Copenhagen in carrozza

Volevo trascorre qualche giorno, a dicembre in una capitale europea, tolte quelle in cui sono stato, rimanevano alcune che sono da visitare in periodi quando le temperature sono più miti e quelle dei paesi del Nord. Ma a dicembre si ha voglia di Natale, allora ho pensato ai paesi nordici, la scelta era tra Stoccolma o Copenhagen, scelta caduta...
Scritto da: ROTEX
copenhagen in carrozza
Partenza il: 13/12/2007
Ritorno il: 16/12/2007
Viaggiatori: in coppia
Volevo trascorre qualche giorno, a dicembre in una capitale europea, tolte quelle in cui sono stato, rimanevano alcune che sono da visitare in periodi quando le temperature sono più miti e quelle dei paesi del Nord.

Ma a dicembre si ha voglia di Natale, allora ho pensato ai paesi nordici, la scelta era tra Stoccolma o Copenhagen, scelta caduta sulla seconda, in quanto più economica, sia per i voli che per gli hotels.

Quattro giorni in Danimarca e nella sua capitale, partenza da Milano Linate con la S.A.S. (www.Sas.It) il giovedì alle 06:30 con rientro la domenica successiva sempre a Linate alle 22:30, avendo così la possibilità di avere quattro giorni pieni, al costo di € 136,00.

Partenza di buon’ora, peccato che la mia compagnia di viaggio, il mattino della partenza non si sveglia e non sente ne il campanello, ne telefonino e probabilmente nemmeno lo sbarco degli alieni sul suo letto.

Così perdiamo il volo da Linate e riusciamo a prendere il volo delle 11:15 che parte da Malpensa con relativo rientro alle 19:00.

La signorina che ci ha accolto alla biglietteria è stata gentilissima oltre a cambiarci il volo di andata e di ritorno su Malpensa, mettendoci anche in classe intermedia non ci ha fatto pagare alcuna penale o costo aggiuntivo, abbiamo invece dovuto pagare per il cambio del ritorno, un costo di € 55 per biglietto.

Comunque alla fine i nostri eroi sono riusciti a partire alla volta di Copenhagen, vedendo dal finestrino le vette poco innevate delle Alpi, atterrando alle ore 13:30. Dall’aeroporto si prende un treno che porta direttamente alla stazione centrale di Copenhagen. Le partenze avvengono ogni 20 minuti e la durata del transfer è di circa una quindicina di minuti.

Il treno è accessibile in quanto vi è un vagone (solitamente al centro del treno) per l’ingresso delle biciclette, carrozzine ecc. Ecc. Vi si può salire anche da soli, facendo attenzione allo spazio nel vuoto che si forma tra la pedana ed il marciapiede. L’albergo prenotato su (www.Hotel.It) dista a pochi metri dalla stazione ed è il Comfort Hotel Europa in Colbjornsensgade 11. Non vi sono barriere all’ingresso, ascensore, camera molto molto ampia, bagno con doccia e discretamente grande.

Unico problema, all’ingresso del bagno vi è uno scalino. Ho deciso di soprassedere perché con un piccolo aiuto riuscivo superarlo ed inoltre la camera era molto ampia e con quattro finestre molo luminose che si affacciavano sulle vie della città.

Non ho chiesto purtroppo se anche nelle altre stanze vi fosse lo scalino per accedere in bagno.

Alle 15:00 del pomeriggio si inizia il primo giro per la città ed è già notte. Già qua scende presto la notte e viene giorno anche tardi intorno alle 8:30 del mattino. Insomma le ore di luce sono veramente poche… Le prime immagini di Copenhagen sono di una città tranquilla, ben organizzata, senza particolari problemi di delinquenza, respiri subito un atmosfera rilassata e tranquilla. Saranno tutte quelle candele che si vedono alle finestre, sarà quella luce soft che fuoriesce dalle case, sarà che non vi è del traffico caotico.Tutti sfrecciano con le loro biciclette silenziosamente nelle lunghissime vie ciclabili che rendono ancora più quiete la tranquilla atmosfera.

