ma ormai famoso nel mondo, Millo.

Il Parco Archeologico di Muro Tenente e la Riserva Naturale di Torre Guaceto

torre guaceto

Prima di lasciare Mesagne alla volta di altre mete da raccontare, facciamo una capatina in due luoghi più o meno vicini, ma importantissimi per raccontare il territorio.

Raggiungiamo il Parco Archeologico di Muro Tenente attraversando l’infinita distesa di ulivi che contraddistingue la “strada vecchia” che da Mesagne porta a Latiano. All’interno dell’area, che si estende per più di due chilometri, segni di età ellenistica e di un passaggio di quella che fu l’antica Via Appia. Poi, per concludere il nostro itinerario, decidiamo di fermarci ad ammirare l’incantevole Riserva di Torre Guaceto (distante una ventina di km), paradiso naturale un tempo porto di questa bellissima cittadina a forma di cuore.

Dove mangiare a Mesagne

La Puglia è bella tutta ed il cibo è buono tutto.

A Mesagne, anche per via del sempre più crescente flusso turistico, le attività di ristorazione hanno finito per diventare sempre più numerose. Noi ci fermiamo in un gioiellino incastonato nell’incredibile particolarità di Piazzetta dei Caniglia. Qui ci sediamo ai tavoli dell’Osteria Antico Forno, un ristorante che propone piatti della tradizione e una incredibile qualità in materia di prodotti ittici e di tagli di carne particolari. Dopo cena, poi, ce ne andiamo per le viuzze del cuore dell’Alto Salento ammirando il silenzio della tenebrosa Porta Nuova e l’allegria di Via Azzolino, la “via fiorata”.

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