Degli affreschi unici al mondo: Piazza di Spagna a Roma nasconde un segreto, ma non riguarda la sua scalinata

Adriano Bocci, 03 Ago 2024
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Piazza di Spagna, famoserrima per la sua scalinata e la chiesa della Trinità dei Monti, è fra i luoghi più iconici di tutta Roma. Tuttavia la Capitale è, come al solito, piena di segreti che si nascondono in ogni angolo e tutto può diventare una scoperta da un momento all’altro. Oggi vi parliamo di un arcano affascinante che in effetti centra con la chiesa della Trinità dei Monti, ma non è la chiesa stessa. Avete presente quel conventino annesso? Venne fondato nel 1494 da Francesco da Paola, un mistico calabrese famoso per la vita ascetica e i suoi miracoli assieme al supporto di Carlo VIII re di Francia per istituire l’ordine dei Padri Minimi.

Certo, a livello storico nel fine Quattrocento Italiano siamo in un simpatico momento di cambiamenti politici e la fondazione del convento rimane incastonata in un periodo di grande fermento religioso. L’ordine dei Padri Minimi, che come potreste constatare per inferenza osservava rigidamente il voto di vita minima, trovò sostegno proprio in Carlo VIII che vide il convento come un legame spirituale tra Francia e Roma, centro di cristianità.

E il convento, tra architettura austera e i vasti spazi, diventa velocemente un rifugio spirituale e di produzione culturale perché i Padri Minimi tra preghiera e meditazione inserivano anche arte e scienza, come si nota da ciò che è conservato in convento, che lo rende un bel po’… diverso.

Gli affreschi del chiostro e il refettorio di Andrea Pozzo

Dopo essere entrati nel convento (visitabile solo su prenotazione, dettagli qui) ci si trova in un ambiente che definire suggestivo è riduttivo. Siamo in un chiostro del Cinquecento, ed è uno spazio con una architettura austera ma elegante e decorato con una serie di lunette affrescata che illustrano gli episodi importanti della vita di San Francesco da Paola. Affreschi fatti con grande maestria che mostrano un esempio meraviglioso di pittura rinascimentale, con una importante narrazione visiva e minuziosa cura nei dettagli.

Si continua fino al refettorio, una gemma nascosta nel convento, che è stato dipinto nel 1694 da un artista barocco ben conosciuto di nome Andrea Pozzo. È uno spazio molto famoso per un uso a dir poco magistrale della tecnica del trompe l’oeil, un’illusione ottica che crea una impressione di profondità che sembra essere parte del dipinto stesso.

Pozzo, ben noto per la bravura nel manipolare la prospettiva, ha trasformato le pareti del refettorio in uno spettacolo dove le scene sembrano andare ben oltre i confini fisici, come fossero immagini tridimensionali. Un’opera che inganna l’occhio e fa riflettere sulla percezione della realtà, ma… non è questa la sorpresa.

Il segreto di Maignan e Niceron

Nel convento, però, tra le varie mura rimangono un po’ segrete due opere create dai Padri Minimi. Furono Emmanuel Maignan e Jean François Niceron a creare quelle che vengono chiamate le anamorfosi. L’anamorfosi è un dipinto fatto con una tecnica particolare del Rinascimento studiata sulla prospettiva: in sintesi, un’immagine volutamente distorta che sembra completamente insensata… se vista da davanti. Il senso definito e reale delle immagini delle anamorfosi viene rivelato quando si cambia angolazione, cambiando il proprio punto di vista.

I due lavori di Maignan e Niceron hanno già quattrocento anni e sono un’innovazione straordinaria per l’epoca, seppure i Padri Minimi non si siano proprio mai limitati alla preghiera. È stupendo come la loro scoperta tardiva aggiunga un po’ di fascino, suggerendo che il convento (come tutta Roma, d’altronde) abbia ancora qualcosa da svelare. La scelta dell’anamorfosi, in un convento, tutto potrebbe essere fuorché casuale: la ricerca della verità non è sempre evidente a prima vista e per l’appunto richiede uno sforzo di osservazione e riflessione. In pratica, fa da baluardo alla filosofia dei Padri Minimi.

L’astrolabio solare e la chiesa della Trinità dei Monti

Tra le varie cose nel convento spicca, per rimanere in tema con l’osservazione, un astrolabio solare molto diverso. Questo è un astrolabio dissimile da quelli che usano lo stilo per proiettare le ombre perché questo usa un sistema di specchi e una coppa d’acqua per riflettere la luce. Il sole che si riflette nell’acqua si proietta sulle pareti che, in questo caso molto molto specifico, traccia:

  • percorsi
  • punti di luce
  • l’ora del giorno
  • posizione del sole e delle stelle
  • le costellazioni zodiacali

più qualcos’altro. Tale qualcos’altro deriva dal genio di Padre Emmanuel Maignan perché vicino alle indicazioni astronomiche sono riportati i nomi delle città e dei paesi del mondo, permettendo di sapere in quale luogo fosse mezzogiorno in quel preciso momento, quando la luce illuminava il nome della città. Una soluzione ingegnosa e scientificamente davvero avanzata per dei frati del Quattrocento, ma i Padri Minimi, come reiterato, non si sono proprio mai fermati alla preghiera.

La fine della visita al convento diventa un bel tour della chiesa della Trinità dei Monti, un esempio di architettura che crea un composto omogeneo di elementi gotici e barocchi. Fondata nel 1494 e consacrata quasi un centinaio d’anni dopo nel 1585 da papa Sisto V, ha una facciata imponente e due campanili deliziosamente simmetrici progettati da Giacomo della Porta e Carlo Maderno. L’interno ha una navata unica con cappelle laterali e ospita le opere del manierismo romano, un periodo che ha fatto fiorire uno stile artistico muy sofisticato.

Le cappelle, dedicate a famiglie diverse che ne avevano il patrocinio nel sedicesimo secolo, sono decorate da affreschi e dipinti che riflettono il prestigio (e il gusto) di chi contribuì alla chiesa. D’altronde, un dipinto di ieri è una foto di oggi: una testimonianza nel tempo per chi voleva essere ricordato e poteva permetterselo. Certo, è una chiesa che si è modificata un po’ nei secoli con qualche intervento importante, come quando la volta venne trasformata in forme settecentesche su progetto di Giuseppe Pannini, ma c’è sempre tanto da vedere a Roma.



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