Iniziamo a passeggiare per le vie della città e ci dirigiamo verso la fabbrica della Carlsberg, purtroppo è tardi ed è chiusa, ma possiamo assaporare l’odore della birra che fuori esce dalla fabbrica. Passiamo per la porta degli elefanti, dove nonostante il buio possiamo ammirare le statue dei bellissimi elefanti.

Il giorno dopo ammiriamo alcuni parchi, l’inverno non gli rende giustizia, li immagino durante il periodo primaverile/estivo quando sfoggeranno il loro fascino. È bello vedere le molte piste di pattinaggio in cui intere scolaresche si dilettano nel pattinaggio, come è divertente nascondersi nei vari labirinti che vi sono nei parchi.

Ci introduciamo in alcune Chiese Luterane Evangeliche, dove è proibito fotografare ma si è accolti dal un bel tepore e da luci luminose che ti fa venire la voglia di fermarti.

All’interno troviamo persone che pregano, ma anche donne che fanno la maglia, angoli dove i bambini possono disegnare, insomma non c’è tutto quel rigore che siamo abituati a vedere nelle nostre chiese.

Da buoni turisti cerchiamo di visitare tutto quello che un “buon turista” deve visitare, quindi si va a vedere per forza la Sirenetta (soprattutto perché è un simbolo e non perché sia un opera per cui valga la pena scomodarsi), Kastellet che attualmente è un complesso militare in uso, Rådhuspladsen ovvero la piazza del municipio che è un po’ il centro di Copenhaghen, fuggiamo velocemente da Stroget con i suoi negozi globalizzati (ogni città ormai ha la sua via con negozi tutti uguali e con le stesse identiche marche), palazzo reale con la sua piazza (una delle più grandi in Europa) ed il cambio della guardia, Marmorkirken la cui cupola è una brutta copia della basilica di San Pietro, accanto vediamo anzi sentiamo la Alexander Newsky Kirke, una chiesa russa ortodossa, che con le sue campane da un tocco di “paesello” ad una domenica mattina fredda e silenziosa, il mercatino Natalizio sulle sponde del vecchio porto di Copenhagen ovvero il Nyhavn, dove si possono ammirare le classiche abitazioni colorate ed imbarcazioni di tutte le dimensioni.

Non si può non visitare Tivoli, soprattutto durante il periodo natalizio, ha una atmosfera fiabesco, si passeggia accanto a laghetti e luminarie di ogni tipo, luci gialle, rosse, bianche, alberi di Natale, bancarelle di sciarpe e capelli, ceramiche, tisane, profumi di zucchero filato, di mandorle tostate e di Glogg (bevanda natalizia, molto simile al nostro vin brulè, preparato con vino rosso, brandy, chiodi di garofano, mandorle tagliate, uvetta, scorza di arancia, che va ovviamente bevuto caldo).

I ristoranti sono molto particolari (vi è il ristorante galleggiante a forma di nave o quello a forma di pagoda cinese o in stile arabo).

La piacevolezza di passeggiare per la città viene allieta dall’ancor più piacevole sensazione di calore, quando si entra in un dei numerosi ristoranti, dove non vi è mia un illuminazione diretta, ma luce leggera e calda, oltre a quella delle candele che non mancano mai.

Mentre si passeggia, si può osservare tranquillamente all’interno delle abitazioni, infatti ogni casa o appartamento, hanno grandi finestre con tendoni che vengono tirati raramente e senza alcun infisso. Immagino che i danesi non si mettano a curiosare negli appartamenti altrui quando sono in strada oppure da una finestra all’altra, per loro sarà normale vivere in vetrina, mentre per me che sono abituato a nascondermi dagli sguardi dei vicini, mi sembra tutto così strano e stimola ulteriormente la mia curiosità.

Già sono un curioso e pertanto tutto questo “mondo” allo scoperto non può che essere uno stimolo alla mia voglia di scrutare. Mi piace guardare all’interno delle case, osservare come sono arredate e fantasticare sulle persone che vi vivono, se sono felici, in quanti vi abitano, chi aspettano ecc ecc… A Copenhagen le abitazioni sono arredate tutte o quasi in stile Ikea, già l’Ikea sembra fare da padrona nell’arredamento danese/svedese, al tal punto che tutte le case e i locali sono arredate con questo stile, che per quanto possa essere carino, se troppo ripetitivo diventa noioso e monotematico.

Mi ha sorpreso la quantità di famigliole a passeggio per la città, giovani coppie con due o tre bambini, imbacuccati ma intrepidi, senza spaventarsi troppo dal freddo. Bambini educati e non strillanti, come invece capita nelle nostre città, sia i genitori che i bimbi sono tranquilli e non appaiano così stressati come alcune famigliole italiane all’interno dei centri commerciali il sabato pomeriggio, probabilmente sono talmente abituati ad “essere in giro” che vivono il tutto con normalità e senza troppe preoccupazioni.

Così è normale trovare intere famigliole con numerosi bambini piccoli nei ristoranti, sui mezzi pubblici ecc. Ecc. La cucina danese è molto ricca, formaggi, salumi, pesce a volontà in particolare arringhe, dolci ricchi di cannella, zenzero, mandorle, uva passa.

Durante il periodo natalizio molti ristoranti hanno nel loro menu il “pranzo di Natale. Così si può mangiare il pranzo natalizio più volte e non solo con i propri parenti, ma anche con colleghi ed amici.

Un mondo a parte è Cristiania, un quartiere della città in cui non sono in vigore le leggi danesi e tanto meno quelle europee, i residenti non pagano le tasse e la vendita di droghe leggere è permessa.

Nasce negli anni ’70, da un gruppo di hippies, che volevano mettere in pratica le idee “flower power”, vivere in comunità, non nello spirito capitalistico e della concorrenza ma della pace e della collaborazione in armonia con la natura, insomma gli ideali “peace and love”.

Ora risulta un esperimento non riuscito, rimane comunque un simbolo e magari, chiudendo gli occhi, si può immaginare la Chrisitiania di 40 anni fa, lo spirito, la gente che l’animava. Adesso rimane solo un ricordo per vecchi e giovani nostalgici, dove ci sono molti turisti che gironzolano incuriositi e giovani con “cannoni” dalle dimensioni stratosferiche. Ho sempre sentito parlare molto bene dell’accessibilità e dell’assenza di barriere architettoniche nelle città del Nord Europa, così sono partito pensando di trovare un piccolo “paradiso” di accessibilità.

In realtà non lo ho trovato, i marciapiedi sono effettivamente comodi e senza gradini, anche se il manto non è molto curato e pertanto qualche problemino di scorrevolezza lo si trova, l’ideale sarebbe poter passeggiare nelle piste ciclabili, che sono tra la strada ed il marciapiede, ma le biciclette sfrecciano ad una velocità talmente elevata e silenziosa, che è tropo pericoloso. La città è in gran parte pianeggiante quindi non vi sono salite o discese ripide.

I bus sono rimasti per me una grande incognita, in quanto sembrerebbe che abbiano lo scivolo oltre che l’apposito posto per sistemarsi, ma in realtà nessuno degli autisti degli autobus (e ne ho presi molti) lo ha utilizzato, anche sotto mia sollecitazione, probabilmente perché ero accompagnato e pertanto riuscivo a salire a bordo facendo lo scalino. Mi resta così il dubbio che non è possibile salire sui bus danesi in modo autonomo, in quanto non vi sia lo scivolo.

Il metro non lo ho mai utilizzato, ma sembrerebbe che vi siano gli ascensori e che si possa entrare nei vagoni con facilità.

Ma la delusione più grande è stata che la maggior parte dei luoghi pubblici (bar, pub ristoranti) della zona centrale e turistica, sono collocati nelle vecchie costruzioni e sono inaccessibili, in quanto per entrarvi vi sono sempre almeno tre o quatto scalini, la maggior parte stretti ed alti, con una totale assenza di scivoli. Pertanto sono rimasto amareggiato, forse perché ero partito carico di aspettative di trovare una città accessibilissima, in realtà mi sembra che nella capitale danese non vi sia stato un abbattimento delle barriere architettoniche per chi vive in carrozzina, ma per coloro che utilizzano le biciclette, questo sicuramente favorisce l’accessibilità anche alle carrozzine, ma non da alcuna autonomia ai disabili.

